21 gennaio 2013
In arrivo dagli Usa una valanga di debiti!
L’accordo di capo d’anno per scongiurare che il fantomatico “fiscal cliff” potesse portare ad uno choc fiscale, alla recessione e al blocco del bilancio dello stato federale Usa, non è una vittoria della stabilità. Dovrebbe invece essere considerato un rischio ulteriore di instabilità per il resto del mondo, in primis per l’Europa.
L’evento ha una valenza tutta americana, molto importante per i giochi di potere interni. Sancisce però una politica complessivamente fallimentare, sia dei democratici che dei repubblicani, nella gestione della finanza.
Si sono trovati i 600 miliardi di dollari necessari per evitare, almeno sulla carta, che alcune spese per il welfare vengano automaticamente bloccate e alcune agevolazioni fiscali siano cancellate.
In realtà l’accordo “partorisce” un aumento del debito per ben 4.000 miliardi di dollari nel prossimo decennio!. La stima non è fornita da una qualche fucina ideologica neoliberista anti Obama, bensì dal prestigioso e indipendente Congressional Budget Office.
Come noto, il Cbo è un’istituzione finanziata dal Congresso per analizzare i costi delle politiche di bilancio. Il suo direttore viene nominato congiuntamente dai presidenti della Camera e del Senato. L’attuale direttore, Douglas Elmendorf è stato scelto nel gennaio 2009 quando entrambi i presidenti erano democratici.
Il “fiscal cliff” quindi non è la vera emergenza finanziaria americana. Si è trattato piuttosto di un “preparativo” psicologico. La vera emergenza che gli Usa devono affrontare è invece lo sfondamento del tetto del debito pubblico!
A fine anno infatti il debito pubblico americano ha raggiunto il “ceiling”, cioè il tetto massimo stabilito dalla legge finanziaria di bilancio che è di 16.400 miliardi di dollari, equivalente al 103% del Pil. Sarebbe dovuto bastare fino al 30 settembre 2013, cioè fino alla scadenza del bilancio annuale. Ma così non sarà.
Che succederà adesso? Fino a settembre di fatto non c’è copertura per le spese di bilancio, per tutte le spese. Il ministro del Tesoro Tim Geithner ha detto che il suo Ministero ha già raggiunto il limite dei prestiti possibili e ha affermato che possono trovarsi “altri mezzi per raccogliere fondi per pagare il debito” per un periodo massimo di 6-8 settimane.
Al di là dei trucchetti contabili, il dato è che gli Usa sarebbero tecnicamente già in default!.
Una situazione simile si era già creata nell’agosto del 2011, quando il bilancio federale era stato prosciugato e mancavano i soldi per i pagamenti dei dipendenti pubblici, dei fornitori, degli assegni di disoccupazione, delle pensioni, ecc. Allora, come si ricorderà, si decise di alzare il tetto del debito pubblico di ben 2.000 miliardi di dollari!
In poco più di un anno però questi fondi sono stati “bruciati” senza significativi effetti per l’economia americana. Certo sì evitato l’immediato aumento della disoccupazione e della povertà ma non si è rimesso in moto l’economia. Sono mancate una vera strategia di ripresa della produzione e degli investimenti e una più giusta riforma fiscale.
In sintesi, al di là delle note schermaglie ideologiche, gli Usa, sia il governo Obama che il Congresso nel suo insieme, si stanno muovendo verso un ulteriore aumento del debito pubblico. Nulla di nuovo sotto il cielo.
Infatti la politica di crescita del debito e della liquidità è quella che da anni porta avanti la Federal Reserve di Ben Bernanke. Il suo bilancio (balance sheet) è passato da 869 miliardi del 2007 a 2.880 miliardi del 2012. Ben 2/3 dei titoli del Tesoro americano che arrivano sul mercato vengono comprati dalla Fed.
Dopo aver deciso lo scorso settembre l’acquisto di mortgage-backed securities, quei titoli tossici legati ai mutui subprime, per 40 miliardi di dollari ogni mese, la Fed a novembre ha deciso di acquistare mensilmente 45 miliardi di dollari di bond del Tesoro e di altre obbligazioni simili a lungo termine e in cambio di vendere i ben più appetibili titoli a breve scadenza in suo possesso. E’ un altro bel regalo al sistema bancario americano!
Queste decisioni non potranno che produrre uno choc per l’intero sistema finanziario mondiale. I paesi emergenti lo dicono da tempo denunciando i riverberi negativi sulle loro economie e sulle loro monete.
In questo scenario l’Europa è spiazzata. In un sistema globalizzato, dove la finanza opera per vasi comunicanti, i governi europei si sono ingessati con il “fiscal compact”, mentre gli Usa alzano a piacere il tetto del loro debito pubblico.
Inoltre, in un sistema bancario senza riforme, le banche americane sono agevolate dalle politiche della Fed, mentre quelle europee sono compresse dai parametri richiesti da Basilea III.
Purtroppo in Europa c’è chi irresponsabilmente chiede di fare come negli Usa. Secondo noi, invece, queste ricette sono disastrose. Non ci sono scorciatoie, né serve l’illusione psicologica di chi vuol vedere “la luce alla fine del tunnel”. Occorre affrontare insieme e alla radice le cause della crisi globale e rimuoverle, senza nasconderle come si continua a fare.
di Mario Lettieri e Paolo Raimondi
20 gennaio 2013
quando torneremo come eravamo?
... Ah regà, famo a capisse, ce stanno a pijà pper culo, mortacci sua...
Così introduceva i suoi spettacoli il grande Ettore Petrolini che, pur sotto la severissima censura fascista, riusciva a fare filtrare i suoi "messaggi" per gli italiani che volevano "capire"...
Oggi non c'è più (almeno ufficialmente) il Minculpop (Ministero della cultura popolare) e, quindi, la "censura" non opera direttamente "tagliando" l'informazione sgradita al regime, ma sono gli stessi "giornalisti" (ammesso che così si possano ancora chiamare) che, "imponendo" i temi del dibattito elettorale (graditi ai loro partiti di riferimento), oscurano completamente le questioni che, invece, di quel dibattito dovrebbero essere i temi centrali.
Osservate la tabellina seguente:
In essa, come vedete, sono riportati i numeri chiave dell'economia italiana nel 1999, all'entrata nell'euro, e 13 dopo, nel 2012, quando gli effetti di quella "maestosa minchiata" si erano già manifestati in pieno.
E dunque, ah regà, famo a capisse, non dovrebbe essere questo il vero dibattito elettorale... ovverosia chiederci e chiedere ai nostri politici: ma che cazzo di vantaggio abbiamo avuto ad entrare nell'euro e per quale cazzo di motivo ci restiamo ancora?
Non c'è un solo risultato economico positivo... la situazione di questo paese, dall'ingresso nell'euro ad oggi, è peggiorata in modo drammatico... e nessuno di quei saltafossi in giacca e cravatta o loden, sente l'obbligo di spiegarci perché ci siamo entrati e perché ci restiamo nonostante l'evidenza del disastro che esso ci ha causato?
Volete fare un favore all'Italia? ... Fate circolare la tabellina sopra tra i vostri conoscenti e ponetegli la stessa domanda (... perché siamo entrati nell'euro e perché ci restiamo...?)...
Se, come credo, nessuno sarà in grado di dare una risposta (... e come potrebbe, se anche un bambino scimunito capirebbe che è stata un'evidentissima cazzata?), allora chiedetegli perché ha accettato ed accetta ancora di farsi "spogliare ed impoverire" (così come la tabellina sopra dimostra inequivocabilmente) senza neanche protestare, e perché, soprattutto, non pretende una risposta chiara e documentata (alla domanda "perché siamo entrati e perché restiamo nell'euro") dai candidati del partito che intende votare?
Cosa cazzo ce ne frega delle frecciatine (... del tipo di quelli che oggi fanno finta di litigare, mentre fino ad ieri si sostenevano l'un l'altro, tutti insieme appassionatamente...) di Monti verso Bersani e Berlusconi (o delle risposte piccate di quest'ultimi)... quando ciò che brucia sulla pelle di tutti noi è la devastazione che l'euro ha prodotto e continua a produrre nel nostro paese?
Ciò che ci interessa è: che previsione fanno Monti, Bersani e Berlusconi per tutte le sei grandezze economiche della tabellina sopra nei prossimi cinque anni...
Ciò che devono dirci è: quando ritorneremo alla stessa situazione economica di prima dell'euro?
Cazzo, non dico meglio (come sarei autorizzato a pretendere)... ma almeno uguale...
Il resto, è evidente, sono favole per bambini scimuniti e, giustamente, Ettore Petrolini, entrando in scena, avrebbe detto: .. Ah regà, famo a capisse, ce stanno a pijà pper culo, mortacci sua...
L'euro ci costa (a noi italiani) almeno 80 miliardi l'anno... e, visto che siamo in 60 milioni, fate voi il conto di quanto costa alla vostra famiglia... e, siccome non tutti i 60 milioni di italiani subiscono lo stesso danno (ricordate la media del pollo di Trilussa?) e ci sono quelli che invece ne hanno un vantaggio (circa il 21% della popolazione), significa che quelli che "pagano" (il restante 79%)... se la pijano doppiamente nder culo...
Ora, è noto che agli italiani, fino all'anno scorso, quell'articolo (... pijarla nder culo...) piaceva di molto...
... Tuttavia, sul finire di quel terribile 2012, qualcosa è cambiato... pertanto, mi permetto di azzardare un pronostico elettorale molto nefasto per i nuovi cattocomunisti e per i sedicenti liberali alla Berlusconi & company che, predicando amorevolmente la necessità di ridurre le tasse, sono riusciti ad "infilarcene" altre... with no vaseline...
Secondo me, gli ex Pci (Pd e Sel) staranno tra il 29% ed il 34%, mentre l'armata neo-democrista che sostiene il bocconiano che, finalmente, ha gettato la maschera (Mario Monti), non supererà il 12%...
... Insieme, i neo catto-comunisti non supereranno il 46%.
Avranno (grazie al porcellum) la maggioranza alla Camera, e (sempre grazie allo stesso porcellum) potrebbero avere una maggioranza molto ristretta al Senato... ma non potranno governare... a meno che non facciano una proposta (di quelle che non si possono rifiutare) a Berlusconi: i voti dell'armata Brancaleone che segue il cavaliere, in cambio di "protezione" (finanziaria e giudiziaria) per la "mummia di Arcore"...
... E Silvio ed i suoi "banditori a gettone", si farebbero certamente convincere (...tengono famiglia...).
... Ma anche "quest'alleanza" durerebbe poco: con un milione di disoccupati in più nel 2013-2014... i catto-comunisti al governo comincerebbero ad avere davvero paura (esattamente come i governanti greci e spagnoli che, in giro, mandano le "controfigure"): a tirare troppo la corda, gli italiani potrebbero scendere in piazza pronti a menare la mani...
Se (Monti, Bersani e Berlusconi) facessero quel patto scellerato, rischierebbero di essere travolti da "moti popolari" di gente davvero incazzata che sarebbe pronta a tutto...
Coraggio, fratelli d'Italia, il peggio è passato... ed ai Monti, Bersani, Berlusconi, etc... glie tocca de stà 'n campana, perché un sacco di gente, in questo paese... s'è rotta li coijoni...
... Non so se mi ho capito...??
|
|
1999 |
2012 |
Differenza |
|
Produzione industriale |
106 |
82 |
-23% |
|
Saldo esportaz.- importaz. |
+33 miliardi |
-45 miliardi |
-78 miliardi |
|
Disoccupazione |
7.9% |
11.0% |
+ 1.4 milioni di disoccupati |
|
Pressione fiscale |
41.3% |
45.4% |
+ 60 miliardi anno di tasse |
|
Debito pubblico/Pil |
109% |
127% |
+270 miliardi di debito |
|
Crescita Pil |
+2.0% |
-2.5% |
-80 miliardi anno di Pil |
19 gennaio 2013
Deutsche Bank non è più intoccabile
Una volta la Deutsche Bank era rispettata come pilastro dell'economia tedesca basata sull'industria, ma oggi essa è un attore della bisca finanziaria internazionale come tutte le altre megabanche. Negli ultimi due anni essa è stata colpita da scandali e denunce che hanno inferto duri colpi alla sua immagine.
Attualmente la banca è sotto inchiesta per falso in bilancio allo scopo di nascondere pesanti perdite sui derivati del ramo statunitense. Secondo Eric Ben-Artzi, ex funzionario della DB che ora è testimone della procura di New York, le perdite si aggiravano attorno ai 10 miliardi di dollari nel 2008.
Oltre a queste accuse, c'è l'inchiesta sulla manipolazione del Libor compiuta assieme a numerose altre banche, che avrebbe fruttato alla DB "almeno 500 milioni di euro di profitti nel 2008 da scambi agganciati al tasso d'interesse", secondo il Wall Street Journal. Queste transazioni riguardavano l'8,5% dei profitti di DB nel 2008 (5,9 miliardi di euro). La DB ha respinto le accuse definendole "categoricamente false", ma questa è una difesa scontata.
La manipolazione del Libor ha comportato pesanti oneri per enti locali, famiglie e imprese che avevano contratto prestiti e mutui con le banche, legati all'andamento del tasso interbancario e spesso agganciati a contratti swaps. Perciò ci si attende che la DB dovrà pagare ingenti multe e forse, come è accaduto per l'UBS, ci saranno conseguenze penali per i suoi dirigenti. L'azione di polizia era stata attivata nel contesto di una presunta complicità della banca in un caso di frode e ostruzione della giustizia che riguarda il traffico di certificati di emissione CO2. Quello dei certificati di emissione è un mercato già finito nel mirino degli inquirenti per casi di evasione dell'IVA e riciclaggio di denaro sporco.
La lista dei guai giudiziari in cui è incappata la Deutsche Bank nel 2011-2012 comprende circa 20 casi, a partire dal divieto di negoziare derivati per sei mesi imposto nel febbraio 2011 in Sud Corea e dalla sentenza costituzionale sull'accordo swap con la ditta Ille nel marzo dello stesso anno. Per menzionarne alcuni:
La Commissione UE sta indagando su casi di CDS fraudolenti che coinvolgono la DB assieme ad altre banche;
La città di Los Angeles ha denunciato la banca per casi di esproprio illegale: La Federal Housing Financial Administration degli Stati Uniti ha aperto un'inchiesta su frodi immobiliari;
Il Serious Fraud Office del Regno Unito sta indagando su cartolarizzazioni emesse dalla DB; Numerosi fondi pensione USA e enti locali in Italia hanno promosso azioni legali contro DB per i famigerati contratti derivati;
Le recenti sentenze emesse contro la Deutsche Bank – nel caso del Comune di Milano e del gruppo Kirch nel dicembre 2012 – e un cambiato atteggiamento dei media, specialmente in Germania, mostrano che l'aura di intoccabilità che circondava finora la banca è svanita, e che è arrivato il "momento di Pecora".
by (MoviSol)
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21 gennaio 2013
In arrivo dagli Usa una valanga di debiti!
L’accordo di capo d’anno per scongiurare che il fantomatico “fiscal cliff” potesse portare ad uno choc fiscale, alla recessione e al blocco del bilancio dello stato federale Usa, non è una vittoria della stabilità. Dovrebbe invece essere considerato un rischio ulteriore di instabilità per il resto del mondo, in primis per l’Europa.
L’evento ha una valenza tutta americana, molto importante per i giochi di potere interni. Sancisce però una politica complessivamente fallimentare, sia dei democratici che dei repubblicani, nella gestione della finanza.
Si sono trovati i 600 miliardi di dollari necessari per evitare, almeno sulla carta, che alcune spese per il welfare vengano automaticamente bloccate e alcune agevolazioni fiscali siano cancellate.
In realtà l’accordo “partorisce” un aumento del debito per ben 4.000 miliardi di dollari nel prossimo decennio!. La stima non è fornita da una qualche fucina ideologica neoliberista anti Obama, bensì dal prestigioso e indipendente Congressional Budget Office.
Come noto, il Cbo è un’istituzione finanziata dal Congresso per analizzare i costi delle politiche di bilancio. Il suo direttore viene nominato congiuntamente dai presidenti della Camera e del Senato. L’attuale direttore, Douglas Elmendorf è stato scelto nel gennaio 2009 quando entrambi i presidenti erano democratici.
Il “fiscal cliff” quindi non è la vera emergenza finanziaria americana. Si è trattato piuttosto di un “preparativo” psicologico. La vera emergenza che gli Usa devono affrontare è invece lo sfondamento del tetto del debito pubblico!
A fine anno infatti il debito pubblico americano ha raggiunto il “ceiling”, cioè il tetto massimo stabilito dalla legge finanziaria di bilancio che è di 16.400 miliardi di dollari, equivalente al 103% del Pil. Sarebbe dovuto bastare fino al 30 settembre 2013, cioè fino alla scadenza del bilancio annuale. Ma così non sarà.
Che succederà adesso? Fino a settembre di fatto non c’è copertura per le spese di bilancio, per tutte le spese. Il ministro del Tesoro Tim Geithner ha detto che il suo Ministero ha già raggiunto il limite dei prestiti possibili e ha affermato che possono trovarsi “altri mezzi per raccogliere fondi per pagare il debito” per un periodo massimo di 6-8 settimane.
Al di là dei trucchetti contabili, il dato è che gli Usa sarebbero tecnicamente già in default!.
Una situazione simile si era già creata nell’agosto del 2011, quando il bilancio federale era stato prosciugato e mancavano i soldi per i pagamenti dei dipendenti pubblici, dei fornitori, degli assegni di disoccupazione, delle pensioni, ecc. Allora, come si ricorderà, si decise di alzare il tetto del debito pubblico di ben 2.000 miliardi di dollari!
In poco più di un anno però questi fondi sono stati “bruciati” senza significativi effetti per l’economia americana. Certo sì evitato l’immediato aumento della disoccupazione e della povertà ma non si è rimesso in moto l’economia. Sono mancate una vera strategia di ripresa della produzione e degli investimenti e una più giusta riforma fiscale.
In sintesi, al di là delle note schermaglie ideologiche, gli Usa, sia il governo Obama che il Congresso nel suo insieme, si stanno muovendo verso un ulteriore aumento del debito pubblico. Nulla di nuovo sotto il cielo.
Infatti la politica di crescita del debito e della liquidità è quella che da anni porta avanti la Federal Reserve di Ben Bernanke. Il suo bilancio (balance sheet) è passato da 869 miliardi del 2007 a 2.880 miliardi del 2012. Ben 2/3 dei titoli del Tesoro americano che arrivano sul mercato vengono comprati dalla Fed.
Dopo aver deciso lo scorso settembre l’acquisto di mortgage-backed securities, quei titoli tossici legati ai mutui subprime, per 40 miliardi di dollari ogni mese, la Fed a novembre ha deciso di acquistare mensilmente 45 miliardi di dollari di bond del Tesoro e di altre obbligazioni simili a lungo termine e in cambio di vendere i ben più appetibili titoli a breve scadenza in suo possesso. E’ un altro bel regalo al sistema bancario americano!
Queste decisioni non potranno che produrre uno choc per l’intero sistema finanziario mondiale. I paesi emergenti lo dicono da tempo denunciando i riverberi negativi sulle loro economie e sulle loro monete.
In questo scenario l’Europa è spiazzata. In un sistema globalizzato, dove la finanza opera per vasi comunicanti, i governi europei si sono ingessati con il “fiscal compact”, mentre gli Usa alzano a piacere il tetto del loro debito pubblico.
Inoltre, in un sistema bancario senza riforme, le banche americane sono agevolate dalle politiche della Fed, mentre quelle europee sono compresse dai parametri richiesti da Basilea III.
Purtroppo in Europa c’è chi irresponsabilmente chiede di fare come negli Usa. Secondo noi, invece, queste ricette sono disastrose. Non ci sono scorciatoie, né serve l’illusione psicologica di chi vuol vedere “la luce alla fine del tunnel”. Occorre affrontare insieme e alla radice le cause della crisi globale e rimuoverle, senza nasconderle come si continua a fare.
di Mario Lettieri e Paolo Raimondi
20 gennaio 2013
quando torneremo come eravamo?
... Ah regà, famo a capisse, ce stanno a pijà pper culo, mortacci sua...
Così introduceva i suoi spettacoli il grande Ettore Petrolini che, pur sotto la severissima censura fascista, riusciva a fare filtrare i suoi "messaggi" per gli italiani che volevano "capire"...
Oggi non c'è più (almeno ufficialmente) il Minculpop (Ministero della cultura popolare) e, quindi, la "censura" non opera direttamente "tagliando" l'informazione sgradita al regime, ma sono gli stessi "giornalisti" (ammesso che così si possano ancora chiamare) che, "imponendo" i temi del dibattito elettorale (graditi ai loro partiti di riferimento), oscurano completamente le questioni che, invece, di quel dibattito dovrebbero essere i temi centrali.
Osservate la tabellina seguente:
In essa, come vedete, sono riportati i numeri chiave dell'economia italiana nel 1999, all'entrata nell'euro, e 13 dopo, nel 2012, quando gli effetti di quella "maestosa minchiata" si erano già manifestati in pieno.
E dunque, ah regà, famo a capisse, non dovrebbe essere questo il vero dibattito elettorale... ovverosia chiederci e chiedere ai nostri politici: ma che cazzo di vantaggio abbiamo avuto ad entrare nell'euro e per quale cazzo di motivo ci restiamo ancora?
Non c'è un solo risultato economico positivo... la situazione di questo paese, dall'ingresso nell'euro ad oggi, è peggiorata in modo drammatico... e nessuno di quei saltafossi in giacca e cravatta o loden, sente l'obbligo di spiegarci perché ci siamo entrati e perché ci restiamo nonostante l'evidenza del disastro che esso ci ha causato?
Volete fare un favore all'Italia? ... Fate circolare la tabellina sopra tra i vostri conoscenti e ponetegli la stessa domanda (... perché siamo entrati nell'euro e perché ci restiamo...?)...
Se, come credo, nessuno sarà in grado di dare una risposta (... e come potrebbe, se anche un bambino scimunito capirebbe che è stata un'evidentissima cazzata?), allora chiedetegli perché ha accettato ed accetta ancora di farsi "spogliare ed impoverire" (così come la tabellina sopra dimostra inequivocabilmente) senza neanche protestare, e perché, soprattutto, non pretende una risposta chiara e documentata (alla domanda "perché siamo entrati e perché restiamo nell'euro") dai candidati del partito che intende votare?
Cosa cazzo ce ne frega delle frecciatine (... del tipo di quelli che oggi fanno finta di litigare, mentre fino ad ieri si sostenevano l'un l'altro, tutti insieme appassionatamente...) di Monti verso Bersani e Berlusconi (o delle risposte piccate di quest'ultimi)... quando ciò che brucia sulla pelle di tutti noi è la devastazione che l'euro ha prodotto e continua a produrre nel nostro paese?
Ciò che ci interessa è: che previsione fanno Monti, Bersani e Berlusconi per tutte le sei grandezze economiche della tabellina sopra nei prossimi cinque anni...
Ciò che devono dirci è: quando ritorneremo alla stessa situazione economica di prima dell'euro?
Cazzo, non dico meglio (come sarei autorizzato a pretendere)... ma almeno uguale...
Il resto, è evidente, sono favole per bambini scimuniti e, giustamente, Ettore Petrolini, entrando in scena, avrebbe detto: .. Ah regà, famo a capisse, ce stanno a pijà pper culo, mortacci sua...
L'euro ci costa (a noi italiani) almeno 80 miliardi l'anno... e, visto che siamo in 60 milioni, fate voi il conto di quanto costa alla vostra famiglia... e, siccome non tutti i 60 milioni di italiani subiscono lo stesso danno (ricordate la media del pollo di Trilussa?) e ci sono quelli che invece ne hanno un vantaggio (circa il 21% della popolazione), significa che quelli che "pagano" (il restante 79%)... se la pijano doppiamente nder culo...
Ora, è noto che agli italiani, fino all'anno scorso, quell'articolo (... pijarla nder culo...) piaceva di molto...
... Tuttavia, sul finire di quel terribile 2012, qualcosa è cambiato... pertanto, mi permetto di azzardare un pronostico elettorale molto nefasto per i nuovi cattocomunisti e per i sedicenti liberali alla Berlusconi & company che, predicando amorevolmente la necessità di ridurre le tasse, sono riusciti ad "infilarcene" altre... with no vaseline...
Secondo me, gli ex Pci (Pd e Sel) staranno tra il 29% ed il 34%, mentre l'armata neo-democrista che sostiene il bocconiano che, finalmente, ha gettato la maschera (Mario Monti), non supererà il 12%...
... Insieme, i neo catto-comunisti non supereranno il 46%.
Avranno (grazie al porcellum) la maggioranza alla Camera, e (sempre grazie allo stesso porcellum) potrebbero avere una maggioranza molto ristretta al Senato... ma non potranno governare... a meno che non facciano una proposta (di quelle che non si possono rifiutare) a Berlusconi: i voti dell'armata Brancaleone che segue il cavaliere, in cambio di "protezione" (finanziaria e giudiziaria) per la "mummia di Arcore"...
... E Silvio ed i suoi "banditori a gettone", si farebbero certamente convincere (...tengono famiglia...).
... Ma anche "quest'alleanza" durerebbe poco: con un milione di disoccupati in più nel 2013-2014... i catto-comunisti al governo comincerebbero ad avere davvero paura (esattamente come i governanti greci e spagnoli che, in giro, mandano le "controfigure"): a tirare troppo la corda, gli italiani potrebbero scendere in piazza pronti a menare la mani...
Se (Monti, Bersani e Berlusconi) facessero quel patto scellerato, rischierebbero di essere travolti da "moti popolari" di gente davvero incazzata che sarebbe pronta a tutto...
Coraggio, fratelli d'Italia, il peggio è passato... ed ai Monti, Bersani, Berlusconi, etc... glie tocca de stà 'n campana, perché un sacco di gente, in questo paese... s'è rotta li coijoni...
... Non so se mi ho capito...??
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1999 |
2012 |
Differenza |
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Produzione industriale |
106 |
82 |
-23% |
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Saldo esportaz.- importaz. |
+33 miliardi |
-45 miliardi |
-78 miliardi |
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Disoccupazione |
7.9% |
11.0% |
+ 1.4 milioni di disoccupati |
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Pressione fiscale |
41.3% |
45.4% |
+ 60 miliardi anno di tasse |
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Debito pubblico/Pil |
109% |
127% |
+270 miliardi di debito |
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Crescita Pil |
+2.0% |
-2.5% |
-80 miliardi anno di Pil |
19 gennaio 2013
Deutsche Bank non è più intoccabile
Una volta la Deutsche Bank era rispettata come pilastro dell'economia tedesca basata sull'industria, ma oggi essa è un attore della bisca finanziaria internazionale come tutte le altre megabanche. Negli ultimi due anni essa è stata colpita da scandali e denunce che hanno inferto duri colpi alla sua immagine.
Attualmente la banca è sotto inchiesta per falso in bilancio allo scopo di nascondere pesanti perdite sui derivati del ramo statunitense. Secondo Eric Ben-Artzi, ex funzionario della DB che ora è testimone della procura di New York, le perdite si aggiravano attorno ai 10 miliardi di dollari nel 2008.
Oltre a queste accuse, c'è l'inchiesta sulla manipolazione del Libor compiuta assieme a numerose altre banche, che avrebbe fruttato alla DB "almeno 500 milioni di euro di profitti nel 2008 da scambi agganciati al tasso d'interesse", secondo il Wall Street Journal. Queste transazioni riguardavano l'8,5% dei profitti di DB nel 2008 (5,9 miliardi di euro). La DB ha respinto le accuse definendole "categoricamente false", ma questa è una difesa scontata.
La manipolazione del Libor ha comportato pesanti oneri per enti locali, famiglie e imprese che avevano contratto prestiti e mutui con le banche, legati all'andamento del tasso interbancario e spesso agganciati a contratti swaps. Perciò ci si attende che la DB dovrà pagare ingenti multe e forse, come è accaduto per l'UBS, ci saranno conseguenze penali per i suoi dirigenti. L'azione di polizia era stata attivata nel contesto di una presunta complicità della banca in un caso di frode e ostruzione della giustizia che riguarda il traffico di certificati di emissione CO2. Quello dei certificati di emissione è un mercato già finito nel mirino degli inquirenti per casi di evasione dell'IVA e riciclaggio di denaro sporco.
La lista dei guai giudiziari in cui è incappata la Deutsche Bank nel 2011-2012 comprende circa 20 casi, a partire dal divieto di negoziare derivati per sei mesi imposto nel febbraio 2011 in Sud Corea e dalla sentenza costituzionale sull'accordo swap con la ditta Ille nel marzo dello stesso anno. Per menzionarne alcuni:
La Commissione UE sta indagando su casi di CDS fraudolenti che coinvolgono la DB assieme ad altre banche;
La città di Los Angeles ha denunciato la banca per casi di esproprio illegale: La Federal Housing Financial Administration degli Stati Uniti ha aperto un'inchiesta su frodi immobiliari;
Il Serious Fraud Office del Regno Unito sta indagando su cartolarizzazioni emesse dalla DB; Numerosi fondi pensione USA e enti locali in Italia hanno promosso azioni legali contro DB per i famigerati contratti derivati;
Le recenti sentenze emesse contro la Deutsche Bank – nel caso del Comune di Milano e del gruppo Kirch nel dicembre 2012 – e un cambiato atteggiamento dei media, specialmente in Germania, mostrano che l'aura di intoccabilità che circondava finora la banca è svanita, e che è arrivato il "momento di Pecora".
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