10 giugno 2013

La «Costituzione più Bella del Mondo»? È la Tedesca





german court EU La «Costituzione più Bella del Mondo»? È la Tedesca (di Maurizio Blondet)
Nota di Rischio Calcolato: questo post è tratto dalla rivista on-line EffediEffe sito di informazione a cui consigliamo caldamente un abbonamento (50€ spesi benissimo). Consiglio la lettura di questo articolo a tutti quelli che: “è colpa dei tedeschi”. Hanno ragione è colpa dei tedeschi se loro, i tedeschi si sono ben guardati dal mettere i trattati europei davanti alla “loro” costituzione.  Noi invece siamo tanto ligi e affidabili europei. Eh si, “colpa dei tedeschi”, come no.


La data a lungo rimandata ormai è qui: in settimana, la Corte Costituzionale tedesca si riunisce a Karlsruhe per emanare una sentenza che può essere fatale per l’euro, per l’eurozona o per Italia e Spagna, secondo come sarà modulata.
Lo ricorda sul Telegraph l’ottimo Ambrose Evans-Pritchard che ha intervistato il giurista germanico Udo di Fabio, che fino all’anno scorso è stato membro della Corte tedesca specializzato sull’euro, il quale ha scritto: «Nella misura in cui la Banca Centrale Europea continua ad agire “ultra vires” (oltre il suo mandato: in Germania s’insegna ancora il latino, ndr) , e queste violazioni sono prolungate e gravi, la Corte deve decidere se la Germania può, in base alla sua costituzione, restare un membro della unione monetaria». 
Se la posizione dell’ex membro Di Fabio è condivisa da 5 degli 8 togati di Karlsruhe, sarebbe una dichiarazione di illegalità del macchinario di salvataggio della moneta unica messo in atto da Mario Draghi, precisamente lo ESM (European Stability Mechanism) da 500 miliardi di euro di fondi di salvataggio, usati per comprare tonnellate di titoli di debito pubblico italiano e spagnolo, o l’Outright Monetary Transactions (OMT) che un anno fa ha calmato la crescita stratosferica dello spread sui nostri Bot e Btp, e sui bonos ispanici, calmando i «mercati» (di fatto scavalcati) e riducendo il rischio di una frattura nell’eurozona.
Secondo 37 mila cittadini tedeschi, fra cui esponenti politici, docenti universitari ed economisti euroscettici, che hanno presentato denuncia alla Corte, la BCE ha superato il suo mandato finanziando i deficit di Stati fallimentari.
Di Fabio, in un suo discorso alla Fondazione Tedesca delle Imprese Familiari, ha spiegato che la Corte non ha gli strumenti «procedurali» per obbligare la BCE a cambiare strada; può però emettere una «dichiarazione» con sapore di ultimatum: se la BCE insiste a comprare buoni del tesoro del Club Med, allora la Corte ha il potere di vietare alla Bundesbank, la Banca Centrale tedesca, di contribuire al salvataggio. Sarebbe la fine dell’euro, con (l’auspicabile) uscita della Germania.
La Bundesbank, con il suo capo Jens Weidmann, non aspetta altro. Weidmann già a dicembre ha inviato alla corte di Karlsruhe una relazione che accusa Draghi, e la sua promessa di fare «tutto il necessario», come una violazione dell’indipendenza della BCE e dei principii fondamentali su cui è stata fondata la Banca. La quale, ha scritto testualmente Weidmann, «non ha il mandato legale per mantenere l’attuale composizione della unione monetaria». 
Ma lo farà la Corte di Karlsruhe? Lo stesso Di Fabio ha ammesso che gli otto giudici non premeranno «il pulsante d’uscita», perché sono «a favore dell’integrazione»; ma può bloccare l’acquisto di buoni del tesoro di Spagna e Italia ed altri «periferici», il che otterrebbe lo stesso risultato: di colpo lo spread risalirebbe alle stelle, la crisi dell’eurozona si arroventerebbe all’istante e Italia e Spagna, costrette a mendicare fondi ai «liberi mercati», tornerebbero ad essere in virtuale bancarotta, e sullo scivolo d’uscita dall’euro: uscita caotica, disordinata e catastrofica. È solo l’OMT che ci tiene nell’euro, a prezzo della nostra miseria crescente collettiva.
Questo atteggiamento rivela l’ambiguità fondamentale che cova nella superpotenza germanica: tentata di uscire dall’euro, ma dandone la colpa agli altri; e ben conscia che è il solo Paese a godere i vantaggi dell’euro, finché non sia chiamata a pagare il conto della perdita di competitività, e del conseguente declino, che ha inflitto ai Paesi periferici. 
Evans-Pritchard ricorda giustamente che nel 2009, con una storica pronuncia, la Corte Costituzionale tedesca ha sancito la sovranità germanica sopra l’Unione Europea: l’ha fatto accettando sì il Trattato di Lisbona ossia ratificandolo nel proprio diritto nazionale, ma sancendo nello stesso tempo che sono gli Stati membri ad essere «Padroni dei Trattati», e non i trattati europei padroni degli Stati. Sono infatti i parlamenti democraticamente eletti la autorità legittima. Il che significa, per quanto riguarda la Germania, che essa ha il dovere di «rigettare ulteriori partecipazioni all’Unione Europea» se il macchinismo eurocratico mina e minaccia i poteri del Bundestag, il parlamento eletto. (Chi vuol saperne di più veda Karlsruhe Constitutional Judgment on the Lisbon Treaty
Tutti gli altri Stati europei hanno accettato Lisbona senza questa condizione. La sola è stata la Germania, che da questo momento è diventata il solo Stato sovrano rimasto, e «padrone» della UE, visto che ha dichiarato la supremazia della sua Costituzione (Grundgesetz) sulle leggi europoidi che gli altri devono accettare, essendosi legati le mani. 
È qualcosa che andrebbe continuamente ricordato ai nostri politici che giurano amore immutabile alla «Costituzione più bella del mondo», e l’hanno svenduta – e continuano a demolirla – assoggettandola all’eurocrazia che nessuno ha eletto, ed obbedendo a tutte le cervellotiche ingiunzioni dei Barroso, Rehn e comesischiamano. 
Potevano almeno, i nostri politici tanto europeisti, far notare che la Germania, la sola ad accettare il trattato di Lisbona sub condicione, si era resa lo Stato «più uguale degli altri», e di fatto il padrone di tutti gli altri? E che la Unione Europea era divenuta la orwelliana «Fattoria degli animali», dove tutti sono uguali ma – appunto – i maiali un po’ di più? Potevano obiettare che questo era ormai un mostro giuridico, e difendere la Costituzione-più-bella-del mondo? 
Potevano. Non l’hanno fatto. Sicché siamo appesi al filo della Corte di Karlsruhe, che deciderà il nostro destino. 
Il peggio è che siamo appesi alla perdurante ambiguità tedesca, che ci vuole «dentro» l’euro ma in punizione perpetua, fino al giorno in cui deciderà che non le conviene più restarci. Già nel settembre scorso i suoi giudici costituzionali hanno ripetuto il loro «sì, ma però» con una sentenza dello scorso settembre : rigettò una richiesta di suoi cittadini che volevano far dichiarare illegale lo ESM di Draghi, ma nello stesso tempo hanno limitato la contribuzione tedesca allo ESM a 190 miliardi di euro. Vietò al Bundestag, il solo parlamento eletto e quindi democraticamente sovrano, di «accettare passività derivate da decisioni di altri Stati». 
Una decisione di grande buonsenso giuridico, che tutti dovremmo invidiare : ma di fatto, ha silurato ogni speranza di emissione di eurobond, di messa in comune del debito e di unione di bilancio, ossia tutte le cose in cui vacuamente sperano i politicanti italioti. 
A settembre la Corte di Karlsruhe ha sancito che il Bundestag non può alienare all’organismo UE i suoi poteri di tassare e spendere, perché con ciò minerebbe la democrazia tedesca. Il suo presidente Andreas Vosskuhle sentenziò, in quell’occasione, che la Germania ha raggiunto il limite dell’integrazione UE, e che ogni altro passo verso una più stretta integrazione richiederebbe «una nuova costituzione», che a sua volta dovrebbe essere approvata da referendum.
Decisamente, i nostri politicanti, quando esaltano la Costituzione più bella del mondo, dovrebbero precisare che non è quella di Benigni, ma intendono quella della Repubblica Federale Tedesca. Avessimo noi dei giudici costituzionali così…
BUONSENSO A LONDRA – Il ministro alla Giustizia Chris Grayling , ha esplicitamente dichiarato «folli» le politiche sul lavoro messe in atto dalla Commissione Europea, che sta affondando milioni di posti di lavoro ed ogni prospettiva d crescita. «Molta gente importante a Bruxelles non vive nel mondo reale», ha detto il ministro britannico, «sono prigioniere di un dogma, secondo cui la sola soluzione ad ogni problema è ancor più regolazione europea». Questo, in un periodo di enorme disoccupazione di massa nella zona, rischia di scatenare estremismi di ogni sorta. 
Ricordiamo: la disoccupazione è del 27% in Grecia, del 26,8 in Spagna, sta fulmineamente salendo agli stessi livelli in Italia (grazie al tecnico Monti che ha accelerato il collasso), dove la disoccupazione dei giovani è sul 38%; mentre in Gran Bretagna – che come fondamentali è messa male quanto la Spagna – è del 7,8%. Non occorre indovinare qual è la moneta che fa la differenza. 
«La mancanza di credito è quella che impedisce la ripresa in Europa»: l’ha detto António Borges, un ex direttore europeo del Fondo Monetario Internazionale, attualmente docente di Economia a Lisbona: secondo Borges, litigare sull’austerità distoglie l’attenzione da un altro punto: le banche in rovina non fanno prestiti, perché non sono in grado di farli.
Il perché l’ha spiegato Klaas Knot, il presidente della Banca centrale Olandese. Sostanzialmente: A differenza degli Stati Uniti, l’Europa non ha voluto ricapitalizzare le sua grandi banche in seguito alla crisi finanziaria del 2007-09. Invece, i politici scommesso che la ripresa economica avrebbe sollevato la redditività delle istituzioni finanziarie, consentendo loro di aumentare le proprie riserve di capitale nel corso del tempo. È ormai chiaro che questa strategia è fallita. Per questo la zona euro è in una nuova recessione (aggravata da austerità imposta e – per l’Italia, iper-tassazione e parassitismo pubblico di massa). (Europe’s banks must be recapitalized)
Secondo Knot, le quotazioni depresse di molte banche segnalano quanto siano malate. In media, il valore di mercato rispetto al valore di libro delle banche europee ora è di circa 0,50. Questo indica che le banche hanno notevoli perdite occulte sui loro libri. Klaas Knot ha rilevato che il ripristino di bilanci delle banche è un requisito fondamentale per la ripresa economica. Per facilitare questo processo, ha detto, è essenziale per creare la trasparenza circa le perdite del settore bancario e di avere una risoluzione ordinata delle attività in perdita. Senza questo, le banche rimarranno restrittive nel fare nuovi prestiti. 
Invece in Europa, i politici – in combutta con i capi delle grandi banche – hanno nascosto la rumenta sotto il tappeto: più precisamente, hanno sì fatto che le banche venissero ricapitalizzate, ma ciò non è avvenuto mediante l’emissione di nuove azioni, bensì versando il patrimonio. L’emissione di nuove azioni avrebbe fatto infatti perdere il controllo ai caporioni-azionisti che hanno nel libro-paga i politicanti; un pericolo che hanno voluto evitare ad ogni costo. Hanno dato alle banche soldi dei contribuenti, e Draghi (il capo dei capi) ha fornito l’enorme fiumana di soldi – il famoso trilione – alle banche, le quali però comprano Bot e Bund tedeschi («sicuri», ancorché a interessi sotto lo zero) anziché finanziare le imprese private. 
Ne consegue che tutte le politiche «per il lavoro» del governo Letta – defiscalizzazione per le imprese che «assumono giovani» (le voglio vedere), miserabili detrazioni per chi compra cucine e rifà il bagno – sono pannicelli caldi. Tutto inutile finché le banche non fanno credito, sedute sulle loro perdite occultate per non perdere il potere. Il credit crunch non fa che aggravarsi, mentre le sofferenze bancarie non fanno che aumentare (+22% ad aprile!). E chi volete che assuma «i giovani» se la banca non gli fa i fidi? La soluzione è quella che indica il centro studi «Scenari Economici Feed», che mi limito a riportare:
«Ricapitalizzare il sistema bancario – Fare trasparenza sui bilanci delle banche, facendo emergere le perdite e passività reali nei bilanci. Ridurre il peso delle banche sul sistema finanziario, ed incentivata l’azione delle imprese a raccogliere fondi da emissioni obbligazionarie – Eliminare le demenziali tassazioni sulle transazioni finanziarie (la Tobin Tax, applicata in questo moment di denaro scarso e mercati fermi, è infatti semplicemente folle).
di Maurizio Blondet 

09 giugno 2013

I morti del moVimento 5 Stelle

Ho avuto quindi tempo per pensare, tra le altre cose, al problema del MoVimento.
Si, del Problema, perché ce n’é uno ed é molto grave; anzi,di problema ce ne sono piú di uno e forse non sono nemmeno risolvibili. Per essere esatti i problemi sono 50.449.979. E no, non si tratta di € di debiti, ma di milioni di teste pensanti, votanti e quindi comprabili.
Abbiamo scoperto che il mondo lí fuori é cattivo, che le merde con la penna e il microfono sono sul mercato e che il sistema li ha comprati a man bassa. Abbiamo scoperto,poi e non poco dolorosamente, che anche certi pentastellati non sono tutto questo stinco di santo che volevamo far credere a noi stessi, per primi, e al resto del mondo a seguire Abbiamo anche scoperto, infine, che c’era poco da scoprire e , fermi tutti, che veramente “c’é del marcio in Danimarca”.
Abbiamo capito tante cose, in questi quattro mesi, e alcune le abbiamo scoperte da soli, altre ce le hanno fatte capire a forza di calci in culo e altre le abbiamo semplicemente assorbite silenziosamente, come se il comportamento di qualche ex pentastellato fosse qualcosa che riguardasse solo lui, cattivone, e non il moVimento intero e gli errori strategici.
Forse sarebbe ora di iniziare a comprendere a fondo una cosa, che i primi nemici del moVimento siamo noi stessi, che crediamo ciecamente a quello che dice Travaglio perché ci piace quando parla, a quello che dice Scanzi ma solo quando parla bene del M5S e a quello che Grillo ci va ripetendo da anni, perché si.
Dobbiamo iniziare a capire, poi, che é troppo semplice entrare nel moVimento e diventare da sig. nessunomister TV, perché la regola di base del M5S é l’onestá, e di onestá non ce n’é solo perché qualcuno impone le mani e ti vota via internet.
L’Italia, ragazzi, é uno stato fatto di tante nazioni diverse, ma non territoriali, bensì aleatorie, mentali. Ci siamo massacrati tra repubblichini e papalini durante la Repubblica Romana, poi ancora tra fascisti e partigiani durante la seconda guerra mondiale e poi tra socialisti e democristiani dal 1950 in poi, passando per gli anni di piombo e la strategia della tensione.
Ci siamo ammazzati, diffamati, traditi, noi italiani, ci siamo presi e venduti al miglior offerente e abbiamo comprato il peggior nemico per un piatto di fagioli. Abbiamo sposato ideali rossi e il giorno dopo giuravamo su bandiere bianco crociate e abbiamo tirato le monete a Craxi per poi votare Berlusconi il giorno dopo.
Siamo un popolo senza futuro, é questa la veritá e forse non meritiamo il moVimento, questa ventata di aria pulita e nuova che ci ha si riempito i polmoni di speranza, ma allo stesso tempo ci ha spaventato, spaventato e terrorizzato, lasciandoci immobili di fronte al fango lanciato dai professionisti della politica e dello sberleffo.
Siamo un popolo che non vuole cambiare e che si crogiola sulle proprie disgrazie, che con una mano fa la caritá e chiede perdono e con l’altra ruba il portafoglio al prete. Siamo un popolo finito, senza dignitá e senza memoria, o forse con troppa, di memoria.
Oggi altri due ex Cittadini hanno lasciato il moVimento 5 Stelle e sono diventati Onorevoli, passando al Gruppo Misto. Sono loro l’emblema di 150 anni di storia repubblicana, chiagni e fotti, caro italiano, che cambieremo tutto per non cambiare nulla.
Abbiamo perso questa battaglia, é inutile nasconderlo; abbiamo visto in 3 mesi tattiche di diffamazione e infangamento mediatico che nemmeno ai tempi di Calabresi o Tortora. Per ora é mancato il morto, ma a parte il popolo italiano onesto che ha votato in piena coscienza, di morti ormai ce ne sono giá troppi, e sono tutti quanti ai posti di battaglia e di comando.
Sveglia, pentastellati, dobbiamo cambiare strategia, iniziare a parlare, a comunicare e a costruire un consenso a lungo termine, e iniziare di nuovo da quel 10/13 % che realmente il moVimento rappresenta. Sveglia, ragazze e ragazzi, e iniziamo a scaricare i pesi morti, ché soltanto in questo modo potremo respirare di nuovo.
**

08 giugno 2013

Sovranità monetaria e sovranità politica


D: Prof. Pantano dopo il governo cosiddetto “tecnico” di Mr. Monti, ecco ora quello delle larghe intese del giovane Letta, uomo del Gruppo Bilderberg, Commissione Trilaterale, Aspen Institute, Goldman Sachs, citando le più importanti affiliazioni. Un curriculum che ne fa una garanzia per i poteri sovranazionali che stanno letteralmente distruggendo quel poco di sovranità economica che ci era rimasta. Che ne pensa al riguardo?
“Governo tecnico” il montiano? Sedicenti tecnici, ma tutti rigorosamente generati dal sistema delle “cupole” partitiche. Sopratutto chi è nel “organico statale”. E, come nella quasi totalità, chi è organico alle banche, che gestiscono le “cupole” delle fazioni nostrane. Continuità assoluta tra il governo Monti e il successivo con Letta minor. Lo dimostra il “sostegno formale” di parlamentari opposti, a livello “consociativo da Cln”, anche con la presenza dei banchieri (che non si mostrano con nome e cognome). Ma soprattutto nei “fatti”. E continuità col governo Berlusconi, formalmente disarcionato ma “amabilmente costretto” all’avvicendamento dai “poteri forti globalisti”, nei quali è organico chiunque dorma al Quirinale. Tutto secondo la “costituzione vigente”, redatta a suo tempo sotto tutela/dettatura da chi la guerra vinse.
Letta minor, come lo zio, e come Monti, è “in regola” per la carriera “militante” nei club elitari che consorterie oligarchiche di affari hanno deputato a “guidare il mondo”: Bilderberg, Trilateral, Aspen, tutte le esclusiviste logge massoniche di rito americano, che esercitano mediante i gruppi bancari “consolidati”.
La nostra “sovranità economica” è figlia obbligata della seconda guerra mondiale. Da decenni indico la nostra repubblichetta col nome di “Italyland”. Come una modesta regione africana col suffisso “land”, resa “colonia” dal sistema “occidentale” di marca anglo-americana, con l’alta sorveglianza sinergica della più globalista potenza che esista: lo stato vaticano. Organizzazione politica di massimo livello nel dominio mondiale, questa. La “religione” è “fumus” di comodo. Utile per controllare e guidare i fedeli. E non solo la cattolica. Il “trascendente” e lo “spirito” sono dettagli per la sola forma.
Quindi, la “sovranità economica” italiana è stata gestita sempre dalle centrali affaristiche arroccate nella City ed a Wall Street. Ciò fu decretato irreversibilmente a Bretton Woods nel luglio 1944. E colà fu anche stabilita la “implosione” dell’Unione Sovietica a 45 anni. Il termine “implosione” fu rivelato da Gianni Agnelli in un convegno di “maggiorenti banchieri” cui partecipai nel 1994. Ne conservo il testo.

D: Il “potere bancario”  in nome del “debito pubblico” può ora finalmente agire liberamente in Italia, ha un governo e un Parlamento più che devoti, meglio definirli servili, può contare sull’appoggio incondizionato della BCE, del FMI, della Banca Mondiale, e per di più paga tasse solo sui bilanci di fine anno che lei definisce falsi. Chi sono gli attori principali e i trattati capestro che ci legano a queste strutture?
Il “debito pubblico” è “falso in bilancio”. Vero e totale. Invenzione di banchieri apolidi: così incassano interessi su “contratti finanziari imposti ai loro vassalli asserviti” che negli ultimi 68 anni esercitarono il potere. Oggi tutto diventa “palese”. Milena Gabanelli, domenica 19 maggio 2013, ne ha fatto accenno in “Report” su Rai-3 tv. Centinaia di Comuni italiani hanno “debiti” per “derivati” verso la Banca Morgan e consociate per almeno 190 miliardi di euro (valore che per ora inizia ad emergere!); e quei debiti “rendono” allo affarista creatore sonori interessi annui! Gli italiani, narcotizzati per decenni, si “accorgono” di avere accollato un debito (dove erano i giornalisti di grido?), che viene corrisposto negli interessi a loro insaputa. Monti dirottò, appena dopo due mesi in incarico, 4,6 miliardi di euro italiani al gruppo Morgan (ove opera suo figlio!). Una parte fu “girata” al gruppo ove era interessato un suo ministro. In silenzio. Era il 3 gennaio, sotto i “botti” di capodanno! La stampa nostrana tacque. In parlamento solo 5 deputati “interrogarono”, ma il governo mai rispose. E continuò a far versare denaro vero all’estero, al di sopra di ogni frontiera formale. Magistratura e Guardia di finanza “usi obbedir tacendo”. Così come NON si comportano con chi tentasse di varcare la frontiera con più di 10.000 euro in contanti! Ma ogni giorno miliardi di euro lasciano l’Italia in silenzio, per via telematica. Dissanguando l’economia nazionale. Ciò mediante (e per volere di) aziende bancarie e gestori della politica.
Fondo Monetario Internazionale, Banca Mondiale e “succedaneo” della Banca Centrale Europea sono invenzioni di Bretton Woods. Keynes (la corretta pronuncia in italiano è “Chiins”) fu l’inventore/dominus della lunga catena finanziaria che legò, soprattutto mediante la confraternita degli omosessuali della quale fu epigono, il futuro del mondo. Rammento le pagine, a proposito della omosessualità invadente ed arrembante con la seconda guerra mondiale, di Malaparte, ne “La pelle”! E i fatti si concretarono anche in Vaticano, col Montini.
Così i trattati imposti anche in Europa, col pretesto di creare una “comunità” e poi una “unione” degli stati europei. Ciarpame di formale “marca democratica”, che risponde SOLO a criteri vantaggiosi per i banchieri apolidi “liberisti”.
Oggi, sul globo, vige il più grande impero schiavista mai esistito. Sul quale mai tramonta il sole. Altro che Carlo V!
Gli “attori” hanno nomi e cognomi. Ezra Pound indicò J.P.Morgan (morto a Roma il 31 gennaio 1913! E nessuno spiegò la “verità” su tale accadimento!) come “furfante tale che 100 affaristi ebrei non sarebbero stati alla sua altezza”. Non questione di religione o “razza”! Morgan era protestante. Ma, in realtà, cinico speculatore in ogni campo delle attività umane. E organizzatore di guerre. Oggi, oltre gli immarcescibili Rothschild, che gestiscono e controllano nel mondo, sfruttandola, la sparuta pattuglia dei caparbi fedeli di religione ebraica, il clan del controllo della produzione è circoscritto dai “signori farmaceutici”, dai “petrolieri” (arabi e non, oggi anche russi; non va dimenticato che il medico statunitense Hammer, comunista, fu gratificato fin da giovane da Lenin col monopolio del petrolio sovietico, che lo fece divenire miliardario!), dai “gassisti” sopratutto russi, dai “gestori di telematica e telecomunicazioni” (circolo chiuso), dai “produttori di armi”, dai “giganti della alimentazione”, e dai “monopolisti immobiliari”. Tutti armonizzati da 12-15 “signori del denaro”. Finanza ed assicurazioni condizionano l’umanità. Il loro “menù” quotidiano ordisce ogni conflitto bellico.
Si piangono negli USA centinaia di morti ad ogni tornado, ad ogni inclemenza naturale, mentre interi stati di quella unione sono caratterizzati da gigantesca edilizia di “baracche” instabili nelle quali uomini rassegnati devono vegetare, tifando l’Obama del momento, in nome di un unico “dio denaro”, che destina ogni energìa al bellicismo e ad improduttive ma costosissime ricerche spaziali, solo utili (data l’arretratezza sociale) ad accrescere la potenza capitalistica dei monopolisti. L’iconografia religiosa di quella “dottrina” è sintetizzata dalla carta moneta di 1 dollaro.
Trattati “capestro”? Con la scusa del “pacta servanda”, fingendo europeismo e socialità inesistente (il “welfare” è avvilito a vero “malaffare e malessere”), vigono trattati inumani ed aberranti, quali quelli di Maastricht e Lisbona, imposti. Maastricht è cumulo di aberrazioni distruttrici la sovranità nazionale. Ne conseguì il trattato di Lisbona, liberticida. Grazie ad esso fra qualche mese verrà abolita l’Arma dei Carabinieri, riferimento basilare e locale per la sicurezza dei nostri concittadini.

D: Lei individua nella cessione della “sovranità monetaria” la totale perdita di quella politica ed economica dello  Stato. Ci illustri come ciò sia  avvenuto per quanto riguarda l’Italia e successivamente in cosa consiste la “natura della moneta”, un concetto spesso confuso e alterato volutamente.
La seconda guerra mondiale fu attuata per cancellare il vero concetto di “Stato”, sorto in Italia sulle ceneri del tentativo di “stato liberale” generato dalla “nomenclatura” oligarchica del “vecchio regime settecentesco”: un paternalismo elitario condito con l’acqua santa del cristianesimo e l’incenso delle logge massoniche.
Il nuovo “Stato” moderno e sociale fu intuizione maturata nell’animo di pochi, che Mussolini concretò.
Stato moderno. Popolo e governo in unico spirito. Consenso basato su retta conduzione edificante, alla luce di leggi e codici insuperati. Criterio confuciano. Ma l’Italia soggiaceva alla ipoteca della dinastìa sabauda, legata ancor prima della unità territoriale al mercantilismo britannico ed alle sue logge massoniche rituali, che la imposero.
Distrutto lo “Stato” col risultato della seconda guerra mondiale (in Germania ed in quasi tutta l’Europa si tentò di imitare lo “spirito nuovo italiano” nel corso degli anni ‘30), da noi i vincitori imposero la troika consociativa del vecchio massonismo co-aggiogata al vaticanismo (la democristianerìa è sinonimo di malaffare) ed alla “nuova ingenua ondata marxista” collegata all’esperimento sovietico, questo creato in chiave utopica e sperimentale, da finanzieri apolidi in vena “socialistica”. Un “regime burletta”, l’attuale, nel quale fu difficile annullare subito le conquiste sociali apportate in pochi anni dal Fascismo.
La odierna “carta costituzionale” italiana è carente, traballante, illusoria, contraddittoria, monca e zoppa (anche se “obbligata” dalle conquiste sociali del Fascismo!); manca di basi morali e cardinali.
Eppure l’Italia generò la più insuperata “Carta del Carnaro” nel 1920!

D: Il SIMEC, ovvero la moneta alternativa ideata dal Prof. Auriti, un modo diverso per creare e far circolazione la moneta. Oggi è la BCE che decide la quantità di banconote da stampare nella zona di circolazione dell’euro, ma poi sono in maggioranza le varie banche centrali a stampare fisicamente il denaro, dopodiché gli euro vengono prestati ai relativi governi. Ci parli di questa moneta sulla quale è calata una coltre di silenzio.
Il “simec” creato dal Maestro ed amico Giacinto Auriti fu atto provocatorio e dimostrativo. “Simbolo econometrico”, analogo alla monetaSurroga alla moneta, in assenza dello Stato, già allora in avanzata putrefazione. Simbolo monetario imperniato, localmente, per dimezzare costi generali e profitti scaturenti dalla circolazione monetaria ufficiale. Banca d’Italia s.p.a. fece sequestrare quel simbolo con l’invìo a Guardiagrele, ove si attuò, di 150 militi armati della guardia di finanza. Ridicolaggine da terrorismo non solo psicologico, tipico di chi prevarica piratescamente e sa di essere in difetto.
Poi un pretore ammise la liceità del Simec.
Il pezzo di carta “euro”, oggi circolante in chiave monopolistica, non ha “copertura” di sorta; è senza garanzia. E’ un mero “titolo” graduato, analogo al biglietto del treno. Imposto agli europei, per legge creata da oligarchi, ad insaputa del popolo. Vale solo per convenzione, ma non ha valore intrinseco. Carta di bassa lega. Falsificarlo comporta appena il reato proprio, conseguente ad una legge – imposta, come ho spiegato - che lo “tutela”, e che commina sanzione sproporzionata. Falsare la carta moneta “euro” non danneggia lo Stato ed il pubblico erario, e nemmeno l’azienda bancaria che lo stampa e lo pone in circolazione. Ha la stessa qualità di un volantino pubblicitario. Ma ha peggiore ruolo ammonitore: è monito di un debito inestinguibile. La BCE emittente lo pone in circolazione, “prestandolo” ai cittadini mediante lo Stato (cioè: i “furbacchioni” suoi gestori), che viene così ad essere indebitato. Ma in pratica concreta l’atto truffaldino dell’amministratore di un condominio che si appropria della titolarietà dei condomini. Truffa!
Per la mera “qualità” di concessionaria alla emissione monetaria, la banca centrale europea (consorzio di varie banche nominalmente nazionali ma di proprietà di banchieri privati) si appropria direttamente di tutte le attività produttive europee che sono costrette a transazioni nella moneta imposta. Ed anche gli Stati – destinatari dei tributi e tasse raccolti – sono “obbligati” ad ossequiare e corrispondere tutta la sovranità monetaria alla banca (azienda privata) che ha sede a Francoforte. Azienda sovra nazionale: esentasse.

D: Questo sistema usurocratico che sta distruggendo la ricchezza dell’Italia non è un dogma, il fine ultimo a cui deve tendere l’umanità, se diamo uno sguardo al passato per quanto l’Italia ci fu l’esempio concreto della Repubblica Sociale Italiana dove l’allora Ministro delle Finanze  Domenico Pellegrini Giampietro operò in moda da porre sotto il controllo dello Stato la Banca d’Italia e di fatto la moneta, oggi privata. In che modo nonostante una guerra in corso fu possibile questo? 
Usurocrazia! Neologismo coniato da Ezra Pound da almeno 80 anni. Il Poeta Pound non aveva “studiato” dottrine economiche nelle scuole classiche e tradizionali, ma, con le “antenne del profeta e del Poeta”, approdò alla vera natura della moneta, individuando gli scaltri monopolisti della gestione ed emissione. Azione che si protrae da secoli. Codificata nel 1694, nel sistema “occidentale”. Per neghittosità e rinuncia degli Stati.
Domenico Pellegrini Giampietro, pur se docente universitario, ebbe due esperienze di governo. Sottosegretario alle Finanze nell’ultimo governo “reale” di Mussolini, fino al 25 luglio 1943. Ministro delle Finanze nel primo governo repubblicano italiano, ultimo diretto da Mussolini, che fu anche Capo dello Stato. Stretto dalle necessità, gestì entrate per 54 miliardi ed uscite per circa 350 miliardi, anche a causa dell’impegno verso il Reich germanico contratto dal governo Badoglio appena insediato (tra il 27 luglio ed il 3 agosto 1943). Pagamento ogni mese di 3,5 miliardi per l’apporto militare di tre divisioni germaniche operanti sul suolo italiano; che Badoglio effettuò già dall’agosto 1943. A metà settembre 1943 (dopo l’inganno del fatale giorno 8) divennero 18 le divisioni germaniche combattenti sulla penisola italiana contro l’invasore Alleato. Il 29 settembre si insediò il nuovo governo della Repubblica d’Italia che, con proprietà, si proclamò Sociale. Cresciuto l’impegno, i germanici pretesero 7 miliardi mensili da ottobre 1943, poi 10 miliardi mensili per il 1944, e 12 per il 1945.
Pellegrini Giampietro commissariò la banca d’Italia (totalmente trasferita al Nord, nei territori ancora non invasi dagli Alleati), che aveva forzieri stracolmi di liquidità in ragione della gestione della tesoreria statale, oltre enorme riserva aurea (questa promessa da Badoglio alla Germania, in cambio della sicurezza personale sua e dei Savoja), della quale il 18% di pertinenza della Svizzera, per impegni di 10 anni prima. (Sulla storia successiva della riserva aurea c’è da rabbrividire! Se ne appropriarono gli Alleati il 5 maggio 1945! E i fumosi “studi” recenti di Bankitalia confermano!)
Come naturalmente avrebbe fatto ogni buon padre di famiglia, ed ogni governante SERIO, Pellegrini asservì allo Stato la società per azioni Banca d’Italia (che era di proprietà di istituti ed enti statali e pubblici), ed utilizzò i suoi giganteschi depositi monetari appena necessario. Il 28 aprile 1945, alla invasione e sopraffazione Alleata del territorio della Repubblica Sociale Italiana, Pellegrini lasciò agli invasori attivo di bilancio per 20,9 miliardi di lire, come certificò anche il 25 agosto 1945 la commissione del senato USA presieduta dal senatore Winkersham, in “ispezione” in tutta l’Europa, commentando che solo nella Italia repubblicana (al sud era “in sonno” il sedicente “regno” mantenuto dagli Alleati occupanti) aveva trovato floridezza bancaria diffusa, malgrado le distruzioni della guerra. Ne ho pubblicato da anni; e nel 2009 posi questi dati nel volume (oggi alla seconda edizione) “Ezra Pound e la Repubblica Sociale Italiana”.
Ora, dopo aver celebrato il 10 settembre 2011 nel municipio di Brienza ove nacque, sto preparando un copioso testo su Domenico Pellegrini Giampietro.

D: Prof. Pantano dove vede oggi nel mondo le aree di maggior resistenza al sistema bancario usurocratico e in che modo si manifestano? 
Imperversano molti casi di fuoruscita dal sistema usurocratico universale. Cito a caso: Islanda. Ungheria. Argentina. Qui i Kirchner, marito prima, vedova Cristina poi, hanno demolito la sudditanza al Fondo monetario mondiale. Si tratta di avere “senso di responsabilità” ed amor di Patria. Cosa che in Europa non è possibile, e tantomeno in Italia, vera colonia degli USA anche militarmente (con 113 basi extra territoriali), in forza dello sciagurato e vessatorio “patto atlantico NATO”, che obbliga i militari italiani a servire i narcotrafficanti in Afganistan, i petrolieri in Irak, gli affaristi in balcania (antica follia di Wilson dal 1920), e la falsa funzione di “peace-keeping” in Libano e altrove, che è mero e vero stato di guerra, in barba al dettato (assai aleatorio e formale) della vigente costituzione italiana, che finge di ripudiarla.
La manifestazione del potere usurocratico è quotidiana. I notiziari radio e tivù vertono sugli affari e gli andamenti di borsa. Giornalisti allocchi e prezzolati istupidiscono gli ascoltatori con “guadagni e ribassi” che non riguardano il popolo, ma toccano solo gli speculatori. Vige ora l’assillo dello “spread” tra i rendimenti sui titoli di stato (btp, cct, bot). tedeschi e gli italiani, anni di tormento, mai proposto prima quanto la differenza era sul 20%!
Pound sentenziò: “i sifilitici della borsa”. Le inconcepibili scommesse di avidi patiti di un gioco perverso non devono condizionare la vita dell’umanità!
Se all’ippodromo vince un cavallo o nei campi di calcio emerge una squadra, nulla viene in tasca al pensionato, allo studente, al lavoratore, al malato, allo scienziato, al cittadino normale! Patologìa mentale! Non economia e finanza.
L‘economia è prodotto dell’arte di creare, fare, generare, anche sognare, non della frustrazione di chi inganna il prossimo, mediante aleatori pezzi di carta! I bari del gioco delle tre carte DEVONO essere incarcerati in eterno! Invece, nel mondo, sono al potere! Roosevelt fu un emblema, per tale patologìa, ma ebbe precedente in Wilson, fantoccio creato dal banchiere Morgan per far lievitare il neonato partito democratico, mentre finanziava il partito repubblicano, creandone la divisione. E ciò è ritenuto da storiografi imbroglioni la quintessenza della “democrazia”!

D: Uscire dall’euro, da Maastricht, dall’Unione Europea, nazionalizzare le banche ecc. Quali sono a suo avviso le misure che uno Stato italiano, degno di questo nome, dovrebbe prendere immediatamente per porre fine allo sciacallaggio in atto?
L’euro è un “dettaglio”. Imposto da 60 anni di malandrino “lavorìo massonico” anti europeo. Una moneta inconsistente. Ma una “misura convenzionale”, purtroppo vigente da 11 anni. Uscirne o no, è problema di decima linea.
L’Unione Europea, falsità vigente, è la massima camicia di forza impostaci.
Anche il deputato grillino M5S Carlo Sibilia, il 21 maggio scorso, s’è accorto, con denuncia in parlamento (tentato di ostacolo dalla infastidita e biliosa presidente) che i “maggiorenti” dell’unione europea sono fantasmi imposti da estranei e mai eletti dal popolo; ma collegati, con il Bilderberg, a Letta boy, alla Bonino, a Draghi ed a Monti, che della confraternita sono membri.
Nella “democrazia vigente” il popolo è ingannato ogni 5 anni a fingere di approvare i governanti con un tratto di matita, una “croce” che si accolla sulle spalle, per sanzionare le malefatte altrui, che non hanno“obbligo di rendiconto”.
Il “Fascismo dispotico” statuì, nella Repubblica Sociale Italiana, il Manifesto di Verona  in 18 punti, nel novembre 1943, ove nel 3° si scrisse: “La Costituente Repubblicana dovrà assicurare al cittadino, al soldato, lavoratore e contribuente, il diritto di controllo e di responsabile critica sugli atti della pubblica amministrazione”.
La vigente carta costituzionale italiana tace, e demanda al sonnolento ufficio della Corte dei Conti l’ipotetico controllo. Burocrazia da basso impero bizantino.
Il nòcciolo è nello “Stato”.
Quello vigente, creato dagli Alleati, non è “stato”. Mai lo fu. Cadavere che si trascina da 68 anni. Finge di esistere il 2 giugno, con i banchetti retorici – riservati ai clan liturgici - nei giardini del Quirinale. Lo sciacallaggio è una delle sue caratteristiche. Come il furto quotidiano perpetrato dai politicanti di mestiere, consociativi a destra, a sinistra e convergenti al centro. Furto mai contrastato e sanzionato dalla magistratura.
Le aziende bancarie (gli imbroglioni le chiamano “istituti”!) sono sovra nazionali. Redigono senza controllo i bilanci, ed evadono il fisco. Mai hanno emesso fatture e scontrini fiscali per gli oneri di spesa da loro incassati in danno del cliente! Se la loro “prima nota” fosse controllabile ogni giorno (e in epoca di telematica, ciò è attuabile in “tempo reale”!), si vedrebbe che trasferiscono moneta (cioè linfa necessaria alla produzione) all’estero in “tempo reale”, da 68 anni, in “paradisi fiscali” o in “terre di conquista” (come la Cina e l’India) per convenienza dei loro gestori.
Il “popolo” ignora, narcotizzato, si appaga degli imbonitori, degli intermediari, dei sindacalisti. E chi contesta è additato da “fascista” dalle masse belanti dei gestori delle piazze. Come si è fatto per Ezra Pound, per Giacinto Auriti, e per pochi altri onesti illuminati.
Si ritiene erroneamente che l’attuale “Europa” sia capeggiata dalla Germania. Falso! Tutto è una tragicommedia di affarismo monetario! I “patti di stabilità” sono scene della commedia degli inganni. Un sindaco, pur avendo denaro in tesoreria, NON può nemmeno svolgere l’ordinaria manutenzione! IMBECILLITA’ da paranoici del denaro!
Governare è, oggi, solo “tassare”!
Ieri, 80 anni fa’, in Italia si edificavano città e villaggi, case e scuole per il popolo, si bonificava la terra e si creavano strade, porti e ferrovie, si educavano i giovani e i non istruiti, si portava cultura con i teatri nei più sperduti villaggi, si eseguivano musiche dotte ed edificanti nelle piazze e nei molti luoghi deputati, si creavano asili per l’infanzia e scuole e università, si concertava la produzione agricola ed industriale, ed il commercio era controllato e calmierato nei prezzi.
L’Accademia d’Italia era centro dei massimi intelletti e faro per la Nazione. Arti, cultura, ricerca erano vette del vivere quotidiano.
Oggi gli intelletti capaci sono costretti tutti ad emigrare!
La soluzione è nello “Stato”. Da creare di nuovo, dalle radici.
Poi, le banche. Da far soggiacere alla insuperata legge bancaria del 1936 (R.D.L. 24 settembre 1936-XIV, n. 1858), maturata dalle precedenti impostate tra il 1923 ed il 1927, poi definita nel 1937 e convertita dalla legge del 7 marzo 1938, n. 141. Leggi che il presidente USA Roosevelt fece copiare appena eletto, per riemergere dalla crisi pilotata del 1929 (crisi che non toccò l’Italia governata dal regime fascista!), inviando da noi suoi tecnici, per poi far varare il suo Glass-Steagall Act, che i falsari nostrani (economisti, storiografi, politicanti e gazzettieri) indicano come unico riferimento di salvezza oggi. Quella legge italiana demandò a pochissime (quattro!) banche i rapporti con l’estero e la funzione di banche di “affari”, e a tutte le altre, la funzione di raccolta e custodia del risparmio e di corresponsione di prestiti e mutui. Tutto sotto il controllo della “banca centrale”, a sua volta obbediente e controllata dallo Stato, questo perché vero rappresentante i cittadini (al contrario di ciò che oggi avviene!).
Necessita quindi uno Stato vero, dotato di autorevolezza ed onestà, governato con trasparenza e da uomini moralmente ineccepibili. Come non può essere nel regime attuale italiano, vertente sulla conclamata mafia di potere e sulle bande affaristiche, collegate ad analoghe oltre frontiera.
Uno Stato vero potrà pesare sull’Unione Europea, anche se minata dalle bassezze burocratiche “popolari-socialiste” che la avvelenano dalla nascita. Pesare fino a condizionarne l’indirizzo.
Utopia? Le masse paiono svegliarsi. Oggi si balbetta – con profonda e crassa ignoranza – di “signoraggio”, confondendo il termine con lo strapotere delle banche. Ma gli accadimenti sono in evoluzione. Al di sopra delle ridicole campanilistiche fazioni di destra e sinistra.
Fino a qualche mese fa’ si attendeva l’instaurazione di un qualsiasi governo, a causa della rassegnazione che ormai condiziona gli italiani, condotti alla rovina da chi finge di gestire la cosa pubblica unicamente applicando tasse e balzelli inumani.
Proprio Ezra Pound, nel 1935, nel trattato di filosofìa “Guide to Kulchur” (Guida alla cultura) indicò “Malattia” la “IMBECILLITÀ del sistema di tassazione”! E il fallimento, professionale, didattico, morale di questa genìdi governanti è stato ribadito  dal governo Monti e dai suoi componenti, gabbati per tecnici, ma inetti, e dal successore governo attuale, ripartito tra i proverbiali incapaci – ma affaristi – che da generazioni dominano in Italia. O “Italyland”.

di Antonio Pantano - Federico Dal Cortivo

10 giugno 2013

La «Costituzione più Bella del Mondo»? È la Tedesca





german court EU La «Costituzione più Bella del Mondo»? È la Tedesca (di Maurizio Blondet)
Nota di Rischio Calcolato: questo post è tratto dalla rivista on-line EffediEffe sito di informazione a cui consigliamo caldamente un abbonamento (50€ spesi benissimo). Consiglio la lettura di questo articolo a tutti quelli che: “è colpa dei tedeschi”. Hanno ragione è colpa dei tedeschi se loro, i tedeschi si sono ben guardati dal mettere i trattati europei davanti alla “loro” costituzione.  Noi invece siamo tanto ligi e affidabili europei. Eh si, “colpa dei tedeschi”, come no.


La data a lungo rimandata ormai è qui: in settimana, la Corte Costituzionale tedesca si riunisce a Karlsruhe per emanare una sentenza che può essere fatale per l’euro, per l’eurozona o per Italia e Spagna, secondo come sarà modulata.
Lo ricorda sul Telegraph l’ottimo Ambrose Evans-Pritchard che ha intervistato il giurista germanico Udo di Fabio, che fino all’anno scorso è stato membro della Corte tedesca specializzato sull’euro, il quale ha scritto: «Nella misura in cui la Banca Centrale Europea continua ad agire “ultra vires” (oltre il suo mandato: in Germania s’insegna ancora il latino, ndr) , e queste violazioni sono prolungate e gravi, la Corte deve decidere se la Germania può, in base alla sua costituzione, restare un membro della unione monetaria». 
Se la posizione dell’ex membro Di Fabio è condivisa da 5 degli 8 togati di Karlsruhe, sarebbe una dichiarazione di illegalità del macchinario di salvataggio della moneta unica messo in atto da Mario Draghi, precisamente lo ESM (European Stability Mechanism) da 500 miliardi di euro di fondi di salvataggio, usati per comprare tonnellate di titoli di debito pubblico italiano e spagnolo, o l’Outright Monetary Transactions (OMT) che un anno fa ha calmato la crescita stratosferica dello spread sui nostri Bot e Btp, e sui bonos ispanici, calmando i «mercati» (di fatto scavalcati) e riducendo il rischio di una frattura nell’eurozona.
Secondo 37 mila cittadini tedeschi, fra cui esponenti politici, docenti universitari ed economisti euroscettici, che hanno presentato denuncia alla Corte, la BCE ha superato il suo mandato finanziando i deficit di Stati fallimentari.
Di Fabio, in un suo discorso alla Fondazione Tedesca delle Imprese Familiari, ha spiegato che la Corte non ha gli strumenti «procedurali» per obbligare la BCE a cambiare strada; può però emettere una «dichiarazione» con sapore di ultimatum: se la BCE insiste a comprare buoni del tesoro del Club Med, allora la Corte ha il potere di vietare alla Bundesbank, la Banca Centrale tedesca, di contribuire al salvataggio. Sarebbe la fine dell’euro, con (l’auspicabile) uscita della Germania.
La Bundesbank, con il suo capo Jens Weidmann, non aspetta altro. Weidmann già a dicembre ha inviato alla corte di Karlsruhe una relazione che accusa Draghi, e la sua promessa di fare «tutto il necessario», come una violazione dell’indipendenza della BCE e dei principii fondamentali su cui è stata fondata la Banca. La quale, ha scritto testualmente Weidmann, «non ha il mandato legale per mantenere l’attuale composizione della unione monetaria». 
Ma lo farà la Corte di Karlsruhe? Lo stesso Di Fabio ha ammesso che gli otto giudici non premeranno «il pulsante d’uscita», perché sono «a favore dell’integrazione»; ma può bloccare l’acquisto di buoni del tesoro di Spagna e Italia ed altri «periferici», il che otterrebbe lo stesso risultato: di colpo lo spread risalirebbe alle stelle, la crisi dell’eurozona si arroventerebbe all’istante e Italia e Spagna, costrette a mendicare fondi ai «liberi mercati», tornerebbero ad essere in virtuale bancarotta, e sullo scivolo d’uscita dall’euro: uscita caotica, disordinata e catastrofica. È solo l’OMT che ci tiene nell’euro, a prezzo della nostra miseria crescente collettiva.
Questo atteggiamento rivela l’ambiguità fondamentale che cova nella superpotenza germanica: tentata di uscire dall’euro, ma dandone la colpa agli altri; e ben conscia che è il solo Paese a godere i vantaggi dell’euro, finché non sia chiamata a pagare il conto della perdita di competitività, e del conseguente declino, che ha inflitto ai Paesi periferici. 
Evans-Pritchard ricorda giustamente che nel 2009, con una storica pronuncia, la Corte Costituzionale tedesca ha sancito la sovranità germanica sopra l’Unione Europea: l’ha fatto accettando sì il Trattato di Lisbona ossia ratificandolo nel proprio diritto nazionale, ma sancendo nello stesso tempo che sono gli Stati membri ad essere «Padroni dei Trattati», e non i trattati europei padroni degli Stati. Sono infatti i parlamenti democraticamente eletti la autorità legittima. Il che significa, per quanto riguarda la Germania, che essa ha il dovere di «rigettare ulteriori partecipazioni all’Unione Europea» se il macchinismo eurocratico mina e minaccia i poteri del Bundestag, il parlamento eletto. (Chi vuol saperne di più veda Karlsruhe Constitutional Judgment on the Lisbon Treaty
Tutti gli altri Stati europei hanno accettato Lisbona senza questa condizione. La sola è stata la Germania, che da questo momento è diventata il solo Stato sovrano rimasto, e «padrone» della UE, visto che ha dichiarato la supremazia della sua Costituzione (Grundgesetz) sulle leggi europoidi che gli altri devono accettare, essendosi legati le mani. 
È qualcosa che andrebbe continuamente ricordato ai nostri politici che giurano amore immutabile alla «Costituzione più bella del mondo», e l’hanno svenduta – e continuano a demolirla – assoggettandola all’eurocrazia che nessuno ha eletto, ed obbedendo a tutte le cervellotiche ingiunzioni dei Barroso, Rehn e comesischiamano. 
Potevano almeno, i nostri politici tanto europeisti, far notare che la Germania, la sola ad accettare il trattato di Lisbona sub condicione, si era resa lo Stato «più uguale degli altri», e di fatto il padrone di tutti gli altri? E che la Unione Europea era divenuta la orwelliana «Fattoria degli animali», dove tutti sono uguali ma – appunto – i maiali un po’ di più? Potevano obiettare che questo era ormai un mostro giuridico, e difendere la Costituzione-più-bella-del mondo? 
Potevano. Non l’hanno fatto. Sicché siamo appesi al filo della Corte di Karlsruhe, che deciderà il nostro destino. 
Il peggio è che siamo appesi alla perdurante ambiguità tedesca, che ci vuole «dentro» l’euro ma in punizione perpetua, fino al giorno in cui deciderà che non le conviene più restarci. Già nel settembre scorso i suoi giudici costituzionali hanno ripetuto il loro «sì, ma però» con una sentenza dello scorso settembre : rigettò una richiesta di suoi cittadini che volevano far dichiarare illegale lo ESM di Draghi, ma nello stesso tempo hanno limitato la contribuzione tedesca allo ESM a 190 miliardi di euro. Vietò al Bundestag, il solo parlamento eletto e quindi democraticamente sovrano, di «accettare passività derivate da decisioni di altri Stati». 
Una decisione di grande buonsenso giuridico, che tutti dovremmo invidiare : ma di fatto, ha silurato ogni speranza di emissione di eurobond, di messa in comune del debito e di unione di bilancio, ossia tutte le cose in cui vacuamente sperano i politicanti italioti. 
A settembre la Corte di Karlsruhe ha sancito che il Bundestag non può alienare all’organismo UE i suoi poteri di tassare e spendere, perché con ciò minerebbe la democrazia tedesca. Il suo presidente Andreas Vosskuhle sentenziò, in quell’occasione, che la Germania ha raggiunto il limite dell’integrazione UE, e che ogni altro passo verso una più stretta integrazione richiederebbe «una nuova costituzione», che a sua volta dovrebbe essere approvata da referendum.
Decisamente, i nostri politicanti, quando esaltano la Costituzione più bella del mondo, dovrebbero precisare che non è quella di Benigni, ma intendono quella della Repubblica Federale Tedesca. Avessimo noi dei giudici costituzionali così…
BUONSENSO A LONDRA – Il ministro alla Giustizia Chris Grayling , ha esplicitamente dichiarato «folli» le politiche sul lavoro messe in atto dalla Commissione Europea, che sta affondando milioni di posti di lavoro ed ogni prospettiva d crescita. «Molta gente importante a Bruxelles non vive nel mondo reale», ha detto il ministro britannico, «sono prigioniere di un dogma, secondo cui la sola soluzione ad ogni problema è ancor più regolazione europea». Questo, in un periodo di enorme disoccupazione di massa nella zona, rischia di scatenare estremismi di ogni sorta. 
Ricordiamo: la disoccupazione è del 27% in Grecia, del 26,8 in Spagna, sta fulmineamente salendo agli stessi livelli in Italia (grazie al tecnico Monti che ha accelerato il collasso), dove la disoccupazione dei giovani è sul 38%; mentre in Gran Bretagna – che come fondamentali è messa male quanto la Spagna – è del 7,8%. Non occorre indovinare qual è la moneta che fa la differenza. 
«La mancanza di credito è quella che impedisce la ripresa in Europa»: l’ha detto António Borges, un ex direttore europeo del Fondo Monetario Internazionale, attualmente docente di Economia a Lisbona: secondo Borges, litigare sull’austerità distoglie l’attenzione da un altro punto: le banche in rovina non fanno prestiti, perché non sono in grado di farli.
Il perché l’ha spiegato Klaas Knot, il presidente della Banca centrale Olandese. Sostanzialmente: A differenza degli Stati Uniti, l’Europa non ha voluto ricapitalizzare le sua grandi banche in seguito alla crisi finanziaria del 2007-09. Invece, i politici scommesso che la ripresa economica avrebbe sollevato la redditività delle istituzioni finanziarie, consentendo loro di aumentare le proprie riserve di capitale nel corso del tempo. È ormai chiaro che questa strategia è fallita. Per questo la zona euro è in una nuova recessione (aggravata da austerità imposta e – per l’Italia, iper-tassazione e parassitismo pubblico di massa). (Europe’s banks must be recapitalized)
Secondo Knot, le quotazioni depresse di molte banche segnalano quanto siano malate. In media, il valore di mercato rispetto al valore di libro delle banche europee ora è di circa 0,50. Questo indica che le banche hanno notevoli perdite occulte sui loro libri. Klaas Knot ha rilevato che il ripristino di bilanci delle banche è un requisito fondamentale per la ripresa economica. Per facilitare questo processo, ha detto, è essenziale per creare la trasparenza circa le perdite del settore bancario e di avere una risoluzione ordinata delle attività in perdita. Senza questo, le banche rimarranno restrittive nel fare nuovi prestiti. 
Invece in Europa, i politici – in combutta con i capi delle grandi banche – hanno nascosto la rumenta sotto il tappeto: più precisamente, hanno sì fatto che le banche venissero ricapitalizzate, ma ciò non è avvenuto mediante l’emissione di nuove azioni, bensì versando il patrimonio. L’emissione di nuove azioni avrebbe fatto infatti perdere il controllo ai caporioni-azionisti che hanno nel libro-paga i politicanti; un pericolo che hanno voluto evitare ad ogni costo. Hanno dato alle banche soldi dei contribuenti, e Draghi (il capo dei capi) ha fornito l’enorme fiumana di soldi – il famoso trilione – alle banche, le quali però comprano Bot e Bund tedeschi («sicuri», ancorché a interessi sotto lo zero) anziché finanziare le imprese private. 
Ne consegue che tutte le politiche «per il lavoro» del governo Letta – defiscalizzazione per le imprese che «assumono giovani» (le voglio vedere), miserabili detrazioni per chi compra cucine e rifà il bagno – sono pannicelli caldi. Tutto inutile finché le banche non fanno credito, sedute sulle loro perdite occultate per non perdere il potere. Il credit crunch non fa che aggravarsi, mentre le sofferenze bancarie non fanno che aumentare (+22% ad aprile!). E chi volete che assuma «i giovani» se la banca non gli fa i fidi? La soluzione è quella che indica il centro studi «Scenari Economici Feed», che mi limito a riportare:
«Ricapitalizzare il sistema bancario – Fare trasparenza sui bilanci delle banche, facendo emergere le perdite e passività reali nei bilanci. Ridurre il peso delle banche sul sistema finanziario, ed incentivata l’azione delle imprese a raccogliere fondi da emissioni obbligazionarie – Eliminare le demenziali tassazioni sulle transazioni finanziarie (la Tobin Tax, applicata in questo moment di denaro scarso e mercati fermi, è infatti semplicemente folle).
di Maurizio Blondet 

09 giugno 2013

I morti del moVimento 5 Stelle

Ho avuto quindi tempo per pensare, tra le altre cose, al problema del MoVimento.
Si, del Problema, perché ce n’é uno ed é molto grave; anzi,di problema ce ne sono piú di uno e forse non sono nemmeno risolvibili. Per essere esatti i problemi sono 50.449.979. E no, non si tratta di € di debiti, ma di milioni di teste pensanti, votanti e quindi comprabili.
Abbiamo scoperto che il mondo lí fuori é cattivo, che le merde con la penna e il microfono sono sul mercato e che il sistema li ha comprati a man bassa. Abbiamo scoperto,poi e non poco dolorosamente, che anche certi pentastellati non sono tutto questo stinco di santo che volevamo far credere a noi stessi, per primi, e al resto del mondo a seguire Abbiamo anche scoperto, infine, che c’era poco da scoprire e , fermi tutti, che veramente “c’é del marcio in Danimarca”.
Abbiamo capito tante cose, in questi quattro mesi, e alcune le abbiamo scoperte da soli, altre ce le hanno fatte capire a forza di calci in culo e altre le abbiamo semplicemente assorbite silenziosamente, come se il comportamento di qualche ex pentastellato fosse qualcosa che riguardasse solo lui, cattivone, e non il moVimento intero e gli errori strategici.
Forse sarebbe ora di iniziare a comprendere a fondo una cosa, che i primi nemici del moVimento siamo noi stessi, che crediamo ciecamente a quello che dice Travaglio perché ci piace quando parla, a quello che dice Scanzi ma solo quando parla bene del M5S e a quello che Grillo ci va ripetendo da anni, perché si.
Dobbiamo iniziare a capire, poi, che é troppo semplice entrare nel moVimento e diventare da sig. nessunomister TV, perché la regola di base del M5S é l’onestá, e di onestá non ce n’é solo perché qualcuno impone le mani e ti vota via internet.
L’Italia, ragazzi, é uno stato fatto di tante nazioni diverse, ma non territoriali, bensì aleatorie, mentali. Ci siamo massacrati tra repubblichini e papalini durante la Repubblica Romana, poi ancora tra fascisti e partigiani durante la seconda guerra mondiale e poi tra socialisti e democristiani dal 1950 in poi, passando per gli anni di piombo e la strategia della tensione.
Ci siamo ammazzati, diffamati, traditi, noi italiani, ci siamo presi e venduti al miglior offerente e abbiamo comprato il peggior nemico per un piatto di fagioli. Abbiamo sposato ideali rossi e il giorno dopo giuravamo su bandiere bianco crociate e abbiamo tirato le monete a Craxi per poi votare Berlusconi il giorno dopo.
Siamo un popolo senza futuro, é questa la veritá e forse non meritiamo il moVimento, questa ventata di aria pulita e nuova che ci ha si riempito i polmoni di speranza, ma allo stesso tempo ci ha spaventato, spaventato e terrorizzato, lasciandoci immobili di fronte al fango lanciato dai professionisti della politica e dello sberleffo.
Siamo un popolo che non vuole cambiare e che si crogiola sulle proprie disgrazie, che con una mano fa la caritá e chiede perdono e con l’altra ruba il portafoglio al prete. Siamo un popolo finito, senza dignitá e senza memoria, o forse con troppa, di memoria.
Oggi altri due ex Cittadini hanno lasciato il moVimento 5 Stelle e sono diventati Onorevoli, passando al Gruppo Misto. Sono loro l’emblema di 150 anni di storia repubblicana, chiagni e fotti, caro italiano, che cambieremo tutto per non cambiare nulla.
Abbiamo perso questa battaglia, é inutile nasconderlo; abbiamo visto in 3 mesi tattiche di diffamazione e infangamento mediatico che nemmeno ai tempi di Calabresi o Tortora. Per ora é mancato il morto, ma a parte il popolo italiano onesto che ha votato in piena coscienza, di morti ormai ce ne sono giá troppi, e sono tutti quanti ai posti di battaglia e di comando.
Sveglia, pentastellati, dobbiamo cambiare strategia, iniziare a parlare, a comunicare e a costruire un consenso a lungo termine, e iniziare di nuovo da quel 10/13 % che realmente il moVimento rappresenta. Sveglia, ragazze e ragazzi, e iniziamo a scaricare i pesi morti, ché soltanto in questo modo potremo respirare di nuovo.
**

08 giugno 2013

Sovranità monetaria e sovranità politica


D: Prof. Pantano dopo il governo cosiddetto “tecnico” di Mr. Monti, ecco ora quello delle larghe intese del giovane Letta, uomo del Gruppo Bilderberg, Commissione Trilaterale, Aspen Institute, Goldman Sachs, citando le più importanti affiliazioni. Un curriculum che ne fa una garanzia per i poteri sovranazionali che stanno letteralmente distruggendo quel poco di sovranità economica che ci era rimasta. Che ne pensa al riguardo?
“Governo tecnico” il montiano? Sedicenti tecnici, ma tutti rigorosamente generati dal sistema delle “cupole” partitiche. Sopratutto chi è nel “organico statale”. E, come nella quasi totalità, chi è organico alle banche, che gestiscono le “cupole” delle fazioni nostrane. Continuità assoluta tra il governo Monti e il successivo con Letta minor. Lo dimostra il “sostegno formale” di parlamentari opposti, a livello “consociativo da Cln”, anche con la presenza dei banchieri (che non si mostrano con nome e cognome). Ma soprattutto nei “fatti”. E continuità col governo Berlusconi, formalmente disarcionato ma “amabilmente costretto” all’avvicendamento dai “poteri forti globalisti”, nei quali è organico chiunque dorma al Quirinale. Tutto secondo la “costituzione vigente”, redatta a suo tempo sotto tutela/dettatura da chi la guerra vinse.
Letta minor, come lo zio, e come Monti, è “in regola” per la carriera “militante” nei club elitari che consorterie oligarchiche di affari hanno deputato a “guidare il mondo”: Bilderberg, Trilateral, Aspen, tutte le esclusiviste logge massoniche di rito americano, che esercitano mediante i gruppi bancari “consolidati”.
La nostra “sovranità economica” è figlia obbligata della seconda guerra mondiale. Da decenni indico la nostra repubblichetta col nome di “Italyland”. Come una modesta regione africana col suffisso “land”, resa “colonia” dal sistema “occidentale” di marca anglo-americana, con l’alta sorveglianza sinergica della più globalista potenza che esista: lo stato vaticano. Organizzazione politica di massimo livello nel dominio mondiale, questa. La “religione” è “fumus” di comodo. Utile per controllare e guidare i fedeli. E non solo la cattolica. Il “trascendente” e lo “spirito” sono dettagli per la sola forma.
Quindi, la “sovranità economica” italiana è stata gestita sempre dalle centrali affaristiche arroccate nella City ed a Wall Street. Ciò fu decretato irreversibilmente a Bretton Woods nel luglio 1944. E colà fu anche stabilita la “implosione” dell’Unione Sovietica a 45 anni. Il termine “implosione” fu rivelato da Gianni Agnelli in un convegno di “maggiorenti banchieri” cui partecipai nel 1994. Ne conservo il testo.

D: Il “potere bancario”  in nome del “debito pubblico” può ora finalmente agire liberamente in Italia, ha un governo e un Parlamento più che devoti, meglio definirli servili, può contare sull’appoggio incondizionato della BCE, del FMI, della Banca Mondiale, e per di più paga tasse solo sui bilanci di fine anno che lei definisce falsi. Chi sono gli attori principali e i trattati capestro che ci legano a queste strutture?
Il “debito pubblico” è “falso in bilancio”. Vero e totale. Invenzione di banchieri apolidi: così incassano interessi su “contratti finanziari imposti ai loro vassalli asserviti” che negli ultimi 68 anni esercitarono il potere. Oggi tutto diventa “palese”. Milena Gabanelli, domenica 19 maggio 2013, ne ha fatto accenno in “Report” su Rai-3 tv. Centinaia di Comuni italiani hanno “debiti” per “derivati” verso la Banca Morgan e consociate per almeno 190 miliardi di euro (valore che per ora inizia ad emergere!); e quei debiti “rendono” allo affarista creatore sonori interessi annui! Gli italiani, narcotizzati per decenni, si “accorgono” di avere accollato un debito (dove erano i giornalisti di grido?), che viene corrisposto negli interessi a loro insaputa. Monti dirottò, appena dopo due mesi in incarico, 4,6 miliardi di euro italiani al gruppo Morgan (ove opera suo figlio!). Una parte fu “girata” al gruppo ove era interessato un suo ministro. In silenzio. Era il 3 gennaio, sotto i “botti” di capodanno! La stampa nostrana tacque. In parlamento solo 5 deputati “interrogarono”, ma il governo mai rispose. E continuò a far versare denaro vero all’estero, al di sopra di ogni frontiera formale. Magistratura e Guardia di finanza “usi obbedir tacendo”. Così come NON si comportano con chi tentasse di varcare la frontiera con più di 10.000 euro in contanti! Ma ogni giorno miliardi di euro lasciano l’Italia in silenzio, per via telematica. Dissanguando l’economia nazionale. Ciò mediante (e per volere di) aziende bancarie e gestori della politica.
Fondo Monetario Internazionale, Banca Mondiale e “succedaneo” della Banca Centrale Europea sono invenzioni di Bretton Woods. Keynes (la corretta pronuncia in italiano è “Chiins”) fu l’inventore/dominus della lunga catena finanziaria che legò, soprattutto mediante la confraternita degli omosessuali della quale fu epigono, il futuro del mondo. Rammento le pagine, a proposito della omosessualità invadente ed arrembante con la seconda guerra mondiale, di Malaparte, ne “La pelle”! E i fatti si concretarono anche in Vaticano, col Montini.
Così i trattati imposti anche in Europa, col pretesto di creare una “comunità” e poi una “unione” degli stati europei. Ciarpame di formale “marca democratica”, che risponde SOLO a criteri vantaggiosi per i banchieri apolidi “liberisti”.
Oggi, sul globo, vige il più grande impero schiavista mai esistito. Sul quale mai tramonta il sole. Altro che Carlo V!
Gli “attori” hanno nomi e cognomi. Ezra Pound indicò J.P.Morgan (morto a Roma il 31 gennaio 1913! E nessuno spiegò la “verità” su tale accadimento!) come “furfante tale che 100 affaristi ebrei non sarebbero stati alla sua altezza”. Non questione di religione o “razza”! Morgan era protestante. Ma, in realtà, cinico speculatore in ogni campo delle attività umane. E organizzatore di guerre. Oggi, oltre gli immarcescibili Rothschild, che gestiscono e controllano nel mondo, sfruttandola, la sparuta pattuglia dei caparbi fedeli di religione ebraica, il clan del controllo della produzione è circoscritto dai “signori farmaceutici”, dai “petrolieri” (arabi e non, oggi anche russi; non va dimenticato che il medico statunitense Hammer, comunista, fu gratificato fin da giovane da Lenin col monopolio del petrolio sovietico, che lo fece divenire miliardario!), dai “gassisti” sopratutto russi, dai “gestori di telematica e telecomunicazioni” (circolo chiuso), dai “produttori di armi”, dai “giganti della alimentazione”, e dai “monopolisti immobiliari”. Tutti armonizzati da 12-15 “signori del denaro”. Finanza ed assicurazioni condizionano l’umanità. Il loro “menù” quotidiano ordisce ogni conflitto bellico.
Si piangono negli USA centinaia di morti ad ogni tornado, ad ogni inclemenza naturale, mentre interi stati di quella unione sono caratterizzati da gigantesca edilizia di “baracche” instabili nelle quali uomini rassegnati devono vegetare, tifando l’Obama del momento, in nome di un unico “dio denaro”, che destina ogni energìa al bellicismo e ad improduttive ma costosissime ricerche spaziali, solo utili (data l’arretratezza sociale) ad accrescere la potenza capitalistica dei monopolisti. L’iconografia religiosa di quella “dottrina” è sintetizzata dalla carta moneta di 1 dollaro.
Trattati “capestro”? Con la scusa del “pacta servanda”, fingendo europeismo e socialità inesistente (il “welfare” è avvilito a vero “malaffare e malessere”), vigono trattati inumani ed aberranti, quali quelli di Maastricht e Lisbona, imposti. Maastricht è cumulo di aberrazioni distruttrici la sovranità nazionale. Ne conseguì il trattato di Lisbona, liberticida. Grazie ad esso fra qualche mese verrà abolita l’Arma dei Carabinieri, riferimento basilare e locale per la sicurezza dei nostri concittadini.

D: Lei individua nella cessione della “sovranità monetaria” la totale perdita di quella politica ed economica dello  Stato. Ci illustri come ciò sia  avvenuto per quanto riguarda l’Italia e successivamente in cosa consiste la “natura della moneta”, un concetto spesso confuso e alterato volutamente.
La seconda guerra mondiale fu attuata per cancellare il vero concetto di “Stato”, sorto in Italia sulle ceneri del tentativo di “stato liberale” generato dalla “nomenclatura” oligarchica del “vecchio regime settecentesco”: un paternalismo elitario condito con l’acqua santa del cristianesimo e l’incenso delle logge massoniche.
Il nuovo “Stato” moderno e sociale fu intuizione maturata nell’animo di pochi, che Mussolini concretò.
Stato moderno. Popolo e governo in unico spirito. Consenso basato su retta conduzione edificante, alla luce di leggi e codici insuperati. Criterio confuciano. Ma l’Italia soggiaceva alla ipoteca della dinastìa sabauda, legata ancor prima della unità territoriale al mercantilismo britannico ed alle sue logge massoniche rituali, che la imposero.
Distrutto lo “Stato” col risultato della seconda guerra mondiale (in Germania ed in quasi tutta l’Europa si tentò di imitare lo “spirito nuovo italiano” nel corso degli anni ‘30), da noi i vincitori imposero la troika consociativa del vecchio massonismo co-aggiogata al vaticanismo (la democristianerìa è sinonimo di malaffare) ed alla “nuova ingenua ondata marxista” collegata all’esperimento sovietico, questo creato in chiave utopica e sperimentale, da finanzieri apolidi in vena “socialistica”. Un “regime burletta”, l’attuale, nel quale fu difficile annullare subito le conquiste sociali apportate in pochi anni dal Fascismo.
La odierna “carta costituzionale” italiana è carente, traballante, illusoria, contraddittoria, monca e zoppa (anche se “obbligata” dalle conquiste sociali del Fascismo!); manca di basi morali e cardinali.
Eppure l’Italia generò la più insuperata “Carta del Carnaro” nel 1920!

D: Il SIMEC, ovvero la moneta alternativa ideata dal Prof. Auriti, un modo diverso per creare e far circolazione la moneta. Oggi è la BCE che decide la quantità di banconote da stampare nella zona di circolazione dell’euro, ma poi sono in maggioranza le varie banche centrali a stampare fisicamente il denaro, dopodiché gli euro vengono prestati ai relativi governi. Ci parli di questa moneta sulla quale è calata una coltre di silenzio.
Il “simec” creato dal Maestro ed amico Giacinto Auriti fu atto provocatorio e dimostrativo. “Simbolo econometrico”, analogo alla monetaSurroga alla moneta, in assenza dello Stato, già allora in avanzata putrefazione. Simbolo monetario imperniato, localmente, per dimezzare costi generali e profitti scaturenti dalla circolazione monetaria ufficiale. Banca d’Italia s.p.a. fece sequestrare quel simbolo con l’invìo a Guardiagrele, ove si attuò, di 150 militi armati della guardia di finanza. Ridicolaggine da terrorismo non solo psicologico, tipico di chi prevarica piratescamente e sa di essere in difetto.
Poi un pretore ammise la liceità del Simec.
Il pezzo di carta “euro”, oggi circolante in chiave monopolistica, non ha “copertura” di sorta; è senza garanzia. E’ un mero “titolo” graduato, analogo al biglietto del treno. Imposto agli europei, per legge creata da oligarchi, ad insaputa del popolo. Vale solo per convenzione, ma non ha valore intrinseco. Carta di bassa lega. Falsificarlo comporta appena il reato proprio, conseguente ad una legge – imposta, come ho spiegato - che lo “tutela”, e che commina sanzione sproporzionata. Falsare la carta moneta “euro” non danneggia lo Stato ed il pubblico erario, e nemmeno l’azienda bancaria che lo stampa e lo pone in circolazione. Ha la stessa qualità di un volantino pubblicitario. Ma ha peggiore ruolo ammonitore: è monito di un debito inestinguibile. La BCE emittente lo pone in circolazione, “prestandolo” ai cittadini mediante lo Stato (cioè: i “furbacchioni” suoi gestori), che viene così ad essere indebitato. Ma in pratica concreta l’atto truffaldino dell’amministratore di un condominio che si appropria della titolarietà dei condomini. Truffa!
Per la mera “qualità” di concessionaria alla emissione monetaria, la banca centrale europea (consorzio di varie banche nominalmente nazionali ma di proprietà di banchieri privati) si appropria direttamente di tutte le attività produttive europee che sono costrette a transazioni nella moneta imposta. Ed anche gli Stati – destinatari dei tributi e tasse raccolti – sono “obbligati” ad ossequiare e corrispondere tutta la sovranità monetaria alla banca (azienda privata) che ha sede a Francoforte. Azienda sovra nazionale: esentasse.

D: Questo sistema usurocratico che sta distruggendo la ricchezza dell’Italia non è un dogma, il fine ultimo a cui deve tendere l’umanità, se diamo uno sguardo al passato per quanto l’Italia ci fu l’esempio concreto della Repubblica Sociale Italiana dove l’allora Ministro delle Finanze  Domenico Pellegrini Giampietro operò in moda da porre sotto il controllo dello Stato la Banca d’Italia e di fatto la moneta, oggi privata. In che modo nonostante una guerra in corso fu possibile questo? 
Usurocrazia! Neologismo coniato da Ezra Pound da almeno 80 anni. Il Poeta Pound non aveva “studiato” dottrine economiche nelle scuole classiche e tradizionali, ma, con le “antenne del profeta e del Poeta”, approdò alla vera natura della moneta, individuando gli scaltri monopolisti della gestione ed emissione. Azione che si protrae da secoli. Codificata nel 1694, nel sistema “occidentale”. Per neghittosità e rinuncia degli Stati.
Domenico Pellegrini Giampietro, pur se docente universitario, ebbe due esperienze di governo. Sottosegretario alle Finanze nell’ultimo governo “reale” di Mussolini, fino al 25 luglio 1943. Ministro delle Finanze nel primo governo repubblicano italiano, ultimo diretto da Mussolini, che fu anche Capo dello Stato. Stretto dalle necessità, gestì entrate per 54 miliardi ed uscite per circa 350 miliardi, anche a causa dell’impegno verso il Reich germanico contratto dal governo Badoglio appena insediato (tra il 27 luglio ed il 3 agosto 1943). Pagamento ogni mese di 3,5 miliardi per l’apporto militare di tre divisioni germaniche operanti sul suolo italiano; che Badoglio effettuò già dall’agosto 1943. A metà settembre 1943 (dopo l’inganno del fatale giorno 8) divennero 18 le divisioni germaniche combattenti sulla penisola italiana contro l’invasore Alleato. Il 29 settembre si insediò il nuovo governo della Repubblica d’Italia che, con proprietà, si proclamò Sociale. Cresciuto l’impegno, i germanici pretesero 7 miliardi mensili da ottobre 1943, poi 10 miliardi mensili per il 1944, e 12 per il 1945.
Pellegrini Giampietro commissariò la banca d’Italia (totalmente trasferita al Nord, nei territori ancora non invasi dagli Alleati), che aveva forzieri stracolmi di liquidità in ragione della gestione della tesoreria statale, oltre enorme riserva aurea (questa promessa da Badoglio alla Germania, in cambio della sicurezza personale sua e dei Savoja), della quale il 18% di pertinenza della Svizzera, per impegni di 10 anni prima. (Sulla storia successiva della riserva aurea c’è da rabbrividire! Se ne appropriarono gli Alleati il 5 maggio 1945! E i fumosi “studi” recenti di Bankitalia confermano!)
Come naturalmente avrebbe fatto ogni buon padre di famiglia, ed ogni governante SERIO, Pellegrini asservì allo Stato la società per azioni Banca d’Italia (che era di proprietà di istituti ed enti statali e pubblici), ed utilizzò i suoi giganteschi depositi monetari appena necessario. Il 28 aprile 1945, alla invasione e sopraffazione Alleata del territorio della Repubblica Sociale Italiana, Pellegrini lasciò agli invasori attivo di bilancio per 20,9 miliardi di lire, come certificò anche il 25 agosto 1945 la commissione del senato USA presieduta dal senatore Winkersham, in “ispezione” in tutta l’Europa, commentando che solo nella Italia repubblicana (al sud era “in sonno” il sedicente “regno” mantenuto dagli Alleati occupanti) aveva trovato floridezza bancaria diffusa, malgrado le distruzioni della guerra. Ne ho pubblicato da anni; e nel 2009 posi questi dati nel volume (oggi alla seconda edizione) “Ezra Pound e la Repubblica Sociale Italiana”.
Ora, dopo aver celebrato il 10 settembre 2011 nel municipio di Brienza ove nacque, sto preparando un copioso testo su Domenico Pellegrini Giampietro.

D: Prof. Pantano dove vede oggi nel mondo le aree di maggior resistenza al sistema bancario usurocratico e in che modo si manifestano? 
Imperversano molti casi di fuoruscita dal sistema usurocratico universale. Cito a caso: Islanda. Ungheria. Argentina. Qui i Kirchner, marito prima, vedova Cristina poi, hanno demolito la sudditanza al Fondo monetario mondiale. Si tratta di avere “senso di responsabilità” ed amor di Patria. Cosa che in Europa non è possibile, e tantomeno in Italia, vera colonia degli USA anche militarmente (con 113 basi extra territoriali), in forza dello sciagurato e vessatorio “patto atlantico NATO”, che obbliga i militari italiani a servire i narcotrafficanti in Afganistan, i petrolieri in Irak, gli affaristi in balcania (antica follia di Wilson dal 1920), e la falsa funzione di “peace-keeping” in Libano e altrove, che è mero e vero stato di guerra, in barba al dettato (assai aleatorio e formale) della vigente costituzione italiana, che finge di ripudiarla.
La manifestazione del potere usurocratico è quotidiana. I notiziari radio e tivù vertono sugli affari e gli andamenti di borsa. Giornalisti allocchi e prezzolati istupidiscono gli ascoltatori con “guadagni e ribassi” che non riguardano il popolo, ma toccano solo gli speculatori. Vige ora l’assillo dello “spread” tra i rendimenti sui titoli di stato (btp, cct, bot). tedeschi e gli italiani, anni di tormento, mai proposto prima quanto la differenza era sul 20%!
Pound sentenziò: “i sifilitici della borsa”. Le inconcepibili scommesse di avidi patiti di un gioco perverso non devono condizionare la vita dell’umanità!
Se all’ippodromo vince un cavallo o nei campi di calcio emerge una squadra, nulla viene in tasca al pensionato, allo studente, al lavoratore, al malato, allo scienziato, al cittadino normale! Patologìa mentale! Non economia e finanza.
L‘economia è prodotto dell’arte di creare, fare, generare, anche sognare, non della frustrazione di chi inganna il prossimo, mediante aleatori pezzi di carta! I bari del gioco delle tre carte DEVONO essere incarcerati in eterno! Invece, nel mondo, sono al potere! Roosevelt fu un emblema, per tale patologìa, ma ebbe precedente in Wilson, fantoccio creato dal banchiere Morgan per far lievitare il neonato partito democratico, mentre finanziava il partito repubblicano, creandone la divisione. E ciò è ritenuto da storiografi imbroglioni la quintessenza della “democrazia”!

D: Uscire dall’euro, da Maastricht, dall’Unione Europea, nazionalizzare le banche ecc. Quali sono a suo avviso le misure che uno Stato italiano, degno di questo nome, dovrebbe prendere immediatamente per porre fine allo sciacallaggio in atto?
L’euro è un “dettaglio”. Imposto da 60 anni di malandrino “lavorìo massonico” anti europeo. Una moneta inconsistente. Ma una “misura convenzionale”, purtroppo vigente da 11 anni. Uscirne o no, è problema di decima linea.
L’Unione Europea, falsità vigente, è la massima camicia di forza impostaci.
Anche il deputato grillino M5S Carlo Sibilia, il 21 maggio scorso, s’è accorto, con denuncia in parlamento (tentato di ostacolo dalla infastidita e biliosa presidente) che i “maggiorenti” dell’unione europea sono fantasmi imposti da estranei e mai eletti dal popolo; ma collegati, con il Bilderberg, a Letta boy, alla Bonino, a Draghi ed a Monti, che della confraternita sono membri.
Nella “democrazia vigente” il popolo è ingannato ogni 5 anni a fingere di approvare i governanti con un tratto di matita, una “croce” che si accolla sulle spalle, per sanzionare le malefatte altrui, che non hanno“obbligo di rendiconto”.
Il “Fascismo dispotico” statuì, nella Repubblica Sociale Italiana, il Manifesto di Verona  in 18 punti, nel novembre 1943, ove nel 3° si scrisse: “La Costituente Repubblicana dovrà assicurare al cittadino, al soldato, lavoratore e contribuente, il diritto di controllo e di responsabile critica sugli atti della pubblica amministrazione”.
La vigente carta costituzionale italiana tace, e demanda al sonnolento ufficio della Corte dei Conti l’ipotetico controllo. Burocrazia da basso impero bizantino.
Il nòcciolo è nello “Stato”.
Quello vigente, creato dagli Alleati, non è “stato”. Mai lo fu. Cadavere che si trascina da 68 anni. Finge di esistere il 2 giugno, con i banchetti retorici – riservati ai clan liturgici - nei giardini del Quirinale. Lo sciacallaggio è una delle sue caratteristiche. Come il furto quotidiano perpetrato dai politicanti di mestiere, consociativi a destra, a sinistra e convergenti al centro. Furto mai contrastato e sanzionato dalla magistratura.
Le aziende bancarie (gli imbroglioni le chiamano “istituti”!) sono sovra nazionali. Redigono senza controllo i bilanci, ed evadono il fisco. Mai hanno emesso fatture e scontrini fiscali per gli oneri di spesa da loro incassati in danno del cliente! Se la loro “prima nota” fosse controllabile ogni giorno (e in epoca di telematica, ciò è attuabile in “tempo reale”!), si vedrebbe che trasferiscono moneta (cioè linfa necessaria alla produzione) all’estero in “tempo reale”, da 68 anni, in “paradisi fiscali” o in “terre di conquista” (come la Cina e l’India) per convenienza dei loro gestori.
Il “popolo” ignora, narcotizzato, si appaga degli imbonitori, degli intermediari, dei sindacalisti. E chi contesta è additato da “fascista” dalle masse belanti dei gestori delle piazze. Come si è fatto per Ezra Pound, per Giacinto Auriti, e per pochi altri onesti illuminati.
Si ritiene erroneamente che l’attuale “Europa” sia capeggiata dalla Germania. Falso! Tutto è una tragicommedia di affarismo monetario! I “patti di stabilità” sono scene della commedia degli inganni. Un sindaco, pur avendo denaro in tesoreria, NON può nemmeno svolgere l’ordinaria manutenzione! IMBECILLITA’ da paranoici del denaro!
Governare è, oggi, solo “tassare”!
Ieri, 80 anni fa’, in Italia si edificavano città e villaggi, case e scuole per il popolo, si bonificava la terra e si creavano strade, porti e ferrovie, si educavano i giovani e i non istruiti, si portava cultura con i teatri nei più sperduti villaggi, si eseguivano musiche dotte ed edificanti nelle piazze e nei molti luoghi deputati, si creavano asili per l’infanzia e scuole e università, si concertava la produzione agricola ed industriale, ed il commercio era controllato e calmierato nei prezzi.
L’Accademia d’Italia era centro dei massimi intelletti e faro per la Nazione. Arti, cultura, ricerca erano vette del vivere quotidiano.
Oggi gli intelletti capaci sono costretti tutti ad emigrare!
La soluzione è nello “Stato”. Da creare di nuovo, dalle radici.
Poi, le banche. Da far soggiacere alla insuperata legge bancaria del 1936 (R.D.L. 24 settembre 1936-XIV, n. 1858), maturata dalle precedenti impostate tra il 1923 ed il 1927, poi definita nel 1937 e convertita dalla legge del 7 marzo 1938, n. 141. Leggi che il presidente USA Roosevelt fece copiare appena eletto, per riemergere dalla crisi pilotata del 1929 (crisi che non toccò l’Italia governata dal regime fascista!), inviando da noi suoi tecnici, per poi far varare il suo Glass-Steagall Act, che i falsari nostrani (economisti, storiografi, politicanti e gazzettieri) indicano come unico riferimento di salvezza oggi. Quella legge italiana demandò a pochissime (quattro!) banche i rapporti con l’estero e la funzione di banche di “affari”, e a tutte le altre, la funzione di raccolta e custodia del risparmio e di corresponsione di prestiti e mutui. Tutto sotto il controllo della “banca centrale”, a sua volta obbediente e controllata dallo Stato, questo perché vero rappresentante i cittadini (al contrario di ciò che oggi avviene!).
Necessita quindi uno Stato vero, dotato di autorevolezza ed onestà, governato con trasparenza e da uomini moralmente ineccepibili. Come non può essere nel regime attuale italiano, vertente sulla conclamata mafia di potere e sulle bande affaristiche, collegate ad analoghe oltre frontiera.
Uno Stato vero potrà pesare sull’Unione Europea, anche se minata dalle bassezze burocratiche “popolari-socialiste” che la avvelenano dalla nascita. Pesare fino a condizionarne l’indirizzo.
Utopia? Le masse paiono svegliarsi. Oggi si balbetta – con profonda e crassa ignoranza – di “signoraggio”, confondendo il termine con lo strapotere delle banche. Ma gli accadimenti sono in evoluzione. Al di sopra delle ridicole campanilistiche fazioni di destra e sinistra.
Fino a qualche mese fa’ si attendeva l’instaurazione di un qualsiasi governo, a causa della rassegnazione che ormai condiziona gli italiani, condotti alla rovina da chi finge di gestire la cosa pubblica unicamente applicando tasse e balzelli inumani.
Proprio Ezra Pound, nel 1935, nel trattato di filosofìa “Guide to Kulchur” (Guida alla cultura) indicò “Malattia” la “IMBECILLITÀ del sistema di tassazione”! E il fallimento, professionale, didattico, morale di questa genìdi governanti è stato ribadito  dal governo Monti e dai suoi componenti, gabbati per tecnici, ma inetti, e dal successore governo attuale, ripartito tra i proverbiali incapaci – ma affaristi – che da generazioni dominano in Italia. O “Italyland”.

di Antonio Pantano - Federico Dal Cortivo