26 gennaio 2007

La mafia dei baroni



Mafia. Il guaio è che non sono solo i magistrati a usare questo termine. Adesso anche i docenti più disillusi citano il modello di Cosa nostra come unico riferimento per descrivere la gestione dei concorsi nelle università italiane. Proprio nei luoghi dove si dovrebbe costruire il futuro, prospera una figura medievale capace di resistere a ogni riforma: il barone. Un tempo i suoi feudi erano piccoli, poteva controllare direttamente vassalli e valvassori, mentre doveva piegarsi davanti a un solo re, lo Stato. Ora invece il numero dei docenti e degli atenei è esploso. C'è da corteggiare aziende e fondazioni, mentre spesso bisogna anche fare i conti con le Regioni. Così l'ultima generazione di baroni per mantenere intatto il potere ha rinunciato a ogni parvenza di nobiltà accademica e si è organizzata secondo gli schemi dell'onorata società. Questo raccontano gli investigatori di tre procure che hanno radiografato l'assegnazione di decine e decine di poltrone negli atenei di tutta Italia, dalle Alpi alla Sicilia. Un terremoto con epicentro a Bari, Firenze e Bologna che vede indagati un centinaio di professori. E che ha messo alla luce gli stessi giochi di potere in tutti gli atenei scandagliati. Scrive il giudice Giuseppe De Benectis: "I concorsi universitari erano dunque celebrati, discussi e decisi molto prima di quanto la loro effettuazione facesse pensare, a cura di commissari che sembravano simili a pochi 'associati' a una 'cosca' di sapore mafioso". Rincarano la dose i professori Mariano Giaquinta e Angelo Guerraggio: "'Sistema mafioso' vuole dire 'cupole di gestione' delle carriere e degli affari universitari, spesso camuffate come gruppi democratici di rappresentanza o gruppi di ricerca".

Se i giovani più promettenti emigrano non è solo questione di risorse; se la ricerca langue e i policlinici sono sotto accusa, la colpa è anche del 'sistema'. Che fa persino rimpiangere il passato: "Una volta si parlava di 'baroni'. Adesso i numeri (anche dei docenti) sono cresciuti. Al posto del singolo barone ci sono i clan e i loro leader, che non necessariamente sono i migliori dal punto di vista della ricerca...", scrivono sempre Giaquinta e Guerraggio, docenti di matematica che hanno appena pubblicato un saggio coraggioso intitolato 'Ipotesi per l'università'. E continuano: "La situazione non sembra migliorata: baroni per baroni, sistema mafioso per sistema mafioso, forse i vecchi 'mandarini' sapevano maggiormente conciliare il loro interesse con quello generale. La difesa delle posizioni conquistate dal 'gruppo' riusciva, in parte, a diventare anche fattore di progresso. Sicuramente più di quanto accada adesso".



Cattedre immortali
Come nelle cronache del basso impero, i nuovi baroni non si limitano a spadroneggiare nei loro castelli, ma creano alleanze con altri signorotti, in modo da proteggersi l'un l'altro e dilagare nell'immunità. Eppure ci sono state prese di posizione dirompenti, come quella di Gino Giugni, che nell'estate del 2005 denunciò in una lettera aperta ai professori di diritto del lavoro "la gestione combinata nella selezione dei giovani studiosi". Il padre dello Statuto dei lavoratori chiedeva che "tutti i colleghi di buona volontà" unissero il loro impegno "per riportare serenità, trasparenza, e ancor più equità nelle scelte accademiche". Raccolse un plauso tanto ampio quanto generico. Insomma, nessuno ebbe il coraggio di fare un nome o denunciare un concorso specifico. Oggi Giugni spiega a 'L'espresso' di non essere pentito di quella sortita. Da vecchio socialista si sforza di mantenere un ottimismo di principio, ma ammette: "Da quello che mi raccontano, temo che non sia cambiato proprio nulla". La razza barona infatti gode di un privilegio tra i privilegi: quello dell'immortalità accademica. Gli effetti concreti dell'intervento della magistratura sono limitati. Se non totalmente inutili: le sentenze non riescono a scalfire le poltrone. Ai tempi biblici della giustizia penale si sommano le controversie civili e amministrative, con ragnatele di ricorsi incrociati. Alla fine, persino il baronetto riesce quasi sempre a conservare il feudo ereditato dal padre in violazione d'ogni legge. Il caso più assurdo è quello del concorso di otorinolaringoiatria bandito nel 1988: ci sono state dieci sentenze, confermate pure dalla Suprema corte, centinaia di articoli di giornali, almeno quattro libri e una decina di interrogazioni parlamentari. Il professor Motta senior è stato condannato, eppure il professor Motta junior continua a detenere legalmente quel posto da 18 anni. Se l'immortalità è garantita anche nell'immoralità in caso di giudizi definitivi, facile immaginare il colpo di spugna che calerà con l'indulto sugli ultimi scandali universitari. Tutte le accuse di abuso in atti d'ufficio, il reato classico delle selezioni addomesticate, verranno spazzate via: resteranno solo le più gravi, quelle per le quali viene contestata anche l'associazione per delinquere, la corruzione o la concussione.

Fonte: l'espresso

23 gennaio 2007

Le leggi "Mastella"


Tristemente famoso per le sue leggi, vedi indulto, adesso ci riprova con la legge che "potrebbe modificare la Storia".

Il ministro della «giustizia» Clemente Mastella
Inevitabile: il negazionismo sarà reato punito penalmente.
Inevitabile che a varare questa norma in Italia sia Clemente Mastella, il
fondatore del solo partito che, in un mondo dove la giustizia avesse un
senso, andrebbe disciolto per legge, avendo come uno scopo quello -
criminale - del clientelismo e dell'accaparrento di denaro pubblico.
Ma non è un mondo dove la giustizia ha un senso, e infatti Mastella è ministro della «giustizia», mentre dovrebbe essere reato essere Mastella.
Ciò tuttavia è inevitabile, dati i tempi che corrono.
Tempi ultimi, anticristici, dove il Padre della Menzogna impone la sua legge.
I telegiornali hanno intervistato Alessandro Ruben, definito «promotore
della legge» di Mastella.
Il lobbista.
Questo Reuben è presidente italiano (con accento spiccatamente israeliano)
della Anti-Defamation League (ADL), l'organismo creato dal B'nai Bh'rith, la
massoneria riservata agli ebrei.
Ad insediare Ruben in Italia è stato Abraham Foxman, il capo dell'ADL
americano.
Lo stesso che nel gennaio 2005 ingiunse al Vaticano di bloccare il processo
di beatificazione di Pio XII; e ciò sulla base di un «documento» datato 1946
in cui apparentemente Pio XII ordinava di non consegnare alle famiglie i
bambini ebrei, rifugiati presso cattolici, se fossero stati battezzati.
Il documento era stato rivelato da Il Corriere pochi giorni prima.
Era scritto a macchina e non era firmato: palesemente un falso preparato ad
hoc, una specialità della ADL - la quale avrebbe molto da insegnare a
qualunque negazionista in fatto di menzogne.
Il Vaticano ha ceduto, e anche questo è inevitabile.
Il B'nai B'hrit aveva mandato al Concilio osservatori che riuscirono a far
abolire la preghiera per la conversione degli ebrei.
Nasceva la «sola religione rimasta», quella a cui ormai tutti siamo
obbligati a credere. E a prestare culto con atti esterni.
Ruben, con lo spiccato accento israeliano, ha detto che la «libertà di
pensiero è sacrosanta» ma che il negazionismo va vietato «perché chi nega
l'olocausto ha in realtà altri scopi».
Con ciò, ha dichiarato il vero scopo.
La legge-Mastella sarà usata per soffocare le voci critiche sui crimini
d'Israele; e via via, l'attacco alla libertà di pensare sarà esteso ad
libitum, secondo il volere del potere.
Inevitabile: Mastella non sa che farsene della libertà di pensiero e di
ricerca, essendo il pensiero a lui estraneo, e i suoi delitti tutti volti al
concreto.
Non può nemmeno sapere che così ha sancito la nascita del primo
«psico-reato», profetizzato da Orwell.
Ora seguirà la psico-polizia, su indicazione di Ruben.
Tutto ciò è inevitabile, e protestare è inutile.
La sola difesa, per il momento, è tacere sull'olocausto.
Non parlarne mai, né per affermarlo né per negarlo.
Non c'è difesa possibile per chi lo nega - la legge è stata fatta appunto
per impedire di portare prove eventualmente contrarie alla versione
ufficiale - e il silenzio è la sola difesa.
La psico-polizia farà domande: credi all'olocausto?
Non si deve rispondere né sì né no.
La psicopolizia vuole spiare i nostri pensieri, nemmeno l'agnosticismo sarà
ammesso.
Tutto ciò è inevitabile.
Tale è il dominio di un popolo che ogni anno, allo Yom Kippur, ripete la
cosiddetta preghiera detta «Kol Nidrè».
Essa suona così: «Tutti i voti, gli impegni, i giuramenti e gli anatemi che
siano chiamati 'konam', 'konas', o con qualsiasi altro nome, che potremmo
aver pronunziato o per i quali potremmo esserci impegnati siano cancellati,
da questo giorno di pentimento sino al prossimo».
Con questa «preghiera», questo popolo si libera in anticipo da ogni impegno
e voto, si dà il diritto di violare ogni giuramento che pronuncerà nel corso
dell'anno prossimo.
Dunque, si dà il diritto di mentire e tradire; si consente e si assolve da
ogni slealtà e falsità, si scioglie da ogni promessa fatta a non-ebrei, e
dal tener fede ad ogni contratto.
In anticipo.
Mastella può recitare il Kol Nidrè con gusto e profitto: sembra fatto
apposta per lui, talmudista sans le savoir, e per il suo partitino della
disonestà come fine unico e proclamato.
E' questa la nuova legge sotto cui dobbiamo vivere.
Loro possono mentire anche sull'olocausto.
Mentire su tutto.

A noi non resta che parlare - finchè si può - del loro «oggi», di quel che
fanno ai bambini palestinesi, dell'oppressione e della morte che danno alla
gente sotto il loro dominio, dell'uranio che hanno sparso in Libano, dei
loro attentati false-flag; non mancano gli argomenti, ce ne offrono molti
ogni giorno, con le loro atrocità, manovre occulte, volontà omicida.
E' l'attualità che deve interessarci, visto che la storia ci è vietata, e la
«memoria» è imposta.
Finchè si può, s'intende.
Il Padre della Menzogna ha esteso il suo potere, e i figli della menzogna
sono all'opera, insonni.

Maurizio Blondet

14 gennaio 2007

Il capitalismo predatorio


Il business in forte aumento delle carte di credito è una delle industrie più lucrose e distruttive che siano mai emerse dall'inventiva mente capitalista. Citibank sta raccogliendo più denaro di Microsoft e Wal-Mart. Profitti osceni vengono realizzati senza sollevare un dito per compiere alcun lavoro fisico. Nel 2004 una singola compagnia di credito—la MBNA --ha realizzato una volta e mezzo i profitti del gigante del fast-food McDonald’s. Raccogliere i debiti fatti con le carte di credito è un business estremamente lucroso.

La moderna industria delle carte di credito, nata in South Dakota, ha iniziato a realizzare profitti osceni grazie alla deregolamentazione. La corte suprema ha anche giocato un ruolo fondamentale nel far espandere i profitti dell'industria bancaria sollevando i limiti al totale dei pagamenti addizionali che le compagnie di credito possono imporre ai loro clienti. Ora non c'è limite. La deregolamentazione ha avuto come risultato il sistematico furto ai danni dei consumatori tramite pratiche che possono essere solo descritte come intenzionalmente predatorie.

E’ stato da più parti stimato che quest'anno i debiti fatti con le carte di credito saranno responsabili del 26% delle vendite al dettaglio fatte nel periodo tra il giorno del Ringraziamento e le vacanze di Natale, un aumento del 3% rispetto al 2005. Il periodo di shopping più affollato dell'anno non è, come spesso riportato, nel giorno di Black Friday è compreso tra l'11 e il 17 di dicembre. Durante questo intervallo gli americani spenderanno probabilmente $ 34 miliardi in acquisti fatti con le carte di credito; e il totale sarà quasi di $ 86 miliardi per il periodo tra il giorno del Ringraziamento e Natale. Ulteriori miliardi saranno spesi con le carte di credito emesse dai negozi stessi. In totale, per queste vacanze, gli americani accumuleranno $ 135 miliardi in debiti fatti con le carte di credito.

Ad oggi il volume dei soldi spesi con le carte di credito è dell'11% maggiore rispetto all'anno scorso. La National Retail Federation ha stimato che più di $ 454 miliardi saranno spesi dei consumatori americani durante le vacanze quest'anno, comprendendo gli acquisti in contanti. Ciò rappresenta un incremento del 5% rispetto all'anno precedente, mentre VISA USA stima che le vendite per la stagione vacanziera 2006 aumenteranno del 7,5%. Questi numeri sono veramente stupefacenti e non vengono facilmente compresi.

Pagando solo il minimo mensile, come fanno molte famiglie non ricche, possono essere necessari più di trent'anni per pagare un vestito o un elettrodomestico acquistato nel supermercato locale. Ciò lo rende un regalo piuttosto dispendioso, e ogni anno ulteriore debito viene accumulato sul vecchio, rendendo difficile se non impossibile uscirne. Ma questa è la vera idea che sta dietro al capitalismo predatorio. I membri dell'industria definiscono ‘usausti’ la piccola percentuale di proprietari di carte di credito che non portano un saldo mensile. Trappole per i consumatori vengono pensate in modo da garantire che chi usa le carte di credito sia in ritardo con i pagamenti o ecceda i limiti di credito.

Quando chi usa le carte di credito è in ritardo con i pagamenti, come viene facilmente predetto dei complessi algoritmi usati da chi emette le carte, i tassi di interesse salgono drammaticamente e ulteriori pagamenti vengono aggiunti al conto mensile. Milioni di utilizzatori delle carte spendono gran parte del loro stipendio per pagare costi esorbitanti senza che il loro saldo diminuisca, o solo con una minima riduzione. I banchieri stanno raccogliendo miliardi, mentre le famiglie della classe lavoratrice stanno diventando schiavi indebitati dei capitalisti predatori dell'industria delle carte di credito. Ciò è stato reso possibile con la benedizione del Congresso che operava sotto l'influenza dei lobbisti delle corporation che infestano Capitol Hill come vermi in un cadavere.

Le leggi sulla bancarotta che un tempo fornivano ai lavoratori una strada per uscire dal debito non sono più disponibili come via di fuga. Si dovrebbe notare, però, che i tribunali per la bancarotta sono ancora aperti alle corporation e forniscono loro sollievo dai debiti ed una possibilità di iniziare una nuova vita.

Perciò i ladri delle banche continueranno a rapinare le famiglie dei lavoratori sino a che non sarà la morte a sottrargliele. E poi il carico del debito verrà passato ai parenti più stretti. Oltre che una gallina dalle uova d'oro costruita per sottrarre alla gente gli stipendi da loro duramente guadagnati, il debito fatto con le carte di credito è anche un modo per controllare i debitori e mantenerli in riga; ed è un grande fronte di battaglia per la guerra di classe che infuria nel continente.

Come il pollo modificato geneticamente per avere un petto di grandezza abnorme, il consumatore americano viene alimentato per consumare e per essere mangiato dai capitalisti predatori. I consumatori vengono sedotti da campagne pubblicitarie che li alimentano col bisogno di consumare, senza badare a quanto ciò sia distruttivo per se stessi o per il pianeta.

Gli accordi per le carte di credito sono così complessi e deliberatamente fuorvianti che pochi consumatori, se non addirittura avvocati, possono completamente comprenderli; e sono cosparsi di trappole nascoste e trabocchetti che garantiscono una vita intera di debito.

Dalle statistiche precedentemente citate dovrebbe essere chiaro che la gente è nuda e vulnerabile di fronte ai predatori capitalisti e alle loro truppe nel governo. Enormi debiti personali sono un ennesimo esempio di un sistema guidato dal profitto che non funziona per il bene dei lavoratori di questa nazione. La fiducia che dovrebbe fiorire tra la gente il governo non esiste più, e la maggioranza dei cittadini viene lasciata senza rappresentanza. Il capitalismo predatorio crea un'enorme ricchezza per pochi privilegiati sfruttando i lavoratori che cercano di sopravvivere con pochi o nessun beneficio, e facendo diversi lavori, ciascuno che fornisce uno stipendio insufficiente per vivere.

Praticamente tutte le istituzioni finanziarie di questo paese, compresa la Federal Reserve, sono aizzate contro le famiglie della classe lavoratrice. Il Congresso lavora per il grande business piuttosto che per i lavoratori, come evidenziato dalle decisioni politiche e dalle votazioni. Dobbiamo avere chiaro da che parte essi stanno.

Metodi sempre più creativi per derubare la gente vengono ideati nei consigli di amministrazione di tutta America e prontamente resi legge dal Congresso. Milioni di lavoratori si trovano perciò sepolti da valanghe di debiti da cui non potranno mai scappare. I debitori sono una gallina dalle uova d'oro per le industrie delle carte di credito e delle banche. Alla fine ci verrà chiesto di lavorare sino alla morte, mentre i nostri creditori e il Congresso lavorano in accordo per dissanguarci e ingozzarsi della nostra fatica e della nostra sofferenza.

La scarsa considerazione in cui i lavoratori sono tenuti in America dalla plutocrazia al governo sottolinea il fatto che non c’è nessuno che badi ai nostri interessi. Ma dobbiamo ricordarci invece che noi siamo il 95% della popolazione. La nostra bassa posizione economica fa si che rimarremo sempre ai gradini più bassi, o sopravvivendo o morendo sulle briciole che cadono dalla tavola dei ricchi e che garantiscono la nostra perpetua schiavitù nei loro confronti. Ciò dimostra anche la necessità di organizzarci come classe e sollevarci assieme contro i predatori delle corporation che ci dissanguano privandoci della vita, della libertà, e del diritto a cercare la felicità.

26 gennaio 2007

La mafia dei baroni



Mafia. Il guaio è che non sono solo i magistrati a usare questo termine. Adesso anche i docenti più disillusi citano il modello di Cosa nostra come unico riferimento per descrivere la gestione dei concorsi nelle università italiane. Proprio nei luoghi dove si dovrebbe costruire il futuro, prospera una figura medievale capace di resistere a ogni riforma: il barone. Un tempo i suoi feudi erano piccoli, poteva controllare direttamente vassalli e valvassori, mentre doveva piegarsi davanti a un solo re, lo Stato. Ora invece il numero dei docenti e degli atenei è esploso. C'è da corteggiare aziende e fondazioni, mentre spesso bisogna anche fare i conti con le Regioni. Così l'ultima generazione di baroni per mantenere intatto il potere ha rinunciato a ogni parvenza di nobiltà accademica e si è organizzata secondo gli schemi dell'onorata società. Questo raccontano gli investigatori di tre procure che hanno radiografato l'assegnazione di decine e decine di poltrone negli atenei di tutta Italia, dalle Alpi alla Sicilia. Un terremoto con epicentro a Bari, Firenze e Bologna che vede indagati un centinaio di professori. E che ha messo alla luce gli stessi giochi di potere in tutti gli atenei scandagliati. Scrive il giudice Giuseppe De Benectis: "I concorsi universitari erano dunque celebrati, discussi e decisi molto prima di quanto la loro effettuazione facesse pensare, a cura di commissari che sembravano simili a pochi 'associati' a una 'cosca' di sapore mafioso". Rincarano la dose i professori Mariano Giaquinta e Angelo Guerraggio: "'Sistema mafioso' vuole dire 'cupole di gestione' delle carriere e degli affari universitari, spesso camuffate come gruppi democratici di rappresentanza o gruppi di ricerca".

Se i giovani più promettenti emigrano non è solo questione di risorse; se la ricerca langue e i policlinici sono sotto accusa, la colpa è anche del 'sistema'. Che fa persino rimpiangere il passato: "Una volta si parlava di 'baroni'. Adesso i numeri (anche dei docenti) sono cresciuti. Al posto del singolo barone ci sono i clan e i loro leader, che non necessariamente sono i migliori dal punto di vista della ricerca...", scrivono sempre Giaquinta e Guerraggio, docenti di matematica che hanno appena pubblicato un saggio coraggioso intitolato 'Ipotesi per l'università'. E continuano: "La situazione non sembra migliorata: baroni per baroni, sistema mafioso per sistema mafioso, forse i vecchi 'mandarini' sapevano maggiormente conciliare il loro interesse con quello generale. La difesa delle posizioni conquistate dal 'gruppo' riusciva, in parte, a diventare anche fattore di progresso. Sicuramente più di quanto accada adesso".



Cattedre immortali
Come nelle cronache del basso impero, i nuovi baroni non si limitano a spadroneggiare nei loro castelli, ma creano alleanze con altri signorotti, in modo da proteggersi l'un l'altro e dilagare nell'immunità. Eppure ci sono state prese di posizione dirompenti, come quella di Gino Giugni, che nell'estate del 2005 denunciò in una lettera aperta ai professori di diritto del lavoro "la gestione combinata nella selezione dei giovani studiosi". Il padre dello Statuto dei lavoratori chiedeva che "tutti i colleghi di buona volontà" unissero il loro impegno "per riportare serenità, trasparenza, e ancor più equità nelle scelte accademiche". Raccolse un plauso tanto ampio quanto generico. Insomma, nessuno ebbe il coraggio di fare un nome o denunciare un concorso specifico. Oggi Giugni spiega a 'L'espresso' di non essere pentito di quella sortita. Da vecchio socialista si sforza di mantenere un ottimismo di principio, ma ammette: "Da quello che mi raccontano, temo che non sia cambiato proprio nulla". La razza barona infatti gode di un privilegio tra i privilegi: quello dell'immortalità accademica. Gli effetti concreti dell'intervento della magistratura sono limitati. Se non totalmente inutili: le sentenze non riescono a scalfire le poltrone. Ai tempi biblici della giustizia penale si sommano le controversie civili e amministrative, con ragnatele di ricorsi incrociati. Alla fine, persino il baronetto riesce quasi sempre a conservare il feudo ereditato dal padre in violazione d'ogni legge. Il caso più assurdo è quello del concorso di otorinolaringoiatria bandito nel 1988: ci sono state dieci sentenze, confermate pure dalla Suprema corte, centinaia di articoli di giornali, almeno quattro libri e una decina di interrogazioni parlamentari. Il professor Motta senior è stato condannato, eppure il professor Motta junior continua a detenere legalmente quel posto da 18 anni. Se l'immortalità è garantita anche nell'immoralità in caso di giudizi definitivi, facile immaginare il colpo di spugna che calerà con l'indulto sugli ultimi scandali universitari. Tutte le accuse di abuso in atti d'ufficio, il reato classico delle selezioni addomesticate, verranno spazzate via: resteranno solo le più gravi, quelle per le quali viene contestata anche l'associazione per delinquere, la corruzione o la concussione.

Fonte: l'espresso

23 gennaio 2007

Le leggi "Mastella"


Tristemente famoso per le sue leggi, vedi indulto, adesso ci riprova con la legge che "potrebbe modificare la Storia".

Il ministro della «giustizia» Clemente Mastella
Inevitabile: il negazionismo sarà reato punito penalmente.
Inevitabile che a varare questa norma in Italia sia Clemente Mastella, il
fondatore del solo partito che, in un mondo dove la giustizia avesse un
senso, andrebbe disciolto per legge, avendo come uno scopo quello -
criminale - del clientelismo e dell'accaparrento di denaro pubblico.
Ma non è un mondo dove la giustizia ha un senso, e infatti Mastella è ministro della «giustizia», mentre dovrebbe essere reato essere Mastella.
Ciò tuttavia è inevitabile, dati i tempi che corrono.
Tempi ultimi, anticristici, dove il Padre della Menzogna impone la sua legge.
I telegiornali hanno intervistato Alessandro Ruben, definito «promotore
della legge» di Mastella.
Il lobbista.
Questo Reuben è presidente italiano (con accento spiccatamente israeliano)
della Anti-Defamation League (ADL), l'organismo creato dal B'nai Bh'rith, la
massoneria riservata agli ebrei.
Ad insediare Ruben in Italia è stato Abraham Foxman, il capo dell'ADL
americano.
Lo stesso che nel gennaio 2005 ingiunse al Vaticano di bloccare il processo
di beatificazione di Pio XII; e ciò sulla base di un «documento» datato 1946
in cui apparentemente Pio XII ordinava di non consegnare alle famiglie i
bambini ebrei, rifugiati presso cattolici, se fossero stati battezzati.
Il documento era stato rivelato da Il Corriere pochi giorni prima.
Era scritto a macchina e non era firmato: palesemente un falso preparato ad
hoc, una specialità della ADL - la quale avrebbe molto da insegnare a
qualunque negazionista in fatto di menzogne.
Il Vaticano ha ceduto, e anche questo è inevitabile.
Il B'nai B'hrit aveva mandato al Concilio osservatori che riuscirono a far
abolire la preghiera per la conversione degli ebrei.
Nasceva la «sola religione rimasta», quella a cui ormai tutti siamo
obbligati a credere. E a prestare culto con atti esterni.
Ruben, con lo spiccato accento israeliano, ha detto che la «libertà di
pensiero è sacrosanta» ma che il negazionismo va vietato «perché chi nega
l'olocausto ha in realtà altri scopi».
Con ciò, ha dichiarato il vero scopo.
La legge-Mastella sarà usata per soffocare le voci critiche sui crimini
d'Israele; e via via, l'attacco alla libertà di pensare sarà esteso ad
libitum, secondo il volere del potere.
Inevitabile: Mastella non sa che farsene della libertà di pensiero e di
ricerca, essendo il pensiero a lui estraneo, e i suoi delitti tutti volti al
concreto.
Non può nemmeno sapere che così ha sancito la nascita del primo
«psico-reato», profetizzato da Orwell.
Ora seguirà la psico-polizia, su indicazione di Ruben.
Tutto ciò è inevitabile, e protestare è inutile.
La sola difesa, per il momento, è tacere sull'olocausto.
Non parlarne mai, né per affermarlo né per negarlo.
Non c'è difesa possibile per chi lo nega - la legge è stata fatta appunto
per impedire di portare prove eventualmente contrarie alla versione
ufficiale - e il silenzio è la sola difesa.
La psico-polizia farà domande: credi all'olocausto?
Non si deve rispondere né sì né no.
La psicopolizia vuole spiare i nostri pensieri, nemmeno l'agnosticismo sarà
ammesso.
Tutto ciò è inevitabile.
Tale è il dominio di un popolo che ogni anno, allo Yom Kippur, ripete la
cosiddetta preghiera detta «Kol Nidrè».
Essa suona così: «Tutti i voti, gli impegni, i giuramenti e gli anatemi che
siano chiamati 'konam', 'konas', o con qualsiasi altro nome, che potremmo
aver pronunziato o per i quali potremmo esserci impegnati siano cancellati,
da questo giorno di pentimento sino al prossimo».
Con questa «preghiera», questo popolo si libera in anticipo da ogni impegno
e voto, si dà il diritto di violare ogni giuramento che pronuncerà nel corso
dell'anno prossimo.
Dunque, si dà il diritto di mentire e tradire; si consente e si assolve da
ogni slealtà e falsità, si scioglie da ogni promessa fatta a non-ebrei, e
dal tener fede ad ogni contratto.
In anticipo.
Mastella può recitare il Kol Nidrè con gusto e profitto: sembra fatto
apposta per lui, talmudista sans le savoir, e per il suo partitino della
disonestà come fine unico e proclamato.
E' questa la nuova legge sotto cui dobbiamo vivere.
Loro possono mentire anche sull'olocausto.
Mentire su tutto.

A noi non resta che parlare - finchè si può - del loro «oggi», di quel che
fanno ai bambini palestinesi, dell'oppressione e della morte che danno alla
gente sotto il loro dominio, dell'uranio che hanno sparso in Libano, dei
loro attentati false-flag; non mancano gli argomenti, ce ne offrono molti
ogni giorno, con le loro atrocità, manovre occulte, volontà omicida.
E' l'attualità che deve interessarci, visto che la storia ci è vietata, e la
«memoria» è imposta.
Finchè si può, s'intende.
Il Padre della Menzogna ha esteso il suo potere, e i figli della menzogna
sono all'opera, insonni.

Maurizio Blondet

14 gennaio 2007

Il capitalismo predatorio


Il business in forte aumento delle carte di credito è una delle industrie più lucrose e distruttive che siano mai emerse dall'inventiva mente capitalista. Citibank sta raccogliendo più denaro di Microsoft e Wal-Mart. Profitti osceni vengono realizzati senza sollevare un dito per compiere alcun lavoro fisico. Nel 2004 una singola compagnia di credito—la MBNA --ha realizzato una volta e mezzo i profitti del gigante del fast-food McDonald’s. Raccogliere i debiti fatti con le carte di credito è un business estremamente lucroso.

La moderna industria delle carte di credito, nata in South Dakota, ha iniziato a realizzare profitti osceni grazie alla deregolamentazione. La corte suprema ha anche giocato un ruolo fondamentale nel far espandere i profitti dell'industria bancaria sollevando i limiti al totale dei pagamenti addizionali che le compagnie di credito possono imporre ai loro clienti. Ora non c'è limite. La deregolamentazione ha avuto come risultato il sistematico furto ai danni dei consumatori tramite pratiche che possono essere solo descritte come intenzionalmente predatorie.

E’ stato da più parti stimato che quest'anno i debiti fatti con le carte di credito saranno responsabili del 26% delle vendite al dettaglio fatte nel periodo tra il giorno del Ringraziamento e le vacanze di Natale, un aumento del 3% rispetto al 2005. Il periodo di shopping più affollato dell'anno non è, come spesso riportato, nel giorno di Black Friday è compreso tra l'11 e il 17 di dicembre. Durante questo intervallo gli americani spenderanno probabilmente $ 34 miliardi in acquisti fatti con le carte di credito; e il totale sarà quasi di $ 86 miliardi per il periodo tra il giorno del Ringraziamento e Natale. Ulteriori miliardi saranno spesi con le carte di credito emesse dai negozi stessi. In totale, per queste vacanze, gli americani accumuleranno $ 135 miliardi in debiti fatti con le carte di credito.

Ad oggi il volume dei soldi spesi con le carte di credito è dell'11% maggiore rispetto all'anno scorso. La National Retail Federation ha stimato che più di $ 454 miliardi saranno spesi dei consumatori americani durante le vacanze quest'anno, comprendendo gli acquisti in contanti. Ciò rappresenta un incremento del 5% rispetto all'anno precedente, mentre VISA USA stima che le vendite per la stagione vacanziera 2006 aumenteranno del 7,5%. Questi numeri sono veramente stupefacenti e non vengono facilmente compresi.

Pagando solo il minimo mensile, come fanno molte famiglie non ricche, possono essere necessari più di trent'anni per pagare un vestito o un elettrodomestico acquistato nel supermercato locale. Ciò lo rende un regalo piuttosto dispendioso, e ogni anno ulteriore debito viene accumulato sul vecchio, rendendo difficile se non impossibile uscirne. Ma questa è la vera idea che sta dietro al capitalismo predatorio. I membri dell'industria definiscono ‘usausti’ la piccola percentuale di proprietari di carte di credito che non portano un saldo mensile. Trappole per i consumatori vengono pensate in modo da garantire che chi usa le carte di credito sia in ritardo con i pagamenti o ecceda i limiti di credito.

Quando chi usa le carte di credito è in ritardo con i pagamenti, come viene facilmente predetto dei complessi algoritmi usati da chi emette le carte, i tassi di interesse salgono drammaticamente e ulteriori pagamenti vengono aggiunti al conto mensile. Milioni di utilizzatori delle carte spendono gran parte del loro stipendio per pagare costi esorbitanti senza che il loro saldo diminuisca, o solo con una minima riduzione. I banchieri stanno raccogliendo miliardi, mentre le famiglie della classe lavoratrice stanno diventando schiavi indebitati dei capitalisti predatori dell'industria delle carte di credito. Ciò è stato reso possibile con la benedizione del Congresso che operava sotto l'influenza dei lobbisti delle corporation che infestano Capitol Hill come vermi in un cadavere.

Le leggi sulla bancarotta che un tempo fornivano ai lavoratori una strada per uscire dal debito non sono più disponibili come via di fuga. Si dovrebbe notare, però, che i tribunali per la bancarotta sono ancora aperti alle corporation e forniscono loro sollievo dai debiti ed una possibilità di iniziare una nuova vita.

Perciò i ladri delle banche continueranno a rapinare le famiglie dei lavoratori sino a che non sarà la morte a sottrargliele. E poi il carico del debito verrà passato ai parenti più stretti. Oltre che una gallina dalle uova d'oro costruita per sottrarre alla gente gli stipendi da loro duramente guadagnati, il debito fatto con le carte di credito è anche un modo per controllare i debitori e mantenerli in riga; ed è un grande fronte di battaglia per la guerra di classe che infuria nel continente.

Come il pollo modificato geneticamente per avere un petto di grandezza abnorme, il consumatore americano viene alimentato per consumare e per essere mangiato dai capitalisti predatori. I consumatori vengono sedotti da campagne pubblicitarie che li alimentano col bisogno di consumare, senza badare a quanto ciò sia distruttivo per se stessi o per il pianeta.

Gli accordi per le carte di credito sono così complessi e deliberatamente fuorvianti che pochi consumatori, se non addirittura avvocati, possono completamente comprenderli; e sono cosparsi di trappole nascoste e trabocchetti che garantiscono una vita intera di debito.

Dalle statistiche precedentemente citate dovrebbe essere chiaro che la gente è nuda e vulnerabile di fronte ai predatori capitalisti e alle loro truppe nel governo. Enormi debiti personali sono un ennesimo esempio di un sistema guidato dal profitto che non funziona per il bene dei lavoratori di questa nazione. La fiducia che dovrebbe fiorire tra la gente il governo non esiste più, e la maggioranza dei cittadini viene lasciata senza rappresentanza. Il capitalismo predatorio crea un'enorme ricchezza per pochi privilegiati sfruttando i lavoratori che cercano di sopravvivere con pochi o nessun beneficio, e facendo diversi lavori, ciascuno che fornisce uno stipendio insufficiente per vivere.

Praticamente tutte le istituzioni finanziarie di questo paese, compresa la Federal Reserve, sono aizzate contro le famiglie della classe lavoratrice. Il Congresso lavora per il grande business piuttosto che per i lavoratori, come evidenziato dalle decisioni politiche e dalle votazioni. Dobbiamo avere chiaro da che parte essi stanno.

Metodi sempre più creativi per derubare la gente vengono ideati nei consigli di amministrazione di tutta America e prontamente resi legge dal Congresso. Milioni di lavoratori si trovano perciò sepolti da valanghe di debiti da cui non potranno mai scappare. I debitori sono una gallina dalle uova d'oro per le industrie delle carte di credito e delle banche. Alla fine ci verrà chiesto di lavorare sino alla morte, mentre i nostri creditori e il Congresso lavorano in accordo per dissanguarci e ingozzarsi della nostra fatica e della nostra sofferenza.

La scarsa considerazione in cui i lavoratori sono tenuti in America dalla plutocrazia al governo sottolinea il fatto che non c’è nessuno che badi ai nostri interessi. Ma dobbiamo ricordarci invece che noi siamo il 95% della popolazione. La nostra bassa posizione economica fa si che rimarremo sempre ai gradini più bassi, o sopravvivendo o morendo sulle briciole che cadono dalla tavola dei ricchi e che garantiscono la nostra perpetua schiavitù nei loro confronti. Ciò dimostra anche la necessità di organizzarci come classe e sollevarci assieme contro i predatori delle corporation che ci dissanguano privandoci della vita, della libertà, e del diritto a cercare la felicità.