11 maggio 2011

Ecco come si inganna

Ho detto a più riprese che sulle storie cosiddette “complottiste” sarei tornato con calma. Ma questa volta non posso dilazionare perché vi voglio dimostrare coi fatti quale sia la condotta di Paolo Attivissimo. Il detto signore ha pronunciato questa frase nella puntata di Matrix del 5 maggio 2001:

«Un dato di fatto che chiunque da casa può controllare. In realtà quello che ha detto Giulietto Chiesa sull’assenza del World Trade Center 7 dal rapporto della Commissione Ufficiale è purtroppo un errore. Non ha studiato adeguatamente, perché basta leggere il rapporto per sapere che il World Trade Center 7 è citato con il suo nome dell’epoca, il Solomon Building. Questo è quello che fa un buon ricercatore, verifica i fatti. Evidentemente Giulietto Chiesa in questo caso ha preso una cantonata».

Sottolineo alcuni punti: ha detto che “chiunque da casa può controllare”. Primo trucco: lui sa che quasi nessuno andrà a controllare. Io l’ho fatto. Chiunque, del resto, può farlo andando sul Rapporto Ufficiale della Commissione sull’11 settembre 2001. Non si troverà traccia di alcun “Solomon Building”. Chi andasse a rivedersi il filmato della trasmissione noterà il tono sussiegoso con cui Attivissimo ha fatto la sua lezione. Ex cathedra, come se lui avesse in mano la situazione e potesse dare i voti. Come un vero maestrino annuncia che io non ho “studiato adeguatamente”. Che non sono un buon ricercatore e ho “preso una cantonata”.

Poi qualcuno gli ha fatto notare la balla e lui ha dovuto ammettere, sul suo sito, che quel “Solomon Building” non c’è. Ma, per intorbidire le acque, ha aggiunto che certo che se ne parla del famoso Wtc-7, addirittura in quattro pagine distinte. Sarebbero, anzi sono, le pagine 284, 293, 302, 305. Ahimè, questo secondo, maldestro tentativo di nascondere le tracce si rivela peggiore del primo. Ma forse lui conta, di nuovo, che nessuno vada a verificare. Io sono andato di nuovo a verificare (così vi risparmio la fatica). La questione è: come se ne parla? Tutte e quattro le volte che l’edificio Wtc-7 viene nominato è in quanto sede del Quartier generale dell’Oem (Office for Emergency Management). Non vi è cenno alcuno ai danni subiti dall’edificio. Non c’è nemmeno una riga sul fatto che l’edificio è crollato circa alle 17:20 di quelllo stesso giorno!

So per esperienza che la gran parte delle persone credono di sapere che l’11 dicembre 2001 sono crollate le due torri, ma quasi nessuno sa che le torri crollate sono tre e una delle tre non è stata colpita da nessun aereo. Lo credo bene: in questi dieci anni questo “dettaglio” è stato oscurato da tutti i media. Chi vuole capire perchè cerchi una risposta. Qui non c’è spazio per darla. Ma lo spazio è sufficiente per far notare che Attivissimo ha tentato di ingannare il pubblico di Matrix e di calunniarmi. Lui non ha fatto nessun errore: ha truccato le carte, come fa sempre.

Giulietto Chiesa

Sulla parola







Le contraddizioni e le omissioni della versione ufficiale sull'uccisione di bin Laden inducono al dubbio. Dal black-out di venti minuti durante la diretta del blitz ai nuovi video trovati nel computer dello sceicco identici a quelli del 2007

Il presidente Obama sembra avere fretta di calare il sipario sull'uccisione di bin Laden: una vicenda che con il passare dei giorni, invece di chiarirsi, si va sempre più confondendo sotto il peso di omissioni, contraddizioni, dubbi e sospetti. Non possiamo mostrare le prove, ma fidatevi della nostra parola, dice in sostanza l'amministrazione Usa.

La stessa amministrazione che aveva detto che durante il blitz bin Laden aveva sparato ai Navy Seals facendosi scudo della moglie. Poi invece è venuto fuori che lo sceicco era disarmato.
La stessa amministrazione che aveva affermato di aver sepolto in mare il suo cadavere nel rispetto della tradizione islamica. Poi è emerso che questa pratica è contraria alla religione musulmana.

La stessa amministrazione che aveva dichiarato di aver seguito in diretta da Washington ''minuto per minuto'' il blitz di Abbottabad. Poi si è scoperto, per ammissione dello stesso capo della Cia, che né lui né il presidente né i suoi collaboratori immortalati nella famosa foto della Situation room della Casa Bianca hanno ''visto'' l'uccisione di bin Laden per un imprevisto black-out della diretta avvenuto proprio al momento dell'irruzione e durato oltre venti minuti.

La stessa amministrazione che, nei giorni scorsi, ha reso pubblici cinque nuovi video ''trovati'' nel computer di bin Laden, presentandoli come prova definitiva della versione ufficiale dei fatti di Abbottabad. Ma anche questi video hanno suscitato perplessità.

Se le immagini di un vecchio bin Laden 'privato' che si riguarda compiaciuto alla tv convincono poco per l'inquadratura di spalle che non mostra il volto (ma solo un mezzo profilo che qualcuno giudica un falso), dubbi ancor maggiori sorgono sugli altri quattro filmati in cui un Osama 'pubblico', truccato e con la barba tinta, prova diversi set per un videomessaggio mai pubblicato.

Lo sceicco immortalato in questi ultimi video, che secondo il Pentagono sarebbero stati girati ''tra il 9 ottobre e il 5 novembre 2010'', risulta infatti inspiegabilmente identico a quello apparso in un vecchio video del 7 settembre 2007: cambia solo il colore dello sfondo e il mantello dorato slacciato. Per il resto, sembrano girati nello stesso periodo, non a più di tre anni l'uno dall'altro.

Un filmato, quello diffuso alla vigilia del sesto anniversario dell'11 settembre, che già all'epoca aveva suscitato forti dubbi sulla sua autenticità, come del resto tutti i video di bin Laden successivi a quelli di fine 2001 resi pubblici dal Site Institute o dall'Intel Center: agenzie private al servizio del governo Usa, ufficialmente dedite al monitoraggio professionale dei siti jihadisti.

Il video del 2007, infatti, oltre a a presentare sospetti tagli di montaggio e a mostrare per la prima volta un bin Laden incredibilmente ringiovanito rispetto ai video del 2001 grazie a tinte e trucchi (lasciando stupito chi immaginava che la sindrome di Peter Pan colpisse solo dittatori turkmeni e premier italiani) era stato ''scoperto'' dal Site Institute prima che venisse postato sui siti qaedisti.

I video di bin Laden, i nuovi come i vecchi, sarebbero dunque dei falsi fabbricati dallo stesso governo Usa? Per quanto bizzarra sembri questa ipotesi, un anno fa ex agenti della Cia hanno raccontato al Washington Post che in passato l'Ufficio servizi tecnici dell'agenzia ha fatto proprio questo.

Dunque, fidarsi o no del governo degli Stati Uniti? Le bufale propagandistiche del salvataggio della soldatessa Jessica Lynch o dell'eroica morte della star del football Pat Tillmam – per non parlare di falsi storici accertati come l'operazione Northwoods o l'incidente del Golfo del Tonchino – dimostrano che la mistificazione della realtà non è sconosciuta ai governanti americani.


di Enrico Piovesana

La democrazia



Giovanni ha 54 anni, lavora saltuariamente e mangia quando capita. Questo mese è impegnato al banco del pesce di un grande ipermercato, dopo una lunga pausa passata a peregrinare fra le agenzie interinali, che aveva fatto seguito ai tre mesi trascorsi nel magazzino di uno spedizioniere, e prima dell’estate, quando scadrà il contratto bimestrale, gli toccherà ricominciare tutto daccapo.
Giovanni ha due figli ormai grandi. Giacomo, il più vecchio, gli ha sempre dato grandi soddisfazioni, intelligente, studioso, grande lavoratore, si é sposato cinque anni prima e da allora abita in un appartamento molto elegante poco fuori Milano. Lavora nella pubblicità, ha un ufficio tutto suo in centro e frequenta bella gente, di quella che la vedi sempre allegra, sicura di sé e padrona del proprio destino.
Farlo studiare è costato grandi sacrifici, ma a quei tempi Giovanni aveva una piccola cartoleria e tirando un poco la cinghia aveva potuto permetterselo. E ne è valsa eccome la pena, dal momento che oggi Giacomo è una persona felice e realizzata. Beh, proprio felice forse no, dal momento che con Cristina le cose non vanno molto bene e parlano sempre più spesso di separazione, ma realizzato sicuramente. Anche se in agenzia la concorrenza sta facendosi sempre più feroce e le rate del mutuo sono davvero pesanti e quel bel Touareg grigio metallizzato la settimana scorsa se lo sono portato via quelli delle riscossioni......


Caterina invece, fin da piccola è sempre stata una testa matta, ribelle come pochi, sempre lì a contestare, a pretendere, a creare qualche problema. Adesso vive negli Stati Uniti, a Detroit, fa la cameriera in un fast food e non si fa sentire molto spesso, se non per chiedere soldi. Ma dopo che quel brutto male si è portato via sua moglie, sembra a causa dei tanti anni passati a lavorare in tintoria, e con il sopravvenire della disoccupazione, Giovanni di soldi ne vede sempre meno e bastano a malapena per tirare avanti, fra poco dovrà rinunciare anche alla vecchia Panda, costa troppo farla riparare e in fondo sono pochi i posti dove deve andare.
Forse anche per questo Caterina telefona sempre meno e quando lo fa si tratta di conversazioni formali, fra loro non vi è modo di comunicare, quasi parlassero due lingue diverse. Lei è giovane e sta in America, ma anche lì la vita è dura, ah se lo avesse ascoltato e avesse continuato a studiare, oggi, già oggi, chissà.


La voce dello scrutatore, al quale ha appena consegnato il documento d'identità, lo distoglie dalle sue riflessioni.
-Rossi Giovanni, vada pure, cabina 3.-

Per tutta la vita è sempre stato un indeciso, probabilmente stava scritto dentro al suo dna che dovesse essere così. Non c'era nulla al mondo che riuscisse a turbarlo, quanto il dovere prendere una decisione. Anche nelle piccole cose di tutti i giorni il dubbio era sempre lì, in agguato e lo tormentava senza dargli tregua, come un tarlo che penetrava sempre più in profondità nel suo cervello e gli ripeteva -forse hai sbagliato-, -secondo me avresti dovuto scegliere diversamente-, -sei sicuro che non ti pentirai di avere fatto questa scelta?-
Ogni decisione era per lui una tortura impietosa, anche scegliere un paio di scarpe, decidere se pagare in contanti o con la carta di credito, domandarsi se fosse meglio andare a fare una passeggiata oppure restare a casa a guardare la Tv, ordinare dentro ad un ristorante, quando ancora poteva permetterselo.

Ma ormai era lì, cabina 3.
Aveva deciso di votare il Popolo delle Libertà, come la volta precedente, ma tutto a un tratto non se la sentì. A ben pensarci cosa aveva fatto quel Berlusconi per lui? Un mare di promesse mai mantenute, mentre tutto continuava ad andare a rotoli. Lavoro, ripresa economica, nuove prospettive, la meritocrazia, il paese più moderno. Tutte belle parole, ma invece solo tagli, licenziamenti, delocalizzazioni, aumenti dei prezzi e un paese dove non si riesce più a tirare avanti. Mentre lui lì, a spassarsela con le ragazzine, ad acquistare ville, a fare feste faraoniche.
La democrazia non è qualcosa dove tutti sono costretti a fare la fame ed una minoranza mangia fino a fare indigestione.

Perché allora non votare la Lega Nord, che lì a Milano avrebbe continuato ad andare forte. In fondo lui era un cittadino del nord e chi meglio della lega avrebbe potuto tutelare i suoi interessi?
Ma quel Bossi è al governo da un mucchio di tempo e per lui che sta al nord non è davvero cambiato nulla. Il campo rom vicino a casa sua continua ad essere esattamente dovera prima, per non parlare degli extracomunitari che gli portano via il lavoro, accettando stipendi da fame ancora più bassi del suo e poi la notte schiamazzano e si accoltellano per la strada. Quel Bossi è bravo solo a gridare, ma poi fa tutto quello che gli comandano. Padroni a casa nostra, dice lui, ma poi lItalia è piena di basi militari americane e invece di spendere i soldi per aiutare i cittadini, preferiscono andare a fare le missioni militari allestero.
La democrazia non significa fare promesse a vanvera, urlare e strepitare, per poi disattendere tutto quello che si era promesso e comportarsi come gli altri.


Forse quel Fini, si certo, é una persona che ispira fiducia, sempre elegante, abbronzato, moderato nei toni, pronto ad esternazioni di buon senso.
Ma anche lui è stato al governo un mucchio di tempo, come Casini, e non hanno assolutamente fatto altro che parole e poi ancora parole.
Democrazia non significa parlare, parlare e non fare mai nulla di concreto


A pensarci bene perché non votare Bersani? Si tratta di un uomo con una certa cultura, sempre sorridente, con il viso bonario, i modi semplici. Però è stato proprio il suo partito a introdurre l'euro, ed è anche grazie all'euro che i prezzi sono quasi raddoppiati. Senza contare che il centro sinsitra predica laccoglienza e promette di difendere i poveri, ma quando era al governo ha aumentato le tasse ed i poveri hanno continuato a diventare sempre più poveri.
Gli amici di suo figlio hanno detto che lo voteranno, ma loro sono tutti avvocati, gente dello spettacolo, giornalisti di successo, mica poveracci come lui. E adesso che ricorda, fu proprio il PD a far costruire linceneritore vicino a casa di sua sorella. Termovalorizzatore lo chiamano, quellimpianto tossico che lha costretta a cambiare appartamento, svendendo il suo, con il mutuo ancora mezzo da pagare.
La democrazia deve tutelare il cittadino, non rendere la sua vita simile ad una via crucis.

Ci sarebbe anche quel Di Pietro, quello di mani pulite, dei giudici, della legalità. La legalità è una grande cosa e lui si esprime con franchezza, come uno del popolo.
Ma quando era al governo lasciò varare lindulto che con la legalità aveva davvero poco a che fare e tutti i suoi discorsi sono solo invettive contro Berlusconi, come quelli di quel Travaglio che va in TV e vende libri a profusione, parlando sempre della stessa cosa.
Democrazia non significa solamente parlar male degli altri, ma piuttosto ascoltare quello che domandano i cittadini.

E quel Nichi Vendola? LObama bianco, lo chiamano. Vuole difendere lambiente, i poveri, vuole la pace, è di sinistra, ma una sinistra che sta al passo con i tempi, amica degli industriali, delle banche, forse troppo amica.
A parte che Obama, anche quello nero, non gli sta poi così simpatico, dal momento che sta facendo più guerre lui di quante non ne abbia fatte Bush che era un guerrafondaio, questo Nichi Vendola proprio non lo convince.
Ma quale ambiente se ha letto che sta facendo costruire inceneritori e centrali turbogas e quale pace se quelli della sinistra quando erano al governo hanno votato le missioni militari come Berlusconi. Per non parlare della guerra in Libia che vogliono tutti, tranne gli italiani.

Avrebbe potuto anche votare qualche partito minore, ma che senso avrebbe avuto dare il voto a qualcuno che lo avrebbe raccolto per portarlo a coloro che aveva rifiutato?

Fare la democrazia non significa raccogliere i voti del popolo, per fare tutto quello che il popolo non vuole, fidando sul fatto che comunque il popolo offrirà nuovamente il proprio consenso, perché tanto i candidati sono sempre gli stessi. Fare la democrazia significa

Dopo tutte queste considerazioni si accorse che gli restava solo più un'alternativa, non votare.
Richiudere la scheda, dopo averla lasciata intonsa e depositarla nell'urna ostentando naturalezza. Nessuno si sarebbe accorto di nulla e la tortura sarebbe finita.
Ma rinunciare al diritto/ dovere del voto sarebbe stato come astenersi dal partecipare alla società nella quale viveva. Si sarebbe trattato di un atto di vigliaccheria, un disimpegno privo di senso. Certo, nessuno lo avrebbe saputo, ma lui doveva convivere con la sua coscienza, che gli avrebbe ricordato il suo gesto, tutte le sere prima di addormentarsi e tutte le mattine, appena sveglio.
La democrazia è una cosa seria, la base di ogni società civile che si rispetti, lunica alternativa alla barbarie.

Lo sparo risuonò fragoroso nel silenzio della piccola aula, tutti si girarono sbigottiti nella direzione dalla quale era provenuto il botto, qualcuno urlò, altri rimasero con la bocca spalancata per lo stupore.
State calmi!
Esclamò il presidente del seggio, che alzatosi dalla seggiola si avvicinò alle cabine con passo deciso.
Presto qualcuno chiami un'ambulanza, nella cabina 3 c'è un uomo ferito, perde sangue, fate presto!
Anzi, anzi. Lasciate perdere, credo che luomo sia morto.
di Marco Cedolin

11 maggio 2011

Ecco come si inganna

Ho detto a più riprese che sulle storie cosiddette “complottiste” sarei tornato con calma. Ma questa volta non posso dilazionare perché vi voglio dimostrare coi fatti quale sia la condotta di Paolo Attivissimo. Il detto signore ha pronunciato questa frase nella puntata di Matrix del 5 maggio 2001:

«Un dato di fatto che chiunque da casa può controllare. In realtà quello che ha detto Giulietto Chiesa sull’assenza del World Trade Center 7 dal rapporto della Commissione Ufficiale è purtroppo un errore. Non ha studiato adeguatamente, perché basta leggere il rapporto per sapere che il World Trade Center 7 è citato con il suo nome dell’epoca, il Solomon Building. Questo è quello che fa un buon ricercatore, verifica i fatti. Evidentemente Giulietto Chiesa in questo caso ha preso una cantonata».

Sottolineo alcuni punti: ha detto che “chiunque da casa può controllare”. Primo trucco: lui sa che quasi nessuno andrà a controllare. Io l’ho fatto. Chiunque, del resto, può farlo andando sul Rapporto Ufficiale della Commissione sull’11 settembre 2001. Non si troverà traccia di alcun “Solomon Building”. Chi andasse a rivedersi il filmato della trasmissione noterà il tono sussiegoso con cui Attivissimo ha fatto la sua lezione. Ex cathedra, come se lui avesse in mano la situazione e potesse dare i voti. Come un vero maestrino annuncia che io non ho “studiato adeguatamente”. Che non sono un buon ricercatore e ho “preso una cantonata”.

Poi qualcuno gli ha fatto notare la balla e lui ha dovuto ammettere, sul suo sito, che quel “Solomon Building” non c’è. Ma, per intorbidire le acque, ha aggiunto che certo che se ne parla del famoso Wtc-7, addirittura in quattro pagine distinte. Sarebbero, anzi sono, le pagine 284, 293, 302, 305. Ahimè, questo secondo, maldestro tentativo di nascondere le tracce si rivela peggiore del primo. Ma forse lui conta, di nuovo, che nessuno vada a verificare. Io sono andato di nuovo a verificare (così vi risparmio la fatica). La questione è: come se ne parla? Tutte e quattro le volte che l’edificio Wtc-7 viene nominato è in quanto sede del Quartier generale dell’Oem (Office for Emergency Management). Non vi è cenno alcuno ai danni subiti dall’edificio. Non c’è nemmeno una riga sul fatto che l’edificio è crollato circa alle 17:20 di quelllo stesso giorno!

So per esperienza che la gran parte delle persone credono di sapere che l’11 dicembre 2001 sono crollate le due torri, ma quasi nessuno sa che le torri crollate sono tre e una delle tre non è stata colpita da nessun aereo. Lo credo bene: in questi dieci anni questo “dettaglio” è stato oscurato da tutti i media. Chi vuole capire perchè cerchi una risposta. Qui non c’è spazio per darla. Ma lo spazio è sufficiente per far notare che Attivissimo ha tentato di ingannare il pubblico di Matrix e di calunniarmi. Lui non ha fatto nessun errore: ha truccato le carte, come fa sempre.

Giulietto Chiesa

Sulla parola







Le contraddizioni e le omissioni della versione ufficiale sull'uccisione di bin Laden inducono al dubbio. Dal black-out di venti minuti durante la diretta del blitz ai nuovi video trovati nel computer dello sceicco identici a quelli del 2007

Il presidente Obama sembra avere fretta di calare il sipario sull'uccisione di bin Laden: una vicenda che con il passare dei giorni, invece di chiarirsi, si va sempre più confondendo sotto il peso di omissioni, contraddizioni, dubbi e sospetti. Non possiamo mostrare le prove, ma fidatevi della nostra parola, dice in sostanza l'amministrazione Usa.

La stessa amministrazione che aveva detto che durante il blitz bin Laden aveva sparato ai Navy Seals facendosi scudo della moglie. Poi invece è venuto fuori che lo sceicco era disarmato.
La stessa amministrazione che aveva affermato di aver sepolto in mare il suo cadavere nel rispetto della tradizione islamica. Poi è emerso che questa pratica è contraria alla religione musulmana.

La stessa amministrazione che aveva dichiarato di aver seguito in diretta da Washington ''minuto per minuto'' il blitz di Abbottabad. Poi si è scoperto, per ammissione dello stesso capo della Cia, che né lui né il presidente né i suoi collaboratori immortalati nella famosa foto della Situation room della Casa Bianca hanno ''visto'' l'uccisione di bin Laden per un imprevisto black-out della diretta avvenuto proprio al momento dell'irruzione e durato oltre venti minuti.

La stessa amministrazione che, nei giorni scorsi, ha reso pubblici cinque nuovi video ''trovati'' nel computer di bin Laden, presentandoli come prova definitiva della versione ufficiale dei fatti di Abbottabad. Ma anche questi video hanno suscitato perplessità.

Se le immagini di un vecchio bin Laden 'privato' che si riguarda compiaciuto alla tv convincono poco per l'inquadratura di spalle che non mostra il volto (ma solo un mezzo profilo che qualcuno giudica un falso), dubbi ancor maggiori sorgono sugli altri quattro filmati in cui un Osama 'pubblico', truccato e con la barba tinta, prova diversi set per un videomessaggio mai pubblicato.

Lo sceicco immortalato in questi ultimi video, che secondo il Pentagono sarebbero stati girati ''tra il 9 ottobre e il 5 novembre 2010'', risulta infatti inspiegabilmente identico a quello apparso in un vecchio video del 7 settembre 2007: cambia solo il colore dello sfondo e il mantello dorato slacciato. Per il resto, sembrano girati nello stesso periodo, non a più di tre anni l'uno dall'altro.

Un filmato, quello diffuso alla vigilia del sesto anniversario dell'11 settembre, che già all'epoca aveva suscitato forti dubbi sulla sua autenticità, come del resto tutti i video di bin Laden successivi a quelli di fine 2001 resi pubblici dal Site Institute o dall'Intel Center: agenzie private al servizio del governo Usa, ufficialmente dedite al monitoraggio professionale dei siti jihadisti.

Il video del 2007, infatti, oltre a a presentare sospetti tagli di montaggio e a mostrare per la prima volta un bin Laden incredibilmente ringiovanito rispetto ai video del 2001 grazie a tinte e trucchi (lasciando stupito chi immaginava che la sindrome di Peter Pan colpisse solo dittatori turkmeni e premier italiani) era stato ''scoperto'' dal Site Institute prima che venisse postato sui siti qaedisti.

I video di bin Laden, i nuovi come i vecchi, sarebbero dunque dei falsi fabbricati dallo stesso governo Usa? Per quanto bizzarra sembri questa ipotesi, un anno fa ex agenti della Cia hanno raccontato al Washington Post che in passato l'Ufficio servizi tecnici dell'agenzia ha fatto proprio questo.

Dunque, fidarsi o no del governo degli Stati Uniti? Le bufale propagandistiche del salvataggio della soldatessa Jessica Lynch o dell'eroica morte della star del football Pat Tillmam – per non parlare di falsi storici accertati come l'operazione Northwoods o l'incidente del Golfo del Tonchino – dimostrano che la mistificazione della realtà non è sconosciuta ai governanti americani.


di Enrico Piovesana

La democrazia



Giovanni ha 54 anni, lavora saltuariamente e mangia quando capita. Questo mese è impegnato al banco del pesce di un grande ipermercato, dopo una lunga pausa passata a peregrinare fra le agenzie interinali, che aveva fatto seguito ai tre mesi trascorsi nel magazzino di uno spedizioniere, e prima dell’estate, quando scadrà il contratto bimestrale, gli toccherà ricominciare tutto daccapo.
Giovanni ha due figli ormai grandi. Giacomo, il più vecchio, gli ha sempre dato grandi soddisfazioni, intelligente, studioso, grande lavoratore, si é sposato cinque anni prima e da allora abita in un appartamento molto elegante poco fuori Milano. Lavora nella pubblicità, ha un ufficio tutto suo in centro e frequenta bella gente, di quella che la vedi sempre allegra, sicura di sé e padrona del proprio destino.
Farlo studiare è costato grandi sacrifici, ma a quei tempi Giovanni aveva una piccola cartoleria e tirando un poco la cinghia aveva potuto permetterselo. E ne è valsa eccome la pena, dal momento che oggi Giacomo è una persona felice e realizzata. Beh, proprio felice forse no, dal momento che con Cristina le cose non vanno molto bene e parlano sempre più spesso di separazione, ma realizzato sicuramente. Anche se in agenzia la concorrenza sta facendosi sempre più feroce e le rate del mutuo sono davvero pesanti e quel bel Touareg grigio metallizzato la settimana scorsa se lo sono portato via quelli delle riscossioni......


Caterina invece, fin da piccola è sempre stata una testa matta, ribelle come pochi, sempre lì a contestare, a pretendere, a creare qualche problema. Adesso vive negli Stati Uniti, a Detroit, fa la cameriera in un fast food e non si fa sentire molto spesso, se non per chiedere soldi. Ma dopo che quel brutto male si è portato via sua moglie, sembra a causa dei tanti anni passati a lavorare in tintoria, e con il sopravvenire della disoccupazione, Giovanni di soldi ne vede sempre meno e bastano a malapena per tirare avanti, fra poco dovrà rinunciare anche alla vecchia Panda, costa troppo farla riparare e in fondo sono pochi i posti dove deve andare.
Forse anche per questo Caterina telefona sempre meno e quando lo fa si tratta di conversazioni formali, fra loro non vi è modo di comunicare, quasi parlassero due lingue diverse. Lei è giovane e sta in America, ma anche lì la vita è dura, ah se lo avesse ascoltato e avesse continuato a studiare, oggi, già oggi, chissà.


La voce dello scrutatore, al quale ha appena consegnato il documento d'identità, lo distoglie dalle sue riflessioni.
-Rossi Giovanni, vada pure, cabina 3.-

Per tutta la vita è sempre stato un indeciso, probabilmente stava scritto dentro al suo dna che dovesse essere così. Non c'era nulla al mondo che riuscisse a turbarlo, quanto il dovere prendere una decisione. Anche nelle piccole cose di tutti i giorni il dubbio era sempre lì, in agguato e lo tormentava senza dargli tregua, come un tarlo che penetrava sempre più in profondità nel suo cervello e gli ripeteva -forse hai sbagliato-, -secondo me avresti dovuto scegliere diversamente-, -sei sicuro che non ti pentirai di avere fatto questa scelta?-
Ogni decisione era per lui una tortura impietosa, anche scegliere un paio di scarpe, decidere se pagare in contanti o con la carta di credito, domandarsi se fosse meglio andare a fare una passeggiata oppure restare a casa a guardare la Tv, ordinare dentro ad un ristorante, quando ancora poteva permetterselo.

Ma ormai era lì, cabina 3.
Aveva deciso di votare il Popolo delle Libertà, come la volta precedente, ma tutto a un tratto non se la sentì. A ben pensarci cosa aveva fatto quel Berlusconi per lui? Un mare di promesse mai mantenute, mentre tutto continuava ad andare a rotoli. Lavoro, ripresa economica, nuove prospettive, la meritocrazia, il paese più moderno. Tutte belle parole, ma invece solo tagli, licenziamenti, delocalizzazioni, aumenti dei prezzi e un paese dove non si riesce più a tirare avanti. Mentre lui lì, a spassarsela con le ragazzine, ad acquistare ville, a fare feste faraoniche.
La democrazia non è qualcosa dove tutti sono costretti a fare la fame ed una minoranza mangia fino a fare indigestione.

Perché allora non votare la Lega Nord, che lì a Milano avrebbe continuato ad andare forte. In fondo lui era un cittadino del nord e chi meglio della lega avrebbe potuto tutelare i suoi interessi?
Ma quel Bossi è al governo da un mucchio di tempo e per lui che sta al nord non è davvero cambiato nulla. Il campo rom vicino a casa sua continua ad essere esattamente dovera prima, per non parlare degli extracomunitari che gli portano via il lavoro, accettando stipendi da fame ancora più bassi del suo e poi la notte schiamazzano e si accoltellano per la strada. Quel Bossi è bravo solo a gridare, ma poi fa tutto quello che gli comandano. Padroni a casa nostra, dice lui, ma poi lItalia è piena di basi militari americane e invece di spendere i soldi per aiutare i cittadini, preferiscono andare a fare le missioni militari allestero.
La democrazia non significa fare promesse a vanvera, urlare e strepitare, per poi disattendere tutto quello che si era promesso e comportarsi come gli altri.


Forse quel Fini, si certo, é una persona che ispira fiducia, sempre elegante, abbronzato, moderato nei toni, pronto ad esternazioni di buon senso.
Ma anche lui è stato al governo un mucchio di tempo, come Casini, e non hanno assolutamente fatto altro che parole e poi ancora parole.
Democrazia non significa parlare, parlare e non fare mai nulla di concreto


A pensarci bene perché non votare Bersani? Si tratta di un uomo con una certa cultura, sempre sorridente, con il viso bonario, i modi semplici. Però è stato proprio il suo partito a introdurre l'euro, ed è anche grazie all'euro che i prezzi sono quasi raddoppiati. Senza contare che il centro sinsitra predica laccoglienza e promette di difendere i poveri, ma quando era al governo ha aumentato le tasse ed i poveri hanno continuato a diventare sempre più poveri.
Gli amici di suo figlio hanno detto che lo voteranno, ma loro sono tutti avvocati, gente dello spettacolo, giornalisti di successo, mica poveracci come lui. E adesso che ricorda, fu proprio il PD a far costruire linceneritore vicino a casa di sua sorella. Termovalorizzatore lo chiamano, quellimpianto tossico che lha costretta a cambiare appartamento, svendendo il suo, con il mutuo ancora mezzo da pagare.
La democrazia deve tutelare il cittadino, non rendere la sua vita simile ad una via crucis.

Ci sarebbe anche quel Di Pietro, quello di mani pulite, dei giudici, della legalità. La legalità è una grande cosa e lui si esprime con franchezza, come uno del popolo.
Ma quando era al governo lasciò varare lindulto che con la legalità aveva davvero poco a che fare e tutti i suoi discorsi sono solo invettive contro Berlusconi, come quelli di quel Travaglio che va in TV e vende libri a profusione, parlando sempre della stessa cosa.
Democrazia non significa solamente parlar male degli altri, ma piuttosto ascoltare quello che domandano i cittadini.

E quel Nichi Vendola? LObama bianco, lo chiamano. Vuole difendere lambiente, i poveri, vuole la pace, è di sinistra, ma una sinistra che sta al passo con i tempi, amica degli industriali, delle banche, forse troppo amica.
A parte che Obama, anche quello nero, non gli sta poi così simpatico, dal momento che sta facendo più guerre lui di quante non ne abbia fatte Bush che era un guerrafondaio, questo Nichi Vendola proprio non lo convince.
Ma quale ambiente se ha letto che sta facendo costruire inceneritori e centrali turbogas e quale pace se quelli della sinistra quando erano al governo hanno votato le missioni militari come Berlusconi. Per non parlare della guerra in Libia che vogliono tutti, tranne gli italiani.

Avrebbe potuto anche votare qualche partito minore, ma che senso avrebbe avuto dare il voto a qualcuno che lo avrebbe raccolto per portarlo a coloro che aveva rifiutato?

Fare la democrazia non significa raccogliere i voti del popolo, per fare tutto quello che il popolo non vuole, fidando sul fatto che comunque il popolo offrirà nuovamente il proprio consenso, perché tanto i candidati sono sempre gli stessi. Fare la democrazia significa

Dopo tutte queste considerazioni si accorse che gli restava solo più un'alternativa, non votare.
Richiudere la scheda, dopo averla lasciata intonsa e depositarla nell'urna ostentando naturalezza. Nessuno si sarebbe accorto di nulla e la tortura sarebbe finita.
Ma rinunciare al diritto/ dovere del voto sarebbe stato come astenersi dal partecipare alla società nella quale viveva. Si sarebbe trattato di un atto di vigliaccheria, un disimpegno privo di senso. Certo, nessuno lo avrebbe saputo, ma lui doveva convivere con la sua coscienza, che gli avrebbe ricordato il suo gesto, tutte le sere prima di addormentarsi e tutte le mattine, appena sveglio.
La democrazia è una cosa seria, la base di ogni società civile che si rispetti, lunica alternativa alla barbarie.

Lo sparo risuonò fragoroso nel silenzio della piccola aula, tutti si girarono sbigottiti nella direzione dalla quale era provenuto il botto, qualcuno urlò, altri rimasero con la bocca spalancata per lo stupore.
State calmi!
Esclamò il presidente del seggio, che alzatosi dalla seggiola si avvicinò alle cabine con passo deciso.
Presto qualcuno chiami un'ambulanza, nella cabina 3 c'è un uomo ferito, perde sangue, fate presto!
Anzi, anzi. Lasciate perdere, credo che luomo sia morto.
di Marco Cedolin