31 maggio 2011

Una guerra mondiale finanziaria dietro l’eliminazione di DSK


Una guerra mondiale finanziaria dietro l’eliminazione di DSK

Non si può capire la caduta di Dominique Strauss-Kahn senza inserirla nel contesto del progetto che incarnava la creazione di una nuova valuta di riserva internazionale, in programma per oggi 26 maggio 2011. Paradossalmente, un progetto atteso dagli stati emergenti, come pure dalla finanza apolide, ma rifiutata dai complesso militar-industriale israelo-statunitense. Thierry Meyssan alza il velo sul colpo di mano di Obama, per non dovere mantenere gli impegni assunti.


I francesi hanno assistito con stupore all’arresto negli Stati Uniti del loro leader politico più popolare, Dominique Strauss-Kahn. L’ex ministro dell’Economia, l’uomo che era diventato l’alto funzionario più pagato del mondo (stipendio base annuo, bonus e spese esclusi: 461510 USD) e che era sul punto, si diceva, di avvicinarsi alla presidenza della Repubblica. Questa personalità calorosa, nota per il suo appetito a tavola e a letto, a volte accusata di fare politica con dilettantismo mentre amava prendere del tempo per godersi la vita, è accusata di aver violentato selvaggiamente una cameriera in un albergo di Manhattan.

Per sei giorni, il francesi sono rimasti attaccati ai loro teleschermi a guardare inebetiti l’accanimento giudiziario nei confronti un uomo che erano abituati a considerare come il rimedio possibile, dopo il disastroso quinquennio di Nicolas Sarkozy. La sua caduta è stata anche la fine delle loro illusioni.

Lo spettacolo di questo destino spezzato assomiglia a una tragedia greca. Il detto romano “Arx tarpeia Capitoli proxima” torna sulle labbra: la Rupe Tarpea, dove i condannati a morte venivano lanciati nel vuoto, era così vicina al Campidoglio, luogo simbolo del potere e degli onori.

Indipendentemente da ogni considerazione sulla sua innocenza o colpevolezza, il maltrattamento di una simile elevata personalità non può che causare ansia tra i semplici cittadini: se questi non riescono a difendersi, come possiamo sperare di farlo se fossimo accusati noi come lui?

Ascesa e caduta

Ma i francesi sono un popolo politicizzato, nutrito dalle lezioni di Machiavelli, senza averlo mai letto, si sono affrettati a mettere in discussione la fondatezza delle accuse contro il loro concittadino, DSK. Il 57% di loro, secondo i sondaggi, non crede a questa sordida storia che i media statunitensi si dilettano a raccontare. Alcuni hanno cominciato a immaginare gli scenari di possibili manipolazioni, mentre altri si chiedevano “Cui bono?” (A chi giova?).

In questo gioco, il primo nome che viene in mente è quello di Nicolas Sarkozy. Come non pensarlo, quando ci si ricorda che è diventato presidente presentando una denuncia contro il suo principale rivale, Dominique de Villepin, e trascinandolo in un caso rocambolesco di documenti falsi. Allora perché non un nuovo complotto per far fuori un nuovo concorrente?

E non importa che i due uomini avevano bisogno l’uno dell’altro per preparare i prossimi vertici internazionali, né che erano entrambi asserviti al Signore Supremo degli Stati Uniti. Sappiamo che i peggiori crimini richiedono il sangue di amici o meglio, dei parenti.

Inoltre, i francesi ignorano i legami di DSK [1], come hanno ignorato quelli di Nicolas Sarkozy, quando l’hanno eletto [2]. Mai la stampa li aveva informati che negli anni ’90, durante la sua traversata del deserto politico, è stato assunto come professore alla Stanford University da una certa Condoleezza Rice. Non sapevano che lui e i suoi luogotenenti Pierre Moscovici e Jean-Christophe Cambadelis erano responsabili del finanziamento del Partito Socialista e della Fondation Jean-Jaurès dal National Endowment for Democracy, la facciata legale della CIA [3]. Non hanno seguito i suoi numerosi lavori e contratti con i think tank atlantisti, la German Marshall Fund of the United States [4] o il Bilderberg Group [5]. In definitiva, non sanno nulla del suo impegno per l’integrazione della Francia e dell’Europa in un mercato unico transatlantico, dominato dagli Stati Uniti.

I francesi non conoscevano i suoi stretti legami con Israele. Guidava, in seno al Partito Socialista il Circolo Blum, dal nome di un ex primo ministro ebraico. Questa discreta e potente lobby sorveglia, lontano dalla scena politica, tutti coloro che vorrebbero contestare il progetto sionista. Così fa cadere delle teste, come il politologo Pascal Boniface, che ha evidenziato il carattere elettoralmente controproducente del supporto a Tel Aviv, in un paese dove il 10% della popolazione è di cultura araba. DSK non lo nasconde. Afferma senza mezzi termini: “Credo che ogni ebreo della diaspora e della Francia dovrebbe fornire un aiuto a Israele. É perciò importante che gli ebrei si assumano delle responsabilità politiche. Insomma, nelle mie funzioni e nella mia vita quotidiana, attraverso tutte le mie azioni, cerco di apportare la mia modesta pietra all’edificio di Israele“. Strano per qualcuno che è in corsa per la presidenza francese. Poco importa, è così gioviale.

Tuttavia, nulla è stato risparmiato a Dominique Strauss-Khan e a coloro che lo amano: mentre lui è stato posto in custodia cautelare, poi in detenzione, senza aver mai la possibilità di parlare, il Procuratore di New York ha fatto distribuire ai media un atto d’accusa dettagliato.

Vi si legge la descrizione freddamente clinica dei reati imputati: “L’imputato ha tentato di avere, con la forza, sesso orale e anale con una terza persona; l’imputato ha cercato, con la forza, di avere rapporti vaginali con una terza persona, l’imputato ha forzato una terza persona a un contatto sessuale; l’imputato ha rapito una terza persona; l’imputato ha costretto una terza persona al contatto sessuale senza consenso; l’imputato ha intenzionalmente e senza giustificati motivi, toccato i genitali ed altre parti intime di una terza persona, al fine di umiliare la persona e abusare di lei, e al fine di soddisfare i desideri sessuali dell’accusato.

Questi crimini sono stati commessi nelle seguenti circostanze: Il sottoscritto dichiara di essere stato informato da qualcuno conosciuto dall’ufficio del procuratore che l’ha accusato di 1) aver chiuso la porta della stanza e impedito la denunciante di lasciare quella camera, 2) di essersi seduto sul petto della denunciante, senza il suo consenso, 3) ha cercato di rimuovere con la forza i collant di questa persona e di toccarle i genitali con la forza, 4) costretto la bocca della denunciante a toccare il suo pene per due volte, 5) aver commesso questi atti usando la forza fisica.

Tutto questo sventolato per giorni sul telegiornale delle 20:00, con grande dettaglio, sotto gli occhi spalancati di genitori che rientrano dal lavoro, e di fronte a bambini terrorizzati che abbassano il loro naso sul piatto della minestra.

Lo shock culturale

Nessuno sa chi è il più traumatizzato: l’economista brillante che avrebbe salvato l’umanità dalla crisi finanziaria, viene improvvisamente ridotto al rango di criminale infame, o le persone che aspiravano al riposo e stavano pensando a scegliere un leader, e si vedono costrette ad osservare ancora una volta la violenza degli Stati Uniti.

A questo proposito, i francesi sono in cerca di scuse al sistema giuridico anglo-sassone che scoprono. Certo, avevano già visto queste parodie di giustizia nelle serie televisive, ma non hanno mai pensato che ciò fosse vero. E il sistema extragiudiziale, Guantanamo e le prigioni segrete, di cui non hanno mai voluto saperne. Alcuni commentatori hanno tentato di spiegare la durezza della polizia e del primo giudice come il desiderio di trattare allo stesso modo i potenti e i deboli. Eppure, tutti hanno letto le opere di famosi sociologi che dimostrano che in questo sistema iniquo il denaro regna, e la giustizia è di classe.

I francesi, inoltre, hanno accettato acriticamente le critiche anglo-sassoni. Tutto questo è colpa della stampa francese, si poteva leggere, che non ha mai indagato sulla vita sessuale sfrenata di Strauss-Kahn, in nome del rispetto della sua privacy. Tuttavia, continuano i puritani, colui che seduce apertamente le donne, e anche la stampa, a volte sbanda, è un potenziale stupratore. “Chi ruba un uovo, ruba un bue!“. Sulla copertina, Time Magazine presenta DSK e altri come lui, come un maiale. Nessuno ha rilevato che l’imputato era il direttore del FMI a Washington, da 3 anni senza che la stampa anglosassone, che impartisce lezioni, abbia indagato sui suoi presunti vizi occulti.

L’accusa aveva il sospetto aperto, tutti si ricordano, ma un pò tardi, che nel 2002 DSK aveva cercato di abusare di una bella giornalista, Tristane Banon. Quando lei aveva chiesto una intervista, era stata invitata in un appartamento privato, situato nel quartiere storico del Marais, a Parigi. Aveva accolto la giovane donna in un grande loft, privo di mobili ad eccezione di un letto. E siccome questa bellezza non cedeva al libertino, l’aveva picchiata.

Forse a New York, questa violenza aveva travolto l’uomo galante, e l’aveva trasformato in un criminale?

Nulla permette di immaginarlo, tanto più che DSK non è un celibe frustrato. E’ sposato con una star televisiva, Anne Sinclair, che era la giornalista favorita dai francesi, prima di abbandonare il suo lavoro per accompagnarlo nella sua carriera. I francesi l’hanno ritrovata al tribunale, quando Dominique Strauss-Kahn è apparso, ancora più bella e volitiva, nonostante gli anni in più. Nipote di un grande mercante d’arte, ha una fortuna familiare notevole. Senza esitare, è venuta da Parigi per pagare un milione di dollari di cauzione e offrire cinque milioni di dollari in garanzie bancarie aggiuntive. In quel momento, questa donna di denari era pronta a cedere tutto per salvare il marito dalle grinfie laceranti della giustizia degli Stati Uniti. Era tanto più ammirevole. É lei che non si alterava per le sue buffonate, e che amava accompagnarlo alla Chandelle, un club per scambisti parigini.

In ogni nazione degna di questo nome, non si sarebbe sopportato vedere una celebrità che puntava ad essere eletta presidente e incarnare il paese, apparire ammanettata tra i poliziotti dell’FBI e gettata nella parte posteriore di un’auto, come un delinquente, esposta in tribunale senza essersi potuta fare la barba. Probabilmente si sarebbe assediata l’Ambasciata USA, cantando inni patriottici. Non in Francia. Qui si ammirano troppo gli “americani”. Li si contempla come il coniglio è ipnotizzato dal cobra. Ed è difficile ammettere che non si è al centro del mondo, che se c’è complotto, non è nato sulle rive della Senna, ma sulle rive del Potomac.

Il sequestro

DSK è colpevole di stupro o è vittima di un complotto? Basta pensarci per risolvere la questione.

L’imputato avrebbe passato la notte con una ragazza squillo. Avrebbe violentato la cameriera al brunch della mattina, e poi presumibilmente è andato tranquillamente a fare colazione con sua figlia, una studentessa della Columbia University. Infine, avrebbe preso il suo aereo prenotato da alcuni giorni per incontrarsi con la Cancelliera Angela Merkel a Berlino. Era comodamente seduto in uno aereo dell’Air France, quando è stato arrestato, dieci minuti prima del decollo.

Secondo l’equipaggio, gli agenti del Nucleo Vittime Speciali (della serie Law and Order SVU [6]) non hanno chiesto ai loro omologhi dell’aeroporto di procedere all’indagine, ma hanno insistito nel farlo loro stessi, nonostante il rischio di arrivare troppo tardi. Per evitare che DSK fosse preavvertito, hanno chiesto che si disturbassero i telefoni in quella zona dell’aeroporto, il tempo necessario al loro arrivo [7]. Tuttavia, tale interferenza non era responsabilità di una squadra normale. Questa è proprio una questione di sicurezza nazionale.

Quando l’indagato è stato preso in custodia, è stato escluso da qualsiasi contatto esterno se non con i suoi avvocati, come prevede la legge negli Stati Uniti. Ma quando la giudice Melissa Jackson l’ha preso in custodia, è stato nuovamente isolato dall’esterno. Senza motivo. Il fermo era stato spiegato necessario, perché il convenuto poteva fuggire in Francia, con la quale lo Stato di Washington non ha concluso alcun trattato di estradizione, e che ha protetto un altro imputato accusato di stupro, il regista Roman Polanski. Questa decisione non è stata presa per isolare l’imputato e impedirgli di influenzare i testimoni. Ma il giudice ha deciso di farlo rinchiudere a Rikers Island, una delle più grandi prigioni del mondo, con 14.000 detenuti, e uno delle più sordide. Un inferno sulla Terra. “Per la sua protezione“, lo si è poi premiato con una camera singola e tenuto in isolamento.

Insomma, per 10 giorni, l’amministratore delegato del FMI è stato sequestrato. Per 10 giorni, il funzionamento delle istituzioni internazionali è stato bloccato per la mancanza della sua firma. Per 10 giorni, i problemi dell’euro e del dollaro, il crollo della Grecia, e molte altre questioni, sono rimasti in sospeso a causa del capriccio di polizia, giudici e guardie carcerarie.

Secondo la giurisprudenza degli Stati Uniti DSK, che non ha precedenti penali ed è domiciliato a Washington, non avrebbe dovuto essere tenuto in custodia cautelare, ma avrebbe dovuto essergli concessa la libertà. Probabilmente ha rapidamente analizzato la situazione. Attraverso uno dei suoi avvocati, è riuscito a mandare al FMI una lettera di dimissioni. Il giorno dopo, contro ogni previsione, un nuovo giudice ha aderito alla sua richiesta di libertà vigilata. Non era, infatti, più utile tenerlo in custodia poiché il FMI aveva recuperato la sua capacità di agire.

Christine Lagarde, Ministro francese dell’Economia, che ha fatto carriera negli Stati Uniti difendendo gli interessi del complesso militare-industriale [8], punta a succedere all’accusato nella direzione del FMI, nonostante le grida di sdegno di Russia e Cina.

In realtà, il secondo suo avvocato, Benjamin Brafman, non è venuto a vederlo in prigione e non ha partecipato alla seconda udienza. La star dei tribunali di New York si era recata precipitosamente in Israele. Ufficialmente per celebrare una festa religiosa in famiglia [9]. Ma per chiedere il suo onorario tasse, il signor Brafman non ha dovuto accontentarsi di accendere i fuochi del Lag Ba’omer, ma ha dovuto negoziare con il suo cliente.

Il progetto Zhou

Perché schierare dei mezzi hollywoodiani per bloccare il FMI per 10 giorni? Due risposte sono possibili, e possono essere collegate.

In primo luogo, il 29 marzo 2009, il governatore della banca centrale cinese Zhou Xiaochuan ha sfidato il predominio del dollaro come valuta di riserva. Deplorando che il progetto dell’economista John Maynard Keynes, di creare una moneta internazionale (il Bancor) non sia stato raggiunto alla fine della seconda guerra mondiale, ha proposto di utilizzare i Diritti Speciali di Prelievo del FMI per giocare questo ruolo [10].

Cedendo alle pressioni, gli Stati Uniti accettano la triplicazione delle risorse del FMI e il rilascio, da parte del FMI, dei Diritti Speciali di Prelievo (DSP) del valore di 250 miliardi dollari, nel corso del vertice del G20 a Londra, del 2 aprile 2009. Hanno anche accettato il principio di un Consiglio di Stabilità Finanziaria, cui saranno associati i grandi stati emergenti.

Questa idea è stata discussa al vertice del G8 a L’Aquila (Italia), l’8 luglio 2009. Spingendo il pedone più lontano, la Russia propose di non accontentarsi di una moneta virtuale, ma di stamparla. Dmitrij Medevedev, che aveva fatto coniare simbolicamente prototipi di questa moneta, ne mise alcune sul tavolo. Da un lato c’erano i volti degli otto capi di Stato e dall’altra la valuta, recava la scritta in inglese “Unity in Diversity” [11].

Il progetto è presentato agli esperti della Divisione Affari Economici e Sociali delle Nazioni Unite. Il loro rapporto, a cui partecipò il professor Vladimir Popov della New Economic School di Mosca, è studiato il 25 aprile 2010 in una riunione congiunta del FMI e della Banca mondiale [12].

Il processo avrebbe dovuto concludersi oggi, 26 maggio 2011, in occasione del vertice G8 di Deauville (Francia). Il dollaro ha cessato di essere la moneta di riferimento sullo sfondo dell’insolvenza del governo federale degli Stati Uniti. Washington avrebbe rinunciato al finanziamento della sua superpotenza militare con il debito, per perseguire la propria ristrutturazione interna.

Il granello di sabbia

Purtroppo, durante gli ultimi mesi di questo processo, le iniziative politiche e militari hanno sconvolto questo piano. Alcuni stati, tra cui Russia e Cina, sono stati truffati. L’arresto di DSK dimostra che Washington ha agito in mala fede e che le sue concessioni miravano a guadagnare tempo.

Anche se i dettagli esatti dell’idea progettata da Dominique Strauss-Kahn di creare questa nuova valuta di riserva sostenuta dai Diritti Speciali di Prelievo del FMI sono segreti, sembra che la Libia stesse giocando un ruolo chiave: a titolo esperimentale, la Banca Centrale della Libia era la prima a decidere di basare la propria valuta, il dinaro, sull’oro e poi sul DSP. La cosa è tanto più importante poiché la Libia ha un fondo sovrano tra i più dotati del mondo (è anche un po’ più ricco di quello della Russia).

Tuttavia, entrando in guerra contro la Libia, Francia e Regno Unito hanno congelato teoricamente i beni non solo della famiglia Gheddafi, ma dello Stato libico. Peggio, Parigi e Londra hanno inviato dei dirigenti della banca HSBC a Bengasi, per creare una Banca Centrale dei ribelli della Libia e tentare di sequestrare dei beni nazionali [13]. Senza che si sappia se Nicolas Sarkozy e David Cameron si siano lasciati rapire dal loro potere o abbiano agito su istruzioni dei loro mandanti a Washington, il fragile edificio progettato da Dominique Strauss-Kahn è crollato.

Secondo i nostri contatti a Tripoli, al momento del suo arresto, DSK stava partendo per Berlino per trovare una soluzione con la Cancelliera Angela Merkel. Doveva poi partire con un emissario della Merkel per negoziare con i rappresentanti del colonnello Gheddafi, e forse con lui direttamente. La firma del leader libico era necessaria per sbloccare la situazione.

Vi è ora una guerra finanziaria di proporzioni senza precedenti: mentre la situazione economica degli Stati Uniti vacilla e il dollaro potrebbe facilmente diventare carta straccia, l’accordo approvato al G8 e al G20, attuato dal FMI in coordinamento con la Banca mondiale e la comunità bancaria internazionale di cui DSK era il campione, è sospeso. Il predominio del dollaro è intatto anche se più artificiale che mai; questo dollaro che gli stati emergenti volevano relativizzare, ma su cui il complesso militare-industriale israelo-statunitense consolida il proprio potere.

In questo contesto chi è un uomo d’onore?

di Thierry Meyssan


*Thierry Meyssan. Intellettuale francese, fondatore e presidente del Réseau Voltaire e della conferenza Axis for Peace. Pubblica analisi di politica estera nella stampa araba, latinoamericana e russa. Ultimo libro in francese: L’Effroyable imposture: Tome 2, Manipulations et désinformations (éd. JP Bertand, 2007)

30 maggio 2011

L'arresto di Dominique Strauss-Kahn segna una svolta strategica cruciale

L'arresto del capo del Fondo Monetario Internazionale Dominique Strauss-Kahn il 15 maggio a New York ha portato all'arresto di tutti i salvataggi bancari a livello internazionale. Il "clean job" nei confronti di Strauss-Kahn, che era in preparazione da qualche tempo, mirava esattamente a questo tipo di effetto. "Quale sarà il risultato di questo effetto non è certo, ma l'effetto non potrà essere evitato", ha commentato Lyndon LaRouche in una discussione coi suoi collaboratori il 21 maggio.

"L'intero sistema crollerà in uno dei due modi. Il primo, più improbabile, è che i sostenitori di Obama, Geithner e Bernanke sopravvivranno, nel qual caso scoppierà l'inferno; il secondo è che non sopravvivranno, e qui la situazione diventa più interessante. Quanto è accaduto a Strauss-Kahn è assolutamente una parte cruciale del punto di svolta che è stato raggiunto nelle ultime due settimane".

Ci sono solo due opzioni, ha sottolineato LaRouche: o crolla il sistema speculativo internazionale, o crolla l'economia mondiale. DSK, come Strauss-Kahn veniva chiamato dagli amici, non era soltanto una figura chiave nel salvataggio dell'euro come parte del sistema transatlantico (quindi delle banche), ma il progetto era che diventasse l'"Imperatore del Mediterraneo". Il suo arresto ha cambiato le carte in tavola. La banda del buco, o cricca dei salvataggi folli - soprattutto gli amici di DSK Tim Geithner e Ben Bernanke - è ora allo sbando.

Ci sono almeno due gruppi in Europa che temono giustamente che il prossimo giro di salvataggi getti il mondo in un'ondata iperinflazionistica incontrollata. Uno, in Germania, agisce visibilmente tramite l'insistenza del governo tedesco sulla ristrutturazione del debito della Grecia. Una storia che circola in questi giorni su internet è che già al primo salvataggio, il capo del fondo tedesco di salvataggio bancario Jochen Sanio espresse la propria opposizione ad altri salvataggi parlando ad una Commissione del Bundestag, il Parlamento tedesco. Quando gli chiesero come mai, rispose: "Perché i contribuenti ci impiccherebbero!" L'altro gruppo sta emergendo visibilmente in Gran Bretagna, con la discussione sulla questione del "too big to fail" e l'attacco allo snodo Blair-Windsor.

Anche negli Stati Uniti alcuni ambienti influenti si oppongono all'economia iperinflazionistica da bisca, come si vede dall'intervento del sistema giudiziario di New York contro Strauss-Kahn. Inoltre, il Procuratore di New York Eric Schneidermann ha aperto un'inchiesta per frode su cinque grandi banche di Wall Street per le loro attività sul mercato immobiliare secondario (MBS). Si indagherà su Goldman Sachs, Morgan Stanley, Bank of America ed altre ai sensi della legge del 1921 "New York State Martin Act", per reati documentati ampiamente nei rapporti Angelides e Levin.

Nel frattempo, il processo dei salvataggi nell'Eurozona è congelato. I funzionari dell'UE riuniti attorno alla sedia vuota di DSK sono incapaci di arrivare ad un accordo su un pacchetto per la Grecia. Il sessualmente esuberante DSK garantiva infatti che il FMI, che include Stati Uniti, Russia e i paesi in via di sviluppo, avrebbe continuato a svolgere un ruolo chiave nei salvataggi. Ora il presidente dell'UE Van Rompuy si è lamentato che "sentiamo la mancanza di leadership nel risolvere la crisi greca", ed ha chiesto che DSK venga sostituito al più presto, preferibilmente da un europeo, per garantire la continuazione dei salvataggi. Tuttavia, Messico, Turchia, Cina ed altre nazioni asiatiche hanno proposto i loro candidati, e quindi non sarà facile per l'UE imporsi ancora una volta. Perlomeno, si perde del tempo prezioso e mai come stavolta, "time is money".

Infatti, la troika FMI-BCE-UE ha sospeso le proprie missioni ad Atene, annunciando che tutto è sospeso fino a quando il governo non farà concessioni sul programma di privatizzazioni, che la popolazione greca considera un altro stupro da parte di Strauss-Kahn. E se Atene piange, Dublino non ride. È stata rinviata l'emissione di un bond da 5 miliardi da parte del cosiddetto fondo salva-stati EFSF perché gli irlandesi si rifiutano di accettare le esorbitanti condizioni per ottenere il credito. In altre parole, si è arrestato l'intero meccanismo di salvataggio e con questo l'intero mercato speculativo rischia un crollo a catena.

by Movisol

29 maggio 2011

I quattro cavalieri delle banche globali








Se vuoi sapere dov'è il vero centro del potere mondiale, segui i quattrini e dove vanno a finire. Secondo la rivista Global Finance, nel 2010 le cinque più grandi banche del pianeta sono tutte nei feudi dei Rothschild, in Regno Unito e in Francia. Sono la francese BNP (3 trilioni di asset), Royal Bank of Scotland (2,7 trilioni), la britannica HSBC Holdings (2,4 trilioni), la francese Credit Agricole (2,2 trilioni) e la British Barclays (2,2 trilioni). Negli Stati Uniti l’incontro della deregolamentazione con la mania delle fusioni ha lasciato sul terreno quattro mega-banche che dettano legge su tutto. Sempre secondo il Global Finance, nel 2010 erano Bank of America (2,2 trilioni di dollari), JP Morgan Chase (2 trilioni), Citigroup (1,9 trilioni) e Wells Fargo (1,25 trilioni). Le ho nominate i Quattro Cavalieri del Sistema Bancario degli Stati Uniti.

Il consolidamento del potere monetario degli Stati Uniti

Il matrimonio del settembre del 2000 che ha portato alla creazione di JP Morgan Chase è stato la più grande fusione nella pletora di consolidamenti bancari che ha avuto luogo negli anni ’90. La mania delle fusioni è stata stimolata da una massiccia deregolamentazione dell’industria bancaria, che ha visto la revoca del Glass Steagal Act del 1933, indetto durante la Grande Depressione per mettere il freno ai monopoli bancari che causarono lo shock del ’29, che provocarono quella crisi.

Nel luglio del 1929 Goldman Sachs lanciò due fondi d’investimento chiamati Shenandoah e Blue Ridge. Tra l’agosto e settembre, da grandi imbonitori, riuscendo a vendere azioni del valore di centinaia di milioni di dollari con la Goldman Sachs Trading Corporation a 104 dollari per azione. Gli insider di Goldman Sachs, nel frattempo, stavano abbandonando il mercato azionario. Nell’inverno del 1934 le azioni valevano 1 dollaro e 75. Il direttore sia di Shenandoah che di Blue Ridge era l’avvocato di Sullivan & Cromwell, John Foster Dulles [1].

John Merrill, fondatore of Merrill Lynch, uscì dal mercato azionario nel 1928, così come gli insider di Lehman Brothers. Il direttore di Chase Manhattan, Alfred Wiggin, dette ancora ascolto al suo “intuito” formando la Shermar Corporation nel 1929 per cedere le azioni della propria compagnia. Dopo la crisi del ’29, il presidente di Citibank, Charles Mitchell, fu imprigionato per evasione fiscale [2].

Nel febbraio del 1995 il presidente Bill Clinton annunciò un piano per smantellare sia il Glass Steagal Act che il Bank Holding Company Act del 1956, che vietavano alle banche di possedere compagnie di assicurazione e altre istituzioni finanziarie. Quel giorno Barings, un vecchio mercante di oppio e di schiavi, andò in rovina quando uno dei suoi trader di Singapore, Nicholas Gleason, si trovò dalla parte sbagliata del commercio dei milioni di dollari in derivative currency [3].

L’avvertimento rimase inascoltato. Nel 1991 i contribuenti statunitensi, già depredati di più di 500 miliardi di dollari per il saccheggio realizzato da S&L, furono vessati da altri 70 miliardi di dollari per il bailout del FDIC, gli fu poi presentato il conto per il salvataggio segreto - che già durava da due anni e mezzo - di Citibank, vicina al collasso dopo l’ondata degli effetti dovuti alla contrazione del debito dell’America Latina. Con il conto già pagato dai contribuenti degli Stati Uniti e la deregulation portata a compimento, il passo successivo fu un turbinio di fusioni bancarie come non se ne erano mai viste prima.

Il Sottosegretario al Tesoro sotto la presidenza Reagan, George Gould, affermò che la concentrazione delle banche in cinque/dieci giganti era quello di cui l’economia degli Stati Uniti aveva bisogno. La previsione da incubo di Gould stava per avverarsi.

Nel 1992 Bank of America rilevò il suo più forte rivale nella West Coast, la Security Pacific, poi fagocitò la depredata Continental Bank of Illinois per pochi soldi. Bank of America acquisì il 34% di Black Rock (Barclays ne possedeva il 20 per cento) e l’11 per cento della China Construction Bank, diventando la seconda banca con asset pari a 214 miliardi di dollari. Citibank aveva il controllo di 249 miliardi di dollari [4].

A quel punto le due banche avevano incrementato i loro asset fino al valore di 2 milioni di dollari a testa.

Nel 1993 Chemical Bank ha inghiottito Texas Commerce per diventare la terza istituzione bancaria con 170 miliardi di asset. Chemical Bank si era già fusa con Manufacturers Hanover Trust nel 1990.

North Carolina National Bank e C&S Sovran si erano consolidate nella Nation’s Bank, la quarta istituzione bancaria degli Stati Uniti, con 169 miliardi di dollari di dote. Fleet Norstar rilevò Bank of New England, mentre Norwest acquistò le quote di United Banks of Colorado.

In tutto questo periodo i profitti bancari negli Stati Uniti erano in forte incremento, sempre più alti ogni quadrimestre. Il 1995 ha battuto tutti i record di concentrazione bancaria. Quell’anno si sono realizzate trattative per un totale di 389 miliardi di dollari [5].

Le cinque grandi banche d’investimento, che avevano già fatto carrettate di soldi pilotando le negoziazioni sul debito dell'America Latina, ora potevano sbancare il lotto con la mania delle fusioni industriali e bancarie degli anni '80 e '90.

Secondo Standard & Poors le prime cinque banche d’investimento erano Merrill Lynch, Goldman Sachs, Morgan Stanley Dean Witter, Salomon Smith Barney e Lehman Brothers. Una trattativa realizzata nel 1995 fu la proposta di fusione tra la più grande banca d'investimento londinese, S. G. Warburg, e Morgan Stanley Dean Witter. Warburg scelse invece come partner Union Bank of Switzerland, creando la sesta forza nel settore delle banche d'investimento, UBS Warburg.

Dopo il parossismo del 1995, le banche più importanti si sono mosse in modo aggressivo verso il Medio Oriente, fissando il centro delle operazioni a Tel Aviv, a Beirut e in Bahrein, dove si era insediata la Quinta Flotta degli Stati Uniti. Le privatizzazioni bancarie in Egitto, Marocco, Tunisia e in Israele hanno aperto la porta alle mega-banche. Chase e Citibank prestarono denaro a Royal Dutch/Shell e alla saudita Petrochemical, mentre JP Morgan faceva le consulenze al consorzio Qatargas guidato da Exxon Mobil [6].

L’industria globale delle assicurazioni ha dovuto anche lei affrontare la mania delle fusioni. Nel 1995 Traveler’s Group ha acquisito Aetna, Warren Buffet’s Berkshire Hathaway si è mangiata Geico, Zurich Insurance si è ringalluzzita con Kemper Corporation, CNA Financial ha acquistato Continental Companies e General RE Corporation ha affondato i suoi molari su Colonia Konzern AG.

Alla fine del 1998 il colosso Citibank si fuse con Travelers Group per diventare Citigroup, creando un gigante del valore di 700 miliardi di dollari con 163.000 impiegati in oltre 100 paesi che aveva al suo interno Salomon Smith Barney una joint venture con Morgan Stanley), Commercial Credit, Primerica Financial Services, Shearson Lehman, Barclays America, Aetna e Security Pacific Financial [7].

Lo stesso anno Bankers Trust e la banca d'investimento statunitense Alex Brown furono arraffate da Deutsche Bank, che aveva già rilevato la londinese Morgan Grenfell & Co. Nel 1989 Deutsche Bank era diventata la banca più grande al mondo con asset del valore di 882 miliardi di dollari. Nel gennaio del 2002 i titani giapponesi Mitsubishi e Sumitomo si sono accordati per formare Mitsubishi Sumitomo Bank, che sopravanzò Deutsche Bank con un asset di 905 miliardi di dollari [8].

Nel 2004 HSBC era diventata la seconda banca più grande al mondo. Sei anni più tardi i tre giganti furono eclissati sia da BNP che da Royal Bank of Scotland.

Negli Stati Uniti l’incubo di George Gould ha raggiunto il suo apice proprio in tempo per l’inizio del millennio quando Chase Manhattan ha fagocitato Chemical Bank. I Bechtel di Wells Fargo acquisirono Norwest Bank, mentre Bank of America assorbì Nations Bank. Il colpo di grazia fu dato quando la riunificata House of Morgan annunciò che si sarebbe fusa con l’apparato dei Rockefeller Chase Manhattan/Chemical Bank/ Manufacturers Hanover.

Quattro giganti bancari sono riusciti a dettare legge nella finanza degli Stati Uniti. JP Morgan Chase e Citigroup erano i sovrani del capitale della East Coast. Insieme avevano il controllo del 52,86% della Federal Reserve Bank di New York [9]. Bank of America e Wells Fargo erano i sovrani della West Coast.

Nel corso della crisi bancaria del 2008 queste compagnie si sono sempre più ingrandite, riuscendo a ottenere circa un trilione di aiuti governativi dal Segretario del Tesoro e allievo di Goldman Sachs, Henry Paulsen, mentre, nel frattempo, si impadronivano di patrimoni in sofferenza in cambio di spiccioli.

Barclays rilevò Lehman Brothers. JP Morgan Chase si prese Washington Mutual e Bear Stearns. Bank of America ha rilevato Merrill Lynch e Countrywide. Wells Fargo si è ingoiata la quinta banca del paese, Wachovia.

Le stesse banche controllate dalle Otto Famiglie che per decenni hanno portato al galoppo i Quattro Cavalieri a pesticciare il petrolio nei giacimenti del Golfo Persico sono ora più potenti che mai. Sono i Quattro Cavalieri del Sistema Bancario degli Stati Uniti.
di Dean Henderson

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[1] The Great Crash of 1929. John Kenneth Galbraith. Houghton, Mifflin Company. Boston. 1979. p.148

[2] Ibid

[3] Evening Edition. National Public Radio. 2-27-95

[4] “Bank of America will Purchase Chicago Bank”. The Register-Guard. Eugene, OR. 1-29-94

[5] “Big-time Bankers Profit from M&A Fever”. Knight-Ridder News Service. 12-30-95

[6] “US Banks find New Opportunities in the Middle East”. Amy Dockser Marcus. Wall Street Journal. 10-12-95

[7] “Making a Money Machine”. Daniel Kadlec. Time. 4-20-98. p.44

[8] BBC World News. 1-20-02

[9] Rule by Secrecy: The Hidden History that Connects the Trilateral Commission, the Freemasons and the Great Pyramids”. Jim Marrs. HarperCollins Publishers. New York. 2000. p.74
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Fonte: http://www.globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=24967

31 maggio 2011

Una guerra mondiale finanziaria dietro l’eliminazione di DSK


Una guerra mondiale finanziaria dietro l’eliminazione di DSK

Non si può capire la caduta di Dominique Strauss-Kahn senza inserirla nel contesto del progetto che incarnava la creazione di una nuova valuta di riserva internazionale, in programma per oggi 26 maggio 2011. Paradossalmente, un progetto atteso dagli stati emergenti, come pure dalla finanza apolide, ma rifiutata dai complesso militar-industriale israelo-statunitense. Thierry Meyssan alza il velo sul colpo di mano di Obama, per non dovere mantenere gli impegni assunti.


I francesi hanno assistito con stupore all’arresto negli Stati Uniti del loro leader politico più popolare, Dominique Strauss-Kahn. L’ex ministro dell’Economia, l’uomo che era diventato l’alto funzionario più pagato del mondo (stipendio base annuo, bonus e spese esclusi: 461510 USD) e che era sul punto, si diceva, di avvicinarsi alla presidenza della Repubblica. Questa personalità calorosa, nota per il suo appetito a tavola e a letto, a volte accusata di fare politica con dilettantismo mentre amava prendere del tempo per godersi la vita, è accusata di aver violentato selvaggiamente una cameriera in un albergo di Manhattan.

Per sei giorni, il francesi sono rimasti attaccati ai loro teleschermi a guardare inebetiti l’accanimento giudiziario nei confronti un uomo che erano abituati a considerare come il rimedio possibile, dopo il disastroso quinquennio di Nicolas Sarkozy. La sua caduta è stata anche la fine delle loro illusioni.

Lo spettacolo di questo destino spezzato assomiglia a una tragedia greca. Il detto romano “Arx tarpeia Capitoli proxima” torna sulle labbra: la Rupe Tarpea, dove i condannati a morte venivano lanciati nel vuoto, era così vicina al Campidoglio, luogo simbolo del potere e degli onori.

Indipendentemente da ogni considerazione sulla sua innocenza o colpevolezza, il maltrattamento di una simile elevata personalità non può che causare ansia tra i semplici cittadini: se questi non riescono a difendersi, come possiamo sperare di farlo se fossimo accusati noi come lui?

Ascesa e caduta

Ma i francesi sono un popolo politicizzato, nutrito dalle lezioni di Machiavelli, senza averlo mai letto, si sono affrettati a mettere in discussione la fondatezza delle accuse contro il loro concittadino, DSK. Il 57% di loro, secondo i sondaggi, non crede a questa sordida storia che i media statunitensi si dilettano a raccontare. Alcuni hanno cominciato a immaginare gli scenari di possibili manipolazioni, mentre altri si chiedevano “Cui bono?” (A chi giova?).

In questo gioco, il primo nome che viene in mente è quello di Nicolas Sarkozy. Come non pensarlo, quando ci si ricorda che è diventato presidente presentando una denuncia contro il suo principale rivale, Dominique de Villepin, e trascinandolo in un caso rocambolesco di documenti falsi. Allora perché non un nuovo complotto per far fuori un nuovo concorrente?

E non importa che i due uomini avevano bisogno l’uno dell’altro per preparare i prossimi vertici internazionali, né che erano entrambi asserviti al Signore Supremo degli Stati Uniti. Sappiamo che i peggiori crimini richiedono il sangue di amici o meglio, dei parenti.

Inoltre, i francesi ignorano i legami di DSK [1], come hanno ignorato quelli di Nicolas Sarkozy, quando l’hanno eletto [2]. Mai la stampa li aveva informati che negli anni ’90, durante la sua traversata del deserto politico, è stato assunto come professore alla Stanford University da una certa Condoleezza Rice. Non sapevano che lui e i suoi luogotenenti Pierre Moscovici e Jean-Christophe Cambadelis erano responsabili del finanziamento del Partito Socialista e della Fondation Jean-Jaurès dal National Endowment for Democracy, la facciata legale della CIA [3]. Non hanno seguito i suoi numerosi lavori e contratti con i think tank atlantisti, la German Marshall Fund of the United States [4] o il Bilderberg Group [5]. In definitiva, non sanno nulla del suo impegno per l’integrazione della Francia e dell’Europa in un mercato unico transatlantico, dominato dagli Stati Uniti.

I francesi non conoscevano i suoi stretti legami con Israele. Guidava, in seno al Partito Socialista il Circolo Blum, dal nome di un ex primo ministro ebraico. Questa discreta e potente lobby sorveglia, lontano dalla scena politica, tutti coloro che vorrebbero contestare il progetto sionista. Così fa cadere delle teste, come il politologo Pascal Boniface, che ha evidenziato il carattere elettoralmente controproducente del supporto a Tel Aviv, in un paese dove il 10% della popolazione è di cultura araba. DSK non lo nasconde. Afferma senza mezzi termini: “Credo che ogni ebreo della diaspora e della Francia dovrebbe fornire un aiuto a Israele. É perciò importante che gli ebrei si assumano delle responsabilità politiche. Insomma, nelle mie funzioni e nella mia vita quotidiana, attraverso tutte le mie azioni, cerco di apportare la mia modesta pietra all’edificio di Israele“. Strano per qualcuno che è in corsa per la presidenza francese. Poco importa, è così gioviale.

Tuttavia, nulla è stato risparmiato a Dominique Strauss-Khan e a coloro che lo amano: mentre lui è stato posto in custodia cautelare, poi in detenzione, senza aver mai la possibilità di parlare, il Procuratore di New York ha fatto distribuire ai media un atto d’accusa dettagliato.

Vi si legge la descrizione freddamente clinica dei reati imputati: “L’imputato ha tentato di avere, con la forza, sesso orale e anale con una terza persona; l’imputato ha cercato, con la forza, di avere rapporti vaginali con una terza persona, l’imputato ha forzato una terza persona a un contatto sessuale; l’imputato ha rapito una terza persona; l’imputato ha costretto una terza persona al contatto sessuale senza consenso; l’imputato ha intenzionalmente e senza giustificati motivi, toccato i genitali ed altre parti intime di una terza persona, al fine di umiliare la persona e abusare di lei, e al fine di soddisfare i desideri sessuali dell’accusato.

Questi crimini sono stati commessi nelle seguenti circostanze: Il sottoscritto dichiara di essere stato informato da qualcuno conosciuto dall’ufficio del procuratore che l’ha accusato di 1) aver chiuso la porta della stanza e impedito la denunciante di lasciare quella camera, 2) di essersi seduto sul petto della denunciante, senza il suo consenso, 3) ha cercato di rimuovere con la forza i collant di questa persona e di toccarle i genitali con la forza, 4) costretto la bocca della denunciante a toccare il suo pene per due volte, 5) aver commesso questi atti usando la forza fisica.

Tutto questo sventolato per giorni sul telegiornale delle 20:00, con grande dettaglio, sotto gli occhi spalancati di genitori che rientrano dal lavoro, e di fronte a bambini terrorizzati che abbassano il loro naso sul piatto della minestra.

Lo shock culturale

Nessuno sa chi è il più traumatizzato: l’economista brillante che avrebbe salvato l’umanità dalla crisi finanziaria, viene improvvisamente ridotto al rango di criminale infame, o le persone che aspiravano al riposo e stavano pensando a scegliere un leader, e si vedono costrette ad osservare ancora una volta la violenza degli Stati Uniti.

A questo proposito, i francesi sono in cerca di scuse al sistema giuridico anglo-sassone che scoprono. Certo, avevano già visto queste parodie di giustizia nelle serie televisive, ma non hanno mai pensato che ciò fosse vero. E il sistema extragiudiziale, Guantanamo e le prigioni segrete, di cui non hanno mai voluto saperne. Alcuni commentatori hanno tentato di spiegare la durezza della polizia e del primo giudice come il desiderio di trattare allo stesso modo i potenti e i deboli. Eppure, tutti hanno letto le opere di famosi sociologi che dimostrano che in questo sistema iniquo il denaro regna, e la giustizia è di classe.

I francesi, inoltre, hanno accettato acriticamente le critiche anglo-sassoni. Tutto questo è colpa della stampa francese, si poteva leggere, che non ha mai indagato sulla vita sessuale sfrenata di Strauss-Kahn, in nome del rispetto della sua privacy. Tuttavia, continuano i puritani, colui che seduce apertamente le donne, e anche la stampa, a volte sbanda, è un potenziale stupratore. “Chi ruba un uovo, ruba un bue!“. Sulla copertina, Time Magazine presenta DSK e altri come lui, come un maiale. Nessuno ha rilevato che l’imputato era il direttore del FMI a Washington, da 3 anni senza che la stampa anglosassone, che impartisce lezioni, abbia indagato sui suoi presunti vizi occulti.

L’accusa aveva il sospetto aperto, tutti si ricordano, ma un pò tardi, che nel 2002 DSK aveva cercato di abusare di una bella giornalista, Tristane Banon. Quando lei aveva chiesto una intervista, era stata invitata in un appartamento privato, situato nel quartiere storico del Marais, a Parigi. Aveva accolto la giovane donna in un grande loft, privo di mobili ad eccezione di un letto. E siccome questa bellezza non cedeva al libertino, l’aveva picchiata.

Forse a New York, questa violenza aveva travolto l’uomo galante, e l’aveva trasformato in un criminale?

Nulla permette di immaginarlo, tanto più che DSK non è un celibe frustrato. E’ sposato con una star televisiva, Anne Sinclair, che era la giornalista favorita dai francesi, prima di abbandonare il suo lavoro per accompagnarlo nella sua carriera. I francesi l’hanno ritrovata al tribunale, quando Dominique Strauss-Kahn è apparso, ancora più bella e volitiva, nonostante gli anni in più. Nipote di un grande mercante d’arte, ha una fortuna familiare notevole. Senza esitare, è venuta da Parigi per pagare un milione di dollari di cauzione e offrire cinque milioni di dollari in garanzie bancarie aggiuntive. In quel momento, questa donna di denari era pronta a cedere tutto per salvare il marito dalle grinfie laceranti della giustizia degli Stati Uniti. Era tanto più ammirevole. É lei che non si alterava per le sue buffonate, e che amava accompagnarlo alla Chandelle, un club per scambisti parigini.

In ogni nazione degna di questo nome, non si sarebbe sopportato vedere una celebrità che puntava ad essere eletta presidente e incarnare il paese, apparire ammanettata tra i poliziotti dell’FBI e gettata nella parte posteriore di un’auto, come un delinquente, esposta in tribunale senza essersi potuta fare la barba. Probabilmente si sarebbe assediata l’Ambasciata USA, cantando inni patriottici. Non in Francia. Qui si ammirano troppo gli “americani”. Li si contempla come il coniglio è ipnotizzato dal cobra. Ed è difficile ammettere che non si è al centro del mondo, che se c’è complotto, non è nato sulle rive della Senna, ma sulle rive del Potomac.

Il sequestro

DSK è colpevole di stupro o è vittima di un complotto? Basta pensarci per risolvere la questione.

L’imputato avrebbe passato la notte con una ragazza squillo. Avrebbe violentato la cameriera al brunch della mattina, e poi presumibilmente è andato tranquillamente a fare colazione con sua figlia, una studentessa della Columbia University. Infine, avrebbe preso il suo aereo prenotato da alcuni giorni per incontrarsi con la Cancelliera Angela Merkel a Berlino. Era comodamente seduto in uno aereo dell’Air France, quando è stato arrestato, dieci minuti prima del decollo.

Secondo l’equipaggio, gli agenti del Nucleo Vittime Speciali (della serie Law and Order SVU [6]) non hanno chiesto ai loro omologhi dell’aeroporto di procedere all’indagine, ma hanno insistito nel farlo loro stessi, nonostante il rischio di arrivare troppo tardi. Per evitare che DSK fosse preavvertito, hanno chiesto che si disturbassero i telefoni in quella zona dell’aeroporto, il tempo necessario al loro arrivo [7]. Tuttavia, tale interferenza non era responsabilità di una squadra normale. Questa è proprio una questione di sicurezza nazionale.

Quando l’indagato è stato preso in custodia, è stato escluso da qualsiasi contatto esterno se non con i suoi avvocati, come prevede la legge negli Stati Uniti. Ma quando la giudice Melissa Jackson l’ha preso in custodia, è stato nuovamente isolato dall’esterno. Senza motivo. Il fermo era stato spiegato necessario, perché il convenuto poteva fuggire in Francia, con la quale lo Stato di Washington non ha concluso alcun trattato di estradizione, e che ha protetto un altro imputato accusato di stupro, il regista Roman Polanski. Questa decisione non è stata presa per isolare l’imputato e impedirgli di influenzare i testimoni. Ma il giudice ha deciso di farlo rinchiudere a Rikers Island, una delle più grandi prigioni del mondo, con 14.000 detenuti, e uno delle più sordide. Un inferno sulla Terra. “Per la sua protezione“, lo si è poi premiato con una camera singola e tenuto in isolamento.

Insomma, per 10 giorni, l’amministratore delegato del FMI è stato sequestrato. Per 10 giorni, il funzionamento delle istituzioni internazionali è stato bloccato per la mancanza della sua firma. Per 10 giorni, i problemi dell’euro e del dollaro, il crollo della Grecia, e molte altre questioni, sono rimasti in sospeso a causa del capriccio di polizia, giudici e guardie carcerarie.

Secondo la giurisprudenza degli Stati Uniti DSK, che non ha precedenti penali ed è domiciliato a Washington, non avrebbe dovuto essere tenuto in custodia cautelare, ma avrebbe dovuto essergli concessa la libertà. Probabilmente ha rapidamente analizzato la situazione. Attraverso uno dei suoi avvocati, è riuscito a mandare al FMI una lettera di dimissioni. Il giorno dopo, contro ogni previsione, un nuovo giudice ha aderito alla sua richiesta di libertà vigilata. Non era, infatti, più utile tenerlo in custodia poiché il FMI aveva recuperato la sua capacità di agire.

Christine Lagarde, Ministro francese dell’Economia, che ha fatto carriera negli Stati Uniti difendendo gli interessi del complesso militare-industriale [8], punta a succedere all’accusato nella direzione del FMI, nonostante le grida di sdegno di Russia e Cina.

In realtà, il secondo suo avvocato, Benjamin Brafman, non è venuto a vederlo in prigione e non ha partecipato alla seconda udienza. La star dei tribunali di New York si era recata precipitosamente in Israele. Ufficialmente per celebrare una festa religiosa in famiglia [9]. Ma per chiedere il suo onorario tasse, il signor Brafman non ha dovuto accontentarsi di accendere i fuochi del Lag Ba’omer, ma ha dovuto negoziare con il suo cliente.

Il progetto Zhou

Perché schierare dei mezzi hollywoodiani per bloccare il FMI per 10 giorni? Due risposte sono possibili, e possono essere collegate.

In primo luogo, il 29 marzo 2009, il governatore della banca centrale cinese Zhou Xiaochuan ha sfidato il predominio del dollaro come valuta di riserva. Deplorando che il progetto dell’economista John Maynard Keynes, di creare una moneta internazionale (il Bancor) non sia stato raggiunto alla fine della seconda guerra mondiale, ha proposto di utilizzare i Diritti Speciali di Prelievo del FMI per giocare questo ruolo [10].

Cedendo alle pressioni, gli Stati Uniti accettano la triplicazione delle risorse del FMI e il rilascio, da parte del FMI, dei Diritti Speciali di Prelievo (DSP) del valore di 250 miliardi dollari, nel corso del vertice del G20 a Londra, del 2 aprile 2009. Hanno anche accettato il principio di un Consiglio di Stabilità Finanziaria, cui saranno associati i grandi stati emergenti.

Questa idea è stata discussa al vertice del G8 a L’Aquila (Italia), l’8 luglio 2009. Spingendo il pedone più lontano, la Russia propose di non accontentarsi di una moneta virtuale, ma di stamparla. Dmitrij Medevedev, che aveva fatto coniare simbolicamente prototipi di questa moneta, ne mise alcune sul tavolo. Da un lato c’erano i volti degli otto capi di Stato e dall’altra la valuta, recava la scritta in inglese “Unity in Diversity” [11].

Il progetto è presentato agli esperti della Divisione Affari Economici e Sociali delle Nazioni Unite. Il loro rapporto, a cui partecipò il professor Vladimir Popov della New Economic School di Mosca, è studiato il 25 aprile 2010 in una riunione congiunta del FMI e della Banca mondiale [12].

Il processo avrebbe dovuto concludersi oggi, 26 maggio 2011, in occasione del vertice G8 di Deauville (Francia). Il dollaro ha cessato di essere la moneta di riferimento sullo sfondo dell’insolvenza del governo federale degli Stati Uniti. Washington avrebbe rinunciato al finanziamento della sua superpotenza militare con il debito, per perseguire la propria ristrutturazione interna.

Il granello di sabbia

Purtroppo, durante gli ultimi mesi di questo processo, le iniziative politiche e militari hanno sconvolto questo piano. Alcuni stati, tra cui Russia e Cina, sono stati truffati. L’arresto di DSK dimostra che Washington ha agito in mala fede e che le sue concessioni miravano a guadagnare tempo.

Anche se i dettagli esatti dell’idea progettata da Dominique Strauss-Kahn di creare questa nuova valuta di riserva sostenuta dai Diritti Speciali di Prelievo del FMI sono segreti, sembra che la Libia stesse giocando un ruolo chiave: a titolo esperimentale, la Banca Centrale della Libia era la prima a decidere di basare la propria valuta, il dinaro, sull’oro e poi sul DSP. La cosa è tanto più importante poiché la Libia ha un fondo sovrano tra i più dotati del mondo (è anche un po’ più ricco di quello della Russia).

Tuttavia, entrando in guerra contro la Libia, Francia e Regno Unito hanno congelato teoricamente i beni non solo della famiglia Gheddafi, ma dello Stato libico. Peggio, Parigi e Londra hanno inviato dei dirigenti della banca HSBC a Bengasi, per creare una Banca Centrale dei ribelli della Libia e tentare di sequestrare dei beni nazionali [13]. Senza che si sappia se Nicolas Sarkozy e David Cameron si siano lasciati rapire dal loro potere o abbiano agito su istruzioni dei loro mandanti a Washington, il fragile edificio progettato da Dominique Strauss-Kahn è crollato.

Secondo i nostri contatti a Tripoli, al momento del suo arresto, DSK stava partendo per Berlino per trovare una soluzione con la Cancelliera Angela Merkel. Doveva poi partire con un emissario della Merkel per negoziare con i rappresentanti del colonnello Gheddafi, e forse con lui direttamente. La firma del leader libico era necessaria per sbloccare la situazione.

Vi è ora una guerra finanziaria di proporzioni senza precedenti: mentre la situazione economica degli Stati Uniti vacilla e il dollaro potrebbe facilmente diventare carta straccia, l’accordo approvato al G8 e al G20, attuato dal FMI in coordinamento con la Banca mondiale e la comunità bancaria internazionale di cui DSK era il campione, è sospeso. Il predominio del dollaro è intatto anche se più artificiale che mai; questo dollaro che gli stati emergenti volevano relativizzare, ma su cui il complesso militare-industriale israelo-statunitense consolida il proprio potere.

In questo contesto chi è un uomo d’onore?

di Thierry Meyssan


*Thierry Meyssan. Intellettuale francese, fondatore e presidente del Réseau Voltaire e della conferenza Axis for Peace. Pubblica analisi di politica estera nella stampa araba, latinoamericana e russa. Ultimo libro in francese: L’Effroyable imposture: Tome 2, Manipulations et désinformations (éd. JP Bertand, 2007)

30 maggio 2011

L'arresto di Dominique Strauss-Kahn segna una svolta strategica cruciale

L'arresto del capo del Fondo Monetario Internazionale Dominique Strauss-Kahn il 15 maggio a New York ha portato all'arresto di tutti i salvataggi bancari a livello internazionale. Il "clean job" nei confronti di Strauss-Kahn, che era in preparazione da qualche tempo, mirava esattamente a questo tipo di effetto. "Quale sarà il risultato di questo effetto non è certo, ma l'effetto non potrà essere evitato", ha commentato Lyndon LaRouche in una discussione coi suoi collaboratori il 21 maggio.

"L'intero sistema crollerà in uno dei due modi. Il primo, più improbabile, è che i sostenitori di Obama, Geithner e Bernanke sopravvivranno, nel qual caso scoppierà l'inferno; il secondo è che non sopravvivranno, e qui la situazione diventa più interessante. Quanto è accaduto a Strauss-Kahn è assolutamente una parte cruciale del punto di svolta che è stato raggiunto nelle ultime due settimane".

Ci sono solo due opzioni, ha sottolineato LaRouche: o crolla il sistema speculativo internazionale, o crolla l'economia mondiale. DSK, come Strauss-Kahn veniva chiamato dagli amici, non era soltanto una figura chiave nel salvataggio dell'euro come parte del sistema transatlantico (quindi delle banche), ma il progetto era che diventasse l'"Imperatore del Mediterraneo". Il suo arresto ha cambiato le carte in tavola. La banda del buco, o cricca dei salvataggi folli - soprattutto gli amici di DSK Tim Geithner e Ben Bernanke - è ora allo sbando.

Ci sono almeno due gruppi in Europa che temono giustamente che il prossimo giro di salvataggi getti il mondo in un'ondata iperinflazionistica incontrollata. Uno, in Germania, agisce visibilmente tramite l'insistenza del governo tedesco sulla ristrutturazione del debito della Grecia. Una storia che circola in questi giorni su internet è che già al primo salvataggio, il capo del fondo tedesco di salvataggio bancario Jochen Sanio espresse la propria opposizione ad altri salvataggi parlando ad una Commissione del Bundestag, il Parlamento tedesco. Quando gli chiesero come mai, rispose: "Perché i contribuenti ci impiccherebbero!" L'altro gruppo sta emergendo visibilmente in Gran Bretagna, con la discussione sulla questione del "too big to fail" e l'attacco allo snodo Blair-Windsor.

Anche negli Stati Uniti alcuni ambienti influenti si oppongono all'economia iperinflazionistica da bisca, come si vede dall'intervento del sistema giudiziario di New York contro Strauss-Kahn. Inoltre, il Procuratore di New York Eric Schneidermann ha aperto un'inchiesta per frode su cinque grandi banche di Wall Street per le loro attività sul mercato immobiliare secondario (MBS). Si indagherà su Goldman Sachs, Morgan Stanley, Bank of America ed altre ai sensi della legge del 1921 "New York State Martin Act", per reati documentati ampiamente nei rapporti Angelides e Levin.

Nel frattempo, il processo dei salvataggi nell'Eurozona è congelato. I funzionari dell'UE riuniti attorno alla sedia vuota di DSK sono incapaci di arrivare ad un accordo su un pacchetto per la Grecia. Il sessualmente esuberante DSK garantiva infatti che il FMI, che include Stati Uniti, Russia e i paesi in via di sviluppo, avrebbe continuato a svolgere un ruolo chiave nei salvataggi. Ora il presidente dell'UE Van Rompuy si è lamentato che "sentiamo la mancanza di leadership nel risolvere la crisi greca", ed ha chiesto che DSK venga sostituito al più presto, preferibilmente da un europeo, per garantire la continuazione dei salvataggi. Tuttavia, Messico, Turchia, Cina ed altre nazioni asiatiche hanno proposto i loro candidati, e quindi non sarà facile per l'UE imporsi ancora una volta. Perlomeno, si perde del tempo prezioso e mai come stavolta, "time is money".

Infatti, la troika FMI-BCE-UE ha sospeso le proprie missioni ad Atene, annunciando che tutto è sospeso fino a quando il governo non farà concessioni sul programma di privatizzazioni, che la popolazione greca considera un altro stupro da parte di Strauss-Kahn. E se Atene piange, Dublino non ride. È stata rinviata l'emissione di un bond da 5 miliardi da parte del cosiddetto fondo salva-stati EFSF perché gli irlandesi si rifiutano di accettare le esorbitanti condizioni per ottenere il credito. In altre parole, si è arrestato l'intero meccanismo di salvataggio e con questo l'intero mercato speculativo rischia un crollo a catena.

by Movisol

29 maggio 2011

I quattro cavalieri delle banche globali








Se vuoi sapere dov'è il vero centro del potere mondiale, segui i quattrini e dove vanno a finire. Secondo la rivista Global Finance, nel 2010 le cinque più grandi banche del pianeta sono tutte nei feudi dei Rothschild, in Regno Unito e in Francia. Sono la francese BNP (3 trilioni di asset), Royal Bank of Scotland (2,7 trilioni), la britannica HSBC Holdings (2,4 trilioni), la francese Credit Agricole (2,2 trilioni) e la British Barclays (2,2 trilioni). Negli Stati Uniti l’incontro della deregolamentazione con la mania delle fusioni ha lasciato sul terreno quattro mega-banche che dettano legge su tutto. Sempre secondo il Global Finance, nel 2010 erano Bank of America (2,2 trilioni di dollari), JP Morgan Chase (2 trilioni), Citigroup (1,9 trilioni) e Wells Fargo (1,25 trilioni). Le ho nominate i Quattro Cavalieri del Sistema Bancario degli Stati Uniti.

Il consolidamento del potere monetario degli Stati Uniti

Il matrimonio del settembre del 2000 che ha portato alla creazione di JP Morgan Chase è stato la più grande fusione nella pletora di consolidamenti bancari che ha avuto luogo negli anni ’90. La mania delle fusioni è stata stimolata da una massiccia deregolamentazione dell’industria bancaria, che ha visto la revoca del Glass Steagal Act del 1933, indetto durante la Grande Depressione per mettere il freno ai monopoli bancari che causarono lo shock del ’29, che provocarono quella crisi.

Nel luglio del 1929 Goldman Sachs lanciò due fondi d’investimento chiamati Shenandoah e Blue Ridge. Tra l’agosto e settembre, da grandi imbonitori, riuscendo a vendere azioni del valore di centinaia di milioni di dollari con la Goldman Sachs Trading Corporation a 104 dollari per azione. Gli insider di Goldman Sachs, nel frattempo, stavano abbandonando il mercato azionario. Nell’inverno del 1934 le azioni valevano 1 dollaro e 75. Il direttore sia di Shenandoah che di Blue Ridge era l’avvocato di Sullivan & Cromwell, John Foster Dulles [1].

John Merrill, fondatore of Merrill Lynch, uscì dal mercato azionario nel 1928, così come gli insider di Lehman Brothers. Il direttore di Chase Manhattan, Alfred Wiggin, dette ancora ascolto al suo “intuito” formando la Shermar Corporation nel 1929 per cedere le azioni della propria compagnia. Dopo la crisi del ’29, il presidente di Citibank, Charles Mitchell, fu imprigionato per evasione fiscale [2].

Nel febbraio del 1995 il presidente Bill Clinton annunciò un piano per smantellare sia il Glass Steagal Act che il Bank Holding Company Act del 1956, che vietavano alle banche di possedere compagnie di assicurazione e altre istituzioni finanziarie. Quel giorno Barings, un vecchio mercante di oppio e di schiavi, andò in rovina quando uno dei suoi trader di Singapore, Nicholas Gleason, si trovò dalla parte sbagliata del commercio dei milioni di dollari in derivative currency [3].

L’avvertimento rimase inascoltato. Nel 1991 i contribuenti statunitensi, già depredati di più di 500 miliardi di dollari per il saccheggio realizzato da S&L, furono vessati da altri 70 miliardi di dollari per il bailout del FDIC, gli fu poi presentato il conto per il salvataggio segreto - che già durava da due anni e mezzo - di Citibank, vicina al collasso dopo l’ondata degli effetti dovuti alla contrazione del debito dell’America Latina. Con il conto già pagato dai contribuenti degli Stati Uniti e la deregulation portata a compimento, il passo successivo fu un turbinio di fusioni bancarie come non se ne erano mai viste prima.

Il Sottosegretario al Tesoro sotto la presidenza Reagan, George Gould, affermò che la concentrazione delle banche in cinque/dieci giganti era quello di cui l’economia degli Stati Uniti aveva bisogno. La previsione da incubo di Gould stava per avverarsi.

Nel 1992 Bank of America rilevò il suo più forte rivale nella West Coast, la Security Pacific, poi fagocitò la depredata Continental Bank of Illinois per pochi soldi. Bank of America acquisì il 34% di Black Rock (Barclays ne possedeva il 20 per cento) e l’11 per cento della China Construction Bank, diventando la seconda banca con asset pari a 214 miliardi di dollari. Citibank aveva il controllo di 249 miliardi di dollari [4].

A quel punto le due banche avevano incrementato i loro asset fino al valore di 2 milioni di dollari a testa.

Nel 1993 Chemical Bank ha inghiottito Texas Commerce per diventare la terza istituzione bancaria con 170 miliardi di asset. Chemical Bank si era già fusa con Manufacturers Hanover Trust nel 1990.

North Carolina National Bank e C&S Sovran si erano consolidate nella Nation’s Bank, la quarta istituzione bancaria degli Stati Uniti, con 169 miliardi di dollari di dote. Fleet Norstar rilevò Bank of New England, mentre Norwest acquistò le quote di United Banks of Colorado.

In tutto questo periodo i profitti bancari negli Stati Uniti erano in forte incremento, sempre più alti ogni quadrimestre. Il 1995 ha battuto tutti i record di concentrazione bancaria. Quell’anno si sono realizzate trattative per un totale di 389 miliardi di dollari [5].

Le cinque grandi banche d’investimento, che avevano già fatto carrettate di soldi pilotando le negoziazioni sul debito dell'America Latina, ora potevano sbancare il lotto con la mania delle fusioni industriali e bancarie degli anni '80 e '90.

Secondo Standard & Poors le prime cinque banche d’investimento erano Merrill Lynch, Goldman Sachs, Morgan Stanley Dean Witter, Salomon Smith Barney e Lehman Brothers. Una trattativa realizzata nel 1995 fu la proposta di fusione tra la più grande banca d'investimento londinese, S. G. Warburg, e Morgan Stanley Dean Witter. Warburg scelse invece come partner Union Bank of Switzerland, creando la sesta forza nel settore delle banche d'investimento, UBS Warburg.

Dopo il parossismo del 1995, le banche più importanti si sono mosse in modo aggressivo verso il Medio Oriente, fissando il centro delle operazioni a Tel Aviv, a Beirut e in Bahrein, dove si era insediata la Quinta Flotta degli Stati Uniti. Le privatizzazioni bancarie in Egitto, Marocco, Tunisia e in Israele hanno aperto la porta alle mega-banche. Chase e Citibank prestarono denaro a Royal Dutch/Shell e alla saudita Petrochemical, mentre JP Morgan faceva le consulenze al consorzio Qatargas guidato da Exxon Mobil [6].

L’industria globale delle assicurazioni ha dovuto anche lei affrontare la mania delle fusioni. Nel 1995 Traveler’s Group ha acquisito Aetna, Warren Buffet’s Berkshire Hathaway si è mangiata Geico, Zurich Insurance si è ringalluzzita con Kemper Corporation, CNA Financial ha acquistato Continental Companies e General RE Corporation ha affondato i suoi molari su Colonia Konzern AG.

Alla fine del 1998 il colosso Citibank si fuse con Travelers Group per diventare Citigroup, creando un gigante del valore di 700 miliardi di dollari con 163.000 impiegati in oltre 100 paesi che aveva al suo interno Salomon Smith Barney una joint venture con Morgan Stanley), Commercial Credit, Primerica Financial Services, Shearson Lehman, Barclays America, Aetna e Security Pacific Financial [7].

Lo stesso anno Bankers Trust e la banca d'investimento statunitense Alex Brown furono arraffate da Deutsche Bank, che aveva già rilevato la londinese Morgan Grenfell & Co. Nel 1989 Deutsche Bank era diventata la banca più grande al mondo con asset del valore di 882 miliardi di dollari. Nel gennaio del 2002 i titani giapponesi Mitsubishi e Sumitomo si sono accordati per formare Mitsubishi Sumitomo Bank, che sopravanzò Deutsche Bank con un asset di 905 miliardi di dollari [8].

Nel 2004 HSBC era diventata la seconda banca più grande al mondo. Sei anni più tardi i tre giganti furono eclissati sia da BNP che da Royal Bank of Scotland.

Negli Stati Uniti l’incubo di George Gould ha raggiunto il suo apice proprio in tempo per l’inizio del millennio quando Chase Manhattan ha fagocitato Chemical Bank. I Bechtel di Wells Fargo acquisirono Norwest Bank, mentre Bank of America assorbì Nations Bank. Il colpo di grazia fu dato quando la riunificata House of Morgan annunciò che si sarebbe fusa con l’apparato dei Rockefeller Chase Manhattan/Chemical Bank/ Manufacturers Hanover.

Quattro giganti bancari sono riusciti a dettare legge nella finanza degli Stati Uniti. JP Morgan Chase e Citigroup erano i sovrani del capitale della East Coast. Insieme avevano il controllo del 52,86% della Federal Reserve Bank di New York [9]. Bank of America e Wells Fargo erano i sovrani della West Coast.

Nel corso della crisi bancaria del 2008 queste compagnie si sono sempre più ingrandite, riuscendo a ottenere circa un trilione di aiuti governativi dal Segretario del Tesoro e allievo di Goldman Sachs, Henry Paulsen, mentre, nel frattempo, si impadronivano di patrimoni in sofferenza in cambio di spiccioli.

Barclays rilevò Lehman Brothers. JP Morgan Chase si prese Washington Mutual e Bear Stearns. Bank of America ha rilevato Merrill Lynch e Countrywide. Wells Fargo si è ingoiata la quinta banca del paese, Wachovia.

Le stesse banche controllate dalle Otto Famiglie che per decenni hanno portato al galoppo i Quattro Cavalieri a pesticciare il petrolio nei giacimenti del Golfo Persico sono ora più potenti che mai. Sono i Quattro Cavalieri del Sistema Bancario degli Stati Uniti.
di Dean Henderson

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[1] The Great Crash of 1929. John Kenneth Galbraith. Houghton, Mifflin Company. Boston. 1979. p.148

[2] Ibid

[3] Evening Edition. National Public Radio. 2-27-95

[4] “Bank of America will Purchase Chicago Bank”. The Register-Guard. Eugene, OR. 1-29-94

[5] “Big-time Bankers Profit from M&A Fever”. Knight-Ridder News Service. 12-30-95

[6] “US Banks find New Opportunities in the Middle East”. Amy Dockser Marcus. Wall Street Journal. 10-12-95

[7] “Making a Money Machine”. Daniel Kadlec. Time. 4-20-98. p.44

[8] BBC World News. 1-20-02

[9] Rule by Secrecy: The Hidden History that Connects the Trilateral Commission, the Freemasons and the Great Pyramids”. Jim Marrs. HarperCollins Publishers. New York. 2000. p.74
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Fonte: http://www.globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=24967