19 agosto 2011

Intrigo internazionale, le verità che non si sono mai potute dire



intrigo internazionale
'Intrigo Internazionale' cerca di fare luce sulla sanguinosa storia italiana degli ultimi quarant’anni da una prospettiva diversa

Uscito nel maggio dello scorso anno per Chiare Lettere, Intrigo Internazionale è un libro che cerca di fare luce sulla sanguinosa storia italiana degli ultimi quarant’anni da una prospettiva diversa rispetto a quella utilizzata sinora.

Il tentativo viene attuato da un personaggio più che qualificato per svolgere questo compito: si tratta del giudice Rosario Priore, magistrato inquisitore con un’esperienza di lungo corso che ha partecipato alle indagini sui più importanti avvenimenti della recente storia italiana, dal sequestro Moro alla strage di Ustica. A interrogarlo è il giornalista Giovanni Fasanella, coautore del libro, che attraverso l’agile forma dell’intervista ripercorre gli scenari all’interno dei quali il giudice Priore si è trovato a operare nel corso della sua trentennale carriera.

Dicevamo della diversa prospettiva. L’usanza comune infatti, da parte sia degli addetti ai lavori che di quella fetta dell’opinione pubblica meno formata, è quella di leggere questi accadimenti con una chiave interpretativa che Priore considera ristretta, inadatta e quindi incapace di avvicinarsi alla verità. Una verità, quella che viene raccontata nel libro, che non è giudiziaria bensì storica, politica e umana, perché libero finalmente dalle incombenze e dalle forzature cui spesso l’opera del magistrato è soggetta, prima fra tutte l’obbligo di surrogare le proprie conclusioni con prove tangibili e concrete, Priore delinea un quadro esaustivo e completo, tessuto attraverso la ricostruzione del contesto storico, politico ma soprattutto geopolitico in cui era collocata l’Italia negli anni settanta (e per molti aspetti ancora oggi).

Tuttavia, le sue non sono semplici supposizioni di una persona informata sui fatti, bensì le conclusioni di chi ha indagato per anni sui più oscuri misteri della storia italiana, intravedendo la verità, a volte potendola toccare con mano, ma perdendo quell’appoggio costituito dalla prova che gli ha sempre impedito di confermarla anche sul piano giudiziario. Com’è facile intuire, la mancata apposizione di questo ultimo tassello non dipende né dalle scarse capacità degli inquirenti, né da sfortuna o casualità.

rosario priore
Il giudice Rosario Priore ha partecipato alle indagini sui più importanti avvenimenti della recente storia italiana

Come racconta Priore, incalzato da Fasanella, sono innumerevoli i casi di depistaggio, dalla sparizione di verbali o file sospetti all’eliminazione fisica di testimoni, come per esempio alcuni personaggi chiave del processo di Ustica – i piloti Nadini e Nutarelli che avevano assistito all’abbattimento del DC9 dal vivo o il capitano e il maresciallo della base di Poggio Ballone, che l’avevano seguito sul radar – morti tutti in circostanze misteriose prima di poter deporre.

La minuziosità dei particolari, la sapienza con cui viene delineato il contesto storico-politico in cui si sono svolti i fatti, la pertinenza delle considerazioni in merito, contribuiscono però a dare credibilità alle interpretazioni di Priore anche in assenza della decisiva prova giudiziale. Sarebbe come dire che il disegno di un mosaico composto da migliaia di tessere è intuibile, se non addirittura facilmente visibile, anche se c’è un ammanco di qualche pezzo.

La completezza del quadro delineato da Intrigo Internazionale è raggiungibile anche grazie all’abilità di Priore nel combinare le numerose nozioni acquisite durante la sua attività inquisitoria con una cultura storica e politica che permette di vedere i fatti nella loro interezza. Buona parte del libro è infatti dedicata alla ricostruzione dei rapporti di potere fra i vari paesi dello scacchiere geopolitico europeo e internazionale, procedendo per gradi, descrivendo la strutturazione prima delle maggiori realtà eversive dei vari paesi – dalla RAF tedesca alle BR italiane, passando per Feltrinelli e il centro studi Hyperion –, poi dei più efficienti servizi segreti, scoprendo fra l’altro un cordone ombelicale che lega i due tipi di organizzazioni.

gheddafi berlusconi
Un elemento chiave del libro è il rapporto fra il governo italiano e quello libico

Fondamentale è anche il quadro dei rapporti politici ed economici che viene fatto: un elemento chiave – che è peraltro estremamente attuale anche in questi giorni – è per esempio il rapporto fra il governo italiano e quello libico, così come il lodo Moro contribuisce a chiarire la situazione delle relazioni fra le varie organizzazioni terroristiche mediorientali e l’Italia. Non si tratta tuttavia solo di una disamina sui contesti più 'caldi': grande attenzione, arricchita dal racconto di esperienze personali maturate nel corso delle indagini, Priore la dedica anche ai paesi atlantici, la Germania, gli Stati Uniti, l’Inghilterra e soprattutto la Francia.

Questa opera, che si colloca più sul piano storico che su quello giudiziario, è per il magistrato molto importante, poiché la chiave interpretativa non può prescindere da un’attenta analisi del contesto. Stimolato da Fasanella sull’argomento infatti, Priore rifiuta le tesi troppo semplicistiche con cui sono sempre stati spiegati i grandi fatti di sangue della nostra storia recente. È riduttivo parlare di 'servizi deviati', così com’è irrealistico addossare tutte le responsabilità a qualche singolo gruppo terroristico, incapace di compiere azioni tanto efferate e militarmente complesse senza aiuti esterni.

Forti dubbi vengono sollevati anche nei confronti della 'strategia della tensione', che nell’opinione del giudice è un pretesto creato per mascherare le vere ingerenze che hanno insanguinato l’Italia negli anni settanta e ottanta, ingerenze internazionali, rapporti di forza consumati attraverso una lotta silente, così come 'silenti' sono considerate da Priore le stragi italiane che dopo decenni di indagini sono ancora senza colpevoli. L’interpretazione di tutto ciò, agghiacciante ma tremendamente realistica, è una sorta di scambio di messaggi fra potenze, un codice di sangue che possono capire solo i mandanti e i destinatari ma di cui hanno fatto le spese centinaia di persone innocenti.

strage bologna
Non è possibile trovare una causa precisa che possa stare all’origine di tragedie come le stragi di Ustica e di Bologna, il caso Moro e altri drammatici avvenimenti

Non è possibile trovare una causa precisa che possa stare all’origine di tragedie come le stragi di Ustica e di Bologna, il caso Moro, le tante morti degli anni di piombo e molti altri drammatici avvenimenti, però la consapevolezza che Intrigo Internazionale riesce a creare è già un passo avanti per uscire dall’omertà e dalla nebbia che avvolge quegli anni.

Nel capitolo conclusivo poi, Fasanella chiede a Priore quale sia la molla che ha spinto e spinge ancora oggi tante persone – politici, giudici, agenti dei servizi segreti, rappresentanti istituzionali, periti, militari – a negare delle risposte che gli italiani aspettano da trent’anni. “La ragion di stato” è la risposta di Priore. Tuttavia, il magistrato tiene a fare una precisazione: la ragion di stato in molti paesi è più radicata, è veramente una causa superiore, la salus rei publicae dei romani per cui era lecito contravvenire alle leggi dello stato stesso.

Nazioni che hanno una tradizione, una coesione e un senso d’identità particolarmente spiccati, ereditati da una lunga e solida storia unitaria. L’Italia però non è fra queste, sia perché il nostro è una paese relativamente giovane, frutto di una unificazione che si potrebbe definire un po’ artificiale, sia soprattutto perché è radicata in noi italiani l’eterna divisione, il campanilismo, la faziosità, sentimenti questi esacerbati da un sistema politico marcio e clientelare, in mano a partiti che spesso perseguono interessi eminentemente personalistici.

Così, verità scomode e destabilizzanti vengono usate come merce di scambio politico o economico e diventano protagoniste di ricatti che da un lato favoriscono il permanere della coltre di mistero, dall’altro alimentano il marciume della classe politica (e non solo) italiana.

In questi tempi in cui si parla tanto di unità nazionale, sarebbe forse opportuno rivangare le dolorose ferite lasciate da quegli anni e ancora prima di sventolare un tricolore, far risuonare le note di Mameli e lasciarsi andare a pomposi festeggiamenti bisognerebbe riflettere su tutto ciò che non ha funzionato, su come l’Italia sia stata per anni terreno di scontro fra potenze internazionali, governata da istituzioni che non hanno saputo né voluto proteggere i propri cittadini, coinvolta in una guerra silente in cui non ci sono né attaccanti né attaccati ma solo troppi morti innocenti.

di Francesco Bevilacqua

18 agosto 2011

I rapporti Angelides e Levin-Coburn sulle agenzie di rating

osì come le agenzie di rating sono ora strumentali per imporre la dittatura dei mercati di Londra e Wall Street sugli USA e sull'Europa, esse sono state centrali nella creazione della bolla speculativa e nel suo crac sotto GW Bush e Tony Blair. Come si legge nei rapporti Angelides (FCIC) e Levin-Coburn:

Le agenzie di rating erano pagate dalle banche per ottenere i rating sulle Mortgage Backed Securities (MBS) e sulle Obbligazioni di Debito Collateralizzate (CDO, che impacchettavano le MBS). Così facendo, "le agenzie hanno indebolito i loro criteri e ognuna era in competizione per fornire il rating più favorevole per ottenere clienti e allargare la quota di mercato. Il risultato è stata una corsa verso il basso" (Angelides).

Moody's e S&P hanno assegnato la tripla A a decine di migliaia di MBS e CDO negli anni duemila, e i loro profitti sono andati alle stelle. Ad esempio, "Moody's ha venduto 230 ratings nel 2004, 363 nel 2005, 749 nel 2006 e 717 nel 2007. I ricavi di Moody's dai prodotti strutturati sono cresciuti dai 199 milioni di dollari del 2000, o il 33% delle entrate totali, a 887 milioni del 2006, o il 44%" (Levin).

Quando questi derivati hanno dato segni di crollo, nel 2006, le agenzie hanno continuato ad assegnare la tripla A per sei mesi. Poi, nel luglio 2007, quando la bolla è scoppiata, hanno improvvisamente abbassato il rating alla maggior parte di essi, costringendo molte banche, fondi pensione e altri a scaricarli sul mercato con grandi perdite, a causa di leggi che imponevano il possesso solo di titoli con la tripla A. (Il governo ha poi comprato la spazzatura al 100% del suo valore nominale).

"Gli analisti hanno determinato che oltre il 90 per cento dei ratings AAA assegnati a cartolarizzazioni MBS subprime create nel 2006 e 2007 sono stati successivamente retrocessi dalle agenzie a junk" (Angelides).

17 agosto 2011

Il crollo non si può fermare nell'attuale sistema


La nuova fase del collasso sistemico, che la scorsa settimana ha polverizzato capitali per un valore equivalente all'economia giapponese sulle borse globali, non può essere fermata. La reazione a catena è già avviata e, come nelle fasi precedenti, l'epicentro della crisi è il sistema bancario. La causa del problema attuale è la folle decisione, presa nel 2008, di estendere garanzie illimitate all'intero settore finanziario privato, invece di sottoporlo ad una procedura fallimentare ordinata.

Prendiamo l'Italia: l'attacco speculativo che ha aumentato i costi del debito in Italia ha portato il sistema transatlantico sull'orlo del baratro. Perché? L'Italia non rischia l'insolvenza. Se i tassi di interesse resteranno al 7% nei prossimi mesi, il debito italiano aumenterà di 3 miliardi entro la fine dell'anno. E se perdureranno per tutto il 2012, il costo finale saranno altri 15 miliardi, meno dell'1% del PIL.

Il problema è che il 50% del debito italiano è nelle mani delle banche internazionali che lo usano come collaterale per ottenere liquidità a breve termine. Un declassamento del collaterale rischia di scatenare una crisi grave, soprattutto perché la Banca Centrale Europea (BCE) non può accollarsi un debito finanziario così alto - almeno fino a ieri.

Lo stesso vale per il debito americano. Finora la Federal Reserve ha acquistato i titoli del Tesoro USA sul mercato secondario, ma il declassamento costringerà la Fed ad aumentare massicciamente la dimensione di un bilancio già in rosso. "Se la Fed e la BCE apriranno di nuovo i boccaporti, come hanno indicato di voler fare, il sistema finanziario globale evaporerà rapidamente nell'iperinflazione," ha ammonito Helga Zepp-LaRouche, presidente di Movisol tedesco, in una dichiarazione del 5 agosto.

Colti dal panico, i leader transatlantici hanno deciso proprio di fare questo, dopo frenetiche consultazioni durante il week-end. Prima, Obama, Sarkozy e la Merkel hanno costretto il governo italiano ad un voltafaccia umiliante sulla sua intenzione di non anticipare le misure di austerità previste dalla manovra 2011-2014. Poi il governo francese e tedesco hanno emesso una dichiarazione congiunta in cui approvano la decisione italiana ed annunciano che entro settembre i due paesi ratificheranno le delibere UE del 21 luglio che stabiliscono l' EFSF (il fondo europeo di stabilità) come il prestatore di ultima istanza, col potere di acquistare i titoli sovrani e prestare soldi a stati e banche. Questa dichiarazione era stata richiesta dalla BCE, che ha quindi annunciato che avrebbe acquistato i titoli di stato italiani e spagnoli.

Di particolare rilievo è il fatto che tra le condizioni dettate dalla BCE all'Italia ci sia la clausola del pareggio di bilancio nella Costituzione. Tale clausola era contenuta in una lettera inviata da Trichet e Draghi al Presidente del Consiglio Berlusconi, ed è stata richiesta pubblicamente dal galoppino della BCE Olli Rehn (commissario economico UE). Accettando questa clausola il governo italiano ha commesso lo stesso tradimento commesso dall'amministrazione Obama, con il golpe che ha scavalcato il Congresso.

Tuttavia, come abbiamo scritto, anche l'EFSF allargato è totalmente insufficiente. Il suo capitale dovrebbe essere triplicato per poter avere effetto. E anche l'effetto di tale gigantesca iniezioni di liquidità sarebbe di breve vita, dopo aver distrutto l'economia reale e vite umane.

by MoviSol

19 agosto 2011

Intrigo internazionale, le verità che non si sono mai potute dire



intrigo internazionale
'Intrigo Internazionale' cerca di fare luce sulla sanguinosa storia italiana degli ultimi quarant’anni da una prospettiva diversa

Uscito nel maggio dello scorso anno per Chiare Lettere, Intrigo Internazionale è un libro che cerca di fare luce sulla sanguinosa storia italiana degli ultimi quarant’anni da una prospettiva diversa rispetto a quella utilizzata sinora.

Il tentativo viene attuato da un personaggio più che qualificato per svolgere questo compito: si tratta del giudice Rosario Priore, magistrato inquisitore con un’esperienza di lungo corso che ha partecipato alle indagini sui più importanti avvenimenti della recente storia italiana, dal sequestro Moro alla strage di Ustica. A interrogarlo è il giornalista Giovanni Fasanella, coautore del libro, che attraverso l’agile forma dell’intervista ripercorre gli scenari all’interno dei quali il giudice Priore si è trovato a operare nel corso della sua trentennale carriera.

Dicevamo della diversa prospettiva. L’usanza comune infatti, da parte sia degli addetti ai lavori che di quella fetta dell’opinione pubblica meno formata, è quella di leggere questi accadimenti con una chiave interpretativa che Priore considera ristretta, inadatta e quindi incapace di avvicinarsi alla verità. Una verità, quella che viene raccontata nel libro, che non è giudiziaria bensì storica, politica e umana, perché libero finalmente dalle incombenze e dalle forzature cui spesso l’opera del magistrato è soggetta, prima fra tutte l’obbligo di surrogare le proprie conclusioni con prove tangibili e concrete, Priore delinea un quadro esaustivo e completo, tessuto attraverso la ricostruzione del contesto storico, politico ma soprattutto geopolitico in cui era collocata l’Italia negli anni settanta (e per molti aspetti ancora oggi).

Tuttavia, le sue non sono semplici supposizioni di una persona informata sui fatti, bensì le conclusioni di chi ha indagato per anni sui più oscuri misteri della storia italiana, intravedendo la verità, a volte potendola toccare con mano, ma perdendo quell’appoggio costituito dalla prova che gli ha sempre impedito di confermarla anche sul piano giudiziario. Com’è facile intuire, la mancata apposizione di questo ultimo tassello non dipende né dalle scarse capacità degli inquirenti, né da sfortuna o casualità.

rosario priore
Il giudice Rosario Priore ha partecipato alle indagini sui più importanti avvenimenti della recente storia italiana

Come racconta Priore, incalzato da Fasanella, sono innumerevoli i casi di depistaggio, dalla sparizione di verbali o file sospetti all’eliminazione fisica di testimoni, come per esempio alcuni personaggi chiave del processo di Ustica – i piloti Nadini e Nutarelli che avevano assistito all’abbattimento del DC9 dal vivo o il capitano e il maresciallo della base di Poggio Ballone, che l’avevano seguito sul radar – morti tutti in circostanze misteriose prima di poter deporre.

La minuziosità dei particolari, la sapienza con cui viene delineato il contesto storico-politico in cui si sono svolti i fatti, la pertinenza delle considerazioni in merito, contribuiscono però a dare credibilità alle interpretazioni di Priore anche in assenza della decisiva prova giudiziale. Sarebbe come dire che il disegno di un mosaico composto da migliaia di tessere è intuibile, se non addirittura facilmente visibile, anche se c’è un ammanco di qualche pezzo.

La completezza del quadro delineato da Intrigo Internazionale è raggiungibile anche grazie all’abilità di Priore nel combinare le numerose nozioni acquisite durante la sua attività inquisitoria con una cultura storica e politica che permette di vedere i fatti nella loro interezza. Buona parte del libro è infatti dedicata alla ricostruzione dei rapporti di potere fra i vari paesi dello scacchiere geopolitico europeo e internazionale, procedendo per gradi, descrivendo la strutturazione prima delle maggiori realtà eversive dei vari paesi – dalla RAF tedesca alle BR italiane, passando per Feltrinelli e il centro studi Hyperion –, poi dei più efficienti servizi segreti, scoprendo fra l’altro un cordone ombelicale che lega i due tipi di organizzazioni.

gheddafi berlusconi
Un elemento chiave del libro è il rapporto fra il governo italiano e quello libico

Fondamentale è anche il quadro dei rapporti politici ed economici che viene fatto: un elemento chiave – che è peraltro estremamente attuale anche in questi giorni – è per esempio il rapporto fra il governo italiano e quello libico, così come il lodo Moro contribuisce a chiarire la situazione delle relazioni fra le varie organizzazioni terroristiche mediorientali e l’Italia. Non si tratta tuttavia solo di una disamina sui contesti più 'caldi': grande attenzione, arricchita dal racconto di esperienze personali maturate nel corso delle indagini, Priore la dedica anche ai paesi atlantici, la Germania, gli Stati Uniti, l’Inghilterra e soprattutto la Francia.

Questa opera, che si colloca più sul piano storico che su quello giudiziario, è per il magistrato molto importante, poiché la chiave interpretativa non può prescindere da un’attenta analisi del contesto. Stimolato da Fasanella sull’argomento infatti, Priore rifiuta le tesi troppo semplicistiche con cui sono sempre stati spiegati i grandi fatti di sangue della nostra storia recente. È riduttivo parlare di 'servizi deviati', così com’è irrealistico addossare tutte le responsabilità a qualche singolo gruppo terroristico, incapace di compiere azioni tanto efferate e militarmente complesse senza aiuti esterni.

Forti dubbi vengono sollevati anche nei confronti della 'strategia della tensione', che nell’opinione del giudice è un pretesto creato per mascherare le vere ingerenze che hanno insanguinato l’Italia negli anni settanta e ottanta, ingerenze internazionali, rapporti di forza consumati attraverso una lotta silente, così come 'silenti' sono considerate da Priore le stragi italiane che dopo decenni di indagini sono ancora senza colpevoli. L’interpretazione di tutto ciò, agghiacciante ma tremendamente realistica, è una sorta di scambio di messaggi fra potenze, un codice di sangue che possono capire solo i mandanti e i destinatari ma di cui hanno fatto le spese centinaia di persone innocenti.

strage bologna
Non è possibile trovare una causa precisa che possa stare all’origine di tragedie come le stragi di Ustica e di Bologna, il caso Moro e altri drammatici avvenimenti

Non è possibile trovare una causa precisa che possa stare all’origine di tragedie come le stragi di Ustica e di Bologna, il caso Moro, le tante morti degli anni di piombo e molti altri drammatici avvenimenti, però la consapevolezza che Intrigo Internazionale riesce a creare è già un passo avanti per uscire dall’omertà e dalla nebbia che avvolge quegli anni.

Nel capitolo conclusivo poi, Fasanella chiede a Priore quale sia la molla che ha spinto e spinge ancora oggi tante persone – politici, giudici, agenti dei servizi segreti, rappresentanti istituzionali, periti, militari – a negare delle risposte che gli italiani aspettano da trent’anni. “La ragion di stato” è la risposta di Priore. Tuttavia, il magistrato tiene a fare una precisazione: la ragion di stato in molti paesi è più radicata, è veramente una causa superiore, la salus rei publicae dei romani per cui era lecito contravvenire alle leggi dello stato stesso.

Nazioni che hanno una tradizione, una coesione e un senso d’identità particolarmente spiccati, ereditati da una lunga e solida storia unitaria. L’Italia però non è fra queste, sia perché il nostro è una paese relativamente giovane, frutto di una unificazione che si potrebbe definire un po’ artificiale, sia soprattutto perché è radicata in noi italiani l’eterna divisione, il campanilismo, la faziosità, sentimenti questi esacerbati da un sistema politico marcio e clientelare, in mano a partiti che spesso perseguono interessi eminentemente personalistici.

Così, verità scomode e destabilizzanti vengono usate come merce di scambio politico o economico e diventano protagoniste di ricatti che da un lato favoriscono il permanere della coltre di mistero, dall’altro alimentano il marciume della classe politica (e non solo) italiana.

In questi tempi in cui si parla tanto di unità nazionale, sarebbe forse opportuno rivangare le dolorose ferite lasciate da quegli anni e ancora prima di sventolare un tricolore, far risuonare le note di Mameli e lasciarsi andare a pomposi festeggiamenti bisognerebbe riflettere su tutto ciò che non ha funzionato, su come l’Italia sia stata per anni terreno di scontro fra potenze internazionali, governata da istituzioni che non hanno saputo né voluto proteggere i propri cittadini, coinvolta in una guerra silente in cui non ci sono né attaccanti né attaccati ma solo troppi morti innocenti.

di Francesco Bevilacqua

18 agosto 2011

I rapporti Angelides e Levin-Coburn sulle agenzie di rating

osì come le agenzie di rating sono ora strumentali per imporre la dittatura dei mercati di Londra e Wall Street sugli USA e sull'Europa, esse sono state centrali nella creazione della bolla speculativa e nel suo crac sotto GW Bush e Tony Blair. Come si legge nei rapporti Angelides (FCIC) e Levin-Coburn:

Le agenzie di rating erano pagate dalle banche per ottenere i rating sulle Mortgage Backed Securities (MBS) e sulle Obbligazioni di Debito Collateralizzate (CDO, che impacchettavano le MBS). Così facendo, "le agenzie hanno indebolito i loro criteri e ognuna era in competizione per fornire il rating più favorevole per ottenere clienti e allargare la quota di mercato. Il risultato è stata una corsa verso il basso" (Angelides).

Moody's e S&P hanno assegnato la tripla A a decine di migliaia di MBS e CDO negli anni duemila, e i loro profitti sono andati alle stelle. Ad esempio, "Moody's ha venduto 230 ratings nel 2004, 363 nel 2005, 749 nel 2006 e 717 nel 2007. I ricavi di Moody's dai prodotti strutturati sono cresciuti dai 199 milioni di dollari del 2000, o il 33% delle entrate totali, a 887 milioni del 2006, o il 44%" (Levin).

Quando questi derivati hanno dato segni di crollo, nel 2006, le agenzie hanno continuato ad assegnare la tripla A per sei mesi. Poi, nel luglio 2007, quando la bolla è scoppiata, hanno improvvisamente abbassato il rating alla maggior parte di essi, costringendo molte banche, fondi pensione e altri a scaricarli sul mercato con grandi perdite, a causa di leggi che imponevano il possesso solo di titoli con la tripla A. (Il governo ha poi comprato la spazzatura al 100% del suo valore nominale).

"Gli analisti hanno determinato che oltre il 90 per cento dei ratings AAA assegnati a cartolarizzazioni MBS subprime create nel 2006 e 2007 sono stati successivamente retrocessi dalle agenzie a junk" (Angelides).

17 agosto 2011

Il crollo non si può fermare nell'attuale sistema


La nuova fase del collasso sistemico, che la scorsa settimana ha polverizzato capitali per un valore equivalente all'economia giapponese sulle borse globali, non può essere fermata. La reazione a catena è già avviata e, come nelle fasi precedenti, l'epicentro della crisi è il sistema bancario. La causa del problema attuale è la folle decisione, presa nel 2008, di estendere garanzie illimitate all'intero settore finanziario privato, invece di sottoporlo ad una procedura fallimentare ordinata.

Prendiamo l'Italia: l'attacco speculativo che ha aumentato i costi del debito in Italia ha portato il sistema transatlantico sull'orlo del baratro. Perché? L'Italia non rischia l'insolvenza. Se i tassi di interesse resteranno al 7% nei prossimi mesi, il debito italiano aumenterà di 3 miliardi entro la fine dell'anno. E se perdureranno per tutto il 2012, il costo finale saranno altri 15 miliardi, meno dell'1% del PIL.

Il problema è che il 50% del debito italiano è nelle mani delle banche internazionali che lo usano come collaterale per ottenere liquidità a breve termine. Un declassamento del collaterale rischia di scatenare una crisi grave, soprattutto perché la Banca Centrale Europea (BCE) non può accollarsi un debito finanziario così alto - almeno fino a ieri.

Lo stesso vale per il debito americano. Finora la Federal Reserve ha acquistato i titoli del Tesoro USA sul mercato secondario, ma il declassamento costringerà la Fed ad aumentare massicciamente la dimensione di un bilancio già in rosso. "Se la Fed e la BCE apriranno di nuovo i boccaporti, come hanno indicato di voler fare, il sistema finanziario globale evaporerà rapidamente nell'iperinflazione," ha ammonito Helga Zepp-LaRouche, presidente di Movisol tedesco, in una dichiarazione del 5 agosto.

Colti dal panico, i leader transatlantici hanno deciso proprio di fare questo, dopo frenetiche consultazioni durante il week-end. Prima, Obama, Sarkozy e la Merkel hanno costretto il governo italiano ad un voltafaccia umiliante sulla sua intenzione di non anticipare le misure di austerità previste dalla manovra 2011-2014. Poi il governo francese e tedesco hanno emesso una dichiarazione congiunta in cui approvano la decisione italiana ed annunciano che entro settembre i due paesi ratificheranno le delibere UE del 21 luglio che stabiliscono l' EFSF (il fondo europeo di stabilità) come il prestatore di ultima istanza, col potere di acquistare i titoli sovrani e prestare soldi a stati e banche. Questa dichiarazione era stata richiesta dalla BCE, che ha quindi annunciato che avrebbe acquistato i titoli di stato italiani e spagnoli.

Di particolare rilievo è il fatto che tra le condizioni dettate dalla BCE all'Italia ci sia la clausola del pareggio di bilancio nella Costituzione. Tale clausola era contenuta in una lettera inviata da Trichet e Draghi al Presidente del Consiglio Berlusconi, ed è stata richiesta pubblicamente dal galoppino della BCE Olli Rehn (commissario economico UE). Accettando questa clausola il governo italiano ha commesso lo stesso tradimento commesso dall'amministrazione Obama, con il golpe che ha scavalcato il Congresso.

Tuttavia, come abbiamo scritto, anche l'EFSF allargato è totalmente insufficiente. Il suo capitale dovrebbe essere triplicato per poter avere effetto. E anche l'effetto di tale gigantesca iniezioni di liquidità sarebbe di breve vita, dopo aver distrutto l'economia reale e vite umane.

by MoviSol