09 ottobre 2011

Il rating nostrano

Il mercato sconta mesi (o anni) prima, le informazioni; se non fosse così, i PDN non guadagnerebbero ed i QQQ non perderebbero...

Supponete, per assurdo, che non ci fossero PDN (investitori informati ed accorti) né tantomeno QQQ (investitori disinformati e polli)... tutti i partecipanti al gioco, dunque, pendessero dalle labbra delle agenzie di rating o dalle altre fonti di informazione.

Bene; se così fosse, cosa succederebbe nel momento in cui una notizia price sensitive arrivasse sul mercato?

Tutti a comprare se la notizia fosse positiva... e tutti a vendere se fosse negativa.

E chi ci guadagnerebbe?

Nessuno. Non ci sarebbe alcun profitto... non ci sarebbe "mercato" (il mercato presuppone che alcuni guadagnano ed altri perdono)... e, quindi, non ci sarebbero neanche scambi.

In poche parole: se il "mercato" non scontasse prima le informazioni... il mercato stesso non esisterebbe.

Il mercato, dunque, per esistere deve scontare in anticipo le condizioni future (... buy the rumours and sell the news...).

Per fare un esempio banale: i PDN non comprano Fiat per gli utili che sta facendo nel 2011, ma per quelli che farà dal 2012 in poi.

Per restare, quindi, nell'ambito rating del debito sovrano italiano, in un recente report scrivevo che i rating delle tre agenzie (Moody's, S&P e Fitch) sono superati di anni luce dai rating effettivi, già impliciti nei prezzi di mercato. Tant'è che quando le situazioni "esplodono" (Argentina, Russia, Grecia etc..) le agenzie sono costrette ad inseguire quei prezzi di mercato (che incorporano già il default probabile) con tagli profondissimi dei loro precedenti rating...

In quello stesso report scrivevo che lo spread tra Btp e Bund (arrivato adesso in prossimità dei 400 punti base), incorpora un rating dell'Italia intorno alla B (probabilità di fallimento a 5 anni intorno al 35%) molto più basso di quanto S&P gli abbia assegnato qualche giorno fa (A)... ovvero probabilità di fallimento inferiore all'1%...

Picciotti, mi state seguendo?

Il taglio di rating da parte di S&P è, allo stato dei fatti, una supercazzola e, il mercato, è già anni luce avanti... tra il rating di S&P (A) e quello incorporato nei prezzi di mercato (B) ci sono ben NOVE gradini... tanti quanti, cioè, ne passano tra una probabilità di fallimento inferiore all'1% e un'altra intorno al 35%.

Allora queste agenzie sono superate costantemente dai mercati?

E che novità è... certo che lo sono...??!!

... Fin qui i loro rating "sopravvalutati" non hanno "risparmiato" agli investitori "disattenti" delle grandiose "cetriolate DeLuxe" (Lehman, Subprime, Parmalat etc..).

Picciotti, le agenzie sono pagate dalle aziende o dagli Stati di cui fanno le valutazioni... cos'altro vi aspettereste se non "giudizi molto benevoli ed addomesticati"?

Torniamo, per fare un esempio concreto, all'Italia: Berlusconi si è "lamentato" del "giudizio politico" relativo al recente downgrade di S&P... ma non ha fatto alcun riferimento al fatto che i prezzi di mercato dei Btp italiani scontano un rating di nove gradini inferiore.

Adesso ditemi, se S&P è "comunista"... come sono i mercati (che già da mesi sono nove gradini più in basso di S&P)?

Al signor Berlusconi, dunque, bisognerebbe chiedere: quanti soldi da lo Stato italiano alle agenzie di rating, affinché queste gli accordino dei giudizi tanto benevoli (nove gradini superiori ai rating di mercato)?

Avete capito come ci pigliano per il culo?

Da una parte quelli (le agenzie) che fingono di fare la faccia feroce (minacciando altri downgrade di uno o due gradini, mentre il mercato è già nove gradini sotto) e dall'altra questi (Berlusconi e la sua corte di nani e ballerine) che se ne lamentano "vibratamente"... facendo finta di dimenticare che nessuno, sano di mente, comprerebbe i Btp italiani, se fossero prezzati secondo i rating delle agenzie.

Mi capite?

E chi la pijia nder culo?

Tutti quelli che ci credono (per quanto incredibile possa sembrare, ancora ce ne sono) ed hanno comprato Btp come se, davvero, l'Italia avesse una probabilità inferiore all'1% di fare default.

E chi sono quelli che non ci credono... (tutti pericolosi speculatori comunisti... ovviamente)?

Leggete la seguente notizia d'agenzia odierna: ... Lloyd's of London, il più antico gruppo assicurativo inglese, ha ritirato i depositi dalle banche di alcuni Paesi periferici dell'Eurozona. Lo riporta Bloomberg, citando le parole di Luke Savage, direttore finanziario del gruppo, contattato telefonicamente dall'agenzia Usa. Ieri erano circolate indiscrezioni relative a un'operazione analoga effettuata dal primo gruppo ingegneristico europeo: la tedesca Siemens...

I Lloyd di Londra e la Siemens, questi noti bolscevichi, hanno ritirato i depositi dalle banche dei Piigs... perché?

Per il semplicissimo motivo che queste sono piene di titoli di Stato italiani, greci, portoghesi... etc.. il cui valore continua a scendere... e, dunque, se continua così, temono un default fragoroso...

Sono loro (prima di loro avevano fatto lo stesso la Deutche Bank ed altri ben noti leninisti dello stesso tenore) che, infischiandosene dei rating di S&P (e degli altri due compari), ritirano i loro piccioli e spingono in alto gli spread...

... E codesti, non solo se ne sbattono i ciufoli dei rating ufficiali... ma si muovono sempre prima di tutti gli altri.

... Non so se mi ho capito...??

di G. Migliorino

08 ottobre 2011

Documenti segreti sulla tragedia di Ustica: i missili dei caccia francesi Nato

Documenti segreti libici svelano la tragedia di Ustica e come Gheddafi si salvò riparando a Malta

ustica_-_dc-9-itavia-ustica
Secondo i resoconti dei media italiani, i documenti riservati trovati negli archivi del servizio segreto libico, dopo la caduta di Tripoli, che sono ora nelle mani di Human Rights Watch, dimostrano ciò che ha provocato l’abbattimento del Dc-9 Itavia sul Mediterraneo, presso l’isola di Ustica, il 27 giugno 1980. Ottantuno persone a bordo del volo, sulla rotta da Bologna a Palermo, sono morte.

Come si è a lungo sospettato, i documenti confermano che un missile aveva colpito l’aereo, dopo che era stato scambiato per un aereo che trasportava il leader libico Muammar Gheddafi.

Secondo i documenti, due jet francesi all’inizio attaccarono l’aereo, e poi s’impegnarono in un duello con un solitario caccia MiG, che portava le insegne della Jamahiriya, e che si pensava scortasse il colonnello Gheddafi, fino a quando non impattò nella regione montuosa della Sila, nel sud d’Italia. Il colonnello Gheddafi, informato in tempo dell’attacco, riparò a Malta, dove atterrò col suo Tupolev, secondo i documenti.

Sembrerebbe, dalle carte dei servizi segreti trovate, che Gheddafi sia stato informato dai servizi segreti italiani (SISMI), che stava per essere attaccato, e aveva cercato rifugio a Malta.

Le autorità italiane hanno isolato l’area in cui il MiG cadde, e un giornalista e un fotografo, che cercavano di scoprirne la vicenda, al momento, furono arrestati e trattenuti per ore dalla polizia, fino a che non svelarono ciò che avevano documentato. Più tardi, le autorità libiche affermarono che il pilota del MiG era in volo di addestramento, quando avrebbe perso la rotta. Il suo cadavere, che era già stato sepolto, fu riesumato; l’autopsia venne effettuata e il cadavere fu poi rimpatriato in Libia. Pochi giorni dopo, il 7 luglio 1980, una bomba distrusse gli uffici della Libyan Arab Airlines, a Freedom Square, a La Valletta, e ci fu anche un tentativo di incendio doloso dell’Istituto libico di Cultura, a Palace Square, in quel periodo.

Secondo un libro del giornalista e storico francese, Henri Weill, la bomba e l’incendio doloso furono opera dei servizi segreti francesi, lo SDECE, come anche un attacco a una nave libica, a Genova. Poi, meno di un mese dopo, il 2 agosto 1980, un’enorme bomba distrusse la maggior parte della stazione ferroviaria di Bologna, e 80 persone furono uccise. La responsabilità dell’attacco terroristico non è mai stata stabilita con certezza. Proprio questa settimana, un tribunale italiano ha ordinato al governo di pagare 100 milioni di euro di danni civili ai parenti delle 81 persone uccise nel disastro aereo del 1980, che tuttora rimane ancora uno dei misteri più duraturi dell’Italia, almeno fino a quando i documenti scoperti questa settimana, saranno studiati a fondo.

Il governo italiano ha dichiarato che avrebbe fatto ricorso contro la decisione del tribunale civile di Palermo, che ritiene i ministeri della difesa e dei trasporti responsabili di aver omesso di garantire la sicurezza del volo. Tra le altre teorie sulle cause dell’incidente, vi era quella di una bomba a bordo o che l’aereo fosse stato accidentalmente preso in mezzo a un duello aereo.

L’avvocato Daniele Osnato, che insieme a un manipolo di avvocati rappresentati i parenti delle 81 vittime, ha detto che la giustizia è stata finalmente fatta. Oltre a determinare che i ministeri competenti non erano riusciti a proteggere il volo, ha detto, il tribunale ha anche concluso che erano colpevoli di aver nascosto la verità e di aver distrutto le prove.

Un’altra teoria sul dogfight aereo, aveva avuto credito dal giudice Rosario Priore, il quale aveva inizialmente accusato dei generali di esserne i responsabili. Il giudice Priore aveva teorizzato che un missile, lanciato da un caccia statunitense o da un altro aereo della NATO, avesse accidentalmente colpito il jet di linea interna italiano, durante il tentativo di abbattere un aereo libico.

Funzionari francesi, statunitensi e della NATO, hanno a lungo negato qualsiasi attività militare nei cieli, quella notte.

Fonte originale in inglese: AlFatah69
Traduzione italiana di Alessandro Lattanzio – SitoAurora

Fonte: libyanfreepress

07 ottobre 2011

Cacciati e spennati

la russaItaliani: pane, amore, fantasia. Popolo di santi, navigatori ed amatori, spaghetti e mandolino, pistole e preservativi, pizza e mozzarella ‘ncoppa, cantanti, cantautori e canzonatori, dop, doc e IGT, tarantella e taranta, pizzica e bballe ‘o roccorol, o’ sole mio ed il mare impetuoso al tramonto. Certo, noi italiani siamo anche (ma, ça va sans dire, non solo) i nostri luoghi comuni che esportiamo all’estero, insieme al resto, per venderci meglio e fare i mariuoli con gli altri e tra di noi. Nessuno lo nega, ma ora l’aria è cambiata e stiamo seriamente peggiorando. Non c’entra niente il bunga bunga ed il fichi fichi. Eravamo gli inimitabili esecutori del pacco, doppiopacco e contropaccotto ma poi sono arrivati La Russa e Frattini ed ormai facciamo solo la figura dei farlocchi e dei meschini. Metti due zucconi a guidare importanti dicasteri e le barzellette si capovolgono in realtà. Che non fa ridere. Gabbati e burlati dal francese, dall’inglese e dall’americano. E‘ questo il contrappasso che ci tocca dopo decenni di freddure sciovinistiche, a sfondo internazionale, favorevoli al connazionale. Iniziamo da La Russa. Uno con quel cognome doveva buttarsi nel business dei materassi o nella filiera delle gnocche dell’est da inviare al Premier ed, invece, ce lo ritroviamo a reggere il Ministero della difesa. Siccome La Russa se non spara bombe in Libia spara cazzate in Brasile si è messo in testa di fare la voce grossa con le autorità carioca per il caso Battisti. I vertici di Brasilia dopo aver sentito il suo nome hanno sbadigliato a lungo, ma non sono riusciti a chiudere occhio per i lamenti che provenivano da Roma. Battisti se lo terranno e dato che insistiamo con questa litania che disturba i loro sogni faranno saltare il banco di commesse strategiche per le nostre imprese di punta. Si parla di un giro d’affari intorno ai 10 miliardi di euro che coinvolge Fincantieri, Eni e Finmeccanica. Guarguaglini e Scaroni sono preoccupati, dopo i deserti della Sirte temono di vedersi sbarrate anche le spiagge di Rio. I soldi, tuttavia, li perderà il sistema-paese e non La Russa che anziché finire in Siberia, come meriterebbe, potrebbe ricevere una vacanza premio a Copacabana dai nostri concorrenti esteri. Passiamo a Frattini. Questo rapace della diplomazia nostrana col becco di pollo e la coda di pavone aveva rassicurato la pubblica opinione nazionale sui risultati della guerra e sulla messa in sicurezza degli interessi italiani grazie agli accordi presi col CNT. Ma i versi accalorati del nostro allocco ministeriale stonavano con quelli dell’aquila imperiale che aveva evitato di inquadrarci tra i predatori in volo di Tripoli, nonché amici piumati dei capponi di Bengasi. A ciò si aggiungeva la trasvolata anzitempo, a beccamenti ancora in corso, di Cameron e Sarkozy, per accreditarsi quali unici fringuelli liberatori della Libia. Oggi, ben al di là dei cinguetii di Frattini che affibbiava ai critici italiani l’appellativo di gufi antipatriottici si scoprono finalmente le carte e per noi sono una sfilza di due di picche. Le PMI stanno trasmigrando dal Paese nordafricano perché scalzate dalle omologhe anglo-francesi. Lo denuncia il Presidente della camera di Commercio Italafrica Centrale secondo il quale Tripoli e Roma non cantano affatto sullo stesso ramo, e questo a tutto danno delle nostre aziende che sono costrette a lasciare le gabbie dorate per far posto ai barbagianni di Parigi, di Londra e financo di Ankara. Insomma, noi non eravamo uccelli del malaugurio quando insinuavamo che saremmo stati coperti da escrementi di piccione e lui non era un falco con la vista lunga quando affermava che c’era mangime per tutti. Anzi, ha venduto l’uccello sulla frasca senza nemmeno averlo avvistato ed ora si ritrova in pentola come una quaglia. Insomma, a causa di un tordo che si crede un politico siamo stati tutti spennati e siamo rimasti senza il becco di un quattrino. Complimenti a lui e all’uccello che lo ha messo al mondo istituzionale.

di Gianni Petrosillo

09 ottobre 2011

Il rating nostrano

Il mercato sconta mesi (o anni) prima, le informazioni; se non fosse così, i PDN non guadagnerebbero ed i QQQ non perderebbero...

Supponete, per assurdo, che non ci fossero PDN (investitori informati ed accorti) né tantomeno QQQ (investitori disinformati e polli)... tutti i partecipanti al gioco, dunque, pendessero dalle labbra delle agenzie di rating o dalle altre fonti di informazione.

Bene; se così fosse, cosa succederebbe nel momento in cui una notizia price sensitive arrivasse sul mercato?

Tutti a comprare se la notizia fosse positiva... e tutti a vendere se fosse negativa.

E chi ci guadagnerebbe?

Nessuno. Non ci sarebbe alcun profitto... non ci sarebbe "mercato" (il mercato presuppone che alcuni guadagnano ed altri perdono)... e, quindi, non ci sarebbero neanche scambi.

In poche parole: se il "mercato" non scontasse prima le informazioni... il mercato stesso non esisterebbe.

Il mercato, dunque, per esistere deve scontare in anticipo le condizioni future (... buy the rumours and sell the news...).

Per fare un esempio banale: i PDN non comprano Fiat per gli utili che sta facendo nel 2011, ma per quelli che farà dal 2012 in poi.

Per restare, quindi, nell'ambito rating del debito sovrano italiano, in un recente report scrivevo che i rating delle tre agenzie (Moody's, S&P e Fitch) sono superati di anni luce dai rating effettivi, già impliciti nei prezzi di mercato. Tant'è che quando le situazioni "esplodono" (Argentina, Russia, Grecia etc..) le agenzie sono costrette ad inseguire quei prezzi di mercato (che incorporano già il default probabile) con tagli profondissimi dei loro precedenti rating...

In quello stesso report scrivevo che lo spread tra Btp e Bund (arrivato adesso in prossimità dei 400 punti base), incorpora un rating dell'Italia intorno alla B (probabilità di fallimento a 5 anni intorno al 35%) molto più basso di quanto S&P gli abbia assegnato qualche giorno fa (A)... ovvero probabilità di fallimento inferiore all'1%...

Picciotti, mi state seguendo?

Il taglio di rating da parte di S&P è, allo stato dei fatti, una supercazzola e, il mercato, è già anni luce avanti... tra il rating di S&P (A) e quello incorporato nei prezzi di mercato (B) ci sono ben NOVE gradini... tanti quanti, cioè, ne passano tra una probabilità di fallimento inferiore all'1% e un'altra intorno al 35%.

Allora queste agenzie sono superate costantemente dai mercati?

E che novità è... certo che lo sono...??!!

... Fin qui i loro rating "sopravvalutati" non hanno "risparmiato" agli investitori "disattenti" delle grandiose "cetriolate DeLuxe" (Lehman, Subprime, Parmalat etc..).

Picciotti, le agenzie sono pagate dalle aziende o dagli Stati di cui fanno le valutazioni... cos'altro vi aspettereste se non "giudizi molto benevoli ed addomesticati"?

Torniamo, per fare un esempio concreto, all'Italia: Berlusconi si è "lamentato" del "giudizio politico" relativo al recente downgrade di S&P... ma non ha fatto alcun riferimento al fatto che i prezzi di mercato dei Btp italiani scontano un rating di nove gradini inferiore.

Adesso ditemi, se S&P è "comunista"... come sono i mercati (che già da mesi sono nove gradini più in basso di S&P)?

Al signor Berlusconi, dunque, bisognerebbe chiedere: quanti soldi da lo Stato italiano alle agenzie di rating, affinché queste gli accordino dei giudizi tanto benevoli (nove gradini superiori ai rating di mercato)?

Avete capito come ci pigliano per il culo?

Da una parte quelli (le agenzie) che fingono di fare la faccia feroce (minacciando altri downgrade di uno o due gradini, mentre il mercato è già nove gradini sotto) e dall'altra questi (Berlusconi e la sua corte di nani e ballerine) che se ne lamentano "vibratamente"... facendo finta di dimenticare che nessuno, sano di mente, comprerebbe i Btp italiani, se fossero prezzati secondo i rating delle agenzie.

Mi capite?

E chi la pijia nder culo?

Tutti quelli che ci credono (per quanto incredibile possa sembrare, ancora ce ne sono) ed hanno comprato Btp come se, davvero, l'Italia avesse una probabilità inferiore all'1% di fare default.

E chi sono quelli che non ci credono... (tutti pericolosi speculatori comunisti... ovviamente)?

Leggete la seguente notizia d'agenzia odierna: ... Lloyd's of London, il più antico gruppo assicurativo inglese, ha ritirato i depositi dalle banche di alcuni Paesi periferici dell'Eurozona. Lo riporta Bloomberg, citando le parole di Luke Savage, direttore finanziario del gruppo, contattato telefonicamente dall'agenzia Usa. Ieri erano circolate indiscrezioni relative a un'operazione analoga effettuata dal primo gruppo ingegneristico europeo: la tedesca Siemens...

I Lloyd di Londra e la Siemens, questi noti bolscevichi, hanno ritirato i depositi dalle banche dei Piigs... perché?

Per il semplicissimo motivo che queste sono piene di titoli di Stato italiani, greci, portoghesi... etc.. il cui valore continua a scendere... e, dunque, se continua così, temono un default fragoroso...

Sono loro (prima di loro avevano fatto lo stesso la Deutche Bank ed altri ben noti leninisti dello stesso tenore) che, infischiandosene dei rating di S&P (e degli altri due compari), ritirano i loro piccioli e spingono in alto gli spread...

... E codesti, non solo se ne sbattono i ciufoli dei rating ufficiali... ma si muovono sempre prima di tutti gli altri.

... Non so se mi ho capito...??

di G. Migliorino

08 ottobre 2011

Documenti segreti sulla tragedia di Ustica: i missili dei caccia francesi Nato

Documenti segreti libici svelano la tragedia di Ustica e come Gheddafi si salvò riparando a Malta

ustica_-_dc-9-itavia-ustica
Secondo i resoconti dei media italiani, i documenti riservati trovati negli archivi del servizio segreto libico, dopo la caduta di Tripoli, che sono ora nelle mani di Human Rights Watch, dimostrano ciò che ha provocato l’abbattimento del Dc-9 Itavia sul Mediterraneo, presso l’isola di Ustica, il 27 giugno 1980. Ottantuno persone a bordo del volo, sulla rotta da Bologna a Palermo, sono morte.

Come si è a lungo sospettato, i documenti confermano che un missile aveva colpito l’aereo, dopo che era stato scambiato per un aereo che trasportava il leader libico Muammar Gheddafi.

Secondo i documenti, due jet francesi all’inizio attaccarono l’aereo, e poi s’impegnarono in un duello con un solitario caccia MiG, che portava le insegne della Jamahiriya, e che si pensava scortasse il colonnello Gheddafi, fino a quando non impattò nella regione montuosa della Sila, nel sud d’Italia. Il colonnello Gheddafi, informato in tempo dell’attacco, riparò a Malta, dove atterrò col suo Tupolev, secondo i documenti.

Sembrerebbe, dalle carte dei servizi segreti trovate, che Gheddafi sia stato informato dai servizi segreti italiani (SISMI), che stava per essere attaccato, e aveva cercato rifugio a Malta.

Le autorità italiane hanno isolato l’area in cui il MiG cadde, e un giornalista e un fotografo, che cercavano di scoprirne la vicenda, al momento, furono arrestati e trattenuti per ore dalla polizia, fino a che non svelarono ciò che avevano documentato. Più tardi, le autorità libiche affermarono che il pilota del MiG era in volo di addestramento, quando avrebbe perso la rotta. Il suo cadavere, che era già stato sepolto, fu riesumato; l’autopsia venne effettuata e il cadavere fu poi rimpatriato in Libia. Pochi giorni dopo, il 7 luglio 1980, una bomba distrusse gli uffici della Libyan Arab Airlines, a Freedom Square, a La Valletta, e ci fu anche un tentativo di incendio doloso dell’Istituto libico di Cultura, a Palace Square, in quel periodo.

Secondo un libro del giornalista e storico francese, Henri Weill, la bomba e l’incendio doloso furono opera dei servizi segreti francesi, lo SDECE, come anche un attacco a una nave libica, a Genova. Poi, meno di un mese dopo, il 2 agosto 1980, un’enorme bomba distrusse la maggior parte della stazione ferroviaria di Bologna, e 80 persone furono uccise. La responsabilità dell’attacco terroristico non è mai stata stabilita con certezza. Proprio questa settimana, un tribunale italiano ha ordinato al governo di pagare 100 milioni di euro di danni civili ai parenti delle 81 persone uccise nel disastro aereo del 1980, che tuttora rimane ancora uno dei misteri più duraturi dell’Italia, almeno fino a quando i documenti scoperti questa settimana, saranno studiati a fondo.

Il governo italiano ha dichiarato che avrebbe fatto ricorso contro la decisione del tribunale civile di Palermo, che ritiene i ministeri della difesa e dei trasporti responsabili di aver omesso di garantire la sicurezza del volo. Tra le altre teorie sulle cause dell’incidente, vi era quella di una bomba a bordo o che l’aereo fosse stato accidentalmente preso in mezzo a un duello aereo.

L’avvocato Daniele Osnato, che insieme a un manipolo di avvocati rappresentati i parenti delle 81 vittime, ha detto che la giustizia è stata finalmente fatta. Oltre a determinare che i ministeri competenti non erano riusciti a proteggere il volo, ha detto, il tribunale ha anche concluso che erano colpevoli di aver nascosto la verità e di aver distrutto le prove.

Un’altra teoria sul dogfight aereo, aveva avuto credito dal giudice Rosario Priore, il quale aveva inizialmente accusato dei generali di esserne i responsabili. Il giudice Priore aveva teorizzato che un missile, lanciato da un caccia statunitense o da un altro aereo della NATO, avesse accidentalmente colpito il jet di linea interna italiano, durante il tentativo di abbattere un aereo libico.

Funzionari francesi, statunitensi e della NATO, hanno a lungo negato qualsiasi attività militare nei cieli, quella notte.

Fonte originale in inglese: AlFatah69
Traduzione italiana di Alessandro Lattanzio – SitoAurora

Fonte: libyanfreepress

07 ottobre 2011

Cacciati e spennati

la russaItaliani: pane, amore, fantasia. Popolo di santi, navigatori ed amatori, spaghetti e mandolino, pistole e preservativi, pizza e mozzarella ‘ncoppa, cantanti, cantautori e canzonatori, dop, doc e IGT, tarantella e taranta, pizzica e bballe ‘o roccorol, o’ sole mio ed il mare impetuoso al tramonto. Certo, noi italiani siamo anche (ma, ça va sans dire, non solo) i nostri luoghi comuni che esportiamo all’estero, insieme al resto, per venderci meglio e fare i mariuoli con gli altri e tra di noi. Nessuno lo nega, ma ora l’aria è cambiata e stiamo seriamente peggiorando. Non c’entra niente il bunga bunga ed il fichi fichi. Eravamo gli inimitabili esecutori del pacco, doppiopacco e contropaccotto ma poi sono arrivati La Russa e Frattini ed ormai facciamo solo la figura dei farlocchi e dei meschini. Metti due zucconi a guidare importanti dicasteri e le barzellette si capovolgono in realtà. Che non fa ridere. Gabbati e burlati dal francese, dall’inglese e dall’americano. E‘ questo il contrappasso che ci tocca dopo decenni di freddure sciovinistiche, a sfondo internazionale, favorevoli al connazionale. Iniziamo da La Russa. Uno con quel cognome doveva buttarsi nel business dei materassi o nella filiera delle gnocche dell’est da inviare al Premier ed, invece, ce lo ritroviamo a reggere il Ministero della difesa. Siccome La Russa se non spara bombe in Libia spara cazzate in Brasile si è messo in testa di fare la voce grossa con le autorità carioca per il caso Battisti. I vertici di Brasilia dopo aver sentito il suo nome hanno sbadigliato a lungo, ma non sono riusciti a chiudere occhio per i lamenti che provenivano da Roma. Battisti se lo terranno e dato che insistiamo con questa litania che disturba i loro sogni faranno saltare il banco di commesse strategiche per le nostre imprese di punta. Si parla di un giro d’affari intorno ai 10 miliardi di euro che coinvolge Fincantieri, Eni e Finmeccanica. Guarguaglini e Scaroni sono preoccupati, dopo i deserti della Sirte temono di vedersi sbarrate anche le spiagge di Rio. I soldi, tuttavia, li perderà il sistema-paese e non La Russa che anziché finire in Siberia, come meriterebbe, potrebbe ricevere una vacanza premio a Copacabana dai nostri concorrenti esteri. Passiamo a Frattini. Questo rapace della diplomazia nostrana col becco di pollo e la coda di pavone aveva rassicurato la pubblica opinione nazionale sui risultati della guerra e sulla messa in sicurezza degli interessi italiani grazie agli accordi presi col CNT. Ma i versi accalorati del nostro allocco ministeriale stonavano con quelli dell’aquila imperiale che aveva evitato di inquadrarci tra i predatori in volo di Tripoli, nonché amici piumati dei capponi di Bengasi. A ciò si aggiungeva la trasvolata anzitempo, a beccamenti ancora in corso, di Cameron e Sarkozy, per accreditarsi quali unici fringuelli liberatori della Libia. Oggi, ben al di là dei cinguetii di Frattini che affibbiava ai critici italiani l’appellativo di gufi antipatriottici si scoprono finalmente le carte e per noi sono una sfilza di due di picche. Le PMI stanno trasmigrando dal Paese nordafricano perché scalzate dalle omologhe anglo-francesi. Lo denuncia il Presidente della camera di Commercio Italafrica Centrale secondo il quale Tripoli e Roma non cantano affatto sullo stesso ramo, e questo a tutto danno delle nostre aziende che sono costrette a lasciare le gabbie dorate per far posto ai barbagianni di Parigi, di Londra e financo di Ankara. Insomma, noi non eravamo uccelli del malaugurio quando insinuavamo che saremmo stati coperti da escrementi di piccione e lui non era un falco con la vista lunga quando affermava che c’era mangime per tutti. Anzi, ha venduto l’uccello sulla frasca senza nemmeno averlo avvistato ed ora si ritrova in pentola come una quaglia. Insomma, a causa di un tordo che si crede un politico siamo stati tutti spennati e siamo rimasti senza il becco di un quattrino. Complimenti a lui e all’uccello che lo ha messo al mondo istituzionale.

di Gianni Petrosillo