16 gennaio 2012

Gli speculatori dovrebbero essere giudicati per crimini contro l’umanità


“Gli speculatori che hanno portato alla rovina le economie occidentali per lucro e avidità folle, dovrebbero essere trascinati davanti ad un tribunale di Norimberga per crimini contro l’umanità”, è la considerazione di J. Ziegler.

hungryI mercati finanziari e gli speculatori hanno una parte importante di responsabilità nella morte di 36 milioni di persone ogni anno a causa della malnutrizione, valuta Jean Ziegler, vice-presidente del comitato consultivo del Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite ed ex relatore speciale dell’ONU per il diritto al cibo.



Ogni cinque secondi un bambino al di sotto dei 10 anni muore di fame, mentre altre decine di milioni soffrono la malnutrizione e le sue terribili conseguenze fisiche e psicologiche. Eppure l’agricoltura mondiale di oggi sarebbe in grado di nutrire quasi il doppio della popolazione mondiale, osserva Jean Ziegler. Tuttavia, la speculazione e il dominio delle multinazionali sulle materie prime creano una carenza.

A causa della crisi finanziaria le risorse del Programma Alimentare Mondiale (PAM) sono state dimezzate, mentre “i finanzieri continuano a speculare sui mercati alimentari”, osserva Jean Ziegler in un’intervista con Basta. “I prezzi di tre alimenti di base, mais, frumento e riso – che coprono il 75% del consumo mondiale – sono letteralmente esplosi”, ribadisce.

Gli speculatori borsistici che hanno rovinato le economie occidentali per lucro e avidità folle, dovrebbero essere trascinati davanti ad un tribunale di Norimberga per crimini contro l’umanità”, è la considerazione di J. Ziegler.

Nel suo saggio “Distruzione di massa. Geopolitica della fame” (Seuil, 2011), Jean Ziegler denuncia questa “distruzione massiva” causata dai mercati finanziari.

Dopo un inventario documentato, spiega le ragioni dell'insuccesso dei mezzi messi in opera dalla Seconda Guerra mondiale per eradicare la fame e identifica i nemici del diritto al cibo. La produzione di biocarburanti e la speculazione sui beni agricoli sono, secondo lui, le due grandi strategie attraverso cui tale flagello progredisce tutt’ora.
-
Malgrado il titolo allarmante, il libro di Jean Ziegler comprende anche un messaggio di speranza, chiamando a sostenere quotidianamente la resistenza di coloro che, in regioni devastate, occupano le terre e oppongono il diritto al cibo al potere delle multinazionali agroalimentari.

“La Francia è una democrazia grande e potente, come la maggior parte degli Stati dominanti in Europa e in Occidente. Non esiste impotenza in democrazia”, ricorda nell’intervista con Basta.

“Abbiamo tutte le armi costituzionali in mano – mobilitazione popolare, voto, sciopero generale – per costringere il Ministro dell’Agricoltura a votare per l’abolizione della pratica del dumping agricolo a Bruxelles. Il Ministro delle Finanze può pronunciarsi presso il FMI per la cancellazione totale e immediata del debito dei paesi più poveri della terra”.

Traduzione per Voci Dalla Strada a cura di Ale Baldelli

di Frederik Verbeke e Jean Ziegler

14 gennaio 2012

Economisti francesi chiedono uno "smantellamento concertato dell'Euro"

In un appello pubblicato su Le Monde il 23 dicembre, un gruppo di autorevoli economisti di diverso orientamento politico ha chiesto il ritorno alle monete nazionali in Europa, per evitare un'"esplosione incontrollata". Così facendo, ha infranto pubblicamente un tabù.

Echeggiando la campagna di Jacques Cheminade, gli economisti raccomandano di istituire una "vacanza bancaria" simile a quella decretata da Roosevelt nel 1933, per il periodo necessario alla conversione, e non mancano di sottolineare che l'abrogazione di Glass-Steagall fu una delle cause principali dell'attuale crisi finanziaria.

Notando le differenze tra le varie economie nazionali dell'Eurozona, il gruppo di economisti afferma che "la cocciutaggine dei governi nel gettarsi a testa bassa nel vicolo cieco dell'Euro può solo condurre ad un peggioramento generale della situazione economica". Per questo, propone di aprire "consultazioni europee che portino al necessario smantellamento dell'Euro".

by Movisol

Gli autorevoli economisti propongono sei misure. Per convertire tutti gli Euro nelle nuove monete nazionali, le vecchie banconote in Euro potrebbero essere timbrate e usate finché non siano stampate quelle nuove. Le monete vanno bene come sono, avendo un lato nazionale.

Dovrebbero essere stabilite parità monetarie tra le nuove valute, svalutando o rivalutando rispetto ad una unità di conto europea.

I prezzi di beni e servizi e il valore degli attivi e dei conti bancari non dovrebbero essere cambiati. Il debito pubblico va convertito nella rispettiva moneta nazionale, mentre il debito estero di operatori privati nell'unità di conto europea.

Tutti i governi dichiareranno una vacanza bancaria, chiudendo temporaneamente le banche per verificare quali siano solide e quali invece vadano deferite alla banca centrale. Durante questo periodo viene sospesa la quotazione azionaria. "Lo stato proteggerà i risparmiatori rilevando, se necessario, parti del sistema bancario".

Nello stesso periodo, il tasso nominale di cambio delle valute nazionali rimarrà stabile. In seguito sarà permessa la fluttuazione entro una banda del 10%. Gli economisti raccomandano di deprezzare l'Euro prima di smantellarlo. Essi propongono anche, come fa Cheminade, di abrogare la legge che nel 1973 vietò alla banca centrale di finanziare il debito pubblico (in Italia fu la legge del "divorzio" tra Bankitalia e Tesoro nel 1981), una legge consolidata nel Trattato di Maastricht prima e nel Trattato di Lisbona poi.

Per quanto utile, questo appello ha una grande lacuna: esso non spende una parola sull'economia fisica, sui grandi progetti o sulla necessità di investire nella ricerca e nelle tecnologie del domani.

Firmatari: Gabriel Colletis, Alain Cotta, Jean-Pierre Gérard, Jean-Luc Gréau, Roland Hureaux, Gérard Lafay, Philippe Murer, Laurent Pinsolle, Claude Rochet, Jacques Sapir, Philippe VIllin, Jean-Claude Werrebrouck.

13 gennaio 2012

Mobilitazione internazionale contro il pericolo di guerra

Il movimento internazionale di Lyndon LaRouche ha avviato una mobilitazione su cinque continenti nella settimana pre-natalizia, informando i cittadini del pericolo di una terza guerra mondiale e illustrando i passi necessari per evitarla (vedi EIR Strategic Alert 51-52/11). Sono stati diffusi volantini in tredici lingue e sono state mobilitate numerose istituzioni.

Gli attivisti del movimento hanno registrato grande consapevolezza del pericolo di guerra nella popolazione e non poche reazioni di gratitudine per il lavoro svolto, talvolta accompagnate da offerte di aiuto. Il senso di pericolo è maggiormente sentito in Europa, dove molte nazioni sono già avviate su una china di disintegrazione economica e sociale con i governi intenti a salvare un sistema finanziario insalvabile a spese del sistema del welfare.

L'alternativa proposta dal movimento di LaRouche comporta lo smembramento del sistema dell'Euro, una riorganizzazione del sistema bancario secondo i criteri della legge Glass-Steagall e il lancio di grandi progetti per sviluppare l'economia fisica reale. Negli Stati Uniti la priorità è destituire il Presidente Obama.

Anche se questa mobilitazione è indubbiamente servita a catalizzare la resistenza, specialmente in ambienti militari USA, i piani di guerra continuano. Anzi, il collasso economico aumenta la disperazione dell'Impero.

Come abbiamo già scritto, c'è tutta una serie di punti caldi ognuno dei quali potrebbe scatenare un conflitto che in breve tempo vedrebbe Russia e Cina schierarsi contro i paesi della NATO. Un intervento militare in Siria o un attacco su territorio iraniano, forse di Israele, sembra essere lo sviluppo più probabile ma la detonazione, ha ammonito LaRouche, potrebbe avvenire anche in una regione insospettata.

Infatti, nelle ultime settimane i cinesi e i russi hanno intrapreso iniziative forti contro la guerra e lanciato chiari avvertimenti, anche militari. La maggior concentrazione di armi nucleari al modo si trova attualmente nel Mediterraneo orientale e nell'Oceano Indiano, a bordo di vascelli britannici e americani, e dove la marina militare iraniana ha compiuto un'esercitazione.

In un'altra mossa sinistra, l'amministrazione Obama ha instaurato un comitato segreto per esplorare i modi in cui aiutare l'opposizione siriana. I funzionari dell'amministrazione, diversamente dai capi militari, hanno reiterato che non viene esclusa alcuna opzione nei confronti dell'Iran. In un messaggio di fine anno, LaRouche ha ribadito che l'uscita di scena di Obama bloccherebbe i piani di guerra, perché "significherebbe che gli USA sono fuori dai piani di guerra" e i britannici senza gli USA non potrebbero fare niente.

16 gennaio 2012

Gli speculatori dovrebbero essere giudicati per crimini contro l’umanità


“Gli speculatori che hanno portato alla rovina le economie occidentali per lucro e avidità folle, dovrebbero essere trascinati davanti ad un tribunale di Norimberga per crimini contro l’umanità”, è la considerazione di J. Ziegler.

hungryI mercati finanziari e gli speculatori hanno una parte importante di responsabilità nella morte di 36 milioni di persone ogni anno a causa della malnutrizione, valuta Jean Ziegler, vice-presidente del comitato consultivo del Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite ed ex relatore speciale dell’ONU per il diritto al cibo.



Ogni cinque secondi un bambino al di sotto dei 10 anni muore di fame, mentre altre decine di milioni soffrono la malnutrizione e le sue terribili conseguenze fisiche e psicologiche. Eppure l’agricoltura mondiale di oggi sarebbe in grado di nutrire quasi il doppio della popolazione mondiale, osserva Jean Ziegler. Tuttavia, la speculazione e il dominio delle multinazionali sulle materie prime creano una carenza.

A causa della crisi finanziaria le risorse del Programma Alimentare Mondiale (PAM) sono state dimezzate, mentre “i finanzieri continuano a speculare sui mercati alimentari”, osserva Jean Ziegler in un’intervista con Basta. “I prezzi di tre alimenti di base, mais, frumento e riso – che coprono il 75% del consumo mondiale – sono letteralmente esplosi”, ribadisce.

Gli speculatori borsistici che hanno rovinato le economie occidentali per lucro e avidità folle, dovrebbero essere trascinati davanti ad un tribunale di Norimberga per crimini contro l’umanità”, è la considerazione di J. Ziegler.

Nel suo saggio “Distruzione di massa. Geopolitica della fame” (Seuil, 2011), Jean Ziegler denuncia questa “distruzione massiva” causata dai mercati finanziari.

Dopo un inventario documentato, spiega le ragioni dell'insuccesso dei mezzi messi in opera dalla Seconda Guerra mondiale per eradicare la fame e identifica i nemici del diritto al cibo. La produzione di biocarburanti e la speculazione sui beni agricoli sono, secondo lui, le due grandi strategie attraverso cui tale flagello progredisce tutt’ora.
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Malgrado il titolo allarmante, il libro di Jean Ziegler comprende anche un messaggio di speranza, chiamando a sostenere quotidianamente la resistenza di coloro che, in regioni devastate, occupano le terre e oppongono il diritto al cibo al potere delle multinazionali agroalimentari.

“La Francia è una democrazia grande e potente, come la maggior parte degli Stati dominanti in Europa e in Occidente. Non esiste impotenza in democrazia”, ricorda nell’intervista con Basta.

“Abbiamo tutte le armi costituzionali in mano – mobilitazione popolare, voto, sciopero generale – per costringere il Ministro dell’Agricoltura a votare per l’abolizione della pratica del dumping agricolo a Bruxelles. Il Ministro delle Finanze può pronunciarsi presso il FMI per la cancellazione totale e immediata del debito dei paesi più poveri della terra”.

Traduzione per Voci Dalla Strada a cura di Ale Baldelli

di Frederik Verbeke e Jean Ziegler

14 gennaio 2012

Economisti francesi chiedono uno "smantellamento concertato dell'Euro"

In un appello pubblicato su Le Monde il 23 dicembre, un gruppo di autorevoli economisti di diverso orientamento politico ha chiesto il ritorno alle monete nazionali in Europa, per evitare un'"esplosione incontrollata". Così facendo, ha infranto pubblicamente un tabù.

Echeggiando la campagna di Jacques Cheminade, gli economisti raccomandano di istituire una "vacanza bancaria" simile a quella decretata da Roosevelt nel 1933, per il periodo necessario alla conversione, e non mancano di sottolineare che l'abrogazione di Glass-Steagall fu una delle cause principali dell'attuale crisi finanziaria.

Notando le differenze tra le varie economie nazionali dell'Eurozona, il gruppo di economisti afferma che "la cocciutaggine dei governi nel gettarsi a testa bassa nel vicolo cieco dell'Euro può solo condurre ad un peggioramento generale della situazione economica". Per questo, propone di aprire "consultazioni europee che portino al necessario smantellamento dell'Euro".

by Movisol

Gli autorevoli economisti propongono sei misure. Per convertire tutti gli Euro nelle nuove monete nazionali, le vecchie banconote in Euro potrebbero essere timbrate e usate finché non siano stampate quelle nuove. Le monete vanno bene come sono, avendo un lato nazionale.

Dovrebbero essere stabilite parità monetarie tra le nuove valute, svalutando o rivalutando rispetto ad una unità di conto europea.

I prezzi di beni e servizi e il valore degli attivi e dei conti bancari non dovrebbero essere cambiati. Il debito pubblico va convertito nella rispettiva moneta nazionale, mentre il debito estero di operatori privati nell'unità di conto europea.

Tutti i governi dichiareranno una vacanza bancaria, chiudendo temporaneamente le banche per verificare quali siano solide e quali invece vadano deferite alla banca centrale. Durante questo periodo viene sospesa la quotazione azionaria. "Lo stato proteggerà i risparmiatori rilevando, se necessario, parti del sistema bancario".

Nello stesso periodo, il tasso nominale di cambio delle valute nazionali rimarrà stabile. In seguito sarà permessa la fluttuazione entro una banda del 10%. Gli economisti raccomandano di deprezzare l'Euro prima di smantellarlo. Essi propongono anche, come fa Cheminade, di abrogare la legge che nel 1973 vietò alla banca centrale di finanziare il debito pubblico (in Italia fu la legge del "divorzio" tra Bankitalia e Tesoro nel 1981), una legge consolidata nel Trattato di Maastricht prima e nel Trattato di Lisbona poi.

Per quanto utile, questo appello ha una grande lacuna: esso non spende una parola sull'economia fisica, sui grandi progetti o sulla necessità di investire nella ricerca e nelle tecnologie del domani.

Firmatari: Gabriel Colletis, Alain Cotta, Jean-Pierre Gérard, Jean-Luc Gréau, Roland Hureaux, Gérard Lafay, Philippe Murer, Laurent Pinsolle, Claude Rochet, Jacques Sapir, Philippe VIllin, Jean-Claude Werrebrouck.

13 gennaio 2012

Mobilitazione internazionale contro il pericolo di guerra

Il movimento internazionale di Lyndon LaRouche ha avviato una mobilitazione su cinque continenti nella settimana pre-natalizia, informando i cittadini del pericolo di una terza guerra mondiale e illustrando i passi necessari per evitarla (vedi EIR Strategic Alert 51-52/11). Sono stati diffusi volantini in tredici lingue e sono state mobilitate numerose istituzioni.

Gli attivisti del movimento hanno registrato grande consapevolezza del pericolo di guerra nella popolazione e non poche reazioni di gratitudine per il lavoro svolto, talvolta accompagnate da offerte di aiuto. Il senso di pericolo è maggiormente sentito in Europa, dove molte nazioni sono già avviate su una china di disintegrazione economica e sociale con i governi intenti a salvare un sistema finanziario insalvabile a spese del sistema del welfare.

L'alternativa proposta dal movimento di LaRouche comporta lo smembramento del sistema dell'Euro, una riorganizzazione del sistema bancario secondo i criteri della legge Glass-Steagall e il lancio di grandi progetti per sviluppare l'economia fisica reale. Negli Stati Uniti la priorità è destituire il Presidente Obama.

Anche se questa mobilitazione è indubbiamente servita a catalizzare la resistenza, specialmente in ambienti militari USA, i piani di guerra continuano. Anzi, il collasso economico aumenta la disperazione dell'Impero.

Come abbiamo già scritto, c'è tutta una serie di punti caldi ognuno dei quali potrebbe scatenare un conflitto che in breve tempo vedrebbe Russia e Cina schierarsi contro i paesi della NATO. Un intervento militare in Siria o un attacco su territorio iraniano, forse di Israele, sembra essere lo sviluppo più probabile ma la detonazione, ha ammonito LaRouche, potrebbe avvenire anche in una regione insospettata.

Infatti, nelle ultime settimane i cinesi e i russi hanno intrapreso iniziative forti contro la guerra e lanciato chiari avvertimenti, anche militari. La maggior concentrazione di armi nucleari al modo si trova attualmente nel Mediterraneo orientale e nell'Oceano Indiano, a bordo di vascelli britannici e americani, e dove la marina militare iraniana ha compiuto un'esercitazione.

In un'altra mossa sinistra, l'amministrazione Obama ha instaurato un comitato segreto per esplorare i modi in cui aiutare l'opposizione siriana. I funzionari dell'amministrazione, diversamente dai capi militari, hanno reiterato che non viene esclusa alcuna opzione nei confronti dell'Iran. In un messaggio di fine anno, LaRouche ha ribadito che l'uscita di scena di Obama bloccherebbe i piani di guerra, perché "significherebbe che gli USA sono fuori dai piani di guerra" e i britannici senza gli USA non potrebbero fare niente.