13 febbraio 2012

Una rivoluzione nella scienza dell'economia reale


Nelle ultime due settimane il lavoro dell'equipe scientifica di LaRouche (il "basement team") esposto in alcuni video sul sito Larouchepac hanno gettato le basi per aggiornare la rivoluzione in economia lanciata da LaRouche e dai suoi scritti negli ultimi cinquant'anni.

LaRouche, i cui pronostici economici si sono rivelati i più accurati al mondo, ha sempre basato le sue previsioni su due idee: prima di tutto, che l'economia è una scienza fisica, fondata sulla capacità umana di aumentare il tasso di trasformazione fisica dell'universo, grazie ad avanzamenti nella creatività umana, e in secondo luogo che la cosiddetta seconda legge della termodinamica è una frode, e che l'universo, invece di esaurirsi andando verso un disordine crescente, o entropia, tende verso un aumento dell'anti-entropia. L'evoluzione dell'universo viene sempre determinata dall'alto in basso.

Il metro di misura più importante per LaRouche è la Densità del Flusso Energetico (EFD). L'universo si muove sempre verso una maggiore densità del flusso energetico, nei tre spazi di fase identificati dallo scienziato russo Vladimir Vernadskij: il non vivente, il vivente (la biosfera) e infine la sfera creativa umana, che Vernadskij definisce Noosfera. Nell'economia umana, lo sviluppo non lineare dell'EFD si realizza grazie a scoperte creative di principii universali, che promuovono l'aumento del tasso di produzione di ricchezza fisica, consentendo all'Uomo di aumentare i propri poteri anche nei confronti degli altri due spazi di fase.

Queste due idee sono la chiave del successo di LaRouche. Definiscono anche la differenza tra questo approccio e quello della scuola economica opposta, che ha sempre sbagliato previsioni. Invece di un'economia fisica, lo sviluppo della quale dipende dagli avanzamenti nella creatività umana, gli economisti della scuola opposta credono nel monetarismo e nel fatto che il denaro, e gli schemi per fare denaro, siano il vero obiettivo di un'economia. E invece di riconoscere la natura anti-entropica dei tre spazi di fase identificati da Vernadskij, coloro credono nell'entropia universale, ovvero che l'universo si muova verso il disordine e che, affinché l'uomo sopravviva, occorra ridurre la popolazione.

Nell'economia moderna, questi due errori epistemologici si sono uniti, e monetarismo ed ambientalismo sono la base del credo malthusiano imposto dall'impero oggi dominante, l'impero britannico.

Quello che è stato aggiunto dall'equipe scientifica di LPAC, nei due video del Weekly Report, a questo riassunto necessariamente abbreviato dell'economia larouchiana, è la prova inconfutabile che non solo l'aumento della densità del flusso energetico caratterizza tutte i tre spazi di fase, ma che il mancato aumento è stato responsabile nei secoli delle estinzioni che hanno sterminato il 98% di tutte le specie nel passaggio dall'era Paleozoica a quella Mesozoica, e dall'era Mesozoica a quella Cenozoica. Inoltre, per la prima volta, con l'emergere della civiltà umana, esiste una specie capace di attuare volontariamente tale aumento, grazie all'uso deliberato della ragione creativa che consente di intervenire per l'avanzamento della specie umana.

Tali prove, presentate nei dettagli e suffragate da grafici, conducono ad una conclusione che costituisce una sfida: se la politica imperiale del monetarismo e dell'ambientalismo prevarrà oggi, la specie umana farà la fine dei dinosauri. Questa conclusione è contenuta in un volantino di LPAC che dichiara chiaramente che “la sopravvivenza del genere umano dipende da un cambiamento fondamentale nel modo di pensare, abbandonando le sciocchezze dell'economia popolare, e andando verso il dominio dello sviluppo scientifico dell'universo come un tutto".

by (MoviSol)

12 febbraio 2012

La miccia per la guerra mondiale è stata accesa


Il "timore principale" del ministro della Difesa statunitense Leon Panetta è che Israele attaccherà l'Iran tra l'aprile e il giugno di quest'anno, secondo quanto ha scritto David Ignatius sul Washington Post del 2 febbraio. Il giorno seguente, al vertice NATO di Bruxelles, Panetta è stato bombardato di domande su quella frase, ma si è rifiutato di commentare.

Poco prima, il Capo degli Stati Maggiori Riuniti degli Stati Uniti, il gen. Martin Dempsey, aveva lanciato un nuovo brusco avvertimento ad Israele, diffidandolo dall'intraprendere un'azione militare unilaterale contro l'Iran, mentre il direttore della National Intelligence, James Clapper, affermava due volte nel corso di un'udienza parlamentare che non si sono indicazioni sul fatto che l'Iran abbia deciso di sviluppare armi nucleari. E la squadra dell'International Atomic Energy Agency è tornata dall'Iran il 1 febbraio con una fumata nera.

Ciononostante, a dispetto degli sforzi dei vertici militari USA, il pericolo di un conflitto che conduca ad una guerra mondiale rimane talmente acuto che Lyndon LaRouche ha deciso di rinnovare l'allarme in una teleconferenza speciale il 6 febbraio.

I nostri lettori sanno bene che il programma nucleare iraniano è semplicemente un pretesto. L'obiettivo vero di un attacco all'Iran o la Siria è la Russia e la Cina. Questa analisi è stata confermata da un ufficiale dell'Esercito di Liberazione del Popolo, Dai Xu, sull'edizione in lingua russa del Quotidiano del Popolo del 31 gennaio.

Dai, un astuto stratega, descrive la nuova politica USA che mira a isolare e circondare la Russia e la Cina. Perciò quei due paesi dovrebbero collaborare per indurre gli USA a cessare le pressioni nei confronti di nazioni che non seguono le loro prescrizioni. "Si potrebbe affermare che la convergenza tra Cina e Russia sia il risultato inevitabile della pressione strategica degli USA, come pure della scelta compiuta nell'interesse della propria sopravvivenza. Solo assieme esse possiedono la forza di resistere alle mosse USA".

In termini economici, Cina e Russia sono complementari e quindi immuni a blocchi o sanzioni economiche da parte degli USA, scrive Dai. Poiché entrambe le nazioni possiedono armi nucleari, sia gli USA che la NATO possono difficilmente sfidarle militarmente. Infine, assieme, le due nazioni possono attrarre altri paesi dell'Eurasia, compresi Iran e Pakistan, che sono anche bersaglio degli USA.

Sfortunatamente, Dai non intravede la mano britannica dietro la politica dell'amministrazione Obama, e si illude pensando che l'armamento nucleare di Cina e Russia possa fungere da deterrente.

by (MoviSol)

11 febbraio 2012

Il "miracolo" tedesco: nascondere i senza lavoro


La Cancelleria suona le trombe: ecco il miracolo economico tedesco! I disoccupati sono scesi dai 5,1 milioni nel 2005 ai 2,8 oggi. Sono solo il 6,9% della popolazione attiva, un record storico e un sogno in confronto al 9,9% di disoccupati in Francia e al 9,1% negli Usa. Sembra ripetersi il miracolo del Terzo Reich, che in tre anni mise la popolazione al pieno impiego. Merito, dicono le trombe, della “moderazione salariale” dei lavoratori tedeschi, della “disciplina” accettata dai sindacati.

Ma ora, uno studio francese rivela i trucchi e il prezzo sociale occulto di questo miracolo.

Nel 2001, il governo Schroeder comincia ad applicare le idee di Peter Hartz, il capo del personale (pardon, “risorse umane”) di Volkswagen: convinto, non a torto, che i grassi sussidi (di disoccupazione e sociali in genere) vigenti allora in Germania tendano a creare uno strato di fannulloni cronici, concepisce un marchingegno legale che “costringe” i disoccupati a trovar lavoro.

Prima della riforma Hartz, i disoccupati che durante il lavoro avevano versato i contributi, avevano il diritto ad una “allocazione” (Arbeitsengeld o AG1) che durava due, e in certi casi 3 anni. Dopo Hartz, il sussidio AG1 dura un anno soltanto.

Prima, i disoccupati di lunga durata che avevano esaurito il diritto al primo sussidio AG1, prendevano un AG2, molto più modesto. Esisteva anche un “aiuto sociale” (Sozialhilfe) per le persone ancora più lontane dal mondo del lavoro. Oggi, AI2 e Sozialhilfe sono fusi in uno, e distribuiti attraverso centri di lavoro speciali: presso questi centri di lavoro ogni disoccupato deve fare “passi positivi” presentandosi bi-mensilmente e accettare un impiego qualunque, anche meno pagato del precedente, sotto pena di perdere i sussidi.

Il sistema ha fatto cancellare milioni di persone dalle liste di disoccupazione…solo per farle riapparire nelle liste di “lavoratori poveri”, che hanno lavoretti di meno di 15 ore settimanali, e pagati di conseguenza: anche meno di 400 euro mensili. Il buono del sistema Hartz è che per questi “mini-jobs” e mini-salari, lo stato non esige il versamento dei contributi previdenziali e sanitari. Ciò ha incoraggiato molti datori di lavoro ad assumere mini-salariati sotto i 400 euro. Il lato sgradevole è che questi lavoratori, non contribuendo alla previdenza, non hanno pensione nè assicurazione sanitaria.

Secondo lo studio francese, i fruitori del sistema (Hartz IV) sono 6,6 milioni. Di cui 1,7 sono bambini, figli di ragazze madri o famiglie marginali. Il che fa che gli altri – 4,9 milioni di adulti, sono “mini-impiegati” da meno di 15 ore settimanali o precari d’altro tipo. Ci sono anche percettori di “lavori da un euro” – pagati un euro l’ora - per lo più per lavori d’interesse pubblico (“Socialmente utili”, diciamo noi).

Perchè qualcuno dovrebbe accettare “lavori” da un’euro l’ora? Perchè altrimenti perde i sussidi. I “mini-jobs” sono la forma di lavoro che è più straordinariamente cresciuta (+47% tra il 2006 e il 2009), superata solo dal lavoro interinale (+134%). I mini-job sono molto diffusi tra i pensionati: 660 mila di loro integrano la pèensione in questo modo. Dietro le cifre, c’è la tragedia sociale degli anziani licenziati: in base all’ultima riforma previdenziale tedesca, l’età pensionabile è stata alzata dai 65 ai 67 anni, il che ha aumentato il numero di quelli che non vengono più assunti, causa l’ìetà, se non in mini-jobs. Non a caso, se il numero dei beneficiari del sistema Hartz IV è ufficialmente calato del 9,5% tra il 2006 e il 2009, tra i tedeschi di più di 55 anni il numero dei beneficiari è cresciuto del 17,7%.

Nel maggio 2011, gli occupati con mini-jobs erano 5 milioni: si può parlare, senza offesa, di un esercito di sotto-occupati e precari? Ci sono stati anche scandali: aziende che preferiscono assumere due o tre mini-jobs (su cui non pagano i contributi previdenziali) invece di un lavoratore a tempo pieno. La Scheckler, una catena di drogherie, è stata accusata dai verdi di fare questo genere di “dumping salariale”.

Nell’agosto 2010, un rapporto dell’Istitutio del Lavoro dell’Università di Duisberg-Essen ha calcolato che più di 6,55 milioni di tedeschi ricevono meno di 10 euro lordi l’ora – sono aumentati di 2,3 milioni rispetto a dieci anni prima. Due milioni di lavoratori in oltre-Reno campano con meno di 6 euro l’ora, e molti nell’ex Germania comunista si contentano di 4 euro l’ora, ossia 720 euro mensili per un lavoro a tempo pieno.

http://www.iaq.uni-due.de/iaq-report/2010/report2010-06.pdf

I salariati con mini-job non sono i soli mal pagati. In Germania non esiste un salario minimo stabilito per legge (situazione unica in Europa). I “lavoratori poveri” (che restano in miseria pur lavorando) sono il 20% degli occupati germanici.

Quelli che lavorano per meno di 15 ore settimanali, con paghe in proporzione, sono chiamati Aufstocker: sono un milione, ed integrano il magrissimo salario con i magrissimi sussidi sociali. Il loro numero è in continua crescita. Quanto ai sussidi sociali, rende noto lo studio francese, non sono completamente cumulabili: “Per 100 euro di salario, il lavoratore perde il 20% del susidio, per un impiego da 800 euro ne perde l’80%.”

Il caso è stato portato da tre famiglie alla Corte costituzionale di Karlsruhe nel febbraio 2010: i loro sussidi non consentivano “un minimo vitale degno”, era la lagnanza. La Corte ha sancito la costituzionalità della Hartz IV, ma ha chiesto al legislatore di rivalutare l’allocazione di base. E’ stata infatti aumentata: da 359 euro a persona, a 374 euro. Adesso è “un degno minimo vitale”.

Se si toglie il milione di Austocker ai 4,9 milioni di attivi beneficiari di sussidi, si hanno 3,9 milioni di disoccupati di lunga durata, che vivono eslusivamente delle suddette allocazioni: essenzialmente famiglie con un solo genitore e anziani.

Un dirigente del centro-impiego (Arbeitsagentur) di Amburgo, sotto anonimato, dichiara: “Ma quale miracolo economico. Oggi, il governo ripete che siamo sotto i 3 milioni di disocupati, e se fosse vero sarebbe un fatto storico. Ma la verità è diversa, sono 6 milioni di persone beneficiarie di Hartz IV (che prendono i sussidi, ndr.), e sono tutti disoccupati o ultra-precari. La vera cifra non è 3 milioni di senza-lavoro, ma 9 milioni di precari”.

Si aggiunga che la percentuale trionfale di 6,9% di senza-lavoro nasconde forti disparità regionale. I disoccupati sono il 3,4% nella ricca e prospera Baviera, ma il 12,7 a Berlino. E ogni minimo accenno di rallentamento dell’economia colpisce più duramente, com’è ovvio, i milioni di precari o mini-jobs: i primi ad essere licenziati, come si vede nella tabella seguente (le riduzioni del 2009 rispetto al 2008, riguardano soprattutto gli “atipici”).

Che dire? La competitività tedesca ha il suo segreto in quel 20 per cento di sotto-salariati; il miracolo germanico si regge su un gigantesco dumping sociale. E’ questo il modello che ci viene proposto ad esempio: la cinesizzazione della forza-lavoro a basso livello di qualificazione.

Bisogna constatare che, nella nuova economia globalizzata, i popoli diventano superflui – o almeno, grandi porzioni dei popoli. Il che forse spiega la “crisi” della democrazia, ossia la devoluzione della sovranità popolare ai tecnocrati, operata dai politici di professione: maggioranze di cui non si ha bisogno per produrre o consumare, sono inutili anche politicamente. Hanno perso la dignità di cittadini.

Naturalmente, la medaglia ha anche un’altra faccia: in Germania, il costo della vita è inferiore a quello di Francia e Italia (perchè esiste, come abbiamo visto, un “mercato del consumo pauperistico”, per i sottoccupati), e i salari delle classi medie qualificate sono alti. Un professore di liceo ha uno stipendio iniziale di 3 mila euro netti. Il boom esportativo produce persino una mancanza di lavoratori qualificati, tanto che attualmente si arruolano giovani diplomati spagnoli. E’, fra l’altro, un effetto della crescita-zero demografica tedesca. “La riserva di persone disponibili al lavoro sta calando”, ha avvertito la ministra del lavoro, Ursula Van der Leyen. Attualmente, il numero di entranti nel mercato del lavoro è inferiore al numero di quelli che ne escono per anzianità, ed ecco un’altra causa che fa’ calare meccanicamente la disoccupazione…

di Maurizio Blondet
Fonte: www.rischiocalcolato.it

13 febbraio 2012

Una rivoluzione nella scienza dell'economia reale


Nelle ultime due settimane il lavoro dell'equipe scientifica di LaRouche (il "basement team") esposto in alcuni video sul sito Larouchepac hanno gettato le basi per aggiornare la rivoluzione in economia lanciata da LaRouche e dai suoi scritti negli ultimi cinquant'anni.

LaRouche, i cui pronostici economici si sono rivelati i più accurati al mondo, ha sempre basato le sue previsioni su due idee: prima di tutto, che l'economia è una scienza fisica, fondata sulla capacità umana di aumentare il tasso di trasformazione fisica dell'universo, grazie ad avanzamenti nella creatività umana, e in secondo luogo che la cosiddetta seconda legge della termodinamica è una frode, e che l'universo, invece di esaurirsi andando verso un disordine crescente, o entropia, tende verso un aumento dell'anti-entropia. L'evoluzione dell'universo viene sempre determinata dall'alto in basso.

Il metro di misura più importante per LaRouche è la Densità del Flusso Energetico (EFD). L'universo si muove sempre verso una maggiore densità del flusso energetico, nei tre spazi di fase identificati dallo scienziato russo Vladimir Vernadskij: il non vivente, il vivente (la biosfera) e infine la sfera creativa umana, che Vernadskij definisce Noosfera. Nell'economia umana, lo sviluppo non lineare dell'EFD si realizza grazie a scoperte creative di principii universali, che promuovono l'aumento del tasso di produzione di ricchezza fisica, consentendo all'Uomo di aumentare i propri poteri anche nei confronti degli altri due spazi di fase.

Queste due idee sono la chiave del successo di LaRouche. Definiscono anche la differenza tra questo approccio e quello della scuola economica opposta, che ha sempre sbagliato previsioni. Invece di un'economia fisica, lo sviluppo della quale dipende dagli avanzamenti nella creatività umana, gli economisti della scuola opposta credono nel monetarismo e nel fatto che il denaro, e gli schemi per fare denaro, siano il vero obiettivo di un'economia. E invece di riconoscere la natura anti-entropica dei tre spazi di fase identificati da Vernadskij, coloro credono nell'entropia universale, ovvero che l'universo si muova verso il disordine e che, affinché l'uomo sopravviva, occorra ridurre la popolazione.

Nell'economia moderna, questi due errori epistemologici si sono uniti, e monetarismo ed ambientalismo sono la base del credo malthusiano imposto dall'impero oggi dominante, l'impero britannico.

Quello che è stato aggiunto dall'equipe scientifica di LPAC, nei due video del Weekly Report, a questo riassunto necessariamente abbreviato dell'economia larouchiana, è la prova inconfutabile che non solo l'aumento della densità del flusso energetico caratterizza tutte i tre spazi di fase, ma che il mancato aumento è stato responsabile nei secoli delle estinzioni che hanno sterminato il 98% di tutte le specie nel passaggio dall'era Paleozoica a quella Mesozoica, e dall'era Mesozoica a quella Cenozoica. Inoltre, per la prima volta, con l'emergere della civiltà umana, esiste una specie capace di attuare volontariamente tale aumento, grazie all'uso deliberato della ragione creativa che consente di intervenire per l'avanzamento della specie umana.

Tali prove, presentate nei dettagli e suffragate da grafici, conducono ad una conclusione che costituisce una sfida: se la politica imperiale del monetarismo e dell'ambientalismo prevarrà oggi, la specie umana farà la fine dei dinosauri. Questa conclusione è contenuta in un volantino di LPAC che dichiara chiaramente che “la sopravvivenza del genere umano dipende da un cambiamento fondamentale nel modo di pensare, abbandonando le sciocchezze dell'economia popolare, e andando verso il dominio dello sviluppo scientifico dell'universo come un tutto".

by (MoviSol)

12 febbraio 2012

La miccia per la guerra mondiale è stata accesa


Il "timore principale" del ministro della Difesa statunitense Leon Panetta è che Israele attaccherà l'Iran tra l'aprile e il giugno di quest'anno, secondo quanto ha scritto David Ignatius sul Washington Post del 2 febbraio. Il giorno seguente, al vertice NATO di Bruxelles, Panetta è stato bombardato di domande su quella frase, ma si è rifiutato di commentare.

Poco prima, il Capo degli Stati Maggiori Riuniti degli Stati Uniti, il gen. Martin Dempsey, aveva lanciato un nuovo brusco avvertimento ad Israele, diffidandolo dall'intraprendere un'azione militare unilaterale contro l'Iran, mentre il direttore della National Intelligence, James Clapper, affermava due volte nel corso di un'udienza parlamentare che non si sono indicazioni sul fatto che l'Iran abbia deciso di sviluppare armi nucleari. E la squadra dell'International Atomic Energy Agency è tornata dall'Iran il 1 febbraio con una fumata nera.

Ciononostante, a dispetto degli sforzi dei vertici militari USA, il pericolo di un conflitto che conduca ad una guerra mondiale rimane talmente acuto che Lyndon LaRouche ha deciso di rinnovare l'allarme in una teleconferenza speciale il 6 febbraio.

I nostri lettori sanno bene che il programma nucleare iraniano è semplicemente un pretesto. L'obiettivo vero di un attacco all'Iran o la Siria è la Russia e la Cina. Questa analisi è stata confermata da un ufficiale dell'Esercito di Liberazione del Popolo, Dai Xu, sull'edizione in lingua russa del Quotidiano del Popolo del 31 gennaio.

Dai, un astuto stratega, descrive la nuova politica USA che mira a isolare e circondare la Russia e la Cina. Perciò quei due paesi dovrebbero collaborare per indurre gli USA a cessare le pressioni nei confronti di nazioni che non seguono le loro prescrizioni. "Si potrebbe affermare che la convergenza tra Cina e Russia sia il risultato inevitabile della pressione strategica degli USA, come pure della scelta compiuta nell'interesse della propria sopravvivenza. Solo assieme esse possiedono la forza di resistere alle mosse USA".

In termini economici, Cina e Russia sono complementari e quindi immuni a blocchi o sanzioni economiche da parte degli USA, scrive Dai. Poiché entrambe le nazioni possiedono armi nucleari, sia gli USA che la NATO possono difficilmente sfidarle militarmente. Infine, assieme, le due nazioni possono attrarre altri paesi dell'Eurasia, compresi Iran e Pakistan, che sono anche bersaglio degli USA.

Sfortunatamente, Dai non intravede la mano britannica dietro la politica dell'amministrazione Obama, e si illude pensando che l'armamento nucleare di Cina e Russia possa fungere da deterrente.

by (MoviSol)

11 febbraio 2012

Il "miracolo" tedesco: nascondere i senza lavoro


La Cancelleria suona le trombe: ecco il miracolo economico tedesco! I disoccupati sono scesi dai 5,1 milioni nel 2005 ai 2,8 oggi. Sono solo il 6,9% della popolazione attiva, un record storico e un sogno in confronto al 9,9% di disoccupati in Francia e al 9,1% negli Usa. Sembra ripetersi il miracolo del Terzo Reich, che in tre anni mise la popolazione al pieno impiego. Merito, dicono le trombe, della “moderazione salariale” dei lavoratori tedeschi, della “disciplina” accettata dai sindacati.

Ma ora, uno studio francese rivela i trucchi e il prezzo sociale occulto di questo miracolo.

Nel 2001, il governo Schroeder comincia ad applicare le idee di Peter Hartz, il capo del personale (pardon, “risorse umane”) di Volkswagen: convinto, non a torto, che i grassi sussidi (di disoccupazione e sociali in genere) vigenti allora in Germania tendano a creare uno strato di fannulloni cronici, concepisce un marchingegno legale che “costringe” i disoccupati a trovar lavoro.

Prima della riforma Hartz, i disoccupati che durante il lavoro avevano versato i contributi, avevano il diritto ad una “allocazione” (Arbeitsengeld o AG1) che durava due, e in certi casi 3 anni. Dopo Hartz, il sussidio AG1 dura un anno soltanto.

Prima, i disoccupati di lunga durata che avevano esaurito il diritto al primo sussidio AG1, prendevano un AG2, molto più modesto. Esisteva anche un “aiuto sociale” (Sozialhilfe) per le persone ancora più lontane dal mondo del lavoro. Oggi, AI2 e Sozialhilfe sono fusi in uno, e distribuiti attraverso centri di lavoro speciali: presso questi centri di lavoro ogni disoccupato deve fare “passi positivi” presentandosi bi-mensilmente e accettare un impiego qualunque, anche meno pagato del precedente, sotto pena di perdere i sussidi.

Il sistema ha fatto cancellare milioni di persone dalle liste di disoccupazione…solo per farle riapparire nelle liste di “lavoratori poveri”, che hanno lavoretti di meno di 15 ore settimanali, e pagati di conseguenza: anche meno di 400 euro mensili. Il buono del sistema Hartz è che per questi “mini-jobs” e mini-salari, lo stato non esige il versamento dei contributi previdenziali e sanitari. Ciò ha incoraggiato molti datori di lavoro ad assumere mini-salariati sotto i 400 euro. Il lato sgradevole è che questi lavoratori, non contribuendo alla previdenza, non hanno pensione nè assicurazione sanitaria.

Secondo lo studio francese, i fruitori del sistema (Hartz IV) sono 6,6 milioni. Di cui 1,7 sono bambini, figli di ragazze madri o famiglie marginali. Il che fa che gli altri – 4,9 milioni di adulti, sono “mini-impiegati” da meno di 15 ore settimanali o precari d’altro tipo. Ci sono anche percettori di “lavori da un euro” – pagati un euro l’ora - per lo più per lavori d’interesse pubblico (“Socialmente utili”, diciamo noi).

Perchè qualcuno dovrebbe accettare “lavori” da un’euro l’ora? Perchè altrimenti perde i sussidi. I “mini-jobs” sono la forma di lavoro che è più straordinariamente cresciuta (+47% tra il 2006 e il 2009), superata solo dal lavoro interinale (+134%). I mini-job sono molto diffusi tra i pensionati: 660 mila di loro integrano la pèensione in questo modo. Dietro le cifre, c’è la tragedia sociale degli anziani licenziati: in base all’ultima riforma previdenziale tedesca, l’età pensionabile è stata alzata dai 65 ai 67 anni, il che ha aumentato il numero di quelli che non vengono più assunti, causa l’ìetà, se non in mini-jobs. Non a caso, se il numero dei beneficiari del sistema Hartz IV è ufficialmente calato del 9,5% tra il 2006 e il 2009, tra i tedeschi di più di 55 anni il numero dei beneficiari è cresciuto del 17,7%.

Nel maggio 2011, gli occupati con mini-jobs erano 5 milioni: si può parlare, senza offesa, di un esercito di sotto-occupati e precari? Ci sono stati anche scandali: aziende che preferiscono assumere due o tre mini-jobs (su cui non pagano i contributi previdenziali) invece di un lavoratore a tempo pieno. La Scheckler, una catena di drogherie, è stata accusata dai verdi di fare questo genere di “dumping salariale”.

Nell’agosto 2010, un rapporto dell’Istitutio del Lavoro dell’Università di Duisberg-Essen ha calcolato che più di 6,55 milioni di tedeschi ricevono meno di 10 euro lordi l’ora – sono aumentati di 2,3 milioni rispetto a dieci anni prima. Due milioni di lavoratori in oltre-Reno campano con meno di 6 euro l’ora, e molti nell’ex Germania comunista si contentano di 4 euro l’ora, ossia 720 euro mensili per un lavoro a tempo pieno.

http://www.iaq.uni-due.de/iaq-report/2010/report2010-06.pdf

I salariati con mini-job non sono i soli mal pagati. In Germania non esiste un salario minimo stabilito per legge (situazione unica in Europa). I “lavoratori poveri” (che restano in miseria pur lavorando) sono il 20% degli occupati germanici.

Quelli che lavorano per meno di 15 ore settimanali, con paghe in proporzione, sono chiamati Aufstocker: sono un milione, ed integrano il magrissimo salario con i magrissimi sussidi sociali. Il loro numero è in continua crescita. Quanto ai sussidi sociali, rende noto lo studio francese, non sono completamente cumulabili: “Per 100 euro di salario, il lavoratore perde il 20% del susidio, per un impiego da 800 euro ne perde l’80%.”

Il caso è stato portato da tre famiglie alla Corte costituzionale di Karlsruhe nel febbraio 2010: i loro sussidi non consentivano “un minimo vitale degno”, era la lagnanza. La Corte ha sancito la costituzionalità della Hartz IV, ma ha chiesto al legislatore di rivalutare l’allocazione di base. E’ stata infatti aumentata: da 359 euro a persona, a 374 euro. Adesso è “un degno minimo vitale”.

Se si toglie il milione di Austocker ai 4,9 milioni di attivi beneficiari di sussidi, si hanno 3,9 milioni di disoccupati di lunga durata, che vivono eslusivamente delle suddette allocazioni: essenzialmente famiglie con un solo genitore e anziani.

Un dirigente del centro-impiego (Arbeitsagentur) di Amburgo, sotto anonimato, dichiara: “Ma quale miracolo economico. Oggi, il governo ripete che siamo sotto i 3 milioni di disocupati, e se fosse vero sarebbe un fatto storico. Ma la verità è diversa, sono 6 milioni di persone beneficiarie di Hartz IV (che prendono i sussidi, ndr.), e sono tutti disoccupati o ultra-precari. La vera cifra non è 3 milioni di senza-lavoro, ma 9 milioni di precari”.

Si aggiunga che la percentuale trionfale di 6,9% di senza-lavoro nasconde forti disparità regionale. I disoccupati sono il 3,4% nella ricca e prospera Baviera, ma il 12,7 a Berlino. E ogni minimo accenno di rallentamento dell’economia colpisce più duramente, com’è ovvio, i milioni di precari o mini-jobs: i primi ad essere licenziati, come si vede nella tabella seguente (le riduzioni del 2009 rispetto al 2008, riguardano soprattutto gli “atipici”).

Che dire? La competitività tedesca ha il suo segreto in quel 20 per cento di sotto-salariati; il miracolo germanico si regge su un gigantesco dumping sociale. E’ questo il modello che ci viene proposto ad esempio: la cinesizzazione della forza-lavoro a basso livello di qualificazione.

Bisogna constatare che, nella nuova economia globalizzata, i popoli diventano superflui – o almeno, grandi porzioni dei popoli. Il che forse spiega la “crisi” della democrazia, ossia la devoluzione della sovranità popolare ai tecnocrati, operata dai politici di professione: maggioranze di cui non si ha bisogno per produrre o consumare, sono inutili anche politicamente. Hanno perso la dignità di cittadini.

Naturalmente, la medaglia ha anche un’altra faccia: in Germania, il costo della vita è inferiore a quello di Francia e Italia (perchè esiste, come abbiamo visto, un “mercato del consumo pauperistico”, per i sottoccupati), e i salari delle classi medie qualificate sono alti. Un professore di liceo ha uno stipendio iniziale di 3 mila euro netti. Il boom esportativo produce persino una mancanza di lavoratori qualificati, tanto che attualmente si arruolano giovani diplomati spagnoli. E’, fra l’altro, un effetto della crescita-zero demografica tedesca. “La riserva di persone disponibili al lavoro sta calando”, ha avvertito la ministra del lavoro, Ursula Van der Leyen. Attualmente, il numero di entranti nel mercato del lavoro è inferiore al numero di quelli che ne escono per anzianità, ed ecco un’altra causa che fa’ calare meccanicamente la disoccupazione…

di Maurizio Blondet
Fonte: www.rischiocalcolato.it