19 febbraio 2013

Monti: non solo Bilderberg








monti-bruegel
Non solo Bilderberg. O la Trilateral. Non bastavano nemmeno gli Illuminati alla collezione di Mario Monti, fin dal suo insediamento a Palazzo Chigi rimbalzato quotidianamente sul web per le sue conclamate appartenenze a logge supermassoniche mondiali.
Lui, il premier, fin dal 2004 aveva fondato in Europa una compagine tutta sua. Si tratta di Bruegel, un nome che fa discutere fin dal suo primo apparire. Per Monti e i suoi, si tratta di un semplice acronimo (Brussels European and Global Economic Laboratory). Per i più sospettosi, evocare il grande artista fiammingo del Cinquecento, noto per la rappresentazione dei ciechi, è l'implicito riferimento a quel panorama occulto della finanza mondiale che i cittadini non possono - e non devono mai - vedere.
Ma chi è e cosa fa Bruegel? Loro si definiscono naturalmente e senza alcun imbarazzo i filantropi dell'economia europea. Nel senso che solo grazie al loro insegnamento potremo avere nel vecchio continente i grandi economisti di domani.
E giù finanziamenti milionari (in prima fila Big Pharma, con colossi comeNovartis e Pfizer, poi banche come Unicredit ed UBS), economic schools in mezzo mondo, tutor prelevati dalle accademie più conservatrici del pianeta (anche quando la conservazione è “di sinistra”).
vincenzo-la-viaTra i generosi elargitori di fondi non ci sono solo i privati, bensì i governi di Stati come Italia, Francia, Belgio, Olanda e naturalmente la Germania.
Passiamo al board. Quando Monti lascia la carica di presidente (rimanendo padre fondatore del sodalizio), gli subentra l'ex presidente della Banca Centrale Europea Jean Claude Trichet. Fra gli italiani di prima fila ecco Vincenzo La Via, in Bruegel da lunga data ma assurto a notorietà nazionale solo un anno fa quando Monti, diventato premier, lo chiama al suo fianco comedirettore generale del Tesoro, carica che riveste tuttora.
Chi è davvero La Via?
Nessun mistero, ma qualche sorpresa sì, visto che si tratta di un numero uno alla Banca Mondiale, quello stesso organismo considerato artefice primo del pensiero unico e del temutissimo Nuovo Ordine Mondiale, di cui Mario Monti sarebbe tra i principali artefici, in Italia ed oltre.

lucrezia-reichlinMa a proposito di mondo, scorrendo la classifica 2012 dei think tank più influenti del pianeta resa annualmente da James G. McGann della Philadelphia University, Bruegel figura in ottava posizione su 40 compagini considerate, dietro giganti come Chatham House, che guida la lista, e ben prima di analoghe formazioni di Russia, Germania, Gran Bretagna e Stati Uniti.
vittorio-Grilli
Fra i pochi italiani in Bruegel non poteva non esserciVittorio Grilli, attuale ministro dell'Economia.

Infine lei, la “principessa comunista” Lucrezia Reichlin, figlia dei marxisti d'altri tempi Luciana Castellina ed Alfredo Reichlin.




di Rita Pennarola 

18 febbraio 2013

Che cos'è l'economia reale e fisica


Che cos’è realmente l’economia? Fondamentalmente, è «un bilancio dinamico fra energia prodotta ed energia consumata». E allora, che cos’è la moneta? È solo «uno stadio secondario nel processo economico, dei gettoni... che non ha senso avere, se non ci sono cose da comprare». Di conseguenza, la finanza ha solo un ruolo ausiliario: «L’economia è un’applicazione della fisica, non della finanza». E il debito? «È una pretesa su energia futura». Ordunque, ci sarà mai abbastanza energia fisica per coprire gli enormi indebitamenti che oggi gravano sull’economia globale...?

di Tim Morgan

17 febbraio 2013

Le argomentazioni deboli di Michele Salvati






In un articolo sull'inserto domenicale del Corriere della Sera del 3 febbraio Michele Salvati interviene per sostenere la permanente validità dell'opposizione categoriale destra/sinistra. Lo fa però in modo piuttosto confuso e privo di consequenzialità. Spieghiamo perché. 
 L'argomento principale che Salvati svolge nel suo articolo è poco convincente perché nasce dal confondere due questioni diverse: egli dice in sostanza che la distinzione destra/sinistra funziona, nel senso che ci permette di capire in maniera ragionevole la storia politica occidentale degli ultimi due secoli, e anche la realtà politica contemporanea. 

E' evidente qui la confusione fra due questioni diverse: la questione se l'opposizione destra/sinistra sia stata significativa nel passato, da una parte, quella  se essa sia significativa adesso, dall'altra. Ora, per quanto riguarda il primo problema, non credo ci sia molto da discutere, perché non credo ci sia chi seriamente possa sostenere che la distinzione destra/sinistra non abbia mai significato nulla, che essa sia sempre stata una mera illusione. E' ovvio che si tratta di una opposizione categoriale fondamentale per capire la storia politica occidentale degli ultimi due secoli. E' quindi inutile insistere su questo punto, come fa Salvati. La vera questione è l'altra: questa opposizione categoriale è ancora valida oggi? Ci permette di organizzare in maniera sensata, di comprendere in schemi razionali, ciò che vediamo accadere ogginella vita politica, sociale ed economica dei paesi occidentali? E' a queste domande che risponde negativamente, chi sostiene l'esaurimento dell'opposizione categoriale destra/sinistra. Gli argomenti per questa risposta negativa li ho esposti più volte, in particolare nel libro scritto con Massimo Bontempelli “La sinistra rivelata” e in un saggio che ha circolato in rete. In maniera molto semplice e diretta a Salvati ha risposto Pierluigi Battista.
Ma la cosa buffa è che Salvati stesso fornisce ottimi argomenti contro la sua tesi. Infatti, nella seconda parte dell'articolo cerca di spiegare perché la tesi sul superamento di destra/sinistra sia sempre più diffusa. Ci dice allora in primo luogo che ormai da molto tempo non c'è più distinzione fra destra e sinistra nel campo delle politiche economiche e sociali (e sarebbe questo “il campo in cui
dovrebbe misurarsi la loro vera diversità
”: appunto, verrebbe da replicare), e in secondo luogo che oggi sono venuti alla ribalta problemi che non hanno a che fare con quella distinzione e rispetto ai
quali le divisioni attraversano trasversalmente destra e sinistra. Sono questi in effetti due ottimi argomenti per sostenere il superamento di destra e sinistra. Il problema è che Salvati, dopo averci esposto in maniera così chiara e convincente i motivi per i quali è sensato affermare il superamento di destra e sinistra, si dimentica di portare le sue obiezioni che spieghino perché ritiene tali argomenti non convincenti. In effetti tutte le sue obiezioni si limitano all'affermazione seguente:

Finché le nostre democrazie resteranno ancorate alla grande tradizione culturale che le ha fatte nascere [...] la distinzione destra/sinistra rimarrà l’asse principale del conflitto democratico 

E poiché “la grande tradizione culturale” delle nostre democrazie è appunto quella che include destra e sinistra, questa affermazione di Salvati è, ovviamente, una enfatica tautologia.
Ridotto al suo scheletro logico, il discorso di Salvati è una cosa di questo tipo: “Tutti i cigni sono bianchi. Certo, so bene che esistono cigni neri. Ma finchè tutti i cigni sono bianchi, possiamo affermare che tutti i cigni sono bianchi”. Poiché Salvati non è uno sciocco, siamo autorizzati a pensare che la pochezza dei suoi argomenti derivi dall'insostenibilità della sua tesi.  In definitiva, la tesi del superamento di destra e sinistra ci sembra confermata e rafforzata dall'esame di articoli come questo.
 


di Marino Badiale

19 febbraio 2013

Monti: non solo Bilderberg








monti-bruegel
Non solo Bilderberg. O la Trilateral. Non bastavano nemmeno gli Illuminati alla collezione di Mario Monti, fin dal suo insediamento a Palazzo Chigi rimbalzato quotidianamente sul web per le sue conclamate appartenenze a logge supermassoniche mondiali.
Lui, il premier, fin dal 2004 aveva fondato in Europa una compagine tutta sua. Si tratta di Bruegel, un nome che fa discutere fin dal suo primo apparire. Per Monti e i suoi, si tratta di un semplice acronimo (Brussels European and Global Economic Laboratory). Per i più sospettosi, evocare il grande artista fiammingo del Cinquecento, noto per la rappresentazione dei ciechi, è l'implicito riferimento a quel panorama occulto della finanza mondiale che i cittadini non possono - e non devono mai - vedere.
Ma chi è e cosa fa Bruegel? Loro si definiscono naturalmente e senza alcun imbarazzo i filantropi dell'economia europea. Nel senso che solo grazie al loro insegnamento potremo avere nel vecchio continente i grandi economisti di domani.
E giù finanziamenti milionari (in prima fila Big Pharma, con colossi comeNovartis e Pfizer, poi banche come Unicredit ed UBS), economic schools in mezzo mondo, tutor prelevati dalle accademie più conservatrici del pianeta (anche quando la conservazione è “di sinistra”).
vincenzo-la-viaTra i generosi elargitori di fondi non ci sono solo i privati, bensì i governi di Stati come Italia, Francia, Belgio, Olanda e naturalmente la Germania.
Passiamo al board. Quando Monti lascia la carica di presidente (rimanendo padre fondatore del sodalizio), gli subentra l'ex presidente della Banca Centrale Europea Jean Claude Trichet. Fra gli italiani di prima fila ecco Vincenzo La Via, in Bruegel da lunga data ma assurto a notorietà nazionale solo un anno fa quando Monti, diventato premier, lo chiama al suo fianco comedirettore generale del Tesoro, carica che riveste tuttora.
Chi è davvero La Via?
Nessun mistero, ma qualche sorpresa sì, visto che si tratta di un numero uno alla Banca Mondiale, quello stesso organismo considerato artefice primo del pensiero unico e del temutissimo Nuovo Ordine Mondiale, di cui Mario Monti sarebbe tra i principali artefici, in Italia ed oltre.

lucrezia-reichlinMa a proposito di mondo, scorrendo la classifica 2012 dei think tank più influenti del pianeta resa annualmente da James G. McGann della Philadelphia University, Bruegel figura in ottava posizione su 40 compagini considerate, dietro giganti come Chatham House, che guida la lista, e ben prima di analoghe formazioni di Russia, Germania, Gran Bretagna e Stati Uniti.
vittorio-Grilli
Fra i pochi italiani in Bruegel non poteva non esserciVittorio Grilli, attuale ministro dell'Economia.

Infine lei, la “principessa comunista” Lucrezia Reichlin, figlia dei marxisti d'altri tempi Luciana Castellina ed Alfredo Reichlin.




di Rita Pennarola 

18 febbraio 2013

Che cos'è l'economia reale e fisica


Che cos’è realmente l’economia? Fondamentalmente, è «un bilancio dinamico fra energia prodotta ed energia consumata». E allora, che cos’è la moneta? È solo «uno stadio secondario nel processo economico, dei gettoni... che non ha senso avere, se non ci sono cose da comprare». Di conseguenza, la finanza ha solo un ruolo ausiliario: «L’economia è un’applicazione della fisica, non della finanza». E il debito? «È una pretesa su energia futura». Ordunque, ci sarà mai abbastanza energia fisica per coprire gli enormi indebitamenti che oggi gravano sull’economia globale...?

di Tim Morgan

17 febbraio 2013

Le argomentazioni deboli di Michele Salvati






In un articolo sull'inserto domenicale del Corriere della Sera del 3 febbraio Michele Salvati interviene per sostenere la permanente validità dell'opposizione categoriale destra/sinistra. Lo fa però in modo piuttosto confuso e privo di consequenzialità. Spieghiamo perché. 
 L'argomento principale che Salvati svolge nel suo articolo è poco convincente perché nasce dal confondere due questioni diverse: egli dice in sostanza che la distinzione destra/sinistra funziona, nel senso che ci permette di capire in maniera ragionevole la storia politica occidentale degli ultimi due secoli, e anche la realtà politica contemporanea. 

E' evidente qui la confusione fra due questioni diverse: la questione se l'opposizione destra/sinistra sia stata significativa nel passato, da una parte, quella  se essa sia significativa adesso, dall'altra. Ora, per quanto riguarda il primo problema, non credo ci sia molto da discutere, perché non credo ci sia chi seriamente possa sostenere che la distinzione destra/sinistra non abbia mai significato nulla, che essa sia sempre stata una mera illusione. E' ovvio che si tratta di una opposizione categoriale fondamentale per capire la storia politica occidentale degli ultimi due secoli. E' quindi inutile insistere su questo punto, come fa Salvati. La vera questione è l'altra: questa opposizione categoriale è ancora valida oggi? Ci permette di organizzare in maniera sensata, di comprendere in schemi razionali, ciò che vediamo accadere ogginella vita politica, sociale ed economica dei paesi occidentali? E' a queste domande che risponde negativamente, chi sostiene l'esaurimento dell'opposizione categoriale destra/sinistra. Gli argomenti per questa risposta negativa li ho esposti più volte, in particolare nel libro scritto con Massimo Bontempelli “La sinistra rivelata” e in un saggio che ha circolato in rete. In maniera molto semplice e diretta a Salvati ha risposto Pierluigi Battista.
Ma la cosa buffa è che Salvati stesso fornisce ottimi argomenti contro la sua tesi. Infatti, nella seconda parte dell'articolo cerca di spiegare perché la tesi sul superamento di destra/sinistra sia sempre più diffusa. Ci dice allora in primo luogo che ormai da molto tempo non c'è più distinzione fra destra e sinistra nel campo delle politiche economiche e sociali (e sarebbe questo “il campo in cui
dovrebbe misurarsi la loro vera diversità
”: appunto, verrebbe da replicare), e in secondo luogo che oggi sono venuti alla ribalta problemi che non hanno a che fare con quella distinzione e rispetto ai
quali le divisioni attraversano trasversalmente destra e sinistra. Sono questi in effetti due ottimi argomenti per sostenere il superamento di destra e sinistra. Il problema è che Salvati, dopo averci esposto in maniera così chiara e convincente i motivi per i quali è sensato affermare il superamento di destra e sinistra, si dimentica di portare le sue obiezioni che spieghino perché ritiene tali argomenti non convincenti. In effetti tutte le sue obiezioni si limitano all'affermazione seguente:

Finché le nostre democrazie resteranno ancorate alla grande tradizione culturale che le ha fatte nascere [...] la distinzione destra/sinistra rimarrà l’asse principale del conflitto democratico 

E poiché “la grande tradizione culturale” delle nostre democrazie è appunto quella che include destra e sinistra, questa affermazione di Salvati è, ovviamente, una enfatica tautologia.
Ridotto al suo scheletro logico, il discorso di Salvati è una cosa di questo tipo: “Tutti i cigni sono bianchi. Certo, so bene che esistono cigni neri. Ma finchè tutti i cigni sono bianchi, possiamo affermare che tutti i cigni sono bianchi”. Poiché Salvati non è uno sciocco, siamo autorizzati a pensare che la pochezza dei suoi argomenti derivi dall'insostenibilità della sua tesi.  In definitiva, la tesi del superamento di destra e sinistra ci sembra confermata e rafforzata dall'esame di articoli come questo.
 


di Marino Badiale