29 marzo 2010

Settemila comuni rinnovabili

Un ottimo esempio di buona amministrazione sul campo delle rinnovabili. L'Italia virtuosa cresce per merito delle amministrazioni locali. Il rapporto Comuni Rinnovabili di Legambiente fa luce sull'impiego di sole, vento, acqua, geotermia, biomasse...
Sono ben 6.993 i Comuni italiani dove è installato almeno un impianto di produzione energetica da fonti rinnovabili. Erano 5.580 lo scorso anno, 3.190 nel 2008. Le fonti pulite che fino a dieci anni fa interessavano, con il grande idroelettrico e la geotermia le aree più interne e comunque una porzione limitata del territorio italiano, oggi sono presenti nell’86% dei Comuni. E per quanto riguarda la diffusione, sono 6.801 i Comuni del solare, 297 quelli dell’eolico, 799 quelli del mini idroeletttrico e 181 quelli della geotermia. Le biomasse si trovano invece in 788 municipi dei quali 286 utilizzano biomasse di origine organica animale o vegetale.

Ecco, in sintesi, il quadro dell’Italia sostenibile, rilevato dal rapporto Comuni Rinnovabili 2010 di Legambiente, realizzato in collaborazione con GSE e Sorgenia.
Il rapporto parla di un salto impressionante che si è verificato in Italia nel numero degli impianti installati. Attraverso nuovi impianti solari, eolici, geotermici, idroelettrici, da biomasse già oggi sono centinaia i Comuni in Italia che producono più energia elettrica di quanta ne consumino. Grazie a questi impianti sono stati creati nuovi posti di lavoro, portati nuovi servizi e create nuove prospettive di ricerca applicata oltre, naturalmente, ad aver ottenuto un maggiore benessere e qualità della vita. Queste esperienze sono oggi la migliore dimostrazione del fatto che investire nelle rinnovabili è una scelta lungimirante e conveniente, che può innescare uno scenario virtuoso di innovazione e qualità nel territorio.
Nel 2009 la crescita delle fonti rinnovabili è stata fortissima (+13% di produzione), e dimostra quanto oggi queste tecnologie siano affidabili e competitive – ha dichiarato Vittorio Cogliati Dezza, Presidente nazionale di Legambiente –. Ora occorre puntare con forza in questa direzione, capire quanto sia nell’interesse del Paese raggiungere gli obiettivi fissati dall’Unione Europea al 2020 per la riduzione delle emissioni di CO2 e la crescita delle rinnovabili. Per questo siamo preoccupati di fronte all’assordante silenzio che ci sta accompagnando alla scadenza del prossimo giugno, quando l’Italia dovrà comunicare all’UE il piano nazionale per rientrare nell’obiettivo al 2020 del 17% di rinnovabili. I numeri, le storie raccontate da questo rapporto dimostrano che questi target sono a portata di mano, e che la soluzione più intelligente è quella di guardare ai territori: alla domanda di energia da parte di case, uffici, aziende e attività agricole per capire come soddisfarla con le risorse rinnovabili più adatte ed efficienti. Ma soprattutto, le esperienze raccolte dimostrano quanto questa prospettiva risulti già oggi vantaggiosa: coloro che hanno installato impianti solari termici e fotovoltaici o che sono collegati a reti di teleriscaldamento, pagano bollette meno salate in località dove l’aria è più pulita.”.

Il premio 2010 va a Sluderno (Bz), un Comune con poco più di 1.800 abitanti che fonda il suo successo su un intelligente mix di diversi impianti diffusi nel territorio: 960 mq di pannelli solari termici e 512 kW di pannelli solari fotovoltaici diffusi sui tetti di case e aziende, più 4 micro impianti idroelettrici con una potenza complessiva di 232 kW. E un impianto eolico da 1,2 MW, realizzato in “comproprietà” con 3 Comuni vicini. L’impianto è installato nel Comune di Malles è gestito da un Consorzio dei Comuni più alcune aziende elettriche locali. A scaldare le case sono gli impianti da biomasse locali e da biogas, con una potenza complessiva di 6.200 kW termici, entrambi di tipo cogenerativo, allacciati ad una rete di teleriscaldamento lunga 23 km. Questi impianti producono oltre 13 milioni di kWh annua di energia termica per soddisfare il fabbisogno di oltre 500 utenze sia del Comune di Sluderno che del vicino Comune di Glorenza.

Sono state premiate, inoltre, realtà dove attraverso investimenti lungimiranti nelle fonti rinnovabili, sono stati ottenuti risultati che vanno ben oltre la risposta agli obiettivi energetici e ambientali. Un esempio è il Comune di Tocco da Casauria (Pe), dove sono in funzione quattro pale eoliche che complessivamente (con 3,2 MW) permettono di produrre più energia elettrica di quella necessaria alle famiglie residenti. Nel Comune, inoltre, sono presenti 24 kW di pannelli fotovoltaici oltre a grandi impianti idroelettrici. Qui le royalties provenienti dell’eolico hanno permesso al Comune di acquistare lo storico Castello e progettarne la ristrutturazione. Altro esempio è quello del Comune di Maiolati Spontini (An), di circa 5.700 abitanti, che grazie ad un mix energetico fatto di pannelli solari fotovoltaici (135 kW), di un impianto mini idroelettrico (400 kW) e soprattutto di un impianto a biogas da discarica entra di diritto nella categoria “100% elettrici”.

Da quest’anno poi, l’indagine sulle rinnovabili si è estesa alle Province, per le quali, il premio 2010 va a Grosseto per i risultati conseguiti in questi anni e per l’impegno mostrato nello sviluppo delle fonti rinnovabili.

by Gab

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29 marzo 2010

Settemila comuni rinnovabili

Un ottimo esempio di buona amministrazione sul campo delle rinnovabili. L'Italia virtuosa cresce per merito delle amministrazioni locali. Il rapporto Comuni Rinnovabili di Legambiente fa luce sull'impiego di sole, vento, acqua, geotermia, biomasse...
Sono ben 6.993 i Comuni italiani dove è installato almeno un impianto di produzione energetica da fonti rinnovabili. Erano 5.580 lo scorso anno, 3.190 nel 2008. Le fonti pulite che fino a dieci anni fa interessavano, con il grande idroelettrico e la geotermia le aree più interne e comunque una porzione limitata del territorio italiano, oggi sono presenti nell’86% dei Comuni. E per quanto riguarda la diffusione, sono 6.801 i Comuni del solare, 297 quelli dell’eolico, 799 quelli del mini idroeletttrico e 181 quelli della geotermia. Le biomasse si trovano invece in 788 municipi dei quali 286 utilizzano biomasse di origine organica animale o vegetale.

Ecco, in sintesi, il quadro dell’Italia sostenibile, rilevato dal rapporto Comuni Rinnovabili 2010 di Legambiente, realizzato in collaborazione con GSE e Sorgenia.
Il rapporto parla di un salto impressionante che si è verificato in Italia nel numero degli impianti installati. Attraverso nuovi impianti solari, eolici, geotermici, idroelettrici, da biomasse già oggi sono centinaia i Comuni in Italia che producono più energia elettrica di quanta ne consumino. Grazie a questi impianti sono stati creati nuovi posti di lavoro, portati nuovi servizi e create nuove prospettive di ricerca applicata oltre, naturalmente, ad aver ottenuto un maggiore benessere e qualità della vita. Queste esperienze sono oggi la migliore dimostrazione del fatto che investire nelle rinnovabili è una scelta lungimirante e conveniente, che può innescare uno scenario virtuoso di innovazione e qualità nel territorio.
Nel 2009 la crescita delle fonti rinnovabili è stata fortissima (+13% di produzione), e dimostra quanto oggi queste tecnologie siano affidabili e competitive – ha dichiarato Vittorio Cogliati Dezza, Presidente nazionale di Legambiente –. Ora occorre puntare con forza in questa direzione, capire quanto sia nell’interesse del Paese raggiungere gli obiettivi fissati dall’Unione Europea al 2020 per la riduzione delle emissioni di CO2 e la crescita delle rinnovabili. Per questo siamo preoccupati di fronte all’assordante silenzio che ci sta accompagnando alla scadenza del prossimo giugno, quando l’Italia dovrà comunicare all’UE il piano nazionale per rientrare nell’obiettivo al 2020 del 17% di rinnovabili. I numeri, le storie raccontate da questo rapporto dimostrano che questi target sono a portata di mano, e che la soluzione più intelligente è quella di guardare ai territori: alla domanda di energia da parte di case, uffici, aziende e attività agricole per capire come soddisfarla con le risorse rinnovabili più adatte ed efficienti. Ma soprattutto, le esperienze raccolte dimostrano quanto questa prospettiva risulti già oggi vantaggiosa: coloro che hanno installato impianti solari termici e fotovoltaici o che sono collegati a reti di teleriscaldamento, pagano bollette meno salate in località dove l’aria è più pulita.”.

Il premio 2010 va a Sluderno (Bz), un Comune con poco più di 1.800 abitanti che fonda il suo successo su un intelligente mix di diversi impianti diffusi nel territorio: 960 mq di pannelli solari termici e 512 kW di pannelli solari fotovoltaici diffusi sui tetti di case e aziende, più 4 micro impianti idroelettrici con una potenza complessiva di 232 kW. E un impianto eolico da 1,2 MW, realizzato in “comproprietà” con 3 Comuni vicini. L’impianto è installato nel Comune di Malles è gestito da un Consorzio dei Comuni più alcune aziende elettriche locali. A scaldare le case sono gli impianti da biomasse locali e da biogas, con una potenza complessiva di 6.200 kW termici, entrambi di tipo cogenerativo, allacciati ad una rete di teleriscaldamento lunga 23 km. Questi impianti producono oltre 13 milioni di kWh annua di energia termica per soddisfare il fabbisogno di oltre 500 utenze sia del Comune di Sluderno che del vicino Comune di Glorenza.

Sono state premiate, inoltre, realtà dove attraverso investimenti lungimiranti nelle fonti rinnovabili, sono stati ottenuti risultati che vanno ben oltre la risposta agli obiettivi energetici e ambientali. Un esempio è il Comune di Tocco da Casauria (Pe), dove sono in funzione quattro pale eoliche che complessivamente (con 3,2 MW) permettono di produrre più energia elettrica di quella necessaria alle famiglie residenti. Nel Comune, inoltre, sono presenti 24 kW di pannelli fotovoltaici oltre a grandi impianti idroelettrici. Qui le royalties provenienti dell’eolico hanno permesso al Comune di acquistare lo storico Castello e progettarne la ristrutturazione. Altro esempio è quello del Comune di Maiolati Spontini (An), di circa 5.700 abitanti, che grazie ad un mix energetico fatto di pannelli solari fotovoltaici (135 kW), di un impianto mini idroelettrico (400 kW) e soprattutto di un impianto a biogas da discarica entra di diritto nella categoria “100% elettrici”.

Da quest’anno poi, l’indagine sulle rinnovabili si è estesa alle Province, per le quali, il premio 2010 va a Grosseto per i risultati conseguiti in questi anni e per l’impegno mostrato nello sviluppo delle fonti rinnovabili.

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