14 ottobre 2010

I cacciabombardieri italiani già attaccano. Ma non è “guerra”






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«In Afghanistan non stiamo facendo nessuna guerra», assicura Piero Fassino, responsabile esteri del Pd (il manifesto, 10 ottobre). Quindi ritiene giusto che il Parlamento valuti il livello di sicurezza dei nostri soldati, mandati là a «difendere le popolazioni civili», spianando così la strada alla proposta del ministro La Russa di armare di bombe i caccia Amx. «Un esercito che porta la pace», spiega Fassino, «spara per secondo e lo fa solo se attaccato». È in base allo stesso criterio che il governo ha autorizzato i piloti degli Amx a usare il cannone di bordo se vengono attaccati, quando vanno all'attacco in supporto delle forze terrestri, indicando gli obiettivi da colpire. Il cannone di bordo è, in Afghanistan, più efficace delle stesse bombe per colpire gruppi di combattenti (o presunti tali) che si muovono a piedi o con veicoli leggeri. I caccia Amx sono armati del cannone M-61 A1 Vulcan della statunitense General Electric: un'arma a 6 canne rotanti con calibro da 20 mm, in grado di sparare fino a 6mila colpi al minuto. Con proiettili di vario tipo: incendiari ad alto esplosivo che, combinando i due effetti, uccidono nel raggio di alcuni metri dal punto d'impatto; penetranti e incendiari che, usati contro camion e veicoli corazzati leggeri, forano la lamiera e dentro esplodono la carica incendiaria. Sicuramente i piloti degli Amx, che hanno già effettuato centinaia di missioni in Afghanistan per oltre 1.500 ore di volo, usano il cannone di bordo, cosa che sono autorizzati a fare. Basta che sparino per secondi.
Nella guerra contro la Jugoslavia, nel 1999, invece spararono e bombardarono per primi. I caccia italiani Amx Ghibli, nel loro «battesimo del fuoco», effettuarono dalla base di Amendola ben 652 sortite per un totale di 667 ore, lanciando centinaia di bombe statunitensi Mk.82 da 500 libbre e Opher israeliane con guida a raggi infrarossi. Fassino assicura che, come in Afghanistan, «nei Balcani non siamo andati a fare la guerra ma a difendere le popolazioni civili». Lo contraddice però D'Alema che, in visita alla base di Amendola in veste di presidente del consiglio, dichiarò il 10 giugno 1999: «Per numero di aerei siamo stati secondi solo agli Usa, l'Italia è un grande paese e non ci si deve stupire dell'impegno dimostrato in questa guerra».

Dieci anni dopo, sotto il governo Berlusconi, i piloti degli Amx sono stati inviati negli Usa, nella base aerea Nellis (Nevada), ad addestrarsi per la nuova guerra prima dell' invio in Afghanistan. Dieci caccia Amx, con un personale di 180 militari, hanno partecipato nell'agosto-settembre 2009 a due esercitazioni, Green Flag e Red Flag. I piloti si sono addestrati in missioni d'attacco e di bombardamento, insieme alla U.S. Air Force. Sono quindi preparati a operare in Afghanistan sotto comando Usa, nel quadro di quello che Fassino definisce «un esercito che porta la pace».

Rovesciando i ruoli, è un generale (v. sopra l'intervista al gen. fabio Mini) a dire come stanno le cose. «Per avere nuove bombe e armi stanno speculando sui soldati morti». Il vero scopo è dimostrare che gli aerei da combattimento servono, così da trovare i soldi per l'acquisizione dei caccia statunitensi F-35. Che, garantisce Fassino, spareranno per secondi, solo se attaccati.

di Manlio Dinucci

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14 ottobre 2010

I cacciabombardieri italiani già attaccano. Ma non è “guerra”






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«In Afghanistan non stiamo facendo nessuna guerra», assicura Piero Fassino, responsabile esteri del Pd (il manifesto, 10 ottobre). Quindi ritiene giusto che il Parlamento valuti il livello di sicurezza dei nostri soldati, mandati là a «difendere le popolazioni civili», spianando così la strada alla proposta del ministro La Russa di armare di bombe i caccia Amx. «Un esercito che porta la pace», spiega Fassino, «spara per secondo e lo fa solo se attaccato». È in base allo stesso criterio che il governo ha autorizzato i piloti degli Amx a usare il cannone di bordo se vengono attaccati, quando vanno all'attacco in supporto delle forze terrestri, indicando gli obiettivi da colpire. Il cannone di bordo è, in Afghanistan, più efficace delle stesse bombe per colpire gruppi di combattenti (o presunti tali) che si muovono a piedi o con veicoli leggeri. I caccia Amx sono armati del cannone M-61 A1 Vulcan della statunitense General Electric: un'arma a 6 canne rotanti con calibro da 20 mm, in grado di sparare fino a 6mila colpi al minuto. Con proiettili di vario tipo: incendiari ad alto esplosivo che, combinando i due effetti, uccidono nel raggio di alcuni metri dal punto d'impatto; penetranti e incendiari che, usati contro camion e veicoli corazzati leggeri, forano la lamiera e dentro esplodono la carica incendiaria. Sicuramente i piloti degli Amx, che hanno già effettuato centinaia di missioni in Afghanistan per oltre 1.500 ore di volo, usano il cannone di bordo, cosa che sono autorizzati a fare. Basta che sparino per secondi.
Nella guerra contro la Jugoslavia, nel 1999, invece spararono e bombardarono per primi. I caccia italiani Amx Ghibli, nel loro «battesimo del fuoco», effettuarono dalla base di Amendola ben 652 sortite per un totale di 667 ore, lanciando centinaia di bombe statunitensi Mk.82 da 500 libbre e Opher israeliane con guida a raggi infrarossi. Fassino assicura che, come in Afghanistan, «nei Balcani non siamo andati a fare la guerra ma a difendere le popolazioni civili». Lo contraddice però D'Alema che, in visita alla base di Amendola in veste di presidente del consiglio, dichiarò il 10 giugno 1999: «Per numero di aerei siamo stati secondi solo agli Usa, l'Italia è un grande paese e non ci si deve stupire dell'impegno dimostrato in questa guerra».

Dieci anni dopo, sotto il governo Berlusconi, i piloti degli Amx sono stati inviati negli Usa, nella base aerea Nellis (Nevada), ad addestrarsi per la nuova guerra prima dell' invio in Afghanistan. Dieci caccia Amx, con un personale di 180 militari, hanno partecipato nell'agosto-settembre 2009 a due esercitazioni, Green Flag e Red Flag. I piloti si sono addestrati in missioni d'attacco e di bombardamento, insieme alla U.S. Air Force. Sono quindi preparati a operare in Afghanistan sotto comando Usa, nel quadro di quello che Fassino definisce «un esercito che porta la pace».

Rovesciando i ruoli, è un generale (v. sopra l'intervista al gen. fabio Mini) a dire come stanno le cose. «Per avere nuove bombe e armi stanno speculando sui soldati morti». Il vero scopo è dimostrare che gli aerei da combattimento servono, così da trovare i soldi per l'acquisizione dei caccia statunitensi F-35. Che, garantisce Fassino, spareranno per secondi, solo se attaccati.

di Manlio Dinucci

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