10 ottobre 2010

Tele-comando

http://t2.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcT6ey9yviqvcDBYWRIkMIVGrHR4jpwrSuQ2mZhyb-6JYT1H2so&t=1&usg=__5GS18j9UuhytI1NeCTgIjKO3PaQ=


L’Italia è un paese pieno di problemi che rischia di finire stritolato nella morsa della pesante fase economica e politica. Giriamo in un vortice di preoccupazioni e di inquietudini dal quale non siamo in grado di uscire e ci facciamo prendere dalla spossatezza, dal panico, dalla sfiducia.
Oppure, ancor peggio, siamo indotti alla distrazione e all’accaloramento su aspetti inessenziali che finiscono coll’aggravare la situazione sospingendoci ancora più a fondo. La crisi economica internazionale, la mancanza di iniziativa politica, l’assenza di progettualità economica, l’incapacità di gestire i rapporti internazionali, la disoccupazione, la rabbia, precarietà e spappolamento sociale ecc. ecc. Pensate, come me, che siano queste le grandi difficoltà dell’Italia? Se è così pensate male e sarete costretti a ricredervi perché secondo Repubblica, giornale oracolare e infallibile fondato da barbapapà Scalfari, ed oggi in mano a “telenonscriventerifilatallostato” De Benedetti i nostri drammi sono di tutt’altro tenore. Ancora qualche giorno fa il quotidiano della tessera n.1 del Pd riproponeva, con una delle sue penne più importanti (Massimo Giannini), la solita tiritera sull’Italia ridotta ad una tycoonlandia soggiogata da un cavaliere nero col vizio di importunare le fatine e le veline.
In questa valle di lacrime, dove piove sventura come grandine dura, la vera disgrazia viaggia nell’aria ed è perciò stesso eterea ed evanescente come l’ eccitazione di queste cassandre della carta stampata. Nell’ex Belpaese governa sua Emittenza e questo genera intermittenza nella democrazia. Viviamo nella dittatura trash-televisiva di Mediaset che spadroneggia dal tubo catodico e dal parlamento con un palinsesto totalitario di tipo populistico e monotematico. Non c’è scampo nemmeno sul satellite, i berlusconidi, mutanti blu ipnopedizzati dalla TV, sono dappertutto ed armati di telecomando blandiscono le coscienze per risucchiare la massa grigia dei nostri cervelli. Costoro hanno occupato persino il digitale terrestre oscurando lo Sky dal quale gli dei stavano calando in nostro soccorso lo squalo Murdoch, come un tempo fu il serpente per i gracchianti abitanti dello stagno di Fedro. Il travicello nell’occhio ciclopico dei perbenisti si mimetizza meglio di qualsiasi pagliuzza altrui. Satrapi, insomma, sono sempre gli altri, cioè quelli che ti impediscono di realizzare il tuo sogno integrale di comandare e di fare le stesse cose che fanno loro ma con diverso vantaggio personale. E’ una brutta soap a puntate che abbiamo già visto. Lo zapping governativo, da uno schieramento all’altro, da un gruppo di potere a quello contrario, non ha portato alcuna novità e vantaggio al Paese da quasi vent’anni. Da parte nostra, speriamo sempre di vedere sullo schermo quel teleromanzo dove a piangere sono i ricchi e non la povera gente, ma siccome nessuno di questi registi dell'orrore assetati di sangue lo metterà in onda dovremo girarlo da noi in presa diretta nella vita reale.


di Gianni Petrosillo

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10 ottobre 2010

Tele-comando

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L’Italia è un paese pieno di problemi che rischia di finire stritolato nella morsa della pesante fase economica e politica. Giriamo in un vortice di preoccupazioni e di inquietudini dal quale non siamo in grado di uscire e ci facciamo prendere dalla spossatezza, dal panico, dalla sfiducia.
Oppure, ancor peggio, siamo indotti alla distrazione e all’accaloramento su aspetti inessenziali che finiscono coll’aggravare la situazione sospingendoci ancora più a fondo. La crisi economica internazionale, la mancanza di iniziativa politica, l’assenza di progettualità economica, l’incapacità di gestire i rapporti internazionali, la disoccupazione, la rabbia, precarietà e spappolamento sociale ecc. ecc. Pensate, come me, che siano queste le grandi difficoltà dell’Italia? Se è così pensate male e sarete costretti a ricredervi perché secondo Repubblica, giornale oracolare e infallibile fondato da barbapapà Scalfari, ed oggi in mano a “telenonscriventerifilatallostato” De Benedetti i nostri drammi sono di tutt’altro tenore. Ancora qualche giorno fa il quotidiano della tessera n.1 del Pd riproponeva, con una delle sue penne più importanti (Massimo Giannini), la solita tiritera sull’Italia ridotta ad una tycoonlandia soggiogata da un cavaliere nero col vizio di importunare le fatine e le veline.
In questa valle di lacrime, dove piove sventura come grandine dura, la vera disgrazia viaggia nell’aria ed è perciò stesso eterea ed evanescente come l’ eccitazione di queste cassandre della carta stampata. Nell’ex Belpaese governa sua Emittenza e questo genera intermittenza nella democrazia. Viviamo nella dittatura trash-televisiva di Mediaset che spadroneggia dal tubo catodico e dal parlamento con un palinsesto totalitario di tipo populistico e monotematico. Non c’è scampo nemmeno sul satellite, i berlusconidi, mutanti blu ipnopedizzati dalla TV, sono dappertutto ed armati di telecomando blandiscono le coscienze per risucchiare la massa grigia dei nostri cervelli. Costoro hanno occupato persino il digitale terrestre oscurando lo Sky dal quale gli dei stavano calando in nostro soccorso lo squalo Murdoch, come un tempo fu il serpente per i gracchianti abitanti dello stagno di Fedro. Il travicello nell’occhio ciclopico dei perbenisti si mimetizza meglio di qualsiasi pagliuzza altrui. Satrapi, insomma, sono sempre gli altri, cioè quelli che ti impediscono di realizzare il tuo sogno integrale di comandare e di fare le stesse cose che fanno loro ma con diverso vantaggio personale. E’ una brutta soap a puntate che abbiamo già visto. Lo zapping governativo, da uno schieramento all’altro, da un gruppo di potere a quello contrario, non ha portato alcuna novità e vantaggio al Paese da quasi vent’anni. Da parte nostra, speriamo sempre di vedere sullo schermo quel teleromanzo dove a piangere sono i ricchi e non la povera gente, ma siccome nessuno di questi registi dell'orrore assetati di sangue lo metterà in onda dovremo girarlo da noi in presa diretta nella vita reale.


di Gianni Petrosillo

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