26 gennaio 2013

Servi della gleba e debito pubblico

Alessandro II, Zar di tutte le Russie, il 3 marzo del 1861 con il “Manifesto per l’Emancipazione dei Servi” pose fine alla schiavitù della gleba in Russia. Per 23 milioni di Russi, suoi devoti sudditi, resi schiavi per secoli dal feudalesimo della nobiltà russa, tante povere “anime morte”, fu un giorno di grande giubilo. Tuttavia subito dopo ci si accorse che la tanto agognata libertà era ancora molto lontana. Infatti le banche dello Zar, per concedere ai servi della gleba i prestiti per pagare quanto dovuto ai padroni della terra riscattata… Le autorità non erano tanto ben disposte verso la massa dei miserabili contadini, praticamente analfabeti, ignoranti e superstiziosi. I rischi di non essere ripagati in tempo erano molto alti. Non solo. Non si poteva concedere soldi a chi non aveva ancora nulla. Gli interessi sul prestito, si rivelarono assai pesanti: si doveva rimborsare la somma avuta con il 6% anno per anno, per la durata di 49 anni. Ciò significava ancora nuovi pesanti sacrifici, miseria, insicurezza e difficoltà di ogni genere. Parimenti, il contenzioso legale con l’amministrazione centrale dello zar, diventava giorno dopo giorno ingestibile. La nostra situazione – di debito pubblico - oggi ammonta ad oltre 2000 miliardi di euro. Orbene, tale debito è, “mutatis mutandis” praticamente la stesso debito che i contadini russi dovevano allo Zar. Situazione, la nostra, assai peggiorata, rispetto a quella dei sudditi contadini-servi della gleba dello Zar Alessandro II. Infatti, il nostro debito pubblico, di oltre 2000 miliardi di euro, una somma praticamente impossibile da restituire, con tassi d’interessi composti crescenti, che impongono sacrifici , lacrime e sangue, per molte future generazioni. Il nostro futuro è incerto, quello dei nostri nipoti è tutto nero. Tutto questo enorme debito da restituire alle banche estere, rappresenta il conto salato che dobbiamo saldare per ritornare ad essere liberi. Oggi non lo siamo. Siamo tornati ad essere schiavi. Siamo tanti servi della gleba. Il governo, i Partiti, le Liste, come la RAI-Tv e molta stampa ipocrita, corrotta, continuano a mentire. Le elezioni politiche di questo febbraio non faranno che produrre nuovi pesanti debiti. Lo zar Alessandro II venne barbaramente ucciso mentre stava passeggiando in carrozza domenica 13 marzo 1881 a San Pietroburgo, sulla Nevsky Prospekt, da Nikolai Rysakov.e da Ignaty Grinevitsky.

di Michele Sequenzia

 N.B: L’espressione servitù della gleba (dal lat. servus, schiavo) designa la condizione di uomini o donne che non godevano di libertà personali, appartenevano a un signore ed erano vincolati alla gleba, ovvero alla terra che coltivavano (Contadini); l’equivalente franc. servage deriva dal lat., mentre il termine ted. Leibeigenschaft da Leib (corpo) ed Eigenschaft (proprietà).

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26 gennaio 2013

Servi della gleba e debito pubblico

Alessandro II, Zar di tutte le Russie, il 3 marzo del 1861 con il “Manifesto per l’Emancipazione dei Servi” pose fine alla schiavitù della gleba in Russia. Per 23 milioni di Russi, suoi devoti sudditi, resi schiavi per secoli dal feudalesimo della nobiltà russa, tante povere “anime morte”, fu un giorno di grande giubilo. Tuttavia subito dopo ci si accorse che la tanto agognata libertà era ancora molto lontana. Infatti le banche dello Zar, per concedere ai servi della gleba i prestiti per pagare quanto dovuto ai padroni della terra riscattata… Le autorità non erano tanto ben disposte verso la massa dei miserabili contadini, praticamente analfabeti, ignoranti e superstiziosi. I rischi di non essere ripagati in tempo erano molto alti. Non solo. Non si poteva concedere soldi a chi non aveva ancora nulla. Gli interessi sul prestito, si rivelarono assai pesanti: si doveva rimborsare la somma avuta con il 6% anno per anno, per la durata di 49 anni. Ciò significava ancora nuovi pesanti sacrifici, miseria, insicurezza e difficoltà di ogni genere. Parimenti, il contenzioso legale con l’amministrazione centrale dello zar, diventava giorno dopo giorno ingestibile. La nostra situazione – di debito pubblico - oggi ammonta ad oltre 2000 miliardi di euro. Orbene, tale debito è, “mutatis mutandis” praticamente la stesso debito che i contadini russi dovevano allo Zar. Situazione, la nostra, assai peggiorata, rispetto a quella dei sudditi contadini-servi della gleba dello Zar Alessandro II. Infatti, il nostro debito pubblico, di oltre 2000 miliardi di euro, una somma praticamente impossibile da restituire, con tassi d’interessi composti crescenti, che impongono sacrifici , lacrime e sangue, per molte future generazioni. Il nostro futuro è incerto, quello dei nostri nipoti è tutto nero. Tutto questo enorme debito da restituire alle banche estere, rappresenta il conto salato che dobbiamo saldare per ritornare ad essere liberi. Oggi non lo siamo. Siamo tornati ad essere schiavi. Siamo tanti servi della gleba. Il governo, i Partiti, le Liste, come la RAI-Tv e molta stampa ipocrita, corrotta, continuano a mentire. Le elezioni politiche di questo febbraio non faranno che produrre nuovi pesanti debiti. Lo zar Alessandro II venne barbaramente ucciso mentre stava passeggiando in carrozza domenica 13 marzo 1881 a San Pietroburgo, sulla Nevsky Prospekt, da Nikolai Rysakov.e da Ignaty Grinevitsky.

di Michele Sequenzia

 N.B: L’espressione servitù della gleba (dal lat. servus, schiavo) designa la condizione di uomini o donne che non godevano di libertà personali, appartenevano a un signore ed erano vincolati alla gleba, ovvero alla terra che coltivavano (Contadini); l’equivalente franc. servage deriva dal lat., mentre il termine ted. Leibeigenschaft da Leib (corpo) ed Eigenschaft (proprietà).

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