19 maggio 2013

Il mostro e i suoi creatori






IL BERLUSCONISMO E’ FINITO PERCHE’ SONO FINITI I SUOI EVOCATORI


Le uniche cose che possono competere in numerosità coi processi in cui è stato coinvolto Berlusconi sono i suoi trattamenti di chirurgia estetica. Più egli veniva martirizzato e più si marmorizzava nell’aspetto e nel petto divenendo un busto vivente che attirava, come ogni monumento, orde di adoratori e frotte di vandali devastatori. Tali facce di bronzo, proseguenti a lamentarsene dopo averlo scolpito nella piccola storia che ci compete, ne hanno fatto una statua di stato, anzi uno “stat(u)ista”.
Costui è stato accusato di tutto nel corso degli anni, dal traffico di sostanze stupefacenti, alle stragi, fino alla prostituzione. Assoluzioni, prescrizioni, amnistie ecc. ecc. e, almeno finora, nessun verdetto di condanna definitiva. Oltre vent’anni di demonizzazioni e d’accanimenti che potrebbero presto approdare ad una sentenza inappellabile con la quale sarà chiuso il suo ciclo pubblico.
Peccato però che questo ciclo si sia esaurito da un pezzo, politicamente parlando, ma i suoi detrattori, presi come sono a combattere contro la loro fervida immaginazione, non se ne sono nemmeno accorti. Ben altre e ferali battaglie si stanno giocando alle spalle dei processi di B. coi quali si continua a depistare la pubblica opinione mentre sciacalli internazionali e iene nazionali stanno spolpando quel che resta della carogna peninsulare.
Il mostro B. è nato dall’odio dei suoi creatori-calunniatori ed è cresciuto sino all’inverosimile nutrendosi del loro disprezzo sociale e culturale.
Più lo perseguitavano, attribuendogli la somma dei dolori e delle perversioni del Paese, e più egli si ingigantiva e li sovrastava con la sua bassa statura che era pur sempre uno slancio verso il cielo rispetto alla fossa dove giacevano i suoi denigratori. Ma ora che i cacciatori di ombre sono diventati tutt’uno col mito in putrefazione, adesso che la mitopoiesi si è sciolta, come il cerone col quale lo avevano truccato da vampiro assetato di scandali, seguiranno il suo infausto destino giù nella tomba. Il loro funerale sarà una festa popolare.
L’Essere immondo scomparirà soltanto quando anche l’ultimo dei rovistatori nella melma della Repubblica, impastati della stessa materia ideologica degli incubi e delle angosce sociali, sarà perito. Siamo realmente al termine un’epoca che ci ha devastati nel cervello e nel tessuto sociale.
Ancora ieri, durante la trasmissione di “Sant’oro”, un altro cattivo prodotto dell’era degli intubati del tubo catodico,  guardavo in televisione lo spettacolo miserevole e reiterato di questi zombies che si mordono i polpacci a vicenda. Da un lato i militanti di sinistra che giustificavano le larghe intese per non far tornare Berlusconi e dall’altro i simpatizzanti delusi che li accusavano di aver fatto tornare Berlusconi. Il circolo vezzoso, almeno per chi assiste e non resiste alle risa, dei matti irrecuperabili.
Entrambe le schiere sclerotizzate non hanno inteso che quello che va e viene non è Berlusconi ma l’allucinazione identitaria della loro mente malata che proietta sul palcoscenico nazionale ogni tipo di tormento politico mascherato da cavaliere “ingrifato”.
Ricordate quante campagne di sensibilizzazione contro la cattiva maestra televisione? Fascismo mediatico e feticismo immodico di mediocri soggetti con gli occhi fasciati che vedevano manipolatori dappertutto. Venne iscritto d’ufficio al club dei cialtroni persino il povero Popper, improvvisamente ed improvvidamente intruppato nelle file dei catastrofisti dell’etere, per un libretto di scarso valore intellettuale divenuto una bibbia nell’ambiente del ceto medio semicolto, il quale alla sera leggeva Baricco in salotto e alla mattina in piazza sapeva tutto di olgettine e orgettine. Addirittura, l’era del porcone di Arcore era stata accostata al completamento di una mutazione antropologica che dalla specie sapiens ci trasfigurava in quella videns dei suggestionati dallo schermo privi di coscienza civile. Dicevano di se stessi riferendosi agli altri.
Sventolando le bandiere della purezza e dell’interezza si alzava però la puzza sotto il naso ed il tanfo dell’imbroglio di partito che nessuna morigeratezza verbale o individuale poteva occultare. Le persone sane di testa non si sono mai interessate dei baccanali presidenziali a porte chiuse e cosce aperte. E’ lo stupro delle proprietà pubbliche, l’abuso sul corpo nazionale , il bordello istituzionale dove viene denudata la sovranità centrale, lo spogliarello dei tesori pubblici per soddisfare i lenoni mondiali, la promiscuità corporativa, l’autoreferenzialità onanistica degli occupatori di poltrone per il tradimento collettivo, questo è quello che dovrebbe preoccupare ed indignare. Ma su ciò si tace o si taccia di chiusura provinciale chiunque osi opporsi al puttaneggiamento generale.
Fortunatamente siamo vicino all’epilogo della pantomima ma non alla conclusione delle tribolazioni perché non c’è trapasso che si compia senza una esplosione di brutalità liberatoria. Non si tratta di eversione ma di leggi della Storia. Prepariamoci al meglio del peggio.

di Gianni Petrosillo 

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19 maggio 2013

Il mostro e i suoi creatori






IL BERLUSCONISMO E’ FINITO PERCHE’ SONO FINITI I SUOI EVOCATORI


Le uniche cose che possono competere in numerosità coi processi in cui è stato coinvolto Berlusconi sono i suoi trattamenti di chirurgia estetica. Più egli veniva martirizzato e più si marmorizzava nell’aspetto e nel petto divenendo un busto vivente che attirava, come ogni monumento, orde di adoratori e frotte di vandali devastatori. Tali facce di bronzo, proseguenti a lamentarsene dopo averlo scolpito nella piccola storia che ci compete, ne hanno fatto una statua di stato, anzi uno “stat(u)ista”.
Costui è stato accusato di tutto nel corso degli anni, dal traffico di sostanze stupefacenti, alle stragi, fino alla prostituzione. Assoluzioni, prescrizioni, amnistie ecc. ecc. e, almeno finora, nessun verdetto di condanna definitiva. Oltre vent’anni di demonizzazioni e d’accanimenti che potrebbero presto approdare ad una sentenza inappellabile con la quale sarà chiuso il suo ciclo pubblico.
Peccato però che questo ciclo si sia esaurito da un pezzo, politicamente parlando, ma i suoi detrattori, presi come sono a combattere contro la loro fervida immaginazione, non se ne sono nemmeno accorti. Ben altre e ferali battaglie si stanno giocando alle spalle dei processi di B. coi quali si continua a depistare la pubblica opinione mentre sciacalli internazionali e iene nazionali stanno spolpando quel che resta della carogna peninsulare.
Il mostro B. è nato dall’odio dei suoi creatori-calunniatori ed è cresciuto sino all’inverosimile nutrendosi del loro disprezzo sociale e culturale.
Più lo perseguitavano, attribuendogli la somma dei dolori e delle perversioni del Paese, e più egli si ingigantiva e li sovrastava con la sua bassa statura che era pur sempre uno slancio verso il cielo rispetto alla fossa dove giacevano i suoi denigratori. Ma ora che i cacciatori di ombre sono diventati tutt’uno col mito in putrefazione, adesso che la mitopoiesi si è sciolta, come il cerone col quale lo avevano truccato da vampiro assetato di scandali, seguiranno il suo infausto destino giù nella tomba. Il loro funerale sarà una festa popolare.
L’Essere immondo scomparirà soltanto quando anche l’ultimo dei rovistatori nella melma della Repubblica, impastati della stessa materia ideologica degli incubi e delle angosce sociali, sarà perito. Siamo realmente al termine un’epoca che ci ha devastati nel cervello e nel tessuto sociale.
Ancora ieri, durante la trasmissione di “Sant’oro”, un altro cattivo prodotto dell’era degli intubati del tubo catodico,  guardavo in televisione lo spettacolo miserevole e reiterato di questi zombies che si mordono i polpacci a vicenda. Da un lato i militanti di sinistra che giustificavano le larghe intese per non far tornare Berlusconi e dall’altro i simpatizzanti delusi che li accusavano di aver fatto tornare Berlusconi. Il circolo vezzoso, almeno per chi assiste e non resiste alle risa, dei matti irrecuperabili.
Entrambe le schiere sclerotizzate non hanno inteso che quello che va e viene non è Berlusconi ma l’allucinazione identitaria della loro mente malata che proietta sul palcoscenico nazionale ogni tipo di tormento politico mascherato da cavaliere “ingrifato”.
Ricordate quante campagne di sensibilizzazione contro la cattiva maestra televisione? Fascismo mediatico e feticismo immodico di mediocri soggetti con gli occhi fasciati che vedevano manipolatori dappertutto. Venne iscritto d’ufficio al club dei cialtroni persino il povero Popper, improvvisamente ed improvvidamente intruppato nelle file dei catastrofisti dell’etere, per un libretto di scarso valore intellettuale divenuto una bibbia nell’ambiente del ceto medio semicolto, il quale alla sera leggeva Baricco in salotto e alla mattina in piazza sapeva tutto di olgettine e orgettine. Addirittura, l’era del porcone di Arcore era stata accostata al completamento di una mutazione antropologica che dalla specie sapiens ci trasfigurava in quella videns dei suggestionati dallo schermo privi di coscienza civile. Dicevano di se stessi riferendosi agli altri.
Sventolando le bandiere della purezza e dell’interezza si alzava però la puzza sotto il naso ed il tanfo dell’imbroglio di partito che nessuna morigeratezza verbale o individuale poteva occultare. Le persone sane di testa non si sono mai interessate dei baccanali presidenziali a porte chiuse e cosce aperte. E’ lo stupro delle proprietà pubbliche, l’abuso sul corpo nazionale , il bordello istituzionale dove viene denudata la sovranità centrale, lo spogliarello dei tesori pubblici per soddisfare i lenoni mondiali, la promiscuità corporativa, l’autoreferenzialità onanistica degli occupatori di poltrone per il tradimento collettivo, questo è quello che dovrebbe preoccupare ed indignare. Ma su ciò si tace o si taccia di chiusura provinciale chiunque osi opporsi al puttaneggiamento generale.
Fortunatamente siamo vicino all’epilogo della pantomima ma non alla conclusione delle tribolazioni perché non c’è trapasso che si compia senza una esplosione di brutalità liberatoria. Non si tratta di eversione ma di leggi della Storia. Prepariamoci al meglio del peggio.

di Gianni Petrosillo 

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