09 maggio 2011

Bin Laden morto? La sceneggiata continua!



Il mondo civile esulta. Nelle principali città statunitensi, le persone invadono le strade per festeggiare, ma attenzione perché non è il capodanno ebraico (appena passato), ma si brinda alla morte del capo di al Qaeda: il pericolosissimo Osama bin Laden.

Siamo finalmente giunti al capolinea: bin Laden è stato ucciso in un raid degli Usa in Pakistan.
Ufficialmente la fine drammatica dopo una lunghissima caccia al regista principale degli attentati dell'11 settembre 2011 negli Stati Uniti.
I leader di tutto il mondo hanno salutato con favore la sua morte, ma l'euforia è compensata dal timore di ritorsioni e dall'ammonimento di una rinnovata vigilanza contro eventuali attacchi.

Addirittura il democratico presidente Usa, Barak Obama, oggi ha detto che "questo è un buon giorno per l'America". "Il nostro paese ha mantenuto il suo impegno affinché fosse fatta giustizia. Il mondo è più al sicuro, è un posto migliore dopo la morte di Osama bin Laden".

Viene da chiedersi, dove il criminale patentato, l’uomo più ricercato nel pianeta, ha passato gli ultimi anni della sua vita. Forse in qualche caverna segreta del Pakistan? Oppure in qualche grotta dell’Afghanistan? Macché, i funzionari Usa hanno detto che bin Laden è stato trovato in una villa da un milione di dollari a circa 60 chilometri a nord di Islamabad. Un posto dove nessuno al mondo poteva pensare di trovare il vecchio miliardario saudita.

Sempre fonti ufficiali dicono che dopo 40 minuti di combattimenti, bin Laden è stato ucciso assieme ad altre persone.
Un commando di incursori della Marina, i mitici Navy Seals, si sono calati dagli elicotteri direttamente sopra il tetto della casa di bin Laden nella capitale del Pakistan.
Un alto funzionario alla sicurezza americano ha specificato alla Reuters, che è stata "un'operazione per uccidere", sottolineando però che "se avesse sventolato la bandiera bianca della resa sarebbe rimasto vivo".
E' alquanto difficile immaginare bin Laden mentre sventola una bandiera bianca!

L’attuale direttore della C.I.A., Leon Panetta ha detto che sicuramente al Qaeda cercherà di vendicare l'uccisione di bin Laden. Non si capisce bene se la sua è una profezia oppure una minaccia!
"I terroristi - continua Leon Panetta - quasi certamente cercheranno di vendicarlo, e noi dobbiamo, e lo faremo, restare vigili e risoluti".
Quindi non c’è nulla da festeggiare, anzi. La morte del leader storico e indiscusso di al-Qaeda, è l’inizio della vera guerra.

La cosa che però fa veramente sorridere è stata la sepoltura di bin Laden secondo il rito islamico.
Bin Laden infatti sarebbe stato sepolto in mare dal ponte di una portaerei americana nel nord del mar Arabico dopo essere stato lavato secondo i costumi islamici ed aver ricevuto un funerale religioso.
Il suo corpo prima è stato lavato e avvolto in un lenzuolo bianco e poi un ufficiale ha letto un testo religioso tradotto in arabo da un interprete. Dopo la lettura, il corpo è stato posto su una tavola piatta, ribaltato, e calato in mare, ha detto un funzionario americano.

Possiamo immaginare un comportamento più bello e democratico di questo?
Lo stavano cercando (vivo o morto) da numerosi anni e una volta ucciso il suo funerale sembra quello di un capo di Stato?
Il governo degli Stati Uniti, invece di sbrodolarsi e gongolarsi davanti al mondo intero, facendo semplicemente vedere il corpo privo di vita, preferiscono, in nome della religione farlo sparire nel mare? Ma possiamo veramente credere ad una simile idiozia?

Siamo così inebetiti che possono raccontarci simili favole? Forse qualcuno ai piani alti, pensa proprio di sì!
Ma anche loro per ebetaggine non scherzano, perché stando all’imam di Napoli, Yasin Gentile: “
seppellire un corpo in alto mare, come è accaduto, non è una procedura rispettosa dei precetti dell'Islam che prevede una ritualità precisa”. “La decisione degli americani contrasta con i principi della sharia”, ha detto il membro del Comitato dei ricercatori dell'istituto del Cairo!
Quindi la scusante religiosa è assurda due volte.

E’ bene specificare che Bin Laden non era ricercato per gli attentati dell’11 settembre 2001, dove sono morte oltre tremila persone, come invece viene affermato dal governo centrale.
Questo è il motivo per cui nel sito ufficiale del F.B.I. c’era una taglia di 25 milioni di dollari sulla sua testa, ma dell’attacco alle Torri Gemelle di New York nessun accenno.
Come mai l’Ufficio Federale non associa bin Laden al World Trade Center?
Forse perché non hanno le prove che l’attentato è stato organizzato dal gruppo fantomatico chiamato al-Qaeda?

Se non è stato il terrorismo islamico internazionale chi ha potuto eludere con aerei di linea, la difesa più potente e gli spazi aerei più impenetrabili del mondo? Demolendo tre torri e bucando il Pentagono?
Ricordiamo infatti che bin Laden, è stato un uomo della C.I.A.: creato, istruito e finanziato dai servizi segreti statunitensi per scopi geostrategici e geopolitici.
La stessa cosa è avvenuta con moltissimi dittatori criminali sparsi nel mondo, uno per tutti, Saddam Hussein: prima pagato e armato per combattere la guerra fratricida contro l’Iran dal 1980 al 1988, poi diventato nemico da impiccare.

Come molti analisti hanno denunciato da anni, bin Laden molto probabilmente sarebbe morto anni fa, e mantenuto in vita tramite messaggi audio, video totalmente falsificati, per dare il messaggio al mondo che il pericolo è sempre in agguato, che il terrorista è sempre pronto ad attaccare.
Ufficialmente dicono di avere il suo dna che confermerebbe essere appunto bin Laden. A parte il fatto che dopo un giorno avere già un esame completo del dna è alquanto miracoloso, ma si sa che i laboratori militari sono abituati ai miracoli. Il punto è un altro, perché pochi ricordano che il miliardario saudita è stato curato diverse volte da medici americani, come per esempio nell’ospedale militare americano a Dubai, nel luglio 2001? Ecco il dna!

L’ultima falsificazione in ordine cronologico, direi vergognosa ed eclatante, è proprio l’uccisione mediatica di bin Laden.
La foto del corpo esanime di bin Laden, circolata subito dopo, è stata smentita, per ovvie ragioni e non serve essere un esperto di grafica computerizzata per smascherare l’evidente fotomontaggio. Si tratta dell’ennesimo falso clamoroso, una foto ritoccata dagli analisti del settore con montaggi, prendendo pezzi da altre foto, parti di testa di altre persone e in cui si vedono zone sgranate e sfocate come occhi e orecchio sinistro. Per non parlare del corpo che si vede sotto la barba, che sembra essere aggiunto a posteriori.
Altre foto stanno spuntando in rete, tutte ovviamente rigorosamente false.

La Casa Bianca sta attendendo – non si sa bene cosa - di pubblicare le vere foto del blitz, quelle che testimonierebbero il trasferimento del cadavere e addirittura il funerale!
Con le foto agghiaccianti che circolano nel web sulle varie guerre criminali, sulle violenze dei soldati statunitensi in Iraq, Afghanistan e Guantamamo, queste immagini sono così tremende che non sanno se darle oppure no in pasto ai giornalisti? Giornalisti-squalo che stanno pubblicando in questi giorni articoli a dir poco vergognosi.
Ma state tranquilli perché "alla fine - dice il capo della Cia, Panetta - una foto verrà diffusa". Stanno forse aspettando che arrivi un esperto serio in fotoritocco computerizzato?

L’unica cosa certa è che ufficialmente e mediaticamente, Osama bin Laden non serviva più da “vivo”, anche se probabilmente era morto da tempo.
Questo un po’ preoccupa, perché se la sua ibernazione mediatica è finita, certamente ci saranno altre cose in serbo per noi tutti che prenderanno il suo posto...
di Marcello Pamio

08 maggio 2011

L'Angelo Azzurro


Angelo Azzurro è il tuo signore. Che offerta ti ha fatto e perché l'hai accettata? Per soldi, per visibilità, per ambizione? Perché ti sei venduto? Ricordi ancora il significato di questa parola? Vendersi? Anima, corpo, rispetto, reputazione, talento, ti sei venduto tutto ciò che avevi. Non ti resta più nulla. La tua dignità aveva un prezzo, la tua intelligenza aveva un prezzo, il tuo coraggio aveva un prezzo. Qualunque moneta tu abbia ricevuto in cambio è troppo poco. Nessun rubino o zaffiro o diamante può riempire il vuoto rimasto. Eppure, questo Angelo che ti ha sedotto, trasformato in un automa, in un pagliaccio triste che recita sul palco della vita, questo Angelo è tutto ciò che ti rimane. Ti tradisce e tu lo sai. Si ama un uomo o una donna, non la sua caricatura. Gli Angeli Azzurri non volano con le comparse. I tuoi chicchirricchì escono dalla gola strozzati, sembrano rantoli, non il saluto che accoglie il sole all'alba. Il gioco a rimpiattino con te stesso è quello che ti riesce meglio, ti rincorri senza toccarti, vederti. Ti nascondi per evitare di giudicarti. La sentenza di colpevolezza per aver sprecato l'unica occasione che hai e avrai in questo universo è certa, ma se un giudice non la emetterà con parole definitive potrai ancora illuderti. Hai una vita davanti e finchè non finisce ti senti eterno. La differenza tra schiavo e uomo libero ti è ignota. Pensare è un rischio che non ti puoi permettere. Se cadesse una sola certezza dovresti interrogarti su tutto quello che hai accettato finora. Quando ti addormenti sai che ci sarà un domani uguale a oggi, ma anche a ieri. Questo ti dà sicurezza. Al risveglio rivedi le pareti, il soffitto, senti le voci familiari e ti rimetti in moto. Un giorno segue l'altro. Poi, qualcuno ti racconta di un luogo lontano dove ci sono sfide mortali, pericoli inauditi e territori sconosciuti. E tu daresti tutte le tue sostanze per andarci, per avere una nuova possibilità.

Realpolitik partitica

Nella competizione elettorale i partiti minori spesso non partecipano e "appoggiano" il candidato di uno dei due poli. Si chiama "realpolitik". In sostanza il partito minore contratta a tavolino con il Pdl o il Pdmenoelle due consiglieri regionali, quattro consiglieri comunali, un assessore. Decide di non presentarsi, o di far finta per poi far confluire i suoi voti al ballottaggio. In pratica è la spartizione delle spoglie del cittadino elettore a sua insaputa.
A Torino, solo per fare un esempio, c'è Fassino che corre (ma dove corre povera anima?) con l'appoggio di tutti i partiti del centro sinistra di ordinanza che non hanno perciò presentato una loro lista, ma hanno già i consiglieri in Sala Rossa. Il partito minore può anche appoggiare indifferentemente un polo o l'altro. La candidatura della Bresso alla Regione Piemonte fu sostenuta dall'UDC di Casini. Il prezzo della rinuncia a una lista indipendente è l'assegnazione di un cospicuo numero di consiglieri a chi si presta a fare da mosca cocchiera. Il partito minore non è interessato alla percentuale di voti che avrà, ma al numero di poltrone che contratta prima. E' il modello "captive" contro quello del libero mercato. Un'azienda "captive" ha un solo cliente a cui fattura, se il cliente cambia le sue logiche o entra in crisi, l'azienda "captive" fallisce. E' successo a centinaia di società che lavoravano per Fiat o per Telecom.
La realpolitik di vendersi il culo conto terzi ti mette al riparo dal libero mercato, dal giudizio dei cittadini, vinci anche se perdi e non hai nessuna barriera da superare per entrare in Consiglio. Le aziende "captive" non sono interessate alla competizione, al miglioramento del prodotto, agli elettori, al rispetto del programma, vivono per il loro unico cliente. I partiti captive hanno Bersani e Berlusconi come clienti. Alcuni sono fedeli a un solo polo, altri sono ondivaghi, come i radicali, per alzare la posta. Per i partiti "captive" non esiste il rischio di impresa, non investono sui cittadini o sul rispetto del programma, ma solo su quello che chiamano alleato, ma in realtà è un elemosiniere che li tiene in vita. Una bella vita. Il potere di contrattazione dei partiti "captive" si affievolisce nel tempo insieme ai loro voti (dopo un po' il cittadino preferisce votare l'originale) fino alla loro scomparsa, In quel caso i sopravvissuti, di solito i vertici, confluiscono nel partito maggiore e si godono i frutti della realpolitik. Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure.

da beppegrillo.it

11 settembre : Risposta a Vittorio Zucconi





Egregio dott. Zucconi, chi le scrive è un privato cittadino, membro del Movimento per la Verità sull'Undici Settembre e studioso di comunicazione, in special modo di propaganda e tecniche di soppressione dell'informazione. Trovo che il suo recente articolo, ”Il processo impossibile”, ben coniughi i più grossolani trucchi della propaganda applicata al tema che mi è caro, e vorrei quindi commentare le domande che lei pone. Cito dal suo articolo:

Leggo che anche Massimo D’Alema, già premier italiano quando bombardammo la Jugoslavia ammazzando senza processi e sentenze, avrebbe preferito un Osama catturato e processato. Tesi che molti, e alcuni anche in buona fede, sostengono, trasversalmente ai partiti e alle opinioni. Proviamo a guardarla un po’ più a fondo con alcune domande:

Interessante come inizio, non c'è che dire. Un velato uso della "colpa per associazione": chi la pensa come D'Alema su questo argomento in fin dei conti o giustifica anche il bombardamento della Jugoslavia oppure è ipocrita quanto lui. Però c'è anche chi sbaglia in buona fede, bontà sua. Grazie. Da pacifista le posso dire che due torti non fanno una ragione, si può essere contrari al bombardamento prima e alle esecuzioni sommarie adesso. E grazie ancora, preferisco eventualmente sbagliare in libertà che dovermi allineare al pensiero di un partito o dell'opinione dominante, perché la mia opinione nasce dai fatti, che come vedremo nel prosieguo sono il grande assente dal suo articolo. Opinioni, giudizi, di quelli invece ce ne sono tanti, mancano proprio solo i fatti.

1) Processo dove? Quale tribunale in quale nazione avrebbe avuto giurisdizione su di lui, visto che i crimini dei quali è imputata al Quaeda hanno colpito dozzine di Paesi in ogni continente? Forse che i morti a New York avrebbero dovuto avere precedenza sui morti in Kenya, in Marocco, in Tanzania, in Inghilterra, a Madrid ecc ecc? Non avremmo subito gridato ai “morti americani” che contano più degli altri? O avremmo portato in giro per il mondo, come un orrendo “Osama’s Traveling Circus” Osama e i suoi avvocati?

Partiamo con un argomento collaterale e poco interessante: davvero Osama andava ucciso perchè non avremmo saputo dove processarlo?...

Mi sembra davvero una baggianata, ma allora perchè ha introdotto questo argomento? Ah, si legge dopo: siccome la scelta più logica resta comunque quella degli Stati Uniti ha voluto tentare un "processo alle intenzioni", cioè sottintendere che chi contesta la sua personale posizione sarebbe comunque emerso con un becero anti-americanismo. Vabbè, la risposta rimane comunque "negli USA".

2) Quale governo, o governatore di stato nel caso degli Usa (l’11 settembre colpì New York, la Virgina e la Pennsylvania) avrebbe accettato l’incubo di un processo e di una detenzione che avrebbe molto probabilmente prodotto azioni terroristiche per chiedere la liberazione del “profeta”? Come avremmo reagito se qualche gruppo jihadista avesse catturato un autobus pieno di scolaretti minacciando di sgozzarli tutti uno per volta con web cam per Internet se Osama non fosse stato liberato? Ci siamo già dimenticati gli anni delle BR, dei ricatti con lettere e comunicati ai giornali, che pure al confronto di al Quaeda erano boy scout?

Temo che qui abbia calcato un pò troppo la mano: va bene il riferimento all'età dell'innocente infanzia, e che struggevoli le immagini di questi scolaretti vittime della malasorte e di questo mondo crudele, però così esagera e rischia di perdere il punto. Anzi, i due punti, perchè l'argomento le serve sia per riaffermare implicitamente che Osama Bin Laden è comunque colpevole di tutto quanto gli viene ascritto, e solo secondariamente per parlare di rappresaglie.

Ma stiamo al gioco, immaginiamo Al-Qaeda come l'organizzazione spietata ed efficente che lei ci descrive, roba che al confronto le BR erano boy scout: perchè allora questo genere di attacchi non è mai avvenuto durante questi anni di imprigionamento (e di tortura!) di colui che le autorità ci indicano come il VERO ideatore dell'11 settembre, cioè Khalid Shaykh Muhammad? Si ricorda, è l'indiziato prigioniero a Guantanamo che presto dovrà andare a processo, quello che la CIA ha sottoposto a waterboarding e che ha confessato praticamente tutti i crimini dell'ultimo ventennio. L'ideatore dell'11 settembre, dicono le autorità, ce l'avevamo già, e grazie al cielo niente di quanto lei descrive è mai successo.

3) Con quale procedura? Militare (corti marziali) o civile? Se militare, avremmo parlato di processo sommario, di “kangaroo court”, di giustizia da Far West, trovate un ramo alto e una corda. Se civile, l’imputato avrebbe avuto diritto, come qualsiasi uxoricida, rapinatore, serial killer, alle piene e totali garanzie offerte alla difesa. Non ci sarebbe stata scarsità di avvocati disposti a rappresentarlo affermando – come è giusto – che ogni imputato deve essere difeso nella pienezza del codice. Altrimenti perchè fargli un processo, se è soltanto una farsa come quella contro Saddam Hussein in Iraq?

Di nuovo, delle due opzioni la prima è introdotta unicamente per fare un nuovo "processo alle intenzioni": malfidati noi che avremmo parlato di processo sommario, non chiediamoci se la cosa sarebbe stata vera oppure no, l'importante è insinuare che chi non la pensa come lei si sarebbe lamentato; ma se la prima opzione è volutamente scorretta, la seconda è addirittura risibile: "perchè fargli un processo" quando Zucconi dice che è colpevole? Beh, la stupirò, forse perchè salterebbe fuori che ci sono più cose in cielo e in terra di quanta ne contempli la sua filosofia, compresa la possibilità che lei si sbagli e che lui fosse innocente. Ma vedo che il processo c'è già stato, nello schermo del televisore e di rimando nella sua mente, l'imputato è colpevole e questo è quanto.

4) Per quali reati specifici? Come sappiamo da Norimberga in poi, dimostrare “oltre ogni ragionevole dubbio” il reato di crimini contro l’umanità è difficilissimo e gli esiti sono spesso contraddittori. il Feldmaresciallo Keitel, un militare che sosteneva di avere fatto soltanto il proprio dovere agli ordini del capo dello stato, fu impiccato. Albert Speer, architetto e civile, senza il quale la macchina bellica del Reich si sarebbe inceppata e i Keitel non avrebbe avuto gli strumenti per compiere i loro crimini, se la cavò.

Non mi dilungherò, stiamo comunque parlando del comandante in capo, quindi anche la sua ulteriore obiezione va a cadere: non si può certo invocare l'ignoranza se si è l'Hitler della situazione. Ma tant'è, la logica oggi era in vacanza.

5) Avremmo dovuto usare testimonianze estorte con la tortura? No, perchè ogni tribunale civile vero le avrebbe considerate inammissibili. Pentiti? Ma non ci stanno disperatamente spiegando che i pentiti sono inattendibili? Saremmo ricaduti nella comoda trappola del “mandante morale” che tanti guasti ha fatto anche in Italia?

Ecco, è questo il punto più abietto dell'intero articolo: "Avremmo dovuto usare testimonianze estorte con la tortura? No, perchè ogni tribunale civile vero le avrebbe considerate inammissibili." Ma pensa un po', quanta stupida ostilità proviene da questi tribunali civili. E qui finisce il suo ragionamento: la tortura, il punto più basso raggiunto dalla civiltà umana, viene sdoganata con una tale leggerezza che mi vergogno di avere un dialogo con lei. Mi creda, sul serio: mi vergogno io per lei.

6) Con quale durata? Nessuno, nelle civiltà giuridiche serie, può fissare limiti temporali per un processo, che si svolge secondo i propri ritmi non in base a scadenze arbitrarie fissate con maggioranza parlamentari, come si vuol fare in Italia. Sarebbero stati necessari anni, sicuramente. Istruire e condurre un processo a un personaggio accusato di avere creato e diretto una struttura che ha patrocinato, ideato, organizzato, finanziato atti criminali per decenni in tutto il mondo non è il processo Bunga Bunga e neppure il caso Framzoni. Con quanti testimoni, per l’accusa e la difesa? Migliaia? Diecine di migliaia? A quali costi?

Capisco. Visti i tempi e i costi meglio derogare in toto la macchina della giustizia, come fecero ad esempio con Galileo. Erano in tanti, la pensavano diversamente, Galileo aveva dalla sua i fatti e la ragione, ma a quell'epoca non c'era bisogno di inventarsi scuse becere come tempi e costi per giustiziare un indiziato, si faceva e basta.

Mi perdoni se lo sottolineo: tra i motivi per cui è stato meglio uccidere Osama Bin Laden piuttosto che catturarlo lei ha messo i tempi e i costi del processo.

6) Come avrebbe usato quel pulpito l’accusato? Avrebbe sputtanato l’America, dicono i complottisti, ricordando a tutti di essere stato anche una creatura dei servizi Usa in funzione anti Urss negli anni 70 e 80 e i rapporti che la sua famiglia (non lui, come si blatera in rete) ebbe con i Bush e con altri pezzi da 90 euroamericani. Certamente lo avrebbe fatto, arricchendo la narrazione di prediche, profezie, balle, citazioni sacre, sceneggiate diretti a quel mondo mussulmano che lo stava già abbandonando da tempo, per rinfocolare il proselitismo. Ah ha, molti diranno, ecco la coda di paglia dell’Occidente. Piccolo pro memoria: in guerra, fredda o calda che sia, si formano sempre strane e sordide alleanze per sconfiggere il nemico comune (i nemici dei miei nemici sono i miei amici). Abbiamo già dimenticato che per abbattare Hitler e Mussolini, le democrazie occidentali si allearono con, e rifornirono di armi e soldi, uno dei peggiori criminali di massa della storia, tale Stalin, senza il quale sconfiggere i nazifascisti sarebbe stato molto più duro, se non impossibile?

"Come avrebbe usato quel pulpito l’accusato?" Grazie per le opzioni, ma magari, cosa ben più rischiosa, l'imputato avrebbe utilizzato il tempo a sua disposizione per difendersi! Ad esempio per spiegare che i grattacieli in fiamme non crollano su se stessi in caduta libera sbriciolandosi in polvere finissima, o che non è credibile che quattro aerei di linea possano eludere la più sofisticata difesa aerea del pianeta per più di due ore, oppure per portare a conoscenza della gente comune una qualsiasi delle dozzine di argomentazioni con le quali noi del 9/11 Truth Movement abbiamo dimostrato che la versione ufficiale è falsa.

Il rischio, quando fai parlare una persona, è che non dica quello che ti aspetti tu. Un morto invece non ti disturba più.

7) Con quale pena? La forca? La siringa? La fucilazione? Certamente, ma soltanto se fosse stata dimostrata la sua colpevolezza perchè la colpa, nella nostra civiltà giuridica che non è quella tagliata con l’accetta del fallacismo islamofobo, il “siete tutti assassini”, è sempre individuale. Vi immaginate che cosa sarebbe accaduto se fra cinque, dieci, quindici anni, esauriti tutti gli appelli e i ricorsi ai quali avrebbe avuto pieno diritto, Osama bin Laden fosse stato condotto in un penitenziario (di nuovo: dove?) per l’esecuzione? Riuscite a concepire il circo tele-inter-giornalistico che – lo so per esperienza di casi ben più piccoli – sarebbe scoppiato nel mondo intero?

E vi immaginate che cosa sarebbe accaduto se in cinque, dieci, o quindici giorni di dibattimento, posti di fronte al mare di prove che lo scagionano, fosse stato dichiarato non colpevole e la folla inferocita avesse capito quale menzogna ci è stata spacciata a proposito dell'undici settembre?

Comunque mi fido del suo ulteriore argomento: Bin Laden è stato ucciso anche per evitarci il circo mediatico. Davvero gentili, questi Navy Seals.

8) Vi pare che la dirigenza politica degli Usa, da Obama in giù, non abbia considerato e valutato la possibilità di catturarlo vivo, riflettuto se sarebbe stato meglio, anche propagandisticamente (quella del terrorismo è una guerra ideologica, prima che armata) esibirlo in catene come il King Kong del Barnum?

Quindi, ci dice lei, se ancora a questo punto non vi ho convinto con i miei argomenti, derogate la vostra capacità di giudizio a quello delle autorità rappresentate dalla dirigenza USA da Obama in giù. Loro sanno cos'è meglio, fidatevi, a dispetto della vostra visione limitata.

La mia personale conclusione è, avendo assistito ad abbastanza “processi del secolo”, purtroppo, dico purtroppo perchè aborro la legge del taglione, che non esistevano alternative reali all’esecuzione sommaria sul posto. Una volta individuato il covo di Osama e avuta la certezza che lui era nascosto lì, il solo finale possibile era il colpo in testa.

Sì, capisco, lo condanna non l'insieme delle prove ma il numero di persone che lo ritengono colpevole. Si figuri Zucconi, se io per ipotesi la ritenessi responsabile della Strage di Bologna, in quanti dobbiamo essere a pensarla così per poter “saltare” il processo? In quanti per poterla venire a prelevare a casa sua, per poterla torturare a norma di legge fino alla sua spontanea confessione? In quanti infine per poter saltare tutta questa inutile "burocrazia" e mandare direttamente i sicari dello stato a casa sua?

Si figuri, è solo una provocazione ovviamente, sono un obiettore non violento e pacifista. Però non credo che una condanna emessa dai mass media si possa anche solo lontanamente equiparare a quella di un tribunale.

Se poi un giorno volesse confrontarsi sui fatti concreti, e non sulle parole vuote, qui c’è un intero sito che rimane naturalmente a sua disposizione.

di Riccardo Pizzirani (Sertes)

09 maggio 2011

Bin Laden morto? La sceneggiata continua!



Il mondo civile esulta. Nelle principali città statunitensi, le persone invadono le strade per festeggiare, ma attenzione perché non è il capodanno ebraico (appena passato), ma si brinda alla morte del capo di al Qaeda: il pericolosissimo Osama bin Laden.

Siamo finalmente giunti al capolinea: bin Laden è stato ucciso in un raid degli Usa in Pakistan.
Ufficialmente la fine drammatica dopo una lunghissima caccia al regista principale degli attentati dell'11 settembre 2011 negli Stati Uniti.
I leader di tutto il mondo hanno salutato con favore la sua morte, ma l'euforia è compensata dal timore di ritorsioni e dall'ammonimento di una rinnovata vigilanza contro eventuali attacchi.

Addirittura il democratico presidente Usa, Barak Obama, oggi ha detto che "questo è un buon giorno per l'America". "Il nostro paese ha mantenuto il suo impegno affinché fosse fatta giustizia. Il mondo è più al sicuro, è un posto migliore dopo la morte di Osama bin Laden".

Viene da chiedersi, dove il criminale patentato, l’uomo più ricercato nel pianeta, ha passato gli ultimi anni della sua vita. Forse in qualche caverna segreta del Pakistan? Oppure in qualche grotta dell’Afghanistan? Macché, i funzionari Usa hanno detto che bin Laden è stato trovato in una villa da un milione di dollari a circa 60 chilometri a nord di Islamabad. Un posto dove nessuno al mondo poteva pensare di trovare il vecchio miliardario saudita.

Sempre fonti ufficiali dicono che dopo 40 minuti di combattimenti, bin Laden è stato ucciso assieme ad altre persone.
Un commando di incursori della Marina, i mitici Navy Seals, si sono calati dagli elicotteri direttamente sopra il tetto della casa di bin Laden nella capitale del Pakistan.
Un alto funzionario alla sicurezza americano ha specificato alla Reuters, che è stata "un'operazione per uccidere", sottolineando però che "se avesse sventolato la bandiera bianca della resa sarebbe rimasto vivo".
E' alquanto difficile immaginare bin Laden mentre sventola una bandiera bianca!

L’attuale direttore della C.I.A., Leon Panetta ha detto che sicuramente al Qaeda cercherà di vendicare l'uccisione di bin Laden. Non si capisce bene se la sua è una profezia oppure una minaccia!
"I terroristi - continua Leon Panetta - quasi certamente cercheranno di vendicarlo, e noi dobbiamo, e lo faremo, restare vigili e risoluti".
Quindi non c’è nulla da festeggiare, anzi. La morte del leader storico e indiscusso di al-Qaeda, è l’inizio della vera guerra.

La cosa che però fa veramente sorridere è stata la sepoltura di bin Laden secondo il rito islamico.
Bin Laden infatti sarebbe stato sepolto in mare dal ponte di una portaerei americana nel nord del mar Arabico dopo essere stato lavato secondo i costumi islamici ed aver ricevuto un funerale religioso.
Il suo corpo prima è stato lavato e avvolto in un lenzuolo bianco e poi un ufficiale ha letto un testo religioso tradotto in arabo da un interprete. Dopo la lettura, il corpo è stato posto su una tavola piatta, ribaltato, e calato in mare, ha detto un funzionario americano.

Possiamo immaginare un comportamento più bello e democratico di questo?
Lo stavano cercando (vivo o morto) da numerosi anni e una volta ucciso il suo funerale sembra quello di un capo di Stato?
Il governo degli Stati Uniti, invece di sbrodolarsi e gongolarsi davanti al mondo intero, facendo semplicemente vedere il corpo privo di vita, preferiscono, in nome della religione farlo sparire nel mare? Ma possiamo veramente credere ad una simile idiozia?

Siamo così inebetiti che possono raccontarci simili favole? Forse qualcuno ai piani alti, pensa proprio di sì!
Ma anche loro per ebetaggine non scherzano, perché stando all’imam di Napoli, Yasin Gentile: “
seppellire un corpo in alto mare, come è accaduto, non è una procedura rispettosa dei precetti dell'Islam che prevede una ritualità precisa”. “La decisione degli americani contrasta con i principi della sharia”, ha detto il membro del Comitato dei ricercatori dell'istituto del Cairo!
Quindi la scusante religiosa è assurda due volte.

E’ bene specificare che Bin Laden non era ricercato per gli attentati dell’11 settembre 2001, dove sono morte oltre tremila persone, come invece viene affermato dal governo centrale.
Questo è il motivo per cui nel sito ufficiale del F.B.I. c’era una taglia di 25 milioni di dollari sulla sua testa, ma dell’attacco alle Torri Gemelle di New York nessun accenno.
Come mai l’Ufficio Federale non associa bin Laden al World Trade Center?
Forse perché non hanno le prove che l’attentato è stato organizzato dal gruppo fantomatico chiamato al-Qaeda?

Se non è stato il terrorismo islamico internazionale chi ha potuto eludere con aerei di linea, la difesa più potente e gli spazi aerei più impenetrabili del mondo? Demolendo tre torri e bucando il Pentagono?
Ricordiamo infatti che bin Laden, è stato un uomo della C.I.A.: creato, istruito e finanziato dai servizi segreti statunitensi per scopi geostrategici e geopolitici.
La stessa cosa è avvenuta con moltissimi dittatori criminali sparsi nel mondo, uno per tutti, Saddam Hussein: prima pagato e armato per combattere la guerra fratricida contro l’Iran dal 1980 al 1988, poi diventato nemico da impiccare.

Come molti analisti hanno denunciato da anni, bin Laden molto probabilmente sarebbe morto anni fa, e mantenuto in vita tramite messaggi audio, video totalmente falsificati, per dare il messaggio al mondo che il pericolo è sempre in agguato, che il terrorista è sempre pronto ad attaccare.
Ufficialmente dicono di avere il suo dna che confermerebbe essere appunto bin Laden. A parte il fatto che dopo un giorno avere già un esame completo del dna è alquanto miracoloso, ma si sa che i laboratori militari sono abituati ai miracoli. Il punto è un altro, perché pochi ricordano che il miliardario saudita è stato curato diverse volte da medici americani, come per esempio nell’ospedale militare americano a Dubai, nel luglio 2001? Ecco il dna!

L’ultima falsificazione in ordine cronologico, direi vergognosa ed eclatante, è proprio l’uccisione mediatica di bin Laden.
La foto del corpo esanime di bin Laden, circolata subito dopo, è stata smentita, per ovvie ragioni e non serve essere un esperto di grafica computerizzata per smascherare l’evidente fotomontaggio. Si tratta dell’ennesimo falso clamoroso, una foto ritoccata dagli analisti del settore con montaggi, prendendo pezzi da altre foto, parti di testa di altre persone e in cui si vedono zone sgranate e sfocate come occhi e orecchio sinistro. Per non parlare del corpo che si vede sotto la barba, che sembra essere aggiunto a posteriori.
Altre foto stanno spuntando in rete, tutte ovviamente rigorosamente false.

La Casa Bianca sta attendendo – non si sa bene cosa - di pubblicare le vere foto del blitz, quelle che testimonierebbero il trasferimento del cadavere e addirittura il funerale!
Con le foto agghiaccianti che circolano nel web sulle varie guerre criminali, sulle violenze dei soldati statunitensi in Iraq, Afghanistan e Guantamamo, queste immagini sono così tremende che non sanno se darle oppure no in pasto ai giornalisti? Giornalisti-squalo che stanno pubblicando in questi giorni articoli a dir poco vergognosi.
Ma state tranquilli perché "alla fine - dice il capo della Cia, Panetta - una foto verrà diffusa". Stanno forse aspettando che arrivi un esperto serio in fotoritocco computerizzato?

L’unica cosa certa è che ufficialmente e mediaticamente, Osama bin Laden non serviva più da “vivo”, anche se probabilmente era morto da tempo.
Questo un po’ preoccupa, perché se la sua ibernazione mediatica è finita, certamente ci saranno altre cose in serbo per noi tutti che prenderanno il suo posto...
di Marcello Pamio

08 maggio 2011

L'Angelo Azzurro


Angelo Azzurro è il tuo signore. Che offerta ti ha fatto e perché l'hai accettata? Per soldi, per visibilità, per ambizione? Perché ti sei venduto? Ricordi ancora il significato di questa parola? Vendersi? Anima, corpo, rispetto, reputazione, talento, ti sei venduto tutto ciò che avevi. Non ti resta più nulla. La tua dignità aveva un prezzo, la tua intelligenza aveva un prezzo, il tuo coraggio aveva un prezzo. Qualunque moneta tu abbia ricevuto in cambio è troppo poco. Nessun rubino o zaffiro o diamante può riempire il vuoto rimasto. Eppure, questo Angelo che ti ha sedotto, trasformato in un automa, in un pagliaccio triste che recita sul palco della vita, questo Angelo è tutto ciò che ti rimane. Ti tradisce e tu lo sai. Si ama un uomo o una donna, non la sua caricatura. Gli Angeli Azzurri non volano con le comparse. I tuoi chicchirricchì escono dalla gola strozzati, sembrano rantoli, non il saluto che accoglie il sole all'alba. Il gioco a rimpiattino con te stesso è quello che ti riesce meglio, ti rincorri senza toccarti, vederti. Ti nascondi per evitare di giudicarti. La sentenza di colpevolezza per aver sprecato l'unica occasione che hai e avrai in questo universo è certa, ma se un giudice non la emetterà con parole definitive potrai ancora illuderti. Hai una vita davanti e finchè non finisce ti senti eterno. La differenza tra schiavo e uomo libero ti è ignota. Pensare è un rischio che non ti puoi permettere. Se cadesse una sola certezza dovresti interrogarti su tutto quello che hai accettato finora. Quando ti addormenti sai che ci sarà un domani uguale a oggi, ma anche a ieri. Questo ti dà sicurezza. Al risveglio rivedi le pareti, il soffitto, senti le voci familiari e ti rimetti in moto. Un giorno segue l'altro. Poi, qualcuno ti racconta di un luogo lontano dove ci sono sfide mortali, pericoli inauditi e territori sconosciuti. E tu daresti tutte le tue sostanze per andarci, per avere una nuova possibilità.

Realpolitik partitica

Nella competizione elettorale i partiti minori spesso non partecipano e "appoggiano" il candidato di uno dei due poli. Si chiama "realpolitik". In sostanza il partito minore contratta a tavolino con il Pdl o il Pdmenoelle due consiglieri regionali, quattro consiglieri comunali, un assessore. Decide di non presentarsi, o di far finta per poi far confluire i suoi voti al ballottaggio. In pratica è la spartizione delle spoglie del cittadino elettore a sua insaputa.
A Torino, solo per fare un esempio, c'è Fassino che corre (ma dove corre povera anima?) con l'appoggio di tutti i partiti del centro sinistra di ordinanza che non hanno perciò presentato una loro lista, ma hanno già i consiglieri in Sala Rossa. Il partito minore può anche appoggiare indifferentemente un polo o l'altro. La candidatura della Bresso alla Regione Piemonte fu sostenuta dall'UDC di Casini. Il prezzo della rinuncia a una lista indipendente è l'assegnazione di un cospicuo numero di consiglieri a chi si presta a fare da mosca cocchiera. Il partito minore non è interessato alla percentuale di voti che avrà, ma al numero di poltrone che contratta prima. E' il modello "captive" contro quello del libero mercato. Un'azienda "captive" ha un solo cliente a cui fattura, se il cliente cambia le sue logiche o entra in crisi, l'azienda "captive" fallisce. E' successo a centinaia di società che lavoravano per Fiat o per Telecom.
La realpolitik di vendersi il culo conto terzi ti mette al riparo dal libero mercato, dal giudizio dei cittadini, vinci anche se perdi e non hai nessuna barriera da superare per entrare in Consiglio. Le aziende "captive" non sono interessate alla competizione, al miglioramento del prodotto, agli elettori, al rispetto del programma, vivono per il loro unico cliente. I partiti captive hanno Bersani e Berlusconi come clienti. Alcuni sono fedeli a un solo polo, altri sono ondivaghi, come i radicali, per alzare la posta. Per i partiti "captive" non esiste il rischio di impresa, non investono sui cittadini o sul rispetto del programma, ma solo su quello che chiamano alleato, ma in realtà è un elemosiniere che li tiene in vita. Una bella vita. Il potere di contrattazione dei partiti "captive" si affievolisce nel tempo insieme ai loro voti (dopo un po' il cittadino preferisce votare l'originale) fino alla loro scomparsa, In quel caso i sopravvissuti, di solito i vertici, confluiscono nel partito maggiore e si godono i frutti della realpolitik. Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure.

da beppegrillo.it

11 settembre : Risposta a Vittorio Zucconi





Egregio dott. Zucconi, chi le scrive è un privato cittadino, membro del Movimento per la Verità sull'Undici Settembre e studioso di comunicazione, in special modo di propaganda e tecniche di soppressione dell'informazione. Trovo che il suo recente articolo, ”Il processo impossibile”, ben coniughi i più grossolani trucchi della propaganda applicata al tema che mi è caro, e vorrei quindi commentare le domande che lei pone. Cito dal suo articolo:

Leggo che anche Massimo D’Alema, già premier italiano quando bombardammo la Jugoslavia ammazzando senza processi e sentenze, avrebbe preferito un Osama catturato e processato. Tesi che molti, e alcuni anche in buona fede, sostengono, trasversalmente ai partiti e alle opinioni. Proviamo a guardarla un po’ più a fondo con alcune domande:

Interessante come inizio, non c'è che dire. Un velato uso della "colpa per associazione": chi la pensa come D'Alema su questo argomento in fin dei conti o giustifica anche il bombardamento della Jugoslavia oppure è ipocrita quanto lui. Però c'è anche chi sbaglia in buona fede, bontà sua. Grazie. Da pacifista le posso dire che due torti non fanno una ragione, si può essere contrari al bombardamento prima e alle esecuzioni sommarie adesso. E grazie ancora, preferisco eventualmente sbagliare in libertà che dovermi allineare al pensiero di un partito o dell'opinione dominante, perché la mia opinione nasce dai fatti, che come vedremo nel prosieguo sono il grande assente dal suo articolo. Opinioni, giudizi, di quelli invece ce ne sono tanti, mancano proprio solo i fatti.

1) Processo dove? Quale tribunale in quale nazione avrebbe avuto giurisdizione su di lui, visto che i crimini dei quali è imputata al Quaeda hanno colpito dozzine di Paesi in ogni continente? Forse che i morti a New York avrebbero dovuto avere precedenza sui morti in Kenya, in Marocco, in Tanzania, in Inghilterra, a Madrid ecc ecc? Non avremmo subito gridato ai “morti americani” che contano più degli altri? O avremmo portato in giro per il mondo, come un orrendo “Osama’s Traveling Circus” Osama e i suoi avvocati?

Partiamo con un argomento collaterale e poco interessante: davvero Osama andava ucciso perchè non avremmo saputo dove processarlo?...

Mi sembra davvero una baggianata, ma allora perchè ha introdotto questo argomento? Ah, si legge dopo: siccome la scelta più logica resta comunque quella degli Stati Uniti ha voluto tentare un "processo alle intenzioni", cioè sottintendere che chi contesta la sua personale posizione sarebbe comunque emerso con un becero anti-americanismo. Vabbè, la risposta rimane comunque "negli USA".

2) Quale governo, o governatore di stato nel caso degli Usa (l’11 settembre colpì New York, la Virgina e la Pennsylvania) avrebbe accettato l’incubo di un processo e di una detenzione che avrebbe molto probabilmente prodotto azioni terroristiche per chiedere la liberazione del “profeta”? Come avremmo reagito se qualche gruppo jihadista avesse catturato un autobus pieno di scolaretti minacciando di sgozzarli tutti uno per volta con web cam per Internet se Osama non fosse stato liberato? Ci siamo già dimenticati gli anni delle BR, dei ricatti con lettere e comunicati ai giornali, che pure al confronto di al Quaeda erano boy scout?

Temo che qui abbia calcato un pò troppo la mano: va bene il riferimento all'età dell'innocente infanzia, e che struggevoli le immagini di questi scolaretti vittime della malasorte e di questo mondo crudele, però così esagera e rischia di perdere il punto. Anzi, i due punti, perchè l'argomento le serve sia per riaffermare implicitamente che Osama Bin Laden è comunque colpevole di tutto quanto gli viene ascritto, e solo secondariamente per parlare di rappresaglie.

Ma stiamo al gioco, immaginiamo Al-Qaeda come l'organizzazione spietata ed efficente che lei ci descrive, roba che al confronto le BR erano boy scout: perchè allora questo genere di attacchi non è mai avvenuto durante questi anni di imprigionamento (e di tortura!) di colui che le autorità ci indicano come il VERO ideatore dell'11 settembre, cioè Khalid Shaykh Muhammad? Si ricorda, è l'indiziato prigioniero a Guantanamo che presto dovrà andare a processo, quello che la CIA ha sottoposto a waterboarding e che ha confessato praticamente tutti i crimini dell'ultimo ventennio. L'ideatore dell'11 settembre, dicono le autorità, ce l'avevamo già, e grazie al cielo niente di quanto lei descrive è mai successo.

3) Con quale procedura? Militare (corti marziali) o civile? Se militare, avremmo parlato di processo sommario, di “kangaroo court”, di giustizia da Far West, trovate un ramo alto e una corda. Se civile, l’imputato avrebbe avuto diritto, come qualsiasi uxoricida, rapinatore, serial killer, alle piene e totali garanzie offerte alla difesa. Non ci sarebbe stata scarsità di avvocati disposti a rappresentarlo affermando – come è giusto – che ogni imputato deve essere difeso nella pienezza del codice. Altrimenti perchè fargli un processo, se è soltanto una farsa come quella contro Saddam Hussein in Iraq?

Di nuovo, delle due opzioni la prima è introdotta unicamente per fare un nuovo "processo alle intenzioni": malfidati noi che avremmo parlato di processo sommario, non chiediamoci se la cosa sarebbe stata vera oppure no, l'importante è insinuare che chi non la pensa come lei si sarebbe lamentato; ma se la prima opzione è volutamente scorretta, la seconda è addirittura risibile: "perchè fargli un processo" quando Zucconi dice che è colpevole? Beh, la stupirò, forse perchè salterebbe fuori che ci sono più cose in cielo e in terra di quanta ne contempli la sua filosofia, compresa la possibilità che lei si sbagli e che lui fosse innocente. Ma vedo che il processo c'è già stato, nello schermo del televisore e di rimando nella sua mente, l'imputato è colpevole e questo è quanto.

4) Per quali reati specifici? Come sappiamo da Norimberga in poi, dimostrare “oltre ogni ragionevole dubbio” il reato di crimini contro l’umanità è difficilissimo e gli esiti sono spesso contraddittori. il Feldmaresciallo Keitel, un militare che sosteneva di avere fatto soltanto il proprio dovere agli ordini del capo dello stato, fu impiccato. Albert Speer, architetto e civile, senza il quale la macchina bellica del Reich si sarebbe inceppata e i Keitel non avrebbe avuto gli strumenti per compiere i loro crimini, se la cavò.

Non mi dilungherò, stiamo comunque parlando del comandante in capo, quindi anche la sua ulteriore obiezione va a cadere: non si può certo invocare l'ignoranza se si è l'Hitler della situazione. Ma tant'è, la logica oggi era in vacanza.

5) Avremmo dovuto usare testimonianze estorte con la tortura? No, perchè ogni tribunale civile vero le avrebbe considerate inammissibili. Pentiti? Ma non ci stanno disperatamente spiegando che i pentiti sono inattendibili? Saremmo ricaduti nella comoda trappola del “mandante morale” che tanti guasti ha fatto anche in Italia?

Ecco, è questo il punto più abietto dell'intero articolo: "Avremmo dovuto usare testimonianze estorte con la tortura? No, perchè ogni tribunale civile vero le avrebbe considerate inammissibili." Ma pensa un po', quanta stupida ostilità proviene da questi tribunali civili. E qui finisce il suo ragionamento: la tortura, il punto più basso raggiunto dalla civiltà umana, viene sdoganata con una tale leggerezza che mi vergogno di avere un dialogo con lei. Mi creda, sul serio: mi vergogno io per lei.

6) Con quale durata? Nessuno, nelle civiltà giuridiche serie, può fissare limiti temporali per un processo, che si svolge secondo i propri ritmi non in base a scadenze arbitrarie fissate con maggioranza parlamentari, come si vuol fare in Italia. Sarebbero stati necessari anni, sicuramente. Istruire e condurre un processo a un personaggio accusato di avere creato e diretto una struttura che ha patrocinato, ideato, organizzato, finanziato atti criminali per decenni in tutto il mondo non è il processo Bunga Bunga e neppure il caso Framzoni. Con quanti testimoni, per l’accusa e la difesa? Migliaia? Diecine di migliaia? A quali costi?

Capisco. Visti i tempi e i costi meglio derogare in toto la macchina della giustizia, come fecero ad esempio con Galileo. Erano in tanti, la pensavano diversamente, Galileo aveva dalla sua i fatti e la ragione, ma a quell'epoca non c'era bisogno di inventarsi scuse becere come tempi e costi per giustiziare un indiziato, si faceva e basta.

Mi perdoni se lo sottolineo: tra i motivi per cui è stato meglio uccidere Osama Bin Laden piuttosto che catturarlo lei ha messo i tempi e i costi del processo.

6) Come avrebbe usato quel pulpito l’accusato? Avrebbe sputtanato l’America, dicono i complottisti, ricordando a tutti di essere stato anche una creatura dei servizi Usa in funzione anti Urss negli anni 70 e 80 e i rapporti che la sua famiglia (non lui, come si blatera in rete) ebbe con i Bush e con altri pezzi da 90 euroamericani. Certamente lo avrebbe fatto, arricchendo la narrazione di prediche, profezie, balle, citazioni sacre, sceneggiate diretti a quel mondo mussulmano che lo stava già abbandonando da tempo, per rinfocolare il proselitismo. Ah ha, molti diranno, ecco la coda di paglia dell’Occidente. Piccolo pro memoria: in guerra, fredda o calda che sia, si formano sempre strane e sordide alleanze per sconfiggere il nemico comune (i nemici dei miei nemici sono i miei amici). Abbiamo già dimenticato che per abbattare Hitler e Mussolini, le democrazie occidentali si allearono con, e rifornirono di armi e soldi, uno dei peggiori criminali di massa della storia, tale Stalin, senza il quale sconfiggere i nazifascisti sarebbe stato molto più duro, se non impossibile?

"Come avrebbe usato quel pulpito l’accusato?" Grazie per le opzioni, ma magari, cosa ben più rischiosa, l'imputato avrebbe utilizzato il tempo a sua disposizione per difendersi! Ad esempio per spiegare che i grattacieli in fiamme non crollano su se stessi in caduta libera sbriciolandosi in polvere finissima, o che non è credibile che quattro aerei di linea possano eludere la più sofisticata difesa aerea del pianeta per più di due ore, oppure per portare a conoscenza della gente comune una qualsiasi delle dozzine di argomentazioni con le quali noi del 9/11 Truth Movement abbiamo dimostrato che la versione ufficiale è falsa.

Il rischio, quando fai parlare una persona, è che non dica quello che ti aspetti tu. Un morto invece non ti disturba più.

7) Con quale pena? La forca? La siringa? La fucilazione? Certamente, ma soltanto se fosse stata dimostrata la sua colpevolezza perchè la colpa, nella nostra civiltà giuridica che non è quella tagliata con l’accetta del fallacismo islamofobo, il “siete tutti assassini”, è sempre individuale. Vi immaginate che cosa sarebbe accaduto se fra cinque, dieci, quindici anni, esauriti tutti gli appelli e i ricorsi ai quali avrebbe avuto pieno diritto, Osama bin Laden fosse stato condotto in un penitenziario (di nuovo: dove?) per l’esecuzione? Riuscite a concepire il circo tele-inter-giornalistico che – lo so per esperienza di casi ben più piccoli – sarebbe scoppiato nel mondo intero?

E vi immaginate che cosa sarebbe accaduto se in cinque, dieci, o quindici giorni di dibattimento, posti di fronte al mare di prove che lo scagionano, fosse stato dichiarato non colpevole e la folla inferocita avesse capito quale menzogna ci è stata spacciata a proposito dell'undici settembre?

Comunque mi fido del suo ulteriore argomento: Bin Laden è stato ucciso anche per evitarci il circo mediatico. Davvero gentili, questi Navy Seals.

8) Vi pare che la dirigenza politica degli Usa, da Obama in giù, non abbia considerato e valutato la possibilità di catturarlo vivo, riflettuto se sarebbe stato meglio, anche propagandisticamente (quella del terrorismo è una guerra ideologica, prima che armata) esibirlo in catene come il King Kong del Barnum?

Quindi, ci dice lei, se ancora a questo punto non vi ho convinto con i miei argomenti, derogate la vostra capacità di giudizio a quello delle autorità rappresentate dalla dirigenza USA da Obama in giù. Loro sanno cos'è meglio, fidatevi, a dispetto della vostra visione limitata.

La mia personale conclusione è, avendo assistito ad abbastanza “processi del secolo”, purtroppo, dico purtroppo perchè aborro la legge del taglione, che non esistevano alternative reali all’esecuzione sommaria sul posto. Una volta individuato il covo di Osama e avuta la certezza che lui era nascosto lì, il solo finale possibile era il colpo in testa.

Sì, capisco, lo condanna non l'insieme delle prove ma il numero di persone che lo ritengono colpevole. Si figuri Zucconi, se io per ipotesi la ritenessi responsabile della Strage di Bologna, in quanti dobbiamo essere a pensarla così per poter “saltare” il processo? In quanti per poterla venire a prelevare a casa sua, per poterla torturare a norma di legge fino alla sua spontanea confessione? In quanti infine per poter saltare tutta questa inutile "burocrazia" e mandare direttamente i sicari dello stato a casa sua?

Si figuri, è solo una provocazione ovviamente, sono un obiettore non violento e pacifista. Però non credo che una condanna emessa dai mass media si possa anche solo lontanamente equiparare a quella di un tribunale.

Se poi un giorno volesse confrontarsi sui fatti concreti, e non sulle parole vuote, qui c’è un intero sito che rimane naturalmente a sua disposizione.

di Riccardo Pizzirani (Sertes)