08 maggio 2011

11 settembre : Risposta a Vittorio Zucconi





Egregio dott. Zucconi, chi le scrive è un privato cittadino, membro del Movimento per la Verità sull'Undici Settembre e studioso di comunicazione, in special modo di propaganda e tecniche di soppressione dell'informazione. Trovo che il suo recente articolo, ”Il processo impossibile”, ben coniughi i più grossolani trucchi della propaganda applicata al tema che mi è caro, e vorrei quindi commentare le domande che lei pone. Cito dal suo articolo:

Leggo che anche Massimo D’Alema, già premier italiano quando bombardammo la Jugoslavia ammazzando senza processi e sentenze, avrebbe preferito un Osama catturato e processato. Tesi che molti, e alcuni anche in buona fede, sostengono, trasversalmente ai partiti e alle opinioni. Proviamo a guardarla un po’ più a fondo con alcune domande:

Interessante come inizio, non c'è che dire. Un velato uso della "colpa per associazione": chi la pensa come D'Alema su questo argomento in fin dei conti o giustifica anche il bombardamento della Jugoslavia oppure è ipocrita quanto lui. Però c'è anche chi sbaglia in buona fede, bontà sua. Grazie. Da pacifista le posso dire che due torti non fanno una ragione, si può essere contrari al bombardamento prima e alle esecuzioni sommarie adesso. E grazie ancora, preferisco eventualmente sbagliare in libertà che dovermi allineare al pensiero di un partito o dell'opinione dominante, perché la mia opinione nasce dai fatti, che come vedremo nel prosieguo sono il grande assente dal suo articolo. Opinioni, giudizi, di quelli invece ce ne sono tanti, mancano proprio solo i fatti.

1) Processo dove? Quale tribunale in quale nazione avrebbe avuto giurisdizione su di lui, visto che i crimini dei quali è imputata al Quaeda hanno colpito dozzine di Paesi in ogni continente? Forse che i morti a New York avrebbero dovuto avere precedenza sui morti in Kenya, in Marocco, in Tanzania, in Inghilterra, a Madrid ecc ecc? Non avremmo subito gridato ai “morti americani” che contano più degli altri? O avremmo portato in giro per il mondo, come un orrendo “Osama’s Traveling Circus” Osama e i suoi avvocati?

Partiamo con un argomento collaterale e poco interessante: davvero Osama andava ucciso perchè non avremmo saputo dove processarlo?...

Mi sembra davvero una baggianata, ma allora perchè ha introdotto questo argomento? Ah, si legge dopo: siccome la scelta più logica resta comunque quella degli Stati Uniti ha voluto tentare un "processo alle intenzioni", cioè sottintendere che chi contesta la sua personale posizione sarebbe comunque emerso con un becero anti-americanismo. Vabbè, la risposta rimane comunque "negli USA".

2) Quale governo, o governatore di stato nel caso degli Usa (l’11 settembre colpì New York, la Virgina e la Pennsylvania) avrebbe accettato l’incubo di un processo e di una detenzione che avrebbe molto probabilmente prodotto azioni terroristiche per chiedere la liberazione del “profeta”? Come avremmo reagito se qualche gruppo jihadista avesse catturato un autobus pieno di scolaretti minacciando di sgozzarli tutti uno per volta con web cam per Internet se Osama non fosse stato liberato? Ci siamo già dimenticati gli anni delle BR, dei ricatti con lettere e comunicati ai giornali, che pure al confronto di al Quaeda erano boy scout?

Temo che qui abbia calcato un pò troppo la mano: va bene il riferimento all'età dell'innocente infanzia, e che struggevoli le immagini di questi scolaretti vittime della malasorte e di questo mondo crudele, però così esagera e rischia di perdere il punto. Anzi, i due punti, perchè l'argomento le serve sia per riaffermare implicitamente che Osama Bin Laden è comunque colpevole di tutto quanto gli viene ascritto, e solo secondariamente per parlare di rappresaglie.

Ma stiamo al gioco, immaginiamo Al-Qaeda come l'organizzazione spietata ed efficente che lei ci descrive, roba che al confronto le BR erano boy scout: perchè allora questo genere di attacchi non è mai avvenuto durante questi anni di imprigionamento (e di tortura!) di colui che le autorità ci indicano come il VERO ideatore dell'11 settembre, cioè Khalid Shaykh Muhammad? Si ricorda, è l'indiziato prigioniero a Guantanamo che presto dovrà andare a processo, quello che la CIA ha sottoposto a waterboarding e che ha confessato praticamente tutti i crimini dell'ultimo ventennio. L'ideatore dell'11 settembre, dicono le autorità, ce l'avevamo già, e grazie al cielo niente di quanto lei descrive è mai successo.

3) Con quale procedura? Militare (corti marziali) o civile? Se militare, avremmo parlato di processo sommario, di “kangaroo court”, di giustizia da Far West, trovate un ramo alto e una corda. Se civile, l’imputato avrebbe avuto diritto, come qualsiasi uxoricida, rapinatore, serial killer, alle piene e totali garanzie offerte alla difesa. Non ci sarebbe stata scarsità di avvocati disposti a rappresentarlo affermando – come è giusto – che ogni imputato deve essere difeso nella pienezza del codice. Altrimenti perchè fargli un processo, se è soltanto una farsa come quella contro Saddam Hussein in Iraq?

Di nuovo, delle due opzioni la prima è introdotta unicamente per fare un nuovo "processo alle intenzioni": malfidati noi che avremmo parlato di processo sommario, non chiediamoci se la cosa sarebbe stata vera oppure no, l'importante è insinuare che chi non la pensa come lei si sarebbe lamentato; ma se la prima opzione è volutamente scorretta, la seconda è addirittura risibile: "perchè fargli un processo" quando Zucconi dice che è colpevole? Beh, la stupirò, forse perchè salterebbe fuori che ci sono più cose in cielo e in terra di quanta ne contempli la sua filosofia, compresa la possibilità che lei si sbagli e che lui fosse innocente. Ma vedo che il processo c'è già stato, nello schermo del televisore e di rimando nella sua mente, l'imputato è colpevole e questo è quanto.

4) Per quali reati specifici? Come sappiamo da Norimberga in poi, dimostrare “oltre ogni ragionevole dubbio” il reato di crimini contro l’umanità è difficilissimo e gli esiti sono spesso contraddittori. il Feldmaresciallo Keitel, un militare che sosteneva di avere fatto soltanto il proprio dovere agli ordini del capo dello stato, fu impiccato. Albert Speer, architetto e civile, senza il quale la macchina bellica del Reich si sarebbe inceppata e i Keitel non avrebbe avuto gli strumenti per compiere i loro crimini, se la cavò.

Non mi dilungherò, stiamo comunque parlando del comandante in capo, quindi anche la sua ulteriore obiezione va a cadere: non si può certo invocare l'ignoranza se si è l'Hitler della situazione. Ma tant'è, la logica oggi era in vacanza.

5) Avremmo dovuto usare testimonianze estorte con la tortura? No, perchè ogni tribunale civile vero le avrebbe considerate inammissibili. Pentiti? Ma non ci stanno disperatamente spiegando che i pentiti sono inattendibili? Saremmo ricaduti nella comoda trappola del “mandante morale” che tanti guasti ha fatto anche in Italia?

Ecco, è questo il punto più abietto dell'intero articolo: "Avremmo dovuto usare testimonianze estorte con la tortura? No, perchè ogni tribunale civile vero le avrebbe considerate inammissibili." Ma pensa un po', quanta stupida ostilità proviene da questi tribunali civili. E qui finisce il suo ragionamento: la tortura, il punto più basso raggiunto dalla civiltà umana, viene sdoganata con una tale leggerezza che mi vergogno di avere un dialogo con lei. Mi creda, sul serio: mi vergogno io per lei.

6) Con quale durata? Nessuno, nelle civiltà giuridiche serie, può fissare limiti temporali per un processo, che si svolge secondo i propri ritmi non in base a scadenze arbitrarie fissate con maggioranza parlamentari, come si vuol fare in Italia. Sarebbero stati necessari anni, sicuramente. Istruire e condurre un processo a un personaggio accusato di avere creato e diretto una struttura che ha patrocinato, ideato, organizzato, finanziato atti criminali per decenni in tutto il mondo non è il processo Bunga Bunga e neppure il caso Framzoni. Con quanti testimoni, per l’accusa e la difesa? Migliaia? Diecine di migliaia? A quali costi?

Capisco. Visti i tempi e i costi meglio derogare in toto la macchina della giustizia, come fecero ad esempio con Galileo. Erano in tanti, la pensavano diversamente, Galileo aveva dalla sua i fatti e la ragione, ma a quell'epoca non c'era bisogno di inventarsi scuse becere come tempi e costi per giustiziare un indiziato, si faceva e basta.

Mi perdoni se lo sottolineo: tra i motivi per cui è stato meglio uccidere Osama Bin Laden piuttosto che catturarlo lei ha messo i tempi e i costi del processo.

6) Come avrebbe usato quel pulpito l’accusato? Avrebbe sputtanato l’America, dicono i complottisti, ricordando a tutti di essere stato anche una creatura dei servizi Usa in funzione anti Urss negli anni 70 e 80 e i rapporti che la sua famiglia (non lui, come si blatera in rete) ebbe con i Bush e con altri pezzi da 90 euroamericani. Certamente lo avrebbe fatto, arricchendo la narrazione di prediche, profezie, balle, citazioni sacre, sceneggiate diretti a quel mondo mussulmano che lo stava già abbandonando da tempo, per rinfocolare il proselitismo. Ah ha, molti diranno, ecco la coda di paglia dell’Occidente. Piccolo pro memoria: in guerra, fredda o calda che sia, si formano sempre strane e sordide alleanze per sconfiggere il nemico comune (i nemici dei miei nemici sono i miei amici). Abbiamo già dimenticato che per abbattare Hitler e Mussolini, le democrazie occidentali si allearono con, e rifornirono di armi e soldi, uno dei peggiori criminali di massa della storia, tale Stalin, senza il quale sconfiggere i nazifascisti sarebbe stato molto più duro, se non impossibile?

"Come avrebbe usato quel pulpito l’accusato?" Grazie per le opzioni, ma magari, cosa ben più rischiosa, l'imputato avrebbe utilizzato il tempo a sua disposizione per difendersi! Ad esempio per spiegare che i grattacieli in fiamme non crollano su se stessi in caduta libera sbriciolandosi in polvere finissima, o che non è credibile che quattro aerei di linea possano eludere la più sofisticata difesa aerea del pianeta per più di due ore, oppure per portare a conoscenza della gente comune una qualsiasi delle dozzine di argomentazioni con le quali noi del 9/11 Truth Movement abbiamo dimostrato che la versione ufficiale è falsa.

Il rischio, quando fai parlare una persona, è che non dica quello che ti aspetti tu. Un morto invece non ti disturba più.

7) Con quale pena? La forca? La siringa? La fucilazione? Certamente, ma soltanto se fosse stata dimostrata la sua colpevolezza perchè la colpa, nella nostra civiltà giuridica che non è quella tagliata con l’accetta del fallacismo islamofobo, il “siete tutti assassini”, è sempre individuale. Vi immaginate che cosa sarebbe accaduto se fra cinque, dieci, quindici anni, esauriti tutti gli appelli e i ricorsi ai quali avrebbe avuto pieno diritto, Osama bin Laden fosse stato condotto in un penitenziario (di nuovo: dove?) per l’esecuzione? Riuscite a concepire il circo tele-inter-giornalistico che – lo so per esperienza di casi ben più piccoli – sarebbe scoppiato nel mondo intero?

E vi immaginate che cosa sarebbe accaduto se in cinque, dieci, o quindici giorni di dibattimento, posti di fronte al mare di prove che lo scagionano, fosse stato dichiarato non colpevole e la folla inferocita avesse capito quale menzogna ci è stata spacciata a proposito dell'undici settembre?

Comunque mi fido del suo ulteriore argomento: Bin Laden è stato ucciso anche per evitarci il circo mediatico. Davvero gentili, questi Navy Seals.

8) Vi pare che la dirigenza politica degli Usa, da Obama in giù, non abbia considerato e valutato la possibilità di catturarlo vivo, riflettuto se sarebbe stato meglio, anche propagandisticamente (quella del terrorismo è una guerra ideologica, prima che armata) esibirlo in catene come il King Kong del Barnum?

Quindi, ci dice lei, se ancora a questo punto non vi ho convinto con i miei argomenti, derogate la vostra capacità di giudizio a quello delle autorità rappresentate dalla dirigenza USA da Obama in giù. Loro sanno cos'è meglio, fidatevi, a dispetto della vostra visione limitata.

La mia personale conclusione è, avendo assistito ad abbastanza “processi del secolo”, purtroppo, dico purtroppo perchè aborro la legge del taglione, che non esistevano alternative reali all’esecuzione sommaria sul posto. Una volta individuato il covo di Osama e avuta la certezza che lui era nascosto lì, il solo finale possibile era il colpo in testa.

Sì, capisco, lo condanna non l'insieme delle prove ma il numero di persone che lo ritengono colpevole. Si figuri Zucconi, se io per ipotesi la ritenessi responsabile della Strage di Bologna, in quanti dobbiamo essere a pensarla così per poter “saltare” il processo? In quanti per poterla venire a prelevare a casa sua, per poterla torturare a norma di legge fino alla sua spontanea confessione? In quanti infine per poter saltare tutta questa inutile "burocrazia" e mandare direttamente i sicari dello stato a casa sua?

Si figuri, è solo una provocazione ovviamente, sono un obiettore non violento e pacifista. Però non credo che una condanna emessa dai mass media si possa anche solo lontanamente equiparare a quella di un tribunale.

Se poi un giorno volesse confrontarsi sui fatti concreti, e non sulle parole vuote, qui c’è un intero sito che rimane naturalmente a sua disposizione.

di Riccardo Pizzirani (Sertes)

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08 maggio 2011

11 settembre : Risposta a Vittorio Zucconi





Egregio dott. Zucconi, chi le scrive è un privato cittadino, membro del Movimento per la Verità sull'Undici Settembre e studioso di comunicazione, in special modo di propaganda e tecniche di soppressione dell'informazione. Trovo che il suo recente articolo, ”Il processo impossibile”, ben coniughi i più grossolani trucchi della propaganda applicata al tema che mi è caro, e vorrei quindi commentare le domande che lei pone. Cito dal suo articolo:

Leggo che anche Massimo D’Alema, già premier italiano quando bombardammo la Jugoslavia ammazzando senza processi e sentenze, avrebbe preferito un Osama catturato e processato. Tesi che molti, e alcuni anche in buona fede, sostengono, trasversalmente ai partiti e alle opinioni. Proviamo a guardarla un po’ più a fondo con alcune domande:

Interessante come inizio, non c'è che dire. Un velato uso della "colpa per associazione": chi la pensa come D'Alema su questo argomento in fin dei conti o giustifica anche il bombardamento della Jugoslavia oppure è ipocrita quanto lui. Però c'è anche chi sbaglia in buona fede, bontà sua. Grazie. Da pacifista le posso dire che due torti non fanno una ragione, si può essere contrari al bombardamento prima e alle esecuzioni sommarie adesso. E grazie ancora, preferisco eventualmente sbagliare in libertà che dovermi allineare al pensiero di un partito o dell'opinione dominante, perché la mia opinione nasce dai fatti, che come vedremo nel prosieguo sono il grande assente dal suo articolo. Opinioni, giudizi, di quelli invece ce ne sono tanti, mancano proprio solo i fatti.

1) Processo dove? Quale tribunale in quale nazione avrebbe avuto giurisdizione su di lui, visto che i crimini dei quali è imputata al Quaeda hanno colpito dozzine di Paesi in ogni continente? Forse che i morti a New York avrebbero dovuto avere precedenza sui morti in Kenya, in Marocco, in Tanzania, in Inghilterra, a Madrid ecc ecc? Non avremmo subito gridato ai “morti americani” che contano più degli altri? O avremmo portato in giro per il mondo, come un orrendo “Osama’s Traveling Circus” Osama e i suoi avvocati?

Partiamo con un argomento collaterale e poco interessante: davvero Osama andava ucciso perchè non avremmo saputo dove processarlo?...

Mi sembra davvero una baggianata, ma allora perchè ha introdotto questo argomento? Ah, si legge dopo: siccome la scelta più logica resta comunque quella degli Stati Uniti ha voluto tentare un "processo alle intenzioni", cioè sottintendere che chi contesta la sua personale posizione sarebbe comunque emerso con un becero anti-americanismo. Vabbè, la risposta rimane comunque "negli USA".

2) Quale governo, o governatore di stato nel caso degli Usa (l’11 settembre colpì New York, la Virgina e la Pennsylvania) avrebbe accettato l’incubo di un processo e di una detenzione che avrebbe molto probabilmente prodotto azioni terroristiche per chiedere la liberazione del “profeta”? Come avremmo reagito se qualche gruppo jihadista avesse catturato un autobus pieno di scolaretti minacciando di sgozzarli tutti uno per volta con web cam per Internet se Osama non fosse stato liberato? Ci siamo già dimenticati gli anni delle BR, dei ricatti con lettere e comunicati ai giornali, che pure al confronto di al Quaeda erano boy scout?

Temo che qui abbia calcato un pò troppo la mano: va bene il riferimento all'età dell'innocente infanzia, e che struggevoli le immagini di questi scolaretti vittime della malasorte e di questo mondo crudele, però così esagera e rischia di perdere il punto. Anzi, i due punti, perchè l'argomento le serve sia per riaffermare implicitamente che Osama Bin Laden è comunque colpevole di tutto quanto gli viene ascritto, e solo secondariamente per parlare di rappresaglie.

Ma stiamo al gioco, immaginiamo Al-Qaeda come l'organizzazione spietata ed efficente che lei ci descrive, roba che al confronto le BR erano boy scout: perchè allora questo genere di attacchi non è mai avvenuto durante questi anni di imprigionamento (e di tortura!) di colui che le autorità ci indicano come il VERO ideatore dell'11 settembre, cioè Khalid Shaykh Muhammad? Si ricorda, è l'indiziato prigioniero a Guantanamo che presto dovrà andare a processo, quello che la CIA ha sottoposto a waterboarding e che ha confessato praticamente tutti i crimini dell'ultimo ventennio. L'ideatore dell'11 settembre, dicono le autorità, ce l'avevamo già, e grazie al cielo niente di quanto lei descrive è mai successo.

3) Con quale procedura? Militare (corti marziali) o civile? Se militare, avremmo parlato di processo sommario, di “kangaroo court”, di giustizia da Far West, trovate un ramo alto e una corda. Se civile, l’imputato avrebbe avuto diritto, come qualsiasi uxoricida, rapinatore, serial killer, alle piene e totali garanzie offerte alla difesa. Non ci sarebbe stata scarsità di avvocati disposti a rappresentarlo affermando – come è giusto – che ogni imputato deve essere difeso nella pienezza del codice. Altrimenti perchè fargli un processo, se è soltanto una farsa come quella contro Saddam Hussein in Iraq?

Di nuovo, delle due opzioni la prima è introdotta unicamente per fare un nuovo "processo alle intenzioni": malfidati noi che avremmo parlato di processo sommario, non chiediamoci se la cosa sarebbe stata vera oppure no, l'importante è insinuare che chi non la pensa come lei si sarebbe lamentato; ma se la prima opzione è volutamente scorretta, la seconda è addirittura risibile: "perchè fargli un processo" quando Zucconi dice che è colpevole? Beh, la stupirò, forse perchè salterebbe fuori che ci sono più cose in cielo e in terra di quanta ne contempli la sua filosofia, compresa la possibilità che lei si sbagli e che lui fosse innocente. Ma vedo che il processo c'è già stato, nello schermo del televisore e di rimando nella sua mente, l'imputato è colpevole e questo è quanto.

4) Per quali reati specifici? Come sappiamo da Norimberga in poi, dimostrare “oltre ogni ragionevole dubbio” il reato di crimini contro l’umanità è difficilissimo e gli esiti sono spesso contraddittori. il Feldmaresciallo Keitel, un militare che sosteneva di avere fatto soltanto il proprio dovere agli ordini del capo dello stato, fu impiccato. Albert Speer, architetto e civile, senza il quale la macchina bellica del Reich si sarebbe inceppata e i Keitel non avrebbe avuto gli strumenti per compiere i loro crimini, se la cavò.

Non mi dilungherò, stiamo comunque parlando del comandante in capo, quindi anche la sua ulteriore obiezione va a cadere: non si può certo invocare l'ignoranza se si è l'Hitler della situazione. Ma tant'è, la logica oggi era in vacanza.

5) Avremmo dovuto usare testimonianze estorte con la tortura? No, perchè ogni tribunale civile vero le avrebbe considerate inammissibili. Pentiti? Ma non ci stanno disperatamente spiegando che i pentiti sono inattendibili? Saremmo ricaduti nella comoda trappola del “mandante morale” che tanti guasti ha fatto anche in Italia?

Ecco, è questo il punto più abietto dell'intero articolo: "Avremmo dovuto usare testimonianze estorte con la tortura? No, perchè ogni tribunale civile vero le avrebbe considerate inammissibili." Ma pensa un po', quanta stupida ostilità proviene da questi tribunali civili. E qui finisce il suo ragionamento: la tortura, il punto più basso raggiunto dalla civiltà umana, viene sdoganata con una tale leggerezza che mi vergogno di avere un dialogo con lei. Mi creda, sul serio: mi vergogno io per lei.

6) Con quale durata? Nessuno, nelle civiltà giuridiche serie, può fissare limiti temporali per un processo, che si svolge secondo i propri ritmi non in base a scadenze arbitrarie fissate con maggioranza parlamentari, come si vuol fare in Italia. Sarebbero stati necessari anni, sicuramente. Istruire e condurre un processo a un personaggio accusato di avere creato e diretto una struttura che ha patrocinato, ideato, organizzato, finanziato atti criminali per decenni in tutto il mondo non è il processo Bunga Bunga e neppure il caso Framzoni. Con quanti testimoni, per l’accusa e la difesa? Migliaia? Diecine di migliaia? A quali costi?

Capisco. Visti i tempi e i costi meglio derogare in toto la macchina della giustizia, come fecero ad esempio con Galileo. Erano in tanti, la pensavano diversamente, Galileo aveva dalla sua i fatti e la ragione, ma a quell'epoca non c'era bisogno di inventarsi scuse becere come tempi e costi per giustiziare un indiziato, si faceva e basta.

Mi perdoni se lo sottolineo: tra i motivi per cui è stato meglio uccidere Osama Bin Laden piuttosto che catturarlo lei ha messo i tempi e i costi del processo.

6) Come avrebbe usato quel pulpito l’accusato? Avrebbe sputtanato l’America, dicono i complottisti, ricordando a tutti di essere stato anche una creatura dei servizi Usa in funzione anti Urss negli anni 70 e 80 e i rapporti che la sua famiglia (non lui, come si blatera in rete) ebbe con i Bush e con altri pezzi da 90 euroamericani. Certamente lo avrebbe fatto, arricchendo la narrazione di prediche, profezie, balle, citazioni sacre, sceneggiate diretti a quel mondo mussulmano che lo stava già abbandonando da tempo, per rinfocolare il proselitismo. Ah ha, molti diranno, ecco la coda di paglia dell’Occidente. Piccolo pro memoria: in guerra, fredda o calda che sia, si formano sempre strane e sordide alleanze per sconfiggere il nemico comune (i nemici dei miei nemici sono i miei amici). Abbiamo già dimenticato che per abbattare Hitler e Mussolini, le democrazie occidentali si allearono con, e rifornirono di armi e soldi, uno dei peggiori criminali di massa della storia, tale Stalin, senza il quale sconfiggere i nazifascisti sarebbe stato molto più duro, se non impossibile?

"Come avrebbe usato quel pulpito l’accusato?" Grazie per le opzioni, ma magari, cosa ben più rischiosa, l'imputato avrebbe utilizzato il tempo a sua disposizione per difendersi! Ad esempio per spiegare che i grattacieli in fiamme non crollano su se stessi in caduta libera sbriciolandosi in polvere finissima, o che non è credibile che quattro aerei di linea possano eludere la più sofisticata difesa aerea del pianeta per più di due ore, oppure per portare a conoscenza della gente comune una qualsiasi delle dozzine di argomentazioni con le quali noi del 9/11 Truth Movement abbiamo dimostrato che la versione ufficiale è falsa.

Il rischio, quando fai parlare una persona, è che non dica quello che ti aspetti tu. Un morto invece non ti disturba più.

7) Con quale pena? La forca? La siringa? La fucilazione? Certamente, ma soltanto se fosse stata dimostrata la sua colpevolezza perchè la colpa, nella nostra civiltà giuridica che non è quella tagliata con l’accetta del fallacismo islamofobo, il “siete tutti assassini”, è sempre individuale. Vi immaginate che cosa sarebbe accaduto se fra cinque, dieci, quindici anni, esauriti tutti gli appelli e i ricorsi ai quali avrebbe avuto pieno diritto, Osama bin Laden fosse stato condotto in un penitenziario (di nuovo: dove?) per l’esecuzione? Riuscite a concepire il circo tele-inter-giornalistico che – lo so per esperienza di casi ben più piccoli – sarebbe scoppiato nel mondo intero?

E vi immaginate che cosa sarebbe accaduto se in cinque, dieci, o quindici giorni di dibattimento, posti di fronte al mare di prove che lo scagionano, fosse stato dichiarato non colpevole e la folla inferocita avesse capito quale menzogna ci è stata spacciata a proposito dell'undici settembre?

Comunque mi fido del suo ulteriore argomento: Bin Laden è stato ucciso anche per evitarci il circo mediatico. Davvero gentili, questi Navy Seals.

8) Vi pare che la dirigenza politica degli Usa, da Obama in giù, non abbia considerato e valutato la possibilità di catturarlo vivo, riflettuto se sarebbe stato meglio, anche propagandisticamente (quella del terrorismo è una guerra ideologica, prima che armata) esibirlo in catene come il King Kong del Barnum?

Quindi, ci dice lei, se ancora a questo punto non vi ho convinto con i miei argomenti, derogate la vostra capacità di giudizio a quello delle autorità rappresentate dalla dirigenza USA da Obama in giù. Loro sanno cos'è meglio, fidatevi, a dispetto della vostra visione limitata.

La mia personale conclusione è, avendo assistito ad abbastanza “processi del secolo”, purtroppo, dico purtroppo perchè aborro la legge del taglione, che non esistevano alternative reali all’esecuzione sommaria sul posto. Una volta individuato il covo di Osama e avuta la certezza che lui era nascosto lì, il solo finale possibile era il colpo in testa.

Sì, capisco, lo condanna non l'insieme delle prove ma il numero di persone che lo ritengono colpevole. Si figuri Zucconi, se io per ipotesi la ritenessi responsabile della Strage di Bologna, in quanti dobbiamo essere a pensarla così per poter “saltare” il processo? In quanti per poterla venire a prelevare a casa sua, per poterla torturare a norma di legge fino alla sua spontanea confessione? In quanti infine per poter saltare tutta questa inutile "burocrazia" e mandare direttamente i sicari dello stato a casa sua?

Si figuri, è solo una provocazione ovviamente, sono un obiettore non violento e pacifista. Però non credo che una condanna emessa dai mass media si possa anche solo lontanamente equiparare a quella di un tribunale.

Se poi un giorno volesse confrontarsi sui fatti concreti, e non sulle parole vuote, qui c’è un intero sito che rimane naturalmente a sua disposizione.

di Riccardo Pizzirani (Sertes)

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