09 settembre 2006

Quando la storia viene manipolata


Paolo Barnard, autore dell'interessantissimo volume "Perché ci odiano" pubblicato dalla Bur - ha espresso la sua opinione sul comunicato dell'UCOII e sulla situazione della comunità musulmana in Italia in due diverse email che ha avuto la gentilezza di inoltrarmi, e di cui pubblico molto volentieri alcuni stralci. Non voglio entrare nel merito dell'analisi del famigerato comunicato proposta in seguito, dal momento che la mia personale opinione su quel documento l'ho già espressa, e tantomeno sulla situazione dei musulmani in Italia, oggetto di numerosi post già pubblicati o che lo saranno tra breve. Ritengo comunque interessante dare spazio al punto di vista di un giornalista e di uno studioso che sarebbe opportuno conoscere, e magari in seguito - quando si saranno calmate le acque - approffondire e discutere, senza criminalizzazioni o isterismi, come sta purtroppo accadendo tuttora.

L'opinione di Barnard - sostiene lo stesso autore - deriva da uno studio approfondito e "sarebbe opportuno che io elencassi qui le prove di quanto affermo, ma non posso ovviamente riprodurre le oltre 340 pagine del mio libro". Consiglio quindi, ancora una volta, la lettura del libro su citato per capire da dove derivi un'opinione talmente "unpolitically correct" e direi persino rischiosa, soprattutto se espressa proprio mentre si sta discutendo di "cosa fare" dell'UCOII dopo la pubblicazione del comunicato in questione.

Per Barnard, "l’analogia fra i crimini israeliani e le pratiche naziste tracciata dall’UCOII è sicuramente uno sbaglio di comunicazione, ma vorrei sottolineare che nel merito essa è del tutto veritiera. Nel mio libro la documentazione storica, tutta esclusivamente di fonte ebraica autorevole, testimonia che in effetti Israele fin dalla sua nascita ha applicato in Palestina tecniche di discriminazione razziale e di terrore che ricalcano alla lettera la metodologia nazista e nazifascista con paralleli inquietanti persino nella ideologia sionista pre e post 1948, che vedeva e vede nell’arabo un "untermenschen" privo di qualità e di dignità umane. Il difetto dell’inserzione dell’UCOII sta solamente nell’aver 'brutalmente’ espresso quanto sopra alla ricerca di un effetto 'shock’ sul pubblico, probabilmente dettato dall’indignazione per quanto stava accadendo in Libano e dalla decennale frustrazione per l’indegno sistema di due pesi e due misure con cui sempre l’Occidente tratta le sofferenze arabe a fronte di quelle ebraiche. L’UCOII avrebbe dovuto invece condurre il pubblico italiano gradualmente attraverso una campagna di informazione di lungo respiro".

Barnard punta inoltre il dito contro "il sistema di due pesi e due misure e l’ipocrisia immorali che hanno sempre caratterizzato l’atteggiamento occidentale nei confronti della questione arabo-israeliana" che "vive e si nutre precisamente dell’assenza di verità storica sull’esistenza di un terrorismo ebraico dalle tinte talvolta neonaziste, che ha formato l’intera storia della nascita di Israele e che ancora oggi la forma, e che è ampiamente documentato oltre ogni possibile dubbio. Questo silenzio storico sulle sofferenze e sulle vite perdute di milioni di musulmani, sempre abbinato però a un’incessante (e in sé giusto) clamore per le sofferenze e per le vite perdute israeliane, ha permesso la nascita e la crescita proprio di quell’odio contro di noi che ha prodotto Al Qaida e ogni forma di terrorismo islamico-palestinese. Per fermare l’odio musulmano la verità va assolutamente raccontata, per quanto dura e scioccante, anche se certamente non con i metodi sbrigativi dell’UCOII. Secondo, non è possibile oggi alcun dialogo fra le parti, né alcuna speranza di pace, se la verità sui terrorismi non sarà appunto raccontata del tutto, se non sarà accettata e se le vittime arabe sottaciute e mai onorate non riceveranno pari dignità di quelle ebree. Chiedere alla parte araba di sedere ai tavoli di pace spazzando sotto al tappeto della Storia le immani ingiustizie e le atrocità che hanno patito per mano ebraica (col pieno appoggio occidentale) è assurdo e immorale, e in passato ha sempre condotto al fallimento delle trattative. Continuare così è sinonimo di rovina e di pericoli per l’intera umanità".

Nella sua seconda lettera, invece, Barnard si rivolge ad un dirigente musulmano e, idealmente, ai musulmani nel loro insieme dicendo: "Rendetevi conto: è in corso una immane campagna razzista di deumanizzazione del musulmano che deve essere ridotto a una figura infida, pericolosa e incompatibile con la modernità, e cioè un corpo alieno. E lei sa bene a cosa serve, e a chi serve, la deumanizzazione di un dato soggetto umano: serve a rendere possibile la sua repressione con metodi violenti senza suscitare reazioni di umano disgusto per quei metodi da parte delle opinioni pubbliche spettatrici. La Storia è zeppa di esempi, dalla Germania degli anni '30 e '40 contro gli ebrei, ai metodi di deumanizzazione del prigioniero politico in America Latina per permettere ai torturatori di seviziarlo senza crollare nel ribrezzo. Serve in altre parole a "rendere plausibile l'inimmaginabile" (Herman), e cioè, nel caso dell'Islam, a rendere plausibile la ancor maggiore brutalizzazione dei palestinesi fino al completamento della pulizia etnica della Palestina, e l'asservimento e/o abbruttimento sociale dei popoli musulmani che abitano i luoghi produttori di quelle risorse che devono "essere disponibili per il Mondo Libero" (NSC di Eisenhower), così che essi non siano mai più in grado di rivendicare per sé stessi quelle loro risorse. Questa non è dietrologia delirante. Sta accadendo già da decenni, e può accadere solo perché alle opinioni pubbliche occidentali fu venduta e ancora oggi è venduta una narrativa falsa su quasi tutto ciò che vi riguarda o che vi fu fatto. Dobbiamo invece, da occidentali, rivelare le verità della barbarie perpetrata dal mondo occidentale innanzitutto, poiché "oggi la gente non tollera più la barbarie, e se la scopre si mobilita per porle fine" (Chomsky).

Sherif El Sebaie
Fonte: http://salamelik.blogspot.com/

08 settembre 2006

Israele: un esercito senza storia


Se la percezione del suicidio di immagine registrato da “Israele” con la guerra di aggressione al Libano è immediata e senza appello a partire dai bombardamenti aerei su Beirut passando per la strage di Qana e finendo con la semina dei contenitori a grappolo sulle macerie dei villaggi colpiti (72 ore prima del “cessate il fuoco”, per rallentare l’opera di ricostruzione e colpire le popolazioni locali), è rimasta totalmente in ombra la dimensione e la profondità del K.O. subito a livello militare da Tsahal nello scontro con Hezbollah nel territorio della ‘Fascia Sud’.
Per facilità partiremo dalle immagini passate centinaia di volte sui media per celebrare la potenza di fuoco di “Israele” al ritmo - come si è voluto sostenere - di “1 colpo al minuto”: i semoventi d’artiglieria da 155 mm inquadrati sul terreno dalle telecamere a gruppi di 8-10 unità in azione isolata o congiunta di fuoco con centinaia di proiettili allineati e serventi di pezzo affaccendati a trasportare all’interno dei mezzi corazzati anche le cariche di lancio (contenitori cilindrici di colore bianco con polvere nera).
Saltando molte nozioni balistiche occorre sapere che il tiro di artiglieria è stato, in occasione di tutte le riprese televisive osservate, sempre ad alzo 45°, o giù di lì, alla massima gittata, mirato quindi sui villaggi e sulle città abbandonate dai profughi, per produrre più danni possibili ai centri abitati con l’obiettivo di fare terra bruciata al ritorno delle popolazioni locali colpevoli, nella logica di Tsahal, di appoggiare la struttura militare di Hezbollah.
Verrebbe da notare che “azioni belliche” dirette intenzionalmente contro villaggi, città e residenti sono nel diritto internazionale classificate come “crimini di guerra”.
In queste condizioni il fuoco di batteria è stato corretto sui dati della ricognizione aerea di zona che indica i livelli di distruzioni via via raggiunti sul terreno, per passare poi, secondo le priorità dei comandi di Tsahal, ad altri bersagli “paganti”.
Saltando problemi di effetto temperatura sulle anime dei cannoni, di umidità variabile delle cariche di lancio ed altro, si può affermare con tranquillità che sparare proiettili da 155 mm a distanze di 8-10 km può avere come obiettivo tattico solo bersagli civili di grosse dimensioni più che centri nemici di “punto” come posizioni fortificate di retrolinea o postazioni mobili di razzi Hezbollah.
Per capire l’usura e i costi di questo fuoco di artiglieria basterà pensare che l’interno dell’affusto del semovente dove scorre il proiettile spinto dalla carica di lancio, dopo 600-700 colpi deve essere completamente riallineato per mantenere l’efficienza della pressione di spinta, e dopo altri 400-500 colpi sostituito con costi altissimi.
Per quanto possa sembrare paradossale, la guerra di aggressione aerea, terrestre e navale al Libano è finita per costare ad “Israele” 6.8 miliardi di dollari, 1.7 miliardi di dollari in più di quanto occorrerà al Libano per ricostruire la sua economia e le sue infrastrutture. Queste indicazioni di spesa sono state rilevate dal quotidiano “New Yorker”, organo del Partito Comunista Americano, sul calcolo presunto dei costi per la “Israele Air Force” di 250 aerei F 15 e F 16 in azione di bombardamento per oltre un mese sul Libano, conteggiando uso del personale, i consumi dal carburante avio, fino al trasporto al bersaglio di 2 bombe da 500 pound ad ogni missione sugli obbiettivi in Libano. ;
Dal 1973 “Israele” ha ricevuto dagli USA linee di finanziamento, per acquisti militari, e crediti a fondo perduto per migliaia di miliardi di dollari.
Dopo la ritirata con la coda tra le gambe di Tsahal del 2000 dalla fascia a ridosso del confine “israelo”-libanese, Hezbollah ha costruito con l’assistenza di ingegneri militari migliaia di case isolate o a gruppi sui costoni delle colline, a ridosso di posizioni dominanti le vallate, disseminando il terreno di altrettante costruzioni che definiremo “falsi bersagli”.
Bersagli con le apparenze di fortini o di posizioni di osservazione. Con una particolarità. I capisaldi di difesa di Hezbollah sono stati costruiti invece con percentuali maggiorate di tondini di ferro, tetti orizzontali e solai in cemento spessorato.
In queste condizioni, le strutture portanti non collassano a sfoglia, ma rimangono in equilibrio precario senza seppellire sotto le macerie il piano terra. Sotto le fondamenta, in ordine sparso, sono stati costruiti dei rifugi antiaerei con più vie di fuga per l’esterno, su terreno libero. Hezbollah, coprendosi con un ombrello di “cemento armato” sulla testa , spesso a più piani, ha parzializzato gli effetti del bombardamento aereo con bombe a caduta libera da 350-500 pounds sganciate dagli F 16 e reso del tutto inoffensivo il tiro razzi aria-terra degli Apache e quello diretto, dei Merlava, da 120 mm capsulati.
Dal momento che un’abitazione del villaggio per essere approntata richiede gli stessi materiali per la costruzione di un bunker, a partire dallo sterro per la colata di cemento delle fondamenta, la ricognizione aerea e satellitare di Tsahal non è riuscita portare a termine una mappatura affidabile che distinguesse costruzioni “normali” da quelle con strutture ispessite e interrate da adibire a ricovero e protezione per i militanti di Hezbollah.
L’unico elemento che avrebbe potuto far distinguere a “Israele” l’obiettivo “vero” da quello “falso” con la ricognizione satellitare e aerea di zona era mantenere la contabilità aggiornata del numero dei viaggi delle betoniere costruzione per costruzione. Impresa pressoché impossibile che ha mandato, di fatto, a vuoto qualsiasi tentativo di osservazione e di classificazione dei bersagli da colpire, ammesso che sia possibile un bombardamento selettivo in grado di distruggere con precisione un bersaglio ed escluderne un altro con jets che spuntano velocità a media quota di 0.7-0.8 mach e che operano in condizioni di passaggio diretto sul bersaglio lanciando in sequenza di shaff alluminio magnesio per eludere la corsa a bersaglio di missili terra-aria Strela.
Tutte le strade di accesso ai villaggi, poco più che strade sterrate, costruite su tornanti “allungati”, sono state predisposte per interrare esplosivo plastico o posizionare cariche ai lati delle “strade”.
Il bombardamento aereo sulle strutture meno resistenti ha prodotto cumuli di macerie che sono state poi utilizzate da Hezbollah come centri di fuoco dotati di armi anticarro di grande precisione come i Kornet-E, con gittate, di giorno, oltre i 4.500 mt e una possibilità di perforazione di lastre d’acciaio di 1.200 mm, mentre nel combattimento ravvicinato il Partito di Dio ha usato gli RGP 39 con 500 mt di gittata anche come arma antipersonale contro Tsahal.
Il trasporto dei materiali edili per la fasciatura delle strutture in cemento armato ha permesso ad Hezbollah di trasportare a destinazione, sfuggendo anche qui alla ricognizione aerea e satellitare, esplosivi, mine anticarro, munizioni e armi leggere AK 47 e mitragliatrici AKM.
Per eludere e mandare a vuoto la ricerca aerea all’infrarosso, i nuclei di Nasrallah che operavano allo scoperto durante le ore notturne erano dotati di tute termiche di colore nero.
Il completamento di migliaia di abitazioni, dal 2000 al 2006, in aggiunta a quelle già esistenti, ha portato a un’efficace utilizzazione militare di queste strutture da parte di Hezbollah nel contrasto alla guerra di aggressione di Olmert e di “Israele”.
Gli appartamenti completati sono stati occupati dai combattenti del partito di Dio e dalle loro famiglie rinforzando un sistema di avvistamento e di allerta - specie nella fascia immediatamente a ridosso del confine, nei periodi precedenti l’aggressione di “Israele” - di grande efficienza, 24 ore su 24. Niente di quello che succedeva nell’area è sfuggito alla Milizia di Nasrallah.
Le strutture abbandonate sotto la pressione aerea, già minate, sono state fatte detonare a distanza da Hezbollah tutte le volte che un plotone o un unità di terra di Tsahal hanno preso possesso da vicino dei villaggi a ridosso del confine. In più casi, l’ utilizzo delle coperture ha portato all’annientamento di unità combattenti che avevano trovato rifugio all’interno delle stesse. Tsahal ha dovuto registrare la perdita di oltre 50 uomini prima di dover alloggiare all’aperto o in tenda i riservisti della fanteria esplorante.
Le perdite di Tsahal fin dai primi giorni dell’attacco via terra alla ‘Fascia Sud’ del Libano sono state ingenti. Sulla direttrice di attacco di Bint-Jbeil e Marun al-Ras, due villaggi a ridosso del confine, le forze corazzate di “Israele”, accompagnate da fanteria esplorante e da ricognizione blindata, hanno incontrato una forte resistenza.
I progressi sul terreno non hanno mai raggiunto profondità superiore a 1-3 km, mentre il controllo della zona, dopo una settimana, era ancora estremamente precario. La mobilità dei nuclei di Hezbollah, composti da unità di 7-8 combattenti armati di lanciarazzi e armi leggere, ha colto completamente di sorpresa lo stato maggiore di “Israele”.
Respinto l’attacco delle unità di élite di Tsahal che sono state ritirate dal campo con forti perdite, Hezbollah ha contenuto prima e contrastato poi con successo, in condizioni di inferiorità numerica di 1 a 10, la Brigata Golani e i battaglioni della Riserva della Israel Defence Force.
Per il Generale Halutz e il suo Stato maggiore il comportamento in battaglia delle Forze della Riserva è stato deludente. Per la prima volta nella “storia” di “Israele” l’assemblaggio sul campo di impiegati, operai dei kibbutz, universitari, professionisti e studenti delle scuole rabbiniche ha prodotto incertezze operative ed evidenziato larghi strati di demotivazione al combattimento.
Nel momento più intenso degli scontri, Hezbollah ha avuto sul campo 700 uomini.
Lo schieramento sul campo di Tsahal è stato tardivo e organizzato in condizioni di emergenza operativa rivelando crepe in coordinamento e logistica.
La mancanza di strade asfaltate ha reso problematico l’avanzamento dei carri da battaglia Merlava, costretti ad operare, proceduti da bulldozer, su percorsi accidentati e minati, esposti a contrattacchi anticarro di Hezbollah in zone rocciose a macchia mediterranea.
Un ambiente che ha offerto ottime capacità di mimetizzazione, appostamento e vie di fuga alla Milizia di Nasrallah, consentendole di limitare i caduti a qualche decina di uomini.
L’uso di formazioni di carri armati in colonna a quote collinari contraddistinte da vie di transito a scarsa carreggiata, sterrate, a tornanti lunghi, e da passaggi obbligati si è rivelato, e non poteva essere diversamente, un handicap strategico.
Le perdite di Tsahal al “cessate il fuoco”, in mezzi corazzati e blindati, possono essere riassunte in un numero non inferiore a 200 (duecento).
Le conferme sono arrivate da Victor Litovkin, un esperto militare di Ria Novosti, una delle più accreditate agenzie di stampa di Mosca. Ex ufficiale dell’Armata Sovietica, Litovkin può vantare, oltre a una riconosciuta serietà internazionale, un’ottima preparazione militare nel settore.
La sua relazione per “Reseau Voltaire” ha contabilizzato in 400 caduti e in oltre 1.000 feriti le perdite complessive di Tsahal nella ‘Fascia Sud’ del Libano. Da ricordare che i Merkava, come qualsiasi altro blindato, hanno un equipaggio formato da un conduttore, un armiere e un avvistatore capocarro.
Le azioni in profondità nella valle della Beqaa di commando di Tsahal alla ricerca e alla cattura, come è stato detto, di esponenti di primo piano di Hezbollah, e alla distruzione di depositi di razzi, si sono concluse con clamorosi e ripetuti insuccessi tattici.
Le forze elitrasportate di “Israele” sono state scoperte nelle fasi di trasferimento, attese e contrastate, ogni volta, duramente sul terreno da Hezbollah. Il ripiegamento dei commando è stato possibile solo con una forte copertura aerea.
La spiegazione va ricercata più che nella qualità professionale delle forze di Tsahal in una condizione di riequilibrio tecnologico sul terreno nell’avvistamento (satellitare dell’Iran?), radar (Siria?), nel probabile uso di U.A.V. (aerei senza pilota) e di un’efficiente comunicazione a terra di Hezbollah. Sull’intera ‘Fascia sud’ che va dal mare con una profondità di 8-10 km fino alle Fattorie di Shebaa, all’altezza del Golan e al fiume Litani, “Israele”, nell’ultima settimana prima del “cessate il fuoco”, ha operato più puntate di penetrazione, con fanteria a piedi, appoggiata da ricognizioni di Apache e appoggio di F 16 solo su direttrici di fondovalle sgombre da villaggi, città e posizioni fortificate di Hezbollah, con l’obbiettivo di tenere sotto controllo più terr eno possibile.
In queste condizioni, le linee di rifornimento di Tsahal si sono allungate fino al punto di non poter assicurare un’assistenza logistica e alimentare adeguata agli “scarponi” che aveva sul terreno, lasciandosi alle spalle e ai fianchi posizioni fisse e mobili di Hezbollah a qualche km di distanza. Una situazione tattica come, si può percepire, debole e sopportabile per tempi limitati.
Un altro aspetto da mettere in evidenza è stato il fallimento pressoché completo della Israel Defence Force nella distruzione di postazioni fisse e mobili di Hezbollah.
Il numero dei colpi piovuti dal Libano sull’Alta Galilea nell’arco di 3 settimane non ha subito interruzioni, a riprova della scarsa o nulla efficacia dell’azione d’individuazione e di distruzione dei punti e delle strutture di lancio di Hezbollah da parte dell’aviazione con la stella di David.
Si calcola che “Israele” sia stato colpito da oltre 4.500 razzi, di cui alcune decine (60) sono andati a bersaglio sulla città portuale di Haifa producendo danni di qualche entità a impianti industriali della zona.
Lo schieramento di batterie antimissile Patriot non ha sortito alcun effetto limitante. Non si è avuta notizia di lanci da parte di Tsahal contro razzi in arrivo sul territorio di “Israele”.
L’approntamento dei Patriot, con ogni probabilità, doveva servire a intercettare missili a maggior gittata e con tempi di percorrenza in volo più lunghi.
Il raggio d’azione di Hezbollah, con l’uso di razzi da 122 mm e 230 mm, è arrivato a 13 km con i Fajr, e ai 25-35 dei BM 21 e 31 lanciati da postazioni mobili sostenute durante le ore di luce da un’ottima mimetizzazione naturale e artificiale.
Postazioni carrate che dopo i lanci da rampe multicanna venivano opportunamente spostate sul terreno per non lasciare bersagli fissi ai jets di “Israele”.
Le vampe di lancio, lasciando una coda termica e una scia di fumo, permettono una rilevazione all’infrarosso e di immagini satellitari e la trasmissione di coordinate a terra e in volo che possono portare alla distruzione delle rampe. In più occasioni Hezbollah ha dato prova di disporre di un arsenale più agguerrito di quello usato sul campo come risposta all’aggressione di Tsahal al Libano. Si sono avute infatti notizie di singoli lanci Hezbollah che hanno raggiunto aree prossime alla città di Hadera e alla Cisgiordania Occupata con portate di tiro sui 70 km.
Un altro devastante insuccesso “Israele” l’ha incassato sul mare. La sua Marina da Guerra è uscita dal confronto con Hezbollah annientata per oltre metà della sua capacità bellica. Le perdite del personale imbarcato, per quanto difficili da quantificare nei numeri, sono state, come a terra, molto elevate.
L’affondamento al largo di Beirut e di Tiro di 3 modernissime unità capoclasse portaelicotteri, corvette da 850 tonnellate SAAR 5 con profili di coperta stealth, di fornitura Ingoold-USA e di una cannoniera SAAR 4.5 ad opera di batterie costiere di missili antinave C 801-2 di Hezbollah ha finito per dare risultati e significati diversi al confronto “Israele“-Libano da quello inizialmente sperato dall’Amministrazione Bush e messo in piedi con una guerra di aggressione dal governo Olmert.
La spallata auspicata dall’Amministrazione USA per la creazione di un “nuovo Medio Oriente“ si è rivelata un colpo lanciato nel vuoto che rafforza la capacità politica, militare e di immagine di Hezbollah e del Governo Siniora nel Medio Oriente e nel Golfo Persico, rafforzando il potere contrattuale di Siria e Iran.
L’America e “Israele” dovranno, in forza dei risultati raccolti sul campo, rivedere in profondità la loro strategia militare e, allo stesso tempo, ridimensionare molte delle ambizioni politiche e strategiche che coltivavano nella Regione.

Giancarlo Chetoni

06 settembre 2006

Tra il sacro ed il profano


Il seguente testo non vuole essere un attacco ai cattolici, molti dei quali sono persone degnissime ed in buona fede, ma una denuncia dell’inganno che si perpetua da millenni.

Anche se ho già affrontato il tema da differenti angolazioni, ritorno sull’argomento, essendo stato sollecitato da alcuni gentili lettori, per dare ulteriori delucidazioni. In primo luogo, vorrei raccontare un aneddoto: qualche giorno addietro, stanco di leggere i soliti stereotipati e fiacchi commenti circa il conflitto tra Israele ed Hezbollah, in cui si citavano olmert, diciamo d’alema, prodi, annan… cadendo nei più vieti luoghi comuni, ho scritto un commento in cui esortavo a considerare il ruolo dell’Opus diaboli (impropriamente Opus Dei), dei Gesuiti, del Vaticano, dei Cavalieri di Malta nel contesto internazionale in merito a conflitti, pedofilia, satanismo, controllo delle coscienze etc. La constatazione non è poi così peregrina: basti pensare alle banche cattoliche che primeggiano non certo nell’investimento in santini da vendere alle beghine che frequentano le chiese, ma in armi. Le armi si vendono ai belligeranti che notoriamente le usano per uccidere e distruggere. Sarebbe sufficiente questo per inchiodare la Chiesa massonica diabolica romana alle sue responsabilità, ma la Chiesa di Roma è molto più di una società di usurai istigatori di guerre.

Dicevo del commento: un utente del forum, credendo di essere ironico, mi ha esortato a scrivere un libro per collocarlo accanto al romanzo di Dan Brown, Il codice da Vinci. Qual è il motivo di questa stupida reazione? La maggior parte delle persone è abituata a pensare alla Chiesa di Roma come ad un club di decrepiti, panciuti e paciosi cardinali, amanti della buona cucina, rimbambiti, lussuriosi ed avidi, con tutto il corteo di vescovi altrettanto mangioni e libidinosi. Sono spesso considerati dei privilegiati che vivono nel lusso, dei gaudenti del tutto disinteressati a quello che accade intorno a loro. Si pensa quindi ad un’istituzione antiquata, ma tutto sommato non molto pericolosa, nonostante la presenza di certi sacerdoti lascivi ed alcuni cardinali finanzieri. Si crede che sia un'istituzione in crisi, a causa dello strapotere di logge e multinazionali. In realtà la Chiesa cattolica è una multinazionale: droga, pedofilia, satanismo non sono deviazioni della Chiesa, ma la sua quintessenza da sempre, anche se in forme differenti attraverso i secoli.

Il papa nero, ossia il generale dei Gesuiti, Hans Peter Kolvenbach,
è uno degli uomini più potenti ed intriganti che esistano. Nel libro Trance formation of America, gli autori spesso si riferiscono al pontefice, intimo amico di Ronald Reagan, come a persona al centro di loschi traffici: smercio di stupefacenti, pedopornografia, rituali luciferini, operazioni bancarie disinvolte, sacrifici umani, turpi collaborazioni con la Criminal Infamous Agency etc. Il pontefice contemporaneo di Reagan era Giovanni Paolo II, proprio lui, anche se probabilmente era una persona dalla mente controllata con droghe e con altri sistemi (Vedi Oltre l’MK Ultra).

Insomma la Chiesa di Roma, con le sue influenti diramazioni, è la cloaca in cui si riversa ogni liquame maleodorante. La Chiesa di Roma è la centrale operativa del crimine planetario: essa controlla la Massoneria, anche se ci fanno credere che sia in conflitto con le logge massoniche. Chi ce lo fa credere? Introvigne: ma lo avete visto, con quegli occhi satanici? Avete sentito quella voce chioccia? In confronto, la visione di un demone è rassicurante. Ci raccontano anche che la Chiesa cattolica è in contrasto con Scientology ed i Testimoni di Geova: quanti sanno che nell’Impero di USAtana il Vaticano ha stipulato un accordo con la congregazione fondata da Ron Hubbard per l’acquisizione di importanti istituti di credito? Quanti sanno che i cattolici nascondono, proprio come i testimoni di Geova, in immagini sacre apparentemente innocue, anche se kitch, simboli demoniaci e blasfemi (Vedi La chiave di volta). Quanti sanno che il Vaticano è implicato nell’infame operazione “scie chimiche”? (Vedi S. Pietro non scia) D’altronde dove si reca papa Ratzinger, gli aerei non passano. Leggete la risposta di Alfredo Lissoni, ufologo ed insegnante di religione, ad un lettore allarmato per il problema delle scie velenose. Lissoni, che pure si vanta di aver scritto dei libri sul governo occulto mondiale e sui segreti della C.I.A., farfuglia parole sguscianti, ambigue, inconsistenti, evasive. Visitate il sito di Blondet: non troverete neppure un articolo sul tema. Chissà perché… Sono questi gli “intellettuali cattolici”, figure lobotomizzate per mezzo di una religione fondata da un astuto e spregiudicato ebreo della Cilicia al servizio dei padroni Romani, una religione creata, mescolando rozze e sanguinarie credenze pagane ed ebraiche solo per rincretinire la gente, convincendola che due più due dà cinque. Sono questi gli intellettuali cattolici, furbastri ignoranti come socci mi scocci che promuovono la fanatica fede in madonne ologrammi, in fenomeni da baraccone. Quali sono poi i politici cattolici? andreotti-belzebù, il dottor Balanzone, belzebusconi… Ci si può fidare di costoro?

La Chiesa universale non è contro gli Stati Uniti ed Israele a favore degli Arabi o viceversa, poiché essa, con il suo immenso potere, manipola tutti i contendenti. Ovviamente, per riprendere una metafora di Icke, cattolici e massoni non di rado si azzuffano, quando bisogna spartirsi il bottino, ma sono come quei gangsters che litigano ferocemente dopo che, messa a segno la rapina in banca, si devono dividere i soldi. State certi che, in questi casi, la Chiesa di Roma fa quasi sempre la parte del leone, anzi… dell’orso.

Qualcuno esigerà che io esibisca delle prove di tutto ciò. Le prove esistono: basta saperle cercare. Si considerino i simboli luciferini (vedi L’arma di Benedetto XVI); si studi la storia e si analizzi la cronaca: la Chiesa di Roma è sempre stata al centro dei più efferati episodi, dalla persecuzione degli “eretici”, allo sterminio dei Catari, dalla distruzione della cultura Maya alle stragi di Ebrei, Ortodossi e Rom in Croazia con Pavlevic, santificato da quel sant’uomo di Giovanni Paolo II, alla guerra tra Hutu e Watussi fomentata da Radio Vaticana, fino agli omicidi eccellenti di Calvi e Sindona ed alle morti per tumore causate dalle antenne della micidiale emittente.

L’albero si vede dai suoi frutti: l’albero della Chiesa cattolica non può essere potato, perché la Chiesa tutta è corrotta e corruttrice. L’albero dev’essere svelto e bruciato.

tratto da zret.blogspot.com

05 settembre 2006

Tesla e l'energia cosmica


Ricostruire la teoria dell'Energia cosmica di Tesla è spesso difficile. I suoi documenti così come i suoi progetti sono stati rubati e ben nascosti, per poi divenire "riservati per motivi di sicurezza nazionale", mentre i suoi 700 brevetti, al cui interno troviamo sporadicamente dei riferimenti, sono stati resi introvabili, come se si fossero dissolti nel vuoto, o nel forzieri delle società degli Illuminati.

In occasione del suo 79° compleanno, nel 1938, cinque anni prima della sua morte, annunciò la più grandi scoperte della sua vita e disse che presto le avrebbe donato a tutto il mondo, non appena avesse completato lo sviluppo degli aspetti più segreti. Tesla si riferiva alla Teoria Dinamica della Gravità e all'Energia del Cosmo, che era poi la scoperta di una Verità fisica nuova, non c'è energia se non quella che riceviamo dall'ambiente.
Nella sua breve introduzione alla teoria Tesla precisò che si riferiva a molecole ed atomi così come ai più grandi corpi stellari, "... a tutti i corpi presenti nell'universo in ogni fase della loro esistenza dalla formazione all'ultima disintegrazione". La teoria della relatività spesso si riferisce ad "energia pura" in qualche "forma", ma in realtà l' energia è un "potenziale" astratto che è sempre nel futuro. Come si può distinguere le forze dell'universo in ciò che è puro o ciò che ha una forma?!
Brevetto Tesla

Nei suoi scritti troviamo spesso espressioni poetiche, dall'enfasi di un vero visionario, come quella che descrive la terra come la "stella della nascita umana", e che usando il "fulmine di Giove", ( dio del cielo Indoeuropeo ) l'uomo "annichilisce il tempo e lo spazio", alludendo one all'uso dell'elettro-propulsione ("fulmini"), per viaggiare velocemente e annullare tempo e spazio . Tesla dunque ha delineato la sua Teoria Dinamica della Gravità in una prosa onirica, di straordinaria bellezza.
Tesla coil
"L'etere è portatore di luce e riempie ogni spazio, l'etere agisce come forza creativa che dà la vita. Viaggia in "turbini infinitesimi" ("micro eliche") prossime alla velocità della luce, divenendo materia misurabile. La sua forza diminuisce e arriva a terminare del tutto, regredendo in materia, secondo una specie di processo di decadimento atomico. Gli uomini possono dunque imbrigliare questi processi di passaggio dall'energia alla materia, e dunque può catturare materia dall'etere, alterare la grandezza della Terra, controllare le stagioni, guidare la rotta della terra attraverso l'Universo, come una navicella spaziale, e poi causare collisioni di pianeti per produrre nuovi soli e stelle e dunque, calore e luce. L'uomo può originare e sviluppare la vita infinitamente."

Tesla si riferiva ad un' energia illimitata, catturata dall'ambiente che ci circonda, e la sua scoperta viene da un'altra ben più grande, quale la possibilità di convertire l'energia ad una forza più forte - mediante l'elettropulsione, che viene usata per controllare la forza di gravità più debole.
Turbina Tesla
Ma cos'è l'etere di Tesla?
Non era né etere "solido" di Maxwell e Hertz, né quello gassoso di Lorentz. L'etere di Tesla consiste in "cariche immerse in un fluido isolante" che riempie ogni spazio. Le sue proprietà variarono a seconda del suo movimento relativo e dalla presenza di massa e di un ambiente elettrico o magnetico: l'etere di Tesla veniva irrigidito variando rapidamente forze elettrostatiche, e viene coinvolto così in effetti gravitazionali. "La terra è - come ha spiegato Tesla, una palla di metallo caricata che si muove attraverso spazio" e che crea un'enorme quantità di energia variando rapidamente forze elettrostatiche, che diminuiscono di intensità". Lui illustra come i moti meccanici sono prodotti da una forza elettrostatica diversa che agisce attraverso un mezzo gassoso, che è eccitata dai cambi rapidi di potenziale elettrostatico. Se si presume che enormi stress elettrostatici agiscano, attraverso questo mezzo, variando rapidamente di intensità, si potrebbe muovere un corpo attraverso di lui.

L'etere è normalmente neutrale elettricamente, e penetra ogni materia solida. "L'energia" non esiste in forma fisica, ma è "il potenziale di lavoro" è "tempo" che è una misurazione arbitraria della percentuale di moto della materia che attraversa lo spazio pieno di etere. Tutti gli eventi accadono nel presente, ed il "passato" e "futuro" sono soltanto metafore.
Questa energia" "gratis che è illimitata è universalmente lavoro potenziale, creato dal moto perpetuo della materia e dal cambio perpetuo di forze più forti e più deboli attraverso le quale viene mantenuto l'equilibrio dell'universo. Quando la materia solida viaggia attraverso lo spazio, subisce il "vento dell'etere" e le differenze in potenziali elettrici provocano dei cambiamenti nel dislocamento elettromagnetico all'interno della massa ed del vento dell'etere. Il campo elettrico della terra crea il dislocamento magnetico all'interno dell'etere e lo accumula all'interno del campo elettrico di terra. La differenza tra il dislocamento magnetico all'interno di una massa ed il dislocamento magnetico fuori della massa dell'etere è la "gravità" ".

Il Governo Segreto ha finora controllato la tecnologia di elettropulsione per difendere gli interessi dei monopolisti internazionali. Le navi ad elettropulsione sono nascosti attraverso "effetti speciali", e la disseminazione di false origini "aliene", attraverso i gruppi di "UFOlogia" condotti da agenti segreti del governo. L'accesso alla verità consentirà la creazione della free energy che ci porterà alla conquista dell'indipendenza e alla sopravvivenza, e nonostante la confusione delle grandi bugie, e l'abuso giudiziale e socio-economico dallo stato sociale, noi possiamo riportare alla luce la scienza e la tecnologia vera.

I terroristi del governo


Come ogni anno, il Gotha dell’economia, dell’industria e della politica s’incontra a settembre a Cernobbio per definire le linee guida dell’economia italiana: l’anno economico non inizia mai il primo di Gennaio ma il primo di Settembre, dopo il ritorno dalle vacanze e quando si deve preparare la Finanziaria.
Ah, che bel gioco la Finanziaria ! Uno spazio tutto virtuale nel quale scrivere cifre che non saranno mai vere, perché tutti sanno che le cose andranno diversamente, ma è importante sapere che a settembre lo Stato deve redigere la sua legge Finanziaria: uno Stato rimandato a settembre tutti gli anni.
A settembre tutti sono più seri ed attenti: le parole che più vanno di moda sono “rigore” e “sviluppo”, mentre “speranza” e “benessere” vengono rinviati alla prossima campagna elettorale, mica sono fessi.
Per giustificare quello che ci fregheranno nel prossimo anno devono trovare delle giustificazioni: gli scorsi anni era la crescita a non essere sufficiente, il gettito fiscale scarso (con tutti quei condoni…) e bisognava tirare la cinghia.
Oggi la crescita è un po’ aumentata ed il gettito fiscale pure: come giustificare la “mannaia” per il 2007?
La prima scusa è l’Europa: ragazzi, se vogliamo rimanere in Europa mettetevi a novanta gradi e rimaneteci, perché per stare nell’UE bisogna sollevare il sederino, non lamentarsi e, possibilmente, cantare.
Per parecchi anni Tremonti fece delle leggi Finanziarie che non vinsero il primo premio soltanto perché quelle di Paolo Cirino Pomicino sono tuttora un record imbattuto: l’ex ministro democristiano ripropose il famoso “gioco delle tre carte” nella finanza, dopo che era stato proibito persino nelle aree di servizio delle autostrade.
Nel 1992, l’allora ministro Goria se ne andò in televisione a dire che “entro qualche mese non ci sarebbero più stati soldi per pagare stipendi e pensioni”, ed inaugurò con quell’esternazione una serie di Finanziarie che ricacciarono in gola agli italiani la voglia di vivere. Non si fanno più figli in Italia? E lo crediamo bene: con la cinghia che ci fanno tirare passa anche l’appetito, altro che far figli.
Quest’anno va molto di moda la “questione” pensioni: dobbiamo risistemare le pensioni perché ce lo chiede l’Europa, perché la gente invecchia e non si decide a morire (ma vi sembra questo il modo di comportarvi nell’economia liberista globalizzata?), cosicché la finanza langue per colpa di legioni di sciagurati pensionati che dilapidano la ricchezza del Paese, comprando pane, latte e – la domenica – un biglietto del tram per andare a trovare i nipotini.
Abbiamo cercato di ridurre la sanità al minimo per cercare di farli ragionare – è forse bello continuare a sopravvivere in questo modo? – ma gli italiani resistono e non crepano, accidenti a loro.
Non importa se Tremonti presentava delle Finanziarie dove sosteneva di colmare i “buchi” di bilancio vendendo la Fontana di Trevi – almeno Totò lo sapeva fare veramente – perché le famose “cartolarizzazioni” altro non sono che operazioni di bilancio nelle quali si mettono nella colonna delle entrate le possibili vendite di beni dello Stato. E’ ancor peggio che vendere l’argenteria: l’orologio d’oro si può portarlo al Banco dei Pegni, le case e le vecchie caserme bisogna trovare qualcuno che le compri.
Se qualcuno ha ancora dei dubbi, provi a considerare di pagare una rata del mutuo con la promessa della futura vendita di un bosco ereditato da un lontano parente: se la Banca lo accetta…per lo Stato, invece, la cosa è accettata senza condizioni.
Il bello della faccenda è che per anni l’UE ha accettato le Finanziarie piene dei “pagherò” che Tremonti s’inventava da un giorno all’altro: le case dei militari, i palazzi della politica (quelli li ha venduti, e lo Stato li affitta con una pigione annua astronomica, che in pochi anni restituirà ai “buoni” acquirenti – i soliti ignoti – l’intero capitale), le spiagge. Se fosse rimasto sulla poltrona dell’Economia siamo curiosi di sapere cosa si sarebbe inventato: la vetta del Cervino? l’interno dell’Etna? il fondo del Tirreno?
Eppure – meraviglia delle meraviglie – l’Europa accettava tutto, anche i biglietti delle Ferrovie obliterati.
Cambia il governo e da Prodi, l’Europa, s’attende serietà: come può non essere serio l’ex presidente della Commissione Europea?
Finalmente riforme “strutturali”, ossia mettersi a novanta gradi: quando sento la parola “strutturale” – non so perché – avverto un brivido lungo la schiena.
La prima riforma è quella delle pensioni: italiani, lavorate di più e sbafate di meno! Qualcuno ricorda che Berlusconi diminuì le aliquote IRPEF (le imposte sul reddito delle persone fisiche) per i redditi che superavano i 500.000 euro annui? Lor signori devono continuare a pagare meno tasse e noi dobbiamo farci tagliare le pensioni?
Puntualmente, giungono statistiche allarmanti (per noi che dobbiamo rimanere a novanta gradi) e rassicuranti per coloro che devono sorvegliare che ci restiamo, ben fermi e senza protestare troppo.
“La spesa pensionistica – nel 2006 – è aumentata di 3,8 miliardi”. Punto. Messa giù così sembra una sentenza senza appello: fintanto che non troveremo i 3,8 miliardi – cari italiani – rimanete con il sedere all’aria.
Se invece ci prende la curiosità d’andare a verificare a quanto ammonta la spesa pensionistica in Italia la cosa si sgonfia da sola: furono 151,8 miliardi nel 2005 e dovrebbero essere circa 155,6 miliardi nel 2006, il che significa che la spesa pensionistica è aumentata di circa il 2,5%, ossia pressappoco come l’inflazione (quella che ci raccontano) e le retribuzioni (che, con il trucco di dare gli arretrati a contratto abbondantemente scaduto, è un’altra presa per i fondelli[1]).
Potrà esserci lo scarto di qualche decimale, ma non sembra proprio che su simili valori si possa intessere una retorica da Repubblica di Weimer. Io, quasi quasi, mi rialzerei e proverei a riallacciarmi i calzoni.
Come possiamo chiamare questo modo di fare?
Terrorismo economico, disinformazione, presa per il…
Non importa: vediamo, invece, come i nostri solerti parlamentari hanno risolto per loro stessi il problema delle retribuzioni e delle pensioni:
Stipendio base Euro 9.980
Portaborse Euro 4.030 (normalmente un parente)
Rimborso spese affitto Euro 2.900
Indennità di carica Euro 335 - 6.455 (secondo la carica)
Stipendio totale Euro 19.150
Oh, per lo stipendio siamo a posto…l’ultimo aumento – a gennaio 2005 – era stato di “soli” 1.135 euro il mese: ah, attenzione, per non infastidire la ragioneria dello Stato con elaborati calcoli, tutti gli emolumenti sono esenti da tasse. Fra un po’ saranno due anni senza aumenti…che dite, è ora di “ritoccare” un po’ lo stipendio?
E per i “trombati”, ossia per coloro che non riescono nemmeno più a rimediare un posto da consigliere regionale, provinciale, comunale…che si fa?
Il dramma della disoccupazione colpisce senza preavviso: da un giorno all’altro ti ritrovi senza portaborse, solo in una piazza romana spazzata dal vento e ti tocca osservare i tuoi ex colleghi che entrano a Montecitorio e che ti salutano appena. Sì, sei diventato come un lebbroso, un clochard da evitare: chissà se avranno anche cancellato il mio numero di cellulare dal loro?
Adesso ti tocca comprare la scheda del telefonino, pagare il dentista, il ristorante…
Sì, perché ”prima” avevi gratis: cellulare, cinema, teatro, spese postali, autobus, metropolitana, ferrovie, aerei (nazionali), autostrade, piscine, palestre, cliniche, ristoranti…
Chi non ha mai provato sulla propria pelle il dramma di perdere il posto di lavoro non potrà mai capirli: per fortuna, molti italiani possono – dopo che i vari boiardi di Stato si sono “mangiati” la chimica, l’elettronica e tanto d’altro – comprenderli per aver vissuto personalmente quell’esperienza, e potranno capire perché – dopo soli 35 mesi da parlamentari – hanno diritto a ricevere una pensione di circa 3.000 euro. Poveracci, caduti così in basso. Noi contiamo gli anni, loro i mesi; per noi le pensioni si contano con le centinaia, per loro con le migliaia: e che volete che sia un piccolo salto d’esponente!
tratto da Carlo Bertani

03 settembre 2006

La Federal Reserve è una compagnia privata


Diamo, ancora, qualche informazione sulla Federal Reserve.
Una delle preoccupazioni più comuni, tra la gente che si occupa attivamente di ridurre le tasse, è “Se trattengo i miei soldi, impedirò al Governo di pagare i suoi conti?”. La moderna tassa sul reddito non è stata fatta né pensata per pagare i servizi offerti dal governo. Il suo scopo è di pagare per il sistema privato della Federal Reserve.
Nel dizionario "Black Law" si definisce la Federal Reserve come "una rete di dodici banche centrali cui appartiene la maggior parte delle banche e della quale le banche con statuto statale possono essere proprietarie. Le regole societarie impongono un investimento in azioni e delle minime riserve."

Sono banche private quelle che possiedono le azioni della Federal Reserve. Questo venne spiegato in dettaglio nel processo "Lewis contro Stati Uniti" (seconda serie del Federal Reporter, volume 680, pagine 1239, 1341 del 1982), dove la corte disse: "Ogni ‘Federal Reserve Bank’ è una società separata posseduta da banche commerciali della sua regione. Le banche socie eleggono i due terzi del consiglio di amministrazione composto da nove membri di ciascuna banca."

In modo simile, le banche "Federal Reserve", nonostante siano pesantemente regolate, sono controllate localmente dalle banche socie. Dando un altro sguardo al dizionario "Black Law", troviamo che queste banche, possedute da privati, emettono moneta: "Federal Reserve Act: legge che creò le banche della Federal Reserve che agiscono come agenti nel mantenere riserve monetarie, nell'emettere moneta sotto forma di banconote, nel prestare moneta alle banche e nella supervisione delle banche. Amministrata dal consiglio d'amministrazione della Federal Reserve (Federal Reserve Board)."

Le banche della FED, che sono private, emettono, ovvero creano, la moneta che usiamo. Nel 1964, la Commissione Camerale sulla Pratica Bancaria e la Valuta , il sottocomitato sulla Finanza Interna, nella seconda sessione dell'88esimo Congresso, pubblicò uno studio intitolato "Fatti sulla Moneta", che spiegava bene che cosa è la FED : " La Federal Reserve è una macchinetta che crea moneta. Può emettere moneta o assegni. Non ha il problema di coprire C'li assegni perché può ottenere le banconote da 5 e 10 dollari, necessarie per coprirli, semplicemente chiedendo all'ufficio del conio del Ministero del Tesoro di stamparle."

Come tutti sappiamo, chiunque abbia un sacco di soldi ha molto potere. Immaginatevi un gruppo di persone che ha il potere di creare i soldi. Immaginatevi che potere questi possono avere. Questo è quello che è la FED. Nessun uomo denunciò maggiormente il potere della FED quanto Louis T., Presidente della Commissione Camerale Bancaria negli anni '30. Egli puntualizzava costantemente che le questioni sull'emissione monetaria non dovevano essere partigiane, e criticava le amministrazioni sia di Herbert Hoover che di Franklin Roosevelt.
Ecco come McFadden descriveva la FED , il 10 giugno 1932 (Verbale del Congresso, Camera, pagine 1295 e 1296):

"Signor Presidente, in questo paese abbiamo una delle istituzioni più corrotte che il mondo abbia mai conosciuto. Mi riferisco al consiglio d'amministrazione della Federal Reserve ed alle banche Federal Reserve. Il consiglio d'amministrazione della Federal Reserve, un consiglio d'amministrazione di Governo, ha fregato al Governo degli Stati Uniti ed al popolo statunitense abbastanza soldi da estinguere il debito pubblico. Le predazioni e le ingiustizie del consiglio d'amministrazione della Federal Reserve e delle banche Federal Reserve, sono costate a questo paese soldi a sufficienza per ripagare numerose volte il debito nazionale. Questa maligna istituzione ha impoverito e rovinato il popolo degli Stati Uniti, è andata in bancarotta ed ha portato alla bancarotta il Governo. Qualcuno pensa che le banche Federal Reserve siano istituzioni degli Stati Uniti. Non sono istituzioni statunitensi. Sono monopoli di credito privati che si basano sul popolo statunitense per arricchire sè stessi ed i loro clienti stranieri. gli speculatori e predatori interni e stranieri, e i ricchi predatori usurai. In questa oscura cricca di pirati finanziari ci sono quelli che taglierebbero la gola di chiunque per sottrargli un dollaro dalle tasche, vi sono quelli che mandano soldi negli stati per comprare i voti per controllare la nostra legislazione, e ci sono quelli che mantengono una propaganda internazionale allo scopo di ingannarci e di spingerci a fornire nuove concessioni che gli permetteranno di insabbiare le loro malefatte precedenti e di rimettere in moto il loro gigantesco treno criminale. Questi 12 monopoli privati vennero slealmente ed ingannevolmente imposti a questo paese da banchieri che venivano dall'Europa e che hanno ripagato la nostra ospitalità minando alla base le istituzioni americane."

Louis T. McFadden morì per un "improvviso attacco cardiaco" il 3 ottobre 1936. Come scritto da Robert Edward Edmondson, sul Pelley’s Weekly del 14 ottobre 1936, McFadden era stato fatto precedentemente oggetto di due attentati alla vita. Gli vennero sparati due colpi d'arma da fuoco che per fortuna lo mancarono mentre stava prendendo un taxi. In seguito, tentarono di avvelenarlo durante un banchetto: un medico che era presente gli effettuò subito una lavanda gastrica e lo salvò.
La FED in pratica funziona così: il Governo ha garantito il potere di emettere moneta alle banche della FED. Queste creano moneta, poi la prestano al governo caricando gli interessi. Il governo preleva la tassa sul reddito per pagare gli interessi sul debito. Su questo punto è interessante notare che sia il 'Federal Reserve Act” che il sedicesimo emendamento, che dava al Congresso il potere di raccogliere la tassa sul reddito, vennero promulgati assieme nel 1913. L 'incredibile potere che la FED ha sull'economia viene universalmente riconosciuto. Alcune persone, specialmente nell'ambiente bancario ed accademico, addirittura lo appoggiano.

Tuttavia vi sono quanti, sia in passato che oggi, lo denunciano. Uno di questi uomini era il presidente Kennedy. I suoi sforzi vennero elencati in dettaglio nel libro Crossfire di Jim Marrs, del 1990:

“Un altro aspetto tralasciato del tentativo di Kennedy di riformare la società americana riguarda la moneta. Plausibilmente Kennedy riteneva che, ritornando alla Costituzione, la quale afferma che solamente il Congresso può coniare e regolare la moneta, il crescente debito nazionale poteva essere ridotto smettendo di pagare interessi ai banchieri del sistema della Federal Reserve, che stampava cartamoneta e la prestava al governo contro interessi. Egli si mosse in questo campo il 4 giugno 1963, firmando l'Ordine Esecutivo 11110 che chiedeva l'emissione di 4.292.893.815 dollari in banconote statunitensi attraverso il Tesoro anziché usando il tradizionale sistema della Federal Reserve. Quello stesso giorno, Kennedy firmò una legge che cambiava la garanzia dei biglietti da 1 e 2 dollari - da argento in oro - aggiungendo forza all'indebolita valuta statunitense."


Biglietto da 5 dollari del 1963. Notare la scritta in alto: "UNITED STATES NOTE", cioè "biglietto degli Stati Uniti d'America", quindi dei cittadini statunitensi!


I dollari (privati) della Federal Reserve hanno invece la scritta "FEDERAL RESERVE NOTE", e cioè "biglietto della FED", quindi dei banchieri!!!

Il "Comptroller of the currency" di Kennedy, James J. Saxon, venne in contrasto con gli organi della Federal Reserve per qualche tempo, incoraggiando poteri di maggior investimento e di credito per le banche che non erano parte della FED. Saxon aveva anche stabilito che queste banche potessero sottoscrivere titoli statali e locali, indebolendo così maggiormente il potere delle banche legate alla FED.

Come abbiamo già accennato, nel 1963, in base al decreto Kennedy, venne emessa una nuova serie di banconote con l'iscrizione "United States Note" invece di "Federal Reserve Note". Queste banconote riproducevano in rosso il sigillo ed il numero di serie, invece che in verde come quelle della Fed (i cosiddetti "verdoni"), ma vennero presto ritirate dalla circolazione dopo la morte di Kennedy. Secondo informazioni reperibili nella libreria del Comptroller of the Currency, la legge 11110 è ancor oggi in corso di validità legale, anche se le amministrazioni successive, ad iniziare con quella del presidente Lyndon B. Johnson, l'hanno semplicemente ignorata tornando alla pratica di pagare interessi sulle banconote della FED. Tuttavia, nel 1966, il Dipartimento del Tesoro USA emise una ultima serie di "United States Note" da 100 dollari, ma queste banconote non vennero distribuite al pubblico. Esse vennero accantonate segretamente in una stanza, considerandole - de jure - come se fossero state effettivamente messe in circolazione. Oggi gli americani continuano ad usare le banconote della Federal Reserve, ed il deficit USA a raggiunto il suo massimo storico.

Il fatto è che la tassa sul reddito che i cittadini americani stanno pagando (tramite l'IRS), non viene usata per pagare i servizi governativi: serve per pagare gli interessi ai banchieri privati che si nascondono dietro ai soci della Fed. Questa tassa potrebbe essere eliminata semplicemente ristabilendo le "United States Note"
Il Dipartimento del Tesoro USA, Il Ministero del Tesoro statunitense, dispone di un proprio servizio di intelligence: l'USSS, "United States Secret Service". Secondo la legge USA sulla libertà di informazione, la "Freedom of Information Act" - detta anche "FOIA" - ci si può rivolgere a loro per qualsiasi ulteriore delucidazione:
United States Secret Service - Latita M. Huff - Branch Chief Suite 3000, 950 H Street, N.W. - Washington, D.C. 20223
Tratto dal libro Bankenstein di Marco Saba

02 settembre 2006

Mi hanno fatto perdere la guerra i media


Don Rumsfeld potrà fare schifo come Segretario alla Difesa, ma è il miglior scarica-barile che questo paese abbia mai avuto.

Non è mai colpa sua. Non Guantanamo, non Abu Ghraib, non Falluja, non Haditha, non la de-baathificazione, non l'insorgenza; nulla. Mai.

Ovviamente, da quando il bronzeo torso di Saddam ha colpito il pavimento di Fidros Square, l'occupazione si è progressivamente svelata ed è divenuta un pantano. Ma neppure quello è colpa di Rummy. Come ha detto il Presidente Bush, "Sta facendo un diamine di lavoro".

Ieri il Segretario alla Difesa Houdini ha fatto bella mostra dei suoi talenti di scusa in un discorso alla base aero-navale di Fallon in Nevada. Ha accusato i gruppi terroristi di "manipolare i media" per erodere il supporto alla guerra al terrore.

"Quello che mi preoccupa di più", ha opinato, "è il modo in cui stanno attivamente manipolando i media in questo paese. Possono mentire con impunità... Quella è la cosa che mi tiene sveglio la notte".

Alcuni di noi speravano che fosse l'Iraq a tenere Rummy "sveglio la notte"... o forse lo scocciante tema delle torture e degli abusi che continua a spuntare nei giornali. Ma, noooo; è lo strisciante spettro di Zarqawi alla sua tastiera che manda e-mail nella sua ipnotica prosa ad inconsapevoli Statunitensi, i quali vengono sedotti dalla sua vile propaganda.

Di cosa stava parlando esattamente Rumsfeld? O questi sono solo i primi segni di un delirium praecox?

"Il nemico è molto migliore nel comunicare", ha guaito. "Vorrei che fossimo migliori a contrastarlo perché il costante tamburo delle cose che dicono - tutte le quali non sono vere - è dannoso".

"Migliore nel comunicare"? Migliore di FOX News, ABC, CBS, NBC, CNN e tutta la zuppa alfabetica di stazioni via cavo che mandando in onda lo sciovinismo sventola-bandiera di Rumsfeld fino alla nausea? I grezzi video di Bin Laden sono dunque una tale minaccia?

Come possono i giornalisti (alcuni tra i migliori e più brillanti degli Stati Uniti) stare fino alla fine di questa spazzatura? Non c'è nessuno nella folla che sia abbastanza coraggioso da fermare le ruminazioni di Rumsfeld dicendo,

"Senza offesa, signor segretario, ma Lei sta perdendo questa dannata guerra e sta dando la colpa a qualche fittizio media islamico che esiste solo nella sua fervida immaginazione".

E' doloroso guardare il precipitoso declino di Rumsfeld nella senilità. Una volta il Rumsfeld con la mascella quadrata impersonava la spavalda fiducia in sé e lo slancio dell'amministrazione Bush. La sua amichevole canzonatura degli adoranti giornalisti lo ha reso amato tra i conservatori e lo ha elevato allo status di rock star.

Nessuno poteva alzare un guanto sul vecchio Rummy. Era troppo sveglio e troppo svelto sulle sue gambe.

E ora questo; un vecchio combattuto che cerca di nascondere i suoi fallimenti con un'assurda digressione dopo l'altra?

Rumsfeld dovrebbe essere sulla veranda a cacciare i bambini dal prato, non a guidare l'esercito più potente del mondo verso una catastrofe imminente.

Abbiamo bisogno di una nuova leadership: subito. Rumsfeld può raccontare le storie sui Bin Laden Media ai suoi compagni della casa di riposo, non dal podio del Pentagono.

Mike Whitney

30 agosto 2006

Stati Uniti come L'impero Romano, ma in che fase?



Tra il 25 e il 27 agosto la Federal Reserve ha sponsorizzato un incontro della finanza internazionale a Jackson Hole nel Wyoming.
Commentando l'avvenimento Lyndon LaRouche ha posto in risalto come il presidente della Fed Ben Bernanke abbia lanciato un appello alla “globalizzazione” sul modello dell'Impero Romano proprio nel momento in cui sta esplodendo la bolla speculativa immobiliare che minaccia l'intero sistema . La politica promossa da Bernanke condurrà ad un caos come quello dei secoli bui del XIV secolo, ha spiegato lo statista americano che propone di mettere in cantiere al più presto un'alternativa allo sfascio economico. Questo sarà l'argomento della sua prossima trasmissione su internet il 6 settembre.
Aprendo i lavori il 25 agosto, Bernanke ha sottolineato che il governo americano deve respingere l'impostazione politica del Sistema Americano di Economia Politica - cioè il protezionismo e gli investimenti nelle infrastrutture pubbliche - per abbracciare fino in fondo la politica che fu dell'Impero Romano e delle Compagnie delle Indie. Bernanke ha elogiato “l'impero di lunga durata” di Roma perché la sua “unificazione promosse il commercio e lo sviluppo economico”. E' passato poi ad elogiare “le imprese commerciali create dagli Inglesi e dagli Olandesi” che esercitavano un monopolio sui traffici mondiali nel XVII secolo. La globalizzazione compì successivamente un altro grosso passo in avanti nel periodo post-napoleonico (1815-1913), quando “l'Inghilterra abbracciò il libero scambio e il libero movimento dei capitali”. Ma “un'eccezione importante” a questa avanzata della globalizzazione fu rappresentata dagli “Stati Uniti, che, nel corso del XIX secolo, compirono la transizione dalla periferia al centro del mondo”, e al contempo imposero “tariffe sulle manifatture ... a livelli relativamente alti, nel decennio successivo al 1860, che restarono per buona parte del XX secolo”. Bernanke è quindi passato a criticare gli investimenti nelle infrastrutture: “Nel XIX secolo gli investimenti internazionali si concentravano nel finanziamento dei progetti infrastrutturali - come le ferrovie americane - e nell'acquisto di debito governativo. Oggi gli investitori internazionali detengono tutta una serie di strumenti di debito, azioni e derivati, compresi titoli in una vasta gamma di settori”. Bernanke ha fatto appello ai politici affinché respingano gli appelli di coloro che “ricercano l'approvazione di misure protezionistiche”.
Chi conosce un po' il mondo politico, in particolare quello americano, dovrà ammettere che LaRouche è l'unico politico che propone a spada tratta un ritorno alla politica rooseveltiana deprecata da Bernanke come fastidiosa "eccezione". LaRouche è anche colui che fin dall'inizio ha più chiaramente denunciato nella globalizzazione proprio la politica imperiale romana del saccheggio istituzionalizzato, ripresa in epoca medievale con le crociate e di nuovo successivamente dai grandi monopoli delle compagnie delle indie, alle quali gli USA sfuggirono dal controllo con la Rivoluzione, mandando in fumo l'utopia di un mondo controllato dalle compagnie anglo-olandesi.
Che i pruriti imperiali, come quelli esternati da Bernanke a Jackson Hole, siano il nodo centrale da affrontare, è stato ribadito sulle pagine del quotidiano The Guardian da Andrew Murray, presidente della "Stop the War Coalition" in Inghilterra. Il suo commento del 26 agosto è intitolato: “L'impero, e la resistenza contro di esso, è la questione centrale di questa epoca”.
Scrive Murray: “Come sta l'Impero? Forse Tony Blair è tentato di ripetere le parole di re Giorgio V in punto di morte ... La risposta è che va proprio male. Il nuovo imperialismo che sarà per sempre legato ai nomi di Bush e Blair ha impiegato appena cinque anni per cozzare contro i respingenti dell'opposizione popolare e dell'ignominia morale. L'imperialismo è uscito dal regno del politichese diventando l'argomento centrale di questa epoca, ed è considerato ovunque come tale, al di fuori degli ambienti rampanti dell'alleanza tra neo-conservatori e New Labour”. Murray passa quindi a dare un quadro della situazione disastrosa in Iraq, in Afganistan, e in Libano dopo l'attacco di Israele.
“Gli anni di Blair vanno studiati per i fallimenti delle potenze anglosassoni nel rifare il mondo secondo i propri interessi con la forza”. Ci sono alcuni propagandisti del nuovo imperialismo, come lo storico Niall Ferguson, o l'ideologo del New Labour Christopher Hichtchens che ripropongono la linea del “Colonial Bureau Fabiano”. Ma “gli oppositori dell'imperialismo sono di gran lunga più numerosi. Quasi due terzi del pubblico ritiene che la politica estera britannica sia troppo soggetta a quella degli USA e che le occupazioni militari siano un insuccesso. La forza del movimento contro la guerra negli ultimi cinque anni, che ha raccolto nuovi sostegni durante la guerra del Libano, testimonia come questo sentimento sia ben più profondo di quanto dicano i sondaggi d'opinione ... L'alleanza tra ineguali costituita tra gli USA e l'Inghilerra dopo Suez [1956] si sta di nuovo sgretolando nel Medio Oriente”.

Terrorismo o complotti a Londra?


DI GIULIETTO CHIESA
Sono in molti a chiedersi che cosa ci fosse, davvero, sotto l'ormai famoso “complotto del terrore” aereo, “scoperto” con grande clamore mediatico, grande paura planetaria, grandi contromisure mondiali, il 10 di agosto 2006. Per inciso: mentre Israele bombardava senza tregua il Libano e la striscia di Gaza, attirandosi addosso l'esecrazione di una larga maggioranza di cittadini di ogni latitudine.
Comincerei da lontano: dal programma del Pentagono denominato P2OG. La sigla sta per Proactive Preemptive Operations Group.

L'esistenza di questo programma, la cui data di nascita è sconosciuta, emerse dai fondali nell'agosto 2002, perché notizie che lo riguardavano vennero pubblicate dal Comitato Scientifico di Difesa del Pentagono. Non è escluso, ma non è sicuro, che un tale programma fosse esistente da più tempo. Per esempio da prima dell'11 settembre. Ma, in sostanza cosa c'è nella scatola? Operazioni clandestine di elevata sofisticatezza realizzate dai servizi segreti per “stimolare reazioni” nei gruppi terroristici. Cioè: penetrazione nei gruppi con agenti provocatori, per spingerli ad azioni errate che permettono, dopo essere state “scoperte”, di sgominarli o di ricattarli.

Non è un'idea originale? Il fatto è che Seymour Hersh, ci ha informato, nel gennaio del 2005, con un articolo sul New Yorker, che il P2OG è stato rimesso in funzione. “Mi è stato riferito (da fonti del servizi americani, ndr) che agenti militari sarebbero stati preparati per fingersi uomini d'affari corrotti, che cercano di comprare pezzi che possano essere usati per costruire bombe atomiche. In certi casi cittadini locali (cioè non americani) potrebbero essere reclutati per entrare a far parte di gruppi guerriglieri o terroristici. Con il compito potenziale di organizzare ed eseguire operazioni di combattimento, o perfino attività terroristiche ” .

Adesso torniamo al complotto “globale” del 10 agosto. Da dove sono venute le informazioni? Dai servizi segreti militari del Pakistan, l'ISI. Cioè i signori che crearono dal nulla, tra il 1994 e il 1996, il regime dei taliban in Afghanistan. I quali avrebbero catturato Rashid Rauf, la cosiddetta “mente” dell'intera operazione che avrebbe dovuto far saltare per aria una decina di aerei diretti da Londra verso gli Stati Uniti. E insieme a Rashid, un discreto gruppetto di complici.

Ma quando gli attentati? Non certo in prossimità del 10 agosto, perché a quella data i sospetti, cioè i 24 arrestati, non avevano ancora nemmeno comprato i biglietti aerei. E molti di loro non avevano nemmeno i passaporti per andare negli Stati Uniti. Questa notizia è stata data alla NBC News da una fonte ufficiale britannica. Un'altra fonte dei servizi britannici ha riferito inoltre che molti dei sospetti erano sotto stretta sorveglianza da più d'un anno, cioè da prima degli attentati del luglio 2005. Ma, se erano sotto vigilanza, da dove viene la sorpresa e il clamore? E perché spiattellare tutto proprio alla vigilia del 10 agosto? Sempre NBC News rivela che la decisione di arrestarli subito, sebbene non ci fosse nessuna evidenza di pericolo immediato, “fu imposta dai funzionari di Washington”.

Ma cosa era accaduto, nel frattempo? Che, a Islamabad, Rashid Rauf aveva confessato. Perfino i giornali pakistani riferiscono che il giovanotto “è crollato” sotto gl'interrogatori. E tutti noi capiamo come vengano condotti gl'interrogatori della polizia politica pakistana. In altri termini: tortura. Il fatto che gli agenti americani e britannici non abbiano mosso ciglio di fronte a una confessione sotto tortura non deve destare stupore: è quello che loro stessi hanno fatto – o hanno permesso che si facesse a Guantanamo Bay, in Uzbekistan (rivelazioni molto dettagliate dell'ex ambasciatore britannico a Tashkent, Craig Murray), ad Abu Ghraib, a Damasco, al Cairo, a Kabul, etc.

In quelle condizioni si confessa qualsiasi cosa, ovviamente. E Rashid Rauf non poteva fare eccezione. Confessa anche, ad esempio, che gli aerei li avrebbero fatti saltare in aria fabbricando, sempre in aria, un esplosivo denominato TATP. Cioè perossido di idrogeno, acetone e acido solforico. Secondo la versione fornita dagl'inquirenti, i terroristi sarebbero saliti a bordo con questi tre elementi separati, tutti e tre liquidi, per sfuggire ai controlli dell'aeroporto. I componenti sarebbero poi stati mescolati insieme in una toilette dell'aereo, per produrre il micidiale esplosivo.

Sfortunatamente questa storia è totalmente impossibile, come hanno clamorosamente dimostrato gli esperti di esplosivi e come ha, con grande spirito umoristico, raccontato il giornalista americano Thomas C. Greene. Perché mettere insieme perossido di idrogeno (nella dovuta concentrazione, altamente infiammabile), con acetone, si può fare, ma richiede obbligatoriamente una temperatura inferiore ai 10 gradi centigradi , altrimenti il liquido risultante s'incendia subito. E l'incendio può ustionare il portatore, o i suoi vicini di sedile, ma non è un'esplosione e non può far cadere l'aereo. D'altro canto tenere sotto controllo una tale soluzione per diverse ore, in aereo, implica un sistema di refrigerazione molto preciso e anche molto ingombrante. Da portare, per giunta, nella toilette insieme ad alambicchi vari. Perché adesso viene in bello. Cioè il versamento dell'acido solforico nella data soluzione.

La qual cosa richiede, come minimo e preliminarmente, una maschera antigas e un paio di occhiali da subacqueo, perché il gas che ne fuoriesce è altamente corrosivo per gli occhi e letale se inspirato. Non solo, ma l'intera operazione, per raggiungere la quantità di esplosivo necessaria, richiede parecchie ore. E poi comporta altre due ore e mezzo circa di attesa affinché il composto chimico riesca a seccare, trasformandosi in piccolissimi cristalli simili a neve, prima di poter essere fatto detonare con un impulso elettrico.

Tutto questo, com'è evidente, richiede che, nel corso dell'intero volo, nessun passeggero venga a bussare alla porta della toilette; che nessun membro dell'equipaggio si insospettisca vedendo un passeggero entrare nella toilette con ingombranti apparecchiature, e poi assistendo, dall'esterno a una tale prolungata diarrea; che i fumi del gas letale, dall'odore caratteristico di acido solforico, non escano dalla toilette, soffocando i passeggeri dei sedili situati in prossimità della detta toilette.

Il mondo intero – come ha scritto Green – “è stato raggirato con un mito hollywoodiano di liquidi esplosivi binari, che ha guidato interi governi e determinato politiche. Cioè noi abbiamo reagito a un complotto cinematografico”. Pura fiction, evidentemente di grande successo.

Chi l'ha prodotta? Ecco, non sarebbe male ora tornare a bomba, come si usa dire, al progetto P2OG. Ce ne sono i motivi. Secondo la dettagliata analisi di Nafeez Mossadeq Ahmed (1), che cita a sua volta il capo del bureau pakistano di Asia Times, Syed Shahzad, i cittadini britannici di origine pakistana arrestati a Lahore e Karachi in connessione con il complotto, erano tutti membri attivi del gruppo islamico britannico clandestino Al Muhajiroun, il cui capo è Omar Bakri Mohammed. Costui è ora in Libano, dove è stato “esiliato” dalle autorità britanniche sebbene figuri tra i sospettati per le esplosioni del 7 luglio 2005 a Londra. Non vi sembra strano che, avendolo in mano, gl'inglesi se lo siano fatto scappare? Risulterà meno strano quando si sappia che Omar Bakri Mohammed era un agente dell'MI6 britannico, reclutato alla metà degli anni '90 per reclutare, a sua volta, combattenti islamici per il Kosovo. Sempre secondo la stessa fonte sia la CIA che l'MI6 avrebbero da tempo loro agenti infiltrati all'interno del gruppo Al Muhajiroun.

Il tutto appare straordinariamente simile alla mission del gruppo P2OG: organizzare finti o veri attentati terroristici, penetrare all'interno dei gruppi terroristici per usarli a proprio piacimento. Ecco da dove viene la fiction nella quale tutti i media principali hanno immediatamente creduto, rivendendocela come realtà effettuale, contribuendo a organizzare la diversione.

Poi che succede? Che le prove non ci sono, che la “mente” del complotto, torturato a dovere, non viene neppure estradato in Inghilterra, forse perché non lo si può far vedere in pubblico. E succede anche che dei 23 arrestati solo 11 vengono formalmente incriminati, con accuse molto generiche di possesso di elementi atti a costruire bombe e possesso di video estremisti inneggianti al martirio. Due sono rimessi addirittura in libertà, gli altri 11 sono trattenuti in base alla legge antiterrorismo che prevede 28 giorni di detenzione anche senza un'accusa formale. Il ministro dell'interno britannico, John Reid, sta cercando di far passare un piccolo Patriot Act d'oltre Manica, per prolungare il fermo fino a 90 giorni, ma non risulta abbia chiesto l'estradizione di Rashid Rauf.

Ma ciascuno di noi dovrebbe sapere che è possibile, teoricamente, la sua incriminazione per terrorismo. Infatti potrebbe avere dell'acetone in bagno, per sciogliere lo smalto sulle unghie, e dell'acido solforico per sturare i lavandini, e del decolorante per capelli, che contiene, insieme al 97% di acqua, anche del perossido d'idrogeno. Infine tutti abbiamo un telefonino, potenzialmente adatto a innescare l'esplosivo risultante.

Resta una domanda, che spesso mi viene fatta quando cerco di spiegare che anche l'11 settembre è una colossale menzogna: “ma possibile che chi organizza questi spettacoli sia così stupido da lasciarsi dietro tante incongruenze?” La domanda è legittima, ma ingenua. Le incongruenze sono evidenti, ma le conosceranno in pochi. Quello che passa è la versione ufficiale, che crea l'ondata di panico opportuna per l'uso da parte dei poteri. Chi organizza queste cose non è affatto stupido: conosce il funzionamento dei media meglio di noi e anche meglio di molti direttori di giornali e di telegiornali.

28 agosto 2006

Terroristi che ricostruiscono il Libano?


In the 20 kmq of Beirut's southern suburbs which have been destroyed or badly damaged in 35 days of Israeli bombing, 500,000 residents - most of them Shia - lost their homes. Across the devastation of southern Lebanon, Hizbollah has now visited hundreds of thousands of Shia families for details of their losses. Sayed Hassan Nasrallah, the Hizbollah leader, has promised to indemnify all survivors.Bodies of civilians and Hizbollah fighters were still being unearthed from the wreckage of southern Lebanon this week; four brothers, all members of Hizbollah it turned out, died together under Israeli fire in the eastern town of Khiam. It is Hizbollah's army of workers which has been told to rebuild these villages.

Hezbollah ha battuto sul tempo l'Onu e il governo libanese versando centinaia di milioni di dollari, con ogni probabilità provenienti soprattutto dall'Iran, a favore delle zone bombardate del sud del Libano e della periferia meridionale di Beirut. Il suo imponente impegno per la ricostruzione, offerto gratuitamente ai migliaia di libanesi le cui case sono state distrutte o danneggiate durante le cinque settimane di feroci attacchi israeliani, gli è valsa la lealtà anche dei membri più ostili della comunità sciita in Libano.
Hezbollah ha chiarito che non ha intenzione di procedere al disarmo sulla base della risoluzione 1701 del consiglio di sicurezza dell'Onu.
Ieri il generale Alain Pellegrini, comandante della forza Onu nel sud del Libano (su cui americani e inglesi fanno affidamento per entrare in possesso delle armi della guerriglia) mi ha confermato al quartier generale di Naqoura che gli israeliani non possono chiedere alle forze Unifil di disarmare Hezbollah. Ha definito il cessate il fuoco «molto fragile» e «molto pericoloso», e ha aggiunto: «il disarmo di Hezbollah non rientra nel nostro mandato».
Ma per adesso Hezbollah, vista anche la completa assenza della forza di ottomila uomini che dovrebbe affiancare l'Unifil con un mandato teoricamente più «forte», ha già vinto la guerra per la conquista dei cuori e delle menti.

La maggior parte dei proprietari di immobili nel sud del paese ha ricevuto (o sta ricevendo) un risarcimento iniziale minimo di 12mila dollari per comprare nuovi mobili o pagare l'affitto per la famiglia mentre le squadre edili di Hezbollah ricostruiscono le case. I soldi sono offerti in contanti - quasi tutte fruscianti banconote nuove di zecca da cento dollari - a circa 15mila famiglie in tutto il Libano le cui case hanno subito attacchi israeliani, per un totale di 180 milioni di dollari destinati ad aumentare con nuove ricostruzioni e risarcimenti.
Nei venti chilometri quadrati della periferia sud di Beirut che sono stati distrutti o hanno subito forti danni nei 35 giorni di bombardamenti israeliani, 500mila abitanti del luogo, soprattutto sciiti, hanno perso la loro casa. Ma i soldi continuano ad arrivare. Per esempio, uno sciita che aveva una casa a quattro piani, Hussein Selim, ha già ricevuto 42mila dollari in contanti in risarcimento per le perdite di beni personali e mobilio. Hezbollah si è impegnato a ricostruire tutta la zona con le sue risorse (o forse con quelle iraniane).
L'aspetto più spaventoso di questa promessa a lungo termine per chi crede nel cessate il fuoco dell'Onu è che Hezbollah ha spinto la popolazione sciita ad affittare delle case a Khalde, a sud di Beirut, con l'idea di rimandare il progetto di ricostruzione dell'intera città di un anno, nella convinzione che il cessate il fuoco sarà presto interrotto e che un'altra guerra con Israele finirà per distruggere le case appena ricostruite.
Nel sud del Libano in preda alla devastazione Hezbollah ha ormai visitato centinaia di migliaia di famiglie sciite per informarsi in dettaglio sulle loro perdite. In alcuni casi anche i funzionari del governo libanese, oggetto di una profonda diffidenza da parte della popolazione locale, hanno preso nota dei risarcimenti da versare, ma per ora le autorità nella regione si sono limitate a cominciare a riparare il sistema idrico ed elettrico. Ho visto bulldozer e camion della compagnia Jihad al-Bena, di Hezbollah, togliere calcinacci dalle strade dei villaggi e finire di abbattere case ormai pericolanti. «Per adesso lo facciamo gratuitamente, ma sappiamo che saremo pagati perché abbiamo fiducia nello sceicco Hassan», mi ha spiegato uno dei capicantiere. Sayyed Hassan Nasrallah, leader di Hezbollah, ha promesso di risarcire tutti i sopravvissuti agli attacchi. Ho percorso più di 160 chilometri nel sud del paese, e ovunque salta agli occhi l'assoluta enormità del compito di Hezbollah (e il fallimento del governo libanese). A guardarli dalle colline pietrose e dalla campagna lussureggiante del sud del Libano, sotto il caldo sole di agosto, i villaggi sembrano intatti.
Ma avvicinandosi si notano grandi chiazze di cenere lungo i pendii delle colline ed enormi campi grigi di macerie che un tempo erano case. Alcuni villaggi - Bint Jbeil, per esempio, o Zibqin - sono stati in buona parte distrutti. Nella stessa Zibqin ho trovato delle rovine che hanno una storia molto toccante: sono ciò che resta in seguito ai bombardamenti di una piccola moschea ultramillenaria che secondo i libanesi conserva il corpo di Zein Ali Yaqin, figlio del profeta Yacoub (Giacobbe, secondo gli ebrei) e nipote del profeta Ibrahim, o Abramo. Sono due figli di Abramo (Giacobbe e Ismaele) a segnare la divisione tra Islam e giudaismo.

Secondo l'Islam, Dio chiese ad Abramo di offrirgli in sacrificio Ismaele; secondo gli ebrei, a essere sacrificato doveva essere Giacobbe. Zein Ali Yaqin, un santo più che un profeta, appartiene quindi a pieno titolo alla stirpe ebrea, ma l'urna contenente le sue ceneri mortali è caduta sul pavimento di pietra della moschea quando le bombe israeliane sono cadute. L'esplosivo ha fatto crollare l'antica facciata e poi ha fatto scivolare dal muro esterno della moschea, sormontata da una cupola verde, centinaia di pietre che sono finite più in basso, contro le mura interne, facendo cadere altre macerie sul pavimento, accanto alla tomba coperta solo da un panno. «Gli israeliani hanno fatto tutto questo a uno di loro», dice Hussein Barakat mentre avanza a fatica per la strada più in basso, aiutandosi con un bastone. «Tutti qui conoscono l'origine del nostro piccolo santuario, e guardate com'è ridotto adesso». Barakat ha 69 anni, ed è stato l'unico abitante del villaggio a rimanere a Zibqin quando tutti gli altri sono scappati per i bombardamenti israeliani. Si è ferito a un dito ed è rimasto mezzo sordo in seguito al rumore delle bombe. Nel sud del Libano anche questa settimana continuano a emergere dalle macerie i cadaveri dei civili e dei combattenti di Hezbollah: quattro fratelli, a quanto pare tutti membri di Hezbollah, sono morti insieme sotto il fuoco israeliano nella città di Khiam, a est.

Alcune famiglie di civili cercano invano tra le macerie in cerca di parenti. A Siddiqin, poco a est di Cana, ho visto un negoziante rovistare per ore tra le macerie in cerca dei resti dei due sue negozi, trasformati in cenere dalle bombe. Ma anche lui era convinto che lo "sceicco Hassan" avrebbe ricostruito la sua casa. A pochi chilometri di distanza ho visto una donna di 65 anni arrampicarsi come un gatto sul tetto ormai crollato della sua casa, in cerca dell'oro di famiglia finito tra le crepe del cemento.
L'esercito di collaboratori di Hezbollah ha ricevuto il compito di ricostruire questi villaggi e, tra un anno, il centro di Beirut. L'organizzazione politica ed economica della guerriglia, potente e disciplinata come la sua milizia, recluterà decine di migliaia di uomini per ricostruire una città virtuale all'interno di Beirut e per far risorgere dalle macerie del sud del Libano i villaggi pieni di fattorie e di piantagioni di tabacco che esistevano fino a due mesi fa.

Fonte: http://news.independent.co.uk

26 agosto 2006

I contributi per gli editori e le tangenti


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Totale euro € 148.586.304,92

Ma questa categoria era così in crisi da giustificare una contribuzione a pioggia in base al manuale Cencelli?
La spiegazione la constatatiamo giorno per giorno ascoltando o leggendo le "informazioni" già pagate con i soldi dello Stato.

23 agosto 2006

Giornalisti: servi dei poteri forti


Il presidente della Commissione Attivita' Produttive della Camera, Daniele Capezzone, ha presentato una proposta di legge per l'abolizione dell'ordine dei giornalisti.

Gliene siamo grati, perche' e' il primo concreto passo verso lo sblocco di un mercato, quello dell'informazione, completamente ingabbiato dalla corporazione.

Oggi la liberta' di stampa non e' completa proprio per la presenza di questo ordine professionale, che impedisce l'apertura della professione alle migliaia di aspiranti che vorrebbero entrarvi e per le norme che condizionano l'uscita di un qualunque giornale (cartaceo, radiofonico e televisivo) all'appartenenza a questo ordine. Una situazione che di fatto incrementa il lavoro nero e mal pagato, in un settore, quello dell'informazione, che e' tra quelli piu' emergenti per l'economia e per le carriere dei singoli.
Ci auguriamo che questo sia solo il primo passo. Il settore informazione, a partire dai contributi agli organi di partito, e' tra i piu' odiosi e clientelari del nostro sistema politico ed economico.
C'e' un problema enorme, pero'. Coma far si' che questa proposta di legge non sia solo una bella proposta estiva e, alla ripresa dei lavori parlamentari a settembre non resti nei cassetti fino alla fine della legislatura. Sicuramente questa non e' l'intenzione dei proponenti, ma che cio' possa accadere e' altamente probabile. Per cui la creazione di un movimento di sostegno e incoraggiamento, con anche una petizione popolare che raccolga milioni di firme, e' un passo necessario. I poteri contro cui questa proposta dovra' lottare sono giganteschi, e sono poteri economici alimentati dallo Stato, con numerosi sostenitori nel Governo e nel Parlamento: un partito trasversale al pari di quello del finanziamento pubblico ai partiti e del canone/tassa della Rai.
Fonte aduc.it
150 milioni di euro hanno incassato come finanziamento alla carta stampata. Ma, se venivano investiti su nuove tecnologie e internet non era meglio per tutti?
Prima o poi verrano spazzati via da una informazione veloce e tempestiva che solo Internet può indirizzare. Il resto a raccontare favole o chiacchiere al bar.

22 agosto 2006

Il calcio degli struzzi


Mentre il gioco del calcio si avvicina sempre di più al Wrestling la federazione sportiva cerca di dare e applicare le regole che esistono ma vengono sempre interpretate. In questa situazione del tutti contro tutti è bene uscire dal quotidiano per analizzare bene la situazione.
Che il gioco del calcio stia diventando appannaggio di alcuni club e sempre gli stessi è cosa che il dio denaro ha provveduto ad alimentare e adesso, è diventato un mostro abnorme. Che i migliori protagonisti vogliono un ingaggio inconcepibile e, solo una di queste può garantire loro stipendi sempre più elevati. Se sono i migliori è giusto che vengono pagati ma, non in base a parametri fittizi ma come un dipendente specializzato di una società sportiva o società per azioni con un fatturato stimato.
Nessuno può valutare il valore di un giocatore nell'ambito del valore aggiunto alla società. Mi spiego. Se il gioco del calcio è truccato (ipotesi) come posso stabilire l'aumentare del patrimonio societario con il valore dei giocatori se essi sono solo attori e, non più protagonisti?
Il calcio viene deciso da quei poteri forti che vogliono mantenere sempre e all'infinito (finchè morte non avvenga). Un potere, una lobby trasversale al governo cioè di destra e sinistra che cerca di mantenere lo status quo di società vincenti e società perdenti.

Ma, da condannare maggiormente sono i giullari della Corte stampata che costruiscono con falsità e inganni storie e intrighi mai avvenuti o troppo stupidi da essere meritevoli di attenzione. Questi giullari hanno creato una casta che si sollazza, si autoalimenta con ex giocatori, ex allenatori ex di tutto fuorchè della libertà di pensiero. Ognuno deve portare avanti (viene allenato per fare questo) un amico, un figlio, un nipote uno della casta. Questi giullari che ripetono in continuazione con un martello pneumatico che "l'importante è vincere", il resto non conta. Al rogo.
Questi giullari che soffiano sul fuoco sacro olimpico dimenticano che sono pagati per idolatrare e far idolatrare personaggi di basso livello (senza offesa).
Questi sono gli struzzi che per nascondere la verità ai lettori (ancora molti) si inventano situazioni, compromessi accordi tutto per mantenere la situazione gattopardesca. Non sono bastate 99960 intercettazioni telefoniche per chiarire e esporre bene gli intrecci club, giornalisti, procuratori, lega, arbitri? Allora che il calcio sia come il Wrestling.

09 settembre 2006

Quando la storia viene manipolata


Paolo Barnard, autore dell'interessantissimo volume "Perché ci odiano" pubblicato dalla Bur - ha espresso la sua opinione sul comunicato dell'UCOII e sulla situazione della comunità musulmana in Italia in due diverse email che ha avuto la gentilezza di inoltrarmi, e di cui pubblico molto volentieri alcuni stralci. Non voglio entrare nel merito dell'analisi del famigerato comunicato proposta in seguito, dal momento che la mia personale opinione su quel documento l'ho già espressa, e tantomeno sulla situazione dei musulmani in Italia, oggetto di numerosi post già pubblicati o che lo saranno tra breve. Ritengo comunque interessante dare spazio al punto di vista di un giornalista e di uno studioso che sarebbe opportuno conoscere, e magari in seguito - quando si saranno calmate le acque - approffondire e discutere, senza criminalizzazioni o isterismi, come sta purtroppo accadendo tuttora.

L'opinione di Barnard - sostiene lo stesso autore - deriva da uno studio approfondito e "sarebbe opportuno che io elencassi qui le prove di quanto affermo, ma non posso ovviamente riprodurre le oltre 340 pagine del mio libro". Consiglio quindi, ancora una volta, la lettura del libro su citato per capire da dove derivi un'opinione talmente "unpolitically correct" e direi persino rischiosa, soprattutto se espressa proprio mentre si sta discutendo di "cosa fare" dell'UCOII dopo la pubblicazione del comunicato in questione.

Per Barnard, "l’analogia fra i crimini israeliani e le pratiche naziste tracciata dall’UCOII è sicuramente uno sbaglio di comunicazione, ma vorrei sottolineare che nel merito essa è del tutto veritiera. Nel mio libro la documentazione storica, tutta esclusivamente di fonte ebraica autorevole, testimonia che in effetti Israele fin dalla sua nascita ha applicato in Palestina tecniche di discriminazione razziale e di terrore che ricalcano alla lettera la metodologia nazista e nazifascista con paralleli inquietanti persino nella ideologia sionista pre e post 1948, che vedeva e vede nell’arabo un "untermenschen" privo di qualità e di dignità umane. Il difetto dell’inserzione dell’UCOII sta solamente nell’aver 'brutalmente’ espresso quanto sopra alla ricerca di un effetto 'shock’ sul pubblico, probabilmente dettato dall’indignazione per quanto stava accadendo in Libano e dalla decennale frustrazione per l’indegno sistema di due pesi e due misure con cui sempre l’Occidente tratta le sofferenze arabe a fronte di quelle ebraiche. L’UCOII avrebbe dovuto invece condurre il pubblico italiano gradualmente attraverso una campagna di informazione di lungo respiro".

Barnard punta inoltre il dito contro "il sistema di due pesi e due misure e l’ipocrisia immorali che hanno sempre caratterizzato l’atteggiamento occidentale nei confronti della questione arabo-israeliana" che "vive e si nutre precisamente dell’assenza di verità storica sull’esistenza di un terrorismo ebraico dalle tinte talvolta neonaziste, che ha formato l’intera storia della nascita di Israele e che ancora oggi la forma, e che è ampiamente documentato oltre ogni possibile dubbio. Questo silenzio storico sulle sofferenze e sulle vite perdute di milioni di musulmani, sempre abbinato però a un’incessante (e in sé giusto) clamore per le sofferenze e per le vite perdute israeliane, ha permesso la nascita e la crescita proprio di quell’odio contro di noi che ha prodotto Al Qaida e ogni forma di terrorismo islamico-palestinese. Per fermare l’odio musulmano la verità va assolutamente raccontata, per quanto dura e scioccante, anche se certamente non con i metodi sbrigativi dell’UCOII. Secondo, non è possibile oggi alcun dialogo fra le parti, né alcuna speranza di pace, se la verità sui terrorismi non sarà appunto raccontata del tutto, se non sarà accettata e se le vittime arabe sottaciute e mai onorate non riceveranno pari dignità di quelle ebree. Chiedere alla parte araba di sedere ai tavoli di pace spazzando sotto al tappeto della Storia le immani ingiustizie e le atrocità che hanno patito per mano ebraica (col pieno appoggio occidentale) è assurdo e immorale, e in passato ha sempre condotto al fallimento delle trattative. Continuare così è sinonimo di rovina e di pericoli per l’intera umanità".

Nella sua seconda lettera, invece, Barnard si rivolge ad un dirigente musulmano e, idealmente, ai musulmani nel loro insieme dicendo: "Rendetevi conto: è in corso una immane campagna razzista di deumanizzazione del musulmano che deve essere ridotto a una figura infida, pericolosa e incompatibile con la modernità, e cioè un corpo alieno. E lei sa bene a cosa serve, e a chi serve, la deumanizzazione di un dato soggetto umano: serve a rendere possibile la sua repressione con metodi violenti senza suscitare reazioni di umano disgusto per quei metodi da parte delle opinioni pubbliche spettatrici. La Storia è zeppa di esempi, dalla Germania degli anni '30 e '40 contro gli ebrei, ai metodi di deumanizzazione del prigioniero politico in America Latina per permettere ai torturatori di seviziarlo senza crollare nel ribrezzo. Serve in altre parole a "rendere plausibile l'inimmaginabile" (Herman), e cioè, nel caso dell'Islam, a rendere plausibile la ancor maggiore brutalizzazione dei palestinesi fino al completamento della pulizia etnica della Palestina, e l'asservimento e/o abbruttimento sociale dei popoli musulmani che abitano i luoghi produttori di quelle risorse che devono "essere disponibili per il Mondo Libero" (NSC di Eisenhower), così che essi non siano mai più in grado di rivendicare per sé stessi quelle loro risorse. Questa non è dietrologia delirante. Sta accadendo già da decenni, e può accadere solo perché alle opinioni pubbliche occidentali fu venduta e ancora oggi è venduta una narrativa falsa su quasi tutto ciò che vi riguarda o che vi fu fatto. Dobbiamo invece, da occidentali, rivelare le verità della barbarie perpetrata dal mondo occidentale innanzitutto, poiché "oggi la gente non tollera più la barbarie, e se la scopre si mobilita per porle fine" (Chomsky).

Sherif El Sebaie
Fonte: http://salamelik.blogspot.com/

08 settembre 2006

Israele: un esercito senza storia


Se la percezione del suicidio di immagine registrato da “Israele” con la guerra di aggressione al Libano è immediata e senza appello a partire dai bombardamenti aerei su Beirut passando per la strage di Qana e finendo con la semina dei contenitori a grappolo sulle macerie dei villaggi colpiti (72 ore prima del “cessate il fuoco”, per rallentare l’opera di ricostruzione e colpire le popolazioni locali), è rimasta totalmente in ombra la dimensione e la profondità del K.O. subito a livello militare da Tsahal nello scontro con Hezbollah nel territorio della ‘Fascia Sud’.
Per facilità partiremo dalle immagini passate centinaia di volte sui media per celebrare la potenza di fuoco di “Israele” al ritmo - come si è voluto sostenere - di “1 colpo al minuto”: i semoventi d’artiglieria da 155 mm inquadrati sul terreno dalle telecamere a gruppi di 8-10 unità in azione isolata o congiunta di fuoco con centinaia di proiettili allineati e serventi di pezzo affaccendati a trasportare all’interno dei mezzi corazzati anche le cariche di lancio (contenitori cilindrici di colore bianco con polvere nera).
Saltando molte nozioni balistiche occorre sapere che il tiro di artiglieria è stato, in occasione di tutte le riprese televisive osservate, sempre ad alzo 45°, o giù di lì, alla massima gittata, mirato quindi sui villaggi e sulle città abbandonate dai profughi, per produrre più danni possibili ai centri abitati con l’obiettivo di fare terra bruciata al ritorno delle popolazioni locali colpevoli, nella logica di Tsahal, di appoggiare la struttura militare di Hezbollah.
Verrebbe da notare che “azioni belliche” dirette intenzionalmente contro villaggi, città e residenti sono nel diritto internazionale classificate come “crimini di guerra”.
In queste condizioni il fuoco di batteria è stato corretto sui dati della ricognizione aerea di zona che indica i livelli di distruzioni via via raggiunti sul terreno, per passare poi, secondo le priorità dei comandi di Tsahal, ad altri bersagli “paganti”.
Saltando problemi di effetto temperatura sulle anime dei cannoni, di umidità variabile delle cariche di lancio ed altro, si può affermare con tranquillità che sparare proiettili da 155 mm a distanze di 8-10 km può avere come obiettivo tattico solo bersagli civili di grosse dimensioni più che centri nemici di “punto” come posizioni fortificate di retrolinea o postazioni mobili di razzi Hezbollah.
Per capire l’usura e i costi di questo fuoco di artiglieria basterà pensare che l’interno dell’affusto del semovente dove scorre il proiettile spinto dalla carica di lancio, dopo 600-700 colpi deve essere completamente riallineato per mantenere l’efficienza della pressione di spinta, e dopo altri 400-500 colpi sostituito con costi altissimi.
Per quanto possa sembrare paradossale, la guerra di aggressione aerea, terrestre e navale al Libano è finita per costare ad “Israele” 6.8 miliardi di dollari, 1.7 miliardi di dollari in più di quanto occorrerà al Libano per ricostruire la sua economia e le sue infrastrutture. Queste indicazioni di spesa sono state rilevate dal quotidiano “New Yorker”, organo del Partito Comunista Americano, sul calcolo presunto dei costi per la “Israele Air Force” di 250 aerei F 15 e F 16 in azione di bombardamento per oltre un mese sul Libano, conteggiando uso del personale, i consumi dal carburante avio, fino al trasporto al bersaglio di 2 bombe da 500 pound ad ogni missione sugli obbiettivi in Libano. ;
Dal 1973 “Israele” ha ricevuto dagli USA linee di finanziamento, per acquisti militari, e crediti a fondo perduto per migliaia di miliardi di dollari.
Dopo la ritirata con la coda tra le gambe di Tsahal del 2000 dalla fascia a ridosso del confine “israelo”-libanese, Hezbollah ha costruito con l’assistenza di ingegneri militari migliaia di case isolate o a gruppi sui costoni delle colline, a ridosso di posizioni dominanti le vallate, disseminando il terreno di altrettante costruzioni che definiremo “falsi bersagli”.
Bersagli con le apparenze di fortini o di posizioni di osservazione. Con una particolarità. I capisaldi di difesa di Hezbollah sono stati costruiti invece con percentuali maggiorate di tondini di ferro, tetti orizzontali e solai in cemento spessorato.
In queste condizioni, le strutture portanti non collassano a sfoglia, ma rimangono in equilibrio precario senza seppellire sotto le macerie il piano terra. Sotto le fondamenta, in ordine sparso, sono stati costruiti dei rifugi antiaerei con più vie di fuga per l’esterno, su terreno libero. Hezbollah, coprendosi con un ombrello di “cemento armato” sulla testa , spesso a più piani, ha parzializzato gli effetti del bombardamento aereo con bombe a caduta libera da 350-500 pounds sganciate dagli F 16 e reso del tutto inoffensivo il tiro razzi aria-terra degli Apache e quello diretto, dei Merlava, da 120 mm capsulati.
Dal momento che un’abitazione del villaggio per essere approntata richiede gli stessi materiali per la costruzione di un bunker, a partire dallo sterro per la colata di cemento delle fondamenta, la ricognizione aerea e satellitare di Tsahal non è riuscita portare a termine una mappatura affidabile che distinguesse costruzioni “normali” da quelle con strutture ispessite e interrate da adibire a ricovero e protezione per i militanti di Hezbollah.
L’unico elemento che avrebbe potuto far distinguere a “Israele” l’obiettivo “vero” da quello “falso” con la ricognizione satellitare e aerea di zona era mantenere la contabilità aggiornata del numero dei viaggi delle betoniere costruzione per costruzione. Impresa pressoché impossibile che ha mandato, di fatto, a vuoto qualsiasi tentativo di osservazione e di classificazione dei bersagli da colpire, ammesso che sia possibile un bombardamento selettivo in grado di distruggere con precisione un bersaglio ed escluderne un altro con jets che spuntano velocità a media quota di 0.7-0.8 mach e che operano in condizioni di passaggio diretto sul bersaglio lanciando in sequenza di shaff alluminio magnesio per eludere la corsa a bersaglio di missili terra-aria Strela.
Tutte le strade di accesso ai villaggi, poco più che strade sterrate, costruite su tornanti “allungati”, sono state predisposte per interrare esplosivo plastico o posizionare cariche ai lati delle “strade”.
Il bombardamento aereo sulle strutture meno resistenti ha prodotto cumuli di macerie che sono state poi utilizzate da Hezbollah come centri di fuoco dotati di armi anticarro di grande precisione come i Kornet-E, con gittate, di giorno, oltre i 4.500 mt e una possibilità di perforazione di lastre d’acciaio di 1.200 mm, mentre nel combattimento ravvicinato il Partito di Dio ha usato gli RGP 39 con 500 mt di gittata anche come arma antipersonale contro Tsahal.
Il trasporto dei materiali edili per la fasciatura delle strutture in cemento armato ha permesso ad Hezbollah di trasportare a destinazione, sfuggendo anche qui alla ricognizione aerea e satellitare, esplosivi, mine anticarro, munizioni e armi leggere AK 47 e mitragliatrici AKM.
Per eludere e mandare a vuoto la ricerca aerea all’infrarosso, i nuclei di Nasrallah che operavano allo scoperto durante le ore notturne erano dotati di tute termiche di colore nero.
Il completamento di migliaia di abitazioni, dal 2000 al 2006, in aggiunta a quelle già esistenti, ha portato a un’efficace utilizzazione militare di queste strutture da parte di Hezbollah nel contrasto alla guerra di aggressione di Olmert e di “Israele”.
Gli appartamenti completati sono stati occupati dai combattenti del partito di Dio e dalle loro famiglie rinforzando un sistema di avvistamento e di allerta - specie nella fascia immediatamente a ridosso del confine, nei periodi precedenti l’aggressione di “Israele” - di grande efficienza, 24 ore su 24. Niente di quello che succedeva nell’area è sfuggito alla Milizia di Nasrallah.
Le strutture abbandonate sotto la pressione aerea, già minate, sono state fatte detonare a distanza da Hezbollah tutte le volte che un plotone o un unità di terra di Tsahal hanno preso possesso da vicino dei villaggi a ridosso del confine. In più casi, l’ utilizzo delle coperture ha portato all’annientamento di unità combattenti che avevano trovato rifugio all’interno delle stesse. Tsahal ha dovuto registrare la perdita di oltre 50 uomini prima di dover alloggiare all’aperto o in tenda i riservisti della fanteria esplorante.
Le perdite di Tsahal fin dai primi giorni dell’attacco via terra alla ‘Fascia Sud’ del Libano sono state ingenti. Sulla direttrice di attacco di Bint-Jbeil e Marun al-Ras, due villaggi a ridosso del confine, le forze corazzate di “Israele”, accompagnate da fanteria esplorante e da ricognizione blindata, hanno incontrato una forte resistenza.
I progressi sul terreno non hanno mai raggiunto profondità superiore a 1-3 km, mentre il controllo della zona, dopo una settimana, era ancora estremamente precario. La mobilità dei nuclei di Hezbollah, composti da unità di 7-8 combattenti armati di lanciarazzi e armi leggere, ha colto completamente di sorpresa lo stato maggiore di “Israele”.
Respinto l’attacco delle unità di élite di Tsahal che sono state ritirate dal campo con forti perdite, Hezbollah ha contenuto prima e contrastato poi con successo, in condizioni di inferiorità numerica di 1 a 10, la Brigata Golani e i battaglioni della Riserva della Israel Defence Force.
Per il Generale Halutz e il suo Stato maggiore il comportamento in battaglia delle Forze della Riserva è stato deludente. Per la prima volta nella “storia” di “Israele” l’assemblaggio sul campo di impiegati, operai dei kibbutz, universitari, professionisti e studenti delle scuole rabbiniche ha prodotto incertezze operative ed evidenziato larghi strati di demotivazione al combattimento.
Nel momento più intenso degli scontri, Hezbollah ha avuto sul campo 700 uomini.
Lo schieramento sul campo di Tsahal è stato tardivo e organizzato in condizioni di emergenza operativa rivelando crepe in coordinamento e logistica.
La mancanza di strade asfaltate ha reso problematico l’avanzamento dei carri da battaglia Merlava, costretti ad operare, proceduti da bulldozer, su percorsi accidentati e minati, esposti a contrattacchi anticarro di Hezbollah in zone rocciose a macchia mediterranea.
Un ambiente che ha offerto ottime capacità di mimetizzazione, appostamento e vie di fuga alla Milizia di Nasrallah, consentendole di limitare i caduti a qualche decina di uomini.
L’uso di formazioni di carri armati in colonna a quote collinari contraddistinte da vie di transito a scarsa carreggiata, sterrate, a tornanti lunghi, e da passaggi obbligati si è rivelato, e non poteva essere diversamente, un handicap strategico.
Le perdite di Tsahal al “cessate il fuoco”, in mezzi corazzati e blindati, possono essere riassunte in un numero non inferiore a 200 (duecento).
Le conferme sono arrivate da Victor Litovkin, un esperto militare di Ria Novosti, una delle più accreditate agenzie di stampa di Mosca. Ex ufficiale dell’Armata Sovietica, Litovkin può vantare, oltre a una riconosciuta serietà internazionale, un’ottima preparazione militare nel settore.
La sua relazione per “Reseau Voltaire” ha contabilizzato in 400 caduti e in oltre 1.000 feriti le perdite complessive di Tsahal nella ‘Fascia Sud’ del Libano. Da ricordare che i Merkava, come qualsiasi altro blindato, hanno un equipaggio formato da un conduttore, un armiere e un avvistatore capocarro.
Le azioni in profondità nella valle della Beqaa di commando di Tsahal alla ricerca e alla cattura, come è stato detto, di esponenti di primo piano di Hezbollah, e alla distruzione di depositi di razzi, si sono concluse con clamorosi e ripetuti insuccessi tattici.
Le forze elitrasportate di “Israele” sono state scoperte nelle fasi di trasferimento, attese e contrastate, ogni volta, duramente sul terreno da Hezbollah. Il ripiegamento dei commando è stato possibile solo con una forte copertura aerea.
La spiegazione va ricercata più che nella qualità professionale delle forze di Tsahal in una condizione di riequilibrio tecnologico sul terreno nell’avvistamento (satellitare dell’Iran?), radar (Siria?), nel probabile uso di U.A.V. (aerei senza pilota) e di un’efficiente comunicazione a terra di Hezbollah. Sull’intera ‘Fascia sud’ che va dal mare con una profondità di 8-10 km fino alle Fattorie di Shebaa, all’altezza del Golan e al fiume Litani, “Israele”, nell’ultima settimana prima del “cessate il fuoco”, ha operato più puntate di penetrazione, con fanteria a piedi, appoggiata da ricognizioni di Apache e appoggio di F 16 solo su direttrici di fondovalle sgombre da villaggi, città e posizioni fortificate di Hezbollah, con l’obbiettivo di tenere sotto controllo più terr eno possibile.
In queste condizioni, le linee di rifornimento di Tsahal si sono allungate fino al punto di non poter assicurare un’assistenza logistica e alimentare adeguata agli “scarponi” che aveva sul terreno, lasciandosi alle spalle e ai fianchi posizioni fisse e mobili di Hezbollah a qualche km di distanza. Una situazione tattica come, si può percepire, debole e sopportabile per tempi limitati.
Un altro aspetto da mettere in evidenza è stato il fallimento pressoché completo della Israel Defence Force nella distruzione di postazioni fisse e mobili di Hezbollah.
Il numero dei colpi piovuti dal Libano sull’Alta Galilea nell’arco di 3 settimane non ha subito interruzioni, a riprova della scarsa o nulla efficacia dell’azione d’individuazione e di distruzione dei punti e delle strutture di lancio di Hezbollah da parte dell’aviazione con la stella di David.
Si calcola che “Israele” sia stato colpito da oltre 4.500 razzi, di cui alcune decine (60) sono andati a bersaglio sulla città portuale di Haifa producendo danni di qualche entità a impianti industriali della zona.
Lo schieramento di batterie antimissile Patriot non ha sortito alcun effetto limitante. Non si è avuta notizia di lanci da parte di Tsahal contro razzi in arrivo sul territorio di “Israele”.
L’approntamento dei Patriot, con ogni probabilità, doveva servire a intercettare missili a maggior gittata e con tempi di percorrenza in volo più lunghi.
Il raggio d’azione di Hezbollah, con l’uso di razzi da 122 mm e 230 mm, è arrivato a 13 km con i Fajr, e ai 25-35 dei BM 21 e 31 lanciati da postazioni mobili sostenute durante le ore di luce da un’ottima mimetizzazione naturale e artificiale.
Postazioni carrate che dopo i lanci da rampe multicanna venivano opportunamente spostate sul terreno per non lasciare bersagli fissi ai jets di “Israele”.
Le vampe di lancio, lasciando una coda termica e una scia di fumo, permettono una rilevazione all’infrarosso e di immagini satellitari e la trasmissione di coordinate a terra e in volo che possono portare alla distruzione delle rampe. In più occasioni Hezbollah ha dato prova di disporre di un arsenale più agguerrito di quello usato sul campo come risposta all’aggressione di Tsahal al Libano. Si sono avute infatti notizie di singoli lanci Hezbollah che hanno raggiunto aree prossime alla città di Hadera e alla Cisgiordania Occupata con portate di tiro sui 70 km.
Un altro devastante insuccesso “Israele” l’ha incassato sul mare. La sua Marina da Guerra è uscita dal confronto con Hezbollah annientata per oltre metà della sua capacità bellica. Le perdite del personale imbarcato, per quanto difficili da quantificare nei numeri, sono state, come a terra, molto elevate.
L’affondamento al largo di Beirut e di Tiro di 3 modernissime unità capoclasse portaelicotteri, corvette da 850 tonnellate SAAR 5 con profili di coperta stealth, di fornitura Ingoold-USA e di una cannoniera SAAR 4.5 ad opera di batterie costiere di missili antinave C 801-2 di Hezbollah ha finito per dare risultati e significati diversi al confronto “Israele“-Libano da quello inizialmente sperato dall’Amministrazione Bush e messo in piedi con una guerra di aggressione dal governo Olmert.
La spallata auspicata dall’Amministrazione USA per la creazione di un “nuovo Medio Oriente“ si è rivelata un colpo lanciato nel vuoto che rafforza la capacità politica, militare e di immagine di Hezbollah e del Governo Siniora nel Medio Oriente e nel Golfo Persico, rafforzando il potere contrattuale di Siria e Iran.
L’America e “Israele” dovranno, in forza dei risultati raccolti sul campo, rivedere in profondità la loro strategia militare e, allo stesso tempo, ridimensionare molte delle ambizioni politiche e strategiche che coltivavano nella Regione.

Giancarlo Chetoni

06 settembre 2006

Tra il sacro ed il profano


Il seguente testo non vuole essere un attacco ai cattolici, molti dei quali sono persone degnissime ed in buona fede, ma una denuncia dell’inganno che si perpetua da millenni.

Anche se ho già affrontato il tema da differenti angolazioni, ritorno sull’argomento, essendo stato sollecitato da alcuni gentili lettori, per dare ulteriori delucidazioni. In primo luogo, vorrei raccontare un aneddoto: qualche giorno addietro, stanco di leggere i soliti stereotipati e fiacchi commenti circa il conflitto tra Israele ed Hezbollah, in cui si citavano olmert, diciamo d’alema, prodi, annan… cadendo nei più vieti luoghi comuni, ho scritto un commento in cui esortavo a considerare il ruolo dell’Opus diaboli (impropriamente Opus Dei), dei Gesuiti, del Vaticano, dei Cavalieri di Malta nel contesto internazionale in merito a conflitti, pedofilia, satanismo, controllo delle coscienze etc. La constatazione non è poi così peregrina: basti pensare alle banche cattoliche che primeggiano non certo nell’investimento in santini da vendere alle beghine che frequentano le chiese, ma in armi. Le armi si vendono ai belligeranti che notoriamente le usano per uccidere e distruggere. Sarebbe sufficiente questo per inchiodare la Chiesa massonica diabolica romana alle sue responsabilità, ma la Chiesa di Roma è molto più di una società di usurai istigatori di guerre.

Dicevo del commento: un utente del forum, credendo di essere ironico, mi ha esortato a scrivere un libro per collocarlo accanto al romanzo di Dan Brown, Il codice da Vinci. Qual è il motivo di questa stupida reazione? La maggior parte delle persone è abituata a pensare alla Chiesa di Roma come ad un club di decrepiti, panciuti e paciosi cardinali, amanti della buona cucina, rimbambiti, lussuriosi ed avidi, con tutto il corteo di vescovi altrettanto mangioni e libidinosi. Sono spesso considerati dei privilegiati che vivono nel lusso, dei gaudenti del tutto disinteressati a quello che accade intorno a loro. Si pensa quindi ad un’istituzione antiquata, ma tutto sommato non molto pericolosa, nonostante la presenza di certi sacerdoti lascivi ed alcuni cardinali finanzieri. Si crede che sia un'istituzione in crisi, a causa dello strapotere di logge e multinazionali. In realtà la Chiesa cattolica è una multinazionale: droga, pedofilia, satanismo non sono deviazioni della Chiesa, ma la sua quintessenza da sempre, anche se in forme differenti attraverso i secoli.

Il papa nero, ossia il generale dei Gesuiti, Hans Peter Kolvenbach,
è uno degli uomini più potenti ed intriganti che esistano. Nel libro Trance formation of America, gli autori spesso si riferiscono al pontefice, intimo amico di Ronald Reagan, come a persona al centro di loschi traffici: smercio di stupefacenti, pedopornografia, rituali luciferini, operazioni bancarie disinvolte, sacrifici umani, turpi collaborazioni con la Criminal Infamous Agency etc. Il pontefice contemporaneo di Reagan era Giovanni Paolo II, proprio lui, anche se probabilmente era una persona dalla mente controllata con droghe e con altri sistemi (Vedi Oltre l’MK Ultra).

Insomma la Chiesa di Roma, con le sue influenti diramazioni, è la cloaca in cui si riversa ogni liquame maleodorante. La Chiesa di Roma è la centrale operativa del crimine planetario: essa controlla la Massoneria, anche se ci fanno credere che sia in conflitto con le logge massoniche. Chi ce lo fa credere? Introvigne: ma lo avete visto, con quegli occhi satanici? Avete sentito quella voce chioccia? In confronto, la visione di un demone è rassicurante. Ci raccontano anche che la Chiesa cattolica è in contrasto con Scientology ed i Testimoni di Geova: quanti sanno che nell’Impero di USAtana il Vaticano ha stipulato un accordo con la congregazione fondata da Ron Hubbard per l’acquisizione di importanti istituti di credito? Quanti sanno che i cattolici nascondono, proprio come i testimoni di Geova, in immagini sacre apparentemente innocue, anche se kitch, simboli demoniaci e blasfemi (Vedi La chiave di volta). Quanti sanno che il Vaticano è implicato nell’infame operazione “scie chimiche”? (Vedi S. Pietro non scia) D’altronde dove si reca papa Ratzinger, gli aerei non passano. Leggete la risposta di Alfredo Lissoni, ufologo ed insegnante di religione, ad un lettore allarmato per il problema delle scie velenose. Lissoni, che pure si vanta di aver scritto dei libri sul governo occulto mondiale e sui segreti della C.I.A., farfuglia parole sguscianti, ambigue, inconsistenti, evasive. Visitate il sito di Blondet: non troverete neppure un articolo sul tema. Chissà perché… Sono questi gli “intellettuali cattolici”, figure lobotomizzate per mezzo di una religione fondata da un astuto e spregiudicato ebreo della Cilicia al servizio dei padroni Romani, una religione creata, mescolando rozze e sanguinarie credenze pagane ed ebraiche solo per rincretinire la gente, convincendola che due più due dà cinque. Sono questi gli intellettuali cattolici, furbastri ignoranti come socci mi scocci che promuovono la fanatica fede in madonne ologrammi, in fenomeni da baraccone. Quali sono poi i politici cattolici? andreotti-belzebù, il dottor Balanzone, belzebusconi… Ci si può fidare di costoro?

La Chiesa universale non è contro gli Stati Uniti ed Israele a favore degli Arabi o viceversa, poiché essa, con il suo immenso potere, manipola tutti i contendenti. Ovviamente, per riprendere una metafora di Icke, cattolici e massoni non di rado si azzuffano, quando bisogna spartirsi il bottino, ma sono come quei gangsters che litigano ferocemente dopo che, messa a segno la rapina in banca, si devono dividere i soldi. State certi che, in questi casi, la Chiesa di Roma fa quasi sempre la parte del leone, anzi… dell’orso.

Qualcuno esigerà che io esibisca delle prove di tutto ciò. Le prove esistono: basta saperle cercare. Si considerino i simboli luciferini (vedi L’arma di Benedetto XVI); si studi la storia e si analizzi la cronaca: la Chiesa di Roma è sempre stata al centro dei più efferati episodi, dalla persecuzione degli “eretici”, allo sterminio dei Catari, dalla distruzione della cultura Maya alle stragi di Ebrei, Ortodossi e Rom in Croazia con Pavlevic, santificato da quel sant’uomo di Giovanni Paolo II, alla guerra tra Hutu e Watussi fomentata da Radio Vaticana, fino agli omicidi eccellenti di Calvi e Sindona ed alle morti per tumore causate dalle antenne della micidiale emittente.

L’albero si vede dai suoi frutti: l’albero della Chiesa cattolica non può essere potato, perché la Chiesa tutta è corrotta e corruttrice. L’albero dev’essere svelto e bruciato.

tratto da zret.blogspot.com

05 settembre 2006

Tesla e l'energia cosmica


Ricostruire la teoria dell'Energia cosmica di Tesla è spesso difficile. I suoi documenti così come i suoi progetti sono stati rubati e ben nascosti, per poi divenire "riservati per motivi di sicurezza nazionale", mentre i suoi 700 brevetti, al cui interno troviamo sporadicamente dei riferimenti, sono stati resi introvabili, come se si fossero dissolti nel vuoto, o nel forzieri delle società degli Illuminati.

In occasione del suo 79° compleanno, nel 1938, cinque anni prima della sua morte, annunciò la più grandi scoperte della sua vita e disse che presto le avrebbe donato a tutto il mondo, non appena avesse completato lo sviluppo degli aspetti più segreti. Tesla si riferiva alla Teoria Dinamica della Gravità e all'Energia del Cosmo, che era poi la scoperta di una Verità fisica nuova, non c'è energia se non quella che riceviamo dall'ambiente.
Nella sua breve introduzione alla teoria Tesla precisò che si riferiva a molecole ed atomi così come ai più grandi corpi stellari, "... a tutti i corpi presenti nell'universo in ogni fase della loro esistenza dalla formazione all'ultima disintegrazione". La teoria della relatività spesso si riferisce ad "energia pura" in qualche "forma", ma in realtà l' energia è un "potenziale" astratto che è sempre nel futuro. Come si può distinguere le forze dell'universo in ciò che è puro o ciò che ha una forma?!
Brevetto Tesla

Nei suoi scritti troviamo spesso espressioni poetiche, dall'enfasi di un vero visionario, come quella che descrive la terra come la "stella della nascita umana", e che usando il "fulmine di Giove", ( dio del cielo Indoeuropeo ) l'uomo "annichilisce il tempo e lo spazio", alludendo one all'uso dell'elettro-propulsione ("fulmini"), per viaggiare velocemente e annullare tempo e spazio . Tesla dunque ha delineato la sua Teoria Dinamica della Gravità in una prosa onirica, di straordinaria bellezza.
Tesla coil
"L'etere è portatore di luce e riempie ogni spazio, l'etere agisce come forza creativa che dà la vita. Viaggia in "turbini infinitesimi" ("micro eliche") prossime alla velocità della luce, divenendo materia misurabile. La sua forza diminuisce e arriva a terminare del tutto, regredendo in materia, secondo una specie di processo di decadimento atomico. Gli uomini possono dunque imbrigliare questi processi di passaggio dall'energia alla materia, e dunque può catturare materia dall'etere, alterare la grandezza della Terra, controllare le stagioni, guidare la rotta della terra attraverso l'Universo, come una navicella spaziale, e poi causare collisioni di pianeti per produrre nuovi soli e stelle e dunque, calore e luce. L'uomo può originare e sviluppare la vita infinitamente."

Tesla si riferiva ad un' energia illimitata, catturata dall'ambiente che ci circonda, e la sua scoperta viene da un'altra ben più grande, quale la possibilità di convertire l'energia ad una forza più forte - mediante l'elettropulsione, che viene usata per controllare la forza di gravità più debole.
Turbina Tesla
Ma cos'è l'etere di Tesla?
Non era né etere "solido" di Maxwell e Hertz, né quello gassoso di Lorentz. L'etere di Tesla consiste in "cariche immerse in un fluido isolante" che riempie ogni spazio. Le sue proprietà variarono a seconda del suo movimento relativo e dalla presenza di massa e di un ambiente elettrico o magnetico: l'etere di Tesla veniva irrigidito variando rapidamente forze elettrostatiche, e viene coinvolto così in effetti gravitazionali. "La terra è - come ha spiegato Tesla, una palla di metallo caricata che si muove attraverso spazio" e che crea un'enorme quantità di energia variando rapidamente forze elettrostatiche, che diminuiscono di intensità". Lui illustra come i moti meccanici sono prodotti da una forza elettrostatica diversa che agisce attraverso un mezzo gassoso, che è eccitata dai cambi rapidi di potenziale elettrostatico. Se si presume che enormi stress elettrostatici agiscano, attraverso questo mezzo, variando rapidamente di intensità, si potrebbe muovere un corpo attraverso di lui.

L'etere è normalmente neutrale elettricamente, e penetra ogni materia solida. "L'energia" non esiste in forma fisica, ma è "il potenziale di lavoro" è "tempo" che è una misurazione arbitraria della percentuale di moto della materia che attraversa lo spazio pieno di etere. Tutti gli eventi accadono nel presente, ed il "passato" e "futuro" sono soltanto metafore.
Questa energia" "gratis che è illimitata è universalmente lavoro potenziale, creato dal moto perpetuo della materia e dal cambio perpetuo di forze più forti e più deboli attraverso le quale viene mantenuto l'equilibrio dell'universo. Quando la materia solida viaggia attraverso lo spazio, subisce il "vento dell'etere" e le differenze in potenziali elettrici provocano dei cambiamenti nel dislocamento elettromagnetico all'interno della massa ed del vento dell'etere. Il campo elettrico della terra crea il dislocamento magnetico all'interno dell'etere e lo accumula all'interno del campo elettrico di terra. La differenza tra il dislocamento magnetico all'interno di una massa ed il dislocamento magnetico fuori della massa dell'etere è la "gravità" ".

Il Governo Segreto ha finora controllato la tecnologia di elettropulsione per difendere gli interessi dei monopolisti internazionali. Le navi ad elettropulsione sono nascosti attraverso "effetti speciali", e la disseminazione di false origini "aliene", attraverso i gruppi di "UFOlogia" condotti da agenti segreti del governo. L'accesso alla verità consentirà la creazione della free energy che ci porterà alla conquista dell'indipendenza e alla sopravvivenza, e nonostante la confusione delle grandi bugie, e l'abuso giudiziale e socio-economico dallo stato sociale, noi possiamo riportare alla luce la scienza e la tecnologia vera.

I terroristi del governo


Come ogni anno, il Gotha dell’economia, dell’industria e della politica s’incontra a settembre a Cernobbio per definire le linee guida dell’economia italiana: l’anno economico non inizia mai il primo di Gennaio ma il primo di Settembre, dopo il ritorno dalle vacanze e quando si deve preparare la Finanziaria.
Ah, che bel gioco la Finanziaria ! Uno spazio tutto virtuale nel quale scrivere cifre che non saranno mai vere, perché tutti sanno che le cose andranno diversamente, ma è importante sapere che a settembre lo Stato deve redigere la sua legge Finanziaria: uno Stato rimandato a settembre tutti gli anni.
A settembre tutti sono più seri ed attenti: le parole che più vanno di moda sono “rigore” e “sviluppo”, mentre “speranza” e “benessere” vengono rinviati alla prossima campagna elettorale, mica sono fessi.
Per giustificare quello che ci fregheranno nel prossimo anno devono trovare delle giustificazioni: gli scorsi anni era la crescita a non essere sufficiente, il gettito fiscale scarso (con tutti quei condoni…) e bisognava tirare la cinghia.
Oggi la crescita è un po’ aumentata ed il gettito fiscale pure: come giustificare la “mannaia” per il 2007?
La prima scusa è l’Europa: ragazzi, se vogliamo rimanere in Europa mettetevi a novanta gradi e rimaneteci, perché per stare nell’UE bisogna sollevare il sederino, non lamentarsi e, possibilmente, cantare.
Per parecchi anni Tremonti fece delle leggi Finanziarie che non vinsero il primo premio soltanto perché quelle di Paolo Cirino Pomicino sono tuttora un record imbattuto: l’ex ministro democristiano ripropose il famoso “gioco delle tre carte” nella finanza, dopo che era stato proibito persino nelle aree di servizio delle autostrade.
Nel 1992, l’allora ministro Goria se ne andò in televisione a dire che “entro qualche mese non ci sarebbero più stati soldi per pagare stipendi e pensioni”, ed inaugurò con quell’esternazione una serie di Finanziarie che ricacciarono in gola agli italiani la voglia di vivere. Non si fanno più figli in Italia? E lo crediamo bene: con la cinghia che ci fanno tirare passa anche l’appetito, altro che far figli.
Quest’anno va molto di moda la “questione” pensioni: dobbiamo risistemare le pensioni perché ce lo chiede l’Europa, perché la gente invecchia e non si decide a morire (ma vi sembra questo il modo di comportarvi nell’economia liberista globalizzata?), cosicché la finanza langue per colpa di legioni di sciagurati pensionati che dilapidano la ricchezza del Paese, comprando pane, latte e – la domenica – un biglietto del tram per andare a trovare i nipotini.
Abbiamo cercato di ridurre la sanità al minimo per cercare di farli ragionare – è forse bello continuare a sopravvivere in questo modo? – ma gli italiani resistono e non crepano, accidenti a loro.
Non importa se Tremonti presentava delle Finanziarie dove sosteneva di colmare i “buchi” di bilancio vendendo la Fontana di Trevi – almeno Totò lo sapeva fare veramente – perché le famose “cartolarizzazioni” altro non sono che operazioni di bilancio nelle quali si mettono nella colonna delle entrate le possibili vendite di beni dello Stato. E’ ancor peggio che vendere l’argenteria: l’orologio d’oro si può portarlo al Banco dei Pegni, le case e le vecchie caserme bisogna trovare qualcuno che le compri.
Se qualcuno ha ancora dei dubbi, provi a considerare di pagare una rata del mutuo con la promessa della futura vendita di un bosco ereditato da un lontano parente: se la Banca lo accetta…per lo Stato, invece, la cosa è accettata senza condizioni.
Il bello della faccenda è che per anni l’UE ha accettato le Finanziarie piene dei “pagherò” che Tremonti s’inventava da un giorno all’altro: le case dei militari, i palazzi della politica (quelli li ha venduti, e lo Stato li affitta con una pigione annua astronomica, che in pochi anni restituirà ai “buoni” acquirenti – i soliti ignoti – l’intero capitale), le spiagge. Se fosse rimasto sulla poltrona dell’Economia siamo curiosi di sapere cosa si sarebbe inventato: la vetta del Cervino? l’interno dell’Etna? il fondo del Tirreno?
Eppure – meraviglia delle meraviglie – l’Europa accettava tutto, anche i biglietti delle Ferrovie obliterati.
Cambia il governo e da Prodi, l’Europa, s’attende serietà: come può non essere serio l’ex presidente della Commissione Europea?
Finalmente riforme “strutturali”, ossia mettersi a novanta gradi: quando sento la parola “strutturale” – non so perché – avverto un brivido lungo la schiena.
La prima riforma è quella delle pensioni: italiani, lavorate di più e sbafate di meno! Qualcuno ricorda che Berlusconi diminuì le aliquote IRPEF (le imposte sul reddito delle persone fisiche) per i redditi che superavano i 500.000 euro annui? Lor signori devono continuare a pagare meno tasse e noi dobbiamo farci tagliare le pensioni?
Puntualmente, giungono statistiche allarmanti (per noi che dobbiamo rimanere a novanta gradi) e rassicuranti per coloro che devono sorvegliare che ci restiamo, ben fermi e senza protestare troppo.
“La spesa pensionistica – nel 2006 – è aumentata di 3,8 miliardi”. Punto. Messa giù così sembra una sentenza senza appello: fintanto che non troveremo i 3,8 miliardi – cari italiani – rimanete con il sedere all’aria.
Se invece ci prende la curiosità d’andare a verificare a quanto ammonta la spesa pensionistica in Italia la cosa si sgonfia da sola: furono 151,8 miliardi nel 2005 e dovrebbero essere circa 155,6 miliardi nel 2006, il che significa che la spesa pensionistica è aumentata di circa il 2,5%, ossia pressappoco come l’inflazione (quella che ci raccontano) e le retribuzioni (che, con il trucco di dare gli arretrati a contratto abbondantemente scaduto, è un’altra presa per i fondelli[1]).
Potrà esserci lo scarto di qualche decimale, ma non sembra proprio che su simili valori si possa intessere una retorica da Repubblica di Weimer. Io, quasi quasi, mi rialzerei e proverei a riallacciarmi i calzoni.
Come possiamo chiamare questo modo di fare?
Terrorismo economico, disinformazione, presa per il…
Non importa: vediamo, invece, come i nostri solerti parlamentari hanno risolto per loro stessi il problema delle retribuzioni e delle pensioni:
Stipendio base Euro 9.980
Portaborse Euro 4.030 (normalmente un parente)
Rimborso spese affitto Euro 2.900
Indennità di carica Euro 335 - 6.455 (secondo la carica)
Stipendio totale Euro 19.150
Oh, per lo stipendio siamo a posto…l’ultimo aumento – a gennaio 2005 – era stato di “soli” 1.135 euro il mese: ah, attenzione, per non infastidire la ragioneria dello Stato con elaborati calcoli, tutti gli emolumenti sono esenti da tasse. Fra un po’ saranno due anni senza aumenti…che dite, è ora di “ritoccare” un po’ lo stipendio?
E per i “trombati”, ossia per coloro che non riescono nemmeno più a rimediare un posto da consigliere regionale, provinciale, comunale…che si fa?
Il dramma della disoccupazione colpisce senza preavviso: da un giorno all’altro ti ritrovi senza portaborse, solo in una piazza romana spazzata dal vento e ti tocca osservare i tuoi ex colleghi che entrano a Montecitorio e che ti salutano appena. Sì, sei diventato come un lebbroso, un clochard da evitare: chissà se avranno anche cancellato il mio numero di cellulare dal loro?
Adesso ti tocca comprare la scheda del telefonino, pagare il dentista, il ristorante…
Sì, perché ”prima” avevi gratis: cellulare, cinema, teatro, spese postali, autobus, metropolitana, ferrovie, aerei (nazionali), autostrade, piscine, palestre, cliniche, ristoranti…
Chi non ha mai provato sulla propria pelle il dramma di perdere il posto di lavoro non potrà mai capirli: per fortuna, molti italiani possono – dopo che i vari boiardi di Stato si sono “mangiati” la chimica, l’elettronica e tanto d’altro – comprenderli per aver vissuto personalmente quell’esperienza, e potranno capire perché – dopo soli 35 mesi da parlamentari – hanno diritto a ricevere una pensione di circa 3.000 euro. Poveracci, caduti così in basso. Noi contiamo gli anni, loro i mesi; per noi le pensioni si contano con le centinaia, per loro con le migliaia: e che volete che sia un piccolo salto d’esponente!
tratto da Carlo Bertani

03 settembre 2006

La Federal Reserve è una compagnia privata


Diamo, ancora, qualche informazione sulla Federal Reserve.
Una delle preoccupazioni più comuni, tra la gente che si occupa attivamente di ridurre le tasse, è “Se trattengo i miei soldi, impedirò al Governo di pagare i suoi conti?”. La moderna tassa sul reddito non è stata fatta né pensata per pagare i servizi offerti dal governo. Il suo scopo è di pagare per il sistema privato della Federal Reserve.
Nel dizionario "Black Law" si definisce la Federal Reserve come "una rete di dodici banche centrali cui appartiene la maggior parte delle banche e della quale le banche con statuto statale possono essere proprietarie. Le regole societarie impongono un investimento in azioni e delle minime riserve."

Sono banche private quelle che possiedono le azioni della Federal Reserve. Questo venne spiegato in dettaglio nel processo "Lewis contro Stati Uniti" (seconda serie del Federal Reporter, volume 680, pagine 1239, 1341 del 1982), dove la corte disse: "Ogni ‘Federal Reserve Bank’ è una società separata posseduta da banche commerciali della sua regione. Le banche socie eleggono i due terzi del consiglio di amministrazione composto da nove membri di ciascuna banca."

In modo simile, le banche "Federal Reserve", nonostante siano pesantemente regolate, sono controllate localmente dalle banche socie. Dando un altro sguardo al dizionario "Black Law", troviamo che queste banche, possedute da privati, emettono moneta: "Federal Reserve Act: legge che creò le banche della Federal Reserve che agiscono come agenti nel mantenere riserve monetarie, nell'emettere moneta sotto forma di banconote, nel prestare moneta alle banche e nella supervisione delle banche. Amministrata dal consiglio d'amministrazione della Federal Reserve (Federal Reserve Board)."

Le banche della FED, che sono private, emettono, ovvero creano, la moneta che usiamo. Nel 1964, la Commissione Camerale sulla Pratica Bancaria e la Valuta , il sottocomitato sulla Finanza Interna, nella seconda sessione dell'88esimo Congresso, pubblicò uno studio intitolato "Fatti sulla Moneta", che spiegava bene che cosa è la FED : " La Federal Reserve è una macchinetta che crea moneta. Può emettere moneta o assegni. Non ha il problema di coprire C'li assegni perché può ottenere le banconote da 5 e 10 dollari, necessarie per coprirli, semplicemente chiedendo all'ufficio del conio del Ministero del Tesoro di stamparle."

Come tutti sappiamo, chiunque abbia un sacco di soldi ha molto potere. Immaginatevi un gruppo di persone che ha il potere di creare i soldi. Immaginatevi che potere questi possono avere. Questo è quello che è la FED. Nessun uomo denunciò maggiormente il potere della FED quanto Louis T., Presidente della Commissione Camerale Bancaria negli anni '30. Egli puntualizzava costantemente che le questioni sull'emissione monetaria non dovevano essere partigiane, e criticava le amministrazioni sia di Herbert Hoover che di Franklin Roosevelt.
Ecco come McFadden descriveva la FED , il 10 giugno 1932 (Verbale del Congresso, Camera, pagine 1295 e 1296):

"Signor Presidente, in questo paese abbiamo una delle istituzioni più corrotte che il mondo abbia mai conosciuto. Mi riferisco al consiglio d'amministrazione della Federal Reserve ed alle banche Federal Reserve. Il consiglio d'amministrazione della Federal Reserve, un consiglio d'amministrazione di Governo, ha fregato al Governo degli Stati Uniti ed al popolo statunitense abbastanza soldi da estinguere il debito pubblico. Le predazioni e le ingiustizie del consiglio d'amministrazione della Federal Reserve e delle banche Federal Reserve, sono costate a questo paese soldi a sufficienza per ripagare numerose volte il debito nazionale. Questa maligna istituzione ha impoverito e rovinato il popolo degli Stati Uniti, è andata in bancarotta ed ha portato alla bancarotta il Governo. Qualcuno pensa che le banche Federal Reserve siano istituzioni degli Stati Uniti. Non sono istituzioni statunitensi. Sono monopoli di credito privati che si basano sul popolo statunitense per arricchire sè stessi ed i loro clienti stranieri. gli speculatori e predatori interni e stranieri, e i ricchi predatori usurai. In questa oscura cricca di pirati finanziari ci sono quelli che taglierebbero la gola di chiunque per sottrargli un dollaro dalle tasche, vi sono quelli che mandano soldi negli stati per comprare i voti per controllare la nostra legislazione, e ci sono quelli che mantengono una propaganda internazionale allo scopo di ingannarci e di spingerci a fornire nuove concessioni che gli permetteranno di insabbiare le loro malefatte precedenti e di rimettere in moto il loro gigantesco treno criminale. Questi 12 monopoli privati vennero slealmente ed ingannevolmente imposti a questo paese da banchieri che venivano dall'Europa e che hanno ripagato la nostra ospitalità minando alla base le istituzioni americane."

Louis T. McFadden morì per un "improvviso attacco cardiaco" il 3 ottobre 1936. Come scritto da Robert Edward Edmondson, sul Pelley’s Weekly del 14 ottobre 1936, McFadden era stato fatto precedentemente oggetto di due attentati alla vita. Gli vennero sparati due colpi d'arma da fuoco che per fortuna lo mancarono mentre stava prendendo un taxi. In seguito, tentarono di avvelenarlo durante un banchetto: un medico che era presente gli effettuò subito una lavanda gastrica e lo salvò.
La FED in pratica funziona così: il Governo ha garantito il potere di emettere moneta alle banche della FED. Queste creano moneta, poi la prestano al governo caricando gli interessi. Il governo preleva la tassa sul reddito per pagare gli interessi sul debito. Su questo punto è interessante notare che sia il 'Federal Reserve Act” che il sedicesimo emendamento, che dava al Congresso il potere di raccogliere la tassa sul reddito, vennero promulgati assieme nel 1913. L 'incredibile potere che la FED ha sull'economia viene universalmente riconosciuto. Alcune persone, specialmente nell'ambiente bancario ed accademico, addirittura lo appoggiano.

Tuttavia vi sono quanti, sia in passato che oggi, lo denunciano. Uno di questi uomini era il presidente Kennedy. I suoi sforzi vennero elencati in dettaglio nel libro Crossfire di Jim Marrs, del 1990:

“Un altro aspetto tralasciato del tentativo di Kennedy di riformare la società americana riguarda la moneta. Plausibilmente Kennedy riteneva che, ritornando alla Costituzione, la quale afferma che solamente il Congresso può coniare e regolare la moneta, il crescente debito nazionale poteva essere ridotto smettendo di pagare interessi ai banchieri del sistema della Federal Reserve, che stampava cartamoneta e la prestava al governo contro interessi. Egli si mosse in questo campo il 4 giugno 1963, firmando l'Ordine Esecutivo 11110 che chiedeva l'emissione di 4.292.893.815 dollari in banconote statunitensi attraverso il Tesoro anziché usando il tradizionale sistema della Federal Reserve. Quello stesso giorno, Kennedy firmò una legge che cambiava la garanzia dei biglietti da 1 e 2 dollari - da argento in oro - aggiungendo forza all'indebolita valuta statunitense."


Biglietto da 5 dollari del 1963. Notare la scritta in alto: "UNITED STATES NOTE", cioè "biglietto degli Stati Uniti d'America", quindi dei cittadini statunitensi!


I dollari (privati) della Federal Reserve hanno invece la scritta "FEDERAL RESERVE NOTE", e cioè "biglietto della FED", quindi dei banchieri!!!

Il "Comptroller of the currency" di Kennedy, James J. Saxon, venne in contrasto con gli organi della Federal Reserve per qualche tempo, incoraggiando poteri di maggior investimento e di credito per le banche che non erano parte della FED. Saxon aveva anche stabilito che queste banche potessero sottoscrivere titoli statali e locali, indebolendo così maggiormente il potere delle banche legate alla FED.

Come abbiamo già accennato, nel 1963, in base al decreto Kennedy, venne emessa una nuova serie di banconote con l'iscrizione "United States Note" invece di "Federal Reserve Note". Queste banconote riproducevano in rosso il sigillo ed il numero di serie, invece che in verde come quelle della Fed (i cosiddetti "verdoni"), ma vennero presto ritirate dalla circolazione dopo la morte di Kennedy. Secondo informazioni reperibili nella libreria del Comptroller of the Currency, la legge 11110 è ancor oggi in corso di validità legale, anche se le amministrazioni successive, ad iniziare con quella del presidente Lyndon B. Johnson, l'hanno semplicemente ignorata tornando alla pratica di pagare interessi sulle banconote della FED. Tuttavia, nel 1966, il Dipartimento del Tesoro USA emise una ultima serie di "United States Note" da 100 dollari, ma queste banconote non vennero distribuite al pubblico. Esse vennero accantonate segretamente in una stanza, considerandole - de jure - come se fossero state effettivamente messe in circolazione. Oggi gli americani continuano ad usare le banconote della Federal Reserve, ed il deficit USA a raggiunto il suo massimo storico.

Il fatto è che la tassa sul reddito che i cittadini americani stanno pagando (tramite l'IRS), non viene usata per pagare i servizi governativi: serve per pagare gli interessi ai banchieri privati che si nascondono dietro ai soci della Fed. Questa tassa potrebbe essere eliminata semplicemente ristabilendo le "United States Note"
Il Dipartimento del Tesoro USA, Il Ministero del Tesoro statunitense, dispone di un proprio servizio di intelligence: l'USSS, "United States Secret Service". Secondo la legge USA sulla libertà di informazione, la "Freedom of Information Act" - detta anche "FOIA" - ci si può rivolgere a loro per qualsiasi ulteriore delucidazione:
United States Secret Service - Latita M. Huff - Branch Chief Suite 3000, 950 H Street, N.W. - Washington, D.C. 20223
Tratto dal libro Bankenstein di Marco Saba

02 settembre 2006

Mi hanno fatto perdere la guerra i media


Don Rumsfeld potrà fare schifo come Segretario alla Difesa, ma è il miglior scarica-barile che questo paese abbia mai avuto.

Non è mai colpa sua. Non Guantanamo, non Abu Ghraib, non Falluja, non Haditha, non la de-baathificazione, non l'insorgenza; nulla. Mai.

Ovviamente, da quando il bronzeo torso di Saddam ha colpito il pavimento di Fidros Square, l'occupazione si è progressivamente svelata ed è divenuta un pantano. Ma neppure quello è colpa di Rummy. Come ha detto il Presidente Bush, "Sta facendo un diamine di lavoro".

Ieri il Segretario alla Difesa Houdini ha fatto bella mostra dei suoi talenti di scusa in un discorso alla base aero-navale di Fallon in Nevada. Ha accusato i gruppi terroristi di "manipolare i media" per erodere il supporto alla guerra al terrore.

"Quello che mi preoccupa di più", ha opinato, "è il modo in cui stanno attivamente manipolando i media in questo paese. Possono mentire con impunità... Quella è la cosa che mi tiene sveglio la notte".

Alcuni di noi speravano che fosse l'Iraq a tenere Rummy "sveglio la notte"... o forse lo scocciante tema delle torture e degli abusi che continua a spuntare nei giornali. Ma, noooo; è lo strisciante spettro di Zarqawi alla sua tastiera che manda e-mail nella sua ipnotica prosa ad inconsapevoli Statunitensi, i quali vengono sedotti dalla sua vile propaganda.

Di cosa stava parlando esattamente Rumsfeld? O questi sono solo i primi segni di un delirium praecox?

"Il nemico è molto migliore nel comunicare", ha guaito. "Vorrei che fossimo migliori a contrastarlo perché il costante tamburo delle cose che dicono - tutte le quali non sono vere - è dannoso".

"Migliore nel comunicare"? Migliore di FOX News, ABC, CBS, NBC, CNN e tutta la zuppa alfabetica di stazioni via cavo che mandando in onda lo sciovinismo sventola-bandiera di Rumsfeld fino alla nausea? I grezzi video di Bin Laden sono dunque una tale minaccia?

Come possono i giornalisti (alcuni tra i migliori e più brillanti degli Stati Uniti) stare fino alla fine di questa spazzatura? Non c'è nessuno nella folla che sia abbastanza coraggioso da fermare le ruminazioni di Rumsfeld dicendo,

"Senza offesa, signor segretario, ma Lei sta perdendo questa dannata guerra e sta dando la colpa a qualche fittizio media islamico che esiste solo nella sua fervida immaginazione".

E' doloroso guardare il precipitoso declino di Rumsfeld nella senilità. Una volta il Rumsfeld con la mascella quadrata impersonava la spavalda fiducia in sé e lo slancio dell'amministrazione Bush. La sua amichevole canzonatura degli adoranti giornalisti lo ha reso amato tra i conservatori e lo ha elevato allo status di rock star.

Nessuno poteva alzare un guanto sul vecchio Rummy. Era troppo sveglio e troppo svelto sulle sue gambe.

E ora questo; un vecchio combattuto che cerca di nascondere i suoi fallimenti con un'assurda digressione dopo l'altra?

Rumsfeld dovrebbe essere sulla veranda a cacciare i bambini dal prato, non a guidare l'esercito più potente del mondo verso una catastrofe imminente.

Abbiamo bisogno di una nuova leadership: subito. Rumsfeld può raccontare le storie sui Bin Laden Media ai suoi compagni della casa di riposo, non dal podio del Pentagono.

Mike Whitney

30 agosto 2006

Stati Uniti come L'impero Romano, ma in che fase?



Tra il 25 e il 27 agosto la Federal Reserve ha sponsorizzato un incontro della finanza internazionale a Jackson Hole nel Wyoming.
Commentando l'avvenimento Lyndon LaRouche ha posto in risalto come il presidente della Fed Ben Bernanke abbia lanciato un appello alla “globalizzazione” sul modello dell'Impero Romano proprio nel momento in cui sta esplodendo la bolla speculativa immobiliare che minaccia l'intero sistema . La politica promossa da Bernanke condurrà ad un caos come quello dei secoli bui del XIV secolo, ha spiegato lo statista americano che propone di mettere in cantiere al più presto un'alternativa allo sfascio economico. Questo sarà l'argomento della sua prossima trasmissione su internet il 6 settembre.
Aprendo i lavori il 25 agosto, Bernanke ha sottolineato che il governo americano deve respingere l'impostazione politica del Sistema Americano di Economia Politica - cioè il protezionismo e gli investimenti nelle infrastrutture pubbliche - per abbracciare fino in fondo la politica che fu dell'Impero Romano e delle Compagnie delle Indie. Bernanke ha elogiato “l'impero di lunga durata” di Roma perché la sua “unificazione promosse il commercio e lo sviluppo economico”. E' passato poi ad elogiare “le imprese commerciali create dagli Inglesi e dagli Olandesi” che esercitavano un monopolio sui traffici mondiali nel XVII secolo. La globalizzazione compì successivamente un altro grosso passo in avanti nel periodo post-napoleonico (1815-1913), quando “l'Inghilterra abbracciò il libero scambio e il libero movimento dei capitali”. Ma “un'eccezione importante” a questa avanzata della globalizzazione fu rappresentata dagli “Stati Uniti, che, nel corso del XIX secolo, compirono la transizione dalla periferia al centro del mondo”, e al contempo imposero “tariffe sulle manifatture ... a livelli relativamente alti, nel decennio successivo al 1860, che restarono per buona parte del XX secolo”. Bernanke è quindi passato a criticare gli investimenti nelle infrastrutture: “Nel XIX secolo gli investimenti internazionali si concentravano nel finanziamento dei progetti infrastrutturali - come le ferrovie americane - e nell'acquisto di debito governativo. Oggi gli investitori internazionali detengono tutta una serie di strumenti di debito, azioni e derivati, compresi titoli in una vasta gamma di settori”. Bernanke ha fatto appello ai politici affinché respingano gli appelli di coloro che “ricercano l'approvazione di misure protezionistiche”.
Chi conosce un po' il mondo politico, in particolare quello americano, dovrà ammettere che LaRouche è l'unico politico che propone a spada tratta un ritorno alla politica rooseveltiana deprecata da Bernanke come fastidiosa "eccezione". LaRouche è anche colui che fin dall'inizio ha più chiaramente denunciato nella globalizzazione proprio la politica imperiale romana del saccheggio istituzionalizzato, ripresa in epoca medievale con le crociate e di nuovo successivamente dai grandi monopoli delle compagnie delle indie, alle quali gli USA sfuggirono dal controllo con la Rivoluzione, mandando in fumo l'utopia di un mondo controllato dalle compagnie anglo-olandesi.
Che i pruriti imperiali, come quelli esternati da Bernanke a Jackson Hole, siano il nodo centrale da affrontare, è stato ribadito sulle pagine del quotidiano The Guardian da Andrew Murray, presidente della "Stop the War Coalition" in Inghilterra. Il suo commento del 26 agosto è intitolato: “L'impero, e la resistenza contro di esso, è la questione centrale di questa epoca”.
Scrive Murray: “Come sta l'Impero? Forse Tony Blair è tentato di ripetere le parole di re Giorgio V in punto di morte ... La risposta è che va proprio male. Il nuovo imperialismo che sarà per sempre legato ai nomi di Bush e Blair ha impiegato appena cinque anni per cozzare contro i respingenti dell'opposizione popolare e dell'ignominia morale. L'imperialismo è uscito dal regno del politichese diventando l'argomento centrale di questa epoca, ed è considerato ovunque come tale, al di fuori degli ambienti rampanti dell'alleanza tra neo-conservatori e New Labour”. Murray passa quindi a dare un quadro della situazione disastrosa in Iraq, in Afganistan, e in Libano dopo l'attacco di Israele.
“Gli anni di Blair vanno studiati per i fallimenti delle potenze anglosassoni nel rifare il mondo secondo i propri interessi con la forza”. Ci sono alcuni propagandisti del nuovo imperialismo, come lo storico Niall Ferguson, o l'ideologo del New Labour Christopher Hichtchens che ripropongono la linea del “Colonial Bureau Fabiano”. Ma “gli oppositori dell'imperialismo sono di gran lunga più numerosi. Quasi due terzi del pubblico ritiene che la politica estera britannica sia troppo soggetta a quella degli USA e che le occupazioni militari siano un insuccesso. La forza del movimento contro la guerra negli ultimi cinque anni, che ha raccolto nuovi sostegni durante la guerra del Libano, testimonia come questo sentimento sia ben più profondo di quanto dicano i sondaggi d'opinione ... L'alleanza tra ineguali costituita tra gli USA e l'Inghilerra dopo Suez [1956] si sta di nuovo sgretolando nel Medio Oriente”.

Terrorismo o complotti a Londra?


DI GIULIETTO CHIESA
Sono in molti a chiedersi che cosa ci fosse, davvero, sotto l'ormai famoso “complotto del terrore” aereo, “scoperto” con grande clamore mediatico, grande paura planetaria, grandi contromisure mondiali, il 10 di agosto 2006. Per inciso: mentre Israele bombardava senza tregua il Libano e la striscia di Gaza, attirandosi addosso l'esecrazione di una larga maggioranza di cittadini di ogni latitudine.
Comincerei da lontano: dal programma del Pentagono denominato P2OG. La sigla sta per Proactive Preemptive Operations Group.

L'esistenza di questo programma, la cui data di nascita è sconosciuta, emerse dai fondali nell'agosto 2002, perché notizie che lo riguardavano vennero pubblicate dal Comitato Scientifico di Difesa del Pentagono. Non è escluso, ma non è sicuro, che un tale programma fosse esistente da più tempo. Per esempio da prima dell'11 settembre. Ma, in sostanza cosa c'è nella scatola? Operazioni clandestine di elevata sofisticatezza realizzate dai servizi segreti per “stimolare reazioni” nei gruppi terroristici. Cioè: penetrazione nei gruppi con agenti provocatori, per spingerli ad azioni errate che permettono, dopo essere state “scoperte”, di sgominarli o di ricattarli.

Non è un'idea originale? Il fatto è che Seymour Hersh, ci ha informato, nel gennaio del 2005, con un articolo sul New Yorker, che il P2OG è stato rimesso in funzione. “Mi è stato riferito (da fonti del servizi americani, ndr) che agenti militari sarebbero stati preparati per fingersi uomini d'affari corrotti, che cercano di comprare pezzi che possano essere usati per costruire bombe atomiche. In certi casi cittadini locali (cioè non americani) potrebbero essere reclutati per entrare a far parte di gruppi guerriglieri o terroristici. Con il compito potenziale di organizzare ed eseguire operazioni di combattimento, o perfino attività terroristiche ” .

Adesso torniamo al complotto “globale” del 10 agosto. Da dove sono venute le informazioni? Dai servizi segreti militari del Pakistan, l'ISI. Cioè i signori che crearono dal nulla, tra il 1994 e il 1996, il regime dei taliban in Afghanistan. I quali avrebbero catturato Rashid Rauf, la cosiddetta “mente” dell'intera operazione che avrebbe dovuto far saltare per aria una decina di aerei diretti da Londra verso gli Stati Uniti. E insieme a Rashid, un discreto gruppetto di complici.

Ma quando gli attentati? Non certo in prossimità del 10 agosto, perché a quella data i sospetti, cioè i 24 arrestati, non avevano ancora nemmeno comprato i biglietti aerei. E molti di loro non avevano nemmeno i passaporti per andare negli Stati Uniti. Questa notizia è stata data alla NBC News da una fonte ufficiale britannica. Un'altra fonte dei servizi britannici ha riferito inoltre che molti dei sospetti erano sotto stretta sorveglianza da più d'un anno, cioè da prima degli attentati del luglio 2005. Ma, se erano sotto vigilanza, da dove viene la sorpresa e il clamore? E perché spiattellare tutto proprio alla vigilia del 10 agosto? Sempre NBC News rivela che la decisione di arrestarli subito, sebbene non ci fosse nessuna evidenza di pericolo immediato, “fu imposta dai funzionari di Washington”.

Ma cosa era accaduto, nel frattempo? Che, a Islamabad, Rashid Rauf aveva confessato. Perfino i giornali pakistani riferiscono che il giovanotto “è crollato” sotto gl'interrogatori. E tutti noi capiamo come vengano condotti gl'interrogatori della polizia politica pakistana. In altri termini: tortura. Il fatto che gli agenti americani e britannici non abbiano mosso ciglio di fronte a una confessione sotto tortura non deve destare stupore: è quello che loro stessi hanno fatto – o hanno permesso che si facesse a Guantanamo Bay, in Uzbekistan (rivelazioni molto dettagliate dell'ex ambasciatore britannico a Tashkent, Craig Murray), ad Abu Ghraib, a Damasco, al Cairo, a Kabul, etc.

In quelle condizioni si confessa qualsiasi cosa, ovviamente. E Rashid Rauf non poteva fare eccezione. Confessa anche, ad esempio, che gli aerei li avrebbero fatti saltare in aria fabbricando, sempre in aria, un esplosivo denominato TATP. Cioè perossido di idrogeno, acetone e acido solforico. Secondo la versione fornita dagl'inquirenti, i terroristi sarebbero saliti a bordo con questi tre elementi separati, tutti e tre liquidi, per sfuggire ai controlli dell'aeroporto. I componenti sarebbero poi stati mescolati insieme in una toilette dell'aereo, per produrre il micidiale esplosivo.

Sfortunatamente questa storia è totalmente impossibile, come hanno clamorosamente dimostrato gli esperti di esplosivi e come ha, con grande spirito umoristico, raccontato il giornalista americano Thomas C. Greene. Perché mettere insieme perossido di idrogeno (nella dovuta concentrazione, altamente infiammabile), con acetone, si può fare, ma richiede obbligatoriamente una temperatura inferiore ai 10 gradi centigradi , altrimenti il liquido risultante s'incendia subito. E l'incendio può ustionare il portatore, o i suoi vicini di sedile, ma non è un'esplosione e non può far cadere l'aereo. D'altro canto tenere sotto controllo una tale soluzione per diverse ore, in aereo, implica un sistema di refrigerazione molto preciso e anche molto ingombrante. Da portare, per giunta, nella toilette insieme ad alambicchi vari. Perché adesso viene in bello. Cioè il versamento dell'acido solforico nella data soluzione.

La qual cosa richiede, come minimo e preliminarmente, una maschera antigas e un paio di occhiali da subacqueo, perché il gas che ne fuoriesce è altamente corrosivo per gli occhi e letale se inspirato. Non solo, ma l'intera operazione, per raggiungere la quantità di esplosivo necessaria, richiede parecchie ore. E poi comporta altre due ore e mezzo circa di attesa affinché il composto chimico riesca a seccare, trasformandosi in piccolissimi cristalli simili a neve, prima di poter essere fatto detonare con un impulso elettrico.

Tutto questo, com'è evidente, richiede che, nel corso dell'intero volo, nessun passeggero venga a bussare alla porta della toilette; che nessun membro dell'equipaggio si insospettisca vedendo un passeggero entrare nella toilette con ingombranti apparecchiature, e poi assistendo, dall'esterno a una tale prolungata diarrea; che i fumi del gas letale, dall'odore caratteristico di acido solforico, non escano dalla toilette, soffocando i passeggeri dei sedili situati in prossimità della detta toilette.

Il mondo intero – come ha scritto Green – “è stato raggirato con un mito hollywoodiano di liquidi esplosivi binari, che ha guidato interi governi e determinato politiche. Cioè noi abbiamo reagito a un complotto cinematografico”. Pura fiction, evidentemente di grande successo.

Chi l'ha prodotta? Ecco, non sarebbe male ora tornare a bomba, come si usa dire, al progetto P2OG. Ce ne sono i motivi. Secondo la dettagliata analisi di Nafeez Mossadeq Ahmed (1), che cita a sua volta il capo del bureau pakistano di Asia Times, Syed Shahzad, i cittadini britannici di origine pakistana arrestati a Lahore e Karachi in connessione con il complotto, erano tutti membri attivi del gruppo islamico britannico clandestino Al Muhajiroun, il cui capo è Omar Bakri Mohammed. Costui è ora in Libano, dove è stato “esiliato” dalle autorità britanniche sebbene figuri tra i sospettati per le esplosioni del 7 luglio 2005 a Londra. Non vi sembra strano che, avendolo in mano, gl'inglesi se lo siano fatto scappare? Risulterà meno strano quando si sappia che Omar Bakri Mohammed era un agente dell'MI6 britannico, reclutato alla metà degli anni '90 per reclutare, a sua volta, combattenti islamici per il Kosovo. Sempre secondo la stessa fonte sia la CIA che l'MI6 avrebbero da tempo loro agenti infiltrati all'interno del gruppo Al Muhajiroun.

Il tutto appare straordinariamente simile alla mission del gruppo P2OG: organizzare finti o veri attentati terroristici, penetrare all'interno dei gruppi terroristici per usarli a proprio piacimento. Ecco da dove viene la fiction nella quale tutti i media principali hanno immediatamente creduto, rivendendocela come realtà effettuale, contribuendo a organizzare la diversione.

Poi che succede? Che le prove non ci sono, che la “mente” del complotto, torturato a dovere, non viene neppure estradato in Inghilterra, forse perché non lo si può far vedere in pubblico. E succede anche che dei 23 arrestati solo 11 vengono formalmente incriminati, con accuse molto generiche di possesso di elementi atti a costruire bombe e possesso di video estremisti inneggianti al martirio. Due sono rimessi addirittura in libertà, gli altri 11 sono trattenuti in base alla legge antiterrorismo che prevede 28 giorni di detenzione anche senza un'accusa formale. Il ministro dell'interno britannico, John Reid, sta cercando di far passare un piccolo Patriot Act d'oltre Manica, per prolungare il fermo fino a 90 giorni, ma non risulta abbia chiesto l'estradizione di Rashid Rauf.

Ma ciascuno di noi dovrebbe sapere che è possibile, teoricamente, la sua incriminazione per terrorismo. Infatti potrebbe avere dell'acetone in bagno, per sciogliere lo smalto sulle unghie, e dell'acido solforico per sturare i lavandini, e del decolorante per capelli, che contiene, insieme al 97% di acqua, anche del perossido d'idrogeno. Infine tutti abbiamo un telefonino, potenzialmente adatto a innescare l'esplosivo risultante.

Resta una domanda, che spesso mi viene fatta quando cerco di spiegare che anche l'11 settembre è una colossale menzogna: “ma possibile che chi organizza questi spettacoli sia così stupido da lasciarsi dietro tante incongruenze?” La domanda è legittima, ma ingenua. Le incongruenze sono evidenti, ma le conosceranno in pochi. Quello che passa è la versione ufficiale, che crea l'ondata di panico opportuna per l'uso da parte dei poteri. Chi organizza queste cose non è affatto stupido: conosce il funzionamento dei media meglio di noi e anche meglio di molti direttori di giornali e di telegiornali.

28 agosto 2006

Terroristi che ricostruiscono il Libano?


In the 20 kmq of Beirut's southern suburbs which have been destroyed or badly damaged in 35 days of Israeli bombing, 500,000 residents - most of them Shia - lost their homes. Across the devastation of southern Lebanon, Hizbollah has now visited hundreds of thousands of Shia families for details of their losses. Sayed Hassan Nasrallah, the Hizbollah leader, has promised to indemnify all survivors.Bodies of civilians and Hizbollah fighters were still being unearthed from the wreckage of southern Lebanon this week; four brothers, all members of Hizbollah it turned out, died together under Israeli fire in the eastern town of Khiam. It is Hizbollah's army of workers which has been told to rebuild these villages.

Hezbollah ha battuto sul tempo l'Onu e il governo libanese versando centinaia di milioni di dollari, con ogni probabilità provenienti soprattutto dall'Iran, a favore delle zone bombardate del sud del Libano e della periferia meridionale di Beirut. Il suo imponente impegno per la ricostruzione, offerto gratuitamente ai migliaia di libanesi le cui case sono state distrutte o danneggiate durante le cinque settimane di feroci attacchi israeliani, gli è valsa la lealtà anche dei membri più ostili della comunità sciita in Libano.
Hezbollah ha chiarito che non ha intenzione di procedere al disarmo sulla base della risoluzione 1701 del consiglio di sicurezza dell'Onu.
Ieri il generale Alain Pellegrini, comandante della forza Onu nel sud del Libano (su cui americani e inglesi fanno affidamento per entrare in possesso delle armi della guerriglia) mi ha confermato al quartier generale di Naqoura che gli israeliani non possono chiedere alle forze Unifil di disarmare Hezbollah. Ha definito il cessate il fuoco «molto fragile» e «molto pericoloso», e ha aggiunto: «il disarmo di Hezbollah non rientra nel nostro mandato».
Ma per adesso Hezbollah, vista anche la completa assenza della forza di ottomila uomini che dovrebbe affiancare l'Unifil con un mandato teoricamente più «forte», ha già vinto la guerra per la conquista dei cuori e delle menti.

La maggior parte dei proprietari di immobili nel sud del paese ha ricevuto (o sta ricevendo) un risarcimento iniziale minimo di 12mila dollari per comprare nuovi mobili o pagare l'affitto per la famiglia mentre le squadre edili di Hezbollah ricostruiscono le case. I soldi sono offerti in contanti - quasi tutte fruscianti banconote nuove di zecca da cento dollari - a circa 15mila famiglie in tutto il Libano le cui case hanno subito attacchi israeliani, per un totale di 180 milioni di dollari destinati ad aumentare con nuove ricostruzioni e risarcimenti.
Nei venti chilometri quadrati della periferia sud di Beirut che sono stati distrutti o hanno subito forti danni nei 35 giorni di bombardamenti israeliani, 500mila abitanti del luogo, soprattutto sciiti, hanno perso la loro casa. Ma i soldi continuano ad arrivare. Per esempio, uno sciita che aveva una casa a quattro piani, Hussein Selim, ha già ricevuto 42mila dollari in contanti in risarcimento per le perdite di beni personali e mobilio. Hezbollah si è impegnato a ricostruire tutta la zona con le sue risorse (o forse con quelle iraniane).
L'aspetto più spaventoso di questa promessa a lungo termine per chi crede nel cessate il fuoco dell'Onu è che Hezbollah ha spinto la popolazione sciita ad affittare delle case a Khalde, a sud di Beirut, con l'idea di rimandare il progetto di ricostruzione dell'intera città di un anno, nella convinzione che il cessate il fuoco sarà presto interrotto e che un'altra guerra con Israele finirà per distruggere le case appena ricostruite.
Nel sud del Libano in preda alla devastazione Hezbollah ha ormai visitato centinaia di migliaia di famiglie sciite per informarsi in dettaglio sulle loro perdite. In alcuni casi anche i funzionari del governo libanese, oggetto di una profonda diffidenza da parte della popolazione locale, hanno preso nota dei risarcimenti da versare, ma per ora le autorità nella regione si sono limitate a cominciare a riparare il sistema idrico ed elettrico. Ho visto bulldozer e camion della compagnia Jihad al-Bena, di Hezbollah, togliere calcinacci dalle strade dei villaggi e finire di abbattere case ormai pericolanti. «Per adesso lo facciamo gratuitamente, ma sappiamo che saremo pagati perché abbiamo fiducia nello sceicco Hassan», mi ha spiegato uno dei capicantiere. Sayyed Hassan Nasrallah, leader di Hezbollah, ha promesso di risarcire tutti i sopravvissuti agli attacchi. Ho percorso più di 160 chilometri nel sud del paese, e ovunque salta agli occhi l'assoluta enormità del compito di Hezbollah (e il fallimento del governo libanese). A guardarli dalle colline pietrose e dalla campagna lussureggiante del sud del Libano, sotto il caldo sole di agosto, i villaggi sembrano intatti.
Ma avvicinandosi si notano grandi chiazze di cenere lungo i pendii delle colline ed enormi campi grigi di macerie che un tempo erano case. Alcuni villaggi - Bint Jbeil, per esempio, o Zibqin - sono stati in buona parte distrutti. Nella stessa Zibqin ho trovato delle rovine che hanno una storia molto toccante: sono ciò che resta in seguito ai bombardamenti di una piccola moschea ultramillenaria che secondo i libanesi conserva il corpo di Zein Ali Yaqin, figlio del profeta Yacoub (Giacobbe, secondo gli ebrei) e nipote del profeta Ibrahim, o Abramo. Sono due figli di Abramo (Giacobbe e Ismaele) a segnare la divisione tra Islam e giudaismo.

Secondo l'Islam, Dio chiese ad Abramo di offrirgli in sacrificio Ismaele; secondo gli ebrei, a essere sacrificato doveva essere Giacobbe. Zein Ali Yaqin, un santo più che un profeta, appartiene quindi a pieno titolo alla stirpe ebrea, ma l'urna contenente le sue ceneri mortali è caduta sul pavimento di pietra della moschea quando le bombe israeliane sono cadute. L'esplosivo ha fatto crollare l'antica facciata e poi ha fatto scivolare dal muro esterno della moschea, sormontata da una cupola verde, centinaia di pietre che sono finite più in basso, contro le mura interne, facendo cadere altre macerie sul pavimento, accanto alla tomba coperta solo da un panno. «Gli israeliani hanno fatto tutto questo a uno di loro», dice Hussein Barakat mentre avanza a fatica per la strada più in basso, aiutandosi con un bastone. «Tutti qui conoscono l'origine del nostro piccolo santuario, e guardate com'è ridotto adesso». Barakat ha 69 anni, ed è stato l'unico abitante del villaggio a rimanere a Zibqin quando tutti gli altri sono scappati per i bombardamenti israeliani. Si è ferito a un dito ed è rimasto mezzo sordo in seguito al rumore delle bombe. Nel sud del Libano anche questa settimana continuano a emergere dalle macerie i cadaveri dei civili e dei combattenti di Hezbollah: quattro fratelli, a quanto pare tutti membri di Hezbollah, sono morti insieme sotto il fuoco israeliano nella città di Khiam, a est.

Alcune famiglie di civili cercano invano tra le macerie in cerca di parenti. A Siddiqin, poco a est di Cana, ho visto un negoziante rovistare per ore tra le macerie in cerca dei resti dei due sue negozi, trasformati in cenere dalle bombe. Ma anche lui era convinto che lo "sceicco Hassan" avrebbe ricostruito la sua casa. A pochi chilometri di distanza ho visto una donna di 65 anni arrampicarsi come un gatto sul tetto ormai crollato della sua casa, in cerca dell'oro di famiglia finito tra le crepe del cemento.
L'esercito di collaboratori di Hezbollah ha ricevuto il compito di ricostruire questi villaggi e, tra un anno, il centro di Beirut. L'organizzazione politica ed economica della guerriglia, potente e disciplinata come la sua milizia, recluterà decine di migliaia di uomini per ricostruire una città virtuale all'interno di Beirut e per far risorgere dalle macerie del sud del Libano i villaggi pieni di fattorie e di piantagioni di tabacco che esistevano fino a due mesi fa.

Fonte: http://news.independent.co.uk

27 agosto 2006

Il mio desktop



26 agosto 2006

I contributi per gli editori e le tangenti


Fonte Governo.it


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LA VOCE S.R.L. EDITRICE VOCE DI ROMAGNA € 2.065.827,60

LA VOCE D'ITALIA VOCE D'ITALIA € 217.149,46

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Ma questa categoria era così in crisi da giustificare una contribuzione a pioggia in base al manuale Cencelli?
La spiegazione la constatatiamo giorno per giorno ascoltando o leggendo le "informazioni" già pagate con i soldi dello Stato.

23 agosto 2006

Giornalisti: servi dei poteri forti


Il presidente della Commissione Attivita' Produttive della Camera, Daniele Capezzone, ha presentato una proposta di legge per l'abolizione dell'ordine dei giornalisti.

Gliene siamo grati, perche' e' il primo concreto passo verso lo sblocco di un mercato, quello dell'informazione, completamente ingabbiato dalla corporazione.

Oggi la liberta' di stampa non e' completa proprio per la presenza di questo ordine professionale, che impedisce l'apertura della professione alle migliaia di aspiranti che vorrebbero entrarvi e per le norme che condizionano l'uscita di un qualunque giornale (cartaceo, radiofonico e televisivo) all'appartenenza a questo ordine. Una situazione che di fatto incrementa il lavoro nero e mal pagato, in un settore, quello dell'informazione, che e' tra quelli piu' emergenti per l'economia e per le carriere dei singoli.
Ci auguriamo che questo sia solo il primo passo. Il settore informazione, a partire dai contributi agli organi di partito, e' tra i piu' odiosi e clientelari del nostro sistema politico ed economico.
C'e' un problema enorme, pero'. Coma far si' che questa proposta di legge non sia solo una bella proposta estiva e, alla ripresa dei lavori parlamentari a settembre non resti nei cassetti fino alla fine della legislatura. Sicuramente questa non e' l'intenzione dei proponenti, ma che cio' possa accadere e' altamente probabile. Per cui la creazione di un movimento di sostegno e incoraggiamento, con anche una petizione popolare che raccolga milioni di firme, e' un passo necessario. I poteri contro cui questa proposta dovra' lottare sono giganteschi, e sono poteri economici alimentati dallo Stato, con numerosi sostenitori nel Governo e nel Parlamento: un partito trasversale al pari di quello del finanziamento pubblico ai partiti e del canone/tassa della Rai.
Fonte aduc.it
150 milioni di euro hanno incassato come finanziamento alla carta stampata. Ma, se venivano investiti su nuove tecnologie e internet non era meglio per tutti?
Prima o poi verrano spazzati via da una informazione veloce e tempestiva che solo Internet può indirizzare. Il resto a raccontare favole o chiacchiere al bar.

22 agosto 2006

Il calcio degli struzzi


Mentre il gioco del calcio si avvicina sempre di più al Wrestling la federazione sportiva cerca di dare e applicare le regole che esistono ma vengono sempre interpretate. In questa situazione del tutti contro tutti è bene uscire dal quotidiano per analizzare bene la situazione.
Che il gioco del calcio stia diventando appannaggio di alcuni club e sempre gli stessi è cosa che il dio denaro ha provveduto ad alimentare e adesso, è diventato un mostro abnorme. Che i migliori protagonisti vogliono un ingaggio inconcepibile e, solo una di queste può garantire loro stipendi sempre più elevati. Se sono i migliori è giusto che vengono pagati ma, non in base a parametri fittizi ma come un dipendente specializzato di una società sportiva o società per azioni con un fatturato stimato.
Nessuno può valutare il valore di un giocatore nell'ambito del valore aggiunto alla società. Mi spiego. Se il gioco del calcio è truccato (ipotesi) come posso stabilire l'aumentare del patrimonio societario con il valore dei giocatori se essi sono solo attori e, non più protagonisti?
Il calcio viene deciso da quei poteri forti che vogliono mantenere sempre e all'infinito (finchè morte non avvenga). Un potere, una lobby trasversale al governo cioè di destra e sinistra che cerca di mantenere lo status quo di società vincenti e società perdenti.

Ma, da condannare maggiormente sono i giullari della Corte stampata che costruiscono con falsità e inganni storie e intrighi mai avvenuti o troppo stupidi da essere meritevoli di attenzione. Questi giullari hanno creato una casta che si sollazza, si autoalimenta con ex giocatori, ex allenatori ex di tutto fuorchè della libertà di pensiero. Ognuno deve portare avanti (viene allenato per fare questo) un amico, un figlio, un nipote uno della casta. Questi giullari che ripetono in continuazione con un martello pneumatico che "l'importante è vincere", il resto non conta. Al rogo.
Questi giullari che soffiano sul fuoco sacro olimpico dimenticano che sono pagati per idolatrare e far idolatrare personaggi di basso livello (senza offesa).
Questi sono gli struzzi che per nascondere la verità ai lettori (ancora molti) si inventano situazioni, compromessi accordi tutto per mantenere la situazione gattopardesca. Non sono bastate 99960 intercettazioni telefoniche per chiarire e esporre bene gli intrecci club, giornalisti, procuratori, lega, arbitri? Allora che il calcio sia come il Wrestling.