25 marzo 2007

La Banca Mondiale ha le ore contate?


Le Banche nel momento di massima espansione e dominio stanno vivendo momenti difficili. Il mostro comincia ad affacciare la testa e, i piccoli Golia non vedono l'ora di accecare o uccidere la Bestia.HEDELBERTO LOPEZ BLANCH parla della situazione in America Latina, nessun media sfiora l'argomento.

Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) e la Banca Mondiale (BM) sono in agitazione perché in America Latina si sta formando un’entità finanziaria in grado di aumentare le problematiche di cui già soffrono queste due organizzazioni mondiali.

Alla fine di febbraio, durante una visita del presidente argentino Nestor Kirchner a Caracas, il suo omologo venezuelano, Hugo Chávez, ha annunciato che i due governi si sono dati un termine di 120 giorni per la costruzione del Banco del Sur (Banca del Sud).

Chávez ha spiegato che al termine di questo lasso di tempo dovrebbe essere già pronto un piano di azione “volto alla creazione di statuti, così come il piano di realizzazione per un quinquennio, il programma di acquisizione di risorse e la stima del capitale iniziale”.

Il governo venezuelano è pronto per mettere a disposizione almeno il 10% delle sue riserve a questo scopo e il suo Presidente ha esortato affinché altri paesi facciano lo stesso per creare una banca che inizierà modestamente, ma che in pochi anni, “non ci sarà bisogno del FMI o della BM, né di andare mendicando per il mondo”.

Durante la riunione Kirchner-Chávez, si è appreso che il documento base per la creazione della Banca del Sud possiede un fondamento dal punto di vista etico, economico, politico e sociale e che la sede principale sarà a Caracas e un’altra a Buenos Aires. L’ apparato direttivo del progetto offre facilitazioni affinché gli altri governi possano unirsi a questo impegno in ogni momento della sua fase, ciò che permetterà una maggiore integrazione latinoamericana. Il ministro ecuadoriano dell’Economia, Ricardo Patiño, ha assicurato che la Banca del Sud sarà una realtà in pochi mesi e il suo paese, come la Bolivia, aderirà a questo organismo che funzionerà con le risorse delle nazioni che ne faranno parte.

E’ innegabile che la Banca del Sud costituisce una prospettiva finanziaria regionale d’avanguardia, contrapposta alle attività del FMI e della BM.

È consuetudine che i governi ripongano i loro risparmi nelle banche del Nord, che pagano tassi di interesse tra l’1 o il 2%, per poi prestare questo stesso denaro con tassi di interesse tra il 6 e il 12%.

Attualmente esiste una congiuntura favorevole affinché i Paesi in Via di Sviluppo (PVS) possano raggiungere una politica indipendente rispetto alle nazioni capitaliste più industrializzate perché negli ultimi anni i PVS hanno aumentato in modo considerevole le loro riserve internazionali. Si calcola che solo le riserve di Venezuela, Argentina e Brasile, in totale, raggiungano la somma di 100.000 milioni di dollari.

La decisione di fondare la Banca, come è logico, rappresenta già un motivo di preoccupazione per gli organismi finanziari internazionali e per i paesi industrializzati perché in pratica i più poveri e numerosi prestano denaro ai potenti.

La Banca Mondiale ha preso atto di questa realtà segnalando nei suoi rapporti annuali, e specificatamente in quelli del 2003, 2005, e 2006, chiamati Sviluppo Finanziario Globale, che i “paesi in via di sviluppo, presi insieme, sono creditori rispetto agli sviluppati” e che i primi “esportano capitali nel resto del mondo, in particolare negli Stati Uniti”.

Eric Toussaint, presidente del Comitato per l’Abolizione del Debito del Terzo Mondo (CADTM), in un importante studio sull’argomento spiega che la maggior parte dei Paesi in Via di Sviluppo compra buoni del Tesoro statunitensi con la motivazione che questi hanno molta liquidità e si possono vendere facilmente. I Paesi in Via di Sviluppo contribuiscono così a sostenere la potenza dell’impero americano.

“I Paesi in Via di Sviluppo mettono nelle mani del padrone il bastone che egli impiega per picchiarli e depredarli, dal momento che gli Stati Uniti hanno un necessità vitale di finanziamenti dall’estero per coprire il loro enorme deficit e mantenere così il loro potere militare, commerciale e finanziario. Se si trovassero privati di una parte significativa di questi prestiti, il loro predominio verrebbe meno”, segnala Toussaint.

Bisogna far presente che le quotazioni del dollaro da alcuni anni sono in ribasso e i buoni sono remunerati con moneta svalutata e pertanto sarebbe più proficuo investirli nello sviluppo sociale di questi paesi.

Il FMI, in questo anno fiscale, sta affrontando difficoltà finanziarie a breve termine con un deficit di 105 milioni di dollari al di sopra del previsto, cosa che non succedeva dal 1985, quando si dichiarò una moratoria nel pagamento dei debiti da parte di alcuni paesi.

La ragione ora è molto diversa e si deve ai pagamenti anticipati che si sono realizzati da parte di alcuni paesi membri con l’obiettivo di ridurre i loro debiti e per i quali hanno utilizzato parte delle loro riserve internazionali.

Questa situazione non è nuova, ma è cominciata durante la crisi asiatica alla fine degli anni ’90, quando gli interessati decisero di far fronte con le loro obbligazioni creditizie in cambio di un controllo minore da parte del FMI.

Tanto il FMI, che la BM ed altre istituzioni finanziarie mondiali dominate dai Paesi in Via di Sviluppo, concedono prestiti alla condizione che si rispettino strettamente le raccomandazioni di natura economica suggerite da queste istituzioni, le quali vanno sempre a sfavore delle strategie sociali disposte per le popolazioni indebitate.

Brasile, Argentina, Uruguay hanno effettuato pagamenti anticipati per più di 25.000 milioni di dollari (per risparmiare sugli enormi interessi). Lo hanno anche fatto Serbia e Indonesia ed altri come Colombia, Cile, Messico, Perù, Venezuela hanno ottenuto aperture di credito ma non le hanno utilizzate. Dalla fondazione del FMI e della BM nel 1944 questi organismi sono stati strumenti di dominio delle nazioni potenti le quali hanno imposto, nelle regioni sfortunate, politiche neocoloniali, neoliberali e di libero commercio a sfavore delle grandi moltitudini.

Davanti a questa non obiettabile realtà sorge il progetto della creazione della Banca del Sud che, con una intenzione multilaterale, mira verso la necessaria integrazione latinoamericana.

Durante la sua visita a Caracas il presidente argentino Néstor Kirchner ha puntualizzato che questa istituzione dovrà essere un’entità finanziaria con caratteristiche e filosofie differenti da quelle delle sedi bancarie internazionali che pure sono nate con l’intento di promuovere investimenti e che con il trascorrere degli anni si sono trasformate “in una vera calamità per i popoli”.

La Banca del Sud, insieme all’Alternativa Bolivariana per le Americhe (ALBA), è un altro dei segnali di risveglio dell’emancipazione delle nazioni dell’America Latina.

22 marzo 2007

Che cosa possiamo fare noi ebrei per il bene del mondo?



A questa domanda, a volte mi viene da ridere, ma per rispetto mi astengo dal commentare. Voglio solo usare le parole di un autore M. Blondet.

Per carità, abbiate pietà!
Non cercate di fare il bene del mondo, abbiamo già visto il vostro bene!
La domanda è rivelatrice in sé.
I cinesi non si domandano cosa possono fare «per il bene del mondo», né se lo chiedono i francesi e gli italiani.
I popoli autentici, non ideologici e non artificiali, si limitano a vivere nel mondo, cercando di assicurarsi una relativa sicurezza impegnandosi con trattati.
A chiedersi attivamente cosa fare ancora per «il bene del mondo» sono gli ideologi di ideologie feroci: i comunisti sovietici, oggi i fondamentalisti messianici americani.
Vogliono a tutti i costi farci del «bene», portare «la democrazia», il «mercato», la «libertà».
Gli individui sì, devono chiedersi, ciascuno per sé, cosa possano fare di bene, come migliorare il mondo.
Non i popoli in quanto tali.
Un popolo che si domanda - o fa finta di domandarsi - cosa deve fare per il bene del mondo, è un popolo che si crede divino, che si crede Dio.
No, caro lettore, cari ebrei.
Vi chiediamo molto meno.
Non di fare, come Dio, «il bene del mondo», ma semplicemente di non fare troppo male.
Di non opprimere e affamare i palestinesi.
Di non soffocare nel sangue e nella fame le loro speranze.
Di non porre loro, ogni volta che accedono alle condizioni da voi dettate, sempre nuove condizioni: questo non è «bene», è slealtà e menzogna.
Ci accontenteremmo che voi, dopo aver distrutto il Libano dalle fondamenta in 30 giorni con le vostre bombe, non continuaste a violarne ogni giorno - come denuncia l’ONU - lo spazio aereo, ossia la sovranità.
Anche gli altri, nella civiltà, hanno diritto alla sovranità.

Ci sarebbe piaciuto che la vostra lobby non avesse spinto la superpotenza USA a «fare il bene» degli iracheni, ammazzandone 650 mila e rendendone profughi oltre due milioni.
Ci basterebbe che non esigeste oggi dagli americani che inceneriscano l’Iran, una nazione che non vi minaccia realmente, che non ha mai aggredito ma che è se mai stata aggredita da un Saddam Hussein su istigazione USA.
Vi chiediamo di fare pace con condizioni oneste, che altri possano accettare senza eccessiva umiliazione.
Anche per il vostro bene: perché una pace fondata sul dominio e sulla forza assoluta, non consente mai di dormire tranquilli.
Specie se si dorme in case rubate, su terre che non vi appartengono, su letti strappati ad altri. Nonostante tutta la forza, si viene visitati da brutti sogni.
Il vostro Freud può spiegarvi, ancora una volta, il motivo dei vostri sonni agitati, dei vostri fantasmi di essere «cancellati».
No, per favore, non fate il nostro bene.
Non siete Dio.
Soprattutto, non siete il nostro Dio.

07 marzo 2007

FantaFiaba sul presente


Migliaia di anni fa delle razze esogene molto evolute tecnologicamente approdarono sul pianeta.

Uno di questi popoli, dopo essersi insediato in molte regioni della Terra, compì degli esperimenti genetici su ominidi da cui fu selezionata la specie homo sapiens, specie il cui DNA è corrotto. Forse due civiltà oppure due fazioni all’interno della stessa entrarono in conflitto: prevalse la fazione malvagia e bellicosa, decisa ad assoggettare l’umanità ed a servirsene per i suoi scopi di dominazione. Il gruppo dei perdenti dovette allontanarsi dalla Terra, forse alcuni vi rimasero ma passarono nella clandestinità: costoro, attraverso miti ed opere letterarie ed artistiche, codificarono conoscenze segrete relative soprattutto al fenomeno della precessione. Infatti i cambiamenti precessionali non possiedono soltanto un significato cosmico, ma pure implicano una relazione profonda tra i cicli dell’universo e gli esseri viventi.

Con il passare dei secoli, le conoscenze esoteriche subirono un processo di deterioramento: diventarono sempre più confuse. Alcuni maestri custodirono insegnamenti sublimi e dottrine segrete, ma che furono appannaggio di una cerchia assai ristretta di iniziati timorosi di esporsi. Altri, in accordo con le èlites, contaminarono il sapere esoterico all’interno di confraternite dedite a culti abominevoli ed oscuri.

Nel frattempo gli Annunaki o i loro discendenti ibridi, ossessionati dalla purezza del sangue, perseguirono un piano a lunghissimo termine volto ad instaurare un sistema politico, sociale, culturale ed economico fondato sulle disuguaglianze tra classi e sui conflitti tra etnie in modo da dominarle tutte con la strategia del divide et impera. Gli arconti decisero anche di creare una prigione invisibile entro cui confinare gli uomini, considerati come oggetti per il loro trastullo oltre che come schiavi “liberi”. Tale carcere fu costruito per mezzo delle religioni politeiste e monoteiste destinate ad assopire la coscienza, a favorire l’oblio del vero valore dell’esistenza, che trova il suo significato più profondo nell’armonia con la pulsante vita cosmica, nei principi spirituali e non nel denaro, nel potere e nel successo.

Cruciale fu in questo progetto l’invenzione del “Cristianesimo”, una “fede” destinata ad allargarsi a macchia d’olio in quasi tutto il mondo per mezzo inizialmente di imperatori come Costantino e Teodosio, quindi tramite la dinastia usurpatrice dei Carolingi. Centrale fu ed è il ruolo di Roma, vera kaput mundi e cuore della cospirazione globale nel passato come oggi.

Le classi dirigenti, attraverso i millenni, riuscirono a mantenere ed a rafforzare il controllo dell’umanità, falsificando la storia, fomentando guerre e diffondendo la paura. Con l’invenzione di strumenti tecnologici sempre più sofisticati, l’egemonia delle élites è divenuta stritolante: i dominatori hanno deciso che l’intera popolazione mondiale deve essere completamente asservita prima che sia troppo tardi. Forse è imminente un cambiamento, legato a fenomeni cosmici, che potrebbe svelare il vero volto dei dominatori, creature laide e spaventevoli. Per evitare ciò, il programma di dominazione ha subito un’accelerazione: H.A.A.R.P., scie chimiche, nanotecnologie, disinformazione… sono i mezzi per tentare di impedire un’evoluzione genetica e spirituale dell’umanità.

I popoli dovrebbero liberarsi dal giogo prima che sia instaurata una dittatura globale, sotto l’egida di Roma, ma la consapevolezza è assai limitata. Inoltre il tempo stringe ed i pochi giusti possono contare forse solo su qualche alleato debole, che rischia da un momento all’altro di soccombere di fronte agli attacchi micidiali sferrati da un coalizione terrestre-esterna potentissima ed implacabile. Questa alleanza, pur divisa al suo interno per la spartizione ed il dominio di Gaia, stringe sempre più la sua morsa.

Gli eventi mortali ed insidiosi si susseguono nell’indifferenza generale: il lucignolo si sta consumando. Se non capiremo l’inganno e se non agiremo per smascherare gli arconti, ci attende il Ragnarok.
Zret

25 marzo 2007

La Banca Mondiale ha le ore contate?


Le Banche nel momento di massima espansione e dominio stanno vivendo momenti difficili. Il mostro comincia ad affacciare la testa e, i piccoli Golia non vedono l'ora di accecare o uccidere la Bestia.HEDELBERTO LOPEZ BLANCH parla della situazione in America Latina, nessun media sfiora l'argomento.

Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) e la Banca Mondiale (BM) sono in agitazione perché in America Latina si sta formando un’entità finanziaria in grado di aumentare le problematiche di cui già soffrono queste due organizzazioni mondiali.

Alla fine di febbraio, durante una visita del presidente argentino Nestor Kirchner a Caracas, il suo omologo venezuelano, Hugo Chávez, ha annunciato che i due governi si sono dati un termine di 120 giorni per la costruzione del Banco del Sur (Banca del Sud).

Chávez ha spiegato che al termine di questo lasso di tempo dovrebbe essere già pronto un piano di azione “volto alla creazione di statuti, così come il piano di realizzazione per un quinquennio, il programma di acquisizione di risorse e la stima del capitale iniziale”.

Il governo venezuelano è pronto per mettere a disposizione almeno il 10% delle sue riserve a questo scopo e il suo Presidente ha esortato affinché altri paesi facciano lo stesso per creare una banca che inizierà modestamente, ma che in pochi anni, “non ci sarà bisogno del FMI o della BM, né di andare mendicando per il mondo”.

Durante la riunione Kirchner-Chávez, si è appreso che il documento base per la creazione della Banca del Sud possiede un fondamento dal punto di vista etico, economico, politico e sociale e che la sede principale sarà a Caracas e un’altra a Buenos Aires. L’ apparato direttivo del progetto offre facilitazioni affinché gli altri governi possano unirsi a questo impegno in ogni momento della sua fase, ciò che permetterà una maggiore integrazione latinoamericana. Il ministro ecuadoriano dell’Economia, Ricardo Patiño, ha assicurato che la Banca del Sud sarà una realtà in pochi mesi e il suo paese, come la Bolivia, aderirà a questo organismo che funzionerà con le risorse delle nazioni che ne faranno parte.

E’ innegabile che la Banca del Sud costituisce una prospettiva finanziaria regionale d’avanguardia, contrapposta alle attività del FMI e della BM.

È consuetudine che i governi ripongano i loro risparmi nelle banche del Nord, che pagano tassi di interesse tra l’1 o il 2%, per poi prestare questo stesso denaro con tassi di interesse tra il 6 e il 12%.

Attualmente esiste una congiuntura favorevole affinché i Paesi in Via di Sviluppo (PVS) possano raggiungere una politica indipendente rispetto alle nazioni capitaliste più industrializzate perché negli ultimi anni i PVS hanno aumentato in modo considerevole le loro riserve internazionali. Si calcola che solo le riserve di Venezuela, Argentina e Brasile, in totale, raggiungano la somma di 100.000 milioni di dollari.

La decisione di fondare la Banca, come è logico, rappresenta già un motivo di preoccupazione per gli organismi finanziari internazionali e per i paesi industrializzati perché in pratica i più poveri e numerosi prestano denaro ai potenti.

La Banca Mondiale ha preso atto di questa realtà segnalando nei suoi rapporti annuali, e specificatamente in quelli del 2003, 2005, e 2006, chiamati Sviluppo Finanziario Globale, che i “paesi in via di sviluppo, presi insieme, sono creditori rispetto agli sviluppati” e che i primi “esportano capitali nel resto del mondo, in particolare negli Stati Uniti”.

Eric Toussaint, presidente del Comitato per l’Abolizione del Debito del Terzo Mondo (CADTM), in un importante studio sull’argomento spiega che la maggior parte dei Paesi in Via di Sviluppo compra buoni del Tesoro statunitensi con la motivazione che questi hanno molta liquidità e si possono vendere facilmente. I Paesi in Via di Sviluppo contribuiscono così a sostenere la potenza dell’impero americano.

“I Paesi in Via di Sviluppo mettono nelle mani del padrone il bastone che egli impiega per picchiarli e depredarli, dal momento che gli Stati Uniti hanno un necessità vitale di finanziamenti dall’estero per coprire il loro enorme deficit e mantenere così il loro potere militare, commerciale e finanziario. Se si trovassero privati di una parte significativa di questi prestiti, il loro predominio verrebbe meno”, segnala Toussaint.

Bisogna far presente che le quotazioni del dollaro da alcuni anni sono in ribasso e i buoni sono remunerati con moneta svalutata e pertanto sarebbe più proficuo investirli nello sviluppo sociale di questi paesi.

Il FMI, in questo anno fiscale, sta affrontando difficoltà finanziarie a breve termine con un deficit di 105 milioni di dollari al di sopra del previsto, cosa che non succedeva dal 1985, quando si dichiarò una moratoria nel pagamento dei debiti da parte di alcuni paesi.

La ragione ora è molto diversa e si deve ai pagamenti anticipati che si sono realizzati da parte di alcuni paesi membri con l’obiettivo di ridurre i loro debiti e per i quali hanno utilizzato parte delle loro riserve internazionali.

Questa situazione non è nuova, ma è cominciata durante la crisi asiatica alla fine degli anni ’90, quando gli interessati decisero di far fronte con le loro obbligazioni creditizie in cambio di un controllo minore da parte del FMI.

Tanto il FMI, che la BM ed altre istituzioni finanziarie mondiali dominate dai Paesi in Via di Sviluppo, concedono prestiti alla condizione che si rispettino strettamente le raccomandazioni di natura economica suggerite da queste istituzioni, le quali vanno sempre a sfavore delle strategie sociali disposte per le popolazioni indebitate.

Brasile, Argentina, Uruguay hanno effettuato pagamenti anticipati per più di 25.000 milioni di dollari (per risparmiare sugli enormi interessi). Lo hanno anche fatto Serbia e Indonesia ed altri come Colombia, Cile, Messico, Perù, Venezuela hanno ottenuto aperture di credito ma non le hanno utilizzate. Dalla fondazione del FMI e della BM nel 1944 questi organismi sono stati strumenti di dominio delle nazioni potenti le quali hanno imposto, nelle regioni sfortunate, politiche neocoloniali, neoliberali e di libero commercio a sfavore delle grandi moltitudini.

Davanti a questa non obiettabile realtà sorge il progetto della creazione della Banca del Sud che, con una intenzione multilaterale, mira verso la necessaria integrazione latinoamericana.

Durante la sua visita a Caracas il presidente argentino Néstor Kirchner ha puntualizzato che questa istituzione dovrà essere un’entità finanziaria con caratteristiche e filosofie differenti da quelle delle sedi bancarie internazionali che pure sono nate con l’intento di promuovere investimenti e che con il trascorrere degli anni si sono trasformate “in una vera calamità per i popoli”.

La Banca del Sud, insieme all’Alternativa Bolivariana per le Americhe (ALBA), è un altro dei segnali di risveglio dell’emancipazione delle nazioni dell’America Latina.

22 marzo 2007

Che cosa possiamo fare noi ebrei per il bene del mondo?



A questa domanda, a volte mi viene da ridere, ma per rispetto mi astengo dal commentare. Voglio solo usare le parole di un autore M. Blondet.

Per carità, abbiate pietà!
Non cercate di fare il bene del mondo, abbiamo già visto il vostro bene!
La domanda è rivelatrice in sé.
I cinesi non si domandano cosa possono fare «per il bene del mondo», né se lo chiedono i francesi e gli italiani.
I popoli autentici, non ideologici e non artificiali, si limitano a vivere nel mondo, cercando di assicurarsi una relativa sicurezza impegnandosi con trattati.
A chiedersi attivamente cosa fare ancora per «il bene del mondo» sono gli ideologi di ideologie feroci: i comunisti sovietici, oggi i fondamentalisti messianici americani.
Vogliono a tutti i costi farci del «bene», portare «la democrazia», il «mercato», la «libertà».
Gli individui sì, devono chiedersi, ciascuno per sé, cosa possano fare di bene, come migliorare il mondo.
Non i popoli in quanto tali.
Un popolo che si domanda - o fa finta di domandarsi - cosa deve fare per il bene del mondo, è un popolo che si crede divino, che si crede Dio.
No, caro lettore, cari ebrei.
Vi chiediamo molto meno.
Non di fare, come Dio, «il bene del mondo», ma semplicemente di non fare troppo male.
Di non opprimere e affamare i palestinesi.
Di non soffocare nel sangue e nella fame le loro speranze.
Di non porre loro, ogni volta che accedono alle condizioni da voi dettate, sempre nuove condizioni: questo non è «bene», è slealtà e menzogna.
Ci accontenteremmo che voi, dopo aver distrutto il Libano dalle fondamenta in 30 giorni con le vostre bombe, non continuaste a violarne ogni giorno - come denuncia l’ONU - lo spazio aereo, ossia la sovranità.
Anche gli altri, nella civiltà, hanno diritto alla sovranità.

Ci sarebbe piaciuto che la vostra lobby non avesse spinto la superpotenza USA a «fare il bene» degli iracheni, ammazzandone 650 mila e rendendone profughi oltre due milioni.
Ci basterebbe che non esigeste oggi dagli americani che inceneriscano l’Iran, una nazione che non vi minaccia realmente, che non ha mai aggredito ma che è se mai stata aggredita da un Saddam Hussein su istigazione USA.
Vi chiediamo di fare pace con condizioni oneste, che altri possano accettare senza eccessiva umiliazione.
Anche per il vostro bene: perché una pace fondata sul dominio e sulla forza assoluta, non consente mai di dormire tranquilli.
Specie se si dorme in case rubate, su terre che non vi appartengono, su letti strappati ad altri. Nonostante tutta la forza, si viene visitati da brutti sogni.
Il vostro Freud può spiegarvi, ancora una volta, il motivo dei vostri sonni agitati, dei vostri fantasmi di essere «cancellati».
No, per favore, non fate il nostro bene.
Non siete Dio.
Soprattutto, non siete il nostro Dio.

07 marzo 2007

FantaFiaba sul presente


Migliaia di anni fa delle razze esogene molto evolute tecnologicamente approdarono sul pianeta.

Uno di questi popoli, dopo essersi insediato in molte regioni della Terra, compì degli esperimenti genetici su ominidi da cui fu selezionata la specie homo sapiens, specie il cui DNA è corrotto. Forse due civiltà oppure due fazioni all’interno della stessa entrarono in conflitto: prevalse la fazione malvagia e bellicosa, decisa ad assoggettare l’umanità ed a servirsene per i suoi scopi di dominazione. Il gruppo dei perdenti dovette allontanarsi dalla Terra, forse alcuni vi rimasero ma passarono nella clandestinità: costoro, attraverso miti ed opere letterarie ed artistiche, codificarono conoscenze segrete relative soprattutto al fenomeno della precessione. Infatti i cambiamenti precessionali non possiedono soltanto un significato cosmico, ma pure implicano una relazione profonda tra i cicli dell’universo e gli esseri viventi.

Con il passare dei secoli, le conoscenze esoteriche subirono un processo di deterioramento: diventarono sempre più confuse. Alcuni maestri custodirono insegnamenti sublimi e dottrine segrete, ma che furono appannaggio di una cerchia assai ristretta di iniziati timorosi di esporsi. Altri, in accordo con le èlites, contaminarono il sapere esoterico all’interno di confraternite dedite a culti abominevoli ed oscuri.

Nel frattempo gli Annunaki o i loro discendenti ibridi, ossessionati dalla purezza del sangue, perseguirono un piano a lunghissimo termine volto ad instaurare un sistema politico, sociale, culturale ed economico fondato sulle disuguaglianze tra classi e sui conflitti tra etnie in modo da dominarle tutte con la strategia del divide et impera. Gli arconti decisero anche di creare una prigione invisibile entro cui confinare gli uomini, considerati come oggetti per il loro trastullo oltre che come schiavi “liberi”. Tale carcere fu costruito per mezzo delle religioni politeiste e monoteiste destinate ad assopire la coscienza, a favorire l’oblio del vero valore dell’esistenza, che trova il suo significato più profondo nell’armonia con la pulsante vita cosmica, nei principi spirituali e non nel denaro, nel potere e nel successo.

Cruciale fu in questo progetto l’invenzione del “Cristianesimo”, una “fede” destinata ad allargarsi a macchia d’olio in quasi tutto il mondo per mezzo inizialmente di imperatori come Costantino e Teodosio, quindi tramite la dinastia usurpatrice dei Carolingi. Centrale fu ed è il ruolo di Roma, vera kaput mundi e cuore della cospirazione globale nel passato come oggi.

Le classi dirigenti, attraverso i millenni, riuscirono a mantenere ed a rafforzare il controllo dell’umanità, falsificando la storia, fomentando guerre e diffondendo la paura. Con l’invenzione di strumenti tecnologici sempre più sofisticati, l’egemonia delle élites è divenuta stritolante: i dominatori hanno deciso che l’intera popolazione mondiale deve essere completamente asservita prima che sia troppo tardi. Forse è imminente un cambiamento, legato a fenomeni cosmici, che potrebbe svelare il vero volto dei dominatori, creature laide e spaventevoli. Per evitare ciò, il programma di dominazione ha subito un’accelerazione: H.A.A.R.P., scie chimiche, nanotecnologie, disinformazione… sono i mezzi per tentare di impedire un’evoluzione genetica e spirituale dell’umanità.

I popoli dovrebbero liberarsi dal giogo prima che sia instaurata una dittatura globale, sotto l’egida di Roma, ma la consapevolezza è assai limitata. Inoltre il tempo stringe ed i pochi giusti possono contare forse solo su qualche alleato debole, che rischia da un momento all’altro di soccombere di fronte agli attacchi micidiali sferrati da un coalizione terrestre-esterna potentissima ed implacabile. Questa alleanza, pur divisa al suo interno per la spartizione ed il dominio di Gaia, stringe sempre più la sua morsa.

Gli eventi mortali ed insidiosi si susseguono nell’indifferenza generale: il lucignolo si sta consumando. Se non capiremo l’inganno e se non agiremo per smascherare gli arconti, ci attende il Ragnarok.
Zret