04 novembre 2007

La Big Pharma corrompe i medici: ri-denuncia


Medicine, dottori e cene. Non è il titolo di un film, ma quello del Rapporto pubblicato da Consumers International la federazione internazionale che raccoglie 220 associazioni di consumatori di tutto il mondo. E che racconta come i malati dei paesi in via di sviluppo siano una miniera d´oro per le aziende farmaceutiche. Per accaparrarsi nuova clientela, i colossi del farmaco corromperebbero i medici dei paesi in via di sviluppo, dove purtroppo molto malattie debellate in Occidente sono ancora vive e vegete e dove per guarire chi è malato è disposto a mandar giù di tutto.

Ma per convincere i medici, non basta una cena. Condizionatori d'aria, computer, automobili, tessere di club esclusivi, notti in hotel a cinque stelle durante i congressi medici: sono solo alcuni dei regali contemplati dalle strategie di marketing delle multinazionali farmaceutiche. Ma certo, non si tratta solo di corruzione. La collusione tra medici e case farmaceutiche, spiega il rapporto può portare a «prescrizioni ingiustificate o errate che mettono a serio rischio la salute dei pazienti, a volte anche con effetti fatali».

Big Pharma, le grandi industrie che controllano il mercato dei farmaci, quindi «a suon di regali sta cambiando le abitudini prescrittive dei medici nei Paesi in via di sviluppo». E la metà dei medici non lo nega: secondo il rapporto, il 50% dei dottori ammette di sentire questa pressione. Ma mancano pure leggi che regolamentino il mercato: «La mancanza di regole – spiega Richard Lloyd, direttore generale di Consumers International – rende questi mercati un facile bersaglio per le tecniche di marketing delle multinazionali, ma le risorse sanitarie di questi Paesi e i soldi degli stessi cittadini non possono essere dilapidati nell'uso errato dei farmaci».

«L'unica maniera per assicurare che i pazienti ricevano dai medici un trattamento razionale e imparziale – dicono dalla federazione dei consumatori – è che i governi mettano al bando completamente la pratica dei regali»

Nel frattempo, per chi volesse dare un contributo alla campagna, Consumers International invita a mandare una mail a marketingoverdose©consint.org. Perché nessuno, quando un medico gli prescrive un farmaco, debba pensare che il dottore non sta pensando alla sua salute ma al prossimo pacco regalo in arrivo.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Non vorrei sembrare esagerato, ma io sono tra quelli che pensano che addirittura varie malattie e virus (tipo aviaria) vengano diffusi continuamente dalla case farmaceutiche proprio per incrementare il loro mercato e vendere i loro vaccini ad hoc, anche in Occidente e nei Paesi Sviluppati. Del resto (mi sia lecito il parallelo) è ormai noto che i "vurus informatici" vengono diffusi proprio dalla case informatiche di "Antivurus" (Norton, MacAfee...). Se non facessero così, come farebbero a guadagnare il loro bottino milionario: tutto è ormai nella logica del "problema-reazione-soluzione": "causo e diffondo il problema che crea panico, e poi ti offro la soluzione di cui non puoi fare a meno!!! e il gioco è fatto!" ... cielo, che mondo marcio!!!!

Leon ha detto...

Purtroppo le mie possono essere solo denunce ma la ripeto. Ho lavorato per case farmaceutiche e, ti assicuro che vivono in un loro mondo. Più che virus ad hoc penso ad esperimenti finiti male che qualcuno deve pur pagare. Così masochisti no, ma quando si uccide il maiale non si butta via niente!
Un saluto

04 novembre 2007

La Big Pharma corrompe i medici: ri-denuncia


Medicine, dottori e cene. Non è il titolo di un film, ma quello del Rapporto pubblicato da Consumers International la federazione internazionale che raccoglie 220 associazioni di consumatori di tutto il mondo. E che racconta come i malati dei paesi in via di sviluppo siano una miniera d´oro per le aziende farmaceutiche. Per accaparrarsi nuova clientela, i colossi del farmaco corromperebbero i medici dei paesi in via di sviluppo, dove purtroppo molto malattie debellate in Occidente sono ancora vive e vegete e dove per guarire chi è malato è disposto a mandar giù di tutto.

Ma per convincere i medici, non basta una cena. Condizionatori d'aria, computer, automobili, tessere di club esclusivi, notti in hotel a cinque stelle durante i congressi medici: sono solo alcuni dei regali contemplati dalle strategie di marketing delle multinazionali farmaceutiche. Ma certo, non si tratta solo di corruzione. La collusione tra medici e case farmaceutiche, spiega il rapporto può portare a «prescrizioni ingiustificate o errate che mettono a serio rischio la salute dei pazienti, a volte anche con effetti fatali».

Big Pharma, le grandi industrie che controllano il mercato dei farmaci, quindi «a suon di regali sta cambiando le abitudini prescrittive dei medici nei Paesi in via di sviluppo». E la metà dei medici non lo nega: secondo il rapporto, il 50% dei dottori ammette di sentire questa pressione. Ma mancano pure leggi che regolamentino il mercato: «La mancanza di regole – spiega Richard Lloyd, direttore generale di Consumers International – rende questi mercati un facile bersaglio per le tecniche di marketing delle multinazionali, ma le risorse sanitarie di questi Paesi e i soldi degli stessi cittadini non possono essere dilapidati nell'uso errato dei farmaci».

«L'unica maniera per assicurare che i pazienti ricevano dai medici un trattamento razionale e imparziale – dicono dalla federazione dei consumatori – è che i governi mettano al bando completamente la pratica dei regali»

Nel frattempo, per chi volesse dare un contributo alla campagna, Consumers International invita a mandare una mail a marketingoverdose©consint.org. Perché nessuno, quando un medico gli prescrive un farmaco, debba pensare che il dottore non sta pensando alla sua salute ma al prossimo pacco regalo in arrivo.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Non vorrei sembrare esagerato, ma io sono tra quelli che pensano che addirittura varie malattie e virus (tipo aviaria) vengano diffusi continuamente dalla case farmaceutiche proprio per incrementare il loro mercato e vendere i loro vaccini ad hoc, anche in Occidente e nei Paesi Sviluppati. Del resto (mi sia lecito il parallelo) è ormai noto che i "vurus informatici" vengono diffusi proprio dalla case informatiche di "Antivurus" (Norton, MacAfee...). Se non facessero così, come farebbero a guadagnare il loro bottino milionario: tutto è ormai nella logica del "problema-reazione-soluzione": "causo e diffondo il problema che crea panico, e poi ti offro la soluzione di cui non puoi fare a meno!!! e il gioco è fatto!" ... cielo, che mondo marcio!!!!

Leon ha detto...

Purtroppo le mie possono essere solo denunce ma la ripeto. Ho lavorato per case farmaceutiche e, ti assicuro che vivono in un loro mondo. Più che virus ad hoc penso ad esperimenti finiti male che qualcuno deve pur pagare. Così masochisti no, ma quando si uccide il maiale non si butta via niente!
Un saluto