21 novembre 2007

La lunga mano di Berlusconi sulla Rai


Un asse segreto tra dirigenti Rai e Mediaset per oscurare la vittoria elettorale dell'Ulivo nelle elezioni regionali del 2005. E' quanto trapela dalla pubblicazione su Repubblica dei brogliacci delle intercettazioni depositate nell'ambito dell'inchiesta sul fallimento di HDC, la holding dell' ex sondaggista di fiducia di Silvio Berlusconi, Luigi Crespi.

Tra le varie sintesi pubblicate sulla doppia pagina di Repubblica, ve ne è una del dirigente rai ed ex segretaria del cavaliere Debora Bergamini. Alle 15 del 22 aprile "Debbi" afferma, secondo le indagini, "che Cattaneo (all'allora direttore generale rai, ndr) ha chiesto di condividere i loro pareri con quelli di Vespa al quale avrebbe chiesto di non confrontare i voti attuali con quelli delle scorse regionali".

Insomma, un sistematico tentativo di minimizzare la portata della vitoria dell'Ulivo alle regionali, tanto che alle 16 "Debbi" Bergamini avrebbe affermato che Benito (Benassi, vice direttore marketing Rai) ha intuito che il dg ' Cattaneo, " vuole che nella rappresentazione dei risultati elettorali si faccia piu' confusione possibile per camuffare la loro portata".

Debora Bergamini chiama il responsabile della prima rete e secondo gli investigatori che li intercettano "lo informa della programmazione televisiva di Canale 5. Del Noce dice di aver parlato con Rossella (allora direttore del Tg5, ndr). Debora dice di aver parlato con Mauro Crippa di Mediaset".

Il lunedi' 4 aprile, la Bergamini, secondo le intercettazioni, avrebbe parlato al telefono con un responsabile Mediaset dicendo che "loro fanno la prima serata sul Due per le elezioni e gli chiede di mettere una cosa forte in prima serata su Canale 5".

Insomma, il servizio pubblico messo al servizio della disinformatia in una rete fittissima di contatti tra i dirigenti fedeli a Berlusconi sia a Mediaset, della quale è come tutti sappiamo, il "mero proprietario", sia in Rai di cui appare dalle intercettazioni il padrone di fatto. Fatti salvi i non frequentissimi atti di seria resistenza da parte di alcuni dirigenti e giornalisti del servizio pubblico. Secondo Repubblica, vi sarebbero state anche telefonate ad Arcore ma quelle non possono essere trascritte perché riguardano la residenza di un parlamentare.

Il quadro che ne viene fuori è sconfortante. Notisti politici che si raccomandano al Cavaliere e subito dopo approdano in parlamento. Interventi del Tiger Team di Berlusconi in Rai per non far pesare persino la morte del Papa sull'affluenza alle urne e sulla guida del festival di Sanremo. La programmazione soggiogata agli interessi politico mediatici dell'allora presidente del consiglio al punto che il direttore generale Cattaneo, secondo gli investigatori della Finanza, "per Bergamini dice di aver parlato con Bonaiuti che era con Piersilvio, ma lui sta tenendo duro anche con gli altri dicendo che non è il caso di mandare in onda i dati.".

Erano i tempi in cui noi di articolo21 parlavamo di bavaglio mediatico, ma non sapevamo sino a qual punto e con quale intelligente metodica intesa col concorrente Mediaset.

Berlusconi, quello dell'edito contro Biagi, Santoro e Luttazzi, e con la consueta faccia di bronzo, aveva detto che in Rai, non avrebbe spostato una pianta. Già, nessuna pianta, tranne quella organica, a cominciare dal dg per piegarli ai suoi interessi d'intesa con la rete concorrente.

Bene ha fatto l'attuale dg Cappon a preannunciare azioni di tutela legale. Ma quel che vorrebbero i lavoratori rai e gli abbonati è un'autentica tutela politica, etica e morale del pubblico interesse. Perché non tutto quel che è lecito è opportuno.

Certo appaiono poco opportuni, decisamente contrari agli interessi della Rai, i Tiger Team di Supersilvio, i dg oscuratori e i dirigenti imbavagliatori, le infiltrazioni di interessi indicibili nella macchina del servizio pubblico. Mai più asservito. Mai più.
Ulderico Fortezza

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21 novembre 2007

La lunga mano di Berlusconi sulla Rai


Un asse segreto tra dirigenti Rai e Mediaset per oscurare la vittoria elettorale dell'Ulivo nelle elezioni regionali del 2005. E' quanto trapela dalla pubblicazione su Repubblica dei brogliacci delle intercettazioni depositate nell'ambito dell'inchiesta sul fallimento di HDC, la holding dell' ex sondaggista di fiducia di Silvio Berlusconi, Luigi Crespi.

Tra le varie sintesi pubblicate sulla doppia pagina di Repubblica, ve ne è una del dirigente rai ed ex segretaria del cavaliere Debora Bergamini. Alle 15 del 22 aprile "Debbi" afferma, secondo le indagini, "che Cattaneo (all'allora direttore generale rai, ndr) ha chiesto di condividere i loro pareri con quelli di Vespa al quale avrebbe chiesto di non confrontare i voti attuali con quelli delle scorse regionali".

Insomma, un sistematico tentativo di minimizzare la portata della vitoria dell'Ulivo alle regionali, tanto che alle 16 "Debbi" Bergamini avrebbe affermato che Benito (Benassi, vice direttore marketing Rai) ha intuito che il dg ' Cattaneo, " vuole che nella rappresentazione dei risultati elettorali si faccia piu' confusione possibile per camuffare la loro portata".

Debora Bergamini chiama il responsabile della prima rete e secondo gli investigatori che li intercettano "lo informa della programmazione televisiva di Canale 5. Del Noce dice di aver parlato con Rossella (allora direttore del Tg5, ndr). Debora dice di aver parlato con Mauro Crippa di Mediaset".

Il lunedi' 4 aprile, la Bergamini, secondo le intercettazioni, avrebbe parlato al telefono con un responsabile Mediaset dicendo che "loro fanno la prima serata sul Due per le elezioni e gli chiede di mettere una cosa forte in prima serata su Canale 5".

Insomma, il servizio pubblico messo al servizio della disinformatia in una rete fittissima di contatti tra i dirigenti fedeli a Berlusconi sia a Mediaset, della quale è come tutti sappiamo, il "mero proprietario", sia in Rai di cui appare dalle intercettazioni il padrone di fatto. Fatti salvi i non frequentissimi atti di seria resistenza da parte di alcuni dirigenti e giornalisti del servizio pubblico. Secondo Repubblica, vi sarebbero state anche telefonate ad Arcore ma quelle non possono essere trascritte perché riguardano la residenza di un parlamentare.

Il quadro che ne viene fuori è sconfortante. Notisti politici che si raccomandano al Cavaliere e subito dopo approdano in parlamento. Interventi del Tiger Team di Berlusconi in Rai per non far pesare persino la morte del Papa sull'affluenza alle urne e sulla guida del festival di Sanremo. La programmazione soggiogata agli interessi politico mediatici dell'allora presidente del consiglio al punto che il direttore generale Cattaneo, secondo gli investigatori della Finanza, "per Bergamini dice di aver parlato con Bonaiuti che era con Piersilvio, ma lui sta tenendo duro anche con gli altri dicendo che non è il caso di mandare in onda i dati.".

Erano i tempi in cui noi di articolo21 parlavamo di bavaglio mediatico, ma non sapevamo sino a qual punto e con quale intelligente metodica intesa col concorrente Mediaset.

Berlusconi, quello dell'edito contro Biagi, Santoro e Luttazzi, e con la consueta faccia di bronzo, aveva detto che in Rai, non avrebbe spostato una pianta. Già, nessuna pianta, tranne quella organica, a cominciare dal dg per piegarli ai suoi interessi d'intesa con la rete concorrente.

Bene ha fatto l'attuale dg Cappon a preannunciare azioni di tutela legale. Ma quel che vorrebbero i lavoratori rai e gli abbonati è un'autentica tutela politica, etica e morale del pubblico interesse. Perché non tutto quel che è lecito è opportuno.

Certo appaiono poco opportuni, decisamente contrari agli interessi della Rai, i Tiger Team di Supersilvio, i dg oscuratori e i dirigenti imbavagliatori, le infiltrazioni di interessi indicibili nella macchina del servizio pubblico. Mai più asservito. Mai più.
Ulderico Fortezza

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