10 gennaio 2008

Un miliardo di dollari per il TRADING?


Nonostante le varie crisi i mercati borsistici rilevano una elevata liquidità.
Le " mani forti" hanno in mano il mercato e lo muovono a loro piacimento. Il caso petrolio e oro troppo forte sono indici di situazione esplosiva. Ma sono veri questi indicatori o sono manipolati come PIL e debito?
Un caso emblematico lo ha scoperto la rete di Etleboro alla FED.


Dinanzi a noi si apre l'ennesimo canale virtuale finanziario, ma stavolta i soggetti coinvolti ricoprono un ruolo di importanza primaria sulla scena internazionale. Un cittadino di Singapore , Teo Hui Kiat, deposita presso la Federal Reserve dei titoli emessi dal Tesoro Americano dal valore nominale di oltre US$ 500.000.000, presenti sulla piazza finanziaria svizzera. Sulla base della documentazione che vi mostriamo la Federal Reserve prende in custodia i suddetti titoli, per un valore complessivo di 1 miliardo di dollari, emettendo un "custodial safekeeping receipt" ( ricevuta di deposito ) , autenticato dalle firme del Governatore Bernard Bernanke e del Vice-Governatore Roger W. Ferguson. I titoli, oggetto dell'operazione, circolano al momento sulle piazze finanziarie svizzere, e sono utilizzati in programmi di trading.
Come noto, tutti i programmi di rating sono tassativamente vietati dagli organi internazionali, essendo operazioni che, movimentando grandi somme di denaro a fronte dell'emissione di un titolo virtuale - spesso inesigibile e infruttuoso - nascondono tentativi di speculazione e di riciclaggio. Allo stesso tempo, notiamo che la prassi dei controlli da parte delle Istituzioni è rigida e impenetrabile, proteggendo spesso il sistema vizioso Trader-Istituto di credito. La crisi subprime ha appunto dimostrato il fallimento del sistema di supervisione e di controllo delle Istituzioni governative sul sistema bancario e finanziario. Così il mancato intervento da parte dell'Istituto di vigilanza equivale ad una complicità, lasciando il sospetto che sia l'ente emittente stesso ad utilizzare il titolo per scopi estranei a quanto stabilito dai regolamenti del mercato e dalle leggi nazionali e internazionali.
Occorre infatti considerare che tali titoli di debito al portatore, denominati per cifre molto elevate, possono essere utilizzati - nonostante siano le società di Trading a reperirli e certificarne la validità - da parte di Banche, Fondazioni e Multinazionali per creare grandi fondi dal nulla, medianti i quali costituire assets, liquidità e tesorerie. Il tutto viaggiando sul limite della legalità consentita e al di sopra delle normali condizioni stabilite per le transazioni, anche se dall'ammontare irrisorio. Un paradosso che sfiora l'assurdo, considerando che proprio recentemente le misure di contrasto al riciclaggio e al finanziamento illecito sono state inasprite, in relazione alla necessità di controllare ed eliminare le fonti di finanziamento al terrorismo.

A rivelare l'illiceità dell'operazione dovrebbe essere la fonte emittente dei titoli stessi - facendo così ricorso alle liste dei titoli non validi esistenti sul mercato - oppure lo scopo della transazione: rappresentano questi i controlli che la Banca Centrale e o l'Istituto di credito dovrebbe effettuare per garantire sicurezza e trasparenza sul mercato. Qualora tuttavia, i controlli non vengano fatti e si venga a creare una rete tra i diversi attori che va a eliminare e nascondere le tracce, è ovvio che il cerchio si chiude e non esiste entità che può intervenire. È da tali meccanismi, chiusi e inavvicinabili dai Governi stessi, che scaturiscono le speculazioni su scala globale, la creazione del denaro e il finanziamento ai conflitti mondiali. Questo e nient'altro. Al di là della rete bancaria e finanziaria, circondata da una costellazione di società, non esiste altro canale per i cosiddetti terroristi o per i criminali: ogni operazione portata a termine accade perché è il sistema che lo permette, in quanto le regole all'interno cui muoversi sono prestabilite. Per tale motivo, possiamo affermare che la guerra finanziamento del terrorismo è la più grande bufala che i nostri politici abbiano inventato, per dimostrare il loro impegno nella lotta contro il crimine, contro le truffe o la corruzione. Da tempo però queste illusioni sono svanite, perché il sistema ha fallito, ha rivelato delle falle e tutti noi dobbiamo pagare ora per tali errori.

Nessun commento:

10 gennaio 2008

Un miliardo di dollari per il TRADING?


Nonostante le varie crisi i mercati borsistici rilevano una elevata liquidità.
Le " mani forti" hanno in mano il mercato e lo muovono a loro piacimento. Il caso petrolio e oro troppo forte sono indici di situazione esplosiva. Ma sono veri questi indicatori o sono manipolati come PIL e debito?
Un caso emblematico lo ha scoperto la rete di Etleboro alla FED.


Dinanzi a noi si apre l'ennesimo canale virtuale finanziario, ma stavolta i soggetti coinvolti ricoprono un ruolo di importanza primaria sulla scena internazionale. Un cittadino di Singapore , Teo Hui Kiat, deposita presso la Federal Reserve dei titoli emessi dal Tesoro Americano dal valore nominale di oltre US$ 500.000.000, presenti sulla piazza finanziaria svizzera. Sulla base della documentazione che vi mostriamo la Federal Reserve prende in custodia i suddetti titoli, per un valore complessivo di 1 miliardo di dollari, emettendo un "custodial safekeeping receipt" ( ricevuta di deposito ) , autenticato dalle firme del Governatore Bernard Bernanke e del Vice-Governatore Roger W. Ferguson. I titoli, oggetto dell'operazione, circolano al momento sulle piazze finanziarie svizzere, e sono utilizzati in programmi di trading.
Come noto, tutti i programmi di rating sono tassativamente vietati dagli organi internazionali, essendo operazioni che, movimentando grandi somme di denaro a fronte dell'emissione di un titolo virtuale - spesso inesigibile e infruttuoso - nascondono tentativi di speculazione e di riciclaggio. Allo stesso tempo, notiamo che la prassi dei controlli da parte delle Istituzioni è rigida e impenetrabile, proteggendo spesso il sistema vizioso Trader-Istituto di credito. La crisi subprime ha appunto dimostrato il fallimento del sistema di supervisione e di controllo delle Istituzioni governative sul sistema bancario e finanziario. Così il mancato intervento da parte dell'Istituto di vigilanza equivale ad una complicità, lasciando il sospetto che sia l'ente emittente stesso ad utilizzare il titolo per scopi estranei a quanto stabilito dai regolamenti del mercato e dalle leggi nazionali e internazionali.
Occorre infatti considerare che tali titoli di debito al portatore, denominati per cifre molto elevate, possono essere utilizzati - nonostante siano le società di Trading a reperirli e certificarne la validità - da parte di Banche, Fondazioni e Multinazionali per creare grandi fondi dal nulla, medianti i quali costituire assets, liquidità e tesorerie. Il tutto viaggiando sul limite della legalità consentita e al di sopra delle normali condizioni stabilite per le transazioni, anche se dall'ammontare irrisorio. Un paradosso che sfiora l'assurdo, considerando che proprio recentemente le misure di contrasto al riciclaggio e al finanziamento illecito sono state inasprite, in relazione alla necessità di controllare ed eliminare le fonti di finanziamento al terrorismo.

A rivelare l'illiceità dell'operazione dovrebbe essere la fonte emittente dei titoli stessi - facendo così ricorso alle liste dei titoli non validi esistenti sul mercato - oppure lo scopo della transazione: rappresentano questi i controlli che la Banca Centrale e o l'Istituto di credito dovrebbe effettuare per garantire sicurezza e trasparenza sul mercato. Qualora tuttavia, i controlli non vengano fatti e si venga a creare una rete tra i diversi attori che va a eliminare e nascondere le tracce, è ovvio che il cerchio si chiude e non esiste entità che può intervenire. È da tali meccanismi, chiusi e inavvicinabili dai Governi stessi, che scaturiscono le speculazioni su scala globale, la creazione del denaro e il finanziamento ai conflitti mondiali. Questo e nient'altro. Al di là della rete bancaria e finanziaria, circondata da una costellazione di società, non esiste altro canale per i cosiddetti terroristi o per i criminali: ogni operazione portata a termine accade perché è il sistema che lo permette, in quanto le regole all'interno cui muoversi sono prestabilite. Per tale motivo, possiamo affermare che la guerra finanziamento del terrorismo è la più grande bufala che i nostri politici abbiano inventato, per dimostrare il loro impegno nella lotta contro il crimine, contro le truffe o la corruzione. Da tempo però queste illusioni sono svanite, perché il sistema ha fallito, ha rivelato delle falle e tutti noi dobbiamo pagare ora per tali errori.

Nessun commento: