17 aprile 2008

La Nato e i talebani: Quali rapporti?

Non possiamo chiamarla Guerra perché il nemico è poco visibile, nascosto dentro e fuori le proprie linee ma, in Afghanistan la guerra non finisce mai. Chissà perchè! Anzi, i motivi sono sempre più di uno, ma sempre di più, deboli e inconstintenti. Povere persone, che perderanno la vita per una causa debole ed inutile come, purtroppo la loro vita.

La commissione Sicurezza Interna del parlamento afgano ha formalmente accusato la Nato di armare la guerriglia talebana, dichiarando non veritiera la versione dei fatti fornita dai comandi alleati riguardo un grosso rifornimento di armi caduto “per errore” in mano ai ribelli.
“Un piano Nato per devastare l’Afghanistan”. Secondo Zalmai Mujaddedi, presidente della commissione, nella notte tra il 27 e il 28 marzo scorsi elicotteri kazachi affittati dalla Nato hanno caricato all’aeroporto militare di Kandahar casse contenenti centinaia di kalashnikov, lanciarazzi e mezzo milione di munizioni, per poi paracadutarli in territorio talebano nel distretto di Arghandab, provincia di Zabul. La commissione parlamentare afferma che il comandante talebano locale, mullah Muhammad Alam, aveva predisposto misure di sicurezza nel luogo esatto della consegna, tali da escludere la tesi alleata dell’errore. “E’ stupefacente che il comandante mullah Alam, proprio quella notte, si trovasse...
in una casa a cento metri dal luogo in cui sono state paracadutate le casse dagli elicotteri. Se si fosse trattato di un errore, allora spiegatemi chi ha avvertito mullah Alam di recarsi esattamente in quel luogo. Non è la prima volta che sentiamo parlare di forniture di armi ai talebani da parte della Nato. Le forze d’occupazione straniere stavano operando per i propri interessi sulla base di piani volti a devastare l’Afghanistan”. L’onorevole Hamidullah Tokhi, parlamentare eletto nella provincia di Zabul, ha confermato le dichiarazioni di Zalmai Mujaddedi.
TalebaniVersione ufficiale: casse cadute per errore. La commissione parlamentare si è espressa dopo che il portavoce della missione Nato Isaf, il generale Carlos Branco, era stato costretto domenica a commentare le notizie che circolavano da giorni su armi Nato cadute in mano ai talebani, ammettendo che la cosa era effettivamente accaduta, ma per un errore sul quale si sta investigando.
La presa di posizione dell’organo parlamentare afgano ha subito suscitato la reazione degli Stati Uniti. L’assistente del segretario di Stato Usa, Richard Boucher, ha dichiarato che le affermazioni della commissione sono “infondate” e “prive di logica”.
Il direttore dei servizi segreti afgani, Amrullah Saleh, è intervenuto spiegando che le casse di armi erano destinate a una postazione dell’esercito afgano nella zona di Ghazni, molto più a nord, e che durante il viaggio una delle casse è accidentalmente caduta da uno degli elicotteri in territorio talebano.

A proposito di armi per l’esercito afgano. Da mesi la Nato, o meglio gli Stati Uniti, hanno imposto all’esercito afgano di dimettere i fucili kalashnikov, rifornendo tutti i battaglioni di fucili M-16 made in Usa, con annesse munizioni.

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17 aprile 2008

La Nato e i talebani: Quali rapporti?

Non possiamo chiamarla Guerra perché il nemico è poco visibile, nascosto dentro e fuori le proprie linee ma, in Afghanistan la guerra non finisce mai. Chissà perchè! Anzi, i motivi sono sempre più di uno, ma sempre di più, deboli e inconstintenti. Povere persone, che perderanno la vita per una causa debole ed inutile come, purtroppo la loro vita.

La commissione Sicurezza Interna del parlamento afgano ha formalmente accusato la Nato di armare la guerriglia talebana, dichiarando non veritiera la versione dei fatti fornita dai comandi alleati riguardo un grosso rifornimento di armi caduto “per errore” in mano ai ribelli.
“Un piano Nato per devastare l’Afghanistan”. Secondo Zalmai Mujaddedi, presidente della commissione, nella notte tra il 27 e il 28 marzo scorsi elicotteri kazachi affittati dalla Nato hanno caricato all’aeroporto militare di Kandahar casse contenenti centinaia di kalashnikov, lanciarazzi e mezzo milione di munizioni, per poi paracadutarli in territorio talebano nel distretto di Arghandab, provincia di Zabul. La commissione parlamentare afferma che il comandante talebano locale, mullah Muhammad Alam, aveva predisposto misure di sicurezza nel luogo esatto della consegna, tali da escludere la tesi alleata dell’errore. “E’ stupefacente che il comandante mullah Alam, proprio quella notte, si trovasse...
in una casa a cento metri dal luogo in cui sono state paracadutate le casse dagli elicotteri. Se si fosse trattato di un errore, allora spiegatemi chi ha avvertito mullah Alam di recarsi esattamente in quel luogo. Non è la prima volta che sentiamo parlare di forniture di armi ai talebani da parte della Nato. Le forze d’occupazione straniere stavano operando per i propri interessi sulla base di piani volti a devastare l’Afghanistan”. L’onorevole Hamidullah Tokhi, parlamentare eletto nella provincia di Zabul, ha confermato le dichiarazioni di Zalmai Mujaddedi.
TalebaniVersione ufficiale: casse cadute per errore. La commissione parlamentare si è espressa dopo che il portavoce della missione Nato Isaf, il generale Carlos Branco, era stato costretto domenica a commentare le notizie che circolavano da giorni su armi Nato cadute in mano ai talebani, ammettendo che la cosa era effettivamente accaduta, ma per un errore sul quale si sta investigando.
La presa di posizione dell’organo parlamentare afgano ha subito suscitato la reazione degli Stati Uniti. L’assistente del segretario di Stato Usa, Richard Boucher, ha dichiarato che le affermazioni della commissione sono “infondate” e “prive di logica”.
Il direttore dei servizi segreti afgani, Amrullah Saleh, è intervenuto spiegando che le casse di armi erano destinate a una postazione dell’esercito afgano nella zona di Ghazni, molto più a nord, e che durante il viaggio una delle casse è accidentalmente caduta da uno degli elicotteri in territorio talebano.

A proposito di armi per l’esercito afgano. Da mesi la Nato, o meglio gli Stati Uniti, hanno imposto all’esercito afgano di dimettere i fucili kalashnikov, rifornendo tutti i battaglioni di fucili M-16 made in Usa, con annesse munizioni.

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