14 settembre 2008

Fermiamo gli speculatori sul petrolio



Quali fattori stanno causando la rapida salita del prezzo di petrolio, gasolio e dei prodotti da riscaldamento?
Cosa si dovrebbe fare in questo caso?
Non contate sulla Casa Bianca - con Bush e Cheney immersi nel petrolio - o sul congresso - che ha ascoltato quei potenti petrolieri i quali sanno che nulla sta per accadere a Capitol Hill.
La scorsa settimana il prezzo del greggio raggiunse quasi i $130 al barile dopo aver raggiunto anche i $140.
La causa immediata?
Il petroliere T. Boone Pickens pensa che presto il petrolio potrebbe arrivare a $150 Goldman Sachs dice $200 al barile. Essi si stanno riferendo a quella che può essere chiamata la festa del lancio del prezzo al New York Mercantile Exchange. (NYMEX)
Intanto, i consumatori, i lavoratori e i piccoli imprenditori soffrono per il prezzo della benzina $4 al gallone e del diesel a $4,50. Soffrono ma non protestano come fecero i camionisti indipendenti.
Una rivolta di piccole imprese e dei consumatori sarebbe politicamente forte. Ma cosa otterrebbe una rivolta?
Il governo è paralizzato e non sarà capace di agire se il petrolio arriverà a $200 o $400 al barile.
Washington, D.C. lascia la gente senza difesa e non ha una strategia per quando questo accadrà.
Il petrolio era a $50 al barile a Gennaio 2007, a $75 ad Agosto 2007. Ora a $130 o più al barile, è chiaro che il suo prezzo è un affare speculativo che non deriva da offerta e da domanda fisica. Una merce basilare - il petrolio - è gestita da speculatori che si basano sulla diceria, l'avidità e la paura di predizioni incontrollate.
Col tempo dall'inizio del 2007, la domanda di petrolio USA è calata del 1% e quella mondiale è cresciuta del 1,3 per cento.
Le forniture di greggio sono abbondanti, secondo il Wall Street Journal, "i commercianti del greggio dicono che il loro mercato soffre per l'eccesso di fornitura non per la carenza".
L'Iran, ad esempio, ha in magazzino 25 milioni di barili di greggio acido e pesante e Hossein kazempour Ardebili (amministratore del petrolio iraniano) dice: "non ci sono compratori, il mercato ha più petrolio del necessario".
Mike Wittner, ricercatore capo della Societe Generale di Londra è d'accordo.
"Ci sono vari segnali che dicono in modo chiaro che i mercati sono ben riforniti di greggio".
Nella storia il petrolio ha spesso sofferto a causa del controllo dei monopolisti.
Fin dall'inizio del XIX secolo (il tempo di John D. Rockefeller, e del monopolio della Standard Oil) fino all'emergenza dell'oligopolio delle "Sette Sorelle" fatto da Standard Oil, Shell, BP, Texaco, Mobil, Gulf e Socal, fino alla crescita dell'OPEC che rappresenta i maggiori stati produttori, il prezzo da "mercato libero" del petrolio è stato un miraggio.
Nonostante lo smantellamento della Standard Oil (fatto da una legge governativa di circa 100 anni fa che vendette i cartelli) gli oligopoli d'acquisto si ricostituirono.
Per un intreccio ironico, il prezzo più importante è deciso dall'OPEC (che produce solo il 40% del petrolio mondiale) e dai petrolieri grazie agli speculatori dei mercati delle merci.
Che cosa accade al non regolato di fatto New York Mercantile Exchange (NIMEX) (senza la Commissione sul commercio dei Futures sulle merci -CFTC - crebbero le richieste a cauzione e, sfortunatamente i vostri acquisti personali non tassati) che è oggi il posto dove i titoli petroliferi volano fino al cielo.
L'OPEC e i grandi petrolieri raccolgono i benefici e dicono che la colpa è degli speculatori. Date nuovi significati al "passaggio di responsabilità".
D. Fineman, presidente di Mitchell Supreme Fuel Co. a Orange, New Jersey, riepilogò i fatti: "I mercati dell'energia sono stati controllati per troppo tempo dai fondi hedge e da speculatori, che manipolano in modo artificiale i numeri a proprio beneficio. Il mercato corrente non è basato sui sani principi dell'offerta e della domanda ma è sempre più manovrato dalle compagnie e da speculatori che stanno aumentando i prezzi per la loro avidità".
Harry C. Johnson, ex banchiere che lavorò per molti anni al Big Oil e che diresse una piccola impresa petrolifera in Oklahoma, biasima il CFTC, il Ministero dell'energia, la pubblica amministrazione, e il Congresso, come "incapaci di risolvere un problema che con probabilità costa agli americani 1 miliardo di dollari al giorno".
Egli cita "degli esperti industriali che guadagnano molto dal prezzo alto del greggio, e che hanno detto in modo chiaro che il prezzo del greggio, senza la speculazione, sarebbe tra i $50 e i $60 a barile".
Immaginate, il nostro governo permette che il prezzo della benzina e del gasolio da riscaldamento sia deciso nel casinò di Wall Street detto NYMEX. La gente necessita di una protezione regolatrice dagli speculatori e di una tassa sui profitti eccessivi derivanti dal Big Oil.
Inoltre, un governo sano vedrebbe le attuali crisi del prezzo come un'opportunità per migliorare le ferrovie, la loro dimensione e la loro tecnologia.
Un governo sano taglierebbe i sussidi e le scappatoie fiscali per i profitti del Big Oil e dei carburanti fossili e avvierebbe una missione statale per "solarizzare" l'economia e avere forti risparmi dalla tecnologia di conservazione energetica, dagli edifici adattati, e promuovendo gli standard di efficienza per motoveicoli, apparecchi domestici, macchine industriali e impianti elettrici.
Questi sono i modi permanenti per avere l'indipendenza energetica, ridurre il nostro deficit commerciale, creare buoni lavori che potrebbero essere esportati e proteggere la salute ambientale della gente e della natura.
Queste sono le riforme e i miglioramenti che una lotta del piccolo imprenditore, del lavoratore e del consumatore deciso realizzerebbe nelle prossime settimane.
Che dici America?

di Ralph Nader

Tradotto da F. Allegri

Nessun commento:

14 settembre 2008

Fermiamo gli speculatori sul petrolio



Quali fattori stanno causando la rapida salita del prezzo di petrolio, gasolio e dei prodotti da riscaldamento?
Cosa si dovrebbe fare in questo caso?
Non contate sulla Casa Bianca - con Bush e Cheney immersi nel petrolio - o sul congresso - che ha ascoltato quei potenti petrolieri i quali sanno che nulla sta per accadere a Capitol Hill.
La scorsa settimana il prezzo del greggio raggiunse quasi i $130 al barile dopo aver raggiunto anche i $140.
La causa immediata?
Il petroliere T. Boone Pickens pensa che presto il petrolio potrebbe arrivare a $150 Goldman Sachs dice $200 al barile. Essi si stanno riferendo a quella che può essere chiamata la festa del lancio del prezzo al New York Mercantile Exchange. (NYMEX)
Intanto, i consumatori, i lavoratori e i piccoli imprenditori soffrono per il prezzo della benzina $4 al gallone e del diesel a $4,50. Soffrono ma non protestano come fecero i camionisti indipendenti.
Una rivolta di piccole imprese e dei consumatori sarebbe politicamente forte. Ma cosa otterrebbe una rivolta?
Il governo è paralizzato e non sarà capace di agire se il petrolio arriverà a $200 o $400 al barile.
Washington, D.C. lascia la gente senza difesa e non ha una strategia per quando questo accadrà.
Il petrolio era a $50 al barile a Gennaio 2007, a $75 ad Agosto 2007. Ora a $130 o più al barile, è chiaro che il suo prezzo è un affare speculativo che non deriva da offerta e da domanda fisica. Una merce basilare - il petrolio - è gestita da speculatori che si basano sulla diceria, l'avidità e la paura di predizioni incontrollate.
Col tempo dall'inizio del 2007, la domanda di petrolio USA è calata del 1% e quella mondiale è cresciuta del 1,3 per cento.
Le forniture di greggio sono abbondanti, secondo il Wall Street Journal, "i commercianti del greggio dicono che il loro mercato soffre per l'eccesso di fornitura non per la carenza".
L'Iran, ad esempio, ha in magazzino 25 milioni di barili di greggio acido e pesante e Hossein kazempour Ardebili (amministratore del petrolio iraniano) dice: "non ci sono compratori, il mercato ha più petrolio del necessario".
Mike Wittner, ricercatore capo della Societe Generale di Londra è d'accordo.
"Ci sono vari segnali che dicono in modo chiaro che i mercati sono ben riforniti di greggio".
Nella storia il petrolio ha spesso sofferto a causa del controllo dei monopolisti.
Fin dall'inizio del XIX secolo (il tempo di John D. Rockefeller, e del monopolio della Standard Oil) fino all'emergenza dell'oligopolio delle "Sette Sorelle" fatto da Standard Oil, Shell, BP, Texaco, Mobil, Gulf e Socal, fino alla crescita dell'OPEC che rappresenta i maggiori stati produttori, il prezzo da "mercato libero" del petrolio è stato un miraggio.
Nonostante lo smantellamento della Standard Oil (fatto da una legge governativa di circa 100 anni fa che vendette i cartelli) gli oligopoli d'acquisto si ricostituirono.
Per un intreccio ironico, il prezzo più importante è deciso dall'OPEC (che produce solo il 40% del petrolio mondiale) e dai petrolieri grazie agli speculatori dei mercati delle merci.
Che cosa accade al non regolato di fatto New York Mercantile Exchange (NIMEX) (senza la Commissione sul commercio dei Futures sulle merci -CFTC - crebbero le richieste a cauzione e, sfortunatamente i vostri acquisti personali non tassati) che è oggi il posto dove i titoli petroliferi volano fino al cielo.
L'OPEC e i grandi petrolieri raccolgono i benefici e dicono che la colpa è degli speculatori. Date nuovi significati al "passaggio di responsabilità".
D. Fineman, presidente di Mitchell Supreme Fuel Co. a Orange, New Jersey, riepilogò i fatti: "I mercati dell'energia sono stati controllati per troppo tempo dai fondi hedge e da speculatori, che manipolano in modo artificiale i numeri a proprio beneficio. Il mercato corrente non è basato sui sani principi dell'offerta e della domanda ma è sempre più manovrato dalle compagnie e da speculatori che stanno aumentando i prezzi per la loro avidità".
Harry C. Johnson, ex banchiere che lavorò per molti anni al Big Oil e che diresse una piccola impresa petrolifera in Oklahoma, biasima il CFTC, il Ministero dell'energia, la pubblica amministrazione, e il Congresso, come "incapaci di risolvere un problema che con probabilità costa agli americani 1 miliardo di dollari al giorno".
Egli cita "degli esperti industriali che guadagnano molto dal prezzo alto del greggio, e che hanno detto in modo chiaro che il prezzo del greggio, senza la speculazione, sarebbe tra i $50 e i $60 a barile".
Immaginate, il nostro governo permette che il prezzo della benzina e del gasolio da riscaldamento sia deciso nel casinò di Wall Street detto NYMEX. La gente necessita di una protezione regolatrice dagli speculatori e di una tassa sui profitti eccessivi derivanti dal Big Oil.
Inoltre, un governo sano vedrebbe le attuali crisi del prezzo come un'opportunità per migliorare le ferrovie, la loro dimensione e la loro tecnologia.
Un governo sano taglierebbe i sussidi e le scappatoie fiscali per i profitti del Big Oil e dei carburanti fossili e avvierebbe una missione statale per "solarizzare" l'economia e avere forti risparmi dalla tecnologia di conservazione energetica, dagli edifici adattati, e promuovendo gli standard di efficienza per motoveicoli, apparecchi domestici, macchine industriali e impianti elettrici.
Questi sono i modi permanenti per avere l'indipendenza energetica, ridurre il nostro deficit commerciale, creare buoni lavori che potrebbero essere esportati e proteggere la salute ambientale della gente e della natura.
Queste sono le riforme e i miglioramenti che una lotta del piccolo imprenditore, del lavoratore e del consumatore deciso realizzerebbe nelle prossime settimane.
Che dici America?

di Ralph Nader

Tradotto da F. Allegri

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