02 agosto 2008

Gli Svedesi si sono mobilitati contro la legge sul controllo elettronico



Un mese dopo il voto, il 18 giugno, sulla legge del controllo elettronico in Svezia, l'opinione pubblica si è sempre più mobilitata. Dopo la fine di giugno, molte migliaia di persone si sono riunite manifestando in tutto il Paese, per protestare contro la “Lex Orwell”.

Il testo prevede che tutta l'informazione che circola su Internet, includendo anche tutte le comunicazioni che avvengono per cellulare, dovrà passare attraverso dei filtri che dovranno intercettare anche un indirizzo del PC (attraverso il numero di identificazione), un messaggio criptato, una parola ecc.

Ascolto delle masse

I servizi di informazione hanno aperto un inchiesta all'inizio di luglio per sapere chi, nell'ambito della FRA, l'agenzia radiofonica della difesa incaricata di applicare la legge, ha fatto filtrare delle informazioni confidenziali a un giornalista della televisione , sulla capacità reale di stoccaggio delle informazioni filtrate.

A metà luglio, parecchi deputati liberali della maggioranza, hanno annunciato la loro intenzione di votare contro la legge, che dovrà essere emendata in autunno. Non vogliono sopprimere il testo, ma reclamano l'eccezzione in caso di sospetti di crimini o delitti.

“La cosa più importante è che noi rinunciamo agli ascolti di massa dei cittadini svedesi, come potrebbe essere oggi” ha dichiarato Birgittas Ohlsson, deputata del Partito Liberale.

La questione è delicata per le autorità, che sono state visibilmente sopraffatte dalle reazioni. Hakan Jevrell, direttore di Gabinetto del Ministro della Difesa, ha spiegato che la legge era “stata malcompresa”: se FRA spendesse tutto il suo budget annuale per comperare un numero di hard disk sufficienti per captare tutto ciò che passa da un solo cavo, questi sarebbero già pieni in quindici ore. Questo dimostra che, comunque possiamo solo controllare una piccola parte di ciò che avviene in realtà.

Jevrell aggiunge:” Non si tratta solo di decifrare dei semplici passaggi che contengono la parola Al Qaida. Ce ne sarebbero talmente tanti, che non avrebbe senso. Non ne abbiamo la capacità, poiché dopo ci sarebbero altri sistemi che lo impedirebbero”.

Le parole chiave o i sistemi di ricerca non possono essere legati a delle persone fisiche, a meno di farne oggetto di domande specifiche. Ci vorrebbero dunque dei sospetti iniziali, per interessarsi alle comunicazioni di un privato. “Ci sono una quantità di sistemi di ricerca, utilizzati per incrociare e affinare le ricerche”, sottolinea Jevrell senza dettagliare.

Sul sito Internet di FRA si precisa , che “la comunicazione disponibile è filtrata in tempi reali, cioè significa che la stragrande maggioranza del traffico non sarà mai immagazzinata. Solo il materiale di ricerca scelto, partendo dai concetti di ricerca, sarà ricuperato e immagazzinato, per il tempo di verificare se l'informazione “ha un valore per il richiedente” ossia qualunque agenzia governamentale o ministeriale.

Altra indicazione: “Il recupero dei segnali nei cavi si fa automaticamente, con l'aiuto dei sistemi di ricerca che saranno controllati a cose fatte da un organo indipendente”, precisa ancora FRA.. “Un ufficio di protezione per l'integrità, avrà una missione di sorveglianza per l'attività”.

Ma la stragrande maggioranza degli svedesi, non ha alcuna fiducia nelle capacità e l'imparzialità degli organi di controllo promessi dal governo. I difensori della libertà, fanno presente che, per scoprire se un informazione è di loro competenza, gli organi di controllo dovranno prima averla letta, ciò che in sé, costituisce una violazione dei principi della protezione dell'integrità.

Anne Ramberg, Segretaria Generale della Federazione degli Avvocati, dichiara, a differenza del governo e della FRA, di non credere che l'autorità sia sempre valida. “E' fondamentale che in uno Stato di diritto anche le autorità possano essere controllate.”

Persino a destra si teme che la legge costi cara al governo attuale.

Olivier Truc

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02 agosto 2008

Gli Svedesi si sono mobilitati contro la legge sul controllo elettronico



Un mese dopo il voto, il 18 giugno, sulla legge del controllo elettronico in Svezia, l'opinione pubblica si è sempre più mobilitata. Dopo la fine di giugno, molte migliaia di persone si sono riunite manifestando in tutto il Paese, per protestare contro la “Lex Orwell”.

Il testo prevede che tutta l'informazione che circola su Internet, includendo anche tutte le comunicazioni che avvengono per cellulare, dovrà passare attraverso dei filtri che dovranno intercettare anche un indirizzo del PC (attraverso il numero di identificazione), un messaggio criptato, una parola ecc.

Ascolto delle masse

I servizi di informazione hanno aperto un inchiesta all'inizio di luglio per sapere chi, nell'ambito della FRA, l'agenzia radiofonica della difesa incaricata di applicare la legge, ha fatto filtrare delle informazioni confidenziali a un giornalista della televisione , sulla capacità reale di stoccaggio delle informazioni filtrate.

A metà luglio, parecchi deputati liberali della maggioranza, hanno annunciato la loro intenzione di votare contro la legge, che dovrà essere emendata in autunno. Non vogliono sopprimere il testo, ma reclamano l'eccezzione in caso di sospetti di crimini o delitti.

“La cosa più importante è che noi rinunciamo agli ascolti di massa dei cittadini svedesi, come potrebbe essere oggi” ha dichiarato Birgittas Ohlsson, deputata del Partito Liberale.

La questione è delicata per le autorità, che sono state visibilmente sopraffatte dalle reazioni. Hakan Jevrell, direttore di Gabinetto del Ministro della Difesa, ha spiegato che la legge era “stata malcompresa”: se FRA spendesse tutto il suo budget annuale per comperare un numero di hard disk sufficienti per captare tutto ciò che passa da un solo cavo, questi sarebbero già pieni in quindici ore. Questo dimostra che, comunque possiamo solo controllare una piccola parte di ciò che avviene in realtà.

Jevrell aggiunge:” Non si tratta solo di decifrare dei semplici passaggi che contengono la parola Al Qaida. Ce ne sarebbero talmente tanti, che non avrebbe senso. Non ne abbiamo la capacità, poiché dopo ci sarebbero altri sistemi che lo impedirebbero”.

Le parole chiave o i sistemi di ricerca non possono essere legati a delle persone fisiche, a meno di farne oggetto di domande specifiche. Ci vorrebbero dunque dei sospetti iniziali, per interessarsi alle comunicazioni di un privato. “Ci sono una quantità di sistemi di ricerca, utilizzati per incrociare e affinare le ricerche”, sottolinea Jevrell senza dettagliare.

Sul sito Internet di FRA si precisa , che “la comunicazione disponibile è filtrata in tempi reali, cioè significa che la stragrande maggioranza del traffico non sarà mai immagazzinata. Solo il materiale di ricerca scelto, partendo dai concetti di ricerca, sarà ricuperato e immagazzinato, per il tempo di verificare se l'informazione “ha un valore per il richiedente” ossia qualunque agenzia governamentale o ministeriale.

Altra indicazione: “Il recupero dei segnali nei cavi si fa automaticamente, con l'aiuto dei sistemi di ricerca che saranno controllati a cose fatte da un organo indipendente”, precisa ancora FRA.. “Un ufficio di protezione per l'integrità, avrà una missione di sorveglianza per l'attività”.

Ma la stragrande maggioranza degli svedesi, non ha alcuna fiducia nelle capacità e l'imparzialità degli organi di controllo promessi dal governo. I difensori della libertà, fanno presente che, per scoprire se un informazione è di loro competenza, gli organi di controllo dovranno prima averla letta, ciò che in sé, costituisce una violazione dei principi della protezione dell'integrità.

Anne Ramberg, Segretaria Generale della Federazione degli Avvocati, dichiara, a differenza del governo e della FRA, di non credere che l'autorità sia sempre valida. “E' fondamentale che in uno Stato di diritto anche le autorità possano essere controllate.”

Persino a destra si teme che la legge costi cara al governo attuale.

Olivier Truc

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