02 marzo 2009

Ebrei Americani contrari alla politica di Israele a Gaza



In qualità di esseri umani, siamo sorpresi e sconvolti  dalle distruzioni di massa che lo Stato di Israele ha scatenato, con le sue operazioni militari, contro le genti di Gaza, dopo anni di occupazione israeliana, di assedio e di deprivazioni.



Quali Americani, protestiamo contro la carta bianca data dal Governo USA ad Israele nel perseguire una guerra di "onore nazionale", volta a"restaurare la deterrenza," ed a "distruggere Hamas", ed a "inculcare la potenza militare di Israele nella coscienza degli abitanti di Gaza."



Quali progressisti, noi rifiutiamo quelle stesse giustificazioni, della carneficina, che abbiamo ascoltato fino alla nausea dai sostenitori della Seconda Guerra d'Iraq : la cosiddetta "guerra al terrore", lo "scontro di civiltà", il "bisogno di ripristinare la deterrenza" - tutte cose servite a giustificare una guerra inutile e mal condotta, una guerra con conseguenze disastrose per l'America e l'Iraq.



Ma quali giudei di diversi orientamenti religiosi, dagli Ortodossi agli atei secolari, siamo specialmente orripilati che uno stato che pretenda di parlare in nostro nome conduca una campagna militare che ha ucciso più di 1400 persone, una larga percentuale delle quali costituita da civili, bambini, e non-combattenti, e la conduca con poca o nulla considerazione verso i diritti umani o le leggi di guerra.



Mentre si può discutere di temi morali e legali relativi al diritto di Israele di rispondere militarmente in queste circostanze, c'è un accordo quasi universale sul fatto che il suo comportamento nelle operazioni militari sia stato ingiusto ed anche criminale - con il disaccordo dei soli difensori d'ufficio dello stato di Israele.



Quali Ebrei, noi ci battiamo uniti per un'altra Israele, per il patriarca Jacob, che perseguì i suoi figli Simeone e Levi per aver massacrato le genti di Shechem per vendicare lo stupro della loro sorella Dinah. Come Jacob, "noi non saremo parte del consiglio degli zeloti, non saremo parte della loro assemblea. ( Genesi 34. 49:5-7 ).



Quali Ebrei, noi ci battiamo uniti con i saggi Ebrei che rifiutano il fanatismo degli Ebrei "terroristi" a Masada, quelli che camuffano la rivalità tribale etnica sotto il manto dell' "autodifesa" e dell' "onore nazionale."



Quali Ebrei, non diamo retta al saggio Hillel solo quando dice : " Se  non mi occupo io di me, chi lo farà per me ?" ma anche quando dice : " Se mi occupo solo di me, cosa sono io ?" Le parole finali di Hillel suonano vere anche in questa ora di decisioni nella quale da ambo le parti si chiede una piena risoluzione:" Se non ora, quando?"



Infine, quali Ebrei Americani progressisti, ed esseri umani, noi condanniamo Hamas ed Israele per la violazione dei diritti umani dei civili di ambo i lati, benchè noi non necessariamente sosteniamo che tali violazioni siano moralmente o legalmente equivalenti. Affermiamo i diritti, sia delle genti di Israele che dei Palestinesi, alla vita, alla libertà ed al conseguimento della felicità.


Richard Silverstein

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02 marzo 2009

Ebrei Americani contrari alla politica di Israele a Gaza



In qualità di esseri umani, siamo sorpresi e sconvolti  dalle distruzioni di massa che lo Stato di Israele ha scatenato, con le sue operazioni militari, contro le genti di Gaza, dopo anni di occupazione israeliana, di assedio e di deprivazioni.



Quali Americani, protestiamo contro la carta bianca data dal Governo USA ad Israele nel perseguire una guerra di "onore nazionale", volta a"restaurare la deterrenza," ed a "distruggere Hamas", ed a "inculcare la potenza militare di Israele nella coscienza degli abitanti di Gaza."



Quali progressisti, noi rifiutiamo quelle stesse giustificazioni, della carneficina, che abbiamo ascoltato fino alla nausea dai sostenitori della Seconda Guerra d'Iraq : la cosiddetta "guerra al terrore", lo "scontro di civiltà", il "bisogno di ripristinare la deterrenza" - tutte cose servite a giustificare una guerra inutile e mal condotta, una guerra con conseguenze disastrose per l'America e l'Iraq.



Ma quali giudei di diversi orientamenti religiosi, dagli Ortodossi agli atei secolari, siamo specialmente orripilati che uno stato che pretenda di parlare in nostro nome conduca una campagna militare che ha ucciso più di 1400 persone, una larga percentuale delle quali costituita da civili, bambini, e non-combattenti, e la conduca con poca o nulla considerazione verso i diritti umani o le leggi di guerra.



Mentre si può discutere di temi morali e legali relativi al diritto di Israele di rispondere militarmente in queste circostanze, c'è un accordo quasi universale sul fatto che il suo comportamento nelle operazioni militari sia stato ingiusto ed anche criminale - con il disaccordo dei soli difensori d'ufficio dello stato di Israele.



Quali Ebrei, noi ci battiamo uniti per un'altra Israele, per il patriarca Jacob, che perseguì i suoi figli Simeone e Levi per aver massacrato le genti di Shechem per vendicare lo stupro della loro sorella Dinah. Come Jacob, "noi non saremo parte del consiglio degli zeloti, non saremo parte della loro assemblea. ( Genesi 34. 49:5-7 ).



Quali Ebrei, noi ci battiamo uniti con i saggi Ebrei che rifiutano il fanatismo degli Ebrei "terroristi" a Masada, quelli che camuffano la rivalità tribale etnica sotto il manto dell' "autodifesa" e dell' "onore nazionale."



Quali Ebrei, non diamo retta al saggio Hillel solo quando dice : " Se  non mi occupo io di me, chi lo farà per me ?" ma anche quando dice : " Se mi occupo solo di me, cosa sono io ?" Le parole finali di Hillel suonano vere anche in questa ora di decisioni nella quale da ambo le parti si chiede una piena risoluzione:" Se non ora, quando?"



Infine, quali Ebrei Americani progressisti, ed esseri umani, noi condanniamo Hamas ed Israele per la violazione dei diritti umani dei civili di ambo i lati, benchè noi non necessariamente sosteniamo che tali violazioni siano moralmente o legalmente equivalenti. Affermiamo i diritti, sia delle genti di Israele che dei Palestinesi, alla vita, alla libertà ed al conseguimento della felicità.


Richard Silverstein

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