19 marzo 2009

L'ICI sui panneli fotovoltaici

schema-impianto-fotovoltaico

Subdola mossa della lobby nuclearista!
Spaventati dal fatto che molti grossi industriali incominciano ad investire
nelle rinnovabili (Morati, Brachetti Peretti, Maccaferri, Burani,ecc. ecc.) e
non si sognano di investire un euro sul nucleare, per prevenire una situazione
di fatto in cui sarebbe chiaro che le rinnovabili sono in grado di soddisfare
la maggior richiesta di energia, e quindi rendere inutili il ricorso alla
energia atomica, ecco spuntare una tassa di ispirazione governativa, che vuole
far pagare l’ICI alle aziende che con i pannelli solari producono elettricità.
A giudizio degli industriali organizzati nell’ “Assosolare” la imposta
metterebbe a rischio lo sviluppo del settore, cresciuto del 500% nell’ultimo
anno, e con una prospettiva di installare nel 2009 una potenza di 250
Megawatt.
Se si pensa che questa quota di energia è producibile ogni anno, e con
opportuni incentivi può essere aumentata senza limiti, si può capire che fra
dieci e più anni, quando sarebbero pronte le centrali nucleari tanto care a
Berlusconi e a Scaiola, queste resterebbero ferme perché la produzione di
energia da fonti innovabili sarebbe sufficiente al fabbisogno italiano.
Può essere utile ricordare che mister Buffet, uno dei più ricchi capitalisti
americani, spese recentemente milioni di dollari per fare una inchiesta
industriale sul nucleare e verificare se tale iniziativa poteva essere
conveniente. La riposta, data da uno studio indipendente, fu negativa, e,
malgrado la spesa fatta, Buffet non investì un dollaro in quella avventura.
Appare sconcertante la decisione del governo, mascherato dietro l’Agenzia per
il territorio (ente pubblico collegato al ministero dell’economia e delle
finanze, che si è inventato l’ipotetica tassa sui pannelli), contro un settore
che è aumentato del 500% in un solo anno.
Il secondo governo Berlusconi ebbe la splendida idea di far fuori Rubbia dall’
Enea, invece di dargli tutti i poteri per trasformare quell’istituto e
cominciare a costruire le centrali solari termodinamiche, di sua invenzione,
che altri paesi oggi stanno già ultimando.
La destra ostacola ottusamente lo sviluppo del settore rinnovabile, cerca di
impedirne la crescita, intralciando quello che dovrebbe essere un libero
mercato, colpendo anche industriali del settore, per avvantaggiare una
tecnologia superata, pericolosa, non rinnovabile in quanto l’uranio è in
esaurimento, e i cui costi non sono nemmeno quantificabili poiché il costo
maggiore del nucleare è quello che viene dopo i 40 anni di esercizio, ossia lo
smantellamento e la messa in sicurezza delle scorie. Operazione che in Italia
non è stata ancora compiuta per le centrali nucleari dismesse, a oltre 20 anni
dalla chiusura, voluta dal referendum.


di Paolo De Gregorio

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19 marzo 2009

L'ICI sui panneli fotovoltaici

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Subdola mossa della lobby nuclearista!
Spaventati dal fatto che molti grossi industriali incominciano ad investire
nelle rinnovabili (Morati, Brachetti Peretti, Maccaferri, Burani,ecc. ecc.) e
non si sognano di investire un euro sul nucleare, per prevenire una situazione
di fatto in cui sarebbe chiaro che le rinnovabili sono in grado di soddisfare
la maggior richiesta di energia, e quindi rendere inutili il ricorso alla
energia atomica, ecco spuntare una tassa di ispirazione governativa, che vuole
far pagare l’ICI alle aziende che con i pannelli solari producono elettricità.
A giudizio degli industriali organizzati nell’ “Assosolare” la imposta
metterebbe a rischio lo sviluppo del settore, cresciuto del 500% nell’ultimo
anno, e con una prospettiva di installare nel 2009 una potenza di 250
Megawatt.
Se si pensa che questa quota di energia è producibile ogni anno, e con
opportuni incentivi può essere aumentata senza limiti, si può capire che fra
dieci e più anni, quando sarebbero pronte le centrali nucleari tanto care a
Berlusconi e a Scaiola, queste resterebbero ferme perché la produzione di
energia da fonti innovabili sarebbe sufficiente al fabbisogno italiano.
Può essere utile ricordare che mister Buffet, uno dei più ricchi capitalisti
americani, spese recentemente milioni di dollari per fare una inchiesta
industriale sul nucleare e verificare se tale iniziativa poteva essere
conveniente. La riposta, data da uno studio indipendente, fu negativa, e,
malgrado la spesa fatta, Buffet non investì un dollaro in quella avventura.
Appare sconcertante la decisione del governo, mascherato dietro l’Agenzia per
il territorio (ente pubblico collegato al ministero dell’economia e delle
finanze, che si è inventato l’ipotetica tassa sui pannelli), contro un settore
che è aumentato del 500% in un solo anno.
Il secondo governo Berlusconi ebbe la splendida idea di far fuori Rubbia dall’
Enea, invece di dargli tutti i poteri per trasformare quell’istituto e
cominciare a costruire le centrali solari termodinamiche, di sua invenzione,
che altri paesi oggi stanno già ultimando.
La destra ostacola ottusamente lo sviluppo del settore rinnovabile, cerca di
impedirne la crescita, intralciando quello che dovrebbe essere un libero
mercato, colpendo anche industriali del settore, per avvantaggiare una
tecnologia superata, pericolosa, non rinnovabile in quanto l’uranio è in
esaurimento, e i cui costi non sono nemmeno quantificabili poiché il costo
maggiore del nucleare è quello che viene dopo i 40 anni di esercizio, ossia lo
smantellamento e la messa in sicurezza delle scorie. Operazione che in Italia
non è stata ancora compiuta per le centrali nucleari dismesse, a oltre 20 anni
dalla chiusura, voluta dal referendum.


di Paolo De Gregorio

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