28 luglio 2010

Fiat. Dove sbaglia Giorgio Bocca?







Nell’ultimo numero de “l’Espresso”, intitolando “dove sbaglia Marchionne”, Giorgio Bocca appare spiazzato e smarrito di fronte alla nuova strategia americana e ricattatoria della FIAT, inaccettabile da gente come lui che ha visto i rapporti industriali e la democrazia in eterno “progress”, e ora si trova con la logica della globalizzazione e una democrazia trasformata in dittatura da chi possiede i media.
La illusione di vedere un capitalismo regionale e civile traspare tutta da questa frase di Bocca: “Marchionne è certamente un manager intelligente, come lo fu prima di lui Cesare Romiti, e magari i toni ricattatori e autoritari possono servire nel tempo breve, ma non alla creazione di una durevole crescita civile”.
Si dà il caso che un manager pagato dagli azionisti Fiat ha come missione quella di aumentare i profitti, e se ne sbatte della crescita civile, dunque se in Serbia o in Polonia produce di più con meno costi la scelta è obbligata.

E’ la globalizzazione, che è stata accettata dagli industriali e dalla politica, che detta le leggi delle delocalizzazioni, del libero movimento dei capitali, e in questo regime è impossibile dare regole alla economia, né pretendere sensibilità, scrupoli o patriottismi per la crescita civile italiana.
La logica oggi in atto, quella del mercato che premia chi produce a costi minori, nel medio periodo è letale per i paesi cosiddetti avanzati e, se oggi contano ancora e tengono certi segmenti di tecnologia avanzata, presto le economie cinesi, indiane, coreane, brasiliane, ecc., vinceranno anche in quei settore e qui lasceranno solo disoccupazione o una occupazione decurtata di diritti, nociva alla salute, con ritmi di lavoro alti e poco riposo, niente sindacati né politica, salari bassi.

Quando si arriverà a questo bisognerà scegliere e decidere se questa maledetta globalizzazione ci conviene, ci fa vivere meglio, o se opportuno uscirne, riconvertire l’economia per i consumi interni, impedire ai capitali qualunque trasmigrazione, creare l’autosufficienza energetica con il sole, creare l’autosufficienza alimentare con una agricoltura tutta biologica, abolire l’esercito e le enormi spese militari, creare una guardia civile di sola difesa, uscire dall’Europa.
Caro Bocca, se tu misurassi l’etica civile degli industriali attraverso il metodo con cui smaltiscono i rifiuti delle loro produzioni, affidandoli a camorristi o mafiosi che li disperdono nell’ambiente con malati e morti, saresti un po’ meno ottimista e ci aiuteresti a passare ad una economia delle REGOLE, della legalità, del rispetto assoluto dell’ambiente e della salute delle persone.
di Paolo De Gregorio

Nessun commento:

28 luglio 2010

Fiat. Dove sbaglia Giorgio Bocca?







Nell’ultimo numero de “l’Espresso”, intitolando “dove sbaglia Marchionne”, Giorgio Bocca appare spiazzato e smarrito di fronte alla nuova strategia americana e ricattatoria della FIAT, inaccettabile da gente come lui che ha visto i rapporti industriali e la democrazia in eterno “progress”, e ora si trova con la logica della globalizzazione e una democrazia trasformata in dittatura da chi possiede i media.
La illusione di vedere un capitalismo regionale e civile traspare tutta da questa frase di Bocca: “Marchionne è certamente un manager intelligente, come lo fu prima di lui Cesare Romiti, e magari i toni ricattatori e autoritari possono servire nel tempo breve, ma non alla creazione di una durevole crescita civile”.
Si dà il caso che un manager pagato dagli azionisti Fiat ha come missione quella di aumentare i profitti, e se ne sbatte della crescita civile, dunque se in Serbia o in Polonia produce di più con meno costi la scelta è obbligata.

E’ la globalizzazione, che è stata accettata dagli industriali e dalla politica, che detta le leggi delle delocalizzazioni, del libero movimento dei capitali, e in questo regime è impossibile dare regole alla economia, né pretendere sensibilità, scrupoli o patriottismi per la crescita civile italiana.
La logica oggi in atto, quella del mercato che premia chi produce a costi minori, nel medio periodo è letale per i paesi cosiddetti avanzati e, se oggi contano ancora e tengono certi segmenti di tecnologia avanzata, presto le economie cinesi, indiane, coreane, brasiliane, ecc., vinceranno anche in quei settore e qui lasceranno solo disoccupazione o una occupazione decurtata di diritti, nociva alla salute, con ritmi di lavoro alti e poco riposo, niente sindacati né politica, salari bassi.

Quando si arriverà a questo bisognerà scegliere e decidere se questa maledetta globalizzazione ci conviene, ci fa vivere meglio, o se opportuno uscirne, riconvertire l’economia per i consumi interni, impedire ai capitali qualunque trasmigrazione, creare l’autosufficienza energetica con il sole, creare l’autosufficienza alimentare con una agricoltura tutta biologica, abolire l’esercito e le enormi spese militari, creare una guardia civile di sola difesa, uscire dall’Europa.
Caro Bocca, se tu misurassi l’etica civile degli industriali attraverso il metodo con cui smaltiscono i rifiuti delle loro produzioni, affidandoli a camorristi o mafiosi che li disperdono nell’ambiente con malati e morti, saresti un po’ meno ottimista e ci aiuteresti a passare ad una economia delle REGOLE, della legalità, del rispetto assoluto dell’ambiente e della salute delle persone.
di Paolo De Gregorio

Nessun commento: