08 luglio 2010

L'esperto di demolizioni: ecco come crollarono davvero le torri dell'11/9.

L'associazione «Architects & Engineers for 9/11 Truth» ("Architetti e Ingegneri per la Verità sull’11/9", ndt) presieduta dall'architetto americano Richard Gage ha incontrato Tom Sullivan, un tecnico esperto di demolizioni controllate nonché ex dipendente della Controlled Demolition Inc.

Secondo questo esperto, non c'è alcun dubbio: sono stati degli esplosivi la causa del crollo delle torri del World Trade Center.

Questa testimonianza avvalora e corrobora lo studio scientifico pubblicato nel marzo 2009 su «Bentham Open», sotto la direzione del professore di chimica dell’Università di Copenaghen Niels Harrit che aveva tratto la conclusione della presenza di esplosivi del tipo nano-termite nelle macerie del WTC, un materiale ultra sofisticato di origine militare.

Sullivan_CDI_card-idTom Sullivan è vicino al caso delle torri del WTC. Infatti, la società Controlled Demolition Inc. diretta da Mark Loiseaux (*) per la quale lavorava è stata una delle principali aziende incaricate dalla Autorità portuale e dalle Silverstein properties per sgomberare il sito di Ground Zero.

Ricordiamo che il sito fu liberato dalle macerie sotto l’alta supervisione della FBI, che vietò l’accesso al pubblico e ai giornalisti, così come alla Commissione d'inchiesta e agli ispettori FEMA, per i cui accessi furono poste restrizioni.

Il NIST non ha avuto accesso che ai depositi di Fresh Kills e al'aeroporto JFK.

La rimozione fu monitorata anche dal Comune, che chiese al NYPD di vietare le foto per rispetto delle vittime, oltre che dall'esercito, che utilizzava dei GPS speciali per seguire i movimenti dei camion carichi di macerie.

Nel momento in cui gli ultimi resti delle travi del WTC, essendo state utilizzate per la fabbricazione dello scafo della USS New-York, si apprestano a lasciare il loro hangar dell’aeroporto JFK per vari progetti di monumenti intesi a commemorare i 10 anni dagli attentati, coloro che si schierano per l’aggiornamento e l'esame degli indizi reali delle cause autentiche del crollo delle tre torri richiedono più che mai ai media di confrontarsi con questa nuova testimonianza di gran peso, e di sostenere la richiesta civica mondiale in favore di una nuova inchiesta.

||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||

Prove dell'uso di esplosivi sul sito del WTC, secondo un ex tecnico della Controlled Demolitions Inc.

Collegamenti aggiunti da reopen911.info e Megachip.

Avendo avuto il privilegio di parlare con Tom Sullivan, un tecnico esperto nella collocazione di cariche esplosive per le demolizioni controllate, abbiamo alcune nuove chiavi che ci permettono di capire meglio il modo in cui la demolizione controllata funziona, laddove inizi, e quali sono state le ripercussioni dell’11 settembre nel settore delle demolizioni. Sullivan ha acquisito la sua esperienza in qualità di dipendente dell’azienda capofila in questo campo: la Controlled Demolition, Inc. (CDI). Tuttavia, Sullivan ha tenuto a sottolineare: «In nessun caso mi presento come portavoce per il CDI, e quello che ho da dire lo dico per esperienza e formazione personale.»

Sullivan è andato alle scuole superiori con Doug Loizeaux, della famiglia Loizeaux. Questa famiglia, in primo luogo il padre Jack, in modo autonomo ha lanciato l'intero settore delle demolizioni controllate, un’industria che alla fine è diventata un affare assai profittevole. Prima di avere a che fare con la CDI, Sullivan era un fotografo indipendente, durante i suoi primi anni nel Maryland. Sarebbe poi stato inviato nei siti delle demolizioni controllate per scattare fotografie dei lavori. Diventò perciò un appassionato ed entusiasta del settore delle demolizioni controllate.

Arrivò il momento in cui volle fare entrambe le cose: essere l’uomo che collocava le "cariche di taglio" sui punti di rottura, e quello che scattava le foto alla messa in opera per promuovere il proprio business. Presto sarebbe diventato un dipendente a tempo pieno della CDI, come AE911Truth ha avuto modo di verificare.

«È stato un lavoro molto interessante, ma anche duro, per lunghe ore, soprattutto quando faceva freddo», osserva Sullivan. Il quale aggiunge che la giornata di lavoro iniziava presto, intorno alle 6 del mattino, e si lavorava fino al tramonto. Sullivan ha lavorato all’allestimento degli edifici con la collocazione delle cariche di taglio in corrispondenza dei punti di rottura e poi, naturalmente, se ne stava a contemplare il tutto mentre crollava.

Sullivan_slide1

Sullivan sottolinea che la preparazione richiede diverse settimane per "indebolire" gli edifici prima delle demolizioni. Gli edifici con struttura in acciaio semplicemente non cadono entro il perimetro della loro base in caduta libera senza un grosso lavoro lungo tutto l’edificio, a volte anche prima di piazzare le cariche esplosive. Sullivan sottolinea questo punto: «Gli incendi non possono radere al suolo edifici di grande altezza con struttura in acciaio. Punto.»

Sullivan_newspaper

Uno dei più interessanti lavori di Sullivan è stata la demolizione del colossale Kingdome, nella cui struttura in cemento armato lui stesso ha collocato di persona centinaia di micidiali cariche esplosive.

article_part_21

Sullivan spiega che lavorare per CDI è stata «un'esperienza davvero unica». E aggiunge: «erano una famiglia molto unita», con riferimento ai valori familiari dei Loizeaux. «Ho imparato tramite l’osservazione», dice Sullivan, «non lo impari a scuola, ma sporcandoti le mani con il duro lavoro.» Sullivan ha scattato centinaia di foto dei progetti, attraverso cui ha sviluppato una profonda passione per questo lavoro.

Quando gli abbiamo chiesto cosa avesse reso la CDI il leader di mercato, ha risposto che «la loro famiglia aveva tutta l’esperienza perché aveva “inventato” l'arte della demolizione controllata. Per anni e anni hanno viaggiato per il mondo, facendo dimostrazioni e attività di formazione su come funziona questa particolare arte.»

Purtroppo, l'attività ha meno mercato dopo l’11 settembre. «La gente era spaventata, e se per caso si udiva una forte esplosione si pensava che fosse un qualche attentato terroristico», ha detto Sullivan, con una nota di frustrazione. «La paura ha preso il sopravvento e così non c’era più spazio per il business»., Anche Mark Loizeaux (il presidente del CDI) ha detto che l’11/9 lo aveva rovinato. Sullivan non ebbe altra scelta che lasciare la CDI. Curiosamente, la CDI ha avuto un ruolo nel ripulire il WTC nell'ambito di un subcontratto con Tully Construction. Il 22 settembre 2001, CDI sottopose un "preliminare" di 25 pagine al Dipartimento di progettazione e costruzione della città di New York, un piano connesso a rimozione e riciclaggio dell'acciaio. [¹]

Sullivan sostiene che sin dal primo giorno sapeva che la distruzione del World Trade Center 7 durante l’11 settembre era una classica implosione controllata. Quando gli abbiamo chiesto di darci la sua opinione su come l'edificio possa essere stato distrutto, ha spiegato che «osservando l'edificio non sarebbe stato un problema: una volta ottenuto l’accesso alle condutture degli ascensori ... allora un team di esperti di esplosivi avrebbe potuto accedere di soppiatto alle colonne e travi all’interno. Il resto verrebbe compiuto semplicemente con il giusto tipo di esplosivi per l’opera. Si può anche usare bene la termite.»

Brent Blanchard, fotografo della società di demolizioni controllate Protec, ha detto -a critica dell'ipotesi di una demolizione controllata - che si sarebbero dovuti trovare dappertutto i cavi per le detonazioni nonché gli involucri lasciati fra i mucchi di detriti dalle cariche di taglio . Così abbiamo chiesto una risposta a Sullivan, il quale nota che:

«I detonatori telecomandati senza fili esistono da anni. Guardate in qualsiasi film d'azione. E, naturalmente, i militari li hanno. Il motivo per cui la maggior parte dei fornitori del servizio non li adopera è perché sono molto costosi, ma in un progetto con un grandissimo budget non ci sarebbe alcun problema. Stesso discorso per gli involucri: tutti, in questo settore, compreso Blanchard, dovrebbero ben sapere che le cariche da taglio esplosive RDX, una volta esplose, vanno completamente distrutte, non rimane nulla. E nel caso delle cariche da taglio con la termite, è la stessa cosa. Gli involucri per cariche da taglio alla termite che si auto-consumano sono sulla piazza sin dal loro primo brevetto nel 1984»

Sullivan_slide2

"Sullivan rileva che non sono necessari chilometri di cavi per detonatori grazie ai sistemi di detonazione moderni senza fili come quello prodotto da HiEX, e che sono accesi da computer remoti."

Sullivan_slide3

Questa particolare carica da taglio è concepita per essere utilizzata con la termite. Sullivan osserva che il suo involucro si auto-consuma lasciando dietro di sé solo il ferro fuso sotto le macerie.

Abbiamo chiesto a Sullivan se tutti i piani del WTC 7 dovevano essere riempiti di esplosivi per avere successo nella demolizione controllata.

La sua risposta è

«No, perché nel caso di edifici con struttura d'acciaio, ciò di cui si ha bisogno è solo di caricare il primo terzo in basso del fabbricato per demolirlo: quando alla CDI fu dato un lavoro ad Hartford Conn, l’edificio CNG, è quanto abbiamo fatto e ha funzionato perfettamente».

Gli riferiamo che Ron Craig, un esperto di esplosioni per i film di Hollywood, ha obiettato - durante un dibattito che abbiamo avuto con lui - che ci sarebbero stati molti isolati con le finestre rotte, se avessimo avuto a che fare con una demolizione controllata .

Sullivan replica:

«la parola chiave qui è demolizione controllata – in altre parole un’attenta collocazione delle cariche - sempre focalizzata e precisa. Non stiamo parlando di innescare una bomba, in questo caso. La quantità e il tipo di esplosivo è un’arte, e i danni collaterali possono essere spesso completamente evitati».

Gli abbiamo poi chiesto conto della spiegazione di Shyam Sunder, che ha diretto l'inchiesta del NIST (National Institute of Standards and Technology), il quale ha dichiarato durante la famigerata conferenza stampa che "rivelava" la Relazione finale sul crollo dell’Edificio 7 del World Trade Center, che ci sarebbe dovuto essere un grande "botto" derivante da una potente esplosione se l'edificio fosse stato distrutto da una demolizione controllata.

Secondo Sullivan,

«In ogni implosione non vi è mai solo una grande esplosione, quanto semmai delle ondate di esplosioni più piccole – non diversamente dalla sezione delle percussioni in un'orchestra - quando ogni piano minato viene progressivamente coinvolto.»

E quando quel giorno Sullivan osservò i crolli delle torri, così come fecero molte persone, fu sorpreso non solo dalla velocità con cui avvennero, ma anche dalla loro simmetria e dal fatto che si verificarono all'improvviso.

«Sapevo che era un evento legato all’uso di esplosivi non appena l'ho visto, non avevo il minimo dubbio», sostiene Sullivan.

La maggior parte di noi è d'accordo su questo: non è un caso che la prima torre sia improvvisamente crollata, e poi la seconda nello stesso modo. Quel che lo convinse del tutto fu quando osservò il crollo della Torre numero 7 nello stesso giorno:

«Voglio dire, suvvia, era una distruzione completa. Ho visto edifici cadere nello stesso modo per anni. Questo chiudeva il discorso lì, per me».

Si tenga a mente che Sullivan ha lavorato in questo settore per molti anni: è una seconda natura per lui, il riconoscere questo tipo di demolizioni. Se c'è qualcuno che può esprimere la sua opinione, questo è sicuramente lui. Tuttavia, abbiamo ancora da chiedergli: Potrebbe esserci qualche possibilità che dei normali incendi d'ufficio (la causa ufficiale del "collasso") possano essere stati responsabili del crollo perfettamente simmetrico, regolare, a velocità di caduta libera dell’Edificio 7? «Nessuna possibilità», ribadisce. Volevamo solo essere sicuri.

Quando gli chiediamo se ha seguito alcuna delle audizioni della Commissione di inchiesta sull’11/9 o di quelle legate alla relazione del NIST, ci dà la stessa a stessa risposta per entrambe:

«Io non ho alcuna tolleranza per la gente che mi mente su quel che so essere vero. Ho abbandonato il campo disgustato e non ho mai assistito ad alcuna audizione dopo la prima. Stesso discorso per il NIST, non ho guardato la presentazione NIST, perché sapevo che cosa dovevo aspettarmi.» Tuttavia, ha letto la relazione finale sul crollo dell’Edificio 7 e racconta di essersi infuriato al pensiero che potessero davvero convincere così tanta gente con le loro spiegazioni fraudolente.

Sullivan venne in contatto per la prima volta con AE911Truth tramite un amico che gli aveva inviato il DVD 9/11: Blueprint for Truth. Lo guardò e si sentì felicissimo di scoprire che c’era un’associazione che cercava di informare il pubblico su quel che lui cercava di spiegare sin da quel tragico giorno. «AE911Truth è il gruppo più attento e organizzato del movimento per la verità sul 11 Settembre. Non c'è speculazione», afferma. «“Blueprint for Truth” è fatto di informazioni fattuali e importanti basate solo sulla scienza e la fisica, ed è chiaro e preciso.» Quando gli chiediamo se è d'accordo con le prove avanzate dal DVD, Sullivan annuisce: «Contiene prove estremamente convincenti.»

Infine, gli chiediamo: «Quanti architetti e ingegneri occorrerà che parlino all’unisono, per poter far finalmente sentire alla gente che abbiamo un problema?». E lui:«Quanto l'elenco si allunga, diventerà sempre più difficile negare il problema, ma continueranno a negare lo stesso.»

p.s.

1) Sullivan è venuto dalla costa orientale USA per una presentazione breve ma importante (QUI) nei giorni 7 e 8 maggio, in occasione della presentazione congiunta di Architects & Engineers for 9/11 Truth e di Firefighters for 9/11 Truth. Ha raggiunto Richard Gage, dell’AIA e Erik Lawyer per una presentazione di 10 minuti e ha risposto a qualche domanda sul settore delle demolizioni, sulla famiglia Loizeaux della CDI, e sul modo in cui i tre grattacieli del WTC furono demoliti. Prima di questa presentazione era già comparso con Gage e Lawyer alla KFPA Radio Berkeley nella trasmissione "Guns & Butter" in compagnia di Bonnie Faulkner, che aveva grandi domande da porre.

2) La dicitura "DO NOT COPY" (“non copiare”, ndt) sovrimpressa sulle immagini è stata aggiunta da Tom Sullivan. Queste immagini non possono essere copiate in contesti diversi dal presente articolo, o dopo sua specifica approvazione.

by megachip

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08 luglio 2010

L'esperto di demolizioni: ecco come crollarono davvero le torri dell'11/9.

L'associazione «Architects & Engineers for 9/11 Truth» ("Architetti e Ingegneri per la Verità sull’11/9", ndt) presieduta dall'architetto americano Richard Gage ha incontrato Tom Sullivan, un tecnico esperto di demolizioni controllate nonché ex dipendente della Controlled Demolition Inc.

Secondo questo esperto, non c'è alcun dubbio: sono stati degli esplosivi la causa del crollo delle torri del World Trade Center.

Questa testimonianza avvalora e corrobora lo studio scientifico pubblicato nel marzo 2009 su «Bentham Open», sotto la direzione del professore di chimica dell’Università di Copenaghen Niels Harrit che aveva tratto la conclusione della presenza di esplosivi del tipo nano-termite nelle macerie del WTC, un materiale ultra sofisticato di origine militare.

Sullivan_CDI_card-idTom Sullivan è vicino al caso delle torri del WTC. Infatti, la società Controlled Demolition Inc. diretta da Mark Loiseaux (*) per la quale lavorava è stata una delle principali aziende incaricate dalla Autorità portuale e dalle Silverstein properties per sgomberare il sito di Ground Zero.

Ricordiamo che il sito fu liberato dalle macerie sotto l’alta supervisione della FBI, che vietò l’accesso al pubblico e ai giornalisti, così come alla Commissione d'inchiesta e agli ispettori FEMA, per i cui accessi furono poste restrizioni.

Il NIST non ha avuto accesso che ai depositi di Fresh Kills e al'aeroporto JFK.

La rimozione fu monitorata anche dal Comune, che chiese al NYPD di vietare le foto per rispetto delle vittime, oltre che dall'esercito, che utilizzava dei GPS speciali per seguire i movimenti dei camion carichi di macerie.

Nel momento in cui gli ultimi resti delle travi del WTC, essendo state utilizzate per la fabbricazione dello scafo della USS New-York, si apprestano a lasciare il loro hangar dell’aeroporto JFK per vari progetti di monumenti intesi a commemorare i 10 anni dagli attentati, coloro che si schierano per l’aggiornamento e l'esame degli indizi reali delle cause autentiche del crollo delle tre torri richiedono più che mai ai media di confrontarsi con questa nuova testimonianza di gran peso, e di sostenere la richiesta civica mondiale in favore di una nuova inchiesta.

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Prove dell'uso di esplosivi sul sito del WTC, secondo un ex tecnico della Controlled Demolitions Inc.

Collegamenti aggiunti da reopen911.info e Megachip.

Avendo avuto il privilegio di parlare con Tom Sullivan, un tecnico esperto nella collocazione di cariche esplosive per le demolizioni controllate, abbiamo alcune nuove chiavi che ci permettono di capire meglio il modo in cui la demolizione controllata funziona, laddove inizi, e quali sono state le ripercussioni dell’11 settembre nel settore delle demolizioni. Sullivan ha acquisito la sua esperienza in qualità di dipendente dell’azienda capofila in questo campo: la Controlled Demolition, Inc. (CDI). Tuttavia, Sullivan ha tenuto a sottolineare: «In nessun caso mi presento come portavoce per il CDI, e quello che ho da dire lo dico per esperienza e formazione personale.»

Sullivan è andato alle scuole superiori con Doug Loizeaux, della famiglia Loizeaux. Questa famiglia, in primo luogo il padre Jack, in modo autonomo ha lanciato l'intero settore delle demolizioni controllate, un’industria che alla fine è diventata un affare assai profittevole. Prima di avere a che fare con la CDI, Sullivan era un fotografo indipendente, durante i suoi primi anni nel Maryland. Sarebbe poi stato inviato nei siti delle demolizioni controllate per scattare fotografie dei lavori. Diventò perciò un appassionato ed entusiasta del settore delle demolizioni controllate.

Arrivò il momento in cui volle fare entrambe le cose: essere l’uomo che collocava le "cariche di taglio" sui punti di rottura, e quello che scattava le foto alla messa in opera per promuovere il proprio business. Presto sarebbe diventato un dipendente a tempo pieno della CDI, come AE911Truth ha avuto modo di verificare.

«È stato un lavoro molto interessante, ma anche duro, per lunghe ore, soprattutto quando faceva freddo», osserva Sullivan. Il quale aggiunge che la giornata di lavoro iniziava presto, intorno alle 6 del mattino, e si lavorava fino al tramonto. Sullivan ha lavorato all’allestimento degli edifici con la collocazione delle cariche di taglio in corrispondenza dei punti di rottura e poi, naturalmente, se ne stava a contemplare il tutto mentre crollava.

Sullivan_slide1

Sullivan sottolinea che la preparazione richiede diverse settimane per "indebolire" gli edifici prima delle demolizioni. Gli edifici con struttura in acciaio semplicemente non cadono entro il perimetro della loro base in caduta libera senza un grosso lavoro lungo tutto l’edificio, a volte anche prima di piazzare le cariche esplosive. Sullivan sottolinea questo punto: «Gli incendi non possono radere al suolo edifici di grande altezza con struttura in acciaio. Punto.»

Sullivan_newspaper

Uno dei più interessanti lavori di Sullivan è stata la demolizione del colossale Kingdome, nella cui struttura in cemento armato lui stesso ha collocato di persona centinaia di micidiali cariche esplosive.

article_part_21

Sullivan spiega che lavorare per CDI è stata «un'esperienza davvero unica». E aggiunge: «erano una famiglia molto unita», con riferimento ai valori familiari dei Loizeaux. «Ho imparato tramite l’osservazione», dice Sullivan, «non lo impari a scuola, ma sporcandoti le mani con il duro lavoro.» Sullivan ha scattato centinaia di foto dei progetti, attraverso cui ha sviluppato una profonda passione per questo lavoro.

Quando gli abbiamo chiesto cosa avesse reso la CDI il leader di mercato, ha risposto che «la loro famiglia aveva tutta l’esperienza perché aveva “inventato” l'arte della demolizione controllata. Per anni e anni hanno viaggiato per il mondo, facendo dimostrazioni e attività di formazione su come funziona questa particolare arte.»

Purtroppo, l'attività ha meno mercato dopo l’11 settembre. «La gente era spaventata, e se per caso si udiva una forte esplosione si pensava che fosse un qualche attentato terroristico», ha detto Sullivan, con una nota di frustrazione. «La paura ha preso il sopravvento e così non c’era più spazio per il business»., Anche Mark Loizeaux (il presidente del CDI) ha detto che l’11/9 lo aveva rovinato. Sullivan non ebbe altra scelta che lasciare la CDI. Curiosamente, la CDI ha avuto un ruolo nel ripulire il WTC nell'ambito di un subcontratto con Tully Construction. Il 22 settembre 2001, CDI sottopose un "preliminare" di 25 pagine al Dipartimento di progettazione e costruzione della città di New York, un piano connesso a rimozione e riciclaggio dell'acciaio. [¹]

Sullivan sostiene che sin dal primo giorno sapeva che la distruzione del World Trade Center 7 durante l’11 settembre era una classica implosione controllata. Quando gli abbiamo chiesto di darci la sua opinione su come l'edificio possa essere stato distrutto, ha spiegato che «osservando l'edificio non sarebbe stato un problema: una volta ottenuto l’accesso alle condutture degli ascensori ... allora un team di esperti di esplosivi avrebbe potuto accedere di soppiatto alle colonne e travi all’interno. Il resto verrebbe compiuto semplicemente con il giusto tipo di esplosivi per l’opera. Si può anche usare bene la termite.»

Brent Blanchard, fotografo della società di demolizioni controllate Protec, ha detto -a critica dell'ipotesi di una demolizione controllata - che si sarebbero dovuti trovare dappertutto i cavi per le detonazioni nonché gli involucri lasciati fra i mucchi di detriti dalle cariche di taglio . Così abbiamo chiesto una risposta a Sullivan, il quale nota che:

«I detonatori telecomandati senza fili esistono da anni. Guardate in qualsiasi film d'azione. E, naturalmente, i militari li hanno. Il motivo per cui la maggior parte dei fornitori del servizio non li adopera è perché sono molto costosi, ma in un progetto con un grandissimo budget non ci sarebbe alcun problema. Stesso discorso per gli involucri: tutti, in questo settore, compreso Blanchard, dovrebbero ben sapere che le cariche da taglio esplosive RDX, una volta esplose, vanno completamente distrutte, non rimane nulla. E nel caso delle cariche da taglio con la termite, è la stessa cosa. Gli involucri per cariche da taglio alla termite che si auto-consumano sono sulla piazza sin dal loro primo brevetto nel 1984»

Sullivan_slide2

"Sullivan rileva che non sono necessari chilometri di cavi per detonatori grazie ai sistemi di detonazione moderni senza fili come quello prodotto da HiEX, e che sono accesi da computer remoti."

Sullivan_slide3

Questa particolare carica da taglio è concepita per essere utilizzata con la termite. Sullivan osserva che il suo involucro si auto-consuma lasciando dietro di sé solo il ferro fuso sotto le macerie.

Abbiamo chiesto a Sullivan se tutti i piani del WTC 7 dovevano essere riempiti di esplosivi per avere successo nella demolizione controllata.

La sua risposta è

«No, perché nel caso di edifici con struttura d'acciaio, ciò di cui si ha bisogno è solo di caricare il primo terzo in basso del fabbricato per demolirlo: quando alla CDI fu dato un lavoro ad Hartford Conn, l’edificio CNG, è quanto abbiamo fatto e ha funzionato perfettamente».

Gli riferiamo che Ron Craig, un esperto di esplosioni per i film di Hollywood, ha obiettato - durante un dibattito che abbiamo avuto con lui - che ci sarebbero stati molti isolati con le finestre rotte, se avessimo avuto a che fare con una demolizione controllata .

Sullivan replica:

«la parola chiave qui è demolizione controllata – in altre parole un’attenta collocazione delle cariche - sempre focalizzata e precisa. Non stiamo parlando di innescare una bomba, in questo caso. La quantità e il tipo di esplosivo è un’arte, e i danni collaterali possono essere spesso completamente evitati».

Gli abbiamo poi chiesto conto della spiegazione di Shyam Sunder, che ha diretto l'inchiesta del NIST (National Institute of Standards and Technology), il quale ha dichiarato durante la famigerata conferenza stampa che "rivelava" la Relazione finale sul crollo dell’Edificio 7 del World Trade Center, che ci sarebbe dovuto essere un grande "botto" derivante da una potente esplosione se l'edificio fosse stato distrutto da una demolizione controllata.

Secondo Sullivan,

«In ogni implosione non vi è mai solo una grande esplosione, quanto semmai delle ondate di esplosioni più piccole – non diversamente dalla sezione delle percussioni in un'orchestra - quando ogni piano minato viene progressivamente coinvolto.»

E quando quel giorno Sullivan osservò i crolli delle torri, così come fecero molte persone, fu sorpreso non solo dalla velocità con cui avvennero, ma anche dalla loro simmetria e dal fatto che si verificarono all'improvviso.

«Sapevo che era un evento legato all’uso di esplosivi non appena l'ho visto, non avevo il minimo dubbio», sostiene Sullivan.

La maggior parte di noi è d'accordo su questo: non è un caso che la prima torre sia improvvisamente crollata, e poi la seconda nello stesso modo. Quel che lo convinse del tutto fu quando osservò il crollo della Torre numero 7 nello stesso giorno:

«Voglio dire, suvvia, era una distruzione completa. Ho visto edifici cadere nello stesso modo per anni. Questo chiudeva il discorso lì, per me».

Si tenga a mente che Sullivan ha lavorato in questo settore per molti anni: è una seconda natura per lui, il riconoscere questo tipo di demolizioni. Se c'è qualcuno che può esprimere la sua opinione, questo è sicuramente lui. Tuttavia, abbiamo ancora da chiedergli: Potrebbe esserci qualche possibilità che dei normali incendi d'ufficio (la causa ufficiale del "collasso") possano essere stati responsabili del crollo perfettamente simmetrico, regolare, a velocità di caduta libera dell’Edificio 7? «Nessuna possibilità», ribadisce. Volevamo solo essere sicuri.

Quando gli chiediamo se ha seguito alcuna delle audizioni della Commissione di inchiesta sull’11/9 o di quelle legate alla relazione del NIST, ci dà la stessa a stessa risposta per entrambe:

«Io non ho alcuna tolleranza per la gente che mi mente su quel che so essere vero. Ho abbandonato il campo disgustato e non ho mai assistito ad alcuna audizione dopo la prima. Stesso discorso per il NIST, non ho guardato la presentazione NIST, perché sapevo che cosa dovevo aspettarmi.» Tuttavia, ha letto la relazione finale sul crollo dell’Edificio 7 e racconta di essersi infuriato al pensiero che potessero davvero convincere così tanta gente con le loro spiegazioni fraudolente.

Sullivan venne in contatto per la prima volta con AE911Truth tramite un amico che gli aveva inviato il DVD 9/11: Blueprint for Truth. Lo guardò e si sentì felicissimo di scoprire che c’era un’associazione che cercava di informare il pubblico su quel che lui cercava di spiegare sin da quel tragico giorno. «AE911Truth è il gruppo più attento e organizzato del movimento per la verità sul 11 Settembre. Non c'è speculazione», afferma. «“Blueprint for Truth” è fatto di informazioni fattuali e importanti basate solo sulla scienza e la fisica, ed è chiaro e preciso.» Quando gli chiediamo se è d'accordo con le prove avanzate dal DVD, Sullivan annuisce: «Contiene prove estremamente convincenti.»

Infine, gli chiediamo: «Quanti architetti e ingegneri occorrerà che parlino all’unisono, per poter far finalmente sentire alla gente che abbiamo un problema?». E lui:«Quanto l'elenco si allunga, diventerà sempre più difficile negare il problema, ma continueranno a negare lo stesso.»

p.s.

1) Sullivan è venuto dalla costa orientale USA per una presentazione breve ma importante (QUI) nei giorni 7 e 8 maggio, in occasione della presentazione congiunta di Architects & Engineers for 9/11 Truth e di Firefighters for 9/11 Truth. Ha raggiunto Richard Gage, dell’AIA e Erik Lawyer per una presentazione di 10 minuti e ha risposto a qualche domanda sul settore delle demolizioni, sulla famiglia Loizeaux della CDI, e sul modo in cui i tre grattacieli del WTC furono demoliti. Prima di questa presentazione era già comparso con Gage e Lawyer alla KFPA Radio Berkeley nella trasmissione "Guns & Butter" in compagnia di Bonnie Faulkner, che aveva grandi domande da porre.

2) La dicitura "DO NOT COPY" (“non copiare”, ndt) sovrimpressa sulle immagini è stata aggiunta da Tom Sullivan. Queste immagini non possono essere copiate in contesti diversi dal presente articolo, o dopo sua specifica approvazione.

by megachip

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