Secondo un sondaggio se oggi venissero indette le elezioni politiche il 48,5% degli italiani non andrebbe a votare. Un dato che non solo confermerebbe quello delle ultime amministrative (il 40%, sommando al 38% dei non votanti, le schede bianche e nulle) ma lo amplierebbe di molto sia, in quantità (9% circa in più) sia in qualità perché la partecipazione alle elezioni amministrative è sempre stata di gran lunga inferiore alla politiche. Si potrebbe osservare che in fondo non faremmo che allinearci alle percentuali di altri Paesi europei, soprattutto scandinavi. Ma il parallelo non regge. In quei Paesi molti cittadini non vanno a votare perché hanno fiducia nella classe politica nel suo complesso, per cui governi l’uno o l’altro non fa gran differenza, in ogni caso cercherà di fare il bene comune. L’Italia invece è un Paese che ha una tradizione di grande passione politica. Se un italiano su due non andasse a votare, vorrebbe dire che metà del Paese ha perso fiducia nella classe dirigente nel suo complesso, sia essa di destra o di sinistra. E perché mai dovrebbe averla? Basta guardare un qualsiasi talk show e ascoltare gli estenuanti rimpalli di responsabilità che gli esponenti delle due fazioni si lanciano per capire che costoro hanno in testa una sola cosa: la conservazione o l’occupazione del potere, non il bene pubblico anche se ce l’hanno sempre in bocca. Del resto tutta la cronaca politico-giudiziaria lo conferma. L’Italia, secondo dati Onu, ha una delle classi dirigenti più corrotte del mondo. E i nostri uomini politici invece di cercare di autocorreggersi hanno come obiettivo di innocuizzare la Magistratura per i reati che sono loro propri, la concussione, il peculato, la corruzione economica e finanziaria.
Non paghi degli innumerevoli privilegi, giudiziari e non, di cui già godono, vorrebbero reintrodurre l’immunità parlamentare, un istituto che andava bene quando i reggitori della cosa pubblica avevano un’etica ottocentesca e un ministro si suicidava, per la vergogna, perché accusato di aver portato via un pò di cancelleria dal proprio ufficio. Oggi i ministri si fanno regalare, senza vergogna, la metà di una casa di lusso e, dopo qualche mese di astinenza, tornano all’onor del mondo politico come se nulla fosse, più arroganti che mai. L’immunità, oggi, corrisponderebbe semplicemente a un’autorizzazione a delinquere. In un periodo di crisi economica, in cui tutti noi abbiamo il problema degli affitti e dei mutui, i nostri uomini politici lucrano sul patrimonio immobiliare e Enti di beneficenza accapparandosi a prezzi stracciati appartamenti nel pieno centro delle grandi città. In un periodo in cui la disoccupazione giovanile è al 30% piazzano i loro rampolli in posti sicuri e ben remunerati. Se poi dal 50% di coloro che vanno a votare togliamo i famigli, i clientes, quelli che hanno ricevuto favori o sono in attesa di riceverlo, io mi chiedo quale sia la reale percentuale di italiani che è rappresentata da questi partiti che hanno occupato arbitrariamente lo Stato.
Poiché la nostra classe politica non dà nessun segno di volersi autocorreggere, al contrario, io adotterei una soluzione da mercato-calciatori. Acquisterei Angela Merkel e le farei governare per dieci anni questo Paese. Solo allora, forse, si potrebbe ritornare a parlare in Italia di qualcosa che assomiglia, sia pur vagamente, a una democrazia.
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