27 giugno 2008

L'Italia è piena di bombe atomiche, a stelle e strisce








Potrebbe avere nuovi e pericolosi risvolti la sudditanza italiana all’invasore a stelle e strisce. Dato ormai per assodato, ed ammesso da chi di dovere, che nelle basi militari statunitensi, e cioè di una nazione straniera, di Aviano e Ghedi Torre sono custodite armi nucleari made in Usa, nuovi pericolosi retroscena continuano ad emergere.
Secondo un rapporto dell’Usaf, l’aeronautica militare statunitense che ha la responsabilità di tali ordigni, e reso pubblico da Hans Kristensen, ricercatore della Federazione degli scienziati atomici degli Usa - la Fas - tali ordigni sarebbero custoditi in siti militari che non rispetterebbero i necessari standard di sicurezza.
La notizia, che gli organi di informazione embedded si sono ben guardati dal diffondere, ha subito rilanciato le proteste della società civile italiana.
Lisa Clark, coordinatrice della campagna contro le atomiche in Italia, ha prima ricordato come la presenza di questi ordigni sia in violazione del Trattato di non proliferazione, evidenziando subito dopo come il segreto di Pulcinella delle testate nucleari nel BelPaese venga continuamente svelato.
Nel Vecchio Continente sono molte le basi che ospitano queste armi, alcune Usa ed altre Nato; tra quelle dell’Alleanza atlantica rientra proprio Ghedi e stando a quanto riportato nel rapporto della Fas i comandi statunitensi avrebbero intenzione di ritirare lo squadrone di munizionamento Usa, ‘Munss’ in sigla, di stanza nel presidio bresciano; Kristensen azzarda poi l’ipotesi che le quaranta bombe presenti nell’istallazione lombarda possano essere trasferite ad Aviano, base USAF, forse maggiormente in regola con le norme di sicurezza.
La notizia che riguarda un po’ tutta l’Europa ha suscitato forti reazioni soprattutto in Germania dove hanno preso posizione praticamente tutti i principali partiti politici.
Guido Westerwelle, portavoce dei Liberali, afferma che “le armi atomiche in Germania sono un avanzo della Guerra Fredda”. E quindi “devono essere rimosse”.
Il leader dei Verdi, Juergen Trittin, è dello stesso parere, mentre Gregor Gysi, della Linke, la sinistra tedesca, sostiene che la Germania dovrebbe essere abbastanza de-terminata per chiedere che le bombe vengano immediatamente ritirate e smantellate. Ma anche uno dei partiti della coalizione al governo, la Spd, per bocca del responsabile esteri Niels Annen, crede che il ritiro di queste armi è auspicabile, “segnerebbe un grande passo verso il disarmo nucleare”. Parole che i nostri amministratori si sono ben guardati dal pronunciare per non correre il rischio di inimicarsi i gendarmi di Washington.
I nostri politici quando si tratta di rivendicare la sovranità nazionale latitano, mentre è diverso l’atteggiamento degli italiani che hanno già presentato alla commissione Affari esteri della Camera la proposta di legge d’iniziativa popolare per far dichiarare l’Italia “paese libero da armi nucleari”.
Insomma, la nostra dipendenza e sudditanza dai libertiferi governati d’Oltreoceano continua a minare la nostra sicurezza, eppure dalla stanza dei bottoni nessuno alza la voce per provare a tutelare l’incolumità degli elettori. Ma in fondo non ci si può attendere nulla di meglio da una classe politica che ha come sport preferito quello di rendersi grato a Washington. E pensare che già solo calendarizzare la legge per liberare l’Italia almeno dalle atomiche statunitensi sarebbe un grande passo avanti.


di Fabrizio Di Ernesto


Nessun commento:

27 giugno 2008

L'Italia è piena di bombe atomiche, a stelle e strisce








Potrebbe avere nuovi e pericolosi risvolti la sudditanza italiana all’invasore a stelle e strisce. Dato ormai per assodato, ed ammesso da chi di dovere, che nelle basi militari statunitensi, e cioè di una nazione straniera, di Aviano e Ghedi Torre sono custodite armi nucleari made in Usa, nuovi pericolosi retroscena continuano ad emergere.
Secondo un rapporto dell’Usaf, l’aeronautica militare statunitense che ha la responsabilità di tali ordigni, e reso pubblico da Hans Kristensen, ricercatore della Federazione degli scienziati atomici degli Usa - la Fas - tali ordigni sarebbero custoditi in siti militari che non rispetterebbero i necessari standard di sicurezza.
La notizia, che gli organi di informazione embedded si sono ben guardati dal diffondere, ha subito rilanciato le proteste della società civile italiana.
Lisa Clark, coordinatrice della campagna contro le atomiche in Italia, ha prima ricordato come la presenza di questi ordigni sia in violazione del Trattato di non proliferazione, evidenziando subito dopo come il segreto di Pulcinella delle testate nucleari nel BelPaese venga continuamente svelato.
Nel Vecchio Continente sono molte le basi che ospitano queste armi, alcune Usa ed altre Nato; tra quelle dell’Alleanza atlantica rientra proprio Ghedi e stando a quanto riportato nel rapporto della Fas i comandi statunitensi avrebbero intenzione di ritirare lo squadrone di munizionamento Usa, ‘Munss’ in sigla, di stanza nel presidio bresciano; Kristensen azzarda poi l’ipotesi che le quaranta bombe presenti nell’istallazione lombarda possano essere trasferite ad Aviano, base USAF, forse maggiormente in regola con le norme di sicurezza.
La notizia che riguarda un po’ tutta l’Europa ha suscitato forti reazioni soprattutto in Germania dove hanno preso posizione praticamente tutti i principali partiti politici.
Guido Westerwelle, portavoce dei Liberali, afferma che “le armi atomiche in Germania sono un avanzo della Guerra Fredda”. E quindi “devono essere rimosse”.
Il leader dei Verdi, Juergen Trittin, è dello stesso parere, mentre Gregor Gysi, della Linke, la sinistra tedesca, sostiene che la Germania dovrebbe essere abbastanza de-terminata per chiedere che le bombe vengano immediatamente ritirate e smantellate. Ma anche uno dei partiti della coalizione al governo, la Spd, per bocca del responsabile esteri Niels Annen, crede che il ritiro di queste armi è auspicabile, “segnerebbe un grande passo verso il disarmo nucleare”. Parole che i nostri amministratori si sono ben guardati dal pronunciare per non correre il rischio di inimicarsi i gendarmi di Washington.
I nostri politici quando si tratta di rivendicare la sovranità nazionale latitano, mentre è diverso l’atteggiamento degli italiani che hanno già presentato alla commissione Affari esteri della Camera la proposta di legge d’iniziativa popolare per far dichiarare l’Italia “paese libero da armi nucleari”.
Insomma, la nostra dipendenza e sudditanza dai libertiferi governati d’Oltreoceano continua a minare la nostra sicurezza, eppure dalla stanza dei bottoni nessuno alza la voce per provare a tutelare l’incolumità degli elettori. Ma in fondo non ci si può attendere nulla di meglio da una classe politica che ha come sport preferito quello di rendersi grato a Washington. E pensare che già solo calendarizzare la legge per liberare l’Italia almeno dalle atomiche statunitensi sarebbe un grande passo avanti.


di Fabrizio Di Ernesto


Nessun commento: