23 luglio 2008

Chiamamola Oligarchia, invece di democrazia.

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Interessi globalizzati, intrecci finanziari internazionali, predominio della finanza mondiale, angherie e miserie nostrane, nuovi centri di potere, crisi energetica. Uno sguardo un po' attento sui media, anche quelli mainstream, ci suggerisce uno scenario del genere. Uno scenario nel quale, sia sul piano locale sia sul piano planetario il grande potere si concentra nelle mani di pochi. Questo è un fatto.
Da anni ed anni si parla della pervasività di poteri internazionali più o meno occulti; e credo a ragione. Ma credo anche che sia giunto il momento di togliere loro quell'aura mistica che gli hanno affibbiato durante gli anni le varie 'agenzie del complotto globale'. Uso questo termine con simpatia perché tantissimi lavori sul predominio delle lobby bancarie mondiali sono ineccepibili. Ma dobbiamo cominciare a considerare lorsignori non degli illuminati in possesso di chissà qualità al limite del reale. Sono soltanto dei profittatori di origine bottegaia che con l'avvento della borghesia europea hanno capito che il controllo della merce delle merci (la moneta) valeva più della ricchezza materiale prodotta dalla natura e dal lavoro degli uomini.
Pensiamoci bene. In ognuna delle città in cui viviamo, specialmente se medio piccole, ci sono le solite poche famiglie di banchieri, palazzinari, imprenditori, mafiosi e affaristi vari che tirano le fila. Assistiti dai soliti nani cocchieri partoriti dalla politica locale e dal circuito dei media di riferimento. Comandi la destra o la sinistra, la musica è sempre la stessa (ci sono le dovute eccezioni, ma l'andazzo è lo stesso). Questa storia va avanti ormai da cinquemila anni almeno.
Da un paio di secoli il mondo ha cominciato ad essere sempre più globalizzato sotto la spinta della tecnologia, dell'industria nonché della standardizzazione culturale e antropologica. Le posizioni di preminenza dei vari Morgan, Warburg, Rothschild, Lazard, Rockefeller (le famiglie sono una ventina non di più) hanno cominciato a pesare come macigni sul mondo quando questi signori hanno preso in mano il sistema delle banche centrali e hanno cominciato a stampare la moneta. Di fatto è stato creato un meccanismo, neanche tanto occulto per la verità, con il quale le operazioni a debito vengono scaricate sulla collettività (vedi il salvataggio delle banche) mentre quelle remunerative (gli interessi percepiti dagli stati cui le banche centrali prestano letteralmente il danaro circolante) finiscono solo in tasche private.
Per mesi ho cercato un esempio che calzasse a pennello per descrive la situazione e credo di averlo trovato. Il mondo, finanziariamente, è il casinò di tutti. La sensibilità che va per la maggiore in questa bisca è che più hai, più giochi, più sei degno di stare lì dentro. In questa sala da gioco però solo una famiglia è autorizzata a fabbricare le fiches. Anche i membri di questa famiglia giocano ai tavoli. Se io cittadino del mondo voglio delle fiches sono obbligato a dare in cambio preziosi o il mio lavoro. In più mentre tengo in mano quelle monete di plastica sono obbligato anche a dare alla cassa anche un interesse sempre in fiches, proporzionato alla quantità che detengo ovviamente. Interesse correlato al tempo in cui le tengo in mano. Se perdo, per avere altre tessere, debbo consegnare alla cassa altri preziosi o altro lavoro. Se perdo tanto fallisco e mi impediscono di giocare, ma anche di prendere da bere e da mangiare, perché tutto si paga in monete di plastica. Se invece a perdere forte è un membro della famiglia che tiene la cassa, questa sarà autorizzata a stamparsi altre fiches di fatto diminuendo il valore di quelle di tutti gli altri giocatori, che quando le daranno indietro alla cassa per riavere i preziosi avranno perso parecchio potere di acquisto. In questo casinò c'è una sala dove si gioca ancora più forte, ancora più veloce, ancora più d'azzardo: è la Borsa.
Detto questo però occorre domandarsi: ma se le elites finanziarie non ci fossero ce ne sarebbero altre? Probabilmente sì. Probabilmente la Chiesa avrebbe un peso maggiore, probabilmente ci sarebbero altri attori. La storia dell'Unione Sovietica è emblematica; è una costante, da secoli i destini di interi popoli sono guidati da pochi. La verà novità dell'evo moderno non sta tanto nell'abbandono o nella prosecuzione di questa pratica (la Roma imperiale faceva le guerre per motivi in parte simili a quelli per cui le hanno fatte gli Usa o l'Urss) ma nella folle accelerazione imposta dalla rivoluzione industriale. Una accelerazione che per essere mantenuta abbisogna che il meccanismo 'consuma, produci, compra, spreca' sia sempre in perfetta efficienza. La vera cesura sta nel fatto che oggi viviamo nell'epoca dei limiti. Gli uomini nella storia di errori ne hanno commessi tanti. Anche di grossi. Mai però ad un errore di pochi, o di molti, è stata strettamente correlata la possibilità di mandare a ramengo l'intero genere umano o ampie porzioni di esso (non che la cosa custodisca in sè una sinistra prospettiva positiva, almeno sul piano estetico). Come dice Giulietto Chiesa, oggi viviamo nell'epoca dei limiti. I cosiddetti 'illuminati' che guidano il carro la cosa non la capiscono. O meglio la capiscono ma non la comprendono perché da ex bottegai quali sono, sono stati completamente pervasi dal meccanismo perverso ed idiota che loro stessi hanno creato.
A questi signori, seppur potenti, va tolto il manto di sacralità, che i tanti loro destrattori gli hanno tributato. Bisogna cominciare ad irriderli, a prenderli per il culo, a inchiodarli al loro essere i più ricchi pezzenti mai vissuti sulla terra. Vanno inchiodati alle loro responsabilità. La satira dovrebbe cominciare a chiamarli per nome e cognome e a spernacchiarli. Sono nani immani, ma sempre nani rimangono. In tutto questo contesto l'Italia non è che una provincia, più imputtanita e corrotta delle altre. Il nostro premier, i nostri politici di destra e sinistra, i poteri forti nostrani, seppur squalificati, sono solo domestici di taglia ancor più ristretta. Sputi cordiali.
(Per eventuali soluzioni - una democrazia diretta adatta ai nostri tempi, per esempio - citofonare Massimo Fini o consimili; io sono a secco di idee per ora.

di Marco Milioni

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23 luglio 2008

Chiamamola Oligarchia, invece di democrazia.

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Interessi globalizzati, intrecci finanziari internazionali, predominio della finanza mondiale, angherie e miserie nostrane, nuovi centri di potere, crisi energetica. Uno sguardo un po' attento sui media, anche quelli mainstream, ci suggerisce uno scenario del genere. Uno scenario nel quale, sia sul piano locale sia sul piano planetario il grande potere si concentra nelle mani di pochi. Questo è un fatto.
Da anni ed anni si parla della pervasività di poteri internazionali più o meno occulti; e credo a ragione. Ma credo anche che sia giunto il momento di togliere loro quell'aura mistica che gli hanno affibbiato durante gli anni le varie 'agenzie del complotto globale'. Uso questo termine con simpatia perché tantissimi lavori sul predominio delle lobby bancarie mondiali sono ineccepibili. Ma dobbiamo cominciare a considerare lorsignori non degli illuminati in possesso di chissà qualità al limite del reale. Sono soltanto dei profittatori di origine bottegaia che con l'avvento della borghesia europea hanno capito che il controllo della merce delle merci (la moneta) valeva più della ricchezza materiale prodotta dalla natura e dal lavoro degli uomini.
Pensiamoci bene. In ognuna delle città in cui viviamo, specialmente se medio piccole, ci sono le solite poche famiglie di banchieri, palazzinari, imprenditori, mafiosi e affaristi vari che tirano le fila. Assistiti dai soliti nani cocchieri partoriti dalla politica locale e dal circuito dei media di riferimento. Comandi la destra o la sinistra, la musica è sempre la stessa (ci sono le dovute eccezioni, ma l'andazzo è lo stesso). Questa storia va avanti ormai da cinquemila anni almeno.
Da un paio di secoli il mondo ha cominciato ad essere sempre più globalizzato sotto la spinta della tecnologia, dell'industria nonché della standardizzazione culturale e antropologica. Le posizioni di preminenza dei vari Morgan, Warburg, Rothschild, Lazard, Rockefeller (le famiglie sono una ventina non di più) hanno cominciato a pesare come macigni sul mondo quando questi signori hanno preso in mano il sistema delle banche centrali e hanno cominciato a stampare la moneta. Di fatto è stato creato un meccanismo, neanche tanto occulto per la verità, con il quale le operazioni a debito vengono scaricate sulla collettività (vedi il salvataggio delle banche) mentre quelle remunerative (gli interessi percepiti dagli stati cui le banche centrali prestano letteralmente il danaro circolante) finiscono solo in tasche private.
Per mesi ho cercato un esempio che calzasse a pennello per descrive la situazione e credo di averlo trovato. Il mondo, finanziariamente, è il casinò di tutti. La sensibilità che va per la maggiore in questa bisca è che più hai, più giochi, più sei degno di stare lì dentro. In questa sala da gioco però solo una famiglia è autorizzata a fabbricare le fiches. Anche i membri di questa famiglia giocano ai tavoli. Se io cittadino del mondo voglio delle fiches sono obbligato a dare in cambio preziosi o il mio lavoro. In più mentre tengo in mano quelle monete di plastica sono obbligato anche a dare alla cassa anche un interesse sempre in fiches, proporzionato alla quantità che detengo ovviamente. Interesse correlato al tempo in cui le tengo in mano. Se perdo, per avere altre tessere, debbo consegnare alla cassa altri preziosi o altro lavoro. Se perdo tanto fallisco e mi impediscono di giocare, ma anche di prendere da bere e da mangiare, perché tutto si paga in monete di plastica. Se invece a perdere forte è un membro della famiglia che tiene la cassa, questa sarà autorizzata a stamparsi altre fiches di fatto diminuendo il valore di quelle di tutti gli altri giocatori, che quando le daranno indietro alla cassa per riavere i preziosi avranno perso parecchio potere di acquisto. In questo casinò c'è una sala dove si gioca ancora più forte, ancora più veloce, ancora più d'azzardo: è la Borsa.
Detto questo però occorre domandarsi: ma se le elites finanziarie non ci fossero ce ne sarebbero altre? Probabilmente sì. Probabilmente la Chiesa avrebbe un peso maggiore, probabilmente ci sarebbero altri attori. La storia dell'Unione Sovietica è emblematica; è una costante, da secoli i destini di interi popoli sono guidati da pochi. La verà novità dell'evo moderno non sta tanto nell'abbandono o nella prosecuzione di questa pratica (la Roma imperiale faceva le guerre per motivi in parte simili a quelli per cui le hanno fatte gli Usa o l'Urss) ma nella folle accelerazione imposta dalla rivoluzione industriale. Una accelerazione che per essere mantenuta abbisogna che il meccanismo 'consuma, produci, compra, spreca' sia sempre in perfetta efficienza. La vera cesura sta nel fatto che oggi viviamo nell'epoca dei limiti. Gli uomini nella storia di errori ne hanno commessi tanti. Anche di grossi. Mai però ad un errore di pochi, o di molti, è stata strettamente correlata la possibilità di mandare a ramengo l'intero genere umano o ampie porzioni di esso (non che la cosa custodisca in sè una sinistra prospettiva positiva, almeno sul piano estetico). Come dice Giulietto Chiesa, oggi viviamo nell'epoca dei limiti. I cosiddetti 'illuminati' che guidano il carro la cosa non la capiscono. O meglio la capiscono ma non la comprendono perché da ex bottegai quali sono, sono stati completamente pervasi dal meccanismo perverso ed idiota che loro stessi hanno creato.
A questi signori, seppur potenti, va tolto il manto di sacralità, che i tanti loro destrattori gli hanno tributato. Bisogna cominciare ad irriderli, a prenderli per il culo, a inchiodarli al loro essere i più ricchi pezzenti mai vissuti sulla terra. Vanno inchiodati alle loro responsabilità. La satira dovrebbe cominciare a chiamarli per nome e cognome e a spernacchiarli. Sono nani immani, ma sempre nani rimangono. In tutto questo contesto l'Italia non è che una provincia, più imputtanita e corrotta delle altre. Il nostro premier, i nostri politici di destra e sinistra, i poteri forti nostrani, seppur squalificati, sono solo domestici di taglia ancor più ristretta. Sputi cordiali.
(Per eventuali soluzioni - una democrazia diretta adatta ai nostri tempi, per esempio - citofonare Massimo Fini o consimili; io sono a secco di idee per ora.

di Marco Milioni

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