14 luglio 2008

Fiat : il gioco delle speculazioni





Probabilmente ricorderete le lodi sperticate usate nei confronti della sobrietà di John Elkann, l’ammirazione, tanto da creare un relaity show apposito, per le capacità manageriali di suo fratello Lapo (esclusa qualche piccola scappatella “alternativa”), per non parlare della “magnificenza” decantata di Montezemolo oppure la superiore capacità imprenditoriale di Marchionne!!!


Tanto che il 2007 si chiudeva all’insegna del trionfalismo in casa FIAT, per non parlare dei dati sul primo trimestre 2008: ricavi per 15 miliardi di Euro (miglior primo trimestre della storia); miglioramento degli introiti di circa il 10% su base annua; utile netto di 427 milioni di Euro, il 13,6% in più rispetto allo stesso periodo del 2007. E doveva ancora uscire la Mito….



Peccato, che ad oggi invece le azioni della FIAT abbiano dimezzato il proprio valore nel corso degli ultimi 12 mesi!!! Come mai? Semplicemente perché i dati dell’ultimo trimestre sono stati disastrosi.


Infatti, i dati sulle immatricolazioni delle auto sono pessimi: nel solo mese di Maggio, secondo le statistiche Anfia-Unrae, sono calate di oltre il 17%, con una flessione della quota di FIAT del 12,6% a 32,67%; inoltre, nello stesso periodo, la raccolta di ordini di auto nuove in Italia ha subito una flessione del 9,5%, attestandosi a 193.000 ordinativi.


Le cose sono peggiorate dopo le dichiarazioni dello stesso Marchionne, il quale, durante la presentazione della Nuova Alfa Mito a Milano, ha dichiarato che “il mercato dell'auto a Giugno è stato disastroso”. Cosa che ha ovviamente scatenato gli speculatori che si sono avventati sul titolo FIAT, facendogli perdere molti punti percentuali, tanto più che è avvenuto in corrispondenza degli arresti negli Stati Uniti, di cui abbiamo parlato in un altro articolo, e all’aumento del prezzo del petrolio. Senza considerare la flessione generale del comparto auto del mercato europeo, che ha fatto segnare una flessione dell'1,51%.


A seguito di queste vicende la Credit Suisse ha emesso un report in cui tagliava il “target price” dell’azienda torinese da 12 a 10 euro, reiterando il giudizio “underperform”. Facendo notare che la FIAT, al momento, è fortemente esposta al mercato spagnolo e italiano (circa il 40% delle vendite) e che corre il rischio di un forte rallentamento sul mercato brasiliano, che rappresenta il 27% delle vendite con margini di redditività molto alti rispetto alle altre case costruttrici(come la Volkswagen).


Come è facilmente intuibile, al momento, chi ha deciso di investire in FIAT, spinto dall’entusiasmo manifestato solo pochi mesi, si trova con forti perdite.



Ma a sorpresa, lo scorso 30 Giugno, lo stesso Marchionne correggeva completamente il tiro. Infatti, ha affermato che i dati delle vendite di Giugno sono il linea con quelli di Maggio e che seppur in un contesto non facile, “la Fiat tiene bene”, tanto da confermare “tutti i target compreso quello di una quota di mercato dell'8% in Europa" anche perchè "l'andamento del gruppo Fiat non sarà condizionato dal trend del mercato italiano", anche perché per quest’anno è previsto un fatturato di circa 64 miliardi di Euro e “l'Italia ne rappresenta una parte piuttosto minima, sia nei ricavi sia di contributo”. Insomma, ottimismo a tutto spiano!!! Tanto che ieri otteneva un guadagno non male (+2,67%) e un report positivo da Morgan Stanley!!!



Trovo piuttosto curioso questo andamento schizofrenico dell’umore in casa FIAT, anzi direi piuttosto sospetto. Enorme euforia per la chiusura dell’anno, quando si tirano le somme per i bilanci, e prima della presentazione del nuovo super-reclamizzato modello di autovettura; delusione e frasi da autogol appena sfornato, e appena vendute le azioni; nuovo entusiasmo appena passata la speculazione! Come diceva un navigato politico della prima repubblica, e attuale Senatore a vita: “ a pensare male si fa peccato, ma spesso si indovina”.


Anche perché alcune considerazioni sono obbligatorie. Intanto, gli insuccessi dei mesi appena trascorsi sono stati giustificati con l’aumento del petrolio, il calo delle vendite del comparto auto, la crisi generale dei consumi, ecc. Insomma, tutti dati noti da tempo a tutti e quindi facilmente prevedibili.


Ma anche l’entusiasmo che viene attualmente manifestato dai vertici industriali, lascia qualche perplessità. Intanto perché gli stessi analisti hanno previsto stime ridotte per il mercato dell’auto sia per tutto il 2008 che anche per il 2009, sia per il calo generale dei consumi, ma soprattutto per il costo del petrolio destinato ad aumentare a seguito della crisi USA-Iran. Poi, guardando a quello che sta succedendo alla General Motors, non c’è da stare allegri. Infatti, per la storica casa statunitense, gli analisti si attendono un declino a due cifre delle vendite, tanto che ha subito un clamoroso calo della quotazione: dal suo record a 93,62 dollari ad azione raggiunto il 24 aprile 2000, agli attuali11,12 dollari alla borsa di New York, un livello mai visto da più di 50 anni; dall’inizio del mese di giugno, il titolo del costruttore ha perso il 35,83%! Si può pensare che la FIAT avrà un percorso diverso? La vedo difficile, basti pensare che le nuove esternazioni di Marchionne non sono riuscite a molto, se non a lenire in minima parte le ferite subite nei giorni precedenti. Anche perché, in Borsa si è convinto che presto si assisterà ad un nuovo default di un importante istituto di credito statunitense, sul genere di quello che colpì la Bear Stearns, con le conseguenze che tutti abbiamo visto.


Ma la mia preoccupazione è un’altra. Siamo proprio sicuri che dietro a tutto questo non ci sia nulla? Per troppi anni in FIAT le cose andavano in un modo ben preciso: gli utili li prendevano gli azionisti, Famiglia Agnelli in testa, mentre i passivi venivano caricati sulle casse dello Stato, cioè le nostre tasche, tramite la cassa integrazione. Non vorrei che Marchionne stesse giocando seguendo le stesse regole dell’Avvocato, con l’aggravante del favorire qualche grosso speculatore finanziario.


di Manuel Zanarini

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14 luglio 2008

Fiat : il gioco delle speculazioni





Probabilmente ricorderete le lodi sperticate usate nei confronti della sobrietà di John Elkann, l’ammirazione, tanto da creare un relaity show apposito, per le capacità manageriali di suo fratello Lapo (esclusa qualche piccola scappatella “alternativa”), per non parlare della “magnificenza” decantata di Montezemolo oppure la superiore capacità imprenditoriale di Marchionne!!!


Tanto che il 2007 si chiudeva all’insegna del trionfalismo in casa FIAT, per non parlare dei dati sul primo trimestre 2008: ricavi per 15 miliardi di Euro (miglior primo trimestre della storia); miglioramento degli introiti di circa il 10% su base annua; utile netto di 427 milioni di Euro, il 13,6% in più rispetto allo stesso periodo del 2007. E doveva ancora uscire la Mito….



Peccato, che ad oggi invece le azioni della FIAT abbiano dimezzato il proprio valore nel corso degli ultimi 12 mesi!!! Come mai? Semplicemente perché i dati dell’ultimo trimestre sono stati disastrosi.


Infatti, i dati sulle immatricolazioni delle auto sono pessimi: nel solo mese di Maggio, secondo le statistiche Anfia-Unrae, sono calate di oltre il 17%, con una flessione della quota di FIAT del 12,6% a 32,67%; inoltre, nello stesso periodo, la raccolta di ordini di auto nuove in Italia ha subito una flessione del 9,5%, attestandosi a 193.000 ordinativi.


Le cose sono peggiorate dopo le dichiarazioni dello stesso Marchionne, il quale, durante la presentazione della Nuova Alfa Mito a Milano, ha dichiarato che “il mercato dell'auto a Giugno è stato disastroso”. Cosa che ha ovviamente scatenato gli speculatori che si sono avventati sul titolo FIAT, facendogli perdere molti punti percentuali, tanto più che è avvenuto in corrispondenza degli arresti negli Stati Uniti, di cui abbiamo parlato in un altro articolo, e all’aumento del prezzo del petrolio. Senza considerare la flessione generale del comparto auto del mercato europeo, che ha fatto segnare una flessione dell'1,51%.


A seguito di queste vicende la Credit Suisse ha emesso un report in cui tagliava il “target price” dell’azienda torinese da 12 a 10 euro, reiterando il giudizio “underperform”. Facendo notare che la FIAT, al momento, è fortemente esposta al mercato spagnolo e italiano (circa il 40% delle vendite) e che corre il rischio di un forte rallentamento sul mercato brasiliano, che rappresenta il 27% delle vendite con margini di redditività molto alti rispetto alle altre case costruttrici(come la Volkswagen).


Come è facilmente intuibile, al momento, chi ha deciso di investire in FIAT, spinto dall’entusiasmo manifestato solo pochi mesi, si trova con forti perdite.



Ma a sorpresa, lo scorso 30 Giugno, lo stesso Marchionne correggeva completamente il tiro. Infatti, ha affermato che i dati delle vendite di Giugno sono il linea con quelli di Maggio e che seppur in un contesto non facile, “la Fiat tiene bene”, tanto da confermare “tutti i target compreso quello di una quota di mercato dell'8% in Europa" anche perchè "l'andamento del gruppo Fiat non sarà condizionato dal trend del mercato italiano", anche perché per quest’anno è previsto un fatturato di circa 64 miliardi di Euro e “l'Italia ne rappresenta una parte piuttosto minima, sia nei ricavi sia di contributo”. Insomma, ottimismo a tutto spiano!!! Tanto che ieri otteneva un guadagno non male (+2,67%) e un report positivo da Morgan Stanley!!!



Trovo piuttosto curioso questo andamento schizofrenico dell’umore in casa FIAT, anzi direi piuttosto sospetto. Enorme euforia per la chiusura dell’anno, quando si tirano le somme per i bilanci, e prima della presentazione del nuovo super-reclamizzato modello di autovettura; delusione e frasi da autogol appena sfornato, e appena vendute le azioni; nuovo entusiasmo appena passata la speculazione! Come diceva un navigato politico della prima repubblica, e attuale Senatore a vita: “ a pensare male si fa peccato, ma spesso si indovina”.


Anche perché alcune considerazioni sono obbligatorie. Intanto, gli insuccessi dei mesi appena trascorsi sono stati giustificati con l’aumento del petrolio, il calo delle vendite del comparto auto, la crisi generale dei consumi, ecc. Insomma, tutti dati noti da tempo a tutti e quindi facilmente prevedibili.


Ma anche l’entusiasmo che viene attualmente manifestato dai vertici industriali, lascia qualche perplessità. Intanto perché gli stessi analisti hanno previsto stime ridotte per il mercato dell’auto sia per tutto il 2008 che anche per il 2009, sia per il calo generale dei consumi, ma soprattutto per il costo del petrolio destinato ad aumentare a seguito della crisi USA-Iran. Poi, guardando a quello che sta succedendo alla General Motors, non c’è da stare allegri. Infatti, per la storica casa statunitense, gli analisti si attendono un declino a due cifre delle vendite, tanto che ha subito un clamoroso calo della quotazione: dal suo record a 93,62 dollari ad azione raggiunto il 24 aprile 2000, agli attuali11,12 dollari alla borsa di New York, un livello mai visto da più di 50 anni; dall’inizio del mese di giugno, il titolo del costruttore ha perso il 35,83%! Si può pensare che la FIAT avrà un percorso diverso? La vedo difficile, basti pensare che le nuove esternazioni di Marchionne non sono riuscite a molto, se non a lenire in minima parte le ferite subite nei giorni precedenti. Anche perché, in Borsa si è convinto che presto si assisterà ad un nuovo default di un importante istituto di credito statunitense, sul genere di quello che colpì la Bear Stearns, con le conseguenze che tutti abbiamo visto.


Ma la mia preoccupazione è un’altra. Siamo proprio sicuri che dietro a tutto questo non ci sia nulla? Per troppi anni in FIAT le cose andavano in un modo ben preciso: gli utili li prendevano gli azionisti, Famiglia Agnelli in testa, mentre i passivi venivano caricati sulle casse dello Stato, cioè le nostre tasche, tramite la cassa integrazione. Non vorrei che Marchionne stesse giocando seguendo le stesse regole dell’Avvocato, con l’aggravante del favorire qualche grosso speculatore finanziario.


di Manuel Zanarini

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