24 maggio 2008

Scandali finanziari


Nel nostro paese gli scandali finanziari, in cui svaniscono nel nulla enormi quantità di denaro, sono frequenti quasi quanto le elezioni, ed hanno come costante il fatto che i soldi non vengono mai ritrovati (esattamente come per i mandanti di stragi ed omicidi eccellenti).

Il denaro pare si volatilizzi.

Tesoretti ipotizzati, sussurrati, rincorsi…. ma mai ritrovati.

Eppure da qualche parte devono pur essere finiti, possibile che rintracciarli sia così difficile?

Migliaia di miliardi non viaggiano in contanti, chiusi in valigette e portate in ogni parte del mondo da spalloni, no?

Viviamo nell’era digitale, possibile che questi passaggi non lascino traccia? Ed infatti è impossibile.

Tutto lascia traccia….basta seguirla.

A leggere il libro nero della finanza internazionale la soluzione del problema esiste. Dicono gli autori:

“Si è soliti pensare che il denaro, soprattutto quello virtuale, quello dei computer delle banche, non lasci traccia e sfrecci, alla velocità della luce, da un conto ad un altro, da un paradiso fiscale ad un altro senza lasciare traccia dei suoi passaggi. E’ falso. [1]



Ogni movimentazione di denaro o valori mobili (titoli, obbligazioni, ecc…) viene registrata e conservata. E non da adesso. Sin dagli anni ’30 tra alcuni paesi (38), ed a livello mondiale dagli anni ‘60.

Questo perché da quando il trasferimento di denaro e di valori immobiliari hanno iniziato ad avvenire, non più materialmente ma, attraverso la c.d. “faxmoney”, le banche hanno avvertito la necessità di garantire queste transazioni conservando prova di questi scambi. Hanno, quindi, deciso di creare una sorta di “notaio internazionale” che potesse registrare, avvallare e conservare, in luogo sicuro, la prova degli scambi avvenuti.

Tale “notaio internazionale” è costituito dalle società di clearing, ovvero camere internazionali di compensazione.

Queste società, dunque, si occupano di registrare, avvallare e conservare, in luogo sicuro, la prova degli scambi per risolvere eventuali casi di contestazione da parte dei clienti.


In Europa sono due le società che fungono da “notaio internazionale”per gli scambi transfrontaliferi:

1. La Clearstream, nata in Lussemburgo il 28 settembre 1970 con il nome di Cedel e, nel 2000, ribattezzata Clearstream);

2. La Euroclear, nata a Bruxelles nel 1968.

“Queste due società hanno il monopolio quasi completo degli scambi di obbligazioni a livello internazionale. Il commercio di obbligazioni permette di raccogliere ed impiegare del denaro senza apparire nominalmente tranne che nei documenti interni alle banche. E’ uno dei prodotti preferiti dagli addetti al riciclaggio e dai clienti che maneggiano molta liquidità…[2]”.

Ovviamente queste società sono state fondate da banche ed hanno banche come soci. Tutto tra loro insomma.

Fondate queste due società per la registrazione degli scambi dei valori mobili rimaneva, però, scoperto il mercato del denaro contante.

Così i due principali azionisti di Clearstream ed Euroclear hanno fondato, nel 1973, la Swift, ovvero una società che permette, grazie sempre alla registrazione, avvallo e conservazione la trasmissione rapida della moneta nelle varie divise.

Dunque, fin dal 1973, grazie a queste tre società (Clearstream, Euroclear e Swift) nessuna transazione internazionale di valori mobili o denaro contante può avvenire senza che venga registrata e conservata.

Naturalmente le tre società, nate per una iniziativa bancaria privata, si sono sempre opposte a qualsiasi controllo pubblico sulle loro attività. E ti pareva.

Attenzione perché stiamo parlando di colossi.

Si pensi che la sola Clearstream, nel 2000, trattava circa 450 volte il bilancio del Belgio, qualcosa come 50 trilioni di euro all'anno, una cifra paragonabile a quanto trattato annualmente da Euroclear.
Nelle sue casse, nel 2000, aveva depositati qualcosa come 9000 miliardi di euro.

Recentemente ha ammesso errori contabili per un totale di 1,7 trilioni di euro (l'equivalente del debito pubblico del terzo mondo), senza che nessuno sollevasse obiezioni.

Nessun controllo pubblico e nessuna domanda per questi piccoli errorini.

Ma non solo.

Da principio il regolamento interno di Cedel prevedeva che tutti i conti di tutti i clienti associati di clearing venissero pubblicati in una lista. Tale lista veniva, poi, pubblicata regolarmente e distribuita agli aderenti al sistema.

Intorno agli anni ’80 Cedel, dietro richiesta di due grandi banche italiane e di varie banche tedesche, ha creato un sistema di conti “non pubblicati”, ovvero “conti invisibili” che non appaiono nelle liste ufficiali.

La persona incaricata di concedere le autorizzazioni all’apertura di questi conti invisibili era Gèrard Soisson.

Gèrard Soisson però, da un lato era preoccupato dell’uso illecito che si potesse fare di questi conti invisibili, dall’altro desiderava anche fortemente che la Cedel fosse controllata da un Ente Pubblico.

Indovinate che fine a fatto?

Gèrard Soisson è morto il 28 luglio 1983 durante una vacanza in Corsica. Il certificato medico non precisa l’origine del decesso. Si parla di “morte naturale”. Eppure Gèrard Soisson era un quarantenne sano, sportivo, cintura nera di karatè. Ma muore improvvisamente dopo aver fatto jogging mentre beve un bicchiere d’acqua al bar dell’albergo.

Può capitare.

Ciò che non si capisce però è perché subito dopo la morte il corpo di Gèrard Soisson sia stato stranamente eviscerato (certo è che, una volta tolte le viscere ad un corpo, diventa difficile trovare tracce di avvelenamento).

Non solo ma la sua salma ha impiegato ben 4 giorni per arrivare dalla Corsica in Lussemburgo (probabilmente, per il trasporto, hanno usato un barchino a remi).

Comunque sono in molti a ritenere, compresa la sua famiglia, che Gèrard Soisson, in realtà sia stato avvelenato.

Il perché è facile da intuire.

Dopo la sua morte più del 50% dei conti sono diventati “non ufficiali” o “non pubblicati”.

La conseguenza di tutto ciò è che noi, ancora oggi, ci chiediamo dove siano finiti i soldi del Crack del Banco Ambrosiano, Cirio, Parmalat, della mafia, della camorra, della ‘ndrangheta, ecc…

Eppure tutte le transazioni di denaro o valori mobili sono registrate in queste società che non sono situate in paradisi fiscali, ma in Europa: due sono a Bruxelles ed una in Lussemburgo.

E…..provare a chiedere?

Tutto questo noi oggi lo sappiamo grazie al coraggio di un ex dipendente di Clearstream, Ernest Backes, che insieme a Denis Robert ha scritto il libro “Soldi, il libro nero della finanza internazionale”.

Il libro, ovviamente, è stato poco pubblicizzato (meglio sapere le avventure amorose di Bettino Craxi) ma è di grande interesse.

Leggendolo si possono capire molte cose su alcune delle vicende mondiali più inquietanti (Banco Ambrosiano, Roberto Calvi, Michele Sindona, IOR, Vaticano, scandalo Iran-contra, BCCI, Gladio, mafia, riciclaggio, ONU, organizzazioni non governative, Bilderberg, Trilateral, Opus Dei, Saddam Hussein, massoneria, P2, ecc…).


Cosa dobbiamo concludere dopo aver letto il libro?

Che la possibilità di sapere dove va il denaro, chi lo maneggia, e per quali fini, esiste. Ma lo Stato (sia il nostro, sia gli altri stati esteri, che in questo non sono da meno di noi), non ha alcun interesse a scoprire la verità su queste vicende e farle sapere.

E chi ci ha provato, appunto, è morto.

Solange Manfredi

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24 maggio 2008

Scandali finanziari


Nel nostro paese gli scandali finanziari, in cui svaniscono nel nulla enormi quantità di denaro, sono frequenti quasi quanto le elezioni, ed hanno come costante il fatto che i soldi non vengono mai ritrovati (esattamente come per i mandanti di stragi ed omicidi eccellenti).

Il denaro pare si volatilizzi.

Tesoretti ipotizzati, sussurrati, rincorsi…. ma mai ritrovati.

Eppure da qualche parte devono pur essere finiti, possibile che rintracciarli sia così difficile?

Migliaia di miliardi non viaggiano in contanti, chiusi in valigette e portate in ogni parte del mondo da spalloni, no?

Viviamo nell’era digitale, possibile che questi passaggi non lascino traccia? Ed infatti è impossibile.

Tutto lascia traccia….basta seguirla.

A leggere il libro nero della finanza internazionale la soluzione del problema esiste. Dicono gli autori:

“Si è soliti pensare che il denaro, soprattutto quello virtuale, quello dei computer delle banche, non lasci traccia e sfrecci, alla velocità della luce, da un conto ad un altro, da un paradiso fiscale ad un altro senza lasciare traccia dei suoi passaggi. E’ falso. [1]



Ogni movimentazione di denaro o valori mobili (titoli, obbligazioni, ecc…) viene registrata e conservata. E non da adesso. Sin dagli anni ’30 tra alcuni paesi (38), ed a livello mondiale dagli anni ‘60.

Questo perché da quando il trasferimento di denaro e di valori immobiliari hanno iniziato ad avvenire, non più materialmente ma, attraverso la c.d. “faxmoney”, le banche hanno avvertito la necessità di garantire queste transazioni conservando prova di questi scambi. Hanno, quindi, deciso di creare una sorta di “notaio internazionale” che potesse registrare, avvallare e conservare, in luogo sicuro, la prova degli scambi avvenuti.

Tale “notaio internazionale” è costituito dalle società di clearing, ovvero camere internazionali di compensazione.

Queste società, dunque, si occupano di registrare, avvallare e conservare, in luogo sicuro, la prova degli scambi per risolvere eventuali casi di contestazione da parte dei clienti.


In Europa sono due le società che fungono da “notaio internazionale”per gli scambi transfrontaliferi:

1. La Clearstream, nata in Lussemburgo il 28 settembre 1970 con il nome di Cedel e, nel 2000, ribattezzata Clearstream);

2. La Euroclear, nata a Bruxelles nel 1968.

“Queste due società hanno il monopolio quasi completo degli scambi di obbligazioni a livello internazionale. Il commercio di obbligazioni permette di raccogliere ed impiegare del denaro senza apparire nominalmente tranne che nei documenti interni alle banche. E’ uno dei prodotti preferiti dagli addetti al riciclaggio e dai clienti che maneggiano molta liquidità…[2]”.

Ovviamente queste società sono state fondate da banche ed hanno banche come soci. Tutto tra loro insomma.

Fondate queste due società per la registrazione degli scambi dei valori mobili rimaneva, però, scoperto il mercato del denaro contante.

Così i due principali azionisti di Clearstream ed Euroclear hanno fondato, nel 1973, la Swift, ovvero una società che permette, grazie sempre alla registrazione, avvallo e conservazione la trasmissione rapida della moneta nelle varie divise.

Dunque, fin dal 1973, grazie a queste tre società (Clearstream, Euroclear e Swift) nessuna transazione internazionale di valori mobili o denaro contante può avvenire senza che venga registrata e conservata.

Naturalmente le tre società, nate per una iniziativa bancaria privata, si sono sempre opposte a qualsiasi controllo pubblico sulle loro attività. E ti pareva.

Attenzione perché stiamo parlando di colossi.

Si pensi che la sola Clearstream, nel 2000, trattava circa 450 volte il bilancio del Belgio, qualcosa come 50 trilioni di euro all'anno, una cifra paragonabile a quanto trattato annualmente da Euroclear.
Nelle sue casse, nel 2000, aveva depositati qualcosa come 9000 miliardi di euro.

Recentemente ha ammesso errori contabili per un totale di 1,7 trilioni di euro (l'equivalente del debito pubblico del terzo mondo), senza che nessuno sollevasse obiezioni.

Nessun controllo pubblico e nessuna domanda per questi piccoli errorini.

Ma non solo.

Da principio il regolamento interno di Cedel prevedeva che tutti i conti di tutti i clienti associati di clearing venissero pubblicati in una lista. Tale lista veniva, poi, pubblicata regolarmente e distribuita agli aderenti al sistema.

Intorno agli anni ’80 Cedel, dietro richiesta di due grandi banche italiane e di varie banche tedesche, ha creato un sistema di conti “non pubblicati”, ovvero “conti invisibili” che non appaiono nelle liste ufficiali.

La persona incaricata di concedere le autorizzazioni all’apertura di questi conti invisibili era Gèrard Soisson.

Gèrard Soisson però, da un lato era preoccupato dell’uso illecito che si potesse fare di questi conti invisibili, dall’altro desiderava anche fortemente che la Cedel fosse controllata da un Ente Pubblico.

Indovinate che fine a fatto?

Gèrard Soisson è morto il 28 luglio 1983 durante una vacanza in Corsica. Il certificato medico non precisa l’origine del decesso. Si parla di “morte naturale”. Eppure Gèrard Soisson era un quarantenne sano, sportivo, cintura nera di karatè. Ma muore improvvisamente dopo aver fatto jogging mentre beve un bicchiere d’acqua al bar dell’albergo.

Può capitare.

Ciò che non si capisce però è perché subito dopo la morte il corpo di Gèrard Soisson sia stato stranamente eviscerato (certo è che, una volta tolte le viscere ad un corpo, diventa difficile trovare tracce di avvelenamento).

Non solo ma la sua salma ha impiegato ben 4 giorni per arrivare dalla Corsica in Lussemburgo (probabilmente, per il trasporto, hanno usato un barchino a remi).

Comunque sono in molti a ritenere, compresa la sua famiglia, che Gèrard Soisson, in realtà sia stato avvelenato.

Il perché è facile da intuire.

Dopo la sua morte più del 50% dei conti sono diventati “non ufficiali” o “non pubblicati”.

La conseguenza di tutto ciò è che noi, ancora oggi, ci chiediamo dove siano finiti i soldi del Crack del Banco Ambrosiano, Cirio, Parmalat, della mafia, della camorra, della ‘ndrangheta, ecc…

Eppure tutte le transazioni di denaro o valori mobili sono registrate in queste società che non sono situate in paradisi fiscali, ma in Europa: due sono a Bruxelles ed una in Lussemburgo.

E…..provare a chiedere?

Tutto questo noi oggi lo sappiamo grazie al coraggio di un ex dipendente di Clearstream, Ernest Backes, che insieme a Denis Robert ha scritto il libro “Soldi, il libro nero della finanza internazionale”.

Il libro, ovviamente, è stato poco pubblicizzato (meglio sapere le avventure amorose di Bettino Craxi) ma è di grande interesse.

Leggendolo si possono capire molte cose su alcune delle vicende mondiali più inquietanti (Banco Ambrosiano, Roberto Calvi, Michele Sindona, IOR, Vaticano, scandalo Iran-contra, BCCI, Gladio, mafia, riciclaggio, ONU, organizzazioni non governative, Bilderberg, Trilateral, Opus Dei, Saddam Hussein, massoneria, P2, ecc…).


Cosa dobbiamo concludere dopo aver letto il libro?

Che la possibilità di sapere dove va il denaro, chi lo maneggia, e per quali fini, esiste. Ma lo Stato (sia il nostro, sia gli altri stati esteri, che in questo non sono da meno di noi), non ha alcun interesse a scoprire la verità su queste vicende e farle sapere.

E chi ci ha provato, appunto, è morto.

Solange Manfredi

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